Salvatore Mula Architectural Portfolio 2020

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2020

ARCHITECTURE PORTFOLIO

Salvatore Mula



PRESENTAZIONE Arch. Salvatore Mula

BIO Instangram Salvatore_mula95

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mulasalvatore@yahoo.it

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Telefono

https://www.facebook.com/profile.php?id= 100000010193542

3454092015

Domicilio

Alghero (SS) ITA, Via Rossini 14B

Portfolio Issuu Versione completa

Anagrafica

Nuoro (NU) ITA, Settembre 1995

issuu.com/salvatoremula

Istruzione 2015-2018 Alghero (SS), Università degli Studi di Sassari, Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura e del Progetto

(Classe L-17)

2018-2020 Alghero (SS), Università degli Studi di Sassari, Laurea Magistrale in Architettura (Classe LM-4)

Competenze Pianificazione del territorio, paesaggio, ambiente e della citta; Diagnosi dei processi di degrado e dissesto dei beni architettonici e ambientali e individuazione di interventi mirati alla conservazione; Applicazione delle scienze, volte al concorso e alla collaborazione alle attività di progettazione; Comprensione e progettazione delle strutture e delle loro dinamiche; Rilievi diretti e strumentali sull’edilizia attuale e storica;

Salvatore Mula, nato a Nuoro nel Settembre 1995, frequento le scuole elementari e medie a Orune, paese nella quale ho vissuto la maggior parte della mia vita e ancora vi risiedo. Nel 2009 mi iscrivo all’istituto tecnico per geometri “F. Ciusa” di Nuoro, dove mi diplomo nel 2014 con la valutazione di 87/100. In questo periodo di formazione ottengo gli strumenti di base per riuscire ad interpretare la morfologia dei luoghi, la natura e la tecnica delle costruzioni principalmente in ottica strettamente speculativa. Deciso ad ampliare le mie conoscenze soprattutto dell’implicazione e delle potenzialità sociali del mondo delle costruzioni decido prima di iscrivermi alla facoltà di Ingegneria di Cagliari, per poi cambiare idea ed iscrivermi alla facoltà di Architettura ad Alghero dove non riesco ad accedere immediatamente per via dei soli 50 posti disponibili all’anno. Decido quindi di aspettare lo scorrere della graduatoria lavorando nell’attesa nell’azienda di famiglia. Nell’aprile 2015 la graduatoria si muove e finalmente inizio il mio corso di studi universitario trasferendomi ad Alghero. Durante questi anni devo correre per recuperare il tempo perso prima dello scorrere della graduatoria seguendo anche lezioni del primo e secondo anno accademico contemporaneamente e svolgendo tutti questi corsi ed esami. Nonostante tutto nell’aprile 2014 riesco a laurearmi senza andare fuori corso con la valutazione di 108/110. A settembre mi ri-iscrivo ad Alghero al biennio magistrale in architettura che tutt’ora sto frequentando. In questi anni mi sono dedicato oltre all’architettura anche ad hobby come il calcio facendo parte del direttivo sportivo della squadra “Orunese”, ho praticato sport all’aria aperta come corsa e al chiuso come la sala pesi. Altra grande passione ricade nel campo automobilistico e del motorsport che seguo attivamente cercando sempre di informarmi e rimanere aggiornato. Ultima passione sono l’informatica e l’elettronica che seguo sempre con interesse nelle sue costanti evoluzioni.

Lingue Italiano (Madrelingua) Inglese (A2) Francese (A2)

Software ArchiCAD

4

5


INDICE

ACCADEMIA 1

MEMORIE Restauro - Patrimonio storico - Urbano

2

INTERFACCIA Riqualificazione - Ampliamento ExUrbano

3

RICONQUISTA Riqualificazione - Cultura straniera - Urbano

4

IMMERSIONE Conservazione - Bene culturale - Natura

5

ATTRACCO Nuova costruzione - Tempo libero - Area industriale

6

STRONGER Ingegnerizzazione - Dettaglio

CONCORSI 7

ASOLA Integrazione - Emergenza - Natura

6

7


8

9


MEMORIE1

Alghero 2019

La città di Alghero fu fondata dalla famiglia genovese dei Doria nel XII sec ma i suoi abitanti dovettero sottomettersi alla dominazione Aragonese durante la seconda metà del 1350. Venne dunque fortificata con varie torri lungo le coste, tra queste torri abbiamo quella di San Giovanni, realizzata a seguito della risistemazione delle fortificazioni cittadine. I bastioni veri e propri, in sostituzione alle torri medievali, verranno costruiti a metà 1500’. Ridimensionata per ragioni militari nella prima metà del 1700, si presenta con circa 19 metri di diametro, quasi 60 di circonferenza e mura con ben 4,70 metri di spessore. Dei tre piani originari (raggiungibili attraverso una scala interna allo spessore murario) ne sopravvivono 2, anche se il piano più basso (oggi seminterrato e parzialmente recuperato negli anni 80) è inutilizzato. L'attuale piano terreno è utilizzato per mostre di particolare interesse. Ad oggi del contesto originario non rimane pressoché traccia, se non per un tratto di cinta muraria sopravvissuto all’inurbamento dei margini del vecchio centro storico. Ed è proprio lì che siamo andati ad agire. L’intento progettuale è stato quello di predisporre un restauro conservativo del bene e il progetto di un elemento che rendesse leggibile la storia del sistema fortificato Algherese, nel rispetto dell’integrità fisica e storica. Tra gli strumenti utilizzati per quest’operazione vi sono stati oltre al confronto e la discussione tra colleghi, anche quella in loco con geologi per indagare l’aspetto materico della pietra utilizzata e utilizzabile e soprattutto la supervisione del docente, nonchè sopraintendente ad archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, arch. prof. Bruno Billeci.

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11


ANALISI V ia ni zzi Ma

i

sar

V

as ia S

B’

B

Piazza S. Francesco A’

TORRE DI SAN GIOVANNI A

Porta Terra

Via Simon

Via Ferret

Vic. Buragna

Via Giober�

chin

Via Ambrogio Ma

Via Vic. mi

Ada

a

Rom

0

Carta Storica XIX Rappresentazione cartografica del percorso murario attorno alla città di Alghero prima dell’abbattimento dei tratti non fronte mare.

Aragonese

Torre avvistamento

12

Disuso

Disuso

40

50

A - A’

B - B’

Italiano

Spazio espositivo

2000’

Scavi

Ridimensionamento Ricovero guerra

30

1861-Oggi 1980’

1479-1720

Bastioni Rocco Cappellino

Fondazione Alghero

1720-1861

1867

XII sec

900-1420

20

Sabaudo Spagnolo

1950’

1324-1479

1700’

Sardi Giudicali

534-900

1563

Bizantino

Tramite la sezione ripercorriamo lo sviluppo del tratto murario sopravvissuto fino a oggi all’abbattimento. Inoltre possiamo apprezzare il dislivello tra il basamento di torre San Giovanni e la piazza, dovuto alla stratificazione dei vari cronotopi.

10

Restauro Apertura ingresso Abbattimento mura su piano stradale

13


RILIEVO Le sezioni mettono in evidenza il sistema costruttivo sulla quale si basa la torre di San Giovanni.

Da notare anche i 2 metri di dislivello rispetto alla piazza circostante che ne segnano una netta separazione.

250

1005

Sviluppo cilindrico e spazio interno creato da una cupola in massi di arenaria tipica del luogo. Viene ulteriormente rinforzata da dei costoloni lungo tutto il suo sviluppo. Sezione A- A’

Sezione B- B’

966 1903

1200

30

Tramite strumenti quali: disegno a mano, lo schizzo e il rilievo diretto si è studiato e compreso l’oggetto in esame. Infine è stato riportato in scala assieme al suo contesto più prossimo, prima su carta poi su Cad.

200

Restituzione grafica

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RESTAURO Leggenda degli interventi PULITURA Pulitura meccanica a secco mediante ausilio di spazzole e getti di aria compressa a bassa pressione.

Pulitura meccanica con acqua deionizzata e spazzole morbide di nylon o saggina.

Pulitura a secco tramite impiego di pennelli e/o spazzole a setole morbide, spugne e aspiratori a bassa pressione al fine di rimuovere i consistenti depositi.

Pulitura meccanica, cauta rimozione della porzione di intonaco instabile.

Pulitura meccanica, cauta rimozione delle porzioni di intonaco instabile.

Rimozione meccanica manuale (con ausilio di mazzetta e scalpello) della malta cementizia, condotta con estrema cura in corrispondenza del perimetro.

Pulitura meccanica Rimozione degli infestanti vegetali e piante superiori mediante taglio delle radici al colletto utilizzando strumenti meccanici che non provochino vibrazioni.

~1950

Rimozione dell’infisso metallico e delle lastre in vetro.

SOSTITUZIONE - REINTEGRAZIONE

PULITURA SOSTITUZIONE REINTEGRAZIONE STUCCATURA

Reintegrazione, previa bagnatura, di porzioni di intonaco con malta a base di calce compatibile per natura, grana e colore a quella esistente.

Integrazione dell’elemento mediante impasto a base di grassello di calce e polvere di coccio pesto di colore simile ai mattoni da integrare.

PROTEZIONE tura in lamiera o rete a maglie strette antipiccione; comprese le saldature, bullonature, viti, cerniere, compassi, maniglie in bronzo, quota parte di serratura. Verniciatura con due mani di smalto oleosintetico con colore a scelta della D.L., previa mano di antiruggine, compresa inoltre l’assistenza muraria e quanto altro necessario per dare l’opera completa e funzionante. (Sono esclusi soltanto eventuali vetri da pagarsi a parte).

-

Reintegrazione della malta puntuale leggermente rientrante e con una leggera inclinazione mediante uso di spatola con malta di calce di composizione e colore di fondo simile all’originale.

STUCCATURA Stuccatura dei giunti di malta, composta da due strati: quello più profondo a base di calce idraulica naturale esente da sali solubili (rapporto legante inerte 1:2), quello più superficiale a base di grassello di calce ben stagionato (rapporto legante inerte 1:3). Rappezzo (previo bagnatura preventiva delle zone da trattare) con malta a base di calce idraulica naturale, sabbia di fiume e pozzolana, con l’aggiunta di terre naturali. La messa in opera del rappezzo non sarà eseguita con l’ausilio di guide ma seguirà perfettamente l’andamento della muratura.

PROTEZIONE La protezione ha lo scopo di rallentare i processi di deterioramento. Trattamento protettivo dell’intonaco mediante l’applicazione attraverso pennelli di silicato di etile su tutta la porzione per rallentare il processo di deterioramento.

Trattamento protettivo dell’intonaco mediante l’applicazione attraverso pennelli di silicato di etile su tutta la porzione per rallentare il processo di deterioramento.

Trattamento protettivo dell’intonaco mediante l’applicazione attraverso pennelli di silicato di etile su tutta la facciata per rallentare il processo di deterioramento.

Trattamento protettivo del materiale lapideo mediante l’applicazione di silicato di etile su tutta la facciata per rallentare il processo di deterioramento.

Trattamento protettivo dell’intonaco nuovo attraverso una velatura con acqua di calce e pigmenti colorati.

Applicazione di uno strato protettivo di antiruggine e vernice ad olio al fine di proteggere la corrosione degli infissi metallici.

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Questo intervento di restauro non mira a ripristinare le condizioni originarie della torre ma bensì cerca di capirne le attuali problematiche e su di esse interviene con opere di consolidamento in modo che il bene possa essere conservato nel tempo in modo da farne godere anche alle generazioni future senza crearne un falso storico. Per semplicità poniamo il focus sul solo prospetto d’ingresso mostrando e spiegando quali operazioni verranno eseguite. In questa pagina invece mostriamo quali fenomeni di degrado e alterazione colpiscono la torre e cerchiamo di individuarne le cause.

ALTERAZIONI DEGRADAZIONI Erosione per corrosione intonaco Erosione per corrosione intonaco (parziale) Patina Incrostazione biologica Alterazione biologica

Rappezzo incongruo

DESCRIZIONE Asportazione di materiale dalla superficie dovuta ad azioni meccaniche di particelle solide trasportate dal vento. Si può utilizzare anche la locuzione arenizzazione ossia erosione superficiale dei manufattirealizzati con malta di calce che si manifesta con perdita della matrice legante e progressiva liberazione dei clasti dello scheletro. Mancanza strato superficiale dell’intonaco, Asportazione di materiale dalla superficie dovuta as azioni meccaniche di particelle solide trasportate dal vento. Si può utilizzare anche la locuzione arenizzazione ossia erosione superficiale dei manufatti realizzati con malta di calce che si manifesta con perdita della matrice legante e progressiva liberazione dei clasti dello scheletro. Strato sottile, morbido ed omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderisce polvere, terriccio ecc. La variazione visiva si manifesta con la sovrammissione del colore verde del biodeteriogeno sulla superficie del materiale.

- Azione eolica (forte turbolenza d’aria in contatto con la superficie); - Scarsa compattezza dello strato superficiale; - Inquinamento atmosferico che aggredisce e disgrega il legante minerale.

Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate. Si tratta di un fenomeno che non implica un peggioramento di resistenza del materiale ma solo un cambiamento dei parametri che influenzano solo la percezione visiva.

- Esposizione prolungata all’irraggiamento solare (UV); - Deposito di polveri e fumi; - Naturale invecchiamento; - Attacco chimico da deposito di polveri reattive con l’umidità.

Rappezzo o ricucitura eseguiti con materiale incongruo o non compatibile che risulta non coerente con il materiale limitrofo.

- Errata messa in opera.

Decosesione con conseguente caduta di materiale sottoforma di polvere o granuli.

- Azione eoliche (forte turbolenza d’aria in contatto con la superficie lapidea); - Inquinamento atmosferico che aggredisce e disgrega il legante minerale.

Presenza di vegetazione nella parte superiore della struttura.

- Accumuli di umidità. - Rimozione degli infestanti vegetali e piante superiori mediante taglio delle radici al colletto utilizzando strumenti meccanici che non provochino vibrazioni.

Asportazione di materiale dalla superficie dovuta ad azioni meccaniche di particelle solide trasportate dal vento. L’erosione si rileva superficiale e la malta componente il giunto di allettamento risulta erosa per 1-2 cm al massimo.

- Esposizione agli agenti atmosferici (vento, sole, nebbia, pioggia ecc.); - Inquinamento atmosferico che aggredisce e disgrega il legante minerale; - Mancanza o carenza di manutenzione; - Cicli di gelo-disgelo.

Infissi non congrui.

- Errata scelta progettuale

Polverizzazione

Presenza di vegetazione Erosione superficiale giunti di malta

CAUSE

RIPRODUZIONE FOTOGRAFICA

RETINO

- Azione eolica (forte turbolenza d’aria in contatto con la superficie); - Manutenzione assente; - Inquinamento atmosferico che aggredisce e disgrega il legante minerale.

- Tasso d’umidità relativa superiore alla norma; - Composizione chimica del substrato; - Inquinamento naturale ed antropico.

Infisso metallico non congruo

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PROGETTO Partendo dall’opera di ricerca portata avanti dall’inizio del progetto sulla torre di San Giovanni, sui suoi meccanismi, storia, trasformazioni, si è arrivati alla considerazione che il sistema di fortificazioni della città in cui essa è compresa è dotato di un valore storico-culturale per nulla trascurabile, soprattutto per l’identità della città stessa e dei cittadini Algheresi, ragion per cui è fondamentale farlo conoscere e tutelarlo in modo da sensibilizzare i cittadini affinchè esso vada trasmesso nel tempo, ma per far ciò è fondamentale valorizzare il bene per far si che la città non si evolva attorno a esso rendendolo un oggetto estraneo e non più riconoscibile.

Sulis

La nostra proposta progettuale si propone quindi due operazioni volte alla trasmissione e alla valorizzazione del bene: - Il restauro della torre di San Giovanni - La messa in opera di una passerella pedonale tra San Giovanni e Porta Terra. Per quanto riguarda il restauro della torre esso è volto alla trasmissione del bene nel tempo nella sua integrità attuale e all’eliminazione di tutti quegli interventi fatti nel tempo non consoni al bene, come stuccature con malta non del tipo tradizionale. Inoltre si vanno e ripristinare quelle parti colpite da fenomeni di alterazione peggiorativa del loro stato originario in modo da prevenire effetti ben più gravi come distacchi o crolli. La passerella invece ricalca il percorso delle antiche mura difensive nel tratto tra torre San Giovanni e Porta Terra, passando sopra uno dei pochi tratti murari ancora presenti in città, in questo modo oltre che a rendere visibile torre e mura da una ritrovata prospettiva, si va a riattivare quel sistema di mutua collaborazione tra torri altrimenti oggi slegate tra loro, facendogli sì che tutti possano meglio conoscere il funzionamento del sistema difensivo Algherese troppo spesso associato ai soli bastioni a ridosso del mare. 18

Nell’immagine accanto mostriamo una porzione dell’antico percorso murario che congiungeva le varie torri della città. Mettiamo inoltre in evidenza la passerella pedonale che andiamo a proporre. essa và a ricongiungere le torri di San Giovanni edi Porta Terra. Lo studio si è fermato a questo singolo tratto per potersi appoggiare a uno dei pochi tratti murari esistenti, attualmente addossato ad un edificio pubblico.

SAN GIOVANNI

Dopo vari tentativi tramite il disegno abbiamo dato forma e volume a questo elemento. Lo schizzo a mano in questa fase ricopre un ruolo fondamentale per capire come questo elemento dovesse inserirsi nel contesto e come la passerella richiamale origini della piazza.

Abbiamo inoltre disegnato un logo per l’immagine coordinata del progetto e dell’oggetto in studio In modo da permetterne la riconoscibilità e la pubblicizzazione. Il concept è stato pensato come una sorta di fune che si annoda alla torre seguendone il “fossato” e la congiunge a tutte quelle del sistema fortificato Algherese. Semplice, Immediato, Scalabile, Replicabile.

Porta terra

19


DETTAGLIO 300

300

300

130

A

300

1300 1200

1200

Scanned by CamScanner

50 0

420

Prospetto Est

A

Prospetto Principale

1343

51

1235

51

2103

788

51 ~30

51

In questa parte andiamo a rappresentare dal punto di vista tecnico la nuova passerella con i classici pianta, prospetto e sezione. Oltre a questi strumenti di base andiamo a creare delle viste computerizzate per verificare ciò che avevamo prima indagato tramite lo schizzo.

B 420

1862

51 835

716

51

1190

51

51

973

3100

Vista dall’Alto

260

220

30

738

952

1085

1094

1200

20 40 120 10

20

Infine mostriamo alcuni esplosi degli elementi tecnologici studiati per creare la passerella.

Sezione B - B 20

1188 1648

405 469

Sezione A - A 21


INTERFACCIA 2

Frascati 2019

In questo progetto la sfida che ci troviamo difronte è ben diversa da quelle viste personalmente finora. Ci troviamo a Frascati, nei pressi di Roma, un comune poco noto se non a scienziati e fisici. Infatti a Frascati ha sede l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) che è appunto la nostra committenza. In questo complesso nell’immediata periferia della città vi sono alcuni dei più sofisticati strumenti di studio d’Europa, infatti, sono tanti gli studiosi e ricercatori che prenotano con mesi o addirittura anni di anticipo per poter fruire dei macchinari del complesso, tanto questi risultano essere avanzati. Questo mondo però come dicevamo prima risulta essere conosciuto solamente agli addetti ai lavori, le altre persone ignorano quasi completamente l’esistenza di questa eccellenza Italiana. L’istituto organizza ogni anno eventi come “La notte dei ricercatori” per fare entrare nel campus migliaia di persone e fargli comprendere il ruolo fondamentale che la ricerca ha anche nelle loro vite. Una giornata all’anno però non basta. Ecco quindi che l’istituto cerca spunti per costruire un nuovo edificio nel campus, capace di accogliere visitatori durante l’arco dell’anno, per fargli conoscere i lavori e le ricerche passate, presenti e future di questo complesso. Ci è stato quindi richiesto uno Science Center che includesse oltre a questa funzione divulgativa anche una notazione didattica tramite laboratori didattici aperti al pubblico e altri solo visibili in trasparenza dove ogni giorno gli scienziati potessero lavorare. In questo spazio caotico di edifici aggiunti in modo casuale in base alle esigenze, il nostro progetto si pone come portatore di regolarità nel sistema, agganciandosi alla stazione dei treni poco distante dal campus.

22

23


ANALISI

1

2 6

3

Leggenda 1 2 3 4 5 6 7

5

7

Stazione SCIENCE CENTER Bibiloteca Caffé NAUTILUS Terrapieno DAFNE

4

In questa prima fase ci si è occupati di analizzare il campus vissuto e sviluppato dai ricercatori. Come si può evincere c’è una totale mancanza di pianificazione nello sviluppo dei fabbricati, infatti i laboratori vengono aggiunti senza una visione collettiva ma semplicemente collocati dove vi è la maggiore quantità di spazio utile per lo scopo. Appare evidente perciò collocare un elemento che dia regolarità nell’area di progetto in cui siamo stati chiamati ad intervenire.

24

25


SVILUPPO

Con il nostro nuovo edificio abbiamo deciso di farne un’interfaccia capace di collegare il campus alla stazione di Frascati in modo da riqualificarla e intercettare le migliaia di possibili utenti che potrebbero visitare e conoscere tramite lo Science Center cosa accade dentro al campus.

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La fase di disegno a mano è stata fondamentale per capire le trame urbane e studiare i vari livelli e collegamenti dell’edificio. Elemento fondamentale di questo progetto sono le scale che vanno a riportare dalla quota più bassa della stazione fino a quella del Campus articolando e dando dinamismo al percorso museale-espositivo presente sui due livelli superiori dell’edificio.

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PROGETTO Concept In grigio vediamo i volumi preesistenti, in rosso le demolizioni e in blù le aggiunte che ci hanno portato al risultato finale. In particolare notiamo la volontà di ricalcare le tracce dell’esistente e nuova la “ C ” aggiunta a creare il secondo piano espositivo.

Piano -1

Leggenda Flusso principale Vano scala Piano 0

Vano ascensore Locali tecnici Servezi igenici Caffetteria Laboratori didattici Camere pulite

Piano 1

28

Sistema delle scale

Auditorium

29


DETTAGLIO Piano -1

C

B'

28,2

A

A' 13

Sud-Ovest

B

C'

Piano 0

C

B'

Per cercare di mitigare la rigidità che abbiamo ricercato all’esterno per dare una regolarità al contesto, in pianta siamo ricorsi a una rotazione di pochi gradi di quest’ultima per cercare di dare movimento e indirizzare gli utenti lungo i percorsi dello Science Center.

A

A' B

La forma a “ C ” permette inoltre di ricavare una sorta di corte, ampliabile e permeabile tramite l’apertura delle porte finestre vetrate attorno a essa.

C'

Nord-Ovest

La forma squadrata nasconte ampi spazi permeabili e flessibili.

Sud-Est

Sezione Prospettica AA’

C

B'

Piano 1

Il carattere rigoroso e industriale dello Science Center cerca di inserirsi in modo contestuale nel campus.

A

A'

Seszione Prospettica BB’ 35,71

B

C' 40 27,9

30

12,1

Sezione prospettica CC’ 31


32

33


RICONQUISTA 3

Porto 2020

La città di Porto come altre grandi città del mondo ha fatto da traino per lo sviluppo economico e sociale per le cittadine più piccole confinanti, finendo per fondervisi senza soluzione di continuità. Questo è ciò che è successo con Villa Nova de Gaia, infatti il passaggio tra una città e l’altra sarebbe indistinguibile se non fosse che esse sono fisicamente separate dal passaggio del fiume Duero. Nei secoli sono state costruite diverse infrastrutture per collegare l’una sponda del fiume con l’altra, tra cui dal 1886 il Ponte Dom Luìs I e nel 2011 la Teleferica de Gaia. Queste due grandi infrastrutture racchiudono da una parte e dall’altra l’area di progetto che possiamo vedere nella foto accanto scattata dal livello del ponte che crea un mirador su Porto e sul Duero. L’area oramai a prevalente vocazione turistica è caratterizzata da una forte densità urbana dove risulta complesso trovare dei vuoti, ma al contempo vi si trovano grandi potenzialità di progetto in aree degradate come quella scelta. Abbiamo perciò accettato la sfida e deciso di tentare di riportare i cittadini ad abitare questi luoghi tramite la costruzione di nuove abitazioni a schiera seguendo il tipo di porto ed evolvendolo con il tipo a patio ispirandoci alla tradizione sivigliana. Sempre guardandoci attorto ci siamo presto resi conto delle ulteriori difficoltà che quest’area presentava ovvero la presenza dell’alto muro alle spalle che crea il mirador e ancora più indietro e imponente il Monastero di Sao Bento. Dal punto di vista naturale altri elementi con cui confrontarsi erano il difficoltoso affaccio verso il fiume a nord che andava implementato vista l’impossibilità di guardare dall’altra parte e infine l’impervia orografia dettata dal granitico territorio di Oporto.

34

35


ANALISI PONTE LUIS I

O RT

PO

RU A

RO DR IG UE S

DE

FR EI RA

MONASTERO DA SIERRA DO PILAR

E

JARDIM DO MORRO

IT

O

G

CONTESTO URBANO

I

N

E AV

DA

O DI

LE

- Alta densità MEOS DE CA - Alta densità servizi - Forte caratterizzazione dalle cantine vinicole - Scarsità residenze - Orientamento legato al fiume

UIS RUA L

Uno dei fattori principali che abbiamo riscontrato in questa fase è l’influenza che il fiume riveste nella scelta dell’orientamento degli edifici. Infatti, è palese come praticamente tutti gli edifici che in un qualche modo possono avere un seppur minimo affaccio verso il fiume ne fanno di quella direzione il loro orientamento di facciata principale.

IDA

N AVE A

LIC

UB

REP

L’edificio lungo e stretto tipico di Porto fa sì che tutti abbiano la loro finestra sul fiume.

GENERAL TORRES

RETE STRADALE - Strade strette - Notevoli dislivelli - Traffico auto limitato

36

37


SVILUPPO L’area di progetto risulta condizionata dalla presenza di elementi di notevoli dimensioni quali: Teleferica, ponte Dom Luis I, monastero di Sao Bento e il lungo fiume Duero.

MONASTERO SERRA DO PILAR

CA

NT

IN

EV IN

ICO LE

AREA DI PROGETTO

GIARDINI MORRO

Il focus è presto caduto sull’area di progetto perciò abbiamo discusso sin dalle prime fasi come affrontare le questioni emerse in fase di analisi.

In mezzo a questi colossi e a una densità urbana elevatissima c’è bisogno di un elemento di mediazione tra loro e le abitazioni. Abbiamo trovato questa soluzione nell’elemento di risalita verticale ovvero l’ascensore. Esso aiuta soprattutto a mitigare il forte dislivello che caratterizza la parte bassa della città con quella più in alto.

La sezione è lo strumento usato prevalentemente vista il complesso sviluppo della città verso il fiume.

38

39


A

O GO

.D AV

LE ITE

PROGETTO DI

PU RE

RUA

GENE

CALC AD

RAL T ORR

ES

A DA S ERR

A

AV EN

A IC

ID

A

BL

Con l’intenzione di mitigare l’effetto prodotto da tutti i grandi elementi che ci circondavano abbiamo deciso di staccarci da tutto ponendo le abitazioni al centro del lotto e sviluppandole in altezza in maniera da farle emergere nel contesto.

SVILUPPO DELLA TIPOLOGIA Con questo concept mostriamo come abbiamo adattato il lotto lungo e stretto di Porto alle esigenze moderne.

Con questo netto stacco dall’alta parete verticale siamo riusciti inoltre a ottenere uno spazio semi-pubblico nella quale abbiamo articolato un percorso fruibile a chiunque (dunque non a esclusivo appannaggio degli abitanti delle nuove abitazioni, avendo già essi il patio interno) con la presenza oltre che dell’accesso all’ascensore per superare i 22 metri di dislivello rapidamente, anche degli spazi dedicati alla sosta, al gioco e allo svago di chi quegli spazi li vive quotidianamente.

B1

40

41


DETTAGLIO A

A

4,00 1,00 2,10 0,80

7,00

2,10 0,80

2,10 0,80

2,10 0,80

7

0,40

3,40

2,10 0,80

2,10 0,80

0

2,80 1,20

2,80 1,20

1,30 1,20

1,30 1,20

1,30 1,20

2,30 1,20

3,00

A

A

A

Primo piano

Secondo piano

4,70

4,70

Piano terra

7,00 6,40 6,00

11

6,00

4,00 3,40 3,00

3,00

1,00 0,40 0

0

Sezione AA

Sezione BB

B

B

6

1,30 1,00

1,30 1,00

4,80

2,10 0,80

2,10 0,80

2,10 0,80

1,30 2,30

0 2,10 0,80

0 2,10 0,80

2,10 0,80 1,30 2,30

12

2,30 1,00

2,30 2,30

3,00

0

Piano terra

42

B

Primo piano

2,80 1,20

2,80 1,20

1,30 1,20

1,30 1,20

1,30 1,20

2,30 1,20

6,00

B

Quella più grande ci ha permesso di rendere il progetto più interessante tramite la divisione in 4 blocchi del volume, le cui testate creano gli spazi dell’abitare, mentre tra loro trova spazio per metà il patio, metà il blocco dei servizi e al centro una rampa che collega i due blocchi di testata disposti a 1 metro di dislivello l’uno dall’altro (vedi Sez AA). L’ampio patio vetrato permette di dilatare lo spazio della rampa rendendolo meno compresso e illuminare il vano scale. Il soggiorno all’ultimo piano, può vantare una finestra sul Duero e la città di Porto.

A

3,30

1,60

A

1:100

Pianta ascensori A2

A1

+26 +25

B

1,30 1,00

0

Qui possiamo vedere in modo schematico come partendo dall’edificio tradizionale siamo arrivati ad adattarlo alle esigenze moderne.

6,40

2,30 1,90

1,30 6,70

0

16

0

2,10 0,80

0

SVILUPPO IN BLOCCHI

2,80

1,30 1,90

2,10 0,80

Pensando a diversi target abbiamo sviluppato 4 abitazioni più grandi (85mq) e due più piccole (65mq).

B

Secondo piano

In questi appartamenti pensati per una giovane coppia con un figlio piccolo abbiamo dovuto rinunciare a 1 blocco (la testata sul retro) ma comunque riuscendo a tenere una riconoscibilità del progetto e a fornire degli spazi accoglienti per gli abitanti. Il corpo scala anche qui viene illuminato dal patio vetrato.

L’ascensore che copre 22 metri di dislivello è stato concepito come un elemento dall’aspetto industriale, permeabile, capace di svolgere la sua funzione primaria, garantendo una vista panoramica a 180° sul fiume e la città.

3,00

3,20

6

3,10

A

+5

+3

+3

1:100

Sezione AA

Prospetto ascensori

43


44

45


IMMERSIONE 4

Omodeo 2016

In questo progetto abbiamo posto al centro il tema dell’acqua e come relazionarci con essa. L’edificio preso in esame si trova di fianco alla diga Santa Chiara, all’interno del lago Omodeo. Il complesso sistema di trattenuta delle acque venne costruito tra il 1918 e il 1924 con dimensioni incredibili per i tempi di cui parliamo: con i suoi 70 metri di altezza fù la diga più alta del mondo per diverso tempo. Oggetto dello studio è l’ex dimora del custode della diga, abbandonata nel 1997 dopo la costruzione di una diga più grande a monte ovvero la diga Eleonora d’Arborea. Dopo un sopraluogo nel periodo di secca, abbiamo constatato che l’edificio non versava in condizioni critiche, ragion per cui abbiamo quindi deciso di conservarlo tramite opere di consolidamento. Il principale problema per poter fruire dell’edificio è chiaramente la periodica presenza d’acqua (che a scopo didattico assumiamo costante durante tutto l’anno) dovuto a forti precipitazioni che inducono la diga d’Arborea a scaricare acqua verso valle, alche si è optato per fare di questo problema un elemento di progetto, proteggendo dunque l’edificio dalla massa d’acqua tramite la creazione attorno allo stesso di un involucro murario resistente a queste inondazioni. Infine si è provveduto a collegare l’edificio alla riva del lago tramite una passerella fissa. Fondamentale per il progetto è l’involucro che, oltre a proteggere, genera spazi di cui l’edificio finalmente si appropria a tempo indeterminato. L’interno dell’edificio viene allestito come biblioteca con area lettura nella parte anteriore dello “scafo”. Questo spazio è pensato come punto di ritrovo per gli abitanti del circondario.

46

47


ANALISI

Tirso

La diga Santa Chiara (in rosso) si localizza a metà strada circa del fiume Tirso, Poco dopo il lago Omodeo da cui andava ad essere alimentata prima della sua dismissione.

In foto le varie configurazioni che l’acqua fa sì che l’ambiente assuma nel corso dell’anno. L’edificio durante periodi di particolare piovosità può andare a scomparire anche del tutto sotto la massa d’acqua. Ricordiamo che a scopo didattico poniamo una presenza dell’acqua costante, regolata dalla diga, pari a poco meno di 4 metri da terra, assimilabile alla prima immagine di fianco.

L’edificio di progetto (quadrato verde) è una ex abitazione costruita in blocchi di trachite presa in loco assieme a quella per la diga.

48

49


SVILUPPO

~3,5m

Fronte Sud

Piano terra

Dopo la prima fase di rilievo ed appurata la possibilità di poter tenere in vita e far diventare parte integrante del progetto la struttura esistente, si è stabilita la quota media dell’acqua attorno ai 3,50 metri.

Di diverse ipotesi e idee alla fine si è optato per una soluzione che impedisse all’acqua di invadere l’edificio. Ciò avviene grazie alla creazione di una barriere, ispirata allo scafo di una nave che ingloba l’edificio e crea una piattaforma verso l’acqua per eventuali scopi ludici.

~3,5m

Retro Nord

50

51


PROGETTO Piano Terra Piano Terra

Primo Piano La complessa articolazione degli spazi viene spiegata nelle piante qui in figura. Lo scafo riesce a creare degli spazi intimi e raccolti al piano terra, mente al primo, ovvero a livello con l’acqua vi si slancia suggerendo la miriade di possibilità che questa collaborazione potrebbe offrire.

B

A

9.60

4.00

4.00

0.00

Sezione A-A

9.60

Primo Piano Primo Piano

4.00

4.00

0.00

Reception Calpestabile 1piano

1

Sezione B-B

Compluvio Acque

Compluvio Acque

Terrazza Servizio Canottaggio

A

Area Lettura Area Libri Svago Locali Accessori Giardino Coperto

Copertura Copertura

Compluvio Acque

1

A

B 52

53


DETTAGLIO Dettaglio vetrata, passerella sopraelevata,muro perimetrale 1 2 3 9.60

4

p=1%

8

16

9

17

Leggenda

5 6

7

10

18 19

11

21

20

23

25 22

24

26

7 15

13

14

12 27

livello massimo acque

4.00

0.00

1 Scossalina 2 Intonaco 2/3cm 3 Laterizio 10x24x5,5cm 4 Isolante 2cm 5 Pavimentazione 6 Solaio cls 7 Griglia scolo acque 8 Guarnizione gomma 9 Vetro 10 Guida tenda 11 Muratura in pietra 12 Pavimento esterno 13 Telaio vetro 14 Scarico acque Ă˜8 15 Guarnizione gomma 16 Motore lamelle mobili 17 Guida lamelle 18 Staffe guida 19 Trave a T telaio vetri 20 Solaio 40cm 21 Trave precompressa 22 Pilastro 30x30cm 23 Solaio cls 24 Fasciature in cls 25 Mura perimetro cls 26 Rivestimento pietra 27 Solettone fondazione

Per arrivare al risultato finale si è partiti come sempre della matita per poi passare in maniera parallela tra il plastico reale e il modello 3D per tenere sempre sotto controllo l’oggetto finale da produrre. In foto vediamo il plastico di presentazione (1:100), assieme a quello di dettaglio della vetrata (1:50) del prospetto sud. 54

55


56

57


INNESTO 5

Oristano 2017

Come tante città, Oristano si è sviluppata su una zona pianeggiante a poca distanza dalla costa. Questo stretto rapporto con il mare si è poi rivelato ancora più importante con l’avvento della grande industrializzazione di massa che ha permesso a questo genere di città di crearsi un polo produttivo staccato dalla città (con tutti i vantaggi sull’inalterata qualità della vita della città e gli svantaggi derivanti dal netto distacco fisico del sistema dei trasporti) che permettesse di creare occupazione e ricchezza per i cittadini. L’area industriale affacciata sul mare ha quasi sempre un porto, è il caso di Oristano che può contare su infrastrutture atte all’attracco di grandi navi per il trasporto delle merci. Dopo di che le merci vengono smistate ai vari lotti presenti nell’area o trasportati su gomma verso le loro destinazioni. Da queste considerazioni nasce subito l’idea di progetto, ovvero cercare di sottrarre quest’area all’esclusiva funzione industriale, portandola su una dimensione più ampia per tutti i cittadini e per dei nuovi turisti da portare a vivere la città. Infatti, Il progetto che andremo a vedere fà parte di un progetto collettivo più ampio che comprende anche dei sistemi di trasporto con la città e ulteriori infrastrutture dentro l’area industriale. Qui andiamo ad analizzare la testata principale del piano, ovvero il nuovo porto turistico e i blocchi di edifici che ne ospitano i servizi. La nuova parte di porto servirà alle piccole imbarcazioni utilizzate a scopo ricreativo, mentre le grandi navi da crociera si appoggerano al porto industriale preesistente. Per i cittadini oltre che il porto mettiamo a disposizione 60ha di area verde per giocare a golf, correre, passeggiare con l’intera famiglia, immersi nella natura.

58

59


MASTERPLAN

60

61


PROGETTO La grande area di colmata, attualmente utilizzata come una sorta di discarica degli scarti delle produzioni di tutta l’intera area industriale verrà bonificato da tutto questo materiale abusivo per essere trasformato in un campo da golf da 11 buche su un’area di ben 60 ha.

4

5

Per fare ciò abbiamo bisogno di un nuovo settore del porto dove far attraccare che imbarcazioni private, ecco che sfruttiamo uno spazio di risulta coperto dal cemento, demolendolo e restituendo al mare quello spazio colmato anni fa.

2

1 3

Leggenda

6

62

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI SASSARI DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA, DESIGN E URBANISTICA CORSO DI SCIENZE DELL'ARCHITETTURA E DEL PROGETTO ANNO ACCADEMICO 2016/2017 PROGETTAZIONE AMBIENTALE E TERRITORIALE

DOCENTE: GIANFRANCO SANNA, SILVIA SERRELI TUTOR: MAURO QUIDACCIOLU STUDENTE: SALVATORE MULA

PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA PORTO INDUSTRIALE DI ORISTANO

Sfruttando i grandi spazi abbandonati del porto andiamo a creare i servizi necessari all’attracco di navi turistiche e di imbarcazioni da diporto, quindi ad uso ricreativo e sportivo dei cittadini.

1 2 3 4 5 6

SCALA 1:2000

Fermata treno Golf club Porto turistico Campo da golf Percorsi jogging Approdo grandi navi

2

Sulla sommità di questo nuovo piccolo porto verranno allocati tutti i servizi necessari a turisti appena sbarcati e quelli per il tempo libero dei cittadini .

63


DETTAGLIO A:

C'

B' 5

1 2 3 4

4

3 1

A

1

2

2

B

3 4

2

3

5

4 2

1

A'

4

C

1

D

5

3

6

Prospetto Nord

Prospetto Sud

B:

1 2

3

Noleggio / Rivendita Area Rivendita Area Noleggio Servizi Magazzino

A'

7

E

+4.00

+3.10

1 2 3 4 5

Servizi portuali Edicola/portuali Svago Lavanderia Servizi igenici Docce

Prospetto Ovest

Prospetto Est

C:

Sezione A’-A’

1 2 3 4 5

Sezione B’-B’

Golf club house Sala Magazzino Direzione Ripostiglio Servizi

Sezione C’-C’

D: +1.92

+0.80

1 2 3 4 5 6 7

Ristorante Reception Servizi Cucine Dispensa Cella frigo Spogliatoi Sala ristorante

C'

B'

La risalita dall’acqua verso il complesso di edifici è pensato come un sistema semicoperto, permeabile alla luce e popolato dalla vegetazione, con spazi intermedi pensati per il riposo e per lo svago.

Anche i servizi sono divisi in più blocchi anziché uno unico per alleggerire il sistema già fortemente massivo per via degli edifici industriali alle spalle. 64

65


1

STRONGER6

Alghero 2018

Ad Architettura Alghero si svolge unnualmente una copetizione fra gli studenti della facoltà, per la costruzione di un modello strutturale funzionante, chiamata “Built Better Challenge”. Collegata al corso di Scienze delle Costruzioni, la sfida che varia tema di anno in anno, dà la possibilità ai primi 3 classificati di ottenere punteggio extra per la valutazione finale del corso. Il 2018 è stato il primo anno in cui è partita questa competizione studentesca alla quale ho partecipato individualmente. Le regole prevedevano la realizzazione di una capriata che coprisse una superfice netta quadrata di 50x50 cm. I vincoli stringenti erano essenzialmente quelli materici, infatti, gli unici materiali utilizzabili erano legno e colla; qualunque altro elemento come metallico o plastico rendeva la struttura non idonea al concorso. Ulteriore elemento da non sottovalutare è il fatto che per decretare il vincitore, ogni modello sarebbe dovuto essere caricato fino a rottura, con del peso (acqua) in modo da determinare quale modello avesse il miglio rapporto Peso/Portanza. Ciò ha comportanto una sfida dal punto di vista dell’ottimizzazione delle geometrie non indifferente in modo da alleggerire il più possibile il modello nei punti giusti, senza comprometterne l’affidabilità. Inoltre bisognava predisporre il modella ad essere agganciato al sistema di carico tramite una piatra standard di almeno 5x5 cm. Accettare la sfida presentandomi al concorso singolarmente è stata una sfida che mi ha ripagato portando il mio modello a vincere come primo classificato, evitando addirittura la rottura superando il massimo previsto dal sistema di carico.

66

67


STUDIO In questa fase si è proceduto con un’analisi dello stato dell’arte in modo da capire quali fossero le attuali tecnologie impiegate e in quali ambiti. Questa fase di documentazione mi ha permesso di scegliere 2 tipologie di capriate mi secondo me, meglio si prestavano ai requisiti che ci erano stati imposti dall’organizzazione.

Capriata Palladiana (Legno)

Palladiana

Essa è costituita dai seguenti elementi: due PUNTONI compressi, la CATENA, l’elemento orizzontale che sopporta sforzi di trazione che altrimenti andrebbero a gravare, sotto forma di forza orizzontale, sul punto di appoggio, il MONACO, elemento verticale che raccorda e chiude le spinte dei puntoni, due SAETTE o contraffissi, elementi con inclinazione opposta a quella dei puntoni che limitano la lunghezza di libera inflessione dei puntoni, scaricando sul monaco la forza di compressione a cui sono sottoposte; il monaco pertanto risulta essere ulteriormente teso.

La scelta è ricaduta in una capriata in ferro e una in legno dalla quale si è poi ricavato lo schema finale.

Polanceau

La capriata tipo "Polonceau" è una capriata realizzata con una struttura reticolare composta da 2 correnti superiori inclinati, su questi correnti si realizzano poi due strutture reticolari aventi la geometria di una capriata inglese disposte con il colmo verso l'interno della capriata stessa e collegati tra loro da un elemento teso che costituisce la parte centrale del corrente inferiore.

Capriata Polanceau (C.A./Ferro)

Finale

Il modello riportato in figura rappresenta lo schema strutturale della copertura oggetto di studio. Nel determinare la sua forma si è compiuto un processo di analisi dei vari tipi più utilizzati in ambito ingegneristico. Ho scelto ai fini del progetto di creare un ibrido tra una classica capriata palladiana tipicamente in legno e una capriata Polanceau tipicamente in acciaio. Ho compiuto questa operazione per esplorare le differenze e scoprire cosa lega strutture tanto diverse per funzionamento ma tanto simili come concetto e vedere come possono lavorare assieme.

Schema Finale 68

69


REALIZZAZIONE Built Better Challenge

Prima dell’inizio della gara si è proceduto con la pesa dei modelli, facendo già risultare questo modello il più leggero in gara: 186g per le sole capriate che arrivano a 246g includendo il sistema di messa in carico per la sfida. La capriata è stata dunque caricata 500g alla volta fino ad arrivare al massimo volume d’acqua utilizzabile dal semplicissimo sistema di messa in carico ovvero 20kg, dove la struttura non ha mostrato alcun segno di stress. Se andiamo a considerare il solo peso delle capriate (186g) senza il sistema di ripartizione del carico per la prova, con i 20kg caricati la struttura stava portando ben 108 volte il suo peso, rapporto che ha permesso la vittoria.

70

71


72

73


ASOLA 7

Karatu 2020

(Tanzania)

The project we propose is a synthesis that comes from the observation and study of the types and typical construction techniques of the region, that meets the specific needs of the Jorejick family and can also be a model for several different contexts. This led to the idea of making the Jorejick family hut a modular and scalable Type. By setting up a 3x4m module in cooked mud bricks (easily manageable without large machinery) we compose this "big hut" capable of hosting large families throughout the day - rather than being limited to a dormitory or warehouse – that is a complex and complete "machine for living". By reproducing the module in series, giving it specific functions as needed and mirroring it with a distance of 3m, we go beyond the strictly necessary space in order to ensure ample mobility inside of the structure. These modules can sometimes be designed without partitions to obtain large rooms; this is the case of the living area which favors conviviality over the privacy of the sleeping area. Developing mainly in one direction, we overcome possible lighting problems by cutting the thatched roof by moving it upwards. Thanks to this intervention a potential problem becomes further enhancement of the project: this 2nd roof allows to improve the lighting, to enhance the air circulation, making the building even fresher and healthier, in collaboration with the traditional thatched roof. In addition, the roof manages to collect large quantities of water by leading it into tanks in the building's heads. In order to break the monotony and to streamline the block, emphasizing the image of the hut, we place two more semicircular blocks in the heads. One of them – adjacent to the sleeping area – is completely covered, houses animals and acts as deposit of the corn coming from the fields, with an empty free space in the center for processing. The other one - located in the living area – becomes the completion of the environment by amplifying the space and creating an outdoor kitchen, permeable to air and view, thanks to the drilling of the roof and the insertion of a new tree that acts as a filter. The toilet system is made up of 2 fixed modules, 30m away from the house, which with their tanks guarantee the presence of (rain) water. In particular, the baths ensure that the feces are collected in tanks, which will then be emptied into distant ditches, obtaining the most healthy environment possible.


BAGASSA DI HOGAR!!!! NICO MERDA

THE MUDULAR HUT

Living, KItchenS and court

old latrines

Neighbour’s House tradition

lower roof

detachment roof double roof

partitions

tatched roof sheet metal roof building wc + shower

courtyard

rain water collection warm air outlet

KITCHEN

Inspired by traditional architecture The first concept is based on our observation, study and interpretation of the types and typical construction techniques of the region, but with the goal of meeting the specific needs of the Jorejick Family and giving them a contemporary quality of life. We think it’s necesary to give them the spaces to live in their own way, so we gave a particular importance to the open common spaces, in order not to collide with their habits, but to allow them to live in a comfortable and safe house they might consider as their home.

cattle’s

Nico’s HOuse LIVING ROOM

OLD HUTs COMMON AREA

3x4 STARTING MODULE replicability

MIRRORED MODULE common transit area

MODULE REPETITION more space available

SEMICIRCLES common fixed areas

court

A site specific and replicable project

OLD HUT

The 3x4 m module comes from the possibility of easily replicating spaces. The dimensions come from the most comfortable proportions suitable for the livability of the interior. The module is repeated in succession in order to make use of the largest space available. The environments created are mirrored in order to create a common transit space necessary for the best usability of the environments. The added semicircles become the community areas of the structure. The rainwater collection system allows you to always have a water supply. Thanks to these features this model is a suitable solution for various scenarios.

HOUSE

Toilets

THE LIVING SPACES ORGANIZATION

COMMON AREAS

HENHOUSE + CORN STOCK

BEDROOMS

KITCHEN + PANTRY

OPEN AREAS

LIVING ROOM

Kitchen + Living room + Semicircular yard

MODULAR CONSTRUCTION 2

1

CONCRETE BASE

3

BRICK PERIMETER WALL

WOODEN PILLARS

4

5

CONCRETE CURB

WOODEN BEAMS Secondary beams

2° roof - 8x4 cm

Iron plates

6

Thatched roof

Main beam

8

MUD WALLS Secondary beams

Mosquito net

~30 cm

2° roof - wood 20x20 cm

7

WOODEN BRACING

1° roof

9

WOODEN LOFT

10

UPSIDE STRUCTURE

Wooden truss

THATCHED ROOF

In the living area we are expanding the space by joining several modules (4 + 2), with the simple removal of the partition walls; This creates a single bright, airy and spacious environment, able to comfortably accommodate all the members of the Jorejick family, thanks to a simple home-made furniture made of wood and bamboo. 4 modules give life to the living room and kitchen plus pantry; These are joined by two other modules which create the outdoor kitchen that also acts as a filter space between the internal and external part of the house, so as to ensure that the courtyard does not become a marginal space. In addition, this semicircular space is emptied at the top to give shade and refreshment. To regulate lights and currents coming from the open top we are going to insert a new tree that is proposed both as a bioclimatic filter and as a symbol of the house surrounded by trees dear to the Jorejick family giving it a new one in the center of the space that will host future generations growing together to them.

shutters

livingroom table

sideboard

kitchen table

couch

shelves

hob

inside oven

outside bench

water tank

BEdrooms

The 4X3 module allows us to create rooms up to four beds simply by going to the mezzanine, a feature that also allows us to give movement to the facade. Each room is ventilated from side to side and isolated from the outside thanks to window frames and screens with mosquito nets.

BAckyard

Flexible furniture

organized workspaces

BEDROOM 1

HENHOUSE CORN STOCK

outside oven

This space respons to the working needs of the family. Reserved, it keeps the family's harvest indoors and shelters small animals such as chickens and ducks. At the center of it you can work protected from the heat and with a constant air flow that also keeps the food in optimal conditions.

Chimney

King post

Secondary beams

Wood 20x20 cm

Bamboo wattle + Mosquito net

Thatched roof

Chain King post

~30 cm

Bamboo wattle + Mosquito net

Bed Mud Bricks (cooked)

x15x20 cm’s

Chest

Mobile fixture

Window frame

Reinforced concrete curb

Wood + Mosquito net 230x50x4 cm

cls 35x20 cm + stell bar 4 Ă˜8

230cm

517cm

100x50x25 cm

20x20 cm

Work plans

Water tank

Wood oven

1000l

double bed + storage

closet

nightstand

loft

single bed

desk + chair

°

11

15cm Bed + Chest

Iron plates

220 x 100 cm

283cm

20x20 cm

Wooden pillar

Mud wall

Concrete floor

traditional technique

~5 cm

Anchoring supports Ground line

90cm

35cm

Reinforced concrete screed cls 5cm + wire mesh Ă˜4

Section A-A

Scale: 1:100

BEDROOM 3

B 22,40m

400cm

8cm

20

TOILETS AND SHOWERS

100cm

5

0cm

50

35,90m

A

CONSTRUCTION 8

720cm

A

This structure is born from the desire to give a permanent location to the toilets. The area on which they stand was chosen to ensure proximity to the building and ventilation as optimal as possible, without sacrificing privacy thanks to the vegetation that visually separates it from the neighbors' house. To ensure that it is not necessary to move the structure periodically due to the sewage, we have devised a collection system for the sewage, that is, through common tanks placed under the floor. in this way the sewage collected by gravity is isolated from the surrounding environment through the cap of the cans, which are opened when necessary. Periodically the tanks can be extracted from the back of the structure to bring them away, unload them and ensure that they can be repositioned under the toilet surface and be reused. For showers this detachment from the ground allows the water to be dissipated after use simply by falling, favored by a minimum spacing between the wooden planks of the flooring.

200cm

4

Water Harvesting

The house has 420m2 of roof, capable of collecting large quantities of water during the rainy season. This water, devoid of the metal residues of a sheet roof, is stored divided in the heads of the house. At least initially we foresee 2 1000L tanks, one in the courtyard of the outdoor kitchen, the other in the courtyard of the working area. In toilets, water must not be drunk, therefore it is collected from a corrugated sheet roof and stowed in 2 500L tanks. It will be used for showers going to get lost on the ground, and for the sink going to be finally discharged periodically manually into the tanks for moving the sewage.

Drinkable water storage

600cm

2

path 1

1

2 1

160cm

7 3

B

path 2

4

N

6

MATERIALS

310cm

9 Mosquito net

236cm

8 Metal roof sheets Toilets’ roof

TO THE WASTE PIT 140cm

52cm

7 Bamboo Spaces enclousures

Section A-A

117cm

6 Galvanized Steel various components

343cm

5 Straw Thatched roof

1 Mud Bricks Structural walls

Section B-B

A

Scale: 1:100

B

290cm

water flow system for toilets

2 Mud structure Partitions, furniture structure

120cm

249cm

4

20cm

4 Softwood Structure, Roof

10cm

3 Concrete Floor, foundations, curb

350cm

2 Mud structure Partitions, furniture structure

65cm

1 Mud Bricks Structural walls

60cm

MATERIALS:

Softwood Structure, Roof

20cm

145cm

3

210cm

~20cm stone + ~10cm concrete

Curtain

300cm

Continuous foundations

Wooden door

160x210 cm

400cm

Ground

cls 35x20 cm + stell bar 4 Ă˜8

~150 cm

BEDROOM 2

10cm

Reinforced concrete curb

Bamboo fence

165cm

Ladder

Wooden 2,5 cm

Wooden beam

Mezzanine

x15x20 cm’s

Balanced supports

Window frame

30cm

Section B-B

Mud Bricks (cooked)

Reinforced concrete curb

12,10cm

Iron plates

300cm

Wood 20x20 cm

cls 35x20 cm + stell bar 4 Ă˜8

200 cm

462cm

266cm

Breakdown beam

Secondary beam

7cm

Mud wall

30 cm

water tank

25

580cm

Mattress

Boards

110 cm Main beam

150cm

Banister

Wood 20x20 cm

90 cm

Wooden door

160x210 cm

Mud wall

traditional technique

corn stock

henhouse

nightstand

330cm

Main beam

107cm

145 cm

300cm

desk + chair

610cm

8x4 cm

20x20 cm

single bed + storage

Thatched roof

Bamboo wattle + Mosquito net Secondary beams

Wooden pillar

A

B

8 Metal roof sheets Toilets’ roof

COST ESTIMATION Wood

Bricks

Bamboo

Concrete

Hardware

Labor

Logistics

Machinery

1716986533 6,24 Mln TZS Self construction

On site

4 Mln TZS

1,3 Mln TZS

2 Mln TZS

6 Mln TZS

3,1 Mln TZS

House + Toilets

25 MLN TZS

1716986533


Arch. Salvatore Mula Mulasalvatore@yahoo.it 3454092015 Orune (Nu) Via della Costituzione N°5


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