Rovine contemporanee

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sopravvissuto al proprio uso), spezzando lʼasfalto dellʼidealismo con il martello pneumatico del realismo e nellʼaccettare qualunque cosa cresca al suo posto.” Così Rem Koolhaas legge il terzo paesaggio e ri-significa i luoghi urbani in rovina. La soluzione sembra essere lʼinterazione senza pregiudizi con qualsiasi cosa possa crescere in quel posto. Il Terzo paesaggio diventa luogo di fruizione prima che di intervento. Solitamente i luoghi sono abbandonato, dopo il loro uso, perchè non percepiti come desiderabili o funzionali. La tipica vegetazione spontanea degli spazi abbandonati ha tuttavia una sua qualità estetica e biologica. La storia sepolta in ogni paesaggio è già di per sè materia progettuale: un percorso è il risultato di una azione, si può formare camminando nelle erbacee, calpestandole e schiacciandole per creare un sentiero che durerà tanto quanto la nostra voglia di percorrerlo. ! Il recente passato ha generato rovine contemporanee che non risultano più un lontano ricordo di quello che è stato, ma evocano un presente in cui la guerra, lʼabbandono, lʼincompiuto e il disuso sono protagonisti dell'esperienza collettiva. Questi “nuovi ruderi” impegnano i progettisti in una ricostruzione/interpretazione di interi pezzi di città abbandonati, degradati o distrutti dai conflitti violenti. A Ground Zero la ricostruzione

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