L'Italia SottoSopra

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CAPITOLO 2 PIMPIRULIN PIANGEVA

Zoom lA povertà del rAgIoNIere “La povertà indotta dalla crisi, le forme contemporanee di quella che Ermanno Gorrieri definiva la “povertà del ragioniere”, di chi deve restringere il proprio orizzonte di aspirazioni e di consumi, si innestano a Napoli su uno zoccolo duro di povertà familiare, spesso intergenerazionale, che se da un lato attenua il senso di vergogna connesso al sentirsi poveri, dall’altro riduce le opportunità di uscita dalla condizione di povertà per tutti”.****** le cIcAtrIcI dellA povertà “L’impatto della povertà sulle capacità del nostro intelletto è particolarmente nefasto durante l’infanzia. Molti studi di psicologia dell’età evolutiva e di economia hanno già da tempo segnalato che, a partire dal secondo anno di età, il contesto socioeconomico all’interno del quale si cresce condiziona in modo significativo la gamma e il tipo di opportunità di cui i bambini dispongono e aumentano il rischio di restare indietro dal punto di vista intellettivo… La povertà produce cicatrici precoci nello sviluppo cognitivo, che rischiano di rimanere visibili per tutta la vita… (. . .) La risposta non può che essere una lotta collettiva senza quartiere alla povertà e all’esclusione sociale, soprattutto quella fra i minori”.*******

altri paesi, anche da noi chi ha un basso titolo di studio fatica di più a trovare un lavoro. Secondo l’Istat nel 2012 le famiglie con a capo una persona ferma alla licenza media inferiore hanno conosciuto un incremento della povertà pari al 3,1%. L’indagine sui Bilanci delle famiglie italiane promossa dalla Banca d’Italia mostrava nel 2010 un’altissima incidenza di povertà relativa tra le famiglie con minori guidate da una persona senza titolo di studio o con la sola licenza elementare (64,9%)10. 4) La cittadinanza straniera: in tutti i paesi europei, i bambini nati all’interno di famiglie straniere sono più esposti al rischio povertà. Non a caso questa tipologia familiare mette insieme tutti i principali fattori alla base del fenomeno: nuclei familiari numerosi (le donne immigrate confermano una maggiore propensione ad avere figli), con una bassa partecipazione al MINORI IN POVERTÀ ASSOLUTA (%) PER mondo del lavoro, un’alta CLASSI DI ETÀ - ANNO 2012 presenza di famiglie disoccupate o sostenute da un unico stipendio, e in 14.7 genere con bassi livelli di 4.9 Da 14 a 17 anni capacità linguistica. 8.0 10.1 Secondo l’indagine della Banca d’Italia sui Bilanci delle famiglie italiane, nel 15.5 2010 ben il 58,4% dei 9.3 Da 7 a 13 anni bambini di cittadinanza 8.1 straniera risultava povero 11.1 (tre volte il valore registrato al tempo tra gli italiani), 12.9 con un incremento di 20 9.9 punti percentuali rispetto Da 4 a 6 anni 10.0 al 200611. 11.0 5) Le famiglie giovani: un numero crescente di bambini in povertà 10.0 assoluta ha genitori 7.7 Fino a 3 anni 7.5 giovani. Nel 2012 le 8.4 famiglie in questa condizione con a capo una persona sotto i 35 anni Mezzogiorno Centro Nord Italia sono aumentate anch’esse Anno 2012. Fonte: Istat

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Save the Children, Il Paese di Pollicino, maggio 2012. L’elaborazione è stata realizzata per Save the Children da Monica Montella e Franco Mostacci sulla serie storica degli archivi dell’indagine campionaria sui bilanci delle famiglie. A differenza dell’Istat, la Banca d’Italia misura la povertà come carenza del reddito: si considera un individuo povero (in senso relativo) se appartiene ad un nucleo familiare il cui reddito equivalente è inferiore alla metà della mediana. 11 Save the Children, Il Paese di Pollicino, cit. ****** Morlicchio E., Mormiroli A., Poveri a chi?, Edizioni Gruppo Abele, 2013. ******* Ferrera M., I bambini nella trappola della povertà, Il Corriere della Sera, 8 settembre 2013.


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