Le lettere meridionali

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APPENDICE

(Aggiunta da Zenone di Elea – 16 Agosto 2013)

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e da un altro che aprano uno sbocco naturale e proprio agli scolari degl'Istituti tecnici, i quali temono sempre di poter essere un giorno o l altro respinti dalle Università. Forse qualche volta si corre troppo a creare scuole superiori, quando mancano ancora i professori e gli scolari da ciò; ma qualclp volta, anche se necessarie, si grida a torto che il Ministero di Agricoltura lo fa per trasformarsi in un secondo Ministero dell'Istruzione o, come alcuni dicono, della piccola Istruzione. Si chiede che gli alunni degl'Istituti possano entrare nei Politecnici, senza passare per le Università, e la Pubblica Istruzione si oppone fieramente, perché le sue Facoltà matematiche resterebbero allora senza scolari. E così lottano le due burocrazie. Da un altro lato l'Istituto tecnico rende immagine di questa lotta, ponendosi, direi quasi, in guerra con se stesso, perché esso non è una scuola, ma l'impasto di scuole diverse, che cercano fini diversissimi, e qualche volta opposti. E le passioni, mescolandosi sempre in ciò, vengono ad impedire o a rendere inefficaci le riforme più utili. Ma quale è dunque il rimedio? La prima e più utile riforma consiste nel dividere le cose che assolutamente non possono stare bene insieme, e mettere ciascuna al suo posto. Un Istituto tecnico compiuto è oggi una scuola di cultura generale, ed è una scuola pratica e speciale nello stesso tempo. Bisogna dividerlo in due scuole, una delle quali deve essere un vero e proprio Liceo, nel quale al greco e latine si sostituiscano le lingue moderne, e si dia un più largo svolgimento alle scienze fisicomatematiche; l'altra deve essere una vera scuola pratica e speciale per chi non vuole andare all'Università o al Politecnico. Alcuni Istituti non sono interi, ed hanno quasi esclusivamente la sezione generale, o solo le sezioni speciali; la trasformazione in questi casi è assai più agevole, perché indicata dal carattere che vi predomina e dagli alunni che li frequentano. Nei nuovi Licei, che a differenza dei classici chiamerò scientifici, e nei quali si trasformerebbe la massima parte dei nostri Istituti tecnici, non vi dovrebbe essere nulla di speciale, di pratico, d'industriale.

http://www.eleaml.org – Agosto 2013


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