PRELUDIO RAP SI SCRIVE SCHIAVITÙ SI LEGGE LIBERTÀ
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Emis Killa, Il mondo dei grandi, 2012 18 Fabri Fibra, Sabbie mobili, 2011 19 Emis Killa, La mia provincia… 20 Marracash, In faccia, 2011 21 Percorso di consultazione partecipato su povertà minorile, giugno-settembre 2013, Napoli.
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“Stanco di attingere da una cassa vuota - continua Geimitaz - di spingere ma di volare sempre a bassa quota/ e se c’è un limite per noi è perché ce l’avete messo/ ma io provo a emergè lo stesso!”. “Non devo dire grazie a nessuno,/ nella vita cammino da solo – rappa Emis Killa - finora i miei passi li ho fatti uno ad uno,/ e ora sono più grande di loro,/ ma il mondo è più grande di me, più grande di te”17. In fondo, “se ci credi, se lavori sodo, se lotti con i denti per quello in cui credi - scrive Clementino - si può fare”. Il segreto, affermano in coro i campioni dell’hip hop, è bastare a se stessi, credere nelle proprie idee e nel proprio talento, perché tanto ormai negli “altri”, e nei tradizionali percorsi di crescita, non si può più fare affidamento. “È follia stare qua nel miraggio/ Che basti essere capaci / Quanti ne ho visti scavalcarmi/ Rampolli Rapaci / Raccomandati / … Io della scuola ricordo un ficus/ Cioè la pianta che aveva il preside in ufficio/ Vale più un mio testo letto in diretta da Linus18. Tra flash back di fallimenti scolastici - “A scuola andava tutto di m. e me ne fregavo/ salutavo mamma con la cartella e poi non andavo” 19 - e una sfiducia generalizzata nei confronti dei titoli di studio – Non è che se non sei chiuso in gabbia sei libero/ Non è che con la laurea non fai un lavoro di m.20 – la rivolta rap liquida senza attenuanti tutte le istituzioni preposte alla formazione e contribuisce a propagare il luogo comune devastante che studiare non serva a niente. “Non mi avrebbe mai dato una vita diversa da quella di mio padre”. Sarebbe facile a questo punto prendersela con i testi politicamente scorretti, a volte inutilmente scurrili e machisti, dei nostri rapper. Ma è molto più interessante guardare la luna storta dei nostri ragazzi piuttosto che il dito che la indica. Basta farsi un giro nei tanti quartieri del disagio metropolitano per comprendere quanto possa essere difficile per un ragazzo tornare a credere alla funzione preziosa e insostituibile di volano sociale della scuola. Lo testimonia un laboratorio di consultazione sulla povertà promosso da Save the Children a Napoli nel 2013, realizzato con la partecipazione di alcuni adolescenti tra i 13 e 15 anni provenienti da Soccavo e dai Quartieri Spagnoli21. Dice Enzo, 15 anni: “Anche i figli dei politici e i loro nipoti saranno ricchi perché già c’hanno la strada facile mentre noi, visto che le nostre famiglie sono povere, siamo poveri pure noi!” “Mio padre dice che andare a scuola è come buttare i soldi che servono per le divise e per i libri”, afferma Giuseppe (14). “Pensavo che la scuola fosse una cosa bella, che era pulita, invece è sporca”, dice Alessandro, (14). “La scuola è un diritto – gli fa eco Antonio (14) - ma non fino in fondo… perché mancano le attrezzature, non c’è manutenzione e le aule sono piccole e sporche”. Per questi ragazzi povertà è non avere una casa (Luigi, 15), assenza di lavoro
per ogni città come QueSta Qua ti toglie le opportunità che ti Sei cercato. me Dicono "nun te lamentà"ma in QueSta realtà io"nun ce la faccio più"e Dicono che anDrà bene ma niente Qua anDrà bene, lo So [fratèè] perciò Dovremo cantà inSieme che in QueSta realtà "nun ce la faccio più". [yeee]fratè io a Dio nun ci creDo perciò un futuro meglio a chi lo chieDo [a chi?] chi prego? (…) Sono Stanco Di attingere Da una caSSa vuota Di Spingere ma Di volare Sempre a baSSa Quota e Se c'è un limite per noi è perché ce l'avete meSSo ma io provo a emerg è lo SteSSo! geimitaz
nel Quartiere ci venDevano i Sogni a più buon mercato! e' Difficile non farSi tentare QuanDo veDi i tuoi amici fare con Due Strette Di mano Quello che fa tuo paDre, SentirSi granDe QuanDo Sei in gruppo, DiSeguaglianze che ci renDono DiSpoSti a tutto! Due monDi che Dovrebbero Stare DiStanti,Quello Dei piccoli, Quello Dei granDi. miSchiarli cauSa i peggiori Danni nei migliori anni, renDe piccole vittime granDi baStarDi! emis killa