2009 A mani libere

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Antonino Neri (una storia inventata)

Immolare la vita per la giustizia

Un giorno una giovane ragazza di nome Elisa, decise insieme al padre di realizzare il suo sogno: aprire un negozio di profumeria nella zona di Locri. All’inizio gli affari non andavano bene, ma dopo molti sacrifici riuscì a produrre un discreto reddito. La vendita cresceva di giorno in giorno e il negozio era sempre più affollato. Una sera, mentre Elisa tornava a casa, al padre arriva una telefonata: l’interlocutore chiedeva una grossa cifra mensile per dare loro protezione. Il padre, preso dal panico, decise di incontrare lo sconosciuto per salvaguardare i suoi affari, la propria vita e quella di sua figlia. L’incontro avvenne con un uomo distinto che si presentò come “picciotto”: era stato mandato dal suo capo, uomo d’onore del paese, per dar loro protezione in cambio del 20% del guadagno mensile. Il padre, preso dalla paura di veder svanire il sogno della propria figlia e per non mettere a repentaglio le proprie vite, accettò ma non disse nulla a Elisa. I mesi passavano e l’uomo continuava a pagare, trovandosi in difficoltà perché la percentuale aumentava e il ricavato non bastava per mandare avanti l’attività. Con il tempo la figlia iniziò a insospettirsi degli strani atteggiamenti del padre e del poco guadagno, così iniziò le proprie indagini per chiarire i propri dubbi. Le sue ricerche le fecero scoprire che l’uomo era finito nel “racket” della malavita. Dentro di lei iniziò a crescere un senso d’ingiustizia, d’impotenza. E vedeva sfumare a poco a poco il proprio futuro che fino a quel momento era una certezza. Non riuscendo ad accettare questa realtà chiese aiuto a un suo amico poliziotto, e unendo le forze si organizzarono per capire chi, oltre a loro, era caduto nel giro della malavita. Insieme costruirono un’organizzazione anti-crimine coinvolgendo gli altri commercianti che pagavano da tanto tempo il “pizzo”. La loro ribellione fece innervosire il capo del paese il quale mandò degli avvertimenti: fece trovare delle taniche di benzina davanti ai negozi e in seguito fece sparare alle sara-

cinesche degli esercizi commerciali. I commercianti impauriti ritornarono in primo momento sui loro passi, acconsentendo al pagamento. Il padre di Elisa decise di esporsi in prima persona attraverso un discorso che animò la coscienza di tutti e portò verso un nuovo cammino: la “GIUSTIZIA”. Questo affronto fatto alla ndrangheta costò tantissimo all’uomo, che pagò con la propria vita. Questa morte non fu vana perché tutti insieme decisero di vendicare l’uomo attraverso la denuncia del racket. Denuncia che portò all’arresto del capo ndrangheta e dei suoi uomini. L’unione cambiò le sorti del paese.

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