Scautismo_marzo_2012

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Rivista mensile Anno LII n. 1 - marzo 2012 Poste Italiane Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27-02-2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona

corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani La foto di Giacomo Campiglio (Mi 10)è tra quelle arrivate in redazione per il concorso dedicato ai Lupetti, “Caccia al sorriso del Branco”.


sommario Dalle sezioni

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Vele, zattere e cinghiali di Alessandra Calvani...................................................... L’avventura dei Leoni di Roberto Pecci.................................................................. Capi Pattuglia tutti a scuola di N. Mastrosimone e A. Colacicco........................... Un mondo senza tante differenze di Niki Pasqualicchio....................................... Mimetismo e osservazione....................................................................................

Branca Elle

L’orlo del mondo

Waingunga Jones................................................................................................... L’occhio di Chil........................................................................................................ In caccia con Bagheera.......................................................................................... Ululati alati.............................................................................................................

Rivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti al

CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANI ente morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916 SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

ORGANO UFFICIALE DEL C.N.G.E.I. ANNO LII- N. 1 - MARZO 2012 Rivista mensile a carattere tecnicoprofessionale Registraz. n. 7755 del 16/11/60, Tribunale di Roma. Direttore responsabile: Carla De Girolamo (carla.degirolamo@cngei.it) Progetto grafico Patrizia Di Cataldo, Patrizia Andronico, Cristiano Andreani Impaginazione e Grafica: Andrea Pierazzini, Marianna Minervini, Matteo Mellon

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Branca E

Un viaggio lungo 54 anni di Giuseppe De Lorenzo................................................... I’m changing the World diFrancesca Di Maio........................................................... Il primo campo non si scorda mai di Maria Virginia Ferroni.................................... San Giorgio a Zanica di Erica Caroli........................................................................ Lanciano: festa per i nostri 20 anni di Alessia La Pietra......................................... Jota a Borgo a Mozzano......................................................................................... Arenzano: tutti pazzi per lo Scoutdoor ................................................................ Il campo, un’occasione di collaborazione di Davide Garbin................................. Vicenza, frammenti di un’avventura della Staff del Reparto Moon Lions............ Sii preparata al Campo scuola di Carlotta Sapuppo............................................. Lontana 10 mila chilometri di Valeria, dal Giappone............................................

In redazione: Diego Maniacco Camilla Maggiore (Branca L) Fabio Olmastroni (Branca E) Ernesto Liconti (Branca R) Ilaria Esposito (Internazionale) Beniamino Cislaghi (Formazione) e-mail: scautismo.giovani@cngei.it Consulenza fotografica: Serena Stefani Resp. DB: Alberto Scolari Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana ITISSN0036-5696 Manoscritti, disegni e fotografie, anche se pubblicati, non vengono restituiti. È permessa la riproduzione purché venga citata la fonte

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Branca R Quattro giorni in Finlandia..................................................................................... Wayting for Roverway 2012................................................................................... Ippogrifo: Estate Rover 2011.................................................................................

Il nuovo International peace camp........................................................................ Salam Aleykum fratelli scout di Andrea, Edoardo, Luca.......................................

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Non sei socio del Cngei ma vuoi ricevere ugualmente “Scautismo” o desideri che un tuo amico o amica lo riceva? Il contributo per la spedizione a domicilio è di 6 euro (6 numeri). Per sapere come fare scrivi a: scautismo.giovani@cngei.it

Stampata su carta ecologica “cyclus” Dalum Rivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti al CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANI Ente Morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916 sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Sede Centrale: Viale di Val Fiorita, 88 00144 Roma tel. 0683769040 fax. 0683769051 http://www.cngei.it e-mail: sc@cngei.it Stampa: Arti Grafiche Biemmeci s.n.c. S. Martino Buon Albergo (Verona) Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Verona

Chiuso in redazione il 12/03/2012

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dalle sezioni

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Un viaggio lungo 54 anni Io

Messina 4

rover di allora, pronti a far del proprio meglio per essere preparati a servire e vivere onestamente. Come ho confidato ai miei compagni Ist, ero sicuro che i miei primi 36 anni avrebbero fatto il loro dovere, avevo qualche perplessità sui restanti 36. Vengo destinato allo scout shop, un lavoro e un divertimento, sempre a contatto con tutto e con tutti. C’è inesorabilmente da camminare: dalla mia tenda al Faro Italia, a piazza Italia, allo shop. Calcolo di aver percorso da 130 a 140 chilometri nella mia permanenza a Rinkaby, ma qualcuno che ha portato il contapassi asserisce di averne fatti 170. Il mio calcolo era per difetto? Una sera, quando tutti noi Ist del Cngei siamo riuniti davanti al Faro, mi sento in dovere di porgere un ringraziamento a tutti i miei compagni e compagne per la loro simpatia e cordialità. Nel mio piccolo, ho fatto il mio dovere. Mi capitava spesso che qualcuno di loro mi chiedesse quali differenze avessi notato tra i due Jamboree, il 9° ed il 22°. Oggi ho rilevato più divertimento, più concerti che scaldavano gli animi nonostante la fitta pioggia, più tecnica e costruzioni pioneristiche mai viste, più cordialità, più affabilità, tutti ti salutano, ti sorridono, vo-

gliono una foto con te ed io la voglio con loro, scambio di indirizzi, mercatini per lo scambio di distintivi. A Sutton Park tutto era più austero, programmato; teniamo presente che il secondo conflitto mondiale si era concluso appena 12 anni prima. Forse allora si manifestava una diversa

Messina

c’ero ed il viaggio, lungo e arduo, è durato 54 anni. Avete letto giusto, 54 anni. È il periodo trascorso dal mio primo Jamboree a Sutton Park nell’agosto 1957. Ero un rover con tutte le aspettative che si hanno a quell’età: rivedo il precampo a Torino, il viaggio in treno, l’attraversamento della Manica, l’arrivo sulla costa inglese sotto la pioggia (pare sia una costante dei Jamboree), il sottocampo italiano rover con quell’alta sagoma di uno scout che fungeva da ingresso, i sottocampi che portavano i nomi dei precedenti Jamboree, l’arena con le varie rappresentazioni ed infine il canto dell’addio: “Ma noi ci rivedremo ancor, ci rivedremo un dì, arrivederci allor fratello, arrivederci sì”. E ci siamo rivisti; nessuno era quello di allora, io con mezzo secolo in più sul groppone e loro, i nuovi ceppi per la vecchia fiamma, i figli dei

forma di scautismo e meno divertimenti da “visi pallidi”. Mi è stato chiesto quali diversità avessi notato tra il giovane dell’anno 2011 e quello del 1957: a parte il nuovo modo di vedere le cose, l’animo del giovane è rimasto quello fisso sugli ideali dello scautismo. Il mondo in questo mezzo secolo ha compiuto passi da gigante ma posso dire che il cuore di uno scout, oggi come allora sa di esserci perché tanti anni fa un generale inglese volle tentare un esperimento con poco meno di trenta giovani. Fu una scintilla che incendiò gli animi e dilagò in ogni continente. Quella vecchia fiamma continua a brillare perché il colore non conta, il giglio ci unisce. Giuseppe De Lorenzo scout master - Messina

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M

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I’M CHANGING THE WORLD!

tende multicolori per arrivare al nostro sottocampo. Tutti quelli che incrociavamo ci salutavano, ovunque echeggiavano “Hi!”, “Hello!”. Mentre montavamo le tende ha iniziato a cadere la pioggia che ci ha perseguitato per i quattro giorni successivi per poi ricominciare alla cerimonia di chiusura, proprio prima di partire, per non farci dimenticare la puzza degli abiti umidi e a quanto poco servisse il kway del kit contro quell’acqua. La mattina dopo, alle 8, ci ha svegliato la dolce voce dell’Ele: ”Sveeeglia... Siamo al Jaaamboree... Mettetevi i pantaloni del kit e la maglietta verde, tra mezz’ora ci vediamo sotto il tendone che abbiamo montato con i californiani accanto a noi! E domani ceneremo con loro!”. La sera ci siamo riuniti per la cerimonia di apertura. E lì, insieme ad altri milioni di scout, ho fatto “plop” (schioccare la guancia con un dito), ho cantato a squarciagola, ho ripetuto la promessa mentre gli altri lo facevano nella loro lingua, chi in svedese, chi in giapponese, chi in spagnolo ed ho festeggiato l’inizio del Jam… Il Jamboree è stato anche stare svegli fino alle 3.00, perdersi e girare per il campo con due pali sulle spalle o con le borse della spesa, le corse attraverso Season Square per abbracciare chi offriva “Free Hugs”, l’attività Dreams, l’infinita coda all’entrata e all’uscita del Jamboree

shop, il disappunto nel non capire niente, la felicità di quando è spuntato il sole, la delusione nello scoprire che a metà campo era già finita la nutella, la difficoltà di ricordarsi la lingua studiata alle medie, scoprire com’è bello indossare vestiti asciutti e potersi scaldare al sole dopo una doccia, levare le decine di insetti che sono entrati in tenda da chissà dove (“Ehi, avete lasciato di nuovo la tenda aperta!”), arrivare dal gelataio un attimo dopo la chiusura, chiacchierare con qualcuno in una lingua che nessuno dei due parla di solito. Il Jamboree è stato anche mangiare in un’ora piatti da tutto il mondo, fare danze sconosciute con californiani e messicani e poi essere chiamati da qualcuno con il nome della danza che gli hai insegnato, girare per il campo cantando la canzone ufficiale del Jam I’m changing the world, mangiare ogni giorno panini al prosciutto e formaggio per pranzo, ripetere al Cultural day come un registratore “Do you want some pasta?”, svegliarsi alle 6.45 per fare una camminata con svizzeri, spagnoli e svedesi, fare il bagno nel mar Baltico, scoprire che giravano i pidocchi ed esultare poi per non averli presi, maledire lo spray antipidocchi che non andava via neanche dopo tre shampoo, fare bolle di sapone giganti, impazzire per un braccialetto, “swappare” (che ormai aveva sostituito il nostro “scambiare”) ogni cosa su cui c’era scritto “Italia”, cantare “Hey Jude”, sorridere a tutto il mondo.

Questo è stato il mio Jamboree dal secondo al penultimo giorno. Ultimi scambi, ultimi abbracci, ultime foto e ultimi saluti: chissà quando rivedrò Justine, Michelle, Jason, Melina, Andrew, Mariana e tutti gli altri amici che ho

conosciuto… Poi tutti all’arena centrale per la cerimonia di chiusura. È stato il momento più emozionante di tutti quei 12 giorni e la pioggia non ci ha impedito di goderci quegli ultimi attimi al massimo. Abbiamo cantato, o meglio gridato, per ben tre volte la canzone del Jamboree fino a non avere più voce, abbiamo fatto la “ola” tutti insieme, abbiamo giocato con il re di Svezia, abbiamo saltato, urlato, applaudito… Ho pianto senza riuscire a distinguere le mie lacrime dalla pioggia, abbiamo ripetuto tante e tante volte tutti insieme “I’m a Messanger of Peace” e lì ho deciso che lo sarò davvero e che davvero: I’ll change the world. Francesca Di Maio 2° reparto Firenze

Firenze

Firenze

i sembra di essere tornata ieri, esausta ma entusiasta, dal Jamboree con tante sensazioni e ricordi da raccontare. Sono invece già passati alcuni mesi e vorrei tornare là, a Rinkaby, insieme al mio fantastico reparto Roccia Alchemica e a tutti gli altri reparti del mondo, ma questo non è possibile. Mi consolo ricordando quei giorni densi di emozioni e quando ieri ho trovato due spille della Fis sono tornata al 27 luglio. Quella mattina, dopo aver controllato infinite volte di avere tutto (“Se non avete tutti i documenti rimanete a casa!”), sono salita in macchina verso l’aeroporto di Firenze. Cercavo scout nelle macchine intorno, non ci credevo che stessi per partire per il Jamboree! Arrivata, sono stata sommersa da abbracci, saluti, baci e da tanta, tanta eccitazione che ci ha sempre accompagnato. Da Firenze abbiamo volato a Francoforte e poi a Copenaghen, dove siamo saliti su un autobus per Rinkaby, in Svezia. Avvicinandoci al campo vedevamo ovunque cartelli World Scout Jamboree, la trepidazione aumentava. Ci stringevamo le mani per farci forza (“Puoi evitare di spaccarmi la mano? Graaazie!”) e le altre mi dicevano: “Ci siamo! Stiamo veramente andando al Jamboree, Fra!”. Al campo un capo ci ha dato il benvenuto gridando: ”Welcome… to the Wooorld Scooout Jamboreeeeee!” e una massa di kway gialli ci ha salutato. Stavo per piangere dalla gioia. Siamo scesi e abbiamo oltrepassato milioni di

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Il primo campo non si scorda mai!

Senigallia 8

Senigallia

Ciao a tutti amici del Cngei. Mi chia- e che ha deciso di festeggiare proprio mo Maria Virginia e faccio parte del- durante il campo. Dopo la cena c’è la sezione Cngei di Senigallia. Vorrei stato ancora da divertirsi, abbiamo raccontarvi del mio primo vero campo fatto dei giochi notturni, il Guidone. da esploratrice. Eravamo tutte le pattuglie (Pantere, È stata un esperienza davvero fan- Aquile, Tigri, Volpi e la mia pattuglia, tastica. Il campo si è svolto dal 16 al le Gazzelle) contro i 17 Aprile, insomma capi reparto, erano in una bella giornata micidiali, con le loro Anche se sono stati torce ci eliminavano di primavera. Abbiamo dormito in tenda e solo due giorni, sono tutti, ma alla fine con questa è stata la parte stati i due giorni più forza di volontà alcuni più bella. Siamo partiti di quando di noi, di diverse patti en ert div dalla sede molto pretuglie sono riusciti a sono arrivata agli conquistare il guidone sto e appena arrivati ci scout!!! siamo messi subito a senza essere scoperscaricare tutto il mati. Dopo il guidone ci teriale per montare siamo seduti intorno le tende. Per me tutte quelle cose al fuoco, per poco però perché eravaerano nuove, perché da lupetta non mo stanchissimi e siamo andati subito avevo mai montato una tenda. Teli, a letto. La notte è stata freddissima, pali, picchetti, ho imparato tante cose ma fortunatamente eravamo ben atnuove. Finito di montare le tende però abbiamo ancora lavorato, siamo andati a raccogliere tantissima legna che avremmo utilizzato il giorno seguente. Dopo tanto lavoro finalmente è arrivato il momento della cena, il pranzo era al sacco, ma abbiamo avuto un dolce. Infatti era il compleanno della nostra compagna, Sara che ha compiuto 13 anni,

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trezzati. La mattina dopo abbiamo fatto un gioco bellissimo. Prima siamo andati fino al paese a piedi…che fatica! Arrivati in centro abbiamo iniziato il gioco, che era molto movimentato. Dovevamo rincorrere i capi reparto per tutta la città, in modo da farci dare un bigliettino, con dentro il nome di un cibo. Dopo che tutti hanno preso il biglietto siamo tornati al campo e abbiamo acceso il fuoco. Abbiamo cucinato tutti gli ingredienti sul fuoco, infilzandoli su dei bastoni spellati da noi, di legna verde. Finito di mangiare abbiamo ripulito tutto e disfatto le tende, e a malincuore siamo tornati a casa. Anche se sono stati solo due giorni, sono stati

i due giorni più divertenti da quando sono arrivata agli scout!!! Maria Virginia Ferroni (con l’aiuto di Camilla Sabbatini) Sezione di Senigallia

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Il nostro

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San Giorgio

Zanica

rimane parzialmente offuscato dietro una lieve coltre di nubi il pomeriggio di sabato 30 Aprile 2011, onorando l’ormai consolidata tradizione che vuole che il Campo San Giorgio della Sezione di Zanica abbia inizio con condizioni meteorologiche non esattamente favorevoli. Ma ciononostante eccoci qui, bambini, ragazzi, adulti, tutti uniti da una promessa e tutti in uniforme, pronti per affrontare anche questa volta una nuova avventura. Ogni anno in questo periodo noi, come tutti gli Scout del mondo, ci ritroviamo a festeggiare il patrono degli scout, San Giorgio; ogni Gruppo lo fa in un ambiente e con attività diverse , ma tutti con lo stesso spirito. La nostra Sezione quest’anno gioca in casa, perché a Zanica la domenica 1° maggio si svolge la giornata del Volontariato, con la manifestazione dei “Gruppi in piazza” ed anche noi scout vogliamo parte-

cipare a questo evento. È ora dell’alzabandiera; il nostro è un piccolo quadrato, siamo una piccola sezione, ma negli occhi di ognuno di noi c’è la gioia dello stare insieme e in ogni sorriso entusiasmo ed energia. Ecco il momento delle presentazioni, i capi delle rispettive mute e pattuglie, con un poco di agitazione tipica delle occasioni importanti, intonano gli urli all’inizio della cerimonia di apertura. Si alzano le bandiere, ma prima di iniziare le attività è il momento di rinnovare la Promessa. Un’esploratrice al centro del quadrato ne recita le parole, ricordando a tutti i presenti quello che davanti al nostro Branco, al nostro Reparto, alla nostra Sezione abbiamo promesso; e con queste parole profonde e piene di significato hanno così ufficialmente inizio le varie attività. Per gli esploratori è ora di lavorare: bisogna

È in questi momenti che ti accorgi che siamo tutti uniti da un grande ideale 10

Zanica

Il sole

portare al luogo concordato i pali per la costruzione che dovrà essere realizzata il giorno dopo e, ovviamente, montare le tende; per i lupetti invece è il momento della cerimonia per le progressioni, con il conferimento della treccia gialla a quattro capo-muta, seguita da un frenetico gioco. E così, troppo velocemente, passa il pomeriggio, tra i sorrisi di ragazzi e bambini di tutte le età e la fastidiosa pioggerella discontinua tipica, come già ricordato, di ogni nostro San Giorgio. È ora di mangiare tutti assieme e di preparare le scenette per il fuoco di bivacco, con il tema Buone azioni; è la compagnia a renderlo vivo con una fantastica ed esilarante animazione che coinvolge ogni Muta e Pattuglia. Bans, canzoni e scenette, riempiono la nostra serata che si conclude con il canto Buonanotte fratellino. Finisce così il primo giorno di questo breve campo, e per tutti è l’ora di andare a dormire. La mattina successiva, domenica, inizia con una buona colazione, ed eccoci nuovamente tutti assieme, con energia, curiosità e voglia di fare; partono le attività e comincia un’ altra giornata ricca di intense emozioni. Per tutto il giorno ogni unità svolge le proprie attività. I nostri fantastici Esploratori con l’aiuto dei Rover, costruiscono un’enorme tartaruga

marina utilizzando pali, corde e tanta energia; i Lupetti invece intervistano le persone che passano, curiosando tra una bancarella e l’altra del piazzale e facendo ogni tanto tappa a quelle che offrono piccoli spuntini. Si pranza, grazie ai nostri Senior sempre disponibili a cucinare, si smontano le tende, si rifanno gli zaini, ci si mette in posa per la foto ricordo davanti al risultato del nostro lavoro ed è già l’ora del quadrato di chiusura Eccoci qui, proprio come il giorno prima, uno di fianco all’altro, stanchi per l’intensa giornata ma con il sorriso di chi non molla mai. È in questi momenti che ti accorgi che siamo tutti uniti da un grande ideale, che ognuno è lì per i motivi più disparati, ma tutti uniti nella fratellanza dei valori espressi dalla Legge e Promessa scout, e pensi che da qualche parte nel mondo c’è ora qualcuno che, come te, sta di fianco ai suoi compagni e ricorda la storia di S.Giorgio, e che proprio come te ha fatto una Promessa e ne va fiero, come lo sei tu in questo momento. Erica Caroli Capopattuglia Pipistrelli Reparto Dell’Alba Sezione di Zanica (BG)

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dalle sezioni

! !! A T S E F O M IA FACC

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i n n a 0 2 i tr s o n i r e .p ..

Lanciano

aggio: per la sezione di Lanciano significa una sola cosa: SETTIMANA SCOUT! L’anno scorso poi, è stata una settimana ancora più speciale perché ricorreva il ventennale della nostra sezione! L’apertura della settimana è stata davvero fantastica: tutti insieme abbiamo passato la giornata nella bellissima Oasi di Serranella, un’oasi WWF a pochi passi dalla nostra città. Nonostante la pioggia abbia minacciato di rovinare le attività, siamo riusciti a conoscere gli Elfi della Natura e, insieme a loro, abbiamo fatto splendere il sole. Anche l’alza è stata speciale, al posto dei banali e ordinari pali, le bandiere si sono alzate grazie a tre coloratissimi palloncini, simbolo iniziale per festeggiare i primi 20 anni della Sezione. E qui è cominciata la nostra avventura: dopo aver diviso tutti in gruppi misti (Lupetti, Esplo e Rover) e aver deciso i nostri nomi elfici, ogni gruppo è stato indirizzato in un diverso punto dell’oasi dove si trovavano gli Elfi, che ci hanno proposto delle attività per riscoprire, appunto, la natura. Nella prima attività, abbiamo incontrato Ashana, che ci ha

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della sezione! Dopo ci siamo divisi in due squadre e abbiamo giocato una piccola partita di roverino (un gioco di squadra)immersi nella natura e calpestando l’erba verde invece del solito cemento. Alla fine di quest’avventura c’è stato il quadrato, dove ci siamo salutati e dati appuntamento per le attività settimanali. Ma cosa hanno fatto i lupetti, gli esploratori e i rover nella settimana? I lupetti si sono incontrati mercoledì e hanno dovuto affrontare una caccia per sconfiggere l’incantesimo che imprigionava i nostri amici Manghael e Sarafannah, scoprendo, tra l’ippodromo e la villa delle rose, tutti i segreti della fauna e della flora locali.

I rover invece si sono impegnati in una cena “a tappe”, cambiando residenza per ogni portata, che fatica!! Gli explo, riuniti in centro, si sono lanciati in un’appassionante caccia fotografica, alla ricerca della natura che si nasconde, che prende il sopravvento sulle costruzioni artificiali e che rende ancora più bella la città. Ovviamente divisi per pattuglie, abbiamo fatto ritorno dopo un’ora e mezza in piazza. Ma non è finita qui! La sera abbiamo cenato in sede per sistemarla e abbellirla per il giorno seguente!! La chiusura della settimana è stato il momento più bello. Il sabato siamo arrivati in sede in

Lanciano

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condotto alla pace interiore e all’armonia cosmica con lo yoga, rigorosamente a piedi nudi, per abbracciare la natura in tutte le sue forme. Rilassati come non mai, ci siamo diretti da Sarafannah, che insieme a Yodaehl, ci ha portati a cercare e scoprire nella natura nuove forme che prima ci erano sconosciute. Con la mente popolata da farfalle e splendidi fiori variopinti, con il sottofondo della natura e dell’acqua che scorre, abbiamo planato fino a Manghael e i suoi amici, e qui sempre a piedi nudi, ma questa volta bendati, abbiamo fatto un percorso “vedendo” la strada solo con i nostri piedi, fino ad abbracciare il nostro “amico albero” e, una volta sbendati, siamo corsi a riconoscerlo. Dopo aver lasciato a malincuore i nostri alberi e con i piedi un po’ indolenziti abbiamo zoppicato fino all’ultima tappa. Lì con Nichadriel ci siamo divertiti a giocare in modo semplice, saltando con la corda e stabilendo il nuovo record

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jota 2011

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Lanciano

anticipo e subito abbiamo cominciato a montare un tavolo e una cucina a scopo illustrativo, per le persone che sarebbero accorse alla festa. Infatti, alle nove e mezza si sono aperte le danze, e per tutta la sera la sezione ha ballato a ritmo di pizzica. Anche se non tutti sapevano ballare ognuno lo ha fatto a modo suo, aggiungendo un po’ di scautismo in ogni salto. A metà serata abbiamo intonato la canzone del fuoco di bivacco sul palco. Verso mezzanotte e mezza, a malincuore la serata è finita, e stanchi ma contenti, siamo andati a nanna. Beh si fa per dire, perché come sempre, nonostante la stanchezza, eravamo tutti a parlare sottovoce. La domenica mattina è stato difficile abbandonare il nostro avvolgen-

te e coccoloso sacco a pelo, ma la giornata ci attendeva! Infatti dopo aver fatto colazione, ci siamo messi subito all’opera per eliminare ogni traccia della nostra festa, e ci siamo messi a fabbricare con tanto amore e simpatia gli oggetti che i nostri amici avrebbero portato con sé al Jamboree, e che sarebbero stati regalati a qualche scout proveniente da un’altra parte del mondo. Per l’ora di pranzo sono arrivati anche i genitori, e tutti insieme ci siamo incamminati a piedi verso la campagna, dove abbiamo fatto un mega picnic di Sezione, abbondante di allegria e di torte, che per fortuna sono andate a finire in pancia e non in faccia!! Le torte, inutile dirlo, erano a forma di 20, realizzate dalle famiglie, per celebrare il compleanno della nostra fantastica Sezione. Ovviamente alla fine di tutto c’è stato il quadrato, con la bellezza di quattro promesse. E così si è conclusa la splendida, intensa e tanto attesa Settimana Scout della sezione di Lanciano. Non vediamo l’ora di festeggiare i nostri 30 anni! Alessia La Pietra Pattuglia Aquile Reparto Prometeo Lanciano

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Borgo a Mozzano - Mediavalle

Lo JOTA

è un evento promosso a livello mondiale dal coordinamento degli scout (WOSM) per facilitare la conoscenza e comunicazione fra gli scout di paesi diversi. Il fondatore degli scout, Sir Robert Baden Powell, pensava che la conoscenza e l’amicizia internazionale fra i giovani fossero il più importante contributo per scongiurare future guerre. Nella giornata del Jamboree (la terza domenica di Ottobre) gli scout di tutto il mondo provano a contattarsi via radio ed internet per stabilire un canale di comunicazione e conoscenza con gruppi vicini e lontani. Ogni anno, oltre alle normali attività di conoscenza, alla giornata viene anche dato un tema. Ogni gruppo che partecipa all’evento proverà a realizzare delle attività in autonomia per affrontarlo e discuterlo con i propri ragazzi. Il tema del 2011 è stato l’emergenza. I radioamatori della Toscana hanno dato supporto ai gruppi scout nella realizzazione di una stazione radio, fornendo sia l’attrezzatura sia le competenze necessarie per il buon funzionamento della stessa.

In queste foto, gli scout Cngei della sezione di Borgo a Mozzano - Mediavalle durante l’ultimo Jota

per saperne di più:

https://www.jotajoti.org/

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r e p i z z a p i t t tu

dalle sezioni

dalle sezioni

R O O D T SCOU A

Arenzano 16

la base bici, con una sfida a staffetta su un percorso piuttosto impegnativo lungo i sentieri del parco; poi la base ambiente, a sua volta divisa tra ambiente “fuoco” (con un vero pannello solare in funzione), ambiente “acqua” (con una piccola pom-

pa, alimentata dal pannello solare, che movimentava un gioco di riciclo dell’acqua), ambiente “aria” (con una suggestiva e colorata riproduzione delle pale eoliche e della fotosintesi clorofilliana) e ambiente “terra” (dove si imparava a riconoscere i gusti e i profumi dell’orto, piantare con cura i semi locali, fare la raccolta differenziata); infine la base slackline, esercizio di equilibrio - quasi impossibile ma molto divertente - su un fettuccia elastica sospesa tra due alberi! Nella cornice di per sé suggestiva del Parco di Arenzano, ogni base ha avuto la sua scenografia: un grande striscione

colorato e un pannello ricco di foto, per illustrare il tema della base e soprattutto raccontare come l’esperienza scout sia legata a tutte le attività di Scoutdoor! Al momento dell’iscrizione, bambini e ragazzi hanno ricevuto un “buff” con il logo (per chi non lo sapesse, il buff è una bandana milleusi) e una tessera puzzle da completare con il maggior numero possibile di basi: in palio, simpatici premi offerti dai molti esercizi commerciali di Arenzano che hanno sponsorizzato l’evento. All’interno del Parco è stato allestito anche il tendone scout, con una piccola mostra fotografica sulla storia del Cngei di Arenzano, mentre per spuntini e merende ha funzionato a pieno ritmo il punto ristoro, che ha preparato ben 140 kg di panissa genovese. Un’impresa così era difficile da realizzare da soli, ma diventava possibile con l’aiuto e la collaborazione di chi, come noi, ha a cuore i giovani e il loro futuro. Un grazie speciale va in primo luogo al nostro Cngei, che ha creduto al progetto “Scoutdoor” e ci ha aiutato a realizzarlo! Ma ringraziamo anche la Regione Liguria, il Comune di Arenzano, e in particolare l’Assessorato Ambiente, il Team MTB

Arenzano

rrampicata, bicicletta, tiro con l’arco… ma anche ponte tibetano, pallascout, montaggio tende… e ancora pallavolo, scala di corda, manualità! Senza dimenticare la tecnicissima “slackline”, la costruzione del tavolo e poi la base dedicata all’ambiente, con le eliche colorate, i giochi d’acqua e gli aromi da riconoscere “a naso”. Tutto questo (e molto di più!) è stato Scoutdoor, una grande festa scout organizzata dalla Sezione di Arenzano sabato 24 e domenica 25 settembre 2011 all’interno del Parco Negrotto Cambiaso: dodici diverse opportunità di divertimento, emozione e sfida che hanno attratto e coinvolto quasi seicento bambini e ragazzi, un intero fine settimana alla scoperta dello scoutismo e delle tante esperienze entusiasmanti e avventurose che vivono i lupetti, gli esploratori e i rover del Cngei! All’interno del Parco sono state allestite dodici basi di attività divise in tre settori: giochi all’aria aperta (basi gialle, colore della Branca L), vita all’aria aperta (basi verdi, colore della Branca E), sport all’aria aperta (basi rosse, colore della Branca R). Mentre alcune basi si raccontano da sole, come la pallascout o la pallavolo, il montaggio delle tende o l’arrampicata su parete artificiale, altre meritano qualche spiegazione in più… Ad esempio la base pionierismo, dove bambini e ragazzi hanno imparato a fare i nodi, ammirato un “campo scout in miniatura” e costruito un vero e proprio tavolo in legno con panche; la base manualità, dove hanno lavorato il cuoio e creato la carta marmorizzata;

pe r sa pe rne di più :

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E L IA C E P S o n r io Un g

dalle sezioni

o: al 2011, Parco Negrotto Cambias Arenzano, 24 e 25 settembre , visioni… eccoci in 600 bambini di là delle nostre più rosee pre base con il suo gioco! tutti desiderosi di provare ogni

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nova e, soprattutto, a papà e mamme dei nostri ragazzi: insieme ci hanno aiutato a gestire le basi di attività e hanno affrontato l’inaspettato tour de force con entusiasmo e pazienza… Infine, grazie a tutti i bambini e ragazzi che hanno giocato con noi a Scoutdoor! E’ stata una festa bellissima che ricorderemo per sempre. La Sezione di Arenzano

all’ar i a aperta, con il colore rosso: pallavolo, tiro con l’arco, bicicletta e arrampicata (alta quasi 7 m!!!). Tutti questi giochi erano fantastici e adesso si vedono i risultati… molti bambini hanno voluto entrare nel nostro branco e diventare lupetti! Marianna Branco Fiore Rosso Sezione di Arenzano

Arenzano

Arenzano

“Senza Senso”, il Gruppo Alpini di Arenzano e infine la Croce Rossa, che non solo ha garantito la necessaria assistenza alla manifestazione, ma è stata anche protagonista dell’animazione di sabato pomeriggio: una simulazione di soccorso che ha divertito grandi e piccoli. Tutta la nostra gratitudine va ancora agli adulti scout della Sezione Cngei di Ge-

ltre alle numerose attività sportive pallavolo, tiro con l’arco, staffetta con le bici, arrampicata, ponte tibetano - c’erano anche quelle più legate alla vita scout, come le costruzioni, il montaggio delle tende, la manualità, l’ambiente e per finire la pallascout! Le Mute del nostro Branco e le Pattuglie del nostro Reparto hanno partecipato con entusiasmo, divertendosi un sacco, ed io, come lupetta, penso sia stata l’avventura più emozionante vissuta agli scout… Molte mamme e molti papà si sono complimentati per l’iniziativa e, cosa più importante, oggi abbiamo tanti nuovi iscritti! Quando entravi nel Parco, ricevevi una tessera dove erano indicate le basi, in modo che ogni attività che facevi ti veniva timbrata e, alla fine, chi aveva affrontato tutti i giochi riceveva una… sorpresa! Adesso scopriamo le varie attività! Per primi i giochi all’aria aperta, con il colore giallo: pallascout, ponte tibetano, scala di corda e slackline (striscia elastica sospesa da terra sulla quale dovevi camminare senza appigli a cui aggrapparti!). Tutti questi giochi erano bellissimi anche se, devo dire la verità, la slackline era molto difficile… I giochi che hanno avuto più successo sono stati la pallascout (c’erano un sacco di bambini a volerci giocare!) e il ponte tibetano (c’era una fila lunghissima!). Poi le basi di vita all’aria aperta, con il colore verde: tende, costruzioni, manualita’ (disegni con tempere e acqua ragia, scatoline con carta marmorizzata, braccialetti in cuoio con scritto il tuo nome) e ambiente (rappresentazione della fotosintesi clorofilliana, gioco sul ciclo dell’acqua, gioco dove si doveva indovinare il nome della piantina da annusare, preparazione di una piantina di fava). Anche questi giochi sono stati molto belli, soprattutto il disegno! Infine, gli sport

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dalle sezioni

Ciao amici,

Il campo: occasione di collaborazione

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Sono sopravvissuto per anni grazie al gioco di squadra chi notturni. Intanto i due reparti, lentamente, fanno amicizia quasi senza accorgersene, chiedendosi l’un l’altro aiuti o materiali dimenticati a casa e collaborando insieme per far meno fatica. Al quarto giorno non c’è già più la timidezza del primo incontro e i due reparti cantano a squarciagola un ritornello diretti verso il parco naturale in val Malene. Sono stati incaricati di liberare il letto di un fiume, principale fonte di energia idroelettrica della zona, da rami e tronchi. Credo di non aver mai visto uno scenario migliore di collaborazione, che non si placa nemmeno di fronte al continuo getto d’acqua gelata sui piedi. In poco tempo il letto del fiume è sgombro da qualsiasi legnetto e finalmente l’acqua può di nuovo scorrere veloce senza ostacoli. Avevo già capito l’importanza del gioco di squadra durante le mie avventure: solo con l’aiuto di altre persone sono riuscito a sopravvivere a lunghi anni di naufragi perché mi han-

no potuto consigliare nuove tecniche che non conoscevo (il pionierismo, l’agricoltura …) e poi anch’io insegnavo loro le mie competenze acquisite da altri. Solo al termine del dovere, gli scout possono divertirsi con una gara di spruzzi, ma ben presto l’appetito si fa sentire e sono costretti ad una pausa pranzo. Mentre mangiano, con l’aiuto di una chitarra, intonano canti che parlano di capacità esagerate dello scout e (vedi il caso!) dell’importanza della cooperazione nel gruppo. Nel pomeriggio il lungo ritorno immerso nei dolci profumi e delicati suoni del bosco. Infine una meritata doccia (fredda!). Verso sera arriva per me una grande sorpresa: i due reparti, accortisi della mia presenza, decidono di organizzare una festa in mio onore liberando la loro fantasia in piatti

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squisiti. Con grande operosità, le pattuglie si suddividono gli incarichi per essere i primi ad accendere il fuoco e portarmi velocemente i piatti, ammetto, da leccarsi i baffi. C’è chi cerca legna asciutta, chi la taglia, chi controlla il fuoco, chi cucina e chi, di nascosto, cerca di assaggiare. La cena, che le pattuglie preparano con i soli ingredienti che sono stati consegnati dal cambusiere, si compone in primo piatto, secondo, contorno e dolce. Ho mangiato in abbondanza controllando anche la velocità di consegna, la presentazione del piatto e la pulizia della cucina per nominare, a fine campo, la pattuglia “cuciniera”. Rimango sorpreso quando mi viene mostrato il piatto inventato in mio onore da una pattuglia: “barchette di peperoni farciti”, che mi ricordano ancora adesso le mie avventure in mare. Stremati dalla fatica di una giornata impegnativa gli scout si accingono ad andare a dormire … solo dopo aver lavato tutte le pentole! E io passo a dar loro una buonanotte meritata. Riparto, infine, alla ricerca di nuove avventure e ancora una volta sopravvivrò (spero) grazie alla collaborazione, così come oggi ho imparato. Buona Caccia, Robinson Crusoe (Davide Garbin, Reparto Estote Parati, Sezione di Spinea)

Spinea (VE) - Cernobbio (CO)

sono Robinson Crusoe e non ho bisogno di presentazioni: ormai tutti, o quasi, già mi conoscono per aver letto le mie avventure narrate nel celebre romanzo di Daniel Defoe o per averle ascoltate con grande interesse. Sì, vi scrive il più famoso naufrago della storia che sopravvisse a lunghi anni di solitudine. Ma sicuramente sono in pochi a conoscere la mia ultima avventura, nata per caso durante una passeggiata in alta montagna tra i boschi del Trentino. Io sono alla ricerca di funghi per dar più gusto al risotto che sto cuocendo, quando arrivo in una radura dove alcuni scout sono intenti a montare le tende, così decido di seguirli per tutta la settimana. Sono il reparto Estote Parati di Spinea (VE) e il reparto Thunder di Cernobbio (CO) che si sono incontrati per la prima volta la mattina stessa quando, con lo zaino stracarico di allegria e aspettative per il campo estivo, si sono diretti verso Castello Tesino (TN). I primi giorni gli scout sono impegnati nelle costruzioni di cucine, tavoli e ripari per difendersi dal tempo incerto che rovina sempre i gio-

ntino L’ultima avventura di Robinson Crusoe in Tre dalle

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frammenti di un’Avventura Straordinaria

Vicenza

di agosto 2011 : mancava poco, sabato 6 sarebbe iniziata la nostra prima vera avventura, il primo campo estivo in assoluto del nuovo reparto Moon Lions. Nessuno di noi sapeva esattamente cosa ci aspettava, l’ansia era tanta ma la voglia di cominciare anche di più, e se è vero che ogni campo inizia con un viaggio, il primo viaggio abbiamo dovuto affrontarlo nelle nostre insicurezze. Ma, appena arrivati al campo a Pieve Tesino (Tn), nonostante il tempo non esattamente favorevole, i dubbi hanno lasciato il posto all’entusiasmo, che ci ha condotto per tutta la settimana. Cosa saranno mai tre giorni di brutto tempo per un esploratore? Proprio niente! Le tende sono state montate presto e bene, le cucine da campo sono state costruite sotto la pioggia continua dell’intera giornata di domenica ; ci sono stati altri momenti difficili, come quando dovevamo andare a prendere la legna bagnata nel bosco, o quando non riuscivamo ad accendere il fuoco. La pioggia non ci ha fermato, la fatica nemmeno, e abbiamo affrontato tutto sempre con un sorriso. Poi al martedì è uscito finalmente un sole convinto, che ha aggiunto allegria

esteriore a quella che già avevamo dentro ! La settimana è trascorsa tra avventure, giochi, canti e scherzi seguendo il filone di una strana ed imprevedibile storia che ci ha fatto riflettere, accompagnati dai componenti del nostro staff trasformatisi per l’occasione in SuperMario Bros, PacMan, Lara Croft, Batman, la winx Tekna e il Vecchio dell’Alpe. L’hike è stata la prova più memorabile di questo campo : dovevamo raggiungere una grotta, ben nascosta nei meandri di una montagna, dove uno speleologo ci aspettava per guidarci. Tutto intorno a noi ha reso piacevole quel sentiero in salita, le chiacchiere, le risate, la cascata, la stanchezza, la pausa per un’ottima salsiccia gigante trentina cucinata lungo la strada, gli incoraggiamenti e le mani tese per aiutare i compagni lungo la salita, la nostra determinazione.

Nessuno di noi sapeva esattamente cosa ci aspettava, l’ansia era tanta ma la voglia di cominciare anche di più Guardandoci negli occhi i nostri capi hanno visto quella luce che senza parole comunicava che ci credevamo davvero… E sulla cima ecco finalmente la grotta, una veduta che ci ha lasciato in estasi dopo una giornata di cammino. Non c’è dubbio, di strada ce n’è ancora tanta da fare e abbiamo an-

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cora tante cose da imparare, ma sono stati sette giorni di scoperte e di collaborazione, abbiamo capito che l’esperienza è una maestra severa, che prima ti fa fare l’esame e poi ti spiega la lezione. All’ultimo fuoco di bivacco, con l’avventura che ormai volgeva al termine, qualcuno di noi aveva il nodo alla gola preparando e assaggiando lo speciale “cocktail delle sensazioni” dedicato con un brindisi a tutti coloro che hanno reso questo campo uno stimolo alla consapevolezza e alla gioia. L’ultimo giorno la bandiera si è dispiegata con un colpo di vento proprio al “click” della foto di gruppo ufficiale, quasi a ricordarci chi siamo, e che niente e nessuno potrà farci mai scordare: ragazzi che vanno incontro alla vita col sorriso e con la voglia di fare !

Melissa, Stefano, Paolo, Giuseppe, Raffaella, Roberto staff del reparto Moon Lions Vicenza 5

Vicenza

Inizio

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Da una scout lontana diecimila chilometri

dalle sezioni

Una

Allegria

Firenze

spirito di fratellanza e sole ,cocente: sono questi gli elementi che accomunano il campo scuola estivo, un evento che per la prima volta mi ha visto partecipe nell’area servizi: io, Carlotta, esploratrice del terzo anno del 4° reparto Navahos di Firenze. Il mio servizio al campo scuola si è svolto dal 21 al 27 di agosto. Sin dall’inizio di respirava aria di gioia proveniente da tutto il campo, da chi faticava costruendo le tende per accamparsi, da chi per la millesima volta puliva i bagni e anche da chi arrivava al campo con il sorriso sapendo che avebbe tagliato pomodori e fritto melanzane per gran quantità di tempo. È stato strano aver constatato con i propri occhi che i capi, se ci si mettono d’impegno, possono risultare pazzi e caotici quasi più di noi esplo! Il campo è trascorso serenamente ed il tempo è volato, ho fatto nuove amicizie con corsisti e servizi ed ho rafforzato rapporti con persone che conoscevo già. Per la maggior parte del tempo sono stata in cucina ma sono comunque riuscita a sgattaiolare all’aperto e vedere il campo scuola in tutti i suoi aspetti: sia quelli ufficiali sia quelli di divertimento.

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Durante il campo scuola c’era la possibilità di partecipare alle plenary, dei momenti in cui un capo o un esterno parla di argomenti specifici. Come una lezione, ma naturalmente più divertente! Nel corso dei giorni ho partecipato solo a quella della Mab (penso la conosciate un po’ tutti, o almeno questa è stata la mia impressione. Non c’è uno che non sappia chi è Maria Angela Botta!) sulla storia dello scautismo. Mi ha fatto venire la pelle d’oca quando raccontava dello scautismo in maniera così attenta e dettagliata. Personalmente credo che sarebbe bello riproporla a noi del reparto come attività perchè se abbiamo un foulard al collo significa che un giorno c’è stata una promessa e se vogliamo tenere nel tempo questo impegno dovremmo informarci su cos’è stato, cosa è e cosa sarà lo scautismo! Può sembrare banale e scontato ma è stata un’esperienza significativa poichè ho cominciato ad osservare e sperimentare cioè che il futuro mi riserva nel mio percorso scout. Carlotta Sapuppo

Non è consueto che una Esploratrice presti servizio a un campo scuola, ma i genitori di Carlotta erano entrambe al campo e lei ha collaborato (ndr.)

to lasciare i loro sorrisi a casa. Avrebbe significato non poterli portare con me e non essere al loro fianco quando qualcun di loro diventava più grande e se ne andava. Ora è ora, è quel momento e io non sono lì, sono qui. Ma sono anche lì, a 10mila chilometri da me , con il cuore, e li penso tutti , uno per uno nei loro vestiti troppo grandi o troppo piccoli e nel loro essere meravigliosamente sinceri e genuini. Uno per uno con i loro occhi e il loro viso illuminati dal fuoco, vicini, in silenzio, ad ascoltare con rispetto ciò che viene detto, un rispetto che io gli ho insegnato, e che spero non dimenticheranno mai. Mi piace essere qui. Ciò che sto facendo mi serve, per me stessa e per la mia laurea. Ma ho fatto una promessa, una promessa legata al cuore e ad altre promesse più giovani. Ed ora come ora quella promessa pesa, pesa tantissimo e vorrebbe essere a 10mila chilometri da qui.

Bassano Del Grappa

Sii preparata... al campo scuola!

delle scelte più grandi della mia vita è stato fare una promessa, una promessa strana forse, quasi assurda per qualcuno, ma io ci ho creduto, ci credevo e ci credo ancora, per cui l’ho fatta. Questa promessa mi ha portata a mettermi in gioco, a dubitare di me stessa, mi ha messa di fronte a cose, persone, luoghi, fatti e problemi che mai mi sarei immaginata. Questa promessa mi ha dato la possibilità di capire cosa fosse importante per ognuno di noi, e come le percezioni cambiassero da occhi ad occhi. Giocando con lei, andandoci in giro, portandomela dietro, mi sono stancata, arrabbiata, infastidita, ma anche e soprattutto sono cresciuta, mi sono divertita ed anche commossa. Ho imparato che IO non sono nessuno senza gli altri. Ho imparato che IO sono importante tanto quanto chiunque altro. Ho imparato che quando questo chiunque altro si fida di me, allora forse per lui il mio IO è il sole. Ho deciso di mettermi in gioco di più, sempre di più, fino ad essere il punto di riferimento di molte promesse più giovani. Loro sono diventati la mia vita, la mia benzina ecologica, i miei sorrisi , la mia voglia di andare avanti anche quando le difficoltà superavano le cose positive. Anche se sembrava che non ce ne fossero di cose positive, con i loro sorrisi ho imparato a cantare anche dopo che il diluvio universale ci aveva rotto le tende. Ho imparato che un mare di fango e i vestiti bagnati possono essere la giostra migliore del luna park. Ho imparato ad essere genuina e sincera, ma soprattutto ho imparato a non avere paura a mostrare me stessa. L’ho imparato da loro e a loro io lo voglio insegnare. Uno dei problemi più grandi nel fare questa mia esperienza all’estero è stato che partire avrebbe significa-

Valeria “se firmi col nome completo vuol dire che sei giù di morale” (citato dal VCR)

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branca elle

branca elle sole stava tramontando all’orizzonte come un gigantesco frutto incendiato, ho scalato un altissimo albero per scrutare in lontananza il panorama. E quello che ho visto nel punto dove il cielo e la terra si incontrano per dar vita alla linea dell’orizzonte, care Lupette e cari Lupetti, è stato davvero uno spettacolo magnifico ed impressionante.

dalle profondità della Giungla!

Le nuvole, rosate dal sole che lentamente tramontava, avevano formato un gigantesca scritta nel cielo, che annunciava a lettere mastodontiche a tutta la Giungla:

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Sono sempre io, il vostro fedele Waingunga Jones, che vi scrive, tramite il volo fidato di Chil, direttamente dalle profondità oscure della foresta, entro la quale spingo ancor oggi il mio cammino.

Poi, allontanandomi nuovamente tra gli alberi ed i cespugli, mi sono imbattuto anche in una gigantesca festa di altri lupi reggiani, e più precisamente della Rupe del Tiferet e del Secondo Branco di Reggio Emilia.

Da bravo amico di tutti i lupi, sto ancora viaggiando paziente attraverso le lande più misteriose e lontane per portare a voi notizie delle straordinarie creature che popolano e colorano la Giungla. Ad esempio, l’altro giorno ho osservato da dietro un cespuglio dei Lupetti ruspanti e delle vivacissime Lupette fare scherzi ai propri fratellini di caccia per poi ridere con

Mi chiedete perché stavano festeggiando? Ma come, non lo avete ancora saputo? Hanno vinto a pari merito il Torneo di Pallascout dell’Emilia Romagna, una gigantesca “Caccia alla Meta” con palla alla mano alla

alve portentose Lupette e famelici Lupetti della sconfinata Giungla Italiana!!!

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loro a squarciagola. Si trattava del leggendario e fantasmagorico Primo Branco della Rupe di Reggio Emilia. Nelle loro lunghe Vacanze di Branco, dalle parti delle tane di Savognatica, hanno scoperto, grazie alla saggia guida di Akela ed alla grande esperienza di Baloo, cosa significa essere Cittadini del Mondo, e quanto sia importante rispettare ed amare la diversità e le particolarità di ciascuna creatura di questa Terra. Bravi Lupette e Lupetti, siate anche voi dei valorosi Cittadini del Mondo!!!

quale hanno partecipato valanghe di Lupetti provenienti da ogni angolo della Giungla romagnola ed emiliana. Uno spettacolo meraviglioso cari miei Lupi!!! Ho salutato ed abbracciato i vincitori, e mi sono anche complimentato per l’ottimo impegno dimostrato da tutti i branchi partecipanti. Poi mi sono immerso nuovamente nel mio lungo viaggio. Sono tornato nella profondità oscura della Giungla, fino a costeggiare il gigantesco fiume Waingunga, al quale, oltre a tante splendide avventure, devo anche il nome con cui mi riconoscono da una rupe all’altra di questo lungo viaggio. E proprio mentre il

“CENTO ANNI” Cosa significa questa scritta fatta di nuvole nel cielo del crepuscolo? Questa scritta ancora lontana che piano si avvicina, portata dalla forza sferzante del vento? Questo messaggio distante nel tempo, ma già abbastanza vicino da poter essere avvistato sulla cima di un albero anche nel mezzo della Giungla? Aspetto risposta da voi, Lupetti e Lupette… Scrivetemi e raccontatemi secondo voi cosa può significare questo strano messaggio che la natura ha inviato a tutta quanta la Giungla dall’orizzonte lontano… In attesa di una vostra risposta, vi mando un caloroso abbraccio, una leccatina sui vostri bei musi ed un ululato sempre più potente:

waingungajones@cngei.it 27 27


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a r e e h g a B n o c a i c c a c n I Il Balzo delle Rane branca elle

la Sono proprio io, Bagheera, o? git rug o mi il te sce no co Lupi!!! Ri trete trovare gla! In queste mie pagine po pantera più agile della Giun per aguzzare il vostro fiuto e la vostra nco tanti giochi da proporre al bra pe alla caccia… zam e str agilità ed allenare le vo i sulla preda! Affilate le zanne e lanciatev etti!!! Buona caccia lupette e lup

La Corsa delle Formiche Numero di Giocatori: Più Mute o Gru ppi di Gioco. Terreno di Gioco: Pianeggiante di 200 m x 10m. Questo gioco è nato dalla intraprend enza del popolo delle formiche, che si allena ad avanzare in fila indiana nella Giungla per trasportare il più velocem ente possibile il cibo che recano sulla schi ena. I lupetti e le lupette delle varie mut e sono posizionati su file parallele e sono distanziati tra loro di 10-15m. L’arrivo è a circa 200 m. Al seg nale, il primo lupo corre verso il seco ndo e ne afferra la cintura per di dietro con le mani ai fianchi. I due giocatori, così uniti, corrono vers o il terzo e si uniscono a lui nel medesimo modo, per correre vers o il quarto e così via, finché tutta la muta non sarà unita per compiere l’ultimo tratto del percorso . Vince la muta che arriva per prima al traguardo. Per la buona riuscita della corsa è importante che i giocatori della muta sappiano assu mere la stessa cadenza di corsa. Se durante la corsa la fila si spe zza, tutti i giocatori che lo compongon o devono fermarsi, riunirsi e solo allora possono riprend ere la corsa.

Il Passo della Marmotta Vedetta e o Gruppi di Gioco. Numero di Giocatori: Una o due Mut da per gli occhi, un Materiale: Sonagli o campanelli, ben guidone. coli. Terreno: Pianeggiante e senza osta

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ette ad essere sempre sto gioco per allenare le proprie ved Il popolo delle marmotte utilizza que da ogni genere di pericolo. così da proteggere le proprie tane attente ad ogni possibile pericolo, giocatori anno dei sonagli lungo il percorso, come in figura. I Un guardiano bendato viene posto rdiano abbia sentito raggiungere il guidone senza che il gua legati a gomiti e ginocchia. Essi devono e dove secondo lui c’è il no indica con il braccio teso la direzion nulla. Se sente un rumore, il guardia imenti prosegue. Vince esatta, il giocatore esce dal gioco, altr giocatore. Se la direzione indicata è riesce a mandare fuori si del guidone: vince il guardiano se il giocatore che riesce ad impossessar gioco tutti i giocatori.

Numero di Giocatori: Più Mute o Gruppi di Gioco Materiale: Un cordino lungo 2 metri per ciascuna muta o Gruppo di Gioco Terreno di Gioco: 30m x 20m Questo gioco è praticato abitualmente dalle rane della Giungla nelle insenature della parte meridionale del Waingunga. Lo scopo è quello di allenare al meglio le loro zampette a balzi sempre più rapidi, così da sfuggire ai predatori e viaggiare più veloci lungo le rive del grande fiume. Le mute si schierano in fila indiana di fronte al campo da gioco a circa 4m l’una dall’altra. Al via, il primo lupo di ciascuna muta passa l’estremità della corda al secondo ed insieme fanno passare la corda tesa sotto le gambe di tutti gli altri componenti della muta, i quali, al passaggio della corda, debbono saltarla. Fatto saltare l’ultimo giocatore della fila, il primo giocatore rimane in coda alla muta, mentre il secondo ritorna all’inizio della fila, passa un’estremità del cordino al terzo e insieme lo fanno passare sotto le gambe degli altri componenti della muta. Il gioco continua fino a quando il numero 1 ritorna come capofila. Punteggio: 10 punti alla Squadriglia che termina per prima, 8 alla seconda, 6 alla terza ecc. Si aggiudica 1 punto in meno qualora un giocatore lasci cadere l’estremità del cordino, o se un componente della Muta non salta al momento giusto.

Fuga dal Cocco Dispettoso Numero di Giocatori: 2 o 3 Mute o Gruppi di Gioco Materiale: Un pallone ed un palo. Terreno di Gioco: 50m x 10m con un corridoio lar go 5m. Un palo viene piantato ad una estremità di tale corridoio. Questo gioco è utilizzato da molti popoli della Giungla per allenarsi a sfuggire al lancio antipatico di no ci di cocco da parte delle scimmie dispettose che popolano le cime degli alb eri. Sul campo da gioco viene segnato un corridoio largo circa 5m. I giocatori si div lato del corridoio, in modo idono su ciascun che ciascuno sia accanto ad un avversario. Un giocat muta si mette all’estrem ore della prima ità del corridoio. L’arbitro gli passa il pallone, il gio terra all’interno del corrid cat ore lo lancia a oio, in maniera che rimba lzi il più alto possibile su corre per andare a toccar un o dei lati, poi e il palo all’altra estremità del corridoio. La seconda prendere il pallone e di col mu ta cerca di pire con esso il giocatore prima che abbia raggiunto della prima muta non po il palo. I giocatori ssono toccare il pallone, ma possono cercare di ost avversari. Nessun giocat acolare i giocatori ore può entrare nel corrid oio. Uno per volta tutti i gio corridoio. Un punto per og catori corrono nel ni giocatore che raggiung e il palo senza essere colpit che totalizza più punti. o. Vince la muta 33


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I T A L A I T A L ULU

Le parole generate dalla fantasia e dal cuore dei poeti sono così forti da volare come ululati di lupi, e da rimanere nell’aria per sempre, così che chiunque possa ascoltarle e sentirsi un po’ più libero e felice di prima. Le parole che trovate qui a lato, care lupette e cari lupetti, sono state composte due secoli fa da uno scrittore inglese tra i più comici e fantasiosi che la nostra letteratura abbia mai conosciuto. Egli, però, non ebbe vita semplice. Dovette infatti combattere a lungo per la difesa dei propri diritti e della propria identità. Il suo nome era Oscar Wilde. 34

e c li e f e p i c n i r Il p

In cima al suo altissimo piedestallo la splendida statua del Principe felice dominava la città. Il suo corpo era ricoperto da sottilissime lamine d’oro, gli occhi erano due zaffiri e, sull’elsa della spada, era incastonato un grosso rubino. «Che aspetto felice ha il Principe!», commentavano gli abitanti della città, passando nella piazza. «Peccato non poter essere sempre felici come lui!». Una notte una rondine passò nella piazza. L’inverno era alle porte e l’uccello stava volando a sud, facendosi guidare dalle stelle. Le altre rondini erano partite da un pezzo. Lei, invece, si era attardata; ma, ora, aveva fretta di raggiungere gli amici prima che giungesse la neve. Vedendo la statua dorata del Principe pensò: «Che statua meravigliosa! Mi rannicchierò tra i suoi piedi per ripararmi dal vento». Ma, proprio mentre stava ripiegando le ali, una grossa goccia d’acqua le cadde accanto. «Piove? In una notte così limpida e stellata?». Cadde una seconda goccia, poi una terza. La rondine scosse le piume irritata. Guardò in su, verso la statua, e cosa vide? Non erano gocce di pioggia, ma lacrime, che scendevano lungo le guance dorate del Principe. «Chi sei?», chiese la rondine stupita. «Sono il Principe felice». «E, allora, perché piangi?». «Per quello che vedo», replicò la statua. «Quand’ero vivo e avevo un cuore umano ero sempre felice. I miei sudditi mi amavano molto e, quando morii, mi fecero questa bellissima statua. Ma, da quassù, vedo tutte le brutture e le miserie della mia città». Altre lacrime

sgorgarono dagli occhi del Principe, che parlò ancora: «In una misera casa, nella parte più povera della città, c’è una donna che passa le giornate a cucire davanti alla finestra. Il suo viso è magro e stanco ed è tormentata dal dolore per il figlioletto, che giace a letto con una gran febbre. Per favore, rondinella, aiutami! Stacca, col becco, il rubino della mia spada e portaglielo!». «Ma io devo andarmene subito in Egitto! I miei amici mi stanno aspettando e, presto, verrà la neve!». «Aiutami solo per questa notte!», pregò il Principe. «Il bambino ha tanta sete e la sua mamma è così triste!». La rondine staccò il rubino dall’elsa della spada del Principe e volò via, sopra i tetti, fino alla misera casetta. La donna era tanto sfinita che si era addormentata sulla sedia e non si svegliò neppure quando la rondine le posò il rubino accanto. Il bambino, intanto, si girava e rigirava, tormentato dalla febbre. La rondine tornò dal Principe. «Che strano...», gli disse. «Fa tanto freddo eppure sento dentro un gran calore». «È perché hai fatto una buona azione», rispose il Principe. E la rondine si addormentò felice. Il giorno seguente la rondine fece un voletto per la città e, passando sulla misera casetta della donna, vide il bambino che, sfebbrato, guardava fuori dalla finestra, con, accanto, un grosso cesto di arance. «Guarda, mamma: una rondine! Ed è quasi inverno!». La mamma lo abbracciò e sorrise. Quando, la notte, riapparvero le stelle per indicarle la strada, la rondine volò dal Principe per dirgli addio.

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«Non puoi restare un’altra notte soltanto, rondinella? Sempre nella parte più povera della città c’è un giovane, curvo su un tavolo. Vorrebbe scrivere, ma ha le dita intirizzite dal freddo; il camino è spento e lui non ha i soldi per comprare la legna. Ti prego: prendi uno dei miei occhi di zaffiro e portaglielo!». Così la rondine staccò uno degli occhi del Principe e lo portò allo scrittore. Posò la pietra preziosa sul tavolo e se ne tornò via. Rialzando la testa il giovane scorse, con enorme sorpresa, lo zaffiro. «E questo cos’è? Ma guarda, devo avere un ammiratore segreto! Adesso sì, posso finalmente finire il libro!». Il giorno seguente la rondine era al molo e osservava le navi pronte per salpare. «Stasera partirò per l’Egitto!», esclamò felice. E, quando sorse la luna, andò a dire addio al Principe. «Rondinella, resta con me un’ultima notte!». «L’inverno è alle porte! Devo andare!». Il Principe stette un attimo in silenzio, poi disse: «È caduta la prima neve e, quaggiù nella piazza, c’è una piccola fiammiferaia. Non ha venduto niente in tutto il giorno e, quando tornerà a casa, suo padre la picchierà. Prendi il mio altro occhio e portaglielo!». «No, resterò con te un’altra notte, ma non ti staccherò l’altro occhio, sennò diventerai cieco!». «Rondinella, ti prego: fai come ti dico!». Perciò la rondine staccò l’altro zaffiro col becco e lo fece cadere in mano alla bambina. La rondine si sentì pervasa da una tale felicità che tornò dal Principe e gli disse: «Ora che sei cieco resterò con te per sempre!». Il Principe cercò di protestare, ma la rondine fu irremovibile. Dopo un po’ il Principe le disse: «Fai un giro sulla città, rondinella, e dimmi quel che vedi!». La rondine volò sulla parte ricca della città e vide gente felice, che mangiava e si divertiva. Poi andò dove viveva la povera gente e vide bambini affamati stringersi uno accanto all’altro, in cerca

di un po’ di calore. Quando il Principe ebbe udito le notizie, disse alla rondine: «Io sono ricoperto di lamine d’oro purissimo; staccale una per una e portale ai poveri!». Perciò, una alla volta, la rondinella staccò, col becco, tutte le lamine d’oro, finché il Principe non fu che una statua di piombo. Ma che felicità veder tornare un po’ di colore sulle guancine smunte di quei bambini! E, finalmente, scese, copiosa, la neve e ricoprì, col suo soffice manto, tutta la città. La rondine aveva sempre più freddo e tentava di scaldarsi battendo più velocemente le ali. Non voleva lasciare il Principe, ma sentiva che stava per morire. «È tempo che tu parta per l’Egitto, rondinella!», le disse il Principe. «Non posso più andare in Egitto, Principe...», sussurrò la rondine. Lo baciò sulla bocca e cadde a terra, morta. In quel momento si udì uno schianto secco: il cuore del Principe si era spezzato... per il dolore...Il mattino dopo capitarono nella piazza il Sindaco e i Consiglieri. «Ma cosa è successo alla statua del Principe felice?», esclamò, sorpreso, il Sindaco. «Non ha più le sue pietre preziose! E anche le lamine d’oro che lo ricoprivano si sono staccate! E quest’uccello morto che cosa ci fa qui, eh? Signori, buttatelo nell’immondizia!». Così la statua del Principe felice fu tirata giù e fatta fondere. Ma il cuore di piombo del Principe non si voleva sciogliere. «Che strano!», disse l’operaio. E, senza pensarci oltre, lo buttò nella spazzatura, insieme alla rondine. Poi Dio chiese a un angelo: «Portami le due cose più preziose della città!». L’angelo ritornò, col cuore di piombo e con l’uccellino morto. «Hai scelto bene!», disse Dio. «Perché nel mio giardino, in Paradiso, questa piccola rondine canterà per sempre e il Principe felice vivrà in eterno nella mia città dorata...». Oscar Wilde – “Il Principe Felice”

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. .. e e r e t t a z , Vele

Immaginate di trovarvi con il vostro reparto in un parcheggio accanto ad una rotonda molto trafficata, immaginate di essere pronti per un campo estivo molto, molto bagnato sul tema degli indigeni dell’isola di Rapa Nui (Pasqua c’entra qualcosa…), immaginate di avere davanti la prospettiva di una settimana all'insegna del divertimento sulle sponde di un lago, un lago vero. Immaginate di vedere i sorrisi spuntare sui volti dei vostri amici durante il quadrato di apertura, immaginate di poter andare in barca a vela da soli, senza istruttore, di poter navigare su zattere costruite da voi, immaginate di poter penetrare i segreti di una delle forze della natura: l'acqua. Fatto? Ebbene c'era una volta un reparto che si è trovato davvero in questa situazione, il Reparto Aldebaran di Pistoia, il mio reparto. Mai ci saremmo immaginati, quella mattina neanche troppo soleggiata del 17 Luglio, quello che ci aspettava. Eravamo un reparto avido di avventure, eravamo indigeni dell’isola di Pasqua pronti a conquistare il proprio uovo, eravamo ragazzi e ragazze, uniti dagli stessi sentimenti, che non vedevano l'ora di vivere otto giorni assieme. Il lago non ci deluse: grande, azzurro e profondo, lo osservavamo, sdraiato accanto alle nostre tende, quasi volesse abbracciarci, proteggerci e creare un posto che fosse solo nostro, dove il ritmo frenetico della vita quotidiana non potesse entrare, dove ci fosse spazio solo per il divertimento. Eppure la prima esperienza che avemmo in barca a vela, il lunedì, non fu un gran successo. Quel giorno il vento soffiava verso nord e, neanche a farlo apposta, noi dovevamo andare verso sud. E così, dopo una ripassatina veloce di termini tecnici quali cazzare, lascare, orzare, randa, deriva e via dicendo cominciammo la nostra prima prova sulle acque del Bi36

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cinghiali! lancino e con essa cominciarono anche le urla dell'istruttore che ci diceva cosa fare, la costante paura di cadere in acqua, gli schizzi che, dispettosi, arrivavano fino a noi, la voglia di imparare, di riuscire...Nonostante tutto il vento ci spingeva sempre più verso nord e così tornammo a riva, un po' scoraggiati, ma contenti di averci provato. La sfida con il lago, però, era appena cominciata e poco dopo tornammo all'attacco, stavolta con le zattere; c'era chi aveva costruito la propria solo con le camere d'aria, chi con tubi e un po' di legna, c'era chi si vantava del fatto che la propria zattera galleggiava meglio e chi cercava di destreggiarsi tra gli spruzzi, ma negli occhi di tutti si rifletteva la stessa emozione: soddisfazione. Soddisfazione per aver creato delle zattere che riuscissero a resistere al lago, per aver pagaiato con la propria pattuglia fino alla riva opposta, per aver vinto, almeno stavolta, contro le onde, il vento, i pregiudizi, la paura di non riuscire... Ma il nostro capo reparto ci ha anche insegnato che non sempre l'acqua è tranquilla come lo era quella del nostro lago, a volte essa può mostrare la sua forza improvvisamente, cogliere l'uomo impreparato e magari trasformare una simpatica nuotata in tragedia. E così abbiamo imparato anche la posizione di sicurezza da tenere in momenti di pericolo in acqua, il modo giusto per salvare qualcuno che non sa nuotare o per caricarlo su una barca. Ma non sono mancati al campo anche i momenti tipici di tutti i campi estivi: gli hike in una chiesa abbandonata, vicino ad un cimitero e in un convento di frati che hanno pregato tutto il tempo, il terrore della notte, le risate il giorno dopo accorgendosi di cosa ci aveva spaventati nel buio, quell'organo che ci sembrava suonasse da dentro la chiesa. E poi gli splendidi panorami, la gara di cucina, le serate passate a cantare attorno 37


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al fuoco di bivacco, osservando i volti sorridenti degli amici rischiarati dalle fiamme e ancora le risate, il gioco notturno, le ispezioni improvvise, i punteggi tanto sudati (più o meno), la temuta visita del rappresentante della protezione civile (eravamo Campo A.i.b. ossia Anti incendio boschivo) che avrebbe giudicato le condizioni del nostro campo... Una notte abbiamo addirittura visto tre cuccioli di cinghiali che ci hanno costretto tutte le sere a rimettere a posto ogni cosa per evitare di attirarli con avanzi di cibo lasciati a giro, cosa che non gli ha comunque impedito di farci visita molto spesso e di salutarci con sonori grugniti, spaventando tutto il reparto. E in tutto questo tempo il lago è stato là, come addormentato, a vegliare su di noi, aspettando che di nuovo tornassimo a giocare con lui. E noi siamo tornati. Sabato eravamo di nuovo pronti a competere con l’acqua, ma stavolta non sfidavamo soltanto il lago ma anche i nostri compagni. È iniziata così la tanto attesa regata e in quelle barche dove ormai ognuno di noi aveva un ruolo, su quell'acqua che ormai avevamo imparato a conoscere, per la prima volta ci siamo sentiti in grado non di vincere contro il lago, ma di collaborare con lui, non di combattere contro il vento ma di sfruttarlo in maniera che ci aiutasse, non di urlare contro le vele se non erano nella posizione giusta, ma di fare in modo, grazie a quello che avevamo imparato, che ciò accadesse. Ed è stato incredibile ma ce l'abbiamo fatta, siamo riusciti a guidare le barche a vela, contro tutte le previsioni possibili, la paura, noi ce l'abbiamo fatta. Soddisfazione. 38

branca e La regata è finita ex aequo e così abbiamo stabilito che la pattuglia che avrebbe scelto il nome migliore per la barca a vela avrebbe vinto la gara. "Credevo peggio" è stato l'appropriato nome scelto dai Falchi con il quale si sono aggiudicati il primo posto nella Regata del Bilancino. Subito dopo ci siamo lanciati di nuovo sul lago, ma adesso con le zattere. È straordinario quanto su una zattera ci sia bisogno di collaborazione, quanto si debba essere uniti per riuscire a fare anche solo un metro, quanto ci si renda conto di essere una parte fondamentale di un organismo che senza di te non funziona, come nelle barche a vela, come in pattuglia. E abbiamo di nuovo gareggiato contro i nostri compagni cercando di vincere e abbiamo di nuovo affrontato l'acqua pagaiando tutti insieme e ci siamo di nuovo divertiti giocando con il lago. Soddisfazione. Ma arriva, come sempre, il momento dei saluti: si salutano le tende che ci hanno ospitato tutte le notti, si salutano i tavoli che ci hanno visto cucinare tutti i giorni, si salutano il fuoco di bivacco, gli amici, i compagni, quel posto dove magari andavamo ogni tanto per cercare un po' di pace e poi si saluta il lago, quello stesso lago che ci ha accompagnato durante tutto il campo, quello stesso lago che abbiamo imparato a vedere come un amico. Ma forse qualcosa rimane, oltre a tutto ciò che abbiamo imparato sulle barche a vela, sulle zattere, sull'acqua, forse qualcosa rimane, un' emozione che colorerà i nostri ricordi ogni volta che penseremo a questo campo: soddisfazione. Alessandra Calvani Reparto Aldebaran Pistoia 39


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Car n t u ra dei L e v v a ' l dito : a d n eo n i di Valleroto rica l’ha vissuta, però, la Pattuglia Leoni, che si è cimentata nella costruzione della tenda sopraelevata, che ha richiesto due giorni di impegno costante. La nostra pattuglia è formata dal capopattuglia Roberto, dal vice Luca, dal terzo di pattuglia Michele e dai pattugliotti Denis e Zaccaria, che però al campo non c'era. Siamo arrivati a destinazione carichi di entusiasmo: le settimane precedenti ci avevano visti molti impegnati a preparare il progetto della tenda e quindi, finalmente, potevamo realizzare ciò che avevamo sempre sognato! Il piano d’appoggio era sorretto

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al 12 al 22 Agosto 2011 il Reparto Araba Fenice del Gruppo Eboli 1 ha vissuto un’altra favolosa avventura nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Sede meravigliosa del nostro Campo Estivo è stato Cardito di Vallerotonda in provincia di Frosinone. Un campo eccezionale, immerso nei bellissimi boschi della zona, con la presenza dell’azzurrissimo lago Selva che ci ha permesso di svolgere alcune attività con canoe e pedalò. L’ esperienza più stratosfe-

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da 4 treppiedi alle estremità, interrati di circa 50 cm nel terreno (che fatica scavare queste buche in quel terreno durissimo!). In cima ai treppiedi abbiamo sistemato sei pali ognuno di 3,5 m formando un perimetro rettangolare, al di sopra abbiamo sistemato 5 pali-travi sorretti da altrettanti palipilastri, ovviamente con legature molto rigide e perfette vista la loro importanza, poiché una costruzione traballante avrebbe dato non pochi disagi, soprattutto di notte!. Terminato lo scheletro della tenda, come base abbiamo usato 5 tavole da ponte di 4 m, 5 tavole da ponte di 3 m e 2 pedane quadrate di 50 cm di lato. Alla fine abbiamo montato la tenda ed è stata una grande emozione vederla poi terminata dopo tanta fatica. Ovviamente in questa favolosa impresa ci ha guidati ed aiutato il nostro Capo Reparto Cosimo, ma anche il resto del Reparto ci è stato di grande aiuto incoraggiandoci sempre e quando al terzo giorno di campo l’hanno vista realizzata, tutti sono rimasti a bocca aperta! Roberto Pecci Reparto Araba Fenice Eboli 1

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Capi Pattug lia tutti a scuo la

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gni anno tutti i capi pattuglia e gli esploratori al quarto anno del Cngei frequentano un corso di formazione per essere meglio preparati a guidare una pattuglia. Si tratta di un’occasione di crescita e di formazione veramente importante che viene organizzata a livello regionale. L’anno scorso il corso per la Puglia e la Basilicata il corso si è tenuto a Lecce, presso la sede del gruppo locale. A partire da sabato pomeriggio 20 novembre e fino a domenica 21, circa cinquanta ragazzi e ragazze provenienti dalle due regioni, si sono incontrati per vivere insieme questa esperienza così divertente. Come di consueto per ogni riunione scout, l’inizio delle attività è stato preceduto dal Quadrato di apertura. A ciascuno degli scout è stata consegnato un foulard di colore arancione, per renderli tutti uguali, dal momen-

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to che ciascuno indossava quello del colore del gruppo di appartenenza. Dopo che si sono presentati, l’Incaricato regionale, Maria Cristina Petralla, e il Capogruppo del gruppo di Lecce, alcuni capi, impersonando la parte di marinai, hanno distribuito ad ogni partecipante un sacchettino. Di questi alcuni contenevano paprika e altri cannella. Gli aspiranti capi pattuglia hanno scoperto così come erano divisi in due gruppi. Sono stati poi annunciati i capi di ciascun gruppo, che si sono poi separati per raggiungere ciascuno il luogo prestabilito per le attività. Le attività sono state tante e diverse. Una delle più divertenti del gruppo Paprika è stata la ricerca per decifrare un messaggio in codice, che quando finalmente è stato decifrato, indirizzava ad un bar, che però nel frattempo aveva già chiuso i battenti. Ma il giorno successivo, dopo aver tanto atteso la

branca E ta a ic Pug lia & Basil riapertura, la sorpresa è stata che “i premi” non erano nulla di importante, erano solo simbolici. Così l’attività consisteva proprio nella collaborazione di una pattuglia. Mentre l’attività più divertente del gruppo Cannella è stato costruire il giornalino. L’ attività consisteva nello scrivere una storia che aiutasse i prossimi capi pattuglia a educare i propri pattugliotti; tutto il lavoro è stata un’occasione per socia-

lizzare meglio. I momenti più importanti sono stati quelli della condivisione, quando i capi e gli altri partecipanti hanno raccontato agli aspiranti le loro esperienze. Sono stati dei racconti molto utili, che sicuramente serviranno ai novelli capi pattuglia durante le loro uscite e le loro esperienze. Alla fine a tutti è stato consegnato un attestato di partecipazione e un cd contenente le foto scattate durante il corso e il libretto del corso stesso. L’esperienza è stata unica nel suo genere e molto divertente per tutti noi capi pattuglia. Natalia Mastrosimone (Pattuglia. Antilopi) Francesco Cristiano Colacicco (Pattuglia Rinoceronti) Reparto Oasi Santeramo-Bari 9

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Ho scoperto un mondo

omenica 13 febbraio 2011, in occasione Dreparto del campetto di formazione Agesci del pugliese per il Jamboree, insieme ad

una parte del reparto sud Cngei , i ragazzi di Puglia e Basilicata, si sono incontrati per passare una mattinata insieme. L'incontro si è tenuto a Giovinazzo, in provincia di Bari. Noi del reparto Hobbit di Matera siamo partiti alle 8,00 di mattina per arrivare sul posto alle ore 9,30. In ogni incontro scout che si rispetti, non può di certo mancare un'attività che unisca tutti come veri fratelli. Infatti, il nostro Vice capo reparto dello staff jamboree, Alessandro, ha organizzato una magnifica attività per spiegarci ogni nuvoletta del fantastico logo del jamboree 2011. Noi del Cngei, divisi in gruppi di

due, abbiamo sistemato una sorta di labirinto con fili di lana, divisi per colori. Partendo da un grande albero, questi ultimi prendevano strade differenti, attorcigliandosi tra alberi e cespugli. Alla fine dei fili di lana c'erano le varie tappe. La tappa sul logo dell'albero 44

consisteva nell'associare correttamente le impronte di alcuni animali con figure di animali; la tappa sul logo dell'alce consisteva nella realizzazione, sulla musica della canzone “Il coccodrillo come fa?”, di un'altra canzone con le parole Alce, Moneta, Candelabro, Specchio e Jamboree, ed inventarsi dei movimenti; la tappa sul logo della colomba consisteva nella realizzazione di spille con dei nastrini colorati, a formare la bandiera della pace. Successivamente queste spille potevano esser regalate a qualcuno nel campo, come simbolo di pace. La tappa sul logo del monociclo consisteva nella realizzazione di un attrezzo ginnico per lo sviluppo dei muscoli delle gambe; la tappa sul logo della candela consisteva nel mettere a disposizione degli oggetti o immagini provenienti da tutto il mondo, e scrivere di ognuno cosa ci faceva venire in mente; la tappa sul logo delle stelle consisteva nel mettere a disposizione del cartoncino su cui realizzare delle stelle e scrivere 2 aspettative per il Jamboree. Alla fine

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senza tante differenze veniva fuori una costellazione. La tappa sul logo della barca con i pesci consisteva nel trovare, su un elenco,quali erano dei pesci e quali no; la tappa sul logo della tenda cosisteva nel montare e smontare velocemente una tenda igloo; la tappa sul logo del fuoco consisteva nell'accenderne uno in pochissimo tempo e bruciare nel minor tempo possibile uno spago posizionato sul fuoco ad un'altezza di circa 50 centimetri. Il posto era un centro di accoglienza religioso, non era molto grande, ma confortevole. Appena siamo arrivati, abbiamo aspettato che i nostri fratelli Agesci finissero il quadrato e poi, mentre loro erano in chiesa per la messa, noi abbiamo iniziato a preparare l'attività. Meno male che sono andati in chiesa, ci hanno concesso del tempo prezioso per ultimare i preparativi dell’attività. Finalmente alle 11,00 abbiamo cominciato. L'attività non si è svolta proprio come nei nostri programmi, infatti inizialmente seguivano i fili di lana, ma dopo un po' sono andati direttamente alle postazioni prestabilite senza l'aiuto del percorso di lana. Insieme abbiamo riso e scherzato, e per concludere una giornata di “gemellaggio” bella come questa, insieme abbiamo pranzato festeggiando tra l’altro anche alcuni compleanni. Oltre alla bellissima giornata soleggiata e priva di vento, posso dire

di aver trascorso una fantastica mattinata con coloro che personalmente conoscevo poco. Vi devo confessare però che non ci sono differenze abissali tra noi e loro, anzi come disse il nostro amatissimo B.P.: “Una volta scout, sempre scout”. Come biasimarlo? Ho scoperto un mondo che non pensavo fosse così simile al nostro. Essere scout non vuol dire avere la camicia verde o celeste, ma condividere insieme alcuni ideali o principi di vita, a prescindere dal credo religioso. Mi auguro che queste considerazioni le abbiano fatte anche loro nei nostri confronti. Ci vediamo presto, cari fratelli. Niki Pasqualicchio Reparto Hobbit Matera 1

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Mimetismo, Stalking Non vi perdete mai un documentario in televisione? Rimanete incantati davanti alle immagini spettacolari del National Geographic? E allora perché non sperimentare in prima persona l’emozione di vedere dal vivo gli animali, direttamente nel loro habitat naturale? Vediamo quindi come attrezzarsi al meglio per compiere un’escursione finalizzata allo stalking (“appostamento, inseguimento” in inglese). È consigliabile cominciare con l’osservazione degli uccelli, chiamata usualmente con il termine birdwatching, poiché si tratta degli animali più facili da incontrare. Il periodo migliore è compreso tra l’autunno inoltrato e l’inizio dell’inverno, quando c’è un’ampia varietà di specie, sia quelle di passaggio sia quelle che si fermano per trascorrere la stagione fredda. I luoghi più adatti sono le cosiddette zone umide, dove cioè si trova uno specchio d’acqua o la riva di un lago tranquillo oppure un’insenatura marina, con una vegetazione costituita da canne e altre piante acquatiche.

L’abbigliamento Questo è il primo aspetto di cui occuparsi, ancora prima di partire! Curate i seguenti particolari: • i colori dei vestiti e delle scarpe devono essere quanto più “neutri” e mimetici possibile rispetto all’ambiente circostante, ad esempio marrone, kaki, verde scuro o simili • indossate abiti comodi e adatti alla stagione (caldi, traspiranti, impermeabili, ecc.) • portate sempre il poncho nello zaino, che oltre a riparare dalla pioggia vi consente di sedervi sul bagnato • non tenete in vista oggetti che possono luccicare, come l’orologio o il coltello, ma anche gli occhiali possono produrre riflessi • non mettete in tasca cose che producono rumore quando camminate, come monete, chiavi o scatolette di caramelle • evitate l’abbigliamento troppo costoso, perché è facile sporcarlo o strapparlo 46

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e osservazione

o t n e m a t s o L’app È una fase che richiede molta pazienza e buona volontà, dato che non sempre offre i risultati sperati. Il periodo migliore varia in base alle specie animali, comunque in generale le ore più propizie sono quelle dell’alba e del tramonto, momenti in cui si danno più da fare per cercare il cibo. Cominciate con lo scegliere una zona dalla quale godete di una visuale abbastanza ampia e mettetevi ad osservare in posizione comoda, possibilmente seduti in mezzo alla vegetazione. Tenete poi presenti i seguenti consigli: • non mettetevi mai sopra le rocce o i cespugli, sennò sarete individuati subito, ma posizionate la testa di lato • fate solo movimenti lenti per non farvi notare • non entrate in terreni privati • solitamente per entrare nelle oasi protette c’è bisogno di chiedere il permesso all’ente gestore, quindi informatevi prima di andarci, così sarà probabile che vi diano anche il permesso di usare i loro capanni fissi • state attenti ai cacciatori! 47


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Lo sapevate? Per fare pratica con le tecniche di stalking non è necessario andare chissà dove, poiché anche nei parchi cittadini vivono molte specie animali. Anzi, queste sono più facili da vedere che non negli ambienti selvatici dato che hanno acquisito una certa familiarità con gli esseri umani e quindi si lasciano avvicinare un po’ di più. Nel caso in cui nel parco ci fossero un lago o uno stagno, allora è assicurata la presenza di numerosi volatili. Altri posti dove è facile osservare gli uccelli è nei pressi delle case diroccate, delle fabbriche abbandonate e di altri luoghi simili… chiaramente mantenendosi sempre alla dovuta distanza dagli edifici pericolanti!

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L’attrezzatura Possedere l’equipaggiamento adatto aumenta le possibilità di raggiungere buoni risultati. Il primo e più importante strumento da procurarsi è certamente il binocolo, un ottimo investimento che dà grosse soddisfazioni. I vari modelli vengono contraddistinti da due numeri: il primo indica quante volte viene ingrandita l’immagine; per l’osservazione degli animali può andare bene un fattore tra 7 e 10 il secondo numero specifica di quanti millimetri è il diametro delle lenti frontali; è vero che più grandi sono queste lenti e migliore è la risoluzione dell’immagine, però andare oltre i 50 mm è sconsigliabile, sia perché il binocolo diventa pesante e poco maneggevole, sia perché poi è necessario sistemarlo su un cavalletto per vedere l’immagine stabile Diciamo quindi che di base si può partire da un 7x35 o da un 8x40, fino ad arrivare al massimo ad un 10x50. Altre caratteristiche che dovrebbe avere un buon binocolo sono: • l’anello per la messa a fuoco in posizione comoda da usare • un rivestimento in gomma antiurti e parapioggia • il trattamento antiriflesso almeno “fully coated” • il campo visivo abbastanza largo • una bassa distanza minima di messa a fuoco Un altro strumento molto utile è la fotocamera, che permette di

immortalare per sempre le riuscite degli appostamenti. Naturalmente è essenziale che sia dotata almeno di zoom ottico, ma per avere risultati migliori è necessario un apparecchio professionale con obiettivi intercambiabili, la cui qualità incide in maniera maggiore di quella della pellicola o del sensore elettronico. Se poi avete intenzione di fotografare anche i soggetti vicini, come i fiori o gli insetti, fate attenzione che sia presente la funzione macro. Siccome poi il flash spaventerebbe sicuramente gli animali, dovete orientarvi su un modello molto sensibile, che possa cioè riprendere con pochi lux di illuminamento. Per ridurre gli ingombri ed essere sempre pronti a scattare, esistono anche dei binocoli con la fotocamera digitale integrata al loro interno. Possono anche essere utili: un coltellino multiuso, una torcia elettrica, un bloc notes, un seggiolino pieghevole, qualcosa contro le zanzare, una o più guide illustrate, la carta topografica della zona e un comodo zainetto tecnico. Tutto dipende comunque dal luogo in cui vi recate e da quanto tempo volete restarci. Alberto Mariano Sezione di Valmadrera Tratto da: “Passaggio a Nord Ovest” (Capitolo sull’Osservazione) 49


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Quattro giorni in Finlandia

o pe ro eu o sm ti au sc di ’ po un e ar ir sp per re

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I quattro colori rappresentano le quattro aree di roverway: io, la società la natura la fratellanza scout….

Roverway è un evento scoutistico internazionale che ha luogo ogni volta in una nazione diversa. È un po’ come il Jamboree, ma ancora più figo perché è per i rover! I giorni in cui svolgerà sono dal 20 al 28 Luglio, mentre il luogo dipende dal tipo di “path” che sceglierete. Durante i primi 4 giorni infatti percorrerete

uno dei 60 percorsi (ce ne sono di tutti i tipi!) che spaziano per tutta la Finlandia! Durante questi giorni vi muoverete in gruppi di circa 50 persone chiamati tribù e che saranno formati da persone di tutta Europa. Alla fine dei path però ci incontreremo tutti a Evo, un luogo stupendo, ricoperto

È

incredibile che a migliaia di chilometri da casa, in posti che non hai mai visto prima, ci siano persone con cui stringi amicizia immediatamente e con cui condividi idee e sogni. Eppure in Finlandia abbiamo incontrato rover da tutta Europa e insieme abbiamo imparato qualcosa di più sul Roverway e abbiamo anche contribuito alla sua progettazione.

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See. Feel. Follow.

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Waiting for Roverway 2012

Vedere. Sentire. Seguire. Questo è il motto che ci accompagnerà

durante Roverway 2012: chi ci seguirà in Finlandia vedrà altre culture e altri tipi di scautismo; quindi sentirà e vivrà in prima persona le avventure che questa Estate Rover internazionale ha da offrire; infine, una volta a casa, seguirà una scelta consapevole frutto dell’esperienza vissuta. Per chi non lo sapesse, Roverway è un campo internazionale per rover europei (e non solo), e si tiene ogni tre anni in un diverso Paese europeo. Nel 2012 toccherà alla Finlandia e coinvolgerà le Compagnie, i singoli rover (come EPI – Evento a Partecipazione Individuale) e gli IST!

Logo ufficiale Roverway Italia

nte aspettative ta e nt ta e le bi le de in a nz ie Un’esper di boschi e circondato da ben tre laghi per vivere quattro giorni tutti insieme tra attività fantastiche (ve lo garantiamo noi, soddisfatti o rimborsati) e serate libere da trascorrere nei cafè a tema per le più svariate passioni. Roverway continuerà però anche quando saremo tornati a casa: durante il campo infatti ogni tribù organizzerà un attività di servizio per il RoverMomentum, che in pieno spirito Rover mira a rendere il mondo un posto migliore.

per Roverway 2012

Speriamo di avervi trasmesso un po’ dell’entusiasmo che abbiamo noi per questo evento così particolare e così rover, per ogni curiosità vi rimandiamo ai siti della Branca R: erre.cngei.it/pagine/roverway.html e a quello di roverway (in inglese): www.roverway.fi Alessandro Cotrufo Compagnia Bushido - Matera Paola Moretti Compagnia della Quercia – Pesaro.

Pe rch é ve nir e? Pe rch é è un a fig ata !

Roverway sarà un’occasione importante per vivereun percorso internazionale… di Servizio: sia a casa che al campo. Si rifletterà sul Servizio; si parlerà di Servizio; si svolgerà Servizio; si vivrà il Servizio e sarà un percorso perché Roverway non inizia e non termina con il campo effettivo, ma inizia con l’iscrizione, si sviluppa per tutto l’anno con il percorso di avvicinamento, raggiunge l’apice durante gli otto giorni in Finlandia e termina con il ritorno dell’esperienza nel proprio gruppo/sezione/città. Roverway si svolgerà dal 20 al 28 luglio 2012 e sarà strutturato secondo tre parti principali: -Path (campo mobile): dal 20 al 24 luglio. Ogni Compagnia sceglierà 3 path cui vorrà partecipare tra una lista di 60 path che girerà la Finlandia; Ogni path è riconducibile a una delle 4 seguenti aree: art & culture, nature, society, challenge. L’organizzazione finlandese assegnerà ad ogni Compagnia uno tra i 3 path individuati, e sulla base di questi formerà le tribe. Durante i path, ci saranno differenti attività, occasioni di conoscenza, confronto e di Servizio. - Camp (campo fisso): dal 24 al 28 luglio ad Evo (a nord di Helsinki). Il camp avrà 4 sottocampi + 1 sottocampo IST. Ci saranno attività nelle valleys, o valli, che avranno come tema la conoscenza di se stessi, degli altri, della società, della natura e del Servizio. Il campo terminerà il 28 luglio con la cerimonia di chiusura. - Il Momentum: da agosto a novembre 2012 nella propria realtà. Abbiamo detto che la novità di questo Roverway sta nel percorso che si sviluppa durante l’anno; una volta di ritorno dal campo, ad ogni Compagnia/Rover verrà chiesto di mettere in pratica il progetto di Servizio pensato prima di Roverway e discusso e quindi arricchito al campo. Questo Servizio attivo rappresenta il ritorno dell’esperienza nella propria realtà, per far sì che il Roverway non resti solo un’esperienza bellissima per chi l’ha vissuta ma coinvolga a casa i rispettivi gruppi, condividendo l’esperienza avuta, con l’obiettivo di migliorare un poco il mondo che ci circonda. Il tutto sarà testimoniato da foto, video, testi; raccolto dai finlandesi; e alla fine rispedito ai partecipanti, per dimostrare come l’effetto pratico del roverismo e del Roverway in tutta Europa. Stiamo lavorando per voi ! Hyvä tie* Nicolò, Furio, Stefano e Sara.

erre.cngei.it/pagine/roverway.html www.roverway.fi roverway2012@cngei.it 52

Pe rch é è un ’es tat e rov er! Pe rch é c’è Ba bb o Na tal e!!

* Buona strada in Finnico.

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E.R. 2011

il taccuino di B. C. 54

furgone a noleggio i luoghi più significativi di una terra stupenda e profondamente segnata dalla guerra come la Bosnia. Questo lungo viaggio, la bellezza di 2660km, procedeva al passo della crescita di ogni rover della compagnia, che si è trovato confrontarsi con una realtà a volte molto diversa e a volte incredibilmente familiare: dalle difficoltà oggettive di comunicazione, al gioco con i bambini, al sudore e alla fatica, al turismo

del proprio essere: dall’aspetto sociale, al servizio, alla riflessione interiore con all’attività spirituale. Questo è ciò che ha fatto la compagnia Ippogrifo in questo campo, ed è ciò che si impegna a fare di nuovo in ogni altro momento di roverismo.

Avete già visitato il nuovo sito di BRANCA ERRE ?

è tutto per voi! notizie, informazioni , attività

http://erre.cngei.it

la Compagnia Ippogrifo si è cimentata in un progetto ambizioso e fortemente voluto per tutto l’anno, il cui risultato ha superato e sconvolto anche le migliori aspettative: un’Estate Rover di servizio all’estero! La destinazione scelta è stata la Bosnia Erzegovina, grazie all’appoggio di una Acli con sede a Milano, IPSIA (www.ipsia.acli.it), la quale ci ha incluso nel suo progetto di cooperazione e volontariato chiamato Terre e Libertà. Dei 13 giorni di campo ne abbiamo passati 6 facendo servizio di animazione per bambini presso la scuola della piccola cittadina di Sapna, nel Cantone di Tuzla, a meno di un’ora dal confine serbo. I restanti giorni li abbiamo passati facendo attività culturale, visitando al ritmo del nostro

responsabile, fino all’aspetto più intimo di trovarsi a condividere con i propri compagni rover lo stesso marciapiede sul quale una generazione di vicini di casa si è fatta la guerra per 6 anni, per via di un cognome o di una religione diversa. Vivere le realtà, vicine e lontane, a tutti i livelli

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Nell’Estate 2011

Compagnia Ippogrifo Bologna 1 ER 2011 Bosnia Erzegovina. Campo di servizio: Sapn a. Campo culturale: Bihac, Tuzla, Srebreni ca, Sarajevo, Mostar, Triest e.

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l’orlo del mondo

International Peace Camp

Jeddah - Arabia Saudita

Ciao a tutti, Ormai credo che ci siamo abituati ad esplorare il mondo arabo attrave rso la rubrica dell’Internazionale, no? Bene! Lo scorso Settembre Saudi Arabia n Scouts Association presentava: 2nd International Peace Camp 21 - 29 Settembre 2011, Jeddah - Ara bia Saudita Si è trattato dell’incontro che l’as sociazione scout dell’Arabia Sau dita organizza in quanto Peace Ambassador di Wosm (ambasciatori di pace). Alc uni dei nostri senior sono stati i nostri ambasciat ori. Giovani di vari paesi hanno parlato di temi che li riguardano da vicino, tra i quali: l’impegno sociale, la condivisione di valori, la creazione di valore gra zie allo scautismo. Migliorare la consapevolezz a dei valori e dei principi che car atterizzano il genere umano, compresi la pace e la tolleranza, costruire amicizia e fratellanza tra giovani provenienti da paesi dive rsi, incoraggiare il dialogo sui pro blemi che ci circondano e come operare un cam biamento, ancora, stimolare la com prensione reciproca affinché possa spargersi la cultura della pace, sono stati i punti importanti e portati avanti prima di tutt o interessandosi alla cultura del pae se che si visita. L’associazione saudita ha insistito molto sulla nostra partec ipazione, e noi abbiamo raccolto con gioia l’invito perché, mai come in questo per iodo storico, molti eventi si stanno svolgendo nella Regione Araba. Jeddah è la seconda città Saudita per importanza e per antichità, infa tti è considerata tra le città più antiche del mo ndo. Durante i nove giorni effettiv i di campo, c’è stata la possibilità di visitare la Kin g Abdullah University for Science and Technology (KAUST) che è la prima uni versità internazionale al mondo che ospita studenti dalle varie provenienze geo grafiche. L’università è il fiore all’ occ hiello per la ricerca sull’ambiente, l’agricoltur a e l’energia. Sono stati presenti tanti membri onorari di WOSM tra i quali il Re di Svezia ed i membri del Comitat o Mondiale. C’è stata la posibilità di visitare sot tocampi situati in città limitrofe e l’occasione di vedere in prima persona come lo scautismo affronta i problemi del le comunità nelle quali è immerso.

Messaggeri di Pace Salam Alaykum amici e fratelli scout!

Siamo qui per raccontarvi della nostra ultima esperienza internazionale in quel dell’Arabia Saudita! Ebbene, il Jamboree in Svezia non è stato l’unico evento internazionale svoltosi l’anno scorso. Circa duecento scout da tutto il mondo si sono ritrovati a Jeddah per partecipare al secondo campo internazionale del progetto “Messenger of Peace” di WOSM! L’obbiettivo del campo, come lascia intendere il nome, era quello di preparare giovani scout (dai 18 ai 25 anni) ad essere dei portatori di pace all’interno delle proprie realtà, tutto questo attraverso attività di scambio culturale e di dialogo! Durante

il campo questi momenti (che andavano dai momenti spirituali e giochi volti allo scambio di idee alla attività sportive e pioneristiche in spiaggia) venivano intervallate con visite alle affascinanti città arabe del luogo. Non sono mancati quindi i momenti di confronto diretto con altre culture: pensate infatti che erano presenti rappresentati da più di 60 paesi diversi! Senza contare la presenza di numerosi scout Sauditi che hanno partecipato come aiuto alle attività o come guide durante le visite. Insomma, un’esperienza che ci ha visti coinvolti in prima persona in uno scenario non usale e spesso poco conosciuto; al momento della partenza infatti eravamo ansiosi di capire come e cosa facessero gli scout dell’Arabia Saudita,

Buona Lettura Ilaria 56

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l’orlo del mondo

l’orlo del mondo

ma in poco tempo abbiamo compreso le differenze ma soprattutto gli aspetti che ci accomunano come scout del mondo! È stato utile poi confrontarsi con gli scout di altre nazioni sia attraverso i momenti organizzati (ad esempio durante la giornata internazionale nella quale ogni rappresentanza preparava uno stand in cui esponeva del materiale per descrivere le proprie tradizioni ma soprattutto offrire ricchi assaggi di cibi tipici. Noi ovviamente abbiamo portato a nostra volta adeguate leccornie… vi lascio immaginare il risultato!) ma anche durante i momenti liberi e le escursioni, che ci hanno permesso di legare in maniera fortissima con i ragazzi di tutto il mondo. Durante le visite esterne abbiamo anche avuto la possibilità di visitare la KAUST University, ovvero una delle più rino58

mate e avanzate università scientifiche del mondo; pensate che al suo interno oltre ai locali per l’insegnamento, vi si trova una vera e propria città dedicata agli studenti e al personale dell’università, a cui vengono messe a disposizione delle case in stile americano ed ogni tipo di servizio (piscine, campi sportivi, biblioteche, spiaggia,

cinema ecc.). Ma purtroppo durante questi giorni abbiamo visto anche alcuni aspetti che non ci sono piaciuti e che giustamente dobbiamo riportare: l’utilizzo intenso di macchine e l’assenza di trasporti pubblici o treni, rende l’aria nelle città (assieme alle temperature che superavano i 40 gradi!) non respirabile, così come la mancanza di adeguate misure per il riciclaggio e la raccolta dei rifiuti ha in molti casi rovinato degli splendidi paesaggi naturali nonché le stesse città. Insomma, l’esperienza in questione ci ha fatto anche riflettere su questi aspetti che per gli scout non possono passare inosservati! Nei momenti precedenti alla partenza, come succede spesso, eravamo tutti molti tristi di dover lasciare il campo, ma gli intesi momenti di “badge trading” ci hanno consentito di portare a casa un “pezzo” di ognuno dei partecipanti con noi! Difatti il nostro percorso non si è concluso in Arabia Saudita, ma continuerà attraverso le attività che svolgeranno all’interno dei nostri gruppi e chissà, magari anche un

giorno sarete voi i prossimi Messengers of Peace!

Be prepared! Andrea, Edoardo, Luca

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