BURANO - L'isola del merletto

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Burano sorge nella Laguna Veneta settentrionale, 11 Km a nordest di Murano, a cui è collegata tramite il percorso navigabile canale Bisatto − canale Carbonera − scomenzera San Giacomo: il tragitto con il battello di linea dura circa 45 minuti. Burano conta circa 3000 abitanti e gode di un clima mite e salubre grazie alla buona ventilazione che allontanava la malaria.




Secondo la tradizone Burano fu fondata dagli abitanti della città romana di Altino rifugiatisi in laguna per sfuggire alle invasioni barbariche di Unni e Longobardi del VI sec. Inizialmente cositrutita su palafitte di canne e fango, le case furono costruite in mattoni solo dall’anno Mille. Nonostante la forte influenza di Venezia, il comune rimase autonomo fino al 1923.


Storica isola di pescatori, sebbene la pratica sia diminuita notevolemente negli anni, le sue tracce sono ancora fortemente presenti nelle caratteristiche case colorate di Burano, che aiutavano i pescatori a ritrovare la strada del ritorno nella nebbia.


Tra tutte è inconfondibile quella di Bepi Suà, da lui decorata con motivi geometrici. Sembra inoltre, che l’antica tradizione del merletto buranello − ancora oggi tra i più rinomati al mondo − derivi proprio dalle origini marinescche dell’isola.


Diverse sono le leggende legate a questa tradizione nata probabilmente prima del 1400. Una delle più famose narra di un antico pescatore promesso sposo che, durante una delle sue uscite in mare verso l’oriente, venne avvicinato dalle sirene, che lo tentarono con il loro fatale canto.


L’uomo però riuscì a resistere ai loro incanti e le sirene riferirono alla regina il fatto straordinario. Questa, rimasta affascinata dalla fedeltà di costui, decise di fargli un dono. Con la coda, la sirena colpì il fianco della barca del giovane, e dalla schiuma creatasi dal movimento dell’acqua, formò il velo nuziale per la giovane sposa.




Arrivato il giorno delle nozze, il ragazzo consegnò il dono alla sua fidanzata, la quale fu ammirata ed invidiata da tutte le giovani dell’isola. Queste, nel tentativo di imitare quello stupendo velo fatto di spuma, e nella speranza di riuscire a creare un ricamo ancora più bello per il loro abito da sposa, cominciarono subito a creare merletti con ago e filo sempre più sottile.

La tecnica che caratterizzò la scuola del merletto di Venezia e di Burano fu il punto in aria, eseguito con l’utilizzo di solo ago e filo, senza alcun supporto. Nei secoli si utilizzarono vari punti, alcuni di essi inventati proprio dalle merlettaie buranelle. Fra di essi, si ricordano il punto Venezia (così chiamato perché ricorda i ponti della città) e il punto Burano (rete eseguita con filo sottilissimo, che ricorda appunto le reti dei pescatori dell’isola), ma ne esistono molti altri.



Per lavorare al merletto si fa uso di due strumenti. Come supporto si usa il tombolo buranello, un cuscino di forma cilindrica su cui viene fissato, con degli spilli, il foglio con il disegno del merletto. Per muovere i fili invece, si utilizzano coppie di bastoncini detti fuselli, attorno ai quali viene arrotolato il filo necessario alla lavorazione. I fuselli usati nelle realizzazioni più complesse possono essere anche un centinaio, mentre per quelle più semplici bastano poche coppie, ma ciò dipende anche dalla tecnica.




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