Nella mia testa - Sarah Cuomo

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Nella mia testa

Sarah Cuomo

NABA, Graphic Design & Art Direction

AA 2023-2024 - 1B

Corso di Computer Graphic

Docente Claudia Pace

oggi, 11 agosto 2023

Non mi da tregua. Io non riesco a darmi tregua. Ancora una volta mi ritrovo qui, sul pavimento freddo del mio bagno, dopo aver avuto un attacco di panico. Nascosta da tutto e tutti, mi libero delle preoccupazioni, o almeno ci provo. Provo a pensare a domani, al cambiamento che porterà la notte, ma non ci credo più di tanto.

Settembre rappresenta il mese degli inizi, il nuovo gennaio ma anticipato, per me vuol dire una sola cosa: nuove spese da affrontare. Se ripenso al passato, mi ricordo come una donna solare e ottimista, mi brillavano gli occhi solo a guardare mio marito e i miei figli. Le preoccupazioni mi accompagnano ormai quotidianamente, mi inghiottono trascinandomi sul fondo, respiro dopo respiro con la paura costante di non farcela.

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= spese
nuovo nuove inizio

stress angoscia paranoia soldi io

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oggi, 11 settembre 2023

Il sole splende, emana tutta la luce che trattengo io, più di quanto in realtà pensassi. Oggi mi sento più vuota, è il primo giorno di scuola dei miei bambini, la prima elementare rappresenta un grande cambiamento e punto di crescita per loro. Per me, invece, è un buco nero, uno svuota tasche continuo che non frena le mie ansie, né tanto meno le tranquillizza. La mia tensione è palpabile, sento che si sta dilatando ma non voglio che intorno a me lo sappiano. Il mio primo pensiero stamattina, si è concentrato sulle mie gambe, tremavano tutte. Alla vista di Luca con il suo piccolo zainetto a coprigli la schiena, ho abbozzato un sorrisino; pensare che sta diventando grande mi ha acceso il cuore per un millesimo di secondo. Mi sono sentita viva. Ecco, vorrei sentirmi sempre così. Sentire veramente ciò che succede a me e a ciò che mi sta intorno. Oltre a vedere le emozioni degli altri, sentirle e farle mie,

me lo merito, no?

Anche Sofia mi ha suscitato la medesima reazione. Ha gli occhi colmi di gioia, non aspetta altro che sedersi a quel banchettino ed iniziare il suo percorso. Le è sempre piaciuto imparare, a partire dalle piccole cose, e adesso si troverà un lungo percorso davanti che, so per certo, la emozionerà fin da subito.

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Per entrambi ho preparato una merenda, un piccolo gesto d’amore per ricordargli che la loro mamma è sempre con loro. Una banana tagliata a rondelle per Luca e delle fragoline a Sofia, con una bustina di zucchero da aggiungere a parte, a lei piace mangiarle così. Il necessario per non metterli in imbarazzo al momento del pasto, non voglio che, già ad un’età così precoce, scoprano cosa vuol dire dover fare i conti in tasca, per lo più davanti ad altre persone. La schiscetta milanese mi è sembrata una valida alternativa, sotto tutti i punti di vista.

E se non riesco a coprire per intero le spese?

Luca e Sofia, così innocenti, rimarrebbero indietro con il materiale, con i lavori assegnati e di conseguenza con i propri compagni. I bambini non sono sempre gentili nei confronti di chi, anche se di poco, è diverso, in qualsiasi cosa. L’idea che possano essere messi da parte per causa mia non tranquillizza affatto la situazione. Ho bisogno che il percorso scolastico non sia frastagliato come lo è adesso la mia mente.

È tutta la mattina che faccio il possibile per mantenere calma e sorriso, i miei problemi non devono e

non possono

pesare sui miei bambini, soprattutto in un giorno così speciale per loro. Tutto deve andare per il meglio. A tratti sento le lacrime minacciare di uscire. I miei pensieri fanno rotta verso un percorso che è per niente positivo.

Mentre giro la chiave nella serratura del nostro piccolo appartamento, mi lascio alle spalle la porta tanto come la tensione, mi libero psicologicamente dal buio che ho dentro, anche se questo vuol dire che mi pervaderà una volta tornata.

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oggi, 1 ottobre 2023

Anche questo mese non riesco ad evitarmi l’umiliazione con il proprietario della nostra casa in affitto. I lavori extra non sono serviti a nulla, o almeno non come speravo.

“Buonasera signor Luca, purtroppo questo mese ho dovuto affrontare delle cure mediche e non le riesco a saldare l’intero importo di questo mese, è un problema per lei? Mi sento mortificata.”

Grandissima bugia, ma bugia bianca; le cure mediche le avrei avute veramente, ma ho preferito comprare quella giacca che tanto piaceva a mio figlio. Non sa che ho chiamato tutti i negozi della città per avere il migliore prezzo, ma lui è contento così. E adesso si pensa a saldare il mese prossimo. Vorrei ripetere a me stessa che è la prima volta, o che sarà l’ultima, può succedere un inconveniente duramente il mese, ma è una vita che ci sono inconvenienti.

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Mi sento impotente, in trappolata in questo loop che mi consuma giorno dopo giorno. Sono bloccata nei miei pensieri, incapace di vivere in serenità il presente. Impotente perché effettivamente non ho potere, comanda la mia immagine e ciò che pensa chi mi circonda.

Il mio aspetto urla ma io, dentro, ho il resto dell’

a alfabeto

La facciata esterna del nostro palazzo, ciò che viene visto della nostra famiglia ha un’idea chiara e precisa: unita, forte e vincente. In realtà, il dolore che ho dentro si dilata sempre di più, divide il mio cuore e la mia vita in due parti separate, come due rette parallele che non sono destinate a toccarsi.

“Mammaa!!! Vienii!!!”
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importo non disponibile per il prelievo.

oggi, 9 ottobre 2023

Tre o due? Due o tre? O addirittura dovrei pensare direttamente ad una confezione di assorbenti? Oggi sono in sconto e li pagherei meno del solito, ma il mio pensiero va ai miei bambini ed al loro bisogno di una confezione di latte o di biscotti per fare colazione la mattina. Forse meglio andare nella corsia successiva e guardare oltre, sicuramente troverò un rimedio per me.

Con una mano reggo il carrello della spesa con un paio di prodotti, con l’altra accartoccio e stringo un pezzettino di carta con su scritto a matita alcune delle cose che mancano a casa. La lista della spesa di oggi, come per tutti gli altri giorni, è un compromesso tra le vere necessità e il budget predefinito. Man mano sto valutando se effettivamente comprerò ciò che ho con cura scritto, non tutti sono a prezzi convenienti da poterli acquistare. Tra le corsie, sento pesanti i miei passi che avanzano, è come se avessi gli occhi di tutti addosso ad aspettare un mio passo falso, un errore che faccia intendere il fardello che ho dentro.

Appena entrata al discount, sono stata accolta dal vociare degli altri acquirenti e dal suono assordante delle casse, un luogo così movimentato che vibra di energia ma per me rappresenta un campo di battaglia, dove ogni scelta pesa sulle mie minute spalle.

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Nel portafogli ho due banconote da €10 e qualche centesimo. Ogni articolo è ben valutato, scruto per ore scaffali e cartellini prezzati per scegliere ciò che mi farà tornare a casa con più contanti, più possibilità di acquisto per i bambini. Mentalmente mi sto appuntando tutto, il totale al momento è di €9,57.

carne uova burro

latte pomodori

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oggi, 26 novembre 2023

Ogni tanto mi chiedo se il mio dolore si percepisce nei miei occhi, se si nasconde dietro il mio sguardo vuoto. Capire se ciò che ho di rotto e spezzato dentro si intravede al di sotto della mia pelle.

E se si dovesse vedere?

Perché nessuno non mi dice nulla? Perché nessuno mi accoglie tra le sue braccia?

Io conosco a memoria le mie braccia.

Vorrei esplorare nuove opportunità e riscoprire la bellezza della vita, continuare ad avere la speranza. Passeggiare al parco, con il vento che mi scosta i capelli dal viso e la manina dei miei figli con me.

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oggi, 14 dicembre 2023

È una serata buia e piovosa, il tipo di notte in cui il cielo sembra piangere in sincrono con me.

Ironico.

Sono sul balconcino, accovacciata in un angolo nascosta nell’ombra della notte, mentre la pioggia mi cade leggera intorno. Con le mani tremanti, forse non tanto per il freddo, estraggo una delle ultime sigarette dal mio pacchetto malconcio, ed un accendino. Sempre lo stesso. I miei occhi stanchi fissano per qualche secondo la fiamma prodotta, la spengo con un leggero soffio e mi porto la tranquillità alla bocca.

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Mentre assimilo tutto il fumo, rifletto alle nuvole che creo. Mi ritrovo involontariamente a pensare alla leggerezza, quella che tanto invidio, che si alza lentamente verso il cielo grigio. Incapace di stare ferma ed in silenzio con i miei pensieri. Da qua giù, sdraiata sul pavimento umido del cortile della palazzina, mi sento così piccola ed insignificante. Il cielo mi è lontano, tanto da sembrare più distante di quanto non lo è già. Le nuvole grigie si mescolano alla mia nicotina.

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Piego la testa all’indietro, apro le braccia e distendo le gambe. Mi libero, o almeno tento, di ogni pensiero, lascio che si dissolvano lontano da me, provo e cerco di godermi la piccola pace che mi sono costruita. Vagano, si mischiano e si intrecciano, li vedo come si contraggono tra loro, a vicenda, come a creare un groviglio di nodi, una tempesta che si mescola in un unico vortice.

Questo lo sento come una rovina, non mi piace abbassarmi a questi livelli, al fumo, ma allo stesso tempo, ho bisogno che i miei pensieri vaghino leggeri. Ho trascorso la giornata a contare ogni centesimo, a salvare la fragilità della famiglia. Ho passato metà della mia giornata a contare ed archiviare, talmente tanto tempo che, per un momento, tutti i fogli sembravano minacciarmi, sussurrarmi preoccupazione e paura.

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oggi, 22 dicembre 2023

È mattino presto, oggi è la giornata del doppio turno. Da ormai qualche mese, affianco il mio lavoro di segretaria part-time in un ufficio immobiliare con il lavoro di cameriera; il ristorante quotato del quartiere mi chiama in base al flusso di clienti per la giornata. Ieri sera mi hanno chiesto se fossi disponibile per la giornata, ho colto l’opportunità della doppia entrata e ho deciso che oggi sarebbe andata così. Dopotutto, una mattina intera passata in un ufficio sola mi stanca mentalmente, pensare che il pomeriggio consumerò tutte le energie mi fa sentire… viva?

Indossato il mio lungo cappotto e la sciarpa morbida che mi avvolge il collo, chiudo la porta di casa e mi incammino verso le scale della palazzina. La direzione è la metropolitana milanese, fermata Lotto Fiera Milano City, per un viaggio di circa 25 minuti che mi porterà davanti al mio ufficio. Oggi la giornata sembra frenetica non solo per me, ma anche per chi mi sta intorno. Il traffico aumenta a dismisura ed i clacson coprono ogni tipo di suono della vita urbana. Arrivato il mio treno, dopo solo due minuti di attesa, salgo a bordo del vagone fermo davanti a me alla ricerca di un posto libero tra la folla di passeggeri mattutini frettolosi.

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Una volta preso posto, chiudo rapidamente gli occhi per sintonizzarmi con ciò che la mia playlist Spotify mi propone; una volta riaperti mi focalizzo ad osservare il flusso incessante di volti sconosciuti che mi circondano. Ci sono persone di ogni tipo: adulti indaffarati con i propri portatili, studenti intenti a studiare gli ultimi appunti di fretta, anziani che leggono a fatica il giornale del giorno. Ogni persona davanti a me ha la propria storia da raccontare, e questo mi stupisce sempre. Cosa pensa la gente quando mi guarda?

Qualcuno mi guarda?

Il suono monotono delle ruote che scorrono sui binari riempie l’aria, accompagnato dal mormorio dei passeggeri. Mentre la metro si dirige verso la mia destinazione, decido che è il momento di farmi cullare dal movimento a scatti del treno, abbandonandomi a questa sorta di ritmo costante. Una volta arrivata, salgo le scale che mi portano all’esterno. Come sempre, noto quel radicale cambiamento del paesaggio intorno a me: come un in un attimo sono passata da essere in un quartiere urbano ad una zona colma di grattacieli imponenti e strade affollate.

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La mia mente è come un cielo notturno, avvolto in un velo di oscurità con chiazze di stelle a donare luce. La quiete è apparente: dentro di me mi abbandono alle riflessioni più profonde, mentre i miei pensieri, come astri luminosi, brillano nel buio più totale del mio cervello. Le mie crepe interiori filtrano frasi mai pronunciate, segreti tenuti scrupolosamente al riparo dagli sguardi esterni. Ripenso a tutte le volte che ho provato ad esprimermi, esporre ciò che pensavo, frasi non dette che rimangono impresse nella mia mente, come bloccate al centro che intralciano quello di altro che c’è di positivo in me. Rappresentano delle piccole scintille brevi, per poi svanire nell’oscurità. Emozioni non dette che danzano chissà dove. Cercando di lasciare chissà cosa.

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Non capisco mai perchè tutto ciò deve succedere. Non appena riesco ad essere in pari con le spese, arriva la solita cattiva notizia.

Va bene.

...

Non riesco a capire.

Sia oggi che domani non riesco ad essere presenti causa motivi lavorativi.

Al supermercato non ho preso il pane, ci puoi pensare tu?

Anche oggi non ho comprato quello che le maestre hanno chiesto a Luca e Sofia.

Oggi è il giorno del doppio turno.

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Riescieresti a diminuire la spesa per la settimana?

Forse l’ideale sarebbe annullare, non trovi?

Ti va se cambiamo il programma e andiamo al parco anzichè il cinema?

Se per te non rappresenta un problema, ti chiederei di posticipare al mese prossimo.

Mi sai consigliare una cartoleria economica per il materiale scolastico?

Soldi.

Sei disponibile a darmi una mano domani?

Preferirei rimandare alla settimana prossima.

Mi ha scritto il proprietario di casa per la rate di questo mese, tu hai un’idea?

Nel caso non riuscissi, è un problema per te?

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co mi sos

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sa tiene?

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