Numero Due - Anno Sesto

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STORIA

Abbazia di Cerrate: la meraviglia ritrovata

EVENTI

Mostre e festival: i nostri consigli per scegliere bene

TERRITORIO

A spasso per la Puglia: Brindisi, Monopoli, Polignano a Mare ANNO VI – n. 2 € 4,50 – € 3,00

WITH ENGLISH ABSTRACTS




som

Puglia www.365giorniinpuglia.it

anno VI – numero 2 FOTO DI COPERTINA (Torre Specchia – Lecce) PH: Massimo Centonze DIRETTORE RESPONSABILE Gabriele De Giorgi (direttore@pwad.it) REDAZIONE Mariella Tamborrino (redazione@pwad.it) DIREZIONE GRAFICA Michele Ortese (grafica@pwad.it) COLLABORATORI: Andrea Aufieri, Paolo Conte, Agnese Cossa, Fabio Antonio Grasso, Luciana Lettere, Lorenzo Madaro, Francesca Mandese, Ilaria Marinaci, Aurora Mastore, Carlo Morelli, Eleonora Leila Moscara, Jessica Niglio, Annachiara Pennetta, Fiorella Perrone, Federica Sabato. TRADUZIONI: Sabrina Liberti FOTO: Massimo Centonze, Valeria Potì, Pierpaolo Schiavone. COLLABORAZIONE GRAFICA: Roberto Mariano VIDEO: Massimo Centonze WEB: Vito Domenico Amodio, Arianna Moscatello SOCIAL MEDIA MANAGER: Milena Calogiuri, Annachiara Pennetta RESPONSABILE DISTRIBUZIONE: 365 giorni in Puglia s.r.l.s. RESPONSABILE BTM: Mary Roberta Rossi Si ringraziano: Regione Puglia e l’Assessore al Turismo Loredana Capone; l’agenzia PugliaPromozione; sindaci e amministratori dei Comuni di Lecce, Brindisi, Taranto, Gallipoli, Grottaglie, Martina Franca, Melendugno, Nardò e Vernole; l’Università del Salento; tutte le edicole nelle quali Salento Review è messo in vendita. Si ringraziano inoltre AirDolomiti, Turkish Airlines e tutti i partner del progetto.

www.salentoreview.it – info@salentoreview.it EDIZIONI, PUBBLICITÀ E DISTRIBUZIONE

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5. EDITORIALE

arte FOTOGRAFIA 6. Il fotografo della commedia umana: Elliott Erwitt

32. LEPicasso MOSTRE e gli altri maestri 120. FOTOGRAFIA La Colombia di Giorgio D'Aria

Via Pozzuolo 77 73100 Lecce (LE) Tel. 0832.318433 info@365giorninpuglia.it

38. Tre città in mostra per il genio del Cubismo

LECCE 60. Il ritrovato splendore di Cerrate CURSI 68. Cave di pietra, un viaggio nelle viscere della terra

STAMPA

Gioffreda Via G. Vella, Maglie (LE) È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in redazione il 15 giugno 2018 ISCRITTO AL N. 7 DEL REGISTRO DELLA STAMPA DEL TRIBUNALE DI LECCE 2 MAGGIO 2013 – CRON. N. 18/2013 Annotato mutamento al n. 7/2013 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 23 gennaio 2018.

territorio POLIGNANO E MONOPOLI 16. Le ancelle adriatiche della Puglia BRINDISI 24. Chiesa di San Paolo, l’arte svelata VALLE D'ITRIA

VISITA IL BLOG MAGAZINE WWW.SALENTOREVIEW.IT

LECCE 76. Nuovi itinerari ipogei BRINDISI

82. Le molte vite del Castello Alfonsino


mario 6 pubbliredazionali

12. PUGLIAPROMOZIONE Territorio

22. KALE CORA

Stabilimenti balneari

30. MASSERIA MELCARNE

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Ristorazione

42. GIRODIBOA BEACH Stabilimenti balneari

44. COCOBAY BEACH Stabilimenti balneari

46. ACAYA GOLF RESORT & SPA Strutture ricettive

56. VIVOSA APULIA RESORT Strutture ricettive

66. RESORT HOTEL TENUTA

eventi FESTIVAL

50. Fuori dagli schemi. La musica come modello culturale

cultura STORIA 88. Frigole, la grande bonifica MUSICA

28. Alessandra Caiulo e Koinè, 1 la verità delle tradizioni

sport CALCIO 94. Il Lecce si riprende la sua storia SUP 134. Acquatina in sup

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economia IDEE INNOVATIVE 100. La moringa: l’albero miracoloso cresce anche nel Salento

CENTOPORTE Strutture ricettive

74. PALAZZO DE MORI Strutture ricettive

80. ROAD 66 Ristorazione

86. BLU NOTTE Ristorazione

98. COMUNE DI NARDÒ Territorio

cucina VINO 106. Tutte le sfumature del vino rosato

104. COMUNE DI MELENDUGNO

ecologia TURISMO 112. Dal Salento in viaggio verso IT.A.CÀ

116. LINCIANO LIQUORS

Territorio

110. SALENTOEAT

Tecnologia e innovazione Eventi

126. COMUNE DI VERNOLE Territorio

132. HELLOBEACH APP Tecnologia e innovazione

137. COMUNE DI LECCE Tecnologia e innovazione

140. COMUNE DI GALLIPOLI Territorio

142. ALBERGO PALAZZO Strutture ricettive



EDITORIALE

GABRIELE DE GIORGI

Quanti numeri ci vorrebbero per avere un quadro sufficientemente esaustivo delle bellezze paesaggistiche, dei siti di interesse culturale e monumentale, della varietà enogastronomica che offre la nostra regione? E se mai fosse possibile stimare le pagine necessarie per raccontare le storie che hanno a che fare con i mestieri degli artigiani, con l’intraprendenza dei giovani che si reinventano un lavoro ancorando studi e formazione al patrimonio di saperi che hanno ereditato dagli avi, quante ne servirebbero davvero? Me lo chiedo spesso. Sono oramai sei anni che Salento Review attraversa in lungo e in largo il Tacco d’Italia, cercando di scovare scorci inediti e originali, di valorizzare pezzi di memoria e di geografia resi marginali da una fruizione usa e getta del tempo libero, della vacanza. Eppure ho sempre la sensazione che il meglio debba ancora venire, che abbiamo la fortuna di attingere ad un pozzo senza fine. Ecco perché da molto tempo abbiamo allargato lo sguardo all’intera Puglia, provando a cogliere, numero dopo numero, la generosità di una regione capace di stupire per la sua varietà. Nelle pagine che seguono continuiamo dunque nel nostro viaggio, provando a darvi anche qualche suggerimento utile per muovervi con criterio nel vortice degli appuntamenti che l’estate propone in abbondanza.

How many issues would it take to have a sufficiently comprehensive picture of the landscape beauty spots, of the sites of cultural and monumental interest, of the food-and-wine variety that our region offers? And if it were ever possible to estimate the pages necessary to tell the stories that have to do with the crafts of the artisans, with the enterprise of young people who reinvent a job by anchoring studies and training to the heritage of knowledge that they have inherited from their ancestors, how many pages would they really need? I often ask it to myself. It is six years since Salento Review started to travel the 'Heel of Italy' far and wide, trying to find unknown and original views, to enhance pieces of memory and geography made marginal by a disposable use of leisure and vacation. Nevertheless, I always have the feeling that the best is yet to come, that we are lucky enough to draw from an endless well. This is why we have broadened our look to the whole Apulia for a long time, trying to grasp – issue by issue – the generosity of a region able to surprise for its variety. In the following pages, we continue our journey, also trying to give you some suggestions useful to move with good sense through the whirlwind of events that summer offers in abundance.

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ARTE

FOTOGRAFIA


di agnese cossa e jessica niglio/foto agnese cossa

Il fotografo della commedia umana: Elliott Erwitt Al castello Carlo V di Lecce la più grande retrospettiva sull’autore in bianco e nero e a colori Si chiama “Personae” ed è la prima grande retrospettiva dedicata a Elliott Erwitt, uno dei padri della fotografia del Novecento, dal piglio originale e inconfondibile, tanto da essere definito “il fotografo della commedia umana”. Più di 120 scatti ospitati nel Castello Carlo V di Lecce, in esposizione fino al 9 settembre. Un’occasione particolare per la città e per tutto il Salento, che mettono in calendario nella stagione estiva una grande mostra prodotta da un importante gruppo culturale nazionale, Civita Mostre, in virtuosa sinergia con l’amministrazione comunale e altre realtà locali, come SudEst57, Theutra, CoolClub. Le sale monumentali del castello hanno cambiato aspetto, nell’alternanza di corridoi espositivi pensati per l’occasione. Un’opera dopo l’altra, tra le fotografie divenute icone e quelle meno note, si segue un percorso tra ritratti e scene street di notevole eleganza compositiva in cui emergono profonda umanità ma soprattutto la grande ironia e il gusto per l’indagine sulle pieghe della vita quotidiana dell’autore. Preziosissima e quasi inedita tutta la sezione a colori, proposta dalla curatrice Biba Giachetti, che ha voluto per la

USA. CALIFORNIA. 1956. (PAR11118)

SORRISO E COMMOZIONE SONO IL RISULTATO DEI SUOI SCATTI MA SONO ANCHE DUE ELEMENTI CHE SOMMATI FANNO LA NORMALITÀ prima volta unire gli scatti legati alle campagne di comunicazione ed editoriali di Erwitt, quelli politici, sociali, narrativi, sulla moda e sul cinema alla più nota e corposa produzione in bianco e nero. Quando il fotografo, infatti, inizia la sua carriera, negli anni Quaranta, si scattava in pellicola bianco e nero, soprattutto perché le prime pellicole a colori risultavano imprecise e molto costose, non gestibili all’interno dei laboratori personali dei fotografi. Quando il colore si impone, soprattutto nei giornali, il linguaggio espressivo cambia radicalmente e il bianco e nero diventa la cifra dei lavori personali e artistici. L’esposizione leccese mostra chiaramente quanto la sensibilità di Erwitt si adatti alla perfezione a entrambi i linguaggi, passando dal bianco e nero al colore

e viceversa, tenendo sempre al centro l’aspetto più umano dei soggetti ritratti e raccontando ben sessant’anni di storia e civiltà, con una modalità da reportage giornalistico di grande personalità. È per questo che la mostra si chiama “Personae”, per la magistrale capacità di raccontare gli individui e la loro realtà concreta ma allo stesso tempo il loro essere maschere, parodia di se stessi, protagonisti di un mondo vicino alle dinamiche dell’arte contemporanea. Chi è Elliott Erwitt? Elliott Erwitt, al secolo Elio Romano Erwitz, nasce a Parigi nel 1928, da genitori russi di religione ebraica. Trascorre i primi dieci anni di vita a Milano, per poi trasferirsi di nuovo a Parigi per sfuggire alle leggi razziali. Nel 1939, con lo scoppiare della guerra, insieme alla sua

SPAIN. MADRID. 1995. PRADO MUSEUM. (NYC3850)

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ARTE

FOTOGRAFIA

famiglia lascia definitivamente l’Europa alla volta dell’America. Passa i primi anni a Los Angeles. La sua passione per la fotografia inizia proprio qui, quando, adolescente, compra la sua prima fotocamera a lastre e comincia a fotografare le persone che lo circondano,

i vicini di casa, i compagni di classe, i frammenti di vita quotidiana. Non aveva la minima idea allora che sarebbe diventato un fotografo professionista, ma gli piaceva il fatto che non avrebbe avuto un lavoro tradizionale. Alla fine degli anni ‘40 decise di spostarsi

nella città dove vive tuttora, New York. È qui che fece l’incontro che cambiò la sua vita. Intento a cercare lavoro, ebbe la fortuna di conoscere Robert Capa e Edward Steichen, che gli commissionarono i primi incarichi. Così, dopo aver assolto due anni di servizio militare in Europa, nel 1954 Robert Capa lo volle come membro effettivo all’interno dell’agenzia Magnum, di cui sarà il presidente tra il ’65 e il ‘68. Da quel giorno si guadagnerà la sua fama internazionale, combinando i lavori professionali con gli scatti privati. Sarcasmo, sottile ironia e paradosso sono i tratti distintivi delle sue immagini. Sorriso e commozione sono il risultato dei suoi scatti, ma sono anche due elementi che, sommati, fanno la normalità. Ed Elliot Erwitt è noto per essere il fotografo che celebra l’ordinario, che nella normalità di tutti i giorni coglie la meraviglia. Henri Cartier Bresson è stato il suo punto di riferimento artistico e si narra che fu proprio la fotografia di uno scalo ferroviario scattata dal fotografo francese a rivelargli la passione per la fotografia.

USSR. MOSCOW. 1959. NIKITA KHRUSHCHEV AND RICHARD NIXON. (NYC13628)

PREZIOSISSIMA E QUASI INEDITA TUTTA LA SEZIONE A COLORI, PROPOSTA DALLA CURATRICE BIBA GIACHETTI


FRANCE. PROVENCE. 1955. (NYC143638) USA. RENO, NEVADA. 1960. MARILYN MONROE DURING THE MISFITS. (NYC143707)

«Ho lavorato tante volte con Erwitt, ricordo in particolare per la campagna della San Pellegrino e per altre campagne internazionali tipo la Jacob Cohen Jeans». Denis Curti, curatore di numerose mostre e rassegne fotografiche, direttore del mensile “Il Fotografo”, direttore artistico della Casa dei Tre Oci di Venezia e del Festival della Fotografia di Capri, così racconta il suo legame professionale e la sua amicizia con Erwitt. «Ricordo i viaggi a New York per andare a trovare Elliott nel suo studio accogliente davanti a Central Park dove ha il suo immenso archivio: un vero privilegio perché avevo accesso alla sua memoria. Lui si alzava, apriva un cassetto e, tra migliaia di stampe e negativi, si ragionava di fotografia. Girava con un bastone a cui aveva attaccato una trombetta e ogni qual volta scattava una foto faceva suonare la trombetta, oppure usava indossare un naso da pagliaccio. Tutto questo non per uno spettacolo fine a se stesso ma per richiamare, a modo suo, l’attenzione dei modelli. Un fatto particolare che rende bene idea di che personaggio sia: quando abbiamo scattato per Jacob Cohen abbiamo deciso di rifare una sua foto con i modelli della firma, in particolare quella celeberrima del jumping dog. Avevamo scelto i modelli, gli abiti e due cani. Ma ci rendemmo conto che i cani non saltavano generando un problema enorme per la troupe. Scoprimmo infine che il cane della foto di Elliott non ha mai saltato, naturalmente, ma era stato lasciato cadere dall’alto ad una altezza adatta perché non si facesse male. Un buon osservatore infatti coglie che nella foto il cane è terrorizzato e sta atterrando anche se il titolo fa pensare a un cane che salta. Risolvemmo la fotografia in modo bizzarro, venne fuori la sua ironia e la sua particolare capacità di intervenire sulla realtà».

USA. NEW YORK. 1999. (NYC21193)

DENIS CURTI

Denis Curti, curator of numerous photographic reviews and director of ‘Il Fotografo’, tells about his professional bond and friendship with Erwitt. "In his comfortable studio in New York, he has his immense archive. Among thousands of prints and negatives, he used to think about photography. Every time he took a picture, he played a toy trumpet. He used it to draw, in his own way, the attention of his models."

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ARTE

FOTOGRAFIA

Si è sempre considerato un fotografo professionista con un hobby per la fotografia e non ha mai avuto difficoltà ad ammettere che il lavoro commerciale gli ha permesso di pagare le bollette e che questo spesso è stato determinante nel creare un ambiente in cui fare il suo lavoro personale. Uno stile diretto il suo, sottolineato dall’uso della pellicola. Il bianco e nero è il suo modo preferito di fotografare; lo ritiene la sintesi di ciò che si vede. Mentre alle fotografie a colori, che pure non mancano nel suo archivio, attribuisce il senso della descrizione di ciò che accade.

La fortuna, per lui, è un elemento essenziale della fotografia, che ha sempre combinato sapientemente con il suo occhio acuto e l’ironico umorismo. Come accadde quando scattò quella che divenne l’immagine simbolo della Guerra Fredda, ritraendo il confronto storico tra Richard M. Nixon e Nikita S. Khrushchev a Mosca: «Andai lì per scattare foto ai frigoriferi della Westinghouse. Il fatto di essere nella cucina espositiva al loro arrivo è stata solo fortuna. Sono stati di fronte a me per 40 minuti. Solo io e loro e una folla enorme dietro di loro». Ha ritratto numerose personalità, da Marilyn Monroe a Che Guevara, da

Castro alla famiglia Kennedy. Ma tra i suoi soggetti preferiti troviamo cani e bambini perché, come lui stesso sostiene, non se ne hanno a male se li fotografi e non chiedono di avere in regalo le stampe «e queste sono due buone ragioni per fotografarli». Sagacia, sarcasmo e romanticismo sono il fulcro del suo “fare fotografia” e probabilmente anche del suo modo di vivere la vita. Una sensibilità che accompagna tutta la sua produzione e che compone una visione del mondo unica, personale e riconoscibile. Info: www.mostraerwitt.it USA. RENO, NEVADA. 1960. 'THE MISFITS'. (NYC143710)

THE PHOTOGRAPHER OF THE HUMAN COMEDY: ELLIOTT ERWITT AT CASTELLO CARLO V IN LECCE, THE BIGGEST RETROSPECTIVE EXHIBITION OF THE AUTHOR "Personae" is the first major retrospective exhibition dedicated to Elliott Erwitt. More than 120 shots hosted at Castello Carlo V in Lecce until 9th September. Through portraits and street scenes of remarkable elegance, deep humanity, great irony and a taste for the investigation on the depths of everyday life emerge. Precious and almost unknown, the colour section is combined with the best renowned and substantial blackand-white production. With the advent of colour, Erwitt’s expressive language changes completely. The black and white become the identity-making feature of his personal and artistic works, but his sensitivity suits perfectly both languages, telling individuals and their concrete reality but – at the same time – their being masks. Who is Elliott Erwitt? Elliott Erwitt was born in Paris in 1928. His parents were Jewish. He

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spent the first ten years of his life in Milan, then he moved back to Paris to escape the racial laws. In 1939, with the outbreak of the war, he left Europe and moved to the USA. In Los Angeles, when he was still a teenager, his passion for photography began. In New York, in 1954, Robert Capa wanted him to be a member of the Magnum agency, of which he will be the president between '65 and '68. Since that day, he will have become a photographer of international renown, by combining professional work with private shots. Sarcasm, subtle irony and paradox are the distinctive traits of his pictures. Smile and emotion are the results of his shots. Elliot Erwitt is known for being the photographer who celebrates the ordinary, capturing wonder in everyday life. According to him, luck is an essential element of photography. As it happened when he took the picture become the symbol of the Cold War: the historical meeting between Richard M. Nixon and Nikita S. Khrushchev in Moscow. Sagacity, sarcasm and romanticism are the focus of his photography. His sensitivity makes up a unique, personal and recognisable vision of the world


LECCE PIAZZA S. ORONZO, 7 TEL. E FAX 0832.243811 www.orestetroso.it info@orestetroso.it


TERRITORIO

PUGLIA PROMOZIONE

“MICHAEL” OLTRE LA FESTA Grande successo per la prima edizione del Festival dedicato a San Michele Arcangelo. Modello virtuoso per fare rete e per promuovere il territorio Non un’opera sacra qualunque. Per l’apertura ufficiale della prima edizione di “Michael”, il festival delle arti, della cultura e della spiritualità di scena dal 4 al 12 maggio a Monte Sant’Angelo, è stata scelta “Alleluia San Michele” del compianto Maestro Peppino Principe. Un omaggio nell’omaggio nei giorni in cui il borgo fa festa per celebrare San Michele Arcangelo. Il festival, fortemente voluto dall’amministrazione locale, e realizzato anche grazie ad un nutrito partenariato, tra cui Pugliapromozione, la Regione Puglia e l’Ente Parco Nazionale del Gargano, ha abbracciato i settori più svariati: cultura,

enogastronomia, storia, natura e spettacolo, partendo ovviamente dall’universo spirituale che in questi luoghi trova la sua massima espressione. In primo piano anche i due siti UNESCO del territorio: le tracce longobarde del Santuario di San Michele Arcangelo e le faggete vetuste della Foresta Umbra. Dieci giorni di programmazione; cinque espressioni artistiche diverse per gli eventi: il concerto con Sergio Cammariere, l’opera lirica “Alleluia San Michele”, la rievocazione storica della “battaglia tra Bizantini e Longobardi”, il docufilm “MiKaEl” e il


www.pugliapromozione.it Comune di Monte Sant'Angelo – Monte Sant'Angelo (FG) – www.montesantangelo.it – www.turismomontesantangelo.it –

musical “San Michele. L’Angelo dell’Apocalisse”; otto grandi convegni; un patto di collaborazione (con la rete dei “centri micaelici”); due patti di amicizia (con Nova Milanese e con i Comuni della Sacra di San Michele in Piemonte); due

protocolli d’intesa (con i Siti UNESCO di Puglia e Basilicata, con la rete dei “grandi Santuari di Puglia”). E ancora, ventuno città coinvolte, unite dalla spiritualità o dal riconoscimento UNESCO; quattro incontri dedicati alle eccellenze enoga-

stronomiche; sei visite guidate gratuite sui percorsi storico, naturalistico, culturale, esperienziale. Più di 40 relatori; cinque enti promotori, nove associazioni coinvolte, cinque prestigiosi patrocini; quattro prodotti turistici (culturale, spirituale, naturale, enogastronomico); due siti UNESCO. Questi i numeri della prima edizione del Festival “Michael”. «Monte Sant’Angelo è un borgo unico, ricco di storia e di fascino, circondato da un paesaggio meraviglioso – sottolinea Loredana Capone, assessore regionale all’Industria Turistica e Culturale – e questo festival valorizza e promuove a livello nazionale ed internazionale tutte le sue bellezze. “Michael” si muove sulla strada giusta per la creazione di un prodotto turistico che metta insieme più territori della Puglia, seguendo il filo della cultura e della storia e naturalmente dell’enogastronomia. Gli ingredienti ci sono tutti per far conoscere questo meraviglioso borgo dell’entroterra pugliese, intercettando le scelte dei viaggiatori che sempre più desiderano fare una esperienza di viaggio slow in luoghi meno battuti dal turismo di massa». «Siamo molto soddisfatti – dichiara il sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo d’Arienzo – è nata una grande manifestazione non solo per la qualità artistica degli eventi promossi ma soprattutto per 12 13


TERRITORIO

PUGLIA PROMOZIONE concrete di promozione. Abbiamo presentato al meglio la nostra città e grazie anche ai nostri operatori commerciali e turistici abbiamo accolto con calore i tanti ospiti». «Con questo grande evento – commenta Rosa Palomba, assessore comunale alla Cultura, Turismo e Istruzione – abbiamo voluto mettere in vetrina i nostri tesori e le esperienze che si possono vivere a Monte Sant’Angelo. “Micheal” è anche una strategia di comunicazione

e promozione importante per rendere i nostri quattro prodotti turistici concreti strumenti per i tour operator e per gli stakeholder. Da oggi le imprese e le associazioni del territorio hanno strumenti per pianificare e programmare con noi azioni di marketing territoriale volte a destagionalizzare e internazionalizzare la nostra destinazione turistica». Intanto sono già state fissate le date per la seconda edizione del festival. “Michael” ritornerà dal 4 all’11 maggio 2019.

DA SINISTRA A DESTRA: PIERPAOLO D'ARIEZZO, SERGIO CAMMARIERE, ROSA PALOMBA

i risultati raggiunti grazie agli importanti impegni assunti attraverso la costituzione di reti che, a diversi livelli, ci hanno visti protagonisti per una promozione comune delle nostre destinazioni turistiche. Tante le idee su cui già mettersi al lavoro, condivise con gli altri comuni ed enti. L’obiettivo è stato raggiunto: quello, cioè, di lavorare insieme per creare prodotti turistici sui segmenti culturale, spirituale, naturale ed enogastronomico e rendere questi contenitori strategie operative e

‘MICHAEL’ BEYOND THE CELEBRATION GREAT SUCCESS FOR THE FIRST EDITION OF THE FESTIVAL DEDICATED TO SAINT MICHAEL THE ARCHANGEL ‘Michael’, the festival of arts, culture and spirituality, was on the stage for the first time from 4th to 12th May in Monte Sant'Angelo. It encompassed the most varied sectors: culture, food and wine, history, nature and entertainment. There were also two UNESCO sites in the foreground: the Longobard traces at the Sanctuary of Saint Michael the Archangel and the old beechwoods at the Foresta Umbra ('Forest of Shadows'). Ten days of planning; five different artistic expressions. Twenty-one cities involved; four meetings dedicated to first-rate food and wine; six free guided tours on our historical, naturalistic, cultural and experiential routes. More than 40 speakers; five promoters, nine associations involved, five prestigious sponsorships; four tourist products; two UNESCO sites. These are the numbers of the first ‘Michael’ Festival. "Monte Sant'Angelo is a village rich in history, surrounded by a wonderful landscape – underlines Councillor Loredana Capone, – and this festival enhances all its beauties on a national and international level. There are all the ingredients to attract those travellers who choose less visited places." "We already have many ideas shared with other municipalities and institutions, – says Mayor Pierpaolo d'Arienzo. – We have presented our city at its best and warmly welcomed our many guests." "With this great event, – adds Councillor Rosa Palomba – we wanted to showcase what can be experienced in Monte Sant'Angelo. ‘Micheal’ is also a strategy to make our four tourist products concrete territorial marketing tools aimed at making tourism less dependent on seasonal factors and at internationalising our tourist destination." ‘Michael’ will return from 4th to 11th May 2019.

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TERRITORIO

POLIGNANO E MONOPOLI

Le ancelle adriatiche della Puglia Tra scogliere mozzafiato e calette cristalline, due mete imperdibili per esplorare la regione Situate a pochissimi chilometri di distanza, incastonate in un tratto di costa rocciosa dell’Adriatico a sud di Bari, Monopoli e Polignano a Mare sono due tra le mete turistiche predilette della Puglia. Spiagge confortevoli, scorci panoramici mozzafiato e centri storici suggestivi e 16 17

dai mille racconti fanno delle due cittadine – e delle aree circostanti – due perle della regione, vedette privilegiate sul mare che guarda all’est Europa. Il borgo di Polignano è noto in tutta Italia per avere dato i natali all’amatissimo Domenico Modugno, considerato uno

dei padri della canzone italiana; custodisce una delle spiagge più note d’Italia – apparsa in numerosi film tra cui “Io che amo solo te” di Marco Ponti tratto dall’omonimo libro di Luca Bianchini, “Cado dalle nubi” di Gennaro Nunziante con Checco Zalone, “Sabato, domenica e


di jessica niglio/

“Il Libro Possibile”, che da diciassette anni convoca nella regione alcuni tra gli scrittori e gli intellettuali più affermati e premiati. L’edizione 2018 (dal 4 al 7 luglio) è dedicata all’eclettico artista Pino Pascali, a cinquant’anni dalla morte. Quelle naturalistiche sono senza dubbio tra le attrattive più importanti del luogo: Polignano è ricchissima di grotte marine, anfratti e caverne che percorse in barca permettono di esplorare la conformazione a strati della costa e di godere di gio-

chi di luce sul mare limpido, da grotta Ripagnola a quelle di Santa Caterina, della Foca, dell’Acqua di Cristo, delle Rondinelle, dei Fidanzati, quella Azzurra, Palazzese e tante altre. È possibile perlustrarle a nuoto con una guida esperta o noleggiando delle barche. Alle grotte si affiancano le caratteristiche “lame”, i solchi carsici tipici della Puglia causati dai movimenti erosivi del mare: quella di Cala Messa e quella di Cala Sala, che ha anche un piccolo porticciolo

PH: DANIELE CORICCIATI

PH: DANIELE CORICCIATI

ALLE GROTTE SI AFFIANCANO LE CARATTERISTICHE “LAME”, I SOLCHI CARSICI TIPICI DELLA PUGLIA

lunedì” di Lina Wertmuller, “La ragazza con la pistola” con Monica Vitti e molti altri – , nel cuore dello sperone roccioso a picco sul mare, frangia su cui si ergono le stradine del centro storico. Dal 2008 Bandiera Blu della Foundation for Environmental Education per la pulizia delle acque di balneazione e delle spiagge, la cittadina è molto conosciuta anche per la presenza di moltissimi balconi a strapiombo sul mare, tanto che il Red Bull Cliff Diving – tour mondiale con i migliori interpreti internazionali di tuffi – l’ha eletta tappa finale e decisiva per l’assegnazione dei titoli. Polignano rappresenta un comune virtuoso anche per la sua attenzione agli eventi culturali: più che riuscita la rassegna


TERRITORIO

PH: DANIELE CORICCIATI

POLIGNANO E MONOPOLI

l’antica strada che collegava Benevento a Brindisi. Tuttavia la sua storia affonda le radici nel neolitico, con segni di presenza umana in luoghi come l’ipogeo Manfredi che risale al IV millennio a.C. che è uno degli insediamenti più significativi della Puglia centrale. Per la sua posizione strategica, è sempre stato un centro di fiorenti traffici commerciali, tanto da diventare dominio veneziano, epoca della quale conserva il palazzo del Doge. Tante sono le attrazioni POLIGNANO, PH: STEFANO GAROFANO

e un borgo di pescatori nelle vicinanze. La lama Incina, più a sud, è lunga ben un chilometro e mezzo con un terreno messo a coltura da secoli, una mulattiera e dei muretti a secco. È ricca di specie spontanee come ulivi secolari, lentisco, cappero, timo, asfodelo. Verso il mare la lama si apre su una torre difensiva del XVI secolo. A Polignano sono ancora visibili i resti dell’antica dominazione romana, è infatti percorribile il ponte sulla via Traiana,

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culturali e religiose: tra gli eventi, “Meraviglioso Modugno”, concerto in memoria del cantautore pugliese che vede sul palco numerosi artisti di calibro nazionale. Luogo da visitare è la “Fondazione Museo Pino Pascali”, nata nel 2010, che ha sede nell’ex mattatoio comunale sul lungomare e racchiude una mostra antologica dedicata all’artista pugliese, curata da Achille Bonito Oliva e Pietro Marino, nata in occasione della sua scomparsa. Raccoglie le opere di alcuni degli artisti pugliesi più importanti e le opere degli artisti vincitori del “Premio Pino Pascali”. È l’unico museo di arte contemporanea stabile con mostre temporanee e la collezione permanente. Subito a sud di Polignano, in territorio confinante, percorrendo la superstrada che collega Bari a Brindisi, appena dopo la scogliera a strati, si svela un altro panorama mozzafiato: è Monopoli, uno dei porti più importanti e attivi della regione. La cittadina, di impianto alto medievale, si è sovrapposta a un centro di origine messapica ed è ancora oggi circondata da una cinta di alte mura. Si affaccia quindi sul mare, ancora una volta con una rappresentazione di piccolo borgo cittadino incastonato sulla scogliera, questa volta bassa. Monopoli era un tempo divisa in antichi


COSTA TRA MONOPOLI E POLIGNANO, PH: STEFANO GAROFANO PH: LOREDANA COCOLA

casali, oggi scomparsi, tanto da essere definita “la città delle cento contrade” che custodivano delle masserie fortificate, delle quali qualcosa si conserva ancora oggi: insediamenti rupestri, trulli, ville e case coloniche. Tutt’intorno uliveti secolari e mandorli rendono la visione ancestrale e sublime, assieme alla rigogliosità della macchia mediterranea. In centro, calette affacciate su un mare di un raro azzurro svelano una spiag-

getta nei pressi di largo Porta Vecchia, proprio a ridosso del borgo storico. Un luogo di particolare fascino si trova in corrispondenza del Monte San Michele: un’oasi faunistica situata su un lembo della Murgia, che racchiude moltissime rare specie botaniche. Monopoli si colloca su un particolare declivio che circonda la città di Bari, la cosiddetta “Conca”, un rilievo che discende rapidamente in prossimità del

CALETTE AFFACCIATE SU UN MARE DI UN RARO AZZURRO SVELANO UNA SPIAGGETTA NEI PRESSI DI LARGO PORTA VECCHIA capoluogo fino a manifestarsi come un enorme gradino, chiamato “le serre”. Il risultato è che il paesaggio si presenta in modo nettamente distinto: una zona pianeggiante verso la marina e una zona d’altura verso l’entroterra. Tutto il litorale è frastagliato e basso, si presta quindi particolarmente alla balneazione, ma è adatto anche alle esplorazioni: sono frequenti gli spettacoli offerti dai fenomeni carsici come doline e pozzi naturali, grotte come quella di Santa Lucia, tra le più grandi d’Italia, e voragini come quella dell’Impalata. Tra le cose da vedere, nel borgo, senza dubbio il Castello di Carlo V che ingloba anche una grande porta fortificata di epoca romana, sistema difensivo di


TERRITORIO

POLIGNANO E MONOPOLI un crocevia fondamentale tra Bari e Brindisi nei tempi delle crociate e un importante punto di contatto con l’Oriente. Nel medioevo conobbe il suo massimo sviluppo tanto da diventare polo di riferimento per le città vicine, come Fasano, Locorotondo, Alberobello e Cisternino. Centro federiciano tra i più riconosciuti, ha vissuto con il Puer Apuliae un momento di ricostruzione e ampliamento. Per completare la visita di Monopoli e del suo agro non si può escludere Capitolo, località balneare paradisiaca

con chilometri di spiaggia con sabbia bianca sottilissima e mare cristallino. Tra gli eventi più significativi che si svolgono nella cittadina, il “Sudestival”, dedicato al cinema e alla filmografia indipendente italiana, e il “Phest”, festival internazionale dedicato invece alla fotografia che ha avuto il merito di portare le opere fotografiche contemporanee e gli autori nelle strade della città, facendoli diventare parte integrante dell’assetto urbano e creando delle connessioni con il Mediterraneo.

PH: LOREDANA COCOLA

riferimento per il porto. Oggi ospita ciclicamente eventi culturali e mostre di levatura internazionale. Ancora tutta la Monopoli sotterranea, ricchissima di siti archeologici, che dalla Cattedrale si dipana sotto il castello e le piazze. Il porto di Monopoli ha rappresentato

PH: LOREDANA COCOLA

PH: LOREDANA COCOLA

THE APULIAN ADRIATIC HANDMAIDS TWO UNMISSABLE DESTINATIONS TO EXPLORE THE REGION Set in a stretch of the rocky Adriatic coast, Monopoli and Polignano a Mare are among the favourite tourist destinations in Apulia. Comfortable beaches, breathtaking panoramic views and evocative historical centres make them two pearls of the region. Polignano holds one of the most renowned Italian beaches, in the heart of the rocky spur overlooking the sea. The town – that has been awarded the Blue Flag by the Foundation for Environmental Education since 2008 – has been elected final stage of the Red Bull Cliff Diving. Polignano is also a virtuous municipality for its attention to cultural events. This year, the festival 'Il Libro Possibile' (‘The Possible Book', from 4th to 7th July) is dedicated to the eclectic artist Pino Pascali. The town is very rich in sea caves that can be explored by swimming – accompanied by an expert guide – or by renting a boat. In Polignano, the remains of the ancient Roman rule are still visible, although the first signs of human presence date back to the fourth millennium B.C. Polignano has always been a centre of flourishing trades, so as to become a Venetian dominion. There are many cultural and religious attractions: among the events, 'Meraviglioso Modugno' – a concert in memory of the Apulian singer-songwriter. The 'Fondazione Museo Pino Pascali' is a place to visit, as it contains

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an anthological exhibition dedicated to the Apulian artist as well as the works of other important Apulian artists. Just south of Polignano, another breathtaking view reveals itself: it is Monopoli, one of the most important ports in the region. The town has a medieval structure, is surrounded by high walls and is set on a low cliff. Monopoli was once divided into ancient farmhouses. Centuries-old olive groves and almond trees make the view ancestral and sublime. A wildlife oasis located on a strip of the Murge plateau holds a large number of rare botanical species. The whole coastline is jagged and low, particularly suitable for both bathing and exploration of sinkholes, natural wells, caves and chasms. Among the things to see, there are the Castle of Charles V ('Castello di Carlo V') and the underground Monopoli, very rich in archaeological sites. Monopoli's port represented a fundamental crossroads between Bari and Brindisi at the time of crusades and an important point of contact with the East. Recognized as one of the most acknowledged Frederick's centres, it experienced a moment of reconstruction and enlargement with the Puer Apuliae. To complete the visit, you cannot miss Capitolo, a paradisiac seaside resort with white sand and crystalline sea. Among the most significant events, the 'Sudestival' – dedicated to Italian independent filmography – and the 'Phest' – an international festival dedicated to contemporary photography.



STABILIMENTI BALNEARI

KALÈ CORA

Il lido giovane dal profilo esotico Riparte alla grande la stagione del Kalé Cora che, tra novità e conferme, riaccende l’estate adriatica. Sentitevi in vacanza

Fresco, dinamico, giovane. Il Kalè Cora si prepara a vivere l’estate 2018 con un pizzico di brio in più e con tante novità pensate per andare incontro alle esigenze di tutti, coniugando con fantasia e buon gusto mare e divertimento, sole e relax, buon cibo e intrattenimento. Gioara Rizzo e Francesco Lustrissimi,

compagni nella vita e soci in affari, hanno fatto della loro complicità quotidiana il marchio di fabbrica di questa nuova avventura. Una volta definiti ruoli e strategie hanno messo in moto un ingranaggio destinato ad avere successo. Tutti i tasselli combaciano perfettamente, in un puzzle in cui


LIDO KALÈ CORA Litoranea San Foca-San Cataldo, Melendugno (LE) tel. +39 342 7550626 – www.lidokalecora.it –

ogni settore è curato nel minimo dettaglio. Dal food & beverage agli eventi, senza ovviamente trascurare il discorso prettamente legato alla spiaggia ed ai servizi annessi. «Il lido è concepito come una casa in cui i nostri ospiti saranno coccolati, ascoltati. Un luogo dove potranno muoversi con disinvoltura in tutti gli spazi a loro disposizione. Il nostro scopo – afferma Gioara Rizzo – è quello di creare le condizioni ideali per offrire relax, divertimento e qualità». Una delle novità di quest’anno è la musica dal vivo. Tutte le domeniche il “sofà del Kalé Cora” ospiterà artisti locali del calibro di Cesare Dell’Anna, Carolina Bubbico, Carla Petrachi, Emanuela Gabrieli, la Municipal, tanto per citarne alcuni. Il direttore artistico, Manu Funk, ha creato un calendario cucito su misura per il lido: dinamico, con sonorità diverse e soprattutto con uno sguardo puntato alle eccellenze del territorio. «L’aperitivo della domenica – spiega Gioara – sarà uno dei nostri appuntamenti clou, insieme alle “cene a piedi nudi” sulla

spiaggia che organizzeremo il venerdì. Abbiamo pensato a questi momenti di intrattenimento per offrire qualcosa in più ai nostri clienti e, al tempo stesso, per vivacizzare questo lembo di costa». Il tutto in un contesto rinnovato e bellissimo come l’area bar dove è più che evidente l’impronta esotica fortemente voluta da Gioara e Francesco, instancabili e curiosi viaggiatori che hanno tratto spunto dalle loro esperienze all’estero per portare una ventata fresca e originale in questo angolo di Salento. Non solo sotto il profilo estetico – l’area food è un tripudio di bambù, legno, corde ed altri materiali leggeri ad impatto zero – , ma anche sul fronte cibo e bevande. E qui si apre un capitolo interessante. Oltre ai piatti tipici della tradizione locale e ai buonissimi panini gourmet di pesce, il menù annovera piatti di impronta internazionale. L’angolo “Idee dal mondo” propone ricette inconsuete ma buonissime come, per esempio, l’Açaí Bowl, uno smoothie – o se preferite un frullato denso – ad alto tasso di energia in cui prevale l’açaí, un frutto tropicale dalle indiscusse proprietà benefiche.

THE YOUNG BEACH CLUB WITH AN EXOTIC ASPECT THE KALÉ CORA SEASON STARTS AGAIN IN A BIG WAY Lively, dynamic, young. Kalè Cora is preparing itself to live summer 2018 with many new ideas designed to meet everyone's needs, combining sea and fun, sun and relaxation, good food and entertainment. Gioara Rizzo and Francesco Lustrissimi have started up a mechanism set for succeeding. From food & beverage to the events, without neglecting the beach and its related services. "The beach is conceived as a place where our guests can move with ease. Our aim – says Gioara – is to create the ideal conditions to offer relaxation, fun and quality." One of this year's novelties is live music on Sundays, with different sounds and the best local artists. "The 'Sunday aperitif' – explains Gioara – will be one of our highlights,

Chi vorrà approfittare delle prelibatezze preparate dallo chef potrà tranquillamente prenotare il piatto in cassa e poi ritiralo dall’apposito bancone. «Così – aggiungono Gioara e Francesco – tutto sarà più veloce e dinamico». La spiaggia resta la chicca di bellezza che tutti conosciamo. Ombrelloni, lettini, baldacchini e gazebo sono distribuiti in modo tale da creare delle piccole aree indipendenti l’una dall’altra, per assecondare le esigenze dei clienti. Ci sarà anche un servizio baby-sitting per bambini fino ai 10 anni, ed un “homemade corner” dove Simona Buono proporrà abiti e accessori creati da lei. Inutile dire che esiste già una linea Kalè Cora. «L’entusiasmo non ci manca – concludono Gioara e Francesco – , inoltre possiamo contare su una squadra giovane: tutti ragazzi under 30, pieni di energia e passione e su Kalè, simpatica mascotte a quattro zampe. Le nostre “porte” sono sempre aperte e chi volesse conoscerci meglio può farlo anche attraverso i social, altro nostro punto di forza, insieme alla comunicazione curata da Daniele D’Andrea».

along with the 'barefoot dinners' on the beach on Fridays." Everything will be held in a renovated and beautiful background like the coffee bar area where the exotic mark, strongly desired by Gioara and Francesco, is more than evident. The food area is a riot of bamboo, wood, ropes and other lightweight materials with low environmental impact. In addition to traditional local dishes and delicious gourmet sandwiches, the menu includes international dishes, with unusual but delicious recipes. The beach remains the real beauty treat. Beach umbrellas, sunbeds, canopies and gazebos create small areas separate from each other. There will also be a baby-sitting service and a 'homemade corner' where Simona Buono will propose some of her clothes and accessories. "We have got a lot of enthusiasm, – conclude Gioara and Francesco. – Anyone who would like to know us better can also do it through social media."

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TERRITORIO

BRINDISI

Chiesa di San Paolo, l’arte svelata Nell’ex convento gotico gli affreschi del XIV secolo convivono con gli altari barocchi Durante gli interventi della metà del secolo scorso, quando il boom economico travolgeva la storia, i reperti archeologici venivano seppelliti sotto il cemento armato e i teatri Ottocenteschi demoliti per fare posto ad anonimi casermoni, l’antico pavimento è stato ricoperto con tavelloni di marmo. Tre secoli prima, invece, il ridondante barocco aveva preso il posto degli affreschi Trecenteschi con altari

e statue in pietra di Carovigno. Strati sovrapposti di arte che si sta cercando di riportare alla luce per raccontare la storia della chiesa di San Paolo di Tebe eremita, una delle più belle di Brindisi, unica testimonianza dell’architettura gotica dell’intera provincia. Da settembre del 2016 il luogo di culto è oggetto di lavori di restauro conservativo e consolidamento statico: non è

la prima volta che si è temuto il crollo dell’edificio. La riapertura al culto e al pubblico è già fissata per il prossimo 28 settembre. E non sarà soltanto un luogo dove si celebrerà la messa. Insieme alla chiesa di Santa Teresa e alle ex Scuole Pie entrerà a far parte di un percorso espositivo dedicato al ricco corredo di arredi sacri della Diocesi. Ospiterà anche concerti ed eventi.


di francesca mandese/foto massimo centonze

Quando la visitiamo, all’interno ci sono ancora le impalcature. I restauratori dell’impresa Nicolì di Lequile – la stessa che sta curando i lavori nella basilica di Santa Croce a Lecce – sono impegnati nella fase finale dell’integrazione pittorica degli altari. Sono Rossella Rasola, Jessica Amato, Francesco Tauro, Greta Serra, Chiara Pagliara e Emanuela Lazoi. «Perché quasi tutte donne? Perché quello del restauro è un intervento che richiede grande pazienza e precisione», spiega l’architetto Luigi Dell’Atti, direttore dei lavori. È proprio lui ad accompagnarci nella visita all’interno della chiesa e a spiegare l’importanza di alcune scoperte che hanno svelato dettagli inediti della sua storia. Per molti decenni, la scalinata della chiesa è stata il punto di ritrovo mattutino dei liceali brindisini. Proprio lì accanto, infatti, c’era il liceo Scientifico “Teodoro Monticelli”, poi trasferito al rione Casale, e intere generazioni di studenti hanno atteso seduti su quelle scale il suono della prima campanella o, nel periodo caldo della contestazione nella metà degli anni Settanta, chiamato a raccolta i propri compagni di scuola per scioperi,

PER MOLTI DECENNI, LA SCALINATA DELLA CHIESA È STATA IL PUNTO DI RITROVO MATTUTINO DEI LICEALI BRINDISINI

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TERRITORIO

BRINDISI

assemblee e occupazioni. Ma quei gradini avevano già visto scorrere almeno sei secoli di storia. Nel 1284, l’area dove un tempo sorgeva l'arx romano messapica fu donata dal re Carlo I d’Angiò ai padri francescani, che demolirono l’allora esistente Domus Margariti e edificarono il loro convento, finito di costruire nel 1322 con il materiale di risulta della Domus. La facciata, che minacciava di crollare, fu rifatta ai primi dell'Ottocento e arretrata di circa otto metri. Quando il convento chiuse i battenti, nel 1809, una parte di esso fu destinato a uffici della Sottoprefettura e poi della Prefettura, della Provincia e del Liceo. Lungo la base della parete meridionale ci sono dei filari di tufo carparo a bugnato che facevano parte della preesistente struttura fortificata. Originali le monofore che si aprono in alto e il portale laterale di forma gotica. L’interno è composto da un'unica grande navata sulla quale si 26 27


affacciano gli altari barocchi con i loro dipinti. Lungo la parete meridionale ci sono gli altari dedicati a San Giuseppe da Copertino (XVIII secolo), Sant'Antonio da Padova (1632), Santa Maria, probabilmente opera di Zimbalo; lungo la parete settentrionale gli altari del Santissimo Crocifisso, dell'Immacolata (1741), dei santi Vito, Modesto e Crescenzio. Nascosti dagli altari ci sono gli affreschi trecenteschi, alcuni dei quali scoperti proprio durante questi ultimi lavori di restauro. Raccontano storie di santi e Madonne, ritraggono scene di vita quotidiana. «Riportarli completamente alla luce – spiega Dell’Atti – è impossibile perché dovremmo demolire gli altari Settecenteschi. In origine, la chiesa era completamente affrescata, anche all’esterno, proprio come Santa Maria del Casale. Per uno degli affreschi, scoperto durante questi lavori, che raffigura il feretro della Vergine, Massimo Limoncelli dell’Università di Lecce, che insieme a Emanuele De Giorgio li ha studiati, ha realizzato una elaborazione grafica che svela il resto del disegno oggi coperto da un altare». Di tesori, la chiesa di San Paolo ne conserva parecchi, alcuni andati distrutti, come il coro ligneo, altri venuti alla luce

durante la recente demolizione di una parete, come un arco gotico che si affacciava su un giardino. In quel giardino, poi chiuso e trasformato in sacrestia, perse la vita Francesco Moricino, figlio unico del medico e storico brindisino Giovanni Moricino. Il ragazzo aveva 16 anni e cadde da un albero di gelso sul quale si era arrampicato. Il padre fece costruire una cappella dedicata a San Francesco all’interno della chiesa e lì seppellì suo figlio. Sul sarcofago fece incidere i distici latini che recitano così: «Ancora oggi le more godono del sangue dei mortali, una seconda volta, o figlio, le more rosseggiano del tuo sangue. O Moricino, caduto da un moro, tu muori, (giacché cotesto tuo nome era un tempo un triste presagio!) le more, morte ti danno». Tra le altre disposizioni, nel testamento Moricino espresse la volontà che le sue spoglie riposassero nel sepolcro che conservava le ceneri del figlio. Così, infatti, avvenne alla sua morte nel settembre del 1628. A dividere quel sepolcro dalla navata della chiesa c’è una bellissima grata in ferro battuto. E a ricordare l’esistenza di un giardino, dove ora c’è la sacrestia, rimane solo una fontanella ormai secca.

A LAVORI TERMINATI, L’ALTARE SARÀ MOBILE E DIVENTERÀ PROSCENIO PER CONCERTI E SPETTACOLI


TERRITORIO

BRINDISI accontenterà di vedere finalmente riaperta la chiesa e le sue spesse mura ospitare arte, musica e spettacoli. Anche la parte esterna sarà valorizzata con la giusta illuminazione del portale e dell’ingresso sulla strada laterale. Il portone principale sarà solo ripulito, mentre gli studiosi proseguiranno nel loro lavoro di riconoscimento degli stemmi gentilizi che decorano le capriate e che saranno illuminati da applique. «Si sta anche lavorando – conclude Dell’Atti – a un progetto per la fruizione della chiesa e per la gestione della parte museale».

Le vetrate della chiesa, distrutte nel corso dei secoli e poi sostituite con il plexiglas, sono state ripristinate sulle intelaiature originali dall’artigiana Maria Concetta Malorzo, titolare di Vetri d’arte. A lavori terminati, l’altare sarà mobile e diventerà proscenio per concerti e spettacoli, l’illuminazione valorizzerà i dettagli più preziosi della chiesa, il crocifisso sarà

sospeso sull’altare e saranno sistemate le teche per l’esposizione degli arredi sacri. Il pavimento in tavelloni di marmo, per il momento rimarrà al suo posto. I fondi Fesr (un milione e 70 mila euro) non basteranno a riportare alla luce il pavimento originale né a sostituire il portone d’ingresso. Si spera che arrivino altri fondi per completare il restauro, intanto, ci si

CHIESA DI SAN PAOLO PRIMA DEL RESTAURO

ST. PAUL'S CHURCH, THE DISCLOSED ART FOURTEENTH-CENTURY FRESCOES COEXIST WITH BAROQUE ALTARS In the middle of the last century, archaeological finds were buried under reinforced concrete and the ancient floor was covered with marble blocks. Three centuries before, an overloaded baroque had taken the place of some fourteenth-century frescoes. Now, a team of experts is trying to bring to light the overlapping layers of art to tell the history of the Church of Saint Paul of Thebes, the hermit – the only evidence of Gothic architecture in the whole province. The church reopening to the worship and to the public is already scheduled for the next 28th September. It will not only be a place where to celebrate masses but also to host concerts and events. In 1284, King Charles I of Anjou gave this area – where there was once a Messapian and then a Roman ‘arx’ – to the Franciscans. Then, the Fathers destroyed the existing Domus Margariti and built their own monastery. At the beginning of the nineteenth century, the façade was rebuilt. In 1809, when the monastery was closed, a part of it was used as offices. Along the base of the southern wall, there are still rows of ‘carparo’ tufa ashlars that were part of the pre-existing fortified structure. The single-lancet windows opening at the top and the gothic side gate are original. The interior consists of a single large central nave overlooked by some Baroque altars and their paintings. These are the same altars that hide the fourteenth-century frescoes inside the church. "It is impossible to bring them completely to light – explains architect Luigi Dell'Atti, the site director – because we should demolish the eighteenth-century altars." St. Paul's Church keeps a lot of other treasures, like a gothic arch that overlooked a garden. In that garden, later closed and turned into a sacristy, Francesco Moricino – the only child of Giovanni Moricino's, a doctor and a historian from Brindisi – lost his life. The father had a chapel built inside the church and, at his death, his remains were kept there along with his son's ashes. A beautiful wrought-iron grating divides that sepulcher from the nave. Only a dry fountain remains to remember the existence of a garden. The church stained-glass windows have been restored to the original frames by artisan Maria Concetta Malorzo. When the works are completed, the altar will be movable and will become a proscenium for concerts and shows. The lighting will add value to the most precious details of the church. For the time being, the floor will remain at its place. The outside will be enhanced with the right lighting of the gate and of the side entrance. The main gate will only be cleaned up, whereas the scholars will continue in their work of recognition of the noble blazons.

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RISTORAZIONE

MASSERIA MELCARNE

L’agriturismo dal cuore antico e dall’anima moderna Antipasti sfiziosi, ricette della tradizione e prodotti a Km0, anzi, a metro zero. Masseria Melcarne mescola insieme realtà contadina e spirito d’accoglienza Nel cuore delle campagne salentine, tra Surbo e Torre Rinalda, protetta dagli ulivi secolari e abbracciata da un paesaggio che fa riconciliare con il mondo, sorge Masseria Melcarne, bellissima realtà locale che mette insieme tradizione, innovazione, qualità e accoglienza. I padroni di casa, Francesco Leo ed Elisabetta Grassi – per tutti Betty – , sono semplicemente fantastici. Gentili, sempre sorridenti, affabili come le persone dal cuore immenso sanno essere. Non solo. La stessa cordialità e lo stesso calore si riscontrano in tutti i collaboratori. L’impressione che si ha, appena varcata la soglia di questa struttura, è quella di en-

trare in contatto con una grande famiglia. Anche i piatti in tavola hanno qualcosa in più, e non solo per l’abilità e la professionalità con cui vengono preparati. Ogni boccone ti riporta indietro nel tempo, si è come catapultati nel passato, quando le nonne impastavano sagne ‘ncannulate, minchiarieddhi oppure orecchiette per la domenica o preparavano ciceri e tria e piccoli capolavori come crocchette di patate, polpette, fave e cicorie. Per assaporare la vera essenza salentina basta farsi guidare da Betty che, nel tempo, ha creato raffinate rivisitazioni delle ricette della tradizione mantenendo però sempre integri sapori e genuinità. E non

potrebbe essere diversamente. La sua regia, dietro ai fornelli, fa la differenza. Del resto lei è una che non sa stare con le mani in mano e, appassionata del suo lavoro, segue corsi di aggiornamento e tutto quello che serve per stare al passo con i tempi in un settore che è in continua evoluzione. Un viaggio nella qualità di cui beneficiano i suoi commensali. Da provare assolutamente gli antipasti: una galleria di piatti deliziosi che va dalle verdure alle focacce, dai formaggi locali agli ortaggi di stagione, dagli sformati più gustosi al pesce, passando per le fritture sempre leggere e pulite. Il filo conduttore è la “filosofia contadina”:


MASSERIA MELCARNE Prov.le Surbo – Torre Rinalda Km 5 – Agro di Surbo – Lecce (LE) tel. +39 368 958324 – info@masseriamelcarne.it – www.masseriamelcarne.it –

piatti rustici e genuini che si rifanno alla cucina povera di un tempo ma personalizzata in modo tale da esaltare anche i sapori più semplici. Ricco il menù, con una vasta scelta di primi e secondi soprattutto di terra. A dare un tocco in più è anche la location. Ogni dettaglio è un racconto a sé. La masseria sorge attorno ad un’antica torre fortificata che risale al XVI secolo. La sale sono un omaggio allo stile rustico, tra caminetti, stufe antiche, legno, pietra e vari complementi che, nella loro semplicità, ricreano un’atmosfera calda e accogliente arricchita dal giardino interno sempre ben curato. All’ombra dell’imponente torre si estende un uliveto che non solo permette la raccolta di olive fresche da proporre agli ospiti, ma anche di trasformarle in ottimo olio grazie al frantoio ricavato dai locali che un tempo ospitavano le stalle. «È una chicca a cui teniamo molto – affermano Francesco e Betty – perché dà il senso della nostra mission. Volevamo creare una piccola filiera virtuosa valorizzando uno dei

prodotti principi della nostra terra, curando tutte le fasi dalla coltivazione del frutto sino alla trasformazione e confezionamento in modo da ottenere un olio extravergine di alta qualità e con tracciabilità certificata. Così facciamo anche con il nostro frutteto da cui ricaviamo i “gioielli” con cui produciamo le confetture e le marmellate Melcarne». Tutta l’azienda viene condotta in regime di agricoltura biologica. Questa masseria è una bellissima realtà salentina le cui radici affondano nel 2000,

THE FARMHOUSE RESTAURANT WITH AN ANCIENT HEART AND A MODERN SOUL TASTY APPETIZERS, TRADITIONAL RECIPES AND ZERO-MILEAGE PRODUCTS. MASSERIA MELCARNE COMBINES COUNTRY TRADITIONS AND WELCOMING SPIRIT Masseria Melcarne stands in the heart of Salento countryside, embraced by centuries-old olive trees, and it brings together tradition, innovation, quality and hospitality. When crossing the threshold of this structure, it is like getting in touch with a large family. Each dish brings you back to the past. To taste the true essence of Salento, just allow yourself to be guided by Betty. Over time, she has created refined reinterpretations of traditional recipes. Appetizers are delicious: from vegetables to focaccia bread, from local cheeses to seasonal vegetables, from the tastiest fish pies to the always light fries – country-style and genuine dishes that

anno in cui diventò il primo agriturismo della zona. Era il periodo in cui si assisteva al boom delle masserie dal punto di vista storico-architettonico ma l’intuizione di Francesco e Betty ha portato a qualcosa di nuovo e l’esperienza di Melcarne ha fatto da apripista per la valorizzazione del territorio sotto il profilo enogastronomico e culturale. Aperto tutto l’anno, l’agriturismo offre una capienza di 120 coperti ed è perfetto per cerimonie e banchetti di ogni genere.

enhance even the simplest flavours. The menu is rich, with a wide selection of first and second courses – especially meat dishes. The farm stands around an ancient fortified tower dating back to the 16th century. The rooms are a tribute to the country style, including fireplaces, antique stoves, wood and stones that recreate a warm and welcoming atmosphere enhanced by a well-kept inner garden. An olive grove allows to pick the fresh olives that will be offered to guests but also to turn them into an excellent olive oil. "It is a treat that we have at heart – say the owners, Francesco and Betty – because it gives the meaning of our mission. We do the same with our orchard from which we pick the "jewels" we use to produce fruit jams and marmalades." This wonderful Salento farm, run under the system of organic farming, has its roots in 2000. Open all year round, it is the perfect location for receptions and banquets of all kinds.

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ARTE

LE MOSTRE

PICASSO E GLI ALTRI MAESTRI Una lunga stagione di mostre in Puglia È una stagione quanto mai intensa per le mostre in Puglia, che – soprattutto grazie all’intervento dei privati – quest’anno accoglie progetti espositivi competitivi dedicati a grandi nomi, da Pablo Picasso a Mirò, da Oliviero Toscani al 900 italiano, ed ancora Pino Pascali, Claudio Cintoli, Artemisia Gentileschi ed altri big dell’età moderna. Per chi è già in Puglia o per 32 33

chi arriverà nelle prossime settimane, dunque, le proposte non mancano, anzi potrebbe essere stimolante progettare un unico tour, magari di un paio di giorni, per far tappa a Bari, Polignano a Mare, Conversano, Monopoli, Mesagne, Ostuni, Martina Franca, Lecce e Otranto e associare la visita alle singole mostre con un itinerario alla scoperta dei centri storici


di lorenzo madaro/ MIRO, UBU ROI 13

MI PARE CHE QUEST’ESTATE SI POSSA DECRETARE L’AVVIO DI UNA FASE DI GRANDE STIMOLO E RILEVANZA di sostanziale importanza, e che condivido pienamente anche come curatore di mostre di questa tipologia, a proposito della grande mostra di Picasso (ma è un esempio che si potrebbe applicare anche ad altri progetti) ospitata in tempi recenti dalle Scuderie del Quirinale di Roma: non era una mostra innovativa, ma – si è chiesto Botta – quanto è stato bello

vedere in fila i giovanissimi fuori dalla biglietteria in attesa di poter ammirare, di persona, i grandi dipinti del più geniale maestro del XX secolo? Lo stupore del pubblico dinnanzi a un’opera d’arte è ciò che più conta, naturalmente con la consapevolezza che ogni sforzo dovrà portare nuove progettualità, ulteriori consapevolezze e miglioramenti nella

ROTELLA, DECOLLAGE SU TELA – CM 140X100 – 1975 – BRUCE LI

DORAZIO, IL BERSAGLIO II – OLIO SU TELA CM. 70X60 – 1987

che le ospitano. Ma intanto immaginiamolo insieme, questo tour, per individuare le peculiarità delle singole mostre e dei luoghi – spesso di grande fascino – che le accolgono. E riflettiamo, preventivamente, su una questione paradigmatica, sollevata in tempi recenti in un saggio firmato a quattro mani da due studiosi, Tommaso Montanari (storico dell’arte, docente universitario), e Vincenzo Trione (curatore e collaboratore del Corriere della Sera), dal paradigmatico titolo Contro le mostre (Einaudi), in cui i due autori si scagliano severamente sul “mostrificio” che da alcuni anni imperversa, a loro dire ossessivamente, nel Paese, concentrandosi su grandi nomi mainstream. I due studiosi asseriscono che una mostra ha senso quando è foriera di scoperte sulla storia e sull’opera di un artista e quando risulta conseguenza di nuove interpretazioni sull’arte di uno specifico tempo storico e culturale. È un volumetto importante, fondamentale perché – soprattutto per il contemporaneo – fa riflettere sull’importanza di una programmazione espositiva di livello, capace di interrogarsi sugli spazi e le prospettive di determinati luoghi. Gregorio Botta, nel recensire il libro sulle pagine di Repubblica, ha però rivelato un aspetto


ARTE

LE MOSTRE

fruizione, negli allestimenti, nelle scelte stesse. La strada da compiere è tanta, anche sul fronte della didattica, ma mi pare che quest’estate si possa decretare l’avvio di una fase di grande stimolo e rilevanza. E spero che il mio non sia semplicemente inguaribile ottimismo. Partiamo da Picasso, il maestro assoluto delle avanguardie storiche, il nome che più di tutti è entrato nell’immaginario collettivo grazie alla sua plurale opera-

tività. Ad ogni amante corrisponde un nuovo stile e un volto inedito, ritratto con ossessiva frequenza, per poi essere sostituito da un altro e poi da altri ancora nell’immenso emisfero pittorico di un genio. O almeno questa è la leggenda che si attribuisce a Picasso e al suo rapporto con le donne, tantissime, che hanno costellato la sua vita sino alla tarda età, quando conviveva con la bella trentenne Jacqueline Roque, morta poi

suicida negli anni Ottanta. L’altra metà del cielo è il titolo della mostra dedicata al più rivoluzionario artista del Novecento, promossa da Metamorfosi, Puglia Mice Experience, con il patrocinio dell’assessorato all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia, in tre sedi: Palazzo Ducale di Martina Franca, castello normanno di Mesagne e Palazzo Tanzarella di Ostuni. Ed è un merito l’aver messo in piedi un progetto nato in sinergia con i

IN MOSTRA ANCHE UN ACQUERELLO DI DORA MAAR, CHE DOPO LA RELAZIONE CON IL GRANDE PABLO FINÌ IN PSICANALISI DA LACAN


rispettivi comuni senza tener conto dei singoli campanili. Non è un caso che ad accogliere i visitatori a Mesagne ci sia Busto di donna II, una tela del 1954 di radice post-cubista, dipinta dall’artista nel suo momento di massima gloria, quando ormai viveva rintanato come una star – d’altronde lo era – nel sud della Francia. Un centinaio di opere grafiche originali, tra incisioni, serigrafie e offset, concepite fino ai tardi anni sessanta, dimostrano come il tema della donna in Picasso assuma un’importanza fondamentale. In mostra anche un acquerello di Dora Maar, che dopo la relazione con il grande Pablo finì in psicanalisi da Lacan. A Ostuni la mostra prosegue con un’ampia serie di scatti di Edward Quinn che ritraggono il maestro e otto fotografie di Robert Capa, mentre la

sezione di Martina Franca si concentra sulla ceramica (fino al 4 novembre. Tutti i giorni 10-13, 15-21; weekend 10-13, 15-23. Info 347.38.17.845). La mostra I fasti del Conte: Artemisia Gentileschi, Battistello Caracciolo, Massimo Stanzione, Paolo Finoglio e altri pittori alla corte di Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona (Titolo lungo e mostra di qualità, fino al 30 settembre nel castello e nella chiesa di San Giuseppe a Conversano; martedì-domenica 9-13 e 16-20; info 080.495.95.10), propone una selezione di circa cinquanta opere provenienti dal museo nazionale di Malta, dai musei statali di Berlino, dal Louvre di Parigi e da altre importanti raccolte museali. L'esposizione, promossa dall'assessorato all'Industria turistica e culturale della Regione Puglia e organizzata dalla co-

operativa Armida, è frutto di ricerche filologiche che consentono una ricostruzione scrupolosa dei contesti e dei gusti di una famiglia fondamentale per la storia di quest'area. Non lontano, a Monopoli, è in corso una grande mostra di grafiche di Joan Mirò, promossa da Sistema Museo, allestita con cura nelle sale del maniero fronte mare (fino al 15 luglio; info mostrepuglia.it). Fino al 30 settembre la Fondazione Pascali di Polignano a Mare propone un dialogo efficace tra le opere di Pascali e quelle del suo compagno di strada Claudio Cintoli, a cura della direttrice Rosalba Branà (info museopinopascali.it). Lecce avanza un ambizioso e riuscito progetto espositivo di uno dei più celebri e iconici fotografi del XX secolo, Elliot Erwitt, su progetto di Civita in collaborazione con Theutra e Comune di Lecce. Una sensuale Marilyn Monroe fotografata in un momento di relax, Richard Nixon e Nikita Khrushchev, Che Guevara, Kennedy, Sophia Loren e molti altri ritratti che hanno segnato il Novecento, insieme, per una narrazione affidata soprattutto al fascinoso bianco e nero. A Otranto dal 14 giugno Theutra e Comune mettono in campo un doppio progetto, la proroga della mostra di Oliviero Toscani, con i 34 35


ARTE

LE MOSTRE

suoi scatti più celebrati, e la rassegna sul 900 in Italia da De Chirico a Fontana, a cura di Luca Barsi e del sottoscritto. La mostra si propone di indagare un secolo straordinario per l’arte e la cultura italiana nelle sue declinazioni più sofisticate, dalla Metafisica all’astrazione di Forma 1, dall’Informale alla Pop Art, dall’Arte

Povera alla Transavanguardia, ovvero i maggiori movimenti che hanno costellato il secolo scorso, anche nel contesto internazionale. Le sale espositive del Castello Aragonese sono così al centro di un ambizioso progetto, composto da singole sezioni, in cui abbiamo raccolto nuclei specifici di opere legate tra loro

da connessioni intellettuali, visive e quindi non soltanto cronologiche (info 0836.87.11.11).

MIRO, LEZARD

MIRO, UBU ROI 02

PALADINO, DIPINTI ARMATI LA TEMPESTA, 2006 OLIO E FERRI SU TAVOLA CM. 20X38

DE CHIRICO, CONDOTTIERO OLIO SU TELA CM 30X40 1933

SCANAVINO, OLIO SU TELA TAMBURATA CM 80X100, 1985, PUBB A COLORI SUL CAT GEN N°1985-45 PG 895 II VOL.

PICASSO AND OTHER ARTISTS A LONG SEASON OF EXHIBITIONS IN APULIA It is a very intense season in Apulia, which this year welcomes competitive exhibition projects dedicated to excellent names, from Pablo Picasso to Mirò, from Oliviero Toscani to the Italian Twentieth Century, Artemisia Gentileschi and other big artists of the modern age. It would be stimulating to associate the visit to the individual exhibitions with an itinerary to the discovery of the historic centres that host them. An exhibition makes sense when it is a harbinger of discoveries about an artist's history and work, and when it results from new interpretations on the art of a specific historical and cultural time. But it is equally good to see the young queueing to personally admire an artist's great paintings. Let us begin with Picasso, the outright master of historical avant-gardes. 'L'altra metà del cielo' (literally, 'The other half of the sky') is the title of the exhibition dedicated to the most revolutionary artist of the twentieth century: at Palace Ducale in Martina Franca, at the Norman Castle in Mesagne and at Palazzo Tanzarella in Ostuni. It is praiseworthy to have set up a project in synergy with other municipalities without taking into account the individual local rivalry. In Mesagne, about a hundred original graphic works show the importance of women in Picasso's work. In Ostuni, the exhibition continues with a series of shots that portray the master, while the exhibition in Martina Franca focuses on pottery (until 4th November. Every day, from 10.00 a.m. to 1.00 p.m., and from 3.00 p.m to 9.00 p.m.; at the weekends, from 10.00 a.m. to 1.00 p.m., and from 3.00 p.m. to 11.00 p.m. Info: +39 347.38.17.845). The exhibition, 'I fasti del Conte: Artemisia Gentileschi, Battistello Caracciolo, Massimo Stanzione, Paolo Finoglio e altri artisti alla corte di Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona' (until 30th September at the castle and at the Church of San Giuseppe in Conversano, from Tuesday to Sunday, from 9.00 a.m. to 1.00 p.m. and from 4.00 p.m. to 8.00 p.m.; info: +39 080.495.95.10), offers a selection of about fifty works coming from the Malta's national museum, from Berlin's state museums, from the Louvre in Paris and from other important museum collections. In Monopoli, there is a major exhibition of graphics by Joan Mirò (until 15th July, info: mostrepuglia.it). Until 30th September, Polignano a Mare offers a successful dialogue between Pascali's and Claudio Cintoli's works (info: museopinopascali.it). Lecce puts forward a challenging exhibition project on Elliot Erwitt. In Otranto, from 14th June, there will be an extension of Oliviero Toscani's exhibition and the review on the Italian Twentieth Century from De Chirico to Fontana (info: +39 0836.87.11.11).

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TERRITORIO

VALLE D'ITRIA

Tre città in mostra per il genio del Cubismo L’allestimento diffuso delle opere di Picasso a Martina Franca, Mesagne e Ostuni Visitare la mostra “Picasso e l’altra metà del cielo” può diventare un viaggio nel tempo, nella bellezza e nel fascino di epoche apparentemente lontane. Laddove arte e storia si incontrano, lo sguardo del visitatore può soffermarsi su ciò che gli si presenta di fronte oggi, ma può anche scrutare liberamente le stratificazioni dei secoli. Con questo spirito, immaginate tre palazzi storici in tre diverse città della Puglia distanti pochi chilometri l’una dall’altra. Mura imponenti tirate su lungo strade antiche nelle quali un tempo imperversavano Normanni e Saraceni. Parliamo di Palazzo Tanzarella di Ostuni, del Palazzo Ducale di Martina Franca e del Castello Normanno Svevo di Mesagne. Sono queste le dimore che ospitano l’allestimento diffuso della mostra di Picasso, raro esempio nel suo genere ed evento prestigioso unico in Puglia, visitabile fino al 4 novembre 2018. Pochi chilometri, snocciolati in mezzo ad ulivi, muretti a secco e trulli in una delle zone più suggestive della Puglia centrale,

separano queste località incastonate tra la Valle D’Itria e il grande Salento. Partendo dalla Città Bianca, Ostuni (Br), Palazzo Tanzarella è un edificio storico risalente all’Ottocento, ristrutturato proprio con la finalità di centro espositivo. Situato in Largo Ayroldi, si apre alla vista risalendo Via Cattedrale appena ci si lascia alle spalle Piazza della Libertà. Nelle stanze signorili del primo piano, si entra subito nella sfera privata di Pablo Picasso con gli scatti di Edward Quinn e le fotografie di Robert Capa. Questa sezione rappresenta la tappa più intima dell’intera mostra. Spostandosi a Martina Franca (Ta), cuore della Valle D’Itria, subito dopo l’arco di Porta Santo Stefano, Palazzo Ducale riflette la luce bianca sulla facciata ispirata al barocco leccese. Al suo interno, nell’ala nobile, teche in vetro custodiscono in sale affrescate le sinuose ceramiche di Picasso. Un tunnel di porte decorate da lacche e stucchi seicenteschi conduce direttamente all’olio su tela denominato “Moschettiere”. Palazzo Ducale, simbolo del potere del ducato


OSTUNI, VICOLI CENTRO STORICO

OSTUNI, PALAZZO TANZARELLA – SEDE MOSTRA PICASSO

di annachiara pennetta/foto massimo centonze

POCHI CHILOMETRI, SNOCCIOLATI IN MEZZO AD ULIVI, MURETTI A SECCO E TRULLI IN UNA DELLE ZONE PIÙ SUGGESTIVE DELLA PUGLIA CENTRALE, SEPARANO QUESTE LOCALITÀ MARTINA FRANCA, PALAZZO DUCALE – MOSTRA PICASSO

dei Caracciolo, fu realizzato nel 1668 sul sito in cui sorgeva l’antico castello medievale costruito nel 1388 da Raimondo Orsini del Balzo, principe di Taranto. Ed è nella discendenza degli Orsini del Balzo che l’ultima tappa della mostra incrocia un altro scorcio della storia della Puglia. Mesagne (BR), cittadina sorta lungo la via Appia Antica, ospita la sezione dedicata alle opere grafiche di Picasso negli spazi al primo piano del Castello Normanno Svevo, sede anche del Museo Granafei in cui sono esposti numerosi reperti della civiltà messapica. Le prime fondamenta esistevano già in periodo bizantino (XI secolo), ma la costruzione del castello è attestata con certezza al 1062, anno dell'invasione dei Normanni. Tra danneggiamenti per mano saracena, ricostruzioni e fortificazioni successive, è intorno al 1430 che il castello di Mesagne viene ampliato e trasformato in residenza da un altro principe di Taranto che trascorse qui gran parte della sua vita. Si tratta di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, figlio di quello stesso Raimondo che gettò le basi sulle quali venne poi innalzato il Palazzo Ducale di Martina Franca, e di Maria d’Enghien contessa di Lecce. In questo rincorrersi di contaminazioni, Picasso diventa oggi il filo conduttore di un percorso turistico che, attraverso l’arte eccelsa dell’indiscusso genio del Cubismo, tiene insieme tre comunità, tre amministrazioni locali e una galassia di

associazioni e attrattori culturali dell’intera regione. Un esperimento già premiato dal successo di pubblico registrato nelle prime settimane di apertura, con oltre 7 mila presenze e un ticket unico per le tre tappe, che entusiasma a ragion veduta gli organizzatori. È inoltre un ottimo preludio dell’estate alle porte con i flussi turistici in aumento. Su questa aspettativa si

fonda la strategia messa in campo grazie ad un corollario di programmi culturali. «Dobbiamo tenere alta l’entropia per tutta la durata della mostra», ricorda Gianluca Zurlo responsabile organizzazione mostra per Puglia Mice Experience, insieme all'associazione MetaMorfosi presieduta da Pietro Folena e ai Comuni interessati. Così periodicamente saranno organizzate 38 39


TERRITORIO

UN ESPERIMENTO GIÀ PREMIATO DAL SUCCESSO DI PUBBLICO REGISTRATO NELLE PRIME SETTIMANE DI APERTURA

MESAGNE, CASTELLO NORMANNO SVEVO

cene in piazza a tema, saranno coinvolti anche gli altri poli espositivi presenti nelle città protagoniste dell’evento come il Museo delle civiltà preclassiche di Ostuni, quello di Arte sacra di Mesagne e il Museo della Basilica di San Martino a Martina Franca. Ma non ci si ferma qui. La mostra diffusa potrà essere vissuta anche come «un’esperienza di mobilità sostenibile», come ricorda Pierangelo Argentieri presidente del Consorzio Welcome in Puglia che figura tra gli organizzatori attraverso il progetto Puglia Walking Art. E infine l’intrattenimento di qualità con un calendario ricco di iniziative che per sei mesi renderanno le città più accoglienti e culturalmente vivaci con concerti, primo tra tutti il Festival della Valle D’Itria, percorsi naturalistici ed eventi a cura delle associazioni del territorio. La poetica di Picasso è stata un «continuo studio delle possibilità artistiche nella pittura, nella scultura e nelle grafiche, inserito nel quadro emotivo scatenato dal suo conflittuale e passionale legame con le donne», ha sottolineato il professore Francesco Gallo Mazzeo, curatore della mostra. Ora tocca alle città di “Picasso in Puglia” trovare la propria poetica per mostrarsi in tutte le molteplici forme della loro bellezza. Info su www.picassoinpuglia.com

MARTINA FRANCA, PALAZZO DUCALE

VALLE D'ITRIA

THREE CITIES ON DISPLAY FOR THE GENIUS OF CUBISM PICASSO'S WORKS IN MARTINA FRANCA, MESAGNE AND OSTUNI Visiting the exhibition 'Picasso e l’altra metà del cielo' ('Picasso and the other half of the sky') can become a journey through time and beauty. With this spirit, imagine three historic buildings in three different Apulian cities. We are referring to Palazzo Tanzarella in Ostuni, Palazzo Ducale in Martina Franca and Castello Normanno Svevo in Mesagne. These are the houses hosting Picasso exhibition until 4th November 2018. In the stately rooms on the first floor at Palazzo Tanzarella, you immediately enter Pablo Picasso's personal sphere with Edward Quinn's pictures and Robert Capa's photos. In Martina Franca, at Palazzo Ducale, frescoed halls keep Picasso's sinuous ceramics. A tunnel of doors decorated with 17th-century lacquers and stuccos leads directly to the oil on canvas

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known as "Musketeer". On the first floor of the Swabian Norman Castle, Mesagne hosts the section dedicated to Picasso's graphic works. In this chase of influences, Picasso becomes the leitmotif of a tourist route that holds three communities together. An experiment already rewarded by a large number of visitors in the first weeks of opening, which is thrilling the organizers. It is also an excellent prelude to a summer that is approaching with increasing tourist flows. "We must keep entropy high for the whole duration of the exhibition", remembers Gianluca Zurlo, responsible for the exhibition organization. Themed dinners will periodically be organized in the squares and other exhibition centres will be involved, too. The exhibition will also be lived as ‘an experience of sustainable mobility’ through the Puglia Walking Art project. Eventually, a calendar rich in initiatives will make cities more welcoming and culturally lively.


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GIRODIBOA BEACH

THE HAPPINESS Mare cristallino abbinato a servizi esclusivi per offrire agli ospiti il massimo del relax e del divertimento: “Girodiboa Beach” è il lido più esclusivo della costa adriatica Il profumo della brezza marina, l’aroma delle prelibatezze preparate dallo chef e quel panorama fatto di luci e magia a ridosso del mare. L’incantesimo ha un nome: “Girodiboa Beach”, la chicca ricettiva che valorizza la costa adriatica a due passi da Otranto.

A Frassanito, uno dei luoghi più esclusivi e incontaminati del Salento, questa fantastica location ha rivoluzionato il modo di intendere il relax ed il divertimento all’aperto. Design moderno integrato da arredi tradizionali, Girodiboa Beach è il luogo perfetto per garantire agli ospiti


GIRODIBOA BEACH Località Frassanito – Otranto (LE) tel. +39 0836 1975156 – www.girodiboabeach.it –

servizi di altissima qualità. Non è semplicemente un lido, è piuttosto un modo per interpretare un nuovo concept basato sulla ricercatezza, l’eleganza e lo stare bene. I comfort ci sono tutti. L’atmosfera è elegante e raffinata. Mille attenzioni sono riservate ai clienti. Qui si può vivere il mare, completamente. La spiaggia è attrezzata oltre che con lettini e ombrelloni, anche con esclusivi gazebo sistemati proprio in riva al mare, dove è possibile usufruire di ogni servizio. Fiore all’occhiello di quest’oasi di piacere è il ristorante, aperto sia a pranzo che a cena, con la sua proposta gourmet: una cucina prevalentemente mediterranea a sua volta presentata in maniera impeccabile, capace di coniugare esigenze dei clienti e qualità con l'utilizzo di materie prime, basata prevalentemente sul pescato freschissimo e piatti fuori carta. Ricerca, studio, dedizione e passione sono i capisaldi della cucina del Girodiboa, il tutto valorizzato da un team giovane e dinamico. In riva al mare, infatti, non si può che consumare pesce assolutamente fresco. Forse, in questo caso, sarebbe più corretto dire “nel mare”. Il ristorante è stato studiato in modo da ottenere un effetto unico: è come se ci si trovasse

praticamente in acqua. Assaporare queste delizie in questo fantastico luogo è un’emozione nell’emozione che si tinge di stelle quando al tramonto, chiusi gli ombrelloni, il Girodiboa veste gli abiti del beach bar con dj set e musica dal vivo. Inoltre, i cocktails preparati da uno staff con rinomata esperienza, i migliori vini e le migliori bollicine sono gli ingredienti perfetti per accompagnare le serate sotto le stelle. La struttura, unica nel suo genere, è la location perfetta per vivere momenti indimenticabili. Un ambiente esclusivo, un palcoscenico privilegiato, praticamente sul mare, uno staff meraviglioso: Girodiboa Beach è tutto questo e molto altro.

THE HAPPINESS CRYSTAL CLEAR SEA AND EXCLUSIVE SERVICES OFFER GUESTS MAXIMUM RELAXATION AND FUN. ‘GIRODIBOA BEACH’ IS THE MOST EXCLUSIVE BEACH CLUB ON THE ADRIATIC COAST The scent of the sea breeze, the aroma of the delicacies prepared by the chef and that view made of lights and magic close to the sea. The spell has a name: ‘Girodiboa Beach’, the treat enhancing the Adriatic coast, is in Frassanito, a stone's throw from Otranto. Girodiboa Beach is not just a beach club. All the comforts are here. The atmosphere is elegant and refined. A thousand attentions are reserved for customers. The beach is equipped not only with sunbeds and beach umbrellas

but also with stylish gazebos by the sea. The pride of this oasis is the restaurant, open for both lunch and dinner. The cuisine is mainly Mediterranean, based on quality raw materials and especially on fresh fish. The restaurant has been designed to achieve a unique effect: it is as if you were in the seawater. The emotion is tinged with stars when, at sunset, Girodiboa turns into a beach bar with DJ sets and live music. Skilfully prepared cocktails and the best wines are the perfect ingredients to accompany the evenings under the stars. It is the perfect location to experience unforgettable moments. A fashionable setting, a wonderful staff: Girodiboa Beach is all this and much more.

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STABILIMENTI BALNEARI

COCOBAY BEACH

Cocobay Alimini, il posto in cui ti senti a casa Una spiaggia fuori dagli schemi dove regnano cortesia e tranquillità Nel cuore del Salento, immerso nel verde della macchia mediterranea, fra l'azzurro del mare Adriatico e la splendida cornice dei Laghi Alimini, sorge il Cocobay Beach. Tra le più belle aree naturali del territorio salentino, ad est dei Laghi Alimini – situati a nord di Otranto – c’è una baia dove lo spettacolo è assicurato. La costa nei pressi dei Laghi Alimini è ampia ed estesa, caratterizzata dalla presenza di un’immensa spiaggia con finissima sabbia bianca e un mare azzurro

e cristallino che apre ad uno scenario da paradiso oceanico. Qui si colloca il Cocobay, una spiaggia fuori dagli schemi, nata dalla maturazione di un’esperienza nel settore che dura da oltre sessant’anni. Il luogo ideale per trascorrere in assoluta tranquillità delle lunghe giornate di relax. Al Cocobay si possono vivere momenti indimenticabili, lontani della confusione, coccolati dal suono del mare e da un leggero sottofondo musicale che regalano un’atmosfera piacevole per tutto il giorno.


COCOBAY BEACH S.P. 366, Litoranea San Cataldo Otranto – Località Laghi Alimini (LE) tel. +39 0836 1975152 – www.cocobay.it –

Il bar ed il ristorante offrono ottimi piatti tipici, perfetti per soddisfare ogni palato con un occhio di riguardo rivolto alla tradizione: dalla prima colazione accompagnata dal tipico “Pasticciotto leccese”, al pranzo arricchito da ottimi sandwich gourmet a base di verdure, carne e pesce, e poi le insalatone freschissime. Da non perdere l’aperitivo della sera. A partire dalle 17, tutti i giorni, prende il via l’happy hour: cocktail per tutti i gusti, insieme a stuzzichini e frutta fresca, da gustare al tramonto in riva al mare, in compagnia dei

colori mozzafiato che il sole, andando via, lascia dietro sé. Chi sceglie il Cocobay sa perfettamente di trovare una fantastica accoglienza. La cortesia dei proprietari è uno dei biglietti da visita di questo posto che si distingue anche per la distribuzione degli ombrelloni e dei lettini, ben distanziati fra loro proprio per assicurare agli ospiti privacy e relax. Le prime tre file sono caratterizzate dai tipici ombrelloni di paglia completati dai comodissimi lettini “king size”. Inoltre, gli ospiti hanno a disposizione

un comodissimo servizio navetta, assolutamente gratuito, che li porterà da un parcheggio convenzionato sino al lido, e viceversa. Quindi, anche lo stress da traffico è azzerato. La bellezza del Cocobay, oltre a quella del paesaggio che regala ogni volta emozioni nuove, è fatta di tanti piccoli tasselli: la cura per ogni dettaglio, senza alterare la bellezza naturale della spiaggia, ottimo cibo, ottima accoglienza, cortesia e quell’attenzione particolare rivolta ad ogni singolo ospite fanno la differenza e rendono il Cocobay il posto ideale dove trascorrere le vacanze. Il luogo del cuore dove ogni cliente si sente coccolato. Il posto in cui davvero ci si sente a casa.

POSIZIONE COCOBAY

COCOBAY ALIMINI, THE PLACE WHERE YOU FEEL AT HOME A BEACH OUTSIDE THE BOX WHERE KINDNESS AND PEACE REIGN Cocobay Beach stands in the heart of Salento, surrounded by the greenery of the Mediterranean maquis. Among the most beautiful natural areas in Salento, to the east of the Alimini Lakes, there is a bay where the coast is wide, the sand is fine and white, and the sea is crystalline and blue. Here is the Cocobay, the perfect place where to spend unforgettable days of relaxation, pampered by the sound of the sea and by a gentle background music. Its bar and its restaurant offer excellent typical dishes, perfect to

POSIZIONE PARCHEGGIO

satisfy every palate with an eye to tradition. The evening aperitif is not to be missed. The happy hour starts every day at 05.00 p.m.: cocktails for all tastes, snacks and fresh fruit, to be enjoyed by the sea, in the breathtaking colours of the sunset. The owners' kindness is their visiting card. Beach umbrellas and sunbeds are well spaced, with the possibility to choose straw umbrellas and comfortable 'king-size' beds. In addition, guests have access to a free shuttle service connecting a partner car park and the beach. The beauty of Cocobay is made up of many small pieces. Not only a beautiful landscape but also the care for every detail, excellent food and a special attention given to each guest make Cocobay the ideal place where to spend holidays.

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STRUTTURE RICETTIVE

ACAYA GOLF RESORT & SPA

Love & Breakfast, il mattino ha il sorriso sulle labbra Banale parlare di prima colazione, Acaya Golf Resort & Spa inaugura un nuovo modo per dare il buongiorno agli ospiti. Con il sorriso “Un giorno senza sorriso è un giorno perso”. Dal celebre aforisma di Charlie Chaplin prende spunto il viaggio nel mondo del breakfast che Acaya Golf Resort & Spa ha rinnovato nel concetto e nei contenuti. Il percorso alla scoperta delle delizie del risveglio si articola attraverso sorrisi, gentilezza e professionalità, passando da momenti assolutamente golosi ad altri legati alla filosofia del buono e del sano. Corner tipicamente salentini, con un’ampia scelta tra rustici appena sfornati, frise (con apposito decalogo sulla preparazione perfetta), latticini e varie delizie locali, si alternano ad altri angoli ricchi di sapore. Crostate, torte, brioche, dolci di ogni tipo, tutto rigorosamente preparato dal pasticciere Alessandro Parisi e dalla brigata di cucina guidata dallo chef Gabriele Castiello, con prodotti assolutamente freschi e genuini. Sarebbe riduttivo e banale definirla semplicemente prima colazione: è un momento in cui l’ospite si sente davvero al centro dell’attenzione, coinvolto in un rituale dove bontà e buonumore sono il binomio perfetto. Il ‘breakfast concept’ sposato da Acaya Golf Resort & Spa nasce dalla volontà di creare qualcosa di nuovo e differente. Nell’aspetto e nella sostanza. Si parte dal sorriso. All’ingresso della sala è stato allestito un apposito corner dove gli ospiti possono farsi dei selfie accanto alla sagoma di Charlot e, nello stesso spazio, c’è una TV che, in alternativa alle news, trasmette episodi di candid camera.


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«Iniziamo la giornata con un carico di positività, con un sorriso invece di notizie, ahimè, sempre più avvilenti» spiega Giuseppe Campobasso, responsabile delle risorse umane. Gli ospiti vengono accolti da Pasquale Salierno, energia pura. La colazione si snoda in diverse sezioni: si va da classico per approdare su sapori nuovi: estratti di frutta, acque detox, tisane fai da te con un’ampia scelta di spezie e aromi per ottenere risultati assolutamente naturali e personalizzati in base ai propri gusti e alle proprie esigenze. E poi l’angolo gluten free, quello vegano e quello riservato alle ricette senza lattosio. La condivisione delle cose buone avviene in maniera del tutto naturale, anche per chi ha problemi di intolleranze alimentari. «Abbiamo rivisitato e allargato il concetto di accoglienza – prosegue Giuseppe Campobasso – per coinvolgere anche gli ospiti dal palato più sensibile, tanto che sulla nostra carta sono segnati tutti gli allergeni. È cambiato il modo di mangiare e noi siamo al passo coi tempi. Inoltre ci piaceva l’idea di proiettare i clienti nella realtà locale, quella salentina. Non solo pasticciotti, ma anche rustici e frise con

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STRUTTURE RICETTIVE

ACAYA GOLF RESORT & SPA

tutti i condimenti tipici: pomodori, pomodori secchi, pampascioni, mozzarella e tante altre prelibatezze. Sicuramente l’angolo più apprezzato. È, infatti, quello che si svuota prima degli altri». Forte di una squadra di chef e collaboratori preparatissimi e guest focused, la cucina di Acaya Golf & Resort Spa è il cuore di questa nuova sfida nata dall’ascolto. «Proprio così – aggiunge Campobasso – abbiamo fatto tesoro di suggerimenti e consigli giunti proprio dai nostri ospiti. Abbiamo raccolto le idee e abbiamo dato vita ad una serie di incontri interni con i colleghi di vari reparti per progettare una strada nuova, all’insegna del cambiamento. Anche strutturale». Dal “Team Brainstorming” nasce l’idea

della colazione V.E.R.A. acronimo che sta per Vivace, Emozionale, Ricca, Accogliente e che sintetizza il nuovo concept. Una sorta di passaggio emozionale per dare il buongiorno in maniera calorosa e saporita, senza trascurare le scelte “bio” con uno sguardo puntato anche al bello nella sua accezione estetica. La sala è stata ristrutturata, e c’è un tocco di colore in più che dà allegria e mette di buonumore. Scorci di Salento sulle pareti, con quadri che enfatizzano l'essenza di questa terra, e finestroni pieni di luce che regalano una vista suggestiva sul giardino che circonda l’albergo. Tra una postazione che richiama i tipici carretti della frutta ed altri elementi che riportano alla realtà golfistica della struttu-

ra (come un tappetino di erba nell’healthy corner dedicato alle bevande detox e alle tisane) la sala è un tripudio di colori caldi e avvolgenti a cui si aggiungono le attenzioni, mai banali, del personale. Una breve ma doverosa parentesi va fatta anche per la scelta degli ingredienti. Il termine “genuino” non è usato a sproposito. Per esempio, per gli estratti e le acque detox vengono impiegati anche i prodotti dell’orticello che sorge di fronte a Masseria San Pietro (struttura annessa all’albergo). «Il motto dell’intero team è “Because We Care”, ci vogliamo prendere cura degli ospiti, di noi stessi ma anche di chi ha più bisogno. Un motto – conclude Campobasso – che unisce e sprona tutti noi far sempre meglio».

NELLA FOTO A DESTRA: IL BRAIN STORMING COMPOSTO DA GIUSEPPE CAMPOBASSO, GABRIELE CASTIELLO, NICOLA ANGELINI, COSIMO DE PASCALIS, ELENA D'AMATO, ANDREA D'AMATO, GIOVANNI GRECO, PATRIZIA GUZZO, ALESSANDRO PARISI

LOVE & BREAKFAST, THE MORNING HAS A SMILE ON ITS FACE TO TALK ABOUT BREAKFAST IS COMMONPLACE. ACAYA GOLF RESORT & SPA STARTS A NEW WAY TO SAY GOOD MORNING TO ITS GUESTS. WITH A SMILE. “A day without laughter is a day wasted”. The journey into the world of breakfast at Acaya Golf Resort & Spa takes its cue from the renowned quote by Charlie Chaplin. Corners of typical Salento products – with a wide choice among freshly baked rustici, frise, dairy products and various local delicacies – alternate with other corners rich in flavour. Everything is rigorously made with absolutely fresh and genuine products. This is a moment when guests feel they are really in the spotlight. At the entrance to the hall, there is a special corner where guests can take a selfie next to Charlot's picture and a TV broadcasting candid-camera episodes. "We start the day with a smile," explains HR manager Giuseppe Campobasso.

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Breakfast is divided into several sections: fruit extracts, detox waters, and herbal teas with a wide selection of spices and herbs. Then there are the gluten-free corner, the vegan one as well as that of lactose-free recipes. "We like the idea of projecting our customers into local reality," continued Giuseppe Campobasso. Not only pasticciotti but also rustici and frise with all the typical dressings. It is definitely the most appreciated corner." Acaya Golf & Resort Spa cuisine is the core of this new challenge come from listening. "We have treasured our guests' suggestions," adds Campobasso. Glimpses of Salento on the walls, with paintings that recall the essence of this land, and large windows full of light that offer a suggestive view on the surrounding garden. The hall is a riot of warm and enveloping colours which are added to the staff's care. "The whole team's motto is 'Because We Care'. A motto, – ends Campobasso – that encourages all of us to do better and better."


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EVENTI

FESTIVAL

Fuori dagli schemi. La musica come modello culturale SO WHAT PRESS ED. 2017, BAUSTELLE. PH: ALBERTO CAROPPO

Una guida ragionata alle rassegne costruite non per i numeri, ma per definire nuove identità

È impossibile stilare una guida completa degli eventi dell’estate salentina. L’offerta di intrattenimento in questo periodo è smisurata, diversificata, talvolta caotica, mentre in altri periodi dell’anno – complice l’idea che sia più conveniente proporre eventi quando il potenziale di pubblico è grande – è carente anche per la mancanza di strutture dedicate adeguate, di contenitori che facciano della musica il fulcro della loro attività. Tracceremo quindi una guida ragiona50 51

ta e non esaustiva di quei festival che hanno avuto la determinazione di definire intorno a sé un pubblico attento e l’ambizione di creare proposte culturali ampie, caratterizzate dalla capacità di intrecciare la musica con la letteratura, le arti visuali e la formazione, finendo dunque per diventare un paradigma innovativo anche dal punto di vista sociale. I festival qui citati, del resto, hanno delle caratteristiche oggettive che li incastonano pienamente nella definizione letterale:

sono manifestazioni artistiche che si svolgono con successo nel medesimo territorio, di cui ben presto diventano parte integrante. La musica non è solo evento e il contesto non è solo “location”. Esiste tra le due componenti una contaminazione naturale e il tessuto connettivo di questa osmosi è il pubblico. Slegati dagli schemi commerciali, le rassegne sono caratterizzate da un’offerta musicale che, proprio perché originale rispetto alle tendenze mainstream, ne


di agnese cossa/

SEI FESTIVAL ED. 2016, PETER HOOK. PH: FRANCESCO SCIOLI

definisce l’identità. Sudest Indipendente, So What Festival, Locus Festival, Viva Festival, Locomotive Jazz Festival: queste le manifestazioni di cui si propone un’anteprima. Spaziano dal jazz all’elettronica, dal rock e al cantautorato e abbracciano tutta la parte meridionale della Puglia. Sono, infatti, a carattere diffuso, toccando ciascuna varie località e sono sempre accompagnate da iniziative collaterali che tendono ad allargare la platea degli ospiti e dei fruitori. Sud Est Indipendente è un festival che nasce nel 2006 e che ha portato nel Salento le sonorità più interessanti della musica italiana e internazionale. Ideato, organizzato e promosso dalla Cooperativa Coolclub, fin dagli esordi ha dichiarato la sua vocazione a scegliere gruppi e progetti eterogenei e a dare spazio alle band emergenti. Dal 2015 la rassegna ha come location principale l’Ostello del Sole di San Cataldo, marina di Lecce. Il festival vero e proprio si svolge dal 26 al 29 luglio: sul palco Bud Spencer Blues Explosion, Galeffi, Como-Cosa, Siberia, Gigante, Blumosso, Carmine Tundo, Scimme sulla luna, Claudio Prima e la Repetition, Makai e tanti altri. Il tutto accompagnato da presentazioni di libri, uno spazio dedicato all’arte contemporanea e una summer school con workshop dedicati alla fotografia, al giornalismo musicale e alla scrittura di testi per canzoni. Alle date del festival si aggiungono le date “off”: tre concerti al Castello di Corigliano d’Otranto – Curtis Harding il 4 luglio, Suzanne Vega il 14 luglio e Hollie Cook il 4 agosto – e il concerto di Cosmo il 9 agosto in piazza Libertini a Lecce. Più recente, ma con una spinta propulSUZANNE VEGA

CARMINE TUNDO

COSMO


EVENTI

FESTIVAL

SPAZIANO DAL JAZZ ALL’ELETTRONICA, DALLA MUSICA POPOLARE AL ROCK E AL CANTAUTORATO E ABBRACCIANO LA PUGLIA MERIDIONALE

con Ninos du Brasil, Yamamoto Kotzuga e Inude (11 agosto), GodblessComputers, Jolly Mare e Joyfull Family (12 agosto). I collettivi Lercio (con un esilarante spettacolo su web e satira) e Wu Ming Contingent (con "La terapia del fulmine", reading concerto su elettroshock e follia a 40 anni dalla Legge Basaglia) sono protagonisti della serata del 9 agosto. Risalendo verso la Valle d’Itria non possiamo non menzionare due realtà che coniugano ricerca musicale, innovazione e valorizzazione del territorio: il Locus festival e il VIVA! – Valle d'Itria International Music Festival. Dal 2005 a Locorotondo, il Locus festival, ideato, prodotto e diretto artisticamente da Bass Culture Srl in collaborazione con il Comune di Locorotondo, si è sempre distinto nel panorama italiano con un perfetto equilibrio tra qualità e popolarità delle proposte, posizionandosi fra i festival musicali più all’avanguardia in Italia.

NICK THE NIGHTFLY

AVION TRAVEL. PH: GIOVANNI CANITANO

LOCOMOTIVE JAZZ FESTIVAL ED. 2017, CASARANO E ZAMPAGLIONE

siva degna di un evento consolidato, il So What Festival di Melpignano, alla sua quinta edizione. Dieci serate con musica, cinema, arte, letteratura e impegno sociale, promosse dall’associazione culturale Altatensione, portano nel cuore della Grecìa Salentina musica, satira e documentari. Da mercoledì 1 a domenica 12 agosto un cartellone variegato e di grande attrazione. Il festival si apre con cinque serate (dal 1 al 5 agosto) dedicate a Mondovisioni, rassegna di documentari su attualità, diritti umani e informazione, curata da CineAgenzia per Internazionale, seguite dal live di cinque esperienze musicali salentine (Boundless Ska Project, Le Scimmie sulla luna, Cristiana Verardo, Float a Flow e No Finger Nails). Musica ancora protagonista con una serata decisamente rock con The Zen Circus e i Botanici (8 agosto) e una due giorni dedicata all'elettronica e ai suoi derivati


LOCUS ED. 2017, YUSSEF KAMAAL. PH: UMBERTO LOPEZ

La quattordicesima edizione si svolge dal 7 luglio all’11 agosto 2018 e celebra la musica come linguaggio universale, codice dell’anima che supera qualsiasi barriera geografica, linguistica e sociale. Tra i tanti appuntamenti le esibizioni di Rodrigo Amarante, il 27 luglio nella piazza cittadina, i Baustelle al Mavù il 28 luglio e, sempre nella stessa masseria, Cosmo e gli inglesi James Holden & The Animal Spirits il 4 agosto. E poi la programmazione al Lido Lullabay (Ostu-

ni) con tre dj internazionali, a ingresso libero: il tedesco Habibi Funk il 27 luglio, l'inglese Bradley Zero il 3 agosto e i peruviani Dengue Dengue Dengue il 10. Oltre ai live, iniziative di valorizzazione della tradizione enogastronomica nel territorio, incontri letterari e di cultura musicale, azioni di contenimento dell’impatto ambientale. VIVA! – Valle d'Itria International Music Festival nasce invece dall'incontro di Audi e Club To Club, festival italiano

tra i più apprezzati in Europa tra quelli dedicati alla musica d'avanguardia e al nuovo pop. Da mercoledì 4 a domenica 8 luglio VIVA!, alla sua seconda edizione, anima gli scorci più suggestivi della Valle d’Itria con cinque giorni no-stop dedicati alla musica con alcuni dei più influenti artisti del panorama musicale mondiale. Ogni sera sul palco dell’Arena artisti differenti, tra le grandi star e le “next big thing” della nuova scena internazionale come Anthony Naples, Arca, Awesome

LOCUS FESTIVAL ED. 2017, NICCOLÒ FABI. PH: UMBERTO LOPEZ

IL LOCUS SI È SEMPRE DISTINTO NEL PANORAMA ITALIANO CON UN PERFETTO EQUILIBRIO TRA QUALITÀ E POPOLARITÀ

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EVENTI

FESTIVAL

OUT OF THE BOX. MUSIC AS A CULTURAL MODEL A WELL-FOUNDED GUIDE TO THE FESTIVALS AIMED AT DEFINING NEW IDENTITIES In this period, the entertainment offer is huge. The following festivals are artistic events with the resolution to draw an attentive audience and the ambition to create large cultural proposals. Unbound to commercial schemes, these festivals are characterized by a musical offer that defines their identity. Sudest Indipendente, So What Festival, Locus Festival, Viva Festival and Locomotive Jazz Festival range from jazz to electro-music, rock and songwriting, and embrace the southern part of Apulia. Ostello del Sole in San Cataldo is the main location of the Sud Est Indipendente festival (from 26th to 29th July). In Corigliano d'Otranto, three other concerts are at the Castle – Curtis Harding on 4th July, Susanne Vega on 14th July and Hollie Cook on 4th August. On 9th August, Cosmo is in Piazza Libertini, Lecce. The So What Festival in Melpignano (from 1st to 5th August) dedicates five evenings to Mondovisioni. Music still starring with The Zen Circus and I Botanici (8th August) and two days dedicated to electronics with Ninos du Brasil, Yamamoto Kotzuga and Inude (11th August), GodblessComputers,

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LOCOMOTIVE JAZZ FESTIVAL ED. 2017, ALBA IN JAZZ, NOA

neggiare le mappe del mondo, riportando fuori dal buio quel che merita di essere raccontato. Quest’anno il Locomotive Jazz Festival supera i confini della provincia di Lecce per approdare anche a Taranto, dal 19 al 22 luglio, e a Ceglie Messapica, dal 29 al 31 luglio: sul palco anche gli Avion Travel. La locomotiva del jazz parte dal capoluogo salentino il 10 luglio, con il live di Raffaele Casarano International 4tet e la presentazione del nuovo disco “Oltremare”, passando per l’ormai tradizionale “alba in jazz” che quest’anno si terrà a Castro tra il 28 e il 29 luglio, e, al Chiostro dei Teatini di Lecce, chiude la rassegna nei primi tre giorni di agosto con i concerti di Gilles Peterson, Kenny Garrett e Nick The Nightfly. SO WHAT PRESS ED. 2017, BAUSTELLE. PH: ALBERTO CAROPPO

Tapes From Africa, Call Super, Carla Dal Forno, Equiknoxx ft. Shanique Marie, Goldie — Blue Note set, Helena Hauff, Iceage, Jamie xx, John Maus, K Á R Y Y N, Laurel Halo, LIBERATO, Nabihah Iqbal, Nicola Conte & Gianluca Petrella, Nu Guinea, Sampha, STILL e The Black Madonna. Per concludere non possiamo non citare uno degli appuntamenti storici per gli amanti del jazz, il Locomotive Jazz Festival. Giunto alla sua tredicesima edizione, è nel bel mezzo del suo viaggio culturale di scoperta e trasformazione. Crescono i luoghi in cui il festival si sviluppa, crescono i concerti, il numero degli artisti e le contaminazioni musicali che si intrecciano, cresce la voglia di rima-

SEI FESTIVAL ED. 2017, PUBBLICO. PH: FRANCESCO SCIOLI

Info www.seifestival.it/ www.facebook.com/sowhatfest/ www.locomotivejazzfestival.it www.locusfestival.it clubtoclub.it/it/viva-18/

Jolly Mare and Joyfull Family (12th August). Lercio and Wu Ming Contingent are the protagonists on 9th August. In Locorotondo, the Locus festival (from 7th July to 11th August) celebrates music as a code of the soul that overcomes any geographical, linguistic and social barrier. Among the performances, Rodrigo Amarante in the town square on 27th July, Baustelle at the Mavù on 28th July and, still in the same farm, Cosmo and James Holden & The Animal Spirits on 4th August. At Lido Lullabay (Ostuni), there are Habibi Funk on 27th July, Bradley Zero on 3rd August and Dengue Dengue Dengue on 10th August. VIVA! – Valle d'Itria International Music Festival (from 4th to 8th July) hosts great stars and "next big things": Anthony Naples, Ark, Awesome Tapes From Africa, Super Call, Carla Dal Forno, Equiknoxx ft. Shanique Marie, Goldie – Blue Note set, Helena Hauff, Iceage, Jamie xx, John Maus, K Á R Y Y N, Laurel Halo, LIBERATE, Nabihah Iqbal, Nicola Conte & Gianluca Petrella, Nu Guinea, Sampha, STILL and The Black Madonna. Finally, the Locomotive Jazz Festival is in Lecce on 10th July, in Taranto from 19th to 22nd July and in Ceglie Messapica from 29th to 31st July, passing through the traditional "dawn in jazz" (Castro, between 28th and 29th July). Chiostro dei Teatini in Lecce closes the festival (on 1st-2nd-3rd August) with Gilles Peterson's, Kenny Garrett's and Nick The Nightfly's concerts.



STRUTTURE RICETTIVE

VIVOSA APULIA RESORT

BELLEZZA E CHARME VIVOSA APULIA RESORT, IL TEMPIO DEL BENESSERE Atmosfere eleganti, paesaggi mozzafiato ed una serie di attività per ritrovare equilibrio tra spirito e corpo. Ad Ugento l’oasi del ‘wellbeing’ Vivosa Apulia Resort è il perfetto connubio tra l'essenza tipicamente salentina e l’eleganza. È il luogo ideale per far viaggiare insieme corpo e anima alla conquista del benessere. Il 17 maggio scorso è stata inaugurata la nuova stagione con gli obiettivi e l’impegno di sempre: coccolare gli ospiti e accompagnarli in un percorso fatto di relax e piacere, in un contesto naturale dove tutto è un omaggio all’armonia che si traduce anche in investimenti “green” come, per esempio, un impianto fotovoltaico a copertura dei parcheggi, un servizio con colonnine per la ricarica di auto elettriche e nuovi servizi a sostegno dell’energia e tutela dell’ambiente. Siamo in presenza dell’unico Antistress Resort in Italia, capofila fra quelli certificati da “Unique Antistress Resort in the World” (ce ne sono solo 14 in tutto il mondo). Dal 19 maggio al 2 giugno si è svolta la quarta edizione dell’International Wellbeing Meeting Point in Salento, rassegna

dedicata al benessere. Un modo per unire oriente e occidente, coniugando arti orientali, fitness e meditazione. L’appuntamento si ripeterà a fine estate (8 – 23 settembre) ed è uno dei momenti clou nella programmazione di Vivosa che quest’anno aggiunge, al già ricco ventaglio di proposte, una novità interessante che riguarda il food. Si chiama “Vivo Sano” ed è una proposta alimentare basata su ricette leggere ma gustose, sane, bio, con prodotti tipici e a Km0, a tutela dell’ambiente, e con il raccolto di stagione. Dal 17 maggio al 23 settembre, in agenda doppio appuntamento giornaliero con le Energy cooking lesson di Paola Di Giambattista. La mattina direttamente in spiaggia, la sera invece nel ristorante Via Appia. Un modo per apprezzare e conoscere i piatti della tradizione anche attraverso degustazioni e show cooking. Tra le altre novità, Vivosa Apulia Resort introduce “Energy Area”, uno spazio all’aperto in cui praticare attività dedite al benessere immergendosi di fatto in uno


VIVOSA APULIA RESORT Via Vicinale Fontanelle – Marina di Ugento (LE) tel. +39 0833 931002 – fax +39 0833 933646 – info@vivosaresort.com – www.vivosaresort.com –

scenario naturale incontaminato. L’area è perfetta anche come sala meeting per piccoli gruppi, per organizzare seminari a tema con il supporto dell’Antistress Academy. Vivosa Apulia Resort è la location perfetta per coppie, famiglie, comitive di amici ed anche per i single. Le attività organizzate dallo staff abbracciano momenti differenti proprio per andare incontro alle esigenze di tutti. Si possono praticare sport di ogni tipo, da quelli acquatici a quelli di gruppo, passando per attività che coniugano esercizio fisico e divertimento. I più dinamici possono scegliere fra

una vasta gamma di proposte sportive: windsurf, catamarano, canoa, yoga sup, ginnastica, nordic walking, spinning, pilates, tennis, calcetto, beach volley, basket, ping-pong. Vengono studiati anche piani personalizzati, cuciti su misura per ogni ospite, in base alle esigenze di ciascuno. Cure e attenzioni anche per i più piccoli con Mini Club e Junior Club che offrono numerosi spunti per il loro intrattenimento: giochi all’aperto, laboratori di teatro, laboratori nell’orto, caccia al tesoro nella pineta, campo scout, eco farm, tanto per citare alcune delle attività pensate

appositamente per loro. Una delle novità è il "mini zoo" direttamente in resort. Un mondo nuovo nel quale immergersi a contatto con la natura e gli animali per vivere un'esperienza istruttiva con falchi, serpenti e cavalli in carrozza. Un'esperienza sempre più child friendly. Se i figli sono contenti, lo saranno ancora di più i genitori che, sapendo i pargoli in mani sicure, potranno dedicare al loro benessere e al relax tutto il tempo che vorranno. Anche la spiaggia ha il suo fascino. Per raggiungerla si attraversa il villaggio e si passa dalla pineta, si percorre una

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STRUTTURE RICETTIVE

VIVOSA APULIA RESORT

passerella e all’improvviso appare uno spettacolo della natura: il mare cristallino, la sabbia bianchissima ed un orizzonte sconfinato. Una meraviglia difficile da rendere a parole. Uno spicchio di paradiso è la descrizione che più si avvicina. In questo contesto di bellezza assoluta, tra parchi, piscine, ristoranti e bar, gli ospiti vengono proiettati in una realtà fuori del comune che trova la sua cifra identitaria nella SPA, rinnovata nel look e con nuovi spazi dedicati al benessere, che conferma la sua esclusività con percorsi vitality in linea con la filosofia antistress. Oltre ai trattamenti ispirati al territorio, Makaria e Mirodhara, Vivosa introduce una nuova pagina benessere: Beauty & Relax Experience guidato dalle Spa Therapist nell’area umida (sauna, bagno turco, percorso Kneipp e piscina idromassaggio). I trattamenti estetici completano l’offerta di questo spazio del piacere, ma il vero punto di forza sono i massaggi: il Tranquillity Aromatic Spa Ritual, il Lomi

Lomi Nui, l’Hot Stone Massage, il Tibetan ed il Sixth Sense Esxperience, massaggio che viene effettuato su una culla di galleggiamento, ad occhi bendati per un viaggio nella dimensione interiore più pura che esista. Un’esperienza extrasensoriale unica nel suo genere. Unica come Vivosa.

BEAUTY AND CHARM VIVOSA APULIA RESORT, THE TEMPLE OF WELL-BEING ELEGANT ATMOSPHERES, BREATHTAKING LANDSCAPES, THE BALANCE BETWEEN SPIRIT AND BODY. IN UGENTO, THE OASIS OF 'WELL-BEING' On 17th, May the new season was inaugurated with the aim of pampering guests and accompanying them through a path made of relaxation and pleasure. We are in the presence of the only certified Antistress Resort in Italy (there are only 14 in the whole world). From 19th May to 2nd June, the third International Wellbeing Meeting Point took place in Salento. A way to combine east and west, oriental arts, fitness and meditation. The event will be repeated at the end of summer (from 8th to 23rd September) and is one of the highlights of Vivosa events. This year, programming has included "Vivo Sano" (literally, "I live healthily") – light but tasty, healthy and organic recipes, with typical and zero-mileage products, to protect the environment.

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From 17th May to 23rd September, there will be a double daily appointment with the Energy cooking lessons. Among the other novelties, Vivosa Apulia Resort introduces the "Energy Area", an outdoor space where to practise wellness activities. The resort is the perfect location for couples, families, groups of friends and even for singles. You can do all kinds of sports. The most dynamic can choose among windsurfing, catamaran, canoeing, sup yoga, gymnastics, Nordic walking, spinning, pilates, tennis, five-aside football, beach volleyball, basketball, table tennis. Care and attention even for the little ones: outdoor games, theatre and garden workshops, treasure hunts in the pinewood, scout camps, eco-farming and much more. To reach the beach, a walk through the pinewood and suddenly a crystal-clear sea, very white sand and an unlimited horizon appear. The resort personal style is in its SPA and in its new spaces dedicated to wellness. The beauty treatments complete the offer, but massages are the real strength. An extrasensory experience that is one of a kind.


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TERRITORIO

LECCE

Il ritrovato splendore di Cerrate L’abbazia di epoca bizantina è stata riaperta al pubblico e al culto dopo due anni di restauri Dopo due anni di restauri, l’abbazia di Santa Maria di Cerrate ritrova il suo antico splendore, ma anche qualcosa di più: il suo essere luogo di culto. Ogni domenica, per tutta l’estate (e poi in inverno di sabato), salentini e turisti potranno assistere alla messa all’interno della chiesa, dove la liturgia manca da quasi 30 anni. L’anima devozionale del complesso abbaziale, uno dei monumenti

bizantini più belli e significativi del Sud Italia, torna così ad essere centrale. Una novità importante nell’ambito del recupero non solo strutturale che si è proposto il Fai (Fondo Ambiente Italiano) a Cerrate, l’unico sito che la prestigiosa fondazione milanese gestisce in Puglia dal 2012 su concessione della Provincia di Lecce, proprietaria dell’intera struttura. Come è stato più volte sottolineato dai vertici

del Fai, l’abbazia è un luogo di devozione verso la Madonna di Cerrate, ancora molto sentita dalla popolazione locale. Da qui la decisione di tornare a celebrare la messa e di riposizionare nella sua collocazione originaria l’altare dedicato proprio alla Madonna, che si trovava fra la navata sinistra e quella centrale. Durante il primo restauro dell’abbazia, avvenuto a cavallo fra la fine degli anni


di ilaria marinaci/foto FAI (Fondo Ambiente Italiano)

I RESTAURATORI SI SONO DEDICATI A OTTENERE UNA NUOVA VALORIZZAZIONE DEL CICLO DI AFFRESCHI

Sessanta e gli anni Settanta, si decise di smontare tutto – anche la cupola che sovrastava il ciborio, il tempietto che circonda l’altare centrale – per far meglio ammirare gli affreschi bizantini. L’altare della Vergine, quindi, venne smantellato e messo via, pezzo per pezzo. A settembre, in occasione della festa della Madonna, dopo un minuzioso restauro, sarà rimesso al suo posto. Ma come è cambiata l’abbazia dopo due anni di lavori che hanno interessato, nello

specifico, l’interno della chiesa con gli splendidi affreschi risalenti al XII secolo e il suo esterno con il prezioso portale e la loggia duecentesca sul lato sinistro? Per la chiesa l’intervento ha riguardato le coperture, le strutture portanti, i serramenti, i paramenti lapidei delle facciate e l’importante ciclo scultoreo del portale d’ingresso e del portico, composto da colonne e capitelli: tutto realizzato con l’aiuto delle moderne tecnologie, come un dettagliato rilievo scanner che ha per-

messo di tracciarne per la prima volta le caratteristiche strutturali, le irregolarità e le deformazioni, e di riconoscere le fasi costruttive e le modifiche fatte nel corso dei secoli. In questo modo, è stato possibile procedere a interventi mirati alla conservazione e alla tutela. L’edificio è stato, inoltre, dotato, dentro e fuori, di nuovi impianti per l’illuminazione attraverso un progetto basato su apparecchi al led che ne valorizza decorazioni, aspetto e atmosfera. Molto interessante 60 61


TERRITORIO

LECCE

DA GIUGNO, È ACCESSIBILE ANCHE LA FORESTERIA ALLESTITA PRESSO LA "CASA DEL MASSARO"

è il lavoro che è stato fatto creando un nuovo impianto per la raccolta e il riuso delle acque meteoriche, convogliate nella cisterna che serve l’agrumeto. In questo modo, il fabbisogno idrico delle aree verdi dell’abbazia potrà essere soddisfatto in modo autonomo, in linea con la campagna nazionale del Fai #salvalacqua. I restauratori si sono dedicati a lungo a ottenere una nuova lettura e la valoriz-

zazione del ciclo di affreschi che fanno di Cerrate un unicum nel mondo bizantino, testimonianza emblematica della produzione pittorica del XII e XIII secolo nel Mezzogiorno d’Italia e portavoce di stili e valori di matrice greco-ortodossa tipici di questa terra salentina. Sono state restituite alle pitture murarie la trasparenza e la brillantezza dei colori antichi, ripristinando la forza iconica delle

immagini sacre e recuperando importanti dettagli, come le iscrizioni in greco, che ne restituiscono la forza narrativa. Per l’occasione, è stato realizzato anche un software interattivo montato su touch screen che consente, ad esempio, di giocare a ricomporre l’affresco nella navata destra della chiesa, che si presenta nella forma curiosa di una specie di “puzzle” scomposto. Questi due anni di lavori hanno comportato anche il recupero e l’allestimento di nuovi spazi, come la biglietteria, lo shop, un piccolo ristoro e una sala didattica per l’introduzione alla visita, tutti destinati all’accoglienza del pubblico. Una spaziosa e luminosa loggia al primo piano sopra l’ingresso principale, con eccezionale vi-


sta sulla chiesa, è fruibile per la sosta del pubblico che potrà goderne liberamente, prolungando così la visita all’abbazia per approfondire contenuti o anche solo per consumare uno spuntino a base di prodotti locali in vendita nel punto ristoro. Da giugno, è accessibile anche la foresteria allestita presso la “Casa del Massaro”, dove si potrà soggiornare per una vacanza immersi nella quiete del luogo, contribuendo nello stesso tempo alla sostenibilità economica del bene gestito dal Fai. Fra i servizi a disposizione dei turisti che, partendo da qui, volessero scoprire la Valle della Cupa e altre importanti città del Salento, ci sono una serie di itinerari a piedi, in bicicletta e in auto, tracciati su mappe cartacee e digitali in libera consultazione, perché la visita a Cerrate sia solo l’inizio di un’esplorazione più ampia. L’obiettivo finale del Fai è fare in modo che tutte le fasi della storia del complesso abbaziale siano ricordate all’interno dei suoi ambienti. Ecco, quindi, che, oltre alle testimonianze del monastero, sono stati restaurati anche spazi legati al tempo in cui era una masseria: il mulino e il forno, documentati fin dal XVI secolo. Il restauro di pavimenti e murature al piano terra della Casa Monastica, nella parte più antica dell’abbazia, ha messo in luce le fondazioni di un mulino per la macinazione del grano con adiacente il forno per la produzione del pane, destinato a soddisfare le necessità della piccola comunità monastica e poi agricola. Sulle antiche fondazioni rinvenute, scavate nella roccia, è stato così ricollocato, accuratamente restaurato in tutte le sue parti da maestranze locali, un vero e proprio mulino, con meccanismo di legno e vasca di pietra, con tutta probabilità risalente al XVII-XVIII secolo, che si conservava in pezzi nei locali dell’abbazia, oggi riassemblato e funzionante. Nel vicino forno, allestito con arredi e oggetti della tradizione contadina e con un plastico semovente del mulino azionabile direttamente dal pubblico, sarà possibile comprendere e mettere in pratica, in occasione di laboratori per adulti e bambini, il pro62 63


TERRITORIO

LECCE

cesso produttivo del pane, dal grano alla cottura, passando per la tradizionale timbratura, tipica del pane dell’eucaristia usato nel rito bizantino, che i monaci producevano qui fin dal XII secolo. A riprova di questo un’altra importante scoperta archeologica, avvenuta nel 2016: un rarissimo stampo eucaristico

usato per i riti di Pasqua, di cui sarà riprodotta una copia da far maneggiare ai visitatori. Cerrate, insomma, si candida a diventare una fra le mete più frequentate da turisti italiani e stranieri e, dopo questo restyling, è pronta ad accoglierli nel miglior modo possibile.

CERRATE'S RENEWED SPLENDOUR THE BYZANTINE ABBEY HAS BEEN REOPENED TO THE PUBLIC AND TO THE CULT After a two years' restoration, the abbey of Santa Maria di Cerrate rediscovers its ancient splendour. Every Sunday, throughout the whole summer, local people and tourists will be able to attend mass inside the church, where the liturgy has been missing for almost 30 years. The abbey complex is one of the most beautiful and significant Byzantine monuments in Southern Italy, as well as a place of devotion to Our Lady of Cerrate. Hence, the decision to place the altar dedicated to Our Lady in its original location (in September, on the occasion of her celebration day). As for the church, the interventions concerned the roofing, the supporting structures, doors and windows, the stone decorations of the facades, the important sculptural cycle of the entrance gate and of the colonnade. New lighting systems enhance the abbey decorations, appearance and atmosphere. The rainwater serves the citrus grove, thus meeting the water needs of the green areas. The restorers have spent a long time to enhance the frescoes that make Cerrate a unicum in the Byzantine world, an emblematic evidence of

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the pictorial production of the 12th and 13th centuries in Southern Italy. Among other things, an interactive software allows you to play and solve a puzzle depicting the fresco in the right aisle of the church. New spaces have been set up for the reception of the public, such as a bright loggia on the first floor, with an outstanding view of the church. The guest house offers accommodation to visitors who will be able to spend their holiday surrounded by the quiet – and contributing to the economic sustainability of the property. A series of itineraries on foot, by bicycle or by car will make the visit to Cerrate just the beginning of a wider exploration. In addition to the proofs the monastery, spaces linked to the time when the complex was a farm have also been restored: the mill and the oven, for example, documented since the sixteenth century. On the ancient foundations, a real mill – probably dating back to the 17th or the 18th century – has been placed. In the nearby bakery, it is possible to understand and put into practice bread production passing through the traditional stamping of the Eucharist. Cerrate is certainly destined to become one of the most popular destinations for Italian and foreign tourists and, after this restyling, it is ready to welcome them in the best way possible.



STRUTTURE RICETTIVE

RESORT HOTEL TENUTA CENTOPORTE

UN TUFFO NELL’ARMONIA DEI SENSI

CRISTIANO STEFANIO

Elegante, raffinata, perfetta per il relax. Tenuta Centoporte non è semplicemente un resort, è un’esperienza che lascia il segno Custodito nella campagna salentina, stretto nell’abbraccio degli ulivi secolari, cullato dal profumo della lavanda, del rosmarino e di tante erbe spontanee, sorge il Resort Hotel Tenuta Centoporte, un’oasi di pace in cui immergersi per rigenerarsi. Lontana dal caos della città, la struttura, che si trova a pochi passi da Otranto, è un inno al relax e al silenzio. Uno strumento per entrare in contatto con la propria anima. I fratelli Alessandro e Cristiano Stefanio se ne prendono cura con amore e passione, la stessa tramandata dai genitori che da anni gestiscono la struttura. Tenuta Centoporte è come una creatura dall’animo gentile, bella da vedere, sublime da vivere. In questo angolo di innegabile bellezza gli ospiti vivono emozioni che restano impres-

se nella loro anima anche dopo il viaggio. Ricevono mille e più attenzioni per tutta la durata del soggiorno, attraverso momenti speciali: massaggi con campane tibetane, musicoterapia, corsi di cucina e tanto altro ancora. Alessandro e Cristiano ci spiegano il senso di questo approccio filosofico-meditativo. «Sono ormai anni che ci concentriamo sulla reale esperienza che i nostri ospiti devono vivere anche attraverso il territorio, percependo al massimo ciò che esso può offrire. Un esempio è il massaggio con le campane tibetane. Praticare il cosiddetto “bagno sonoro” significa stimolare la persona a ritrovare la propria identità ricontattando quella funzione regressiva che solo il suono riesce ad agevolare. Si lavora sia sulla schiena che sulla zona anteriore del


RESORT HOTEL TENUTA CENTOPORTE Via Vecchia Otranto Giurdignano – Località Montibianchi – S.P. 277 Giurdignano – Lecce (LE) tel. +39 0836 801986 / 805080 – mobile +39 380 6491263 – info@tenutacentoporte.it – www.tenutacentoporte.it –

«Il sentimento che ci sprona a dare sempre il massimo viene dalle radici della nostra famiglia che ci ha dato la possibilità e la fortuna di poter lavorare in questa direzione. I miei genitori – sottolinea Alessandro – mi hanno dato la possibilità di fare questo lavoro che

oggi è divenuto amore e passione. Con mio fratello Cristiano condividiamo tutto questo, supportandoci a vicenda, cercando di portare avanti un discorso concreto incentrato su un unico filo conduttore: l’ospitalità nel suo senso più ampio».

ALESSANDRO STEFANIO

corpo. Il cliente riceve una "doccia sonora" rigeneratrice che circola in tutto il corpo e permette di sperimentare il flusso di energia in modo molto personale». In altre parole, è come fare un viaggio in un’altra dimensione. Chi invece preferisce muoversi con il corpo, può scegliere di fare dei tour in vespa o in maggiolino. Da un’idea, nata quasi per caso, è stato sviluppato un concetto che va oltre l’escursione. Grazie a quest’avventura dinamica gli ospiti visitano le località più suggestive della zona, entrando in contatto con la natura, i luoghi e anche con le abitudini del posto. Sorseggiando una birra o del buon vino davanti ad un panorama mozzafiato, assaggiando ricci e formaggio o consumando l’aperitivo nei bar dei piccoli centri vicini. Non mancano poi i wine tasting nelle cantine locali, le degustazioni con casaro in masseria e le cooking class organizzate nella struttura stessa. Per l’estate 2018 ci sono interessanti novità: serate a tema, apertivi sul prato, dj set con vecchi grammofoni per ricreare atmosfere del passato. Il tutto mettendo insieme le aziende locali per creare una sinergia virtuosa con i protagonisti del territorio. Quello che fa la differenza per Tenuta Centoporte è la cura del dettaglio. E si nota sin dall’ingresso. Il giardino, le piante, i viali, la piscina, l’orto, e poi le camere e tutte le sale interne sono frutto di attenzione e passione. Inoltre, grazie alla sua atmosfera romantica e sofisticata, è anche la location perfetta per organizzare matrimoni e ricevimenti in genere. A DIP IN THE HARMONY OF THE SENSES

ELEGANT, REFINED, PERFECT FOR RELAXATION. TENUTA CENTOPORTE IS NOT SIMPLY A RESORT Tenuta Centoporte Resort Hotel sits surrounded by Salento countryside, embraced by centuries-old olive trees. Located few kilometres from Otranto, the structure is a hymn to relaxation and silence. In this corner of undeniable beauty, guests live emotions that remain engraved on their soul even after the trip. We make a fuss of them for the wholte duration of their stay: massages, music therapy, cooking classes and much more. Alessandro and Cristiano Stefanio explain the meaning of this philosophical-meditative approach. "For years, we have been focusing on the real experience that our guests should live even through the territory. An example is given by

the Tibetan Singing Bowl Massage – a regenerating 'sound shower'". Those who prefer to move may choose to visit the most picturesque places in the area coming into contact with nature, places and even the local habits. Sipping good wine in front of a breathtaking view, tasting sea urchins or having an aperitif in some coffee bars of the small nearby towns. There are also wine tasting experiences at the local wineries, tastings with a cheese-maker in a farm and cooking classes organized in the structure itself. This summer, there have also been interesting events in collaboration with local companies. Thanks to its romantic and refined atmosphere, Tenuta Centoporte is the perfect location for weddings and other receptions, too. "The feeling that encourages us to always give our best comes from our family's roots. My parents – Alessandro underlines – have given me the opportunity to do this work that today has become love and passion."

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TERRITORIO

CURSI

Cave di pietra, un viaggio nelle viscere della terra Cursi è un paese dove il legame con la pietra è forte e destinato a rinnovarsi sempre


di eleonora leila moscara/foto massimo centonze

Gli abitanti di Cursi possiedono un legame secolare e viscerale con la pietra, hanno imparato nel tempo a lavorarla, a conviverci e ad amarla. L’attività estrattiva della “pietra di Cursi”, così come viene chiamata negli archivi storici prima di diventare “pietra leccese”, è da generazioni il mestiere più comune nel territorio che unisce Cursi a Melpignano. La costruzione di case, decorazioni, arredi, chiese ha fatto sì che la pietra diventasse un elemento identitario che accomuna tutti gli abitanti della zona. Fare una passeggiata in una cava dismessa o attiva, per un cursiato, equivale a ripercorrere odori e vedute che rievocano il sudore e le spalle nere dei propri nonni, risate di bambini ricoperti di “piuma” (polvere bianca) che giocano tra le pietre, luoghi di vita vissuta nelle viscere della terra. Il paesaggio è ancestrale, suggestivo e sempre cangiante, la natura cresce rigogliosa tra i “pezzotti” di scarto, le vecchie cave diventano oggi uliveti da visitare adornate di antichi “cuti” dalle forme più strane. Questo e tanto altro è oggi il “parco delle cave”, così denominato dall’amministrazione comunale che ha elaborato un’iniziativa di valorizzazione delle aree dismesse e abbandonate nell’ambito del piano urbanistico. L’idea è quella di riportare a nuova vita queste aree grazie alla disponibilità dei proprietari che, in collaborazione con il Comune, elaboreranno progetti di diverse fruizioni dei luoghi. «Abbiamo già lanciato la manifestazione di interesse per acquisire la disponibilità dei titolari di ex cave abbandonate e giardini di pietra – racconta il sindaco di Cursi, Antonio Melcore – nell’ottica di creare degli strumenti finanziari che diano spazio alle più disparate idee di fruizione di queste aree. Ogni cursiato è profondamente legato alla pietra e la conferma di ciò ci arriva ogni giorno dalle numerose proposte avanzate. L’amministrazione si occuperà di adattare gli spazi e di metterli in sicurezza attraverso una nuova illuminazione, creando una sentieristica, delle pannellature e mettendo a disposizione un sistema di videosorveglianza».

FINO A METÀ DEL XX SECOLO I "PEZZOTTI" VENIVANO LAVORATI A MANO CON L'AUSILIO DI STRUMENTI RUDIMENTALI 68 69


TERRITORIO

CURSI

Sulle cave di proprietà del Comune invece, nell’ambito delle risorse del Patto città-campagna, vi è un altro progetto in fase di ultimazione: «Stiamo completando il progetto dell’area Parco Natura e Parco Avventura – continua il sindaco –. La prima zona corrisponde alla parte superiore di una vecchia cava che era

diventata una discarica che, una volta recuperata, ha visto la realizzazione di un circuito bici per bambini e ragazzi con dossi e cunette, panchine e un’area ristoro. La seconda area, quella del Parco Avventura, era un vecchio impianto di depurazione e prevede la costruzione di strutture adatte per imbracature che

MENHIR "CROCE ALLE TAJATE"

L’ESTATE 2018 VEDE LE CAVE NUOVAMENTE ATTIVE NELL’AMBITO DEL SISTEMA CULTURALE E TERRITORIALE

consentiranno delle passeggiate panoramiche con percorsi, più o meno difficili, a seconda della fascia di età. Inoltre, sarà realizzato un allestimento d’installazioni di arte contemporanea in pietra in collaborazione con alcuni artisti che, attraverso delle strumentazioni originali, consentiranno alla pietra di suonare grazie al vento». Da secoli l’economia di Cursi è strettamente connessa alla risorsa pietra, tanto da essere uno dei pochi centri del Salento a caratterizzarsi per un'economia "industriale" prima che agricola. La pietra leccese, comunemente detta, dal punto di vista chimico è una roccia calcarea risalente al periodo miocenico compreso tra 20 e 12 milioni di anni fa;dal punto di vista mineralogico è una pietra omogenea, con il carbonato di calcio sotto forma di granuli calcarei, costituiti da microfossili e frammenti di fossili, e di cemento calcitico come costituente fondamentale. Il duro lavoro di estrazione della pietra leccese è rimasto invariato nel corso dei secoli: fino a metà del XX secolo i "pezzotti" venivano lavorati a mano con l'ausilio di strumenti rudimentali; solo a partire dagli anni '50 con l’arrivo delle segherie e delle nuove attrezzature,tempi e costi sono profondamente mutati. Le cave di Cursi hanno fatto emergere interessantissime tracce fossili di un lontano passato e alcuni ritrovamenti sono esposti a Maglie presso il Museo Paleontologico. L’estate 2018 vede le cave nuovamente attive nell’ambito del sistema culturale e territoriale: torneranno infatti le residenze artistiche e le attività spettacolo e, così come accaduto in occasione del potenziamento dell’Info point allestito con il Sac delle Serre salentine, verranno organizzati dei nuovi tour nelle zone estrattive dove ammirare, oltre al paesaggio, anche le opere d’arte della vecchia residenza artistica. Il tour si snoda tra le cave e i parchi archeologici tra i quali domina il menhir “Croce alle tajate” (cave, in dialetto), un monolite alto circa 3 metri rivolto ad est, incorniciato da un muretto a secco che sembra ricordare l’antico legame del paese con la cultura della pietra. Mentre, sul lato


"PAJARA SOSPESA"

rivolto a ovest, campeggia il simbolo di una croce, probabilmente inciso da un antico scalpellino o da pellegrini venuti da lontano. Immancabile la visita alla magica e suggestiva “pajara sospesa”, una delle tipiche antiche abitazioni dei contadini dalla forma simile ad un trullo, che sovrasta dall’alto una grande cava scavata per oltre 50 metri. Infine, dopo una passeggiata nel borgo cittadino, il tour viene completato con una visita all’interno del Frantoio Ipogeo del Palazzo De Donno dove si trova l’Ecomuseo della Pietra Leccese e delle Cave, una struttura permanente che, a partire dagli anni novanta, ha valorizzato l’identità naturale, sociale ed artistica del territorio legata alla pietra leccese e al paesaggio di cave. Uno spazio in cui la riflessione sulla cultura materiale della pietra, sui valori legati a questa risorsa ma anche sulle problematiche 70 71


TERRITORIO

CURSI

connesse allo sfruttamento dei siti estrattivi e al riuso di quelli abbandonati, ha coinvolto architetti, designer, artigiani, imprenditori ma anche artisti, musicisti, economisti insieme alle comunità locali. All’interno è allestita la mostra permanente “Stone Stories. Le pietre di Puglia nell’architettura, nel design, nel paesaggio”, pensata dagli architetti Dario Curatolo e Marta Spadaro e la collezione “Oggetti della Memoria” a cura di Ugo La Pietra. Questi progetti e lavori destinati al recupero delle aree estrattive e della cultura della pietra sembrano voler rimarcare una realtà legata alla storia e all’identità di questo paese. L’idea è quella di trasmettere al turista l’amore

per questi paesaggi bianchi e intensi, di tramandare la storia di chi ha vissuto e amato la pietra, di trasformare in arte e cultura tutto ciò, così come è stato per alcuni poeti e scrittori che sono riusciti a tradurre in parola tutte queste emozioni (vedi poemetto di R. Grilli in calce). «Tutti noi siamo cresciuti grazie ai papà, a fratelli, parenti che hanno lavorato la pietra. Abbiamo un legame indissolubile che trasuda dalla nostra pelle, – conclude il sindaco Antonio Melcore – i cittadini di Cursi hanno un sangue che non è rosso ma è anemico perché mischiato con la piuma, ognuno di noi avendo avuto un’implicazione diretta ha assorbito la polvere bianca e la custodisce tra le proprie membra,

STONE QUARRIES, A JOURNEY THROUGH THE BOWELS OF THE EARTH CURSI IS A SMALL TOWN WHERE THE TIE WITH THE STONE IS STRONG AND SET TO LAST FOREVER Cursi inhabitants have a deep bond with the stone. The mining activity of the "Cursi stone" has been the most common trade in the area for generations. The construction of houses, furnishings and churches has implied that the stone became an element of identity for local inhabitants. The landscape is ancestral and always changing. Nature grows luxuriant among the rejected stones. The old quarries have become olive groves to be visited and adorned with the strangest ancient stones. This and much more is the 'park of the quarries', as it was named by the municipal administration that has developed an initiative for the enhancement of abandoned areas. The idea is to bring these areas back to life thanks to various projects. "The spaces will be adapted and made secure," – says the mayor of Cursi, Antonio Melcore. "We are completing the project for the Nature Park and the Adventure Park. In the former, a bike track for children and teenagers – with bumps, benches and a refreshment area – has already been realized. The latter involves the construction

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così come ogni essere umano fa per il proprio cuore». “Ancora a te io parlo, oh antica Pietra. A te ritorno e immoto sto, in attesa che tu mi veda e alfine mi riveli di che cosa sia fatto il tuo segreto” (...) “Alla mia pietra” poemetto anticato di Renato Grilli, versi recitati durante l’evento “Visite ai giardini di pietra” nell’ambito del progetto “Serre delle arti – Territori di Pietra”. Info: Ecomuseo della Pietra Leccese, piazza Pio XII, Cursi. Facebook@ecomuseodellapietraleccese

of structures for more-or-less-difficult panoramic walks. Moreover, several stone works of art will be displayed thanks to the collaboration of some artists. The stone will play thanks to the wind." For centuries, Cursi economy has been closely connected to the stone. The hard mining work took place by hand until the middle of the twentieth century. Only since the 50s, times and costs have changed deeply. The Cursi quarries have revealed interesting fossil traces. Some of those finds are displayed in Maglie, at the Paleontological Museum. In summer 2018, the artistic residences and shows will return and new tours will be organized to admire not only the landscape but also the works of art of the old artistic residence. The tour winds through the quarries and the archaeological parks, and it includes a visit to the menhir known as 'Croce alle tajate'. A visit to the suggestive 'pajara sospesa' (ancient rural dwelling) is not to be missed. A visit to the Hypogeum Oil Mill at Palazzo De Donno completes the tour. Here is the Ecomuseum of Lecce Stone and of the Quarries ('Ecomuseo della Pietra Leccese e delle Cave'). The idea is to convey to tourists the love for these white and intense landscapes, to pass on the history of those who have lived and loved the stone, to turn all this into art and culture.


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Ospitalità discreta nel cuore di Otranto Ci sono posti in cui ti senti a casa. Palazzo De Mori è uno di quelli Respirare la storia di Otranto, attraversarne le emozioni in un crescendo di magia e relax. Palazzo De Mori è il luogo dell’anima che permette agli ospiti di immergersi in un’atmosfera fatta di sensazioni destinate a restare impresse nell’anima. Il soggiorno in questa dimora antica che domina i bastioni è un’esperienza che va ben oltre la vacanza tout court. Non è solo per l’eleganza della struttura e la gentilezza dei padroni di casa, ma è per tutto un insieme di fattori che disegnano una realtà leggera e incantevole. Atmosfera intima e raffinata, una suggestiva vista sul porto e sul castello, Palazzo De Mori è molto più di un semplice bed

& breakfast, è il luogo in cui si riesce a percepire realmente l’anima di questa città. Si trova nel cuore di Otranto, tra le vecchie mura del centro storico, nella pancia delle tradizioni e della cultura di questa terra. Nelle sue stanze risuona il richiamo della storia, sulla sua pietra si riflette da secoli il luminoso sole di Puglia, dai suoi balconi si respira leggera aria salmastra. Il viaggiatore adesso è molto più esigente e consapevole. Il mare, da solo, non basta, e strutture come questa sono la chicca che completa l’offerta di una terra costantemente in crescita, sempre più proiettata verso orizzonti nuovi. L’ospitalità

assume un peso diverso, ne sa qualcosa Alessandro Stefanio, testa e cuore di Palazzo De Mori. «L’ospite è sempre al centro delle nostre attenzioni – spiega – lo coccoliamo, lo aiutiamo ad ambientarsi, lo facciamo sentire a casa propria. Sempre con discrezione, sia chiaro, perché la vacanza deve essere vissuta pienamente. Non lo accogliamo solo fisicamente. Lo “ascoltiamo”, andiamo incontro a tutte le sue esigenze affinchè il soggiorno, anche il più breve diventi bagaglio di vita. In un certo senso questa è la filosofia della nostra famiglia. Sin dai primi anni – continua – ricordo tante serate passate sulla terrazza a chiacchierare con i


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clienti, tra aneddoti sulle vecchie abitudini del paese ed altre storie affascinanti. Un modo per accorciare le distanze». La vera anima della struttura sono i genitori di Alessandro, Gianni e Marcella e la zia Pina, adorabili padroni di casa, sempre pronti a dare consigli e a raccontare qualche curiosità sulla “città dei martiri”. A rendere tutto ancora più suggestivo è il panorama che si gode dalla stessa terrazza: il mare, il castello, i bastioni. Ottima per scambiare quattro chiacchiere, perfetta per altre situazioni come, per esempio, l’appuntamento con l’aperitivo serale. «Un momento di incontro rivolto non solo ai nostri clienti – sottolinea Stefanio – ma anche a quegli operatori che abbiano voglia di condividere idee e progetti, che abbiano voglia di confrontarsi, degustando il buon vino del nostro territorio, preparando gustosi aperitivi utilizzando i prodotti della nostra tradizione, ricercati e di indiscussa qualità». Palazzo De Mori, come già accennato, è

circondato dalla bellezza, ma il suo interno non è da meno: nelle stanze domina il bianco. Mobili, biancheria, poltrone, letti, è tutta una scia immacolata di spazi bellissimi da vivere. L’ampia terrazza è definita da un antico parapetto costituito di colonne in pietra, e anche qui regna il bianco che segna il fluire semplice del tempo. Anche i colori hanno la loro importanza nel viaggio alla ricerca del relax, e la luce che segna i contorni di questa dimora è il traguardo perfetto. «Riceviamo tante attestazioni di stima da parte dei nostri clienti. Tutti apprezzano il mix di eleganza e semplicità che siamo riusciti a dare a questo luogo, ma i complimenti più belli che riceviamo sono i loro sorrisi. Entrano come semplici ospiti e quando se ne vanno ci salutano da amici. Per noi un’emozione che si rinnova tutte le volte e che ci restituisce il senso della nostra ‘mission’: offrire il meglio e creare legami profondi con chi opta per la nostra struttura».

A DELICATE HOSPITALITY IN THE HEART OF OTRANTO

ALESSANDRO STEFANIO

THERE ARE PLACES WHERE YOU FEEL AT HOME. PALAZZO DE MORI IS ONE OF THEM Palazzo De Mori is the place of the soul that allows guests to lose themselves in an atmosphere of feelings set to leave a mark. The elegance of the structure and the landlords' kindness are just some of the factors that draw an enchanting reality. Among the old walls of Otranto's historic centre, with a striking view of the harbour and of the castle, Palazzo De Mori is much more than just a B&B. The call of history resounds in its rooms. The bright sun of Apulia has been reflecting on its stone for centuries. A light salty air can be breathed from its balconies. "Our guests are always in the limelight, – explains Alessandro Stefanio, head and heart of Palazzo De Mori. – We pamper them, we help them feel at home. We meet all their needs." The view that can be enjoyed from the terrace makes everything even more impressive: the sea, the castle, the ramparts. The location is perfect for an evening cocktail. "An opportunity to meet other people addressed not only to our customers, – highlights Stefanio – but also to those operators who want to share ideas and projects, while tasting a glass of good local wine, delicious aperitifs or refined traditional products with an undisputed quality. We receive many tokens of esteem from our customers, but the best compliments are their smiles. They enter as simple guests and say goodbye as friends. For us, this is an emotion that gives the sense of our 'mission' back – that is to say, to offer the best and to create deep bonds with those who choose our structure."

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TERRITORIO

LECCE

INGRESSO FRANTOIO

Nuovi itinerari ipogei Con “Lecce geologica”, scoperte sorprendenti e tutela del territorio Nuovi itinerari possibili e opportunità di sviluppo e tutela del territorio. Questa è in sintesi l'esperienza di “Lecce geologica” che per quattro mesi ha informato, innovato e perfino incantato cittadini e maestranze per aver saputo delineare scenari prossimi venturi molto positivi. Il ciclo di eventi sulla Lecce geologica, sotterranea e sulle vie dell'acqua, è stato organizzato dall'Ordine regionale dei geologi (Org) della Puglia e

dal Comune di Lecce, con la curatela di Stefano Margiotta, esperto di paesaggi geologici che ha svolto recenti ricerche e studi. Hanno partecipato anche Salvatore Valletta, presidente dell’ordine, Antonio de Rinaldis, funzionario tecnico biologo del Comune di Lecce, e l'assessora alle Politiche urbanistiche e strategiche del capoluogo, Rita Miglietta. Proprio l’esponente dell’esecutivo leccese

ribadisce l'importanza di censire tutti gli ipogei, le cave, le doline, le coste con la loro erosione e tutte le vie dell'acqua: «Si tratta di un patrimonio conoscitivo molto importante, perché stiamo aggiornando gli aspetti ambientali idrogeomorfologici e acquisiamo così le conoscenze che ci permettono di cambiare lo sguardo sulla città, facendo emergere una nuova sensibilità in linea con il nostro programma amministra-


di andrea aufieri/foto stefano margiotta

beni». In una nota dell'Org possiamo leggere che «l’accesso ai frantoi avviene attraverso una scala solitamente piuttosto ripida scavata nella roccia mediante la quale ci si immette nella sala principale, laddove sono presenti le macine e i torchi con accanto i pozzetti per la raccolta e la decantazione dell’olio. Elemento principale della sala era la vasca di macinazione (la fonte), avente la forma di una scodella su cui poggiava la macina. Quest’ultima era ricavata da un unico blocco quasi ovunque costituito dai calcari mesozoici affioranti nelle vicinanze. Adiacente alla sala principale si trovano le cosiddette sciave che consistevano in ambienti più piccoli che fungevano da depositi e che sovente avevano un’apertura a piano campagna per permettere un agevole scarico delle olive dai carri. In più frantoi era poi presente un ambiente per il ricovero degli animali, un altro adibito al riposo dei frantoiani e quindi una zona dove gli stessi consumavano i pasti».

INDIVIDUATI BEN 23 FRANTOI IPOGEI NEL SOLO TERRITORIO DI LECCE, A FRONTE DEI TRE FINORA CENSITI

INGRESSO FRANTOIO

40. Per il geologo Stefano Margiotta «questa ricerca è importante perché aumenta la base conoscitiva per l’aggiornamento degli Atlanti regionali. La collocazione nello spazio geografico di questi ipogei permette di ricostruire l’economia agricola leccese dell’epoca, consentendo una progettazione unitaria che porti al recupero di questi FRANTOIO COMUNALE

MASSERIA LA GROTTA

tivo. Vorremmo, infatti, che questi geositi diventassero tappe di itinerari narrativi e di fruizione ambientale e culturale». I lavori che hanno preceduto gli incontri hanno permesso di individuare ben 23 frantoi ipogei nel solo territorio di Lecce, a fronte dei tre finora censiti, ma basti pensare che nel 1700 se ne registravano

Perché i frantoi venivano realizzati sottoterra? La scelta era legata al minor costo rispetto alla costruzione di edifici e al risparmio di suolo che poteva essere destinato ad altre attività. La mancanza di aria e luce e il calore che si generava per la frequentazione di uomini e animali, nonché la fermentazione delle olive che venivano ammassate nei depositi, causavano una scarsa qualità dell'olio, che veniva così usato per l'illuminazione. Verso la fine del 1700 l'habitat rurale cambiò a danno degli olivi e a vantaggio dei vigneti, causando il progressivo abbandono dei frantoi, come per esempio il frantoio scoperto sul suolo comunale, che potrebbe divenire sede di un laboratorio

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TERRITORIO

CAVA FORESTA URBANA, PH: GIANLUCA PIO

LECCE

VERSO LA FINE DEL 1700 L'HABITAT RURALE CAMBIÒ A DANNO DEGLI OLIVI E A VANTAGGIO DEI VIGNETI

FRANTOIO MASSERIA SAN GIUSEPPE

multimediale che metta in rete una Lecce rurale che oggi non esiste più. Un altro ipogeo sito nel Parco Bosco e Paludi di Rauccio, nei pressi di Masseria La Grotta,

merita di essere menzionato: un insediamento rupestre, scavato nella calcarenite pleistocenica nota ai locali come tufo, è stato infatti recentemente scoperto da

PIETRA LECCESE CARIATA PER L'EROSIONE DEGLI AGENTI ATMOSFERICI

NEW HYPOGEAN ITINERARIES WITH 'GEOLOGICAL LECCE', SURPRISING DISCOVERIES AND PRESERVATION OF THE TERRITORY New possible itineraries and opportunities for development and preservation of the territory. 'Geological Lecce' has informed, innovated and even enchanted for four months, highlighting very positive forthcoming scenarios. The Apulian Association of Geologists and the Municipality of Lecce organised the all the events. Councillor for Urban Planning and Strategic Policies, Rita Miglietta, stresses the importance of recording all the hypogea, the quarries, the sinkholes, the coasts and their erosion, and all the waterways: "It is a really important wealth of knowledge. We want these geosites to become stages of narrative itineraries and of environmental and cultural usage."

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Alessandro Romano e dallo stesso Stefano Margiotta. Si tratta di un vano di forma quadrata al quale un tempo si accedeva tramite due ingressi disposti ad arco, di cui uno completamente murato con pietrame e l’altro ristretto con conci di tufo e murato. Ce lo presenta Margiotta: «La grotta, che nel corso dei secoli deve avere avuto molteplici fruizioni, si caratterizza per una colonna posta più o meno centralmente. Da un lato sono presenti due grandi mangiatoie, dove si riconoscono le “caviglie”, cioè fori praticati nella roccia dentro cui passava una corda con la quale si legavano gli animali, e dall’altro lato si possono osservare due giacigli sempre ricavati nella roccia. L’insediamento presenta inoltre numerose croci graffite sulle pareti. Questo ritrovamento apre nuovi interessanti scenari per l’area del parco: solitamente infatti gli insediamenti rupestri non si trovano isolati ma sono parte di complessi di insediamenti, il che evidenzia la necessità di altre ricerche».

VASCHE IN FRANTOIO IPOGEO MASSERIA SAN GIUSEPPE

Works have identified 23 hypogeous mills in the territory of Lecce, but there were at least 40 in the 1700s. According to geologist Stefano Margiotta, "This research is important because it helps us to reconstruct Lecce agricultural economy at the time, thus allowing a planning that leads to the recovery of these assets." The choice to build underground mills was linked to a lower cost compared to building construction as well as to the need of saving soil that could be used for other activities. Towards the end of 1700, the rural environment changed to a detriment of olive trees and to the advantage of vineyards, thus causing a progressive abandonment of mills. A hypogeous mill located in the Nature Reserve 'Parco Bosco e Paludi di Rauccio' deserves to be mentioned. Margiotta: "This discovery opens up interesting new scenarios for the park area: the rock settlements are usually part of settlement complexes, which highlights the need for other research."


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RISTORAZIONE

ROAD 66

La magia di un chiostro antico fa brillare la ‘movida’ Il Road 66 ha aperto una nuova sala ricavata da un palazzo storico di Lecce. In altre parole è un’appendice del pub di Via dei Perroni. Cornice perfetta per cenette romantiche e serate tranquille Una nuova location e la cordialità di sempre. Il Road 66 aggiunge un tocco vintage con l’apertura di una sala ricavata dal cortile di un palazzo storico adiacente alla già nota struttura di Via dei Perroni. I ragazzi del Road lo chiamano il “Chiostro”, ed effettivamente è una corte del 1700 che Danilo Stendardo, anima e cuore del pub leccese, ha riadattato per

accogliere e coccolare i clienti. Confortevole, arredata con gusto retrò, tra sedie di paglia colorate e botti in bella vista, la nuova location, dal profilo rustico e a tratti anche un po’ messicano, è perfetta per serate romantiche, cenette tranquille, momenti di relax, circondati da storia ed eleganza. La cura del dettaglio fa la differenza: come per esempio l’illumi-

nazione ricavata da particolari lanterne, oppure le candele sui tavoli, passando dalla disposizione dei posti, tanto per dare un’idea dell’allestimento del posto. L’armonia è presente in ogni angolo. Una moto d’epoca, all’ingresso del cortile, aggiunge un velo di fascino che rende unica l’atmosfera. «La potremmo definire un’appendice del


ROAD 66 Via dei Perroni, 8 – Lecce (LE) tel. +39 0832 246568 – pubroad66@libero.it – www.road66.lecce.it –

Road, – spiega Danilo – uno spazio all’aperto, accogliente e suggestivo. Lo stile è diverso dalle altre sale del pub, ma la bellezza sta proprio in questo, nell’aver mescolato espressioni differenti creando una sorta di effetto sorpresa sui clienti che, stando a quanto registrato sino ad oggi, sembrano apprezzare davvero il nostro sforzo». Quest’angolo tipico, sicuramente unico nel suo genere, in realtà era già stato aperto al pubblico diversi anni fa. Nel 2004, per l’esattezza, quando l’amministrazione locale dell’epoca promosse una serie di iniziative tese alla valorizzazione del centro storico, anche attraverso l’utilizzo di strutture per così dire alternative per movimentare la vita notturna. «Licenze e permessi sono ancora validi, – spiega Danilo – dunque ci è sembrato giusto offrire una chicca in più alla ‘movida leccese’, proponendo qualcosa di nuovo». Sempre al passo coi tempi, i ragazzi del Road (oltre a Danilo, ci sono sua sorella Vanessa, Simona Greco e Roberto Portaluri) hanno saputo cogliere nel segno, sfruttando un’occasione unica e interessante. L’ambiente invitante e originale ben si sposa con la ricca offerta gastronomica del pub che, come sempre, propone il meglio per andare incontro alle esigenze di tutti. Grigliate di carne, hamburger, taglieri, hot dog, tex-mex, panini e insalate a cui, per la stagione estiva, si aggiungono altre prelibatezze come, per esempio, gli straccetti di carne con rucola, grana e pomodorini gialli salentini o il capocollo di Martina Franca accompagnato da una deliziosa burratina. Il tutto, inutile sottolinearlo, esaltato da

fiumi di Eggenberg, la birra austriaca che fa la differenza di cui il Road 66 è unico distributore in tutta la Puglia. Il “Chiostro” resterà aperto per tutta l’estate e, temperature permettendo, anche dopo. «Un autunno mite – afferma ancora Danilo – sarebbe l’ideale per poter portare avanti questo discorso anche una volta archiviata la stagione estiva. Vedremo come andrà – conclude – intanto posso già ritenermi soddisfatto. La nuova location piace e soprattutto continuano a piacere i locali a “marchio Road”. La passione ci guida, i sacrifici sono tanti ma per fortuna le soddisfazioni non mancano». Stiamo a vedere, ora, quali altre sorprese tirerà fuori dal cilindro.

THE MAGIC OF AN ANCIENT CLOISTER MAKES NIGHTLIFE SHINE A NEW HALL IS THE PERFECT SETTING FOR ROMANTIC DINNERS AND QUIET EVENINGS A new location and the usual friendliness. Road 66 adds a vintage touch with the opening of a hall derived from the courtyard of a historic building adjacent to the already known structure in Via dei Perroni. The owners call it 'the Cloister', and actually, it is an eighteenthcentury courtyard readapted to welcome and pamper customers. Comfortable, country and also a bit Mexican, the new location is perfect for romantic evenings and moments of relaxation, surrounded by history and elegance. The attention to details makes

the difference; harmony is everywhere. The atmosphere is unique. "It is an outdoor, welcoming and suggestive place, – explains Danilo. – The beauty lies in having mixed different expressions that customers seem to appreciate." The inviting and original setting goes well with the rich gastronomic offer meant to meet everyone's needs. During the summer season, local delicacies are added to grilled meat, hamburgers, cold cuts and cheese, hot dogs, tex-mex dishes, sandwiches and salads. Everything is enhanced by rivers of Eggenberg – Road 66 is the only Apulian supplier of this beer. The 'Cloister' is open throughout the summer. "People like our new location, – adds Danilo. – Passion drives us, sacrifices are many but satisfactions are not lacking."

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TERRITORIO

BRINDISI

LE MOLTE VITE DEL CASTELLO ALFONSINO LA FORTEZZA FU EDIFICATA NEL PORTO DI BRINDISI NEL XV SECOLO


di francesca mandese/foto massimo centonze

UN CANTIERE SEMPRE APERTO DOVE SARANNO ORGANIZZATI CONCERTI, MOSTRE ED EVENTI SPORTIVI Di vite ne ha sicuramente vissute tante. Nel corso di 600 anni avrà visto guerrieri arrivare dal mare, distruzioni, attacchi armati, ma anche storie, sogni e delusioni degli uomini che hanno lavorato e vissuto fra le sue spesse mura. Adesso, il Castello Alfonsino, uno dei due della città di Brindisi, si appresta a vivere la sua terza vita dell’epoca contemporanea. Dopo l’abbandono da parte dei militari nel 1984, un primo restauro e una breve riapertura dal 2008 al 2013, è stato finalmente firmato il contratto da 5 milioni di euro per nuovi lavori di recupero e valorizzazione. È solo la prima tranche di un’opera che si preannuncia lunga e molto costosa e che mira a restituire alla città uno dei suoi gioielli più preziosi. Una fortezza con una piccola darsena interna, grandi camini in immensi saloni, finestre con vista sul porto e una piazza d’armi che si presta a svariati utilizzi. Il contratto è stato firmato il 14 marzo scorso da Eugenia Vantaggiato, segretario regionale del MiBact per la Puglia. L’intervento è finanziato con i fondi Pon Cultura e sviluppo e il progetto esecutivo, aggiornato a novembre 2016, è stato approvato a gennaio del 2017. Su 32 ditte partecipanti al bando, si è aggiudicata

i lavori la Srl Sad di Rega R. & co. di Modugno. Seguiranno il cantiere i funzionari del MiBact Doriana De Tommasi (responsabile unico del procedimento), Augusto Ressa (progettista e direttore dei lavori) e Antonio Zunno (coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione). Alle loro mani, e a quelle delle maestranze, è affidata la rinascita del Castello di mare o Castello rosso, per via del colore vermiglio della pietra, la cui edificazione ebbe inizio a febbraio del 1481, quando Ferrante d’Aragona fece costruire una torre a guardia del porto. Qualche anno più tardi, Alfonso d’Aragona, duca di Calabria, trasformò quel primo nucleo difensivo in un vero e proprio castello, avamposto della città edificato su una lingua di terra circondata dal mare dove sorgeva un’abbazia benedettina scomparsa nei primi anni del XV secolo. Nel XVI secolo, accanto alla fortezza fu edificato il Forte a mare, o Opera a corno, adibito ad alloggio delle guarnigioni. Quella stretta lingua di terra è stata a lungo sede di un lazzaretto per poi passare nelle mani della Marina militare. Nel 1984, i gravi danni alle strutture murarie causati da una mareggiata ne hanno decretato la dismissione

e chiusura. Dopo la prima riapertura, la fortezza fu illuminata in modo che apparisse come un castello incantato galleggiante sull’acqua del porto. Obbiettivi primari di questa prima fase dei lavori sono la conservazione del complesso paesaggistico-monumentale e la fruizione pubblica nel rispetto delle specificità storiche e architettoniche. Bisognerà ricucire le molte “ferite” causate da crolli e atti vandalici, primo fra tutti proprio il furto del sistema di illuminazione. Sarà ripristinato il “camminamento di ronda” e resa accessibile anche ai diversamente

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TERRITORIO

BRINDISI

CHIUSO DAL 2013 DOPO UNA RIAPERTURA DI SOLI CINQUE ANNI, È STATO SACCHEGGIATO E DANNEGGIATO

abili la piazza d’armi grazie a una rampa e alla rimozione dei dislivelli che attualmente ne impediscono la fruizione. Saranno allestiti alcuni ambienti destinati alla prima accoglienza con installazione di apparati multimediali e realizzati spazi attrezzati per sorveglianza e guardiania. Ci vorranno 450 giorni di lavoro. «Lo abbiamo chiamato cantiere trasparente perché durante i lavori la gente potrà entrare e cominciare a familiarizzare con la struttura», dice Maria Piccarreta, direttrice della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto. «Oltre alla

parte di recupero e restauro, stiamo già pensando al futuro, a come potrà essere utilizzato il Castello e con quali forme di gestione. Sarà sempre preminente la logica del bene pubblico, ma trattandosi di una struttura davvero enorme, non è escluso che, almeno per alcune delle sue parti, si possa prevedere il coinvolgimento dei privati. Ci sarà sicuramente una parte museale, con strumenti multimediali, dove si potrà conoscere la storia della città e del Castello. Sarà fondamentale il rapporto con l’acqua, e per questo si sta pensando anche, per l’Opera a corno, a qualcosa che abbia a che fare con gli sport acquatici».

THE MANY LIVES OF THE ALFONSINO CASTLE THE FORTRESS WAS BUILT IN BRINDISI'S HARBOUR IN THE XV CENTURY It has certainly lived many lives. Over 600 years, it may have seen warriors arriving from the sea, destruction, armed attacks, but also stories, dreams and disappointments of the men who worked and lived within its walls. After the abandonment by the military in 1984 and a short reopening from 2008 to 2013, the contract for the restoration and the enhancement of the castle has been signed at last. The work aims at giving the city back one of its most precious jewels. A fortress with a small internal dock, large fireplaces in huge halls, windows with a view onto the harbour and a place of arms. The Sea Castle, or Red Castle, was built starting from 1481 when Ferrante of Aragon had a tower built to stand guard over the harbour. A few years later, Alfonso of Aragon turned it into a real castle. In 1984, the serious damage caused by heavy seas made it disused. After the first reopening, the fortress was lit up so that it looked like

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L’aspetto che più interessa alla Soprintendenza è il legame che la città riuscirà a stabilire con la fortezza. «Non vogliamo assolutamente – aggiunge Piccarreta – che venga vissuto come una imposizione, come una cosa calata dall’alto. Al contrario, vogliamo che sia proprio la città a farsene carico, in qualche misura ad adottarlo. In questa ottica, si è pensato a una serie di attività che serviranno ad avvicinare la città al monumento. Quindi, concerti, spettacoli, piccoli laboratori, eventi legati allo sport, che si svolgeranno tutto intorno all’area del cantiere. Più si andrà avanti con i lavori, più si entrerà, anche fisicamente, nel cuore del Castello». Nonostante la sua lunga storia di monopolio militare prima e chiusura poi, il Castello Alfonsino vive il suo momento di gloria in un giorno particolare dell’anno, il primo sabato di settembre, in occasione delle celebrazioni in onore dei santi patroni della città, Teodoro d’Amasea e Lorenzo da Brindisi. La processione via mare dei due simulacri parte proprio dal Castello rosso e viene accompagnata lungo tutto il porto interno da un nutrito corteo di barche. Approda sulla banchina antistante la scalinata di Virgilio e prosegue poi per il rientro in Cattedrale. Svoltasi per la prima volta nel 1776, la processione ricorda la traslazione, avvenuta nel 1210 dall’odierna Aukat, delle spoglie di San Teodoro, soldato romano martire del IV secolo fatto uccidere in Turchia per la sua fede cristiana.

an enchanted castle floating on the harbour water. In the first phase of the work, it will be necessary to mend the many "wounds" caused by collapses and acts of vandalism. The 'chemin de ronde' will be restored and the place of arms will be made accessible for people with different abilities. "People will be able to enter the building site and to familiarize themselves with the structure," says Maria Piccarreta, Superintendent of Archeology, Fine Arts and Landscape for the provinces of Brindisi, Lecce and Taranto. "In the future, there will certainly be a museum where people will learn about the history of the city and of the Castle. The relationship to water will be essential. We have also thought of a series of events that will take place all around the bulding site." Every year, the Alfonsino Castle has its moment of glory on the first Saturday in September, on the occasion of the celebrations in honour of the patron saints of the city, St. Theodor of Amasea and St. Lawrence of Brindisi. The procession by sea of the two simulacra starts right from the Red Castle and then returns to the Cathedral.


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RISTORAZIONE

BLU NOTTE

Emozioni a tavola Il Blu Notte non è semplicemente un ristorante. È un’esperienza da vivere. Pesce freschissimo e ottimi vini sono i migliori compagni per un viaggio sensoriale ricco di sorprese

In tavola arriva un piatto delizioso, perfetto, ottimo da gustare, bello da vedere, da sentire, da vivere. Un capolavoro scolpito con ingredienti assolutamente freschi e lei, con disarmante semplicità, dice: non ci vuole niente a prepararlo! Beh, cara Sonia, permettici di dissentire. Questa meraviglia di ricetta, battezzata “Fettuccine Blu Notte” – una new entry nel già ricco menù dell’omonimo ristorante leccese – è qualcosa di esplosivo!

Provate voi a restare indifferenti di fronte ad un piatto del genere: tagliatelle di Campofilone condite con astice, gamberoni rossi di Gallipoli, scampi, frutti di mare, bottarga di muggine e “scarpette” freschissime (seppioline tenere e saporite). Provate voi a non emozionarvi di fronte ad un quadro di sapori e colori come questo. Provateci, è impossibile! Ancora di più se esaltato da uno Chablis ghiacciato che Maurizio fa stappare prontamente. Tutti gli ingredienti si sposano alla perfezione fra loro e la sensazione che regalano è indescrivibile. È un’armonia di sapori che fa vivere il mare con il palato prima e con il cuore dopo.

Sonia Gaetani e Maurizio Vergari hanno fatto del Blu Notte di Lecce non solo un punto di riferimento sicuro per chi ama il pesce fresco declinato in tutte le maniere, ma un vero e proprio marchio di fabbrica con cui, negli anni, hanno conquistato sempre più clienti. Ogni giorno c’è il pienone, tanto a pranzo quanto a cena, ed ogni giorno ricevono attestati di stima da parte di tutti. «Per noi – dicono – è la soddisfazione più grande e ci ripaga di tanti sacrifici e tanto lavoro». Quello di Sonia e Maurizio è un sodalizio nella vita privata e sul lavoro. Complici e complementari, trasmettono agli ospiti


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la forza della loro unione: lei regista in cucina, il suo regno, dove crea prelibatezze che fanno breccia nel cuore dei commensali, lui anfitrione in sala dove con garbo, simpatia e con un sorriso

contagioso, accoglie i clienti e li mette subito a proprio agio. Chi sceglie il Blu Notte sa che qui si sentirà protagonista dal primo all’ultimo minuto. I pensieri si fanno leggeri e l’esperienza diventa un

ricordo prezioso. Come testimoniano le mail o le recensioni da parte dei turisti che nel bagaglio del ritorno lasciano un posto d’onore a quest’esperienza che non è semplicemente un appuntamento con il buon mangiare o il buon bere. Anche i piatti, per esempio, vengono preparati “ad personam”. I clienti scelgono il tipo di pesce e Sonia li trasforma in squisitezze assecondando le inclinazioni dei commensali. La sua competenza ed il prodotto freschissimo sono le basi di partenza per ottenere risultati eccellenti. «La mia non è cucina artefatta – tiene a sottolineare – quello che conta è la materia prima, partire da prodotti genuini e freschi, il resto viene da sé». E mentre lo dice si presenta con un’altra bomba di sapore: un lutrino al cartoccio stretto nell’abbraccio di patate, pomodori, olive e aromi vari. Che dire? Straordinario! Un piacere da vivere con tutti i sensi, sposando le note deliziose del mare anche restando in città. Il target è alto perché l’offerta è elevata. Chi viene qui sa perfettamente che ne uscirà soddisfatto. E, non meno importante di tutto il resto, anche la cornice per godere di queste prelibatezze è meravigliosa: Blu Notte si trova in Via Brancaccio, a due passi da Porta San Biagio, tra palazzi storici e riccioli barocchi. Il mare in tavola nel cuore del centro storico di Lecce.

EMOTIONS ON THE TABLE BLU NOTTE IS NOT SIMPLY A RESTAURANT. IT IS A WORTH-LIVING EXPERIENCE A delicious dish comes on the table, a masterpiece carved with absolutely fresh ingredients. "Fettuccine Blu Notte" is a new entry in the already rich menu of the homonymous restaurant in Lecce. Campofilone 'tagliatelle' – pasta in narrow ribbons – served with lobster, red shrimps from Gallipoli, prawns, seafood, mullet bottarga, tender and fresh little cuttlefish. A harmony of tastes that makes you live the sea first with your palate and then with your heart. Thanks to Sonia Gaetani and Maurizio Vergari, Blu Notte in Lecce has become a point of reference for those who love fresh fish. Sonia is the kitchen planner; Maurizio is the generous host. Every day there is a full house, for both lunch and dinner, and every day they receive everyone's declaration of esteem. "For us, – they say – this is the greatest satisfaction and it recompenses us for all our sacrifices and work." Those who choose Blu Notte know that here they will feel protagonists from the first to the last minute. The dishes, for example, are prepared 'ad personam'. Customers will choose their own fish and Sonia will turn it into deliciousness by pandering the guests' tastes. Her expertise combined with the freshest products are the starting points to achieve excellent results. "What matters – she highlights – is to start from genuine and fresh products." People who come here know perfectly they will come out pleased. Even the setting is wonderful: Blu Notte is located in Via Brancaccio, a stone's throw from Porta San Biagio, among historic buildings and baroque curls. The sea on the table in the heart of Lecce historic centre.

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CULTURA

IDROVORA DI FRIGOLE, PH: AURORA MASTORE

STORIA

Frigole, la grande bonifica Storia, luoghi e memoria dei primi del Novecento Tutto di un territorio parla. È la poesia dei luoghi. Le coste salentine raccontano di un rapporto complicato con l’acqua. La paura degli attacchi saraceni e la malaria delle coste paludose hanno forgiato per secoli il carattere degli insediamenti e della distribuzione demografica dell’intera Terra d’Otranto, quella provincia che fino agli anni Venti del Novecento comprendeva Lecce, Brindisi e Taranto. Coste paludose e spopolate, diventate poi facile preda di abusivismo edilizio a partire dal secondo dopoguerra quando, mai come prima, quei “cafoni” che uscivano

dalle case di calce al sole come numeri dalla faccia d’un dado – citando Vittorio Bodini – convertirono i risparmi di una vita in mattoni e cemento vista mare. Tutto di un territorio parla e quello che racconta è la sua storia. Quella storia che va oltre i libri, le date e i manuali. Quella storia che vive di luoghi da interpretare e trasformare in poesia contemporanea. Quegli stessi spazi che oggi ci parlano di abbandono e marginalità, di quello che rimane, di un tempo che agisce, corrode ed erode modificando la funzione originaria delle cose, lasciando in eredità esempi

di archeologie industriali che sembrano occupare pezzi di territorio in costante attesa di rinascita o conversione. Siamo sul litorale di Frigole, sul versante adriatico del Salento, a ridosso della spiaggia principale pullulante di lidi, e qui svetta per diciassette metri un alto camino, quello dell’impianto idrovoro costruito a inizio Novecento all’interno del grande progetto di bonifica delle paludi portato avanti dallo Stato italiano. L’ingresso principale è sbarrato, la proprietà è privata e appartiene al Consorzio di Bonifica Ugento Li Foggi.


CORSI D’ACQUA ARTIFICIALI SI SNODANO E SI PERDONO PER CHILOMETRI RIPARATI DA GIUNCHI

IDROVORA DI FRIGOLE, PH: VINCENZO SANTORO

Dal lato del mare, però, la costruzione è ben visibile. Due muretti segnano un breve percorso prima di tuffarsi in mare: è il canale di sbocco della grande opera di ingegneria primo-novecentesca dell’idrovora di cui quello che oggi rimane è solo un rudere. È una linea perfettamente retta che collega la struttura ospitante la pompa idraulica con le sue vasche all’acqua salmastra. È la sua bocca aperta verso l’Adriatico. Una grande muraglia è costruita tutto intorno, ormai una delle due griglie a lunetta poste a protezione dell’unica apertura che permette di comunicare con l’esterno è divelta, trasformata in pedana di accesso per ospiti curiosi, mentre imperversa l’odore solforoso dall’acqua stagnante. Del grande impianto un tempo costruito per il prosciugamento dei terreni paludosi è ben visibile la sua inconfondibile architettura in stile liberty salentino. Tutto, però, parla ancora di abbandono. Camminamenti selvaggi in preda a vegetazione adulta, porte murate e sbarrate da travi in legno marcescente. Dall’idrovora si dirama un reticolo di canali nelle campagne circostanti. Corsi d’acqua artificiali si snodano e si perdono per chilometri riparati da giunchi, oppure sono aperti e lucenti come ferite lunghe e dritte che tagliano a metà interi campi

CANALI DELLA BONIFICA NELLE CAMPAGNE DI FRIGOLE, PH: AURORA MASTORE

di aurora mastore/

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CULTURA

IDROVORA DI FRIGOLE, PH: VINCENZO SANTORO

STORIA

IDROVORA DI FRIGOLE, PH: VINCENZO SANTORO

LA STORIA DEI LUOGHI, DUNQUE, DIVENTA OCCASIONE PER RACCONTARE DINAMICHE PIÙ VASTE dimenticati, fino a lambire l’imponente area militare di Torre Veneri. Perfetti nella loro geometria artificiale. Molti, ormai asciutti, sono diventati letti di pietre e arbusti; di altri, completamente ricoperti da piante, immondizia e detriti, rimangono solo le testimonianze dei ponticelli sovrastanti persi nei percorsi tra gli alberi di ulivo o i terreni coltivati a ortaggi tutto intorno. Lungo i percorsi tracciati dai canali all’ora del tramonto la luce frontale crea una pellicola di evanescenza che tratteggia i contorni di paesaggi impressionisti tra ponticelli e corsi d’acqua artificiali che si perdono alla vista, nell’orizzonte di una vegetazione scarna e arida, selvatica. Quella delle bonifiche non è una storia semplice e breve, riconducibile a periodi di tempo perfettamente definiti. Si tratta, piuttosto, di una serie di interventi che interessarono ampie zone delle campagne italiane (non solo meridionali) già nella seconda metà del XIX secolo, ma che divennero più intensi a partire dai primi anni del Novecento e che proseguirono senza sosta fino al secondo dopoguerra passando attraverso il fascismo. Bonificare significava liberare i terreni dalle acque stagnanti, per un duplice motivo:


IDROVORA DI FRIGOLE, PH: VINCENZO SANTORO

Parlare di bonifica significa trattare un tema estremamente significativo non solo per la storia dell’agricoltura italiana e meridionale, ma anche per l’intero processo di sviluppo economico del Paese, che ancora fino alla prima metà del Novecento poggiava – soprattutto al Sud – la sua crescita sul settore agricolo. La storia dei luoghi, dunque, diventa occasione per raccontare dinamiche più vaste. Le trasformazioni fatte per adattare il paesaggio naturale italiano alle esigenze delle popolazioni sono passate attraverso vari tentativi di bonifica, a partire dalla prima metà dell’Ottocento fino al progetto di bonifica idraulica e di “bonifica integrale” poi, teorizzati dai tecnici dei governi giolittiani durante i primi anni del Novecento e proseguiti durante il fascismo. Fu proprio con la legge del 1900 che una buona fetta di denaro venne stanziata per la grande

CANALI DELLA BONIFICA NELLE CAMPAGNE DI FRIGOLE, PH: AURORA MASTORE

guadagnare nuovi spazi per l’agricoltura e liberare dalla minaccia mortale della malaria. È un tema, quello delle bonifiche, che, come un filo rosso, attraversa la storia dell’agricoltura e delle campagne italiane nell’arco di almeno due secoli. Gran parte della lunga e bassa costa salentina a inizio Ottocento si presentava occupata da acquitrini e terreni melmosi. Già a partire dalla prima età moderna erano presenti fenomeni di impaludamento di alcune zone tra cui la fascia adriatica da Otranto fino a Brindisi e fu proprio da questo momento che la malaria si insediò nella regione in modo endemico costituendo un problema ancora irrisolto durante i primi decenni del XX secolo. Non è certo un caso che la geografia antropica salentina mostri un vero e proprio vuoto di popolamento lungo le coste almeno fino agli inizi del XX secolo.

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CULTURA

sotterranea che si trovava al di sotto del livello del mare, la aspirava con le sue pompe, la alzava e la trasferiva nel mare. I canali utilizzati per raccogliere l’acqua sotterranea da portare all’idrovora erano chiamati collettori, mentre quelli usati per intercettare le acque “alte” da rilasciare nell’Adriatico erano gli allaccianti. Un sistema di ingegneria idraulica che per circa dieci anni lavorò intensamente fino a liberare tutto questo tratto di costa dall’imperversare delle acque malsane e della loro pericolosa fauna e vegetazione. Fino a permettere la distribuzione dei terreni con la Riforma Agraria (1950) e la “conquista” di quella costa da sempre temuta e inaccessibile.

IDROVORA DI FRIGOLE, PH: VINCENZO SANTORO

“bonifica di San Cataldo”, realizzata tra il 1904 e il 1913, comprendente una fascia di terreni costieri lunga 30 km a partire da Torre Specchia Ruggeri (Melendugno) fino a Torre Rinalda a nord e che includeva, dunque, anche Frigole. Fu proprio all’interno di questo progetto che vennero costruiti i due grandi impianti idrovori per il sollevamento delle acque – uno in località San Giovanni di San Cataldo e l’altro lungo il litorale di Frigole – e tutta la rete dei canali, ancora in parte visibile, lunga in totale ben 26,6 chilometri. Idrovoro significa che mangia l’acqua, mentre idroforo che porta l’acqua. Dunque, due funzioni in una sola. L’impianto, infatti, attraverso i canali riceveva l’acqua

IDROVORA DI FRIGOLE, PH: VINCENZO SANTORO

STORIA

PLACES, HISTORY, MEMORY THE GREAT DRAINAGE OF FRIGOLE IN THE EARLY TWENTIETH CENTURY Salento coasts tell of a complicated relationship with water. The fear of the Saracen attacks and the malaria of the marshy coasts have shaped for centuries the demographic distribution of the entire Land of Otranto. Marshy and unpopulated coastlines, then fallen victims to the unauthorized building after the second post-war period. Today those same spaces speak of abandonment and marginalisation, of pieces of territory constantly waiting for rebirth. We are on the coast of Frigole. Here stands a seventeen-metre-high chimney, that of the drainage unit built at the beginning of the twentieth century within a large project to drain marshes. Today, only a ruin remains and it is visible from the sea. Two low walls mark a short path before it dives into the sea. A great wall is built all around and the sulphurous smell of stagnant water rages. Everything reveals abandonment. Wild vegetation, walled up doors, rotting wooden beams. From the draining pump, artificial waterways wind through the surrounding countryside for kilometres, until they reach the military area of Torre Veneri. The history of drainage is made up of a series of interventions that involved large areas of the Italian countryside as early as the second half of the nineteenth century, and that continued until the second post-war period. To drain meant to free the land from stagnant water, to gain new spaces for agriculture and to free the local from the deadly threat of malaria. To talk about drainage means to deal with an extremely significant issue for the entire development process of the country – economic whose growth was based on the agricultural sector up until the first half of the twentieth century. The attempts to drain the area were various, from the first half of the nineteenth century to the project of a hydraulic and 'complete' drainage. Between 1904 and 1913, two large water-lift systems were built – one in San Giovanni di San Cataldo and the other along Frigole coastline – along with their whole network of canals. This hydraulic engineering system worked for about ten years so intensively to free this whole stretch of coast from unhealthy waters and from dangerous fauna and vegetation. Thus, allowing the distribution of land with the Agrarian Reform (1950) and the 'conquest' of that coast that had always been feared and unable to be reached.

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SPORT

CALCIO

Il Lecce si riprende la sua storia Dopo sei stagioni nelle sabbie mobili della terza serie una promozione che segna il riscatto di un territorio Il 29 aprile per i tifosi del Lecce è stato un giorno memorabile che si iscrive di diritto nell’almanacco della storia giallorossa. Una domenica di redenzione, rinascita, riscatto. Come l’araba fenice, la squadra allenata da Fabio Liverani è risorta dalle ceneri con cui i pessimisti si stavano già cospargendo il capo dopo aver quasi dilapidato un vantaggio considerevole sulle dirette inseguitrici, accumulato con una continuità impressionante che aveva portato i salentini a collezionare 22 risultati utili consecutivi di fila. Poi un black-out ha fatto sì che l’avanzamento verso il traguardo avvenisse più per inerzia che per reazione, ma alla fine Catania e Trapani non hanno saputo trovare lo spunto giusto per l’aggancio proprio quando i giri del motore del Lecce erano scesi di molto. È stata promozione in serie B dunque, quel 29 aprile. Un obiettivo atteso per sei lunghe stagioni, inseguito attraverso le sabbie mobili di una categoria che ti risucchia sempre verso il basso, mancato all’ultimo metro in finali e semifinali di play-off. Per capire il valore morale della promozione bisogna andare al termine della stagione 2011/2012 quando il Lecce, 94 95

retrocesso sul campo dalla massima serie, si ritrova in poche settimane sbattuto nell’allora Prima Divisione per illecito sportivo: la tentata combine per la partita Bari-Lecce che un anno prima, con la vittoria dei salentini, aveva significato la permanenza in serie A, matura un conto da pagare pesantissimo. La faticosa ripartenza dopo il doppio salto all’indietro avviene con un passaggio societario: alla famiglia Semeraro che per un ventennio aveva scritto molte pagine esaltanti ma che lasciava un club e una piazza travolti dalla vergogna, subentrano i Tesoro. “Forestieri”, generosi, un poco bizzarri e certamente meno organizzati, allestiscono una squadra di prim’ordine che, dopo aver dominato gran parte del torneo, manca la promozione diretta per poi provare il guizzo nei play off, ma in finale prevale il Carpi. In quell’occasione si tocca il fondo: la rabbia dei tifosi è incontenibile ed esplode al termine della gara di ritorno, al Via del Mare. L’anno successivo è il Frosinone a sbarrare la strada verso la B, sempre in finale, mentre al terzo tentativo i play off non vengono nemmeno centrati. Per i Tesoro è il capolinea, ma


di gabriele de giorgi/foto andrea stella

si fa strada una cordata di imprenditori locali guidati dal giovane avvocato Saverio Sticchi Damiani, da sempre tifosissimo della squadra giallorossa. La ricostruzione è faticosa, gli impegni cui far fronte sono tanti tra cui un parco giocatori gravato da contratti molto onerosi. Il primo tentativo della nuova proprietà si infrange contro il Foggia, in semifinale; il secondo sul palo della porta dell’Alessandria, alla lotteria dei rigori nei quarti di finale, al termine di una gara perfetta. Il Lecce sembra colpito da una maledizione, la frustrazione di tutto l’ambiente è tangibile ma il presidente Sticchi Damiani non si perde d’animo: lui e il direttore sportivo Mauro Meluso, dopo il passo indietro di mister Robertino Rizzo a inizio campionato, affidano a Fabio Liverani il compito di riuscire laddove una dozzina di altri tecnici avevano fallito. L’ex capitano della Lazio li prende in parola, inizia a macinare risultati e stacca la concorrenza. Quando manca solo l’affondo, il suo Lecce incespica, il vantaggio si riduce sensibilmente e i nervi stanno per saltare perché gli incubi del passato si fanno anche a occhi aperti. I dirigenti però tengono il punto e non si lasciano condizionare dai malumori di chi vorrebbe un cambio di panchina,

IL LECCE SEMBRA COLPITO DA UNA MALEDIZIONE, LA FRUSTRAZIONE DI TUTTO L’AMBIENTE È TANGIBILE


SPORT

CALCIO

L’ULTIMA IMPRESA È DUNQUE UNA RICONQUISTA, QUELLA DI UNA IDENTITÀ TERRITORIALE CHE RISCHIAVA DI DILUIRSI i tifosi restano accanto alla squadra e al tecnico pur mettendoli di fronte alle loro responsabilità e finalmente arriva l’agognata promozione nell’ultima partita in casa, contro la Paganese, davanti a oltre 20mila spettatori.

Il 29 aprile è un giorno di lacrime di gioia perché il Lecce torna nel calcio che conta: le sensazioni sono le stesse di molto tempo prima. A metà degli anni Ottanta, infatti, arrivò la prima scalata in serie A e con essa la possibilità di misurarsi

LECCE FOOTBALL CLUB REGAINS ITS HISTORY AFTER SIX SEASONS, A PROMOTION THAT MARKS THE REDEMPTION OF A TERRITORY 29th April was a memorable day for Lecce supporters. After having nearly wasted a considerable advantage over the following two teams, Lecce was finally promoted to 'Serie B' – the second-highest division in the Italian football league system. A goal waited for six long seasons, missed at the last metre in the finals and semifinals of the play-offs. But let us proceed in order. At the end of the 2011/2012 season, Lecce football team, relegated to 'Serie B', finds itself in 'Prima Divisione', the third highest Italian football division, for violation of the rules. The tiring restart takes place with a corporate change: the Tesoro family takes over from the Semeraro family. The team misses the promotion in the play-offs. The following year, Frosinone blocks Lecce football team’s road to 'Serie B' in the final match, while at the third attempt play-offs are not even

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con squadre e città fino a quel momento ammirate in televisione. Quell’impresa sancì il primo superamento di un certo provincialismo che non è solo dettato da un destino geografico, ma anche da un atteggiamento morale tipico di chi è abituato a farsi i fatti propri, finendo per fregarsene di tutto e di tutti, mentre il tempo scorre e il mondo va avanti più velocemente. L’ultima impresa è dunque una riconquista, quella di una identità territoriale che rischiava di diluirsi e finire relegata nello scaffale dei ricordi come una parentesi, magari lunga, ma chiusa e probabilmente per sempre. Ecco perché la serie B andrà ora difesa come il più prezioso dei beni, come una base che, rinforzata, potrà sostenere nuovi sforzi e chissà, nuovi traguardi. Non c’è nulla di scontato nello sport, non si vive di gloria passata. Ci vuole un mix di testa e cuore per reggere la difficile sfida: la testa serve per non perdere la bussola, il cuore per superare l’ostacolo che può apparire insormontabile. Il Lecce oggi ha una buona dotazione di entrambi i fattori e dalla fine di agosto potrà tornare a competere in una dimensione più consona non solo alla sua storia ma al potenziale d’amore e di partecipazione che è in grado di offrire, come dimostrato, in ogni categoria: già in serie C ha fatto numeri che anche squadre di A si sognano. Ed è in fondo questo patrimonio immateriale il viatico della redenzione, il seme della rinascita, la leva del riscatto. Come cantano i tifosi della Curva Nord: “Serie A, serie C, siamo sempre qui”.

hit. A group of local entrepreneurs – led by a young lawyer, Saverio Sticchi Damiani – make their way. Their first attempt breaks against Foggia in the semi-final; the second fails against one of Alessandria goalposts. President Sticchi Damiani and Director Meluso entrust Liverani with the task of succeeding where a dozen other technicians had failed. Liverani's team stands out. When only the lunge is missing, the advantage is considerably reduced and past nightmares come back. The coveted promotion arrives in the last match, in front of over 20 thousand spectators. On 29th April, Lecce returns to the football that matters. It is the reconquest of a territorial identity that risked to remain a closed parenthesis forever. Now, 'Serie B' will have to be defended as the most precious of the assets. It takes a mix of head and heart to face this difficult challenge. Love strength and participation are great: already in 'Serie C', Lecce has drawn crowds with its matches. As the team die-hard fans sing, "Serie A, Serie C, we are always here".



TERRITORIO

COMUNE DI NARDÒ

Un nuovo contenitore culturale Il Museo della Città e del Territorio è la nuova chicca che arricchisce la già ricca rete museale di Nardò La rete museale di Nardò accoglie l’ultimo arrivato, il Museo della Città e del Territorio, ospitato in un Castello Acquaviva d’Aragona svuotato quasi del tutto dagli uffici comunali e riconvertito a contenitore culturale. Il museo è un piccolo “forziere” di tesori, attraverso il quale ripercorrere la storia della città e delle sue ricchezze. Un ulteriore motivo per rafforzare la rete di contenitori museali e attrattori culturali che approfondiscono tematiche specifiche legate a Nardò, cioè l’archeologia, il mare, le testimonianze storiche, le tradizioni, il filone religioso, la cultura: Museo della Preistoria di Nardò, mostra permanente “Viviamo in un incantesimo” dedicata a Vittorio Bodini, Museo della Memoria e dell’Accoglienza, Museo del Mare Antico,

Museo della Civiltà Contadina, Museo Archeologico dei Ragazzi, Museo Diocesano e Acquario del Salento. Le sale del piano ammezzato del Castello Acquaviva d’Aragona (oggetto di un recente intervento di restauro finanziato con risorse del Poin) ospitano il Museo. Di fatto, un percorso sulla storia neretina dal periodo romano sino all’età contemporanea attraverso quattro ambienti allestiti con pannelli descrittivi, reperti, dipinti e statue. Il “racconto” parte proprio dalle tracce del periodo romano e da un frammento di statua raffigurante probabilmente Livia Augusta e prosegue (anche attraverso una epigrafe di Porta Viridaria) con la Nardò medievale, cioè le origini della città attorno all’Abbazia di

Santa Maria di Nerito, la Nardò di Federico II, la leggenda del Crocifisso Nero, l’era angioina. C’è poi una “finestra” dedicata alla Nardò Rinascimentale, con gli Orsini-Del Balzo e gli Acquaviva-Aragona, e una dedicata al periodo seicentesco con la vicenda del Guercio di Puglia. Non mancano una tappa nelle stupende tracce barocche e una nell’epoca illuminista con Antonio Sanfelice e Giovan Bernardino Tafuri. I preziosi dipinti sono quelli di Ferdinando Sanfelice, che raffigura il fratello vescovo, Antonio Sanfelice, o di autore anonimo, che raffigurano Sant’Antonio da Padova, San Gregorio Armeno, la Beata Vergine dell’Incoronata (con San Michele Arcangelo e il Toro, simbolo civico). L’ultima sala del Museo è dedicata all’arte


COMUNE DI NARDÒ P.zza Cesare Battisti – Nardò (LE) tel. +39 0833 838111 – www.comune.nardo.le.it –

contemporanea con la statua “Il rimorso” di Michele Gaballo e con i lavori di Ercole Pignatelli. Proprio Pignatelli, che alla città di Nardò è molto legato, di recente ha voluto visitare il museo, preannunciando che è sua intenzione donare al Comune di Nardò e alla comunità neretina una serie di opere pittoriche.

L’allestimento del museo è stato curato dall’architetto Giancarlo De Pascalis, la gestione è stata affidata ad Archeoclub Terra d’Arneo. Il museo è aperto (con il nuovo orario, a partire dal primo giugno) ogni giorno dalle ore 9 alle 12 e il sabato e la domenica anche dalle 17 alle 20. «Siamo convinti – dice l’assessore con

delega ai Musei Mino Natalizio – che questo museo impreziosisca ulteriormente la nostra rete, spingendoci a lavorare ancora di più e meglio sull’asse con il parco di Porto Selvaggio, che è l’autentico punto di forza delle nostre strategie sulla destagionalizzazione. Il Castello è un luogo bellissimo ed è per vocazione un contenitore culturale. Visitarlo e avere la possibilità di trovare quasi un “indice” della storia della città che rimanda ad altri luoghi, spazi museali e approfondimenti, è una novità bellissima della nostra offerta culturale. Qui si può fare un “viaggio” tra i fatti e i protagonisti delle epoche che ha attraversato la città, aspettiamo che visitatori e turisti da ogni parte del mondo, in gran numero, scoprano l’affascinante storia di Nardò».

A NEW CULTURAL CENTRE THE MUSEUM OF THE TOWN AND THE TERRITORY IS THE NEW TREAT THAT ENRICHES THE ALREADY RICH MUSEUM NETWORK IN NARDÒ The museum is housed in the Acquaviva d'Aragona Castle and it is a small treasure chest following the history of the town and its riches. It is added to the already existing network of museums and cultural attractors that expand on themes especially related to Nardò – its archeology, sea, historical evidences, traditions, religion and culture. The reference is to the Museum of Prehistory in Nardò, to the permanent exhibition "We live in an enchantment" dedicated to Vittorio Bodini, to the Museum of Memory and Hospitality, to the Museum of the Ancient Sea, to the Museum of the Peasant Civilization, to the Archaeological Museum of the Young, to the Diocesan Museum and to Salento Aquarium. In fact, the Museum is a journey through Nardo's history, from the Roman period up to the contemporary age. The "tale" starts from the Roman period and continues with the medieval Nardò, until the Angevin era. Then there is a "window" dedicated to the Renaissance as well as to the seventeenth century. There are also stopovers among the wonderful baroque traces and the Enlightenment era. The last room of the Museum is dedicated to contemporary art, and it includes Ercole Pignatelli's works. The artist has recently announced his intention to give a series of paintings to the Municipality of Nardò and to its community. Starting from June 1st, the museum is open every day from 9:00 a.m. to 12:00 p.m. On Saturdays and Sundays, it is open from 5:00 p.m. to 8:00 p.m., too.

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ECONOMIA

IDEE INNOVATIVE

La moringa: l’albero miracoloso cresce anche nel Salento Dall’intuizione di un’equipe salentina un’impresa meticolosa originale Si scrive Moringa Oleifera, ma si legge albero miracoloso e “superfood”, perché le sue diverse proprietà benefiche sono state confermate da rigorosi studi scientifici: più di 1500 articoli su PubMed parlano delle sue incredibili proprietà a livello nutrizionale e medicinale. Si tratta di una pianta originaria delle montagne himalayane dell’India, appartenente alla famiglia Moringaceae, diffusa in buona parte della fascia tropicale ed equatoriale del pianeta. È troppo lontana da noi?

Sbagliato crederlo, perché un gruppo di esperti salentini del settore agrario, dopo anni di studi, grazie ad un investimento economico e a svariati tentativi, è riuscito ad avviare nel nostro territorio proprio una piantagione di moringa. Un lavoro non certo improvvisato, ma con alle spalle un meticoloso studio del terreno e del clima salentino, della pianta e delle migliori modalità di lavorazione, fattore quest’ultimo indispensabile per ottenere un prodotto di altissima qualità esente

da contaminazioni fungine, batteriche e con valori di metalli pesanti sotto il limite di rintracciabilità. Bandita l’improvvisazione, dopo le prime sperimentazioni, i piccoli fallimenti, i nuovi tentativi, la costanza e i primi emozionanti successi, è nata la società “Impresa Moringa del Salento”. Ne fanno parte: Saverio Antonio Erriquez, responsabile dei cicli di lavorazione; Claudio Avella, responsabile tecnico e commerciale; Salvatore Erriquez, che


di federica sabato/foto massimo centonze

SI TRATTA DI UNA PIANTA AD AZIONE ANTINFIAMMATORIA, CHE AIUTA A POTENZIARE LE DIFESE IMMUNITARIE

si occupa della logistica e dei compiti tecnici inerenti agli impianti; Luciano Ratta, responsabile della conduzione aziendale, e Francesca Avella, che cura il marketing e lo sviluppo. L'equipe di esperti salentini, prima di intraprendere questo percorso, come già accennato, ha studiato pagine e pagine di testi scientifici. Spuntate le prime pianticelle in pieno campo e nelle serre create ad hoc a Nociglia e tra Leverano e Copertino, il gruppo, incoraggiato dalla

riuscita della coltivazione, ha fatto analizzare la polvere ottenuta dalle piante. I risultati in termini di qualità sono stati sorprendenti e, quindi, confezionate sperimentalmente le prime capsule, i componenti del gruppo hanno provato su se stessi e sui loro amici i benefici che può dare la moringa. E sono innumerevoli, proprio come confermato dagli studi scientifici dei maggiori esperti mondiali. La pianta ha un mix di vitamine (soprattutto vitamina A, vitamina C, vitamina E e gruppo B), sali minerali (tra cui una dose molto alta di potassio), che aiuta il buon funzionamento di cuore, cervello e sistema nervoso. È molto ricca di antiossidanti, di Omega 3, 6 e 9, grassi in grado di combattere i radicali liberi e quindi l’invecchiamento cellulare, molto importanti perché l’organismo umano si mantenga sano a lungo. Inoltre si tratta di una pianta ad azione antinfiammatoria, che aiuta a potenziare le difese immunitarie: utilizzarla con costanza aiuta l’organismo nella lotta contro virus,

batteri e altri patogeni. Questa sostanza può abbassare i livelli di colesterolo e ridurre la formazione di placche aterosclerotiche ed è molto utile alle donne che combattono i dolori mestruali. Tra i vantaggi dell’assunzione di moringa c’è il fatto che essa è in grado di mantenere la pressione ai giusti livelli, evitando l’ipertensione, ma si è visto che può essere utile anche nella prevenzione del diabete, dato che tiene sotto controllo la glicemia. Oltre ad essere considerata un “superfood”, è anche una pianta molto resistente al freddo e alla siccità e sembra rappresentare una soluzione valida per combattere la malnutrizione, tanto da essere stata nominata coltura del mese per il gennaio 2018 dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite. «Della moringa – ci tiene a precisare il gruppo di esperti – si possono consumare tutte le parti: semi, radici, fiori, anche se la grande ricchezza di questa pianta è racchiusa nelle foglie. A fare la differenza 100 101


ECONOMIA

IDEE INNOVATIVE

NON UTILIZZIAMO PESTICIDI E PRIMA DI PROCEDERE ANALIZZIAMO IL TERRENO PER VERIFICARE LA PRESENZA DI METALLI PESANTI sono il metodo e i macchinari con cui viene lavorata ed è proprio per questo che noi di Impresa Moringa del Salento abbiamo investito molto nell’acquisto delle strumentazioni più adatte e sofisticate; la coltivazione è totalmente biologica: non utilizziamo pesticidi e prima di procedere analizziamo il terreno sul quale la coltiviamo per verificare la presenza di

metalli pesanti». Le tecniche prevedono la lavorazione del prodotto entro 24 ore dal raccolto attraverso metodi innovativi, rigorosamente tenuti riservati dal team della società, che mantengono inalterate tutte le proprietà benefiche della pianta permettendo una maggiore concentrazione in principi attivi e migliori condizioni di conservazione del prodotto. Insomma i

MORINGA: THE MIRACULOUS TREE ALSO GROWS IN SALENTO FROM THE INTUITION OF A LOCAL TEAM, AN ORIGINAL AND ACCURATE UNDERTAKING It is written ‘Moringa Oleifera’ but it is read ‘superfood’, as its numerous healing properties have been confirmed by rigorous scientific studies. The plant is native to the mountains of the Himalayas in India, and it belongs to the plant family ‘Moringaceae’. After years of research, a team of Italian experts has succeeded in starting a moringa plantation in our territory. Along with the first exciting successes, the company ‘Impresa Moringa del Salento’ was founded. The team of experts has studied reams of texts. The outcome of the first little plants was amazing. The plant contains a mix of vitamins (especially vitamin A, vitamin C, vitamin E and Group B) and minerals (with a very high content of potassium), which help the proper functioning of heart, brain and nervous system. It is very rich in antioxidants, Omega 3, 6 and 9, as

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rigorosi processi di lavorazione non ammettono errori, proprio per non alterare nulla dell’arbusto e altrettanto importanti sono i macchinari utilizzati per il trattamento delle varie parti. Le foglie di moringa possono essere consumate fresche o cotte. Può essere trattata come una spezia, consumata come bevanda (il suo gusto è simile a quello dell'asparago) o come un semplice integratore, ma in generale ci sono svariati usi della moringa in cucina. Anche i suoi semi sono commestibili e da questi si può ottenere un olio dalle molte proprietà nutrizionali. Attualmente, oltre alla produzione degli integratori, l’equipe di esperti sta studiando alla realizzazione di una linea di prodotti di cosmesi ma ciò che è più importante è che l’Impresa Moringa del Salento ha stretto un rapporto di collaborazione con l’Università del Salento. La Moringa Oleifera è infatti una pianta dalle innumerevoli potenzialità e per questo gli esperti del settore non smettono mai di studiarne le proprietà e le caratteristiche.

well as fats able to fight free radicals and cell ageing – fundamental for the human organisms to remain healthy longer. Moringa anti-inflammatory action helps the body to fight viruses, bacteria and other pathogens. It can lower cholesterol levels and reduce atherosclerotic plaque formation; it is also useful against period pains. Among the other properties, this plant is able to maintain blood pressure at the right levels, thus avoiding high blood pressure, and it is useful in preventing diabetes. Moringa is both frost- and drought-resistant and it seems to represent a viable solution to fight malnutrition. "You can use all parts of the plant, – state the experts. – The farming is completely organic. Moreover, we analyse the soil to check for the presence of heavy metals." Processing techniques of the product keep all its healing properties unchanged, thus allowing a greater concentration of active ingredients. There are many uses of moringa in the kitchen. In addition to dietary supplements, experts are studying the possibility to create a line of cosmetics.



TERRITORIO

COMUNE DI MELENDUGNO

Bandiera Blu 2018 Il primato di Melendugno Ottenuto per il nono anno consecutivo il prestigioso riconoscimento della Fee. Una conferma dal sapore internazionale Il blu è un colore che dona alle Marine di Melendugno, tanto che lo indossa con orgoglio da ben nove anni. Tanti quanti i titoli consecutivi conferiti dalla Foundation for Environmental Education (Fee). Bandiera Blu numero nove dunque per le regine dell’Adriatico: Torre dell’Orso, Torre Specchia, San Foca, Torre Sant’An-

drea e Roca. Cinque località che non hanno bisogno di troppe presentazioni, cinque luoghi incantevoli dove il mare cristallino e l’ambiente incontaminato rendono unica la loro natura. Del resto, i criteri di cui tiene conto la commissione che decide l’assegnazione dell’ambito riconoscimento sono proprio questi: qua-

lità delle acque di balneazione, rispetto delle regole ambientali di base a cui si aggiungono altri parametri come, per esempio, il meccanismo legato alla raccolta differenziata, al sistema delle rete fognaria, arredo urbano, aree pedonali, piste ciclabili, cura del verde pubblico. Si tratta di un “marchio” famoso in tut-


COMUNE DI MELENDUGNO Via San Nicola – Melendugno (LE) tel. +39 0832 832111 – www.comune.melendugno.le.it –

to il mondo e che proietta ancora una volta Melendugno, con le sue marine, in un contesto internazionale di prestigio assoluto. La cerimonia per la consegna delle bandiere si è svolta a maggio, a Roma, nella sede del CNR, alla presenza, fra gli altri, dell’assessore comunale al Turismo, Angelica Petrachi, che non nasconde orgoglio e soddisfazione: «Per noi – afferma – è un onore ricevere ancora una volta questo titolo importante, soprattutto perché dà il senso di quanto fatto dall’amministrazione che rappresento. Raccogliamo i frutti di un lavoro minuzioso, faticoso e impegnativo. Il nostro – aggiunge – non è stato un viaggio solitario. Accanto a noi hanno camminato associazioni di categoria, singoli cittadini, operatori turistici, titolari di stabilimenti balneari. È un risultato corale che da un

lato ci rende orgogliosi ma dall’altro ci deve spronare a fare ancora di più. La Bandiera Blu per noi non è assolutamente un punto di arrivo, piuttosto un trampolino da cui lanciarsi per raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi. Il nostro impegno è quello di portare il nostro territorio alla ribalta internazionale, motivo per cui tutto l’anno siamo presenti alle fiere di settore più importanti». «Proprio così – ribadisce il sindaco, Marco Potì – è un merito da condividere con gli operatori turistici delle marine, con i titolari di concessioni demaniali riuniti in Assotour con i quali gestiamo gli interventi di pulizia sia durante l’inverno che d’estate, oltre al piano salvataggio collettivo. Ma penso anche alla spiaggia attrezzata per i pazienti affetti di Sla, a San Foca, unica pubblica in tutta la Puglia. Il nostro

BLUE FLAG 2018 MELENDUGNO'S RECORD FOR THE NINTH SUCCESSIVE YEAR, MELENDUGNO'S SEASIDE RESORTS GET THE PRESTIGIOUS CERTIFICATION The Foundation for Environmental Education (FEE) has issued nine consecutive awards to Melendugno's beaches. The Adriatic queens are Torre dell'Orso, Torre Specchia, San Foca, Torre Sant'Andrea and Roca. Five enchanting places made unique by a crystal clear sea and a pristine environment. The criteria to get the sought-after award are bathing water quality, compliance with the basic environmental regulations and other standards, such as the separate waste collection system, the sewage system, street furniture, pedestrian areas, cycle paths, and the management of the public green areas. This "brand" is famous all over the world and projects Melendugno

sforzo – conclude il primo cittadino – va in un’unica direzione, quella di impostare il lavoro come richiesto dai requisiti che, non lo nascondiamo, sono abbastanza rigidi, e non è facile perché ogni volta si alza l'asticella degli obiettivi, uno tra tutti quello della raccolta differenziata». Le Marine sono cresciute anno dopo anno e, grazie all’impegno di tante persone che operano nel settore, sono diventate un vero e proprio punto di riferimento per i turisti che, sempre più numerosi, scelgono il Salento preferendolo ad altre bellissime località presenti nella regione. Per gli amanti del mare qui c’è l’imbarazzo della scelta. Che si tratti di week-end o soggiorni più lungi, la costa su cui ricadono le località premiate è un paradiso che offre paesaggi meravigliosi e la migliore accoglienza.

into an absolutely prestigious international context once again. Melendugno's Councillor for Tourism Angelica Petrachi does not hide her pride and satisfaction: "We are gathering the fruits of a tiring and demanding work carried out with professional associations, individual citizens, tourism professionals, owners of bathing establishments. A result encourages us to do even more. Our goal is to bring our territory to the international limelight." "I also think of San Foca beach, – highlights Mayor Marco Potì. – It is the only public beach in the whole Apulia equipped to welcome patients affected by Sla. Our effort goes in a single direction, that is to plan our work according to the requirements, which are quite stringent. It is not easy because every time the bar of goals is raised." Year after year, our beaches have become a real reference point for tourists. An increasing number of people choose Salento preferring it to other beautiful places in the region.

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CUCINA

VINO

Tutte le sfumature del vino rosato È quello più versatile, adatto a ogni abbinamento e perfetto per ogni stagione. In Puglia è anche cultura, territorio, identità “Cosa desidera bere? Bianco o rosso?”. «Ogni volta che un cameriere pone questa domanda, un sommelier muore», scherza Alfredo Polito, giornalista enogastronomico e grande appassionato di vini. Il rosato, infatti, ha una sua dignità, specifiche peculiarità, carattere e personalità, a volte ancora distrattamente trascurate nella ristorazione ma sempre più apprezzate dagli operatori del settore e da un crescente numero di consumatori. Cresce la cultura del vino e con essa quella del vino rosato, 106 107

peraltro molto apprezzato per le sue caratteristiche sui mercati internazionali. E, si sa, quando l’Italia esporta vino, olio, cibo, non esporta solo un prodotto enogastronomico ma la propria cultura. Nel caso del vino rosato una tradizione culturale tenacemente difesa e tutelata, con la Puglia in prima fila, dal rischio di delegittimazione che le direttive europee si accingevano ad attuare nel 2006, consentendo di etichettare come rosato il risultato della miscelazione di vini bianchi e rossi.


di fiorella perrone/foto viviana martucci

Il rosé, invece, è un vino prodotto con uve a bacca rossa vinificate in bianco, lasciando le bucce a macerare con il mosto per un tempo più o meno breve. Battaglia vinta e avvio di un processo di promozione e valorizzazione che ha visto Puglia e Salento distinguersi per qualità e varietà dell’offerta. «Stimolate dal mercato internazionale, tutte le regioni d’Italia producono oggi vino rosato, non c’è grande azienda che non abbia un rosé in catalogo. Il Salento è certamente il più vocato; ha una lunga tradizione che continua a evolversi e diversificarsi», dice Ilaria Donateo di “deGusto Salento”, associazione del negroamaro – vitigno tra i più rappresentativi del territorio – che da cinque edizioni realizza “Roséxpo”, Salone internazionale dei vini rosati che, tra le mura del castello Carlo V di Lecce, celebra i rosé dal mondo. Un evento di natura culturale prima che commerciale, non a caso inserito tra i tre appuntamenti nazionali di riferimento dai cinque consorzi di tutela recentemente firmatari di un patto che unisce l’Italia dal Nord al Sud: i territori sono quelli che da sempre esprimono una particolare vocazione nella produzione di vini rosé e che costituiscono oggi i capisaldi dei rosati a menzione geografica ottenuti da uve autoctone: Chiaretto di


CUCINA

VINO Bardolino, Valtènesi Chiaretto, Cerasuolo d'Abruzzo, Castel del Monte Rosato e Salice Salentino Rosato. Non c’è alcun dubbio sulla lunga tradizione, dal momento che è proprio salentino il primo rosato imbottigliato e commercializzato in Italia. Si tratta del Five Roses dell’azienda Leone de Castris; l’anno è il 1943. Vino ancora in auge sulle tavole nazionali ed estere, la cui storia è ricordata in azienda come uno degli eventi più significativi nel percorso della stessa. Si legge infatti sul sito della cantina che «esiste una contrada nel feudo di Salice Salentino che si chiama “Cinque Rose”, nome dovuto al fatto che per intere generazioni i Leone de Castris avevano ciascuno, con incredibile costanza, cinque figli. Sul finire della guerra il generale Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle forze alleate, chiese una grossa fornitura di vino rosato, le cui uve provenivano proprio dal feudo Cinque Rose. Ma il generale voleva un vino dal nome americano, e non ci si mise molto a trovarlo: nasce così il “Five Roses”». Quello che conquista del vino rosato è la sua versatilità. Si abbina alla carne o al pesce, all’antipasto o al dolce, magari in versione bollicina, metodo classico o charmat. Vincente e sempre più diffuso l’abbinamento alla pizza, meno scontato e più attraente del classico accostamento alla birra. D’altronde, come sottolinea Filippo Rapini

(Guida Vini d’Italia Gambero Rosso), il rosato «è un vino adriatico, legato a una cucina di mare e di terra». Nasce e si sviluppa, in Italia, in quella dorsale che dal Trentino, passando per Marche e Abruzzo, arriva in Puglia – ma in questo caso sarebbe più opportuno ripristinare il vecchio “le Puglie”, giacché è necessariamente molto diverso per clima e biodiversità il territorio foggiano da quello salentino – legato indissolubilmente a quel lembo di Mediterraneo incuneato tra l’Italia e i Balcani, dove la tradizione culinaria è “povera” e soggetta a commistioni tra costa ed entroterra. Versatile per natura, quindi. E più che mai attuale, contemporaneo, perfettamente in linea con una cucina che a sua volta si contamina continuamente. Il vino amato dai millennials, per la sua semplicità e leggerezza nella struttura. Ma anche un vino identitario per eccellenza, per storia e tradizione, e per questo sempre più richiesto da quei turisti che nel viaggio cercano l’esperienza, la conoscenza della cultura del luogo attraverso le sue peculiarità enogastronomiche e specialità culinarie. Quei viaggiatori che desiderano assaporare il territorio. Una scelta che si declina in mille sfumature con il rosé: cromatiche – dal corallo al ciliegia, dal cipolla al fragola – e olfattive. Che in estate esplodono nel calice imperlato (freddo, non ghiacciato!). Un invito al relax e alla convivialità.

ALL THE SHADES OF ROSE' WINE IT IS SUITABLE FOR ANY COMBINATION AND PERFECT FOR EVERY SEASON. IN APULIA, IT IS ALSO CULTURE, TERRITORY AND IDENTITY The culture of rosé wine is growing, as it is more and more appreciated by the industry operators and by an increasing number of consumers – even on the international markets. And, we know, when Italy exports wine, oil and food, it also exports its own culture. A cultural tradition that Apulia has tenaciously protected – as, for example, from the risk of delegitimization when, in 2006, the European regulations were about to allow the blending of white and red wines. The battle was won and a process of enhancement started. Nowadays, Apulia and Salento stand out for the quality and the variety of their offer. "Today, every Italian region produce rosé wine. Salento is certainly the most suitable. It has a long tradition that continues to evolve and diversify," says Ilaria Donateo, chairperson of 'deGusto Salento'. This association, which puts together negroamaro producers, has organized ‘Roséxpo’ for five years. A cultural sooner than a commercial event. It comes right from Salento the first rosé wine bottled and sold in Italy, in 1943. It is 'Five Roses', by Leone de Castris company. Its story is remembered as one of the most significant events in the history of the company itself. Versatility is what wins about rosé wine. It matches well with meat or fish, appetizers or desserts. Even with pizza. Versatile and contemporary, it is perfectly in line with a cuisine that is continuously changing. A simple, light but also identitymaking wine. For this reason, it is more and more sought-after, especially by those tourists who seek for the knowledge of the culture of the place they are visiting through its wines and food specialities.

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TECNOLOGIA E INNOVAZIONE

SALENTOEAT

Un brand per promuovere le eccellenze locali www.salentoeat.com è il marchio attivo nell’e-commerce nato per valorizzare le aziende salentine con un forte richiamo al made in Italy

Giovane, ma con le idee chiare, Alessandro Stomeo ha realizzato il suo sogno: creare una piattaforma on-line che valorizzi le aziende locali, promuovendo nello specifico le produzioni tipiche del territorio. Con www.salentoeat.com sta dando voce ad alcune realtà salentine che, attraverso questa finestra privilegiata, si stanno facendo conoscere a livello nazionale ed internazionale. Il web si conferma, ancora una volta, il canale più adatto per commercializzare prodotti di questa terra: olio, vino, pasta,

tanto per citarne alcuni, tutti comunque legati al settore agroalimentare. Una scelta non casuale: l’obiettivo di Alessandro è proprio quello di incrementare la conoscenza e quindi la distribuzione di prodotti riconoscibili come salentini in tutto il mondo. “Salentoeat” è un brand attivo nel campo dell’e-commerce, specializzato nel food & beverage, settore che in Italia, nell’ultimo anno, ha registrato un incremento del 30%. «Si tratta di un marchio pensato appositamente per spingere le eccellenze locali fuori dai confini – spiega Alessandro Stomeo, cuore e testa di questo progetto – verso nuovi orizzonti, forti di un’identità

riconoscibile a tutti i livelli, ma con uno stretto legame con il “Made in Italy”. Non a caso il logo del brand è bianco, verde e rosso, richiamando i colori della nostra nazione». Quello che più sta a cuore al giovane imprenditore di Martano è la creazione di un network, di una rete virtuosa che coinvolga le realtà agroalimentari della regione. Attraverso internet, aziende e prodotti che fanno parte di questo grande network potranno essere conosciuti in ambito nazionale e non solo. Inoltre, una promozione così capillare non può che essere un incentivo per i piccoli imprenditori locali che, altrimenti, avrebbero più difficoltà ad affermarsi.


«Diamo voce a tutti, non solo alle grandi aziende – sottolinea ancora Alessandro – proprio perché sono convinto che questo sia lo strumento più adatto per promuovere l’idea di impresa. Una sfida affascinante – continua – che ci permette di stare al passo coi tempi». E intanto si gode le prime soddisfazioni. L’azienda agricola “Alèa”, specializzata nella produzione di olio extravergine di oliva, una fra le prime ad aver scelto la piattaforma www.salentoeat.com, nei giorni scorsi ha vinto la medaglia d’argento partecipando, su espressa sollecitazione del giovane imprenditore martanese, ad un contest internazionale tenutosi a Londra (International Olive Oil Competitions) aggiudicandosi il “quality award” nella categoria “Silver”. Una giuria composta da 20 esperti specializzati nell’assaggio di olio ha valutato tutte le caratteristiche del prodotto per poi procedere con l’importante riconoscimento che rappresenta un salto di qualità nel mercato estero.

«Per me – commenta Stomeo – è sicuramente un doppio motivo di orgoglio: il primo perché l’azienda è di Martano, mio paese d’origine, il secondo perché Alèa ha scelto il mio brand per entrare in un circuito che, mi auguro, possa arricchirsi di nuove realtà che credono nel lavoro di squadra. Il mio obiettivo è quello di creare una rete virtuosa, una sinergia tra produttori locali e non solo, valorizzando e promuovendo le nostre eccellenze – conclude – possiamo creare un sistema territoriale che rappresenti un’importante opportunità di sviluppo». Salentoeat si appresta a diventare un importante punto di riferimento nel settore del commercio on-line, con lo sguardo puntato soprattutto verso il mercato estero. L’export di prodotti italiani rappresenta, infatti, un’importante opportunità per questo segmento tenendo conto che le produzioni agroalimentari sono tradizionalmente una delle categorie più richieste del Made in Italy all’estero.

A BRAND TO PROMOTE LOCAL EXCELLENCE WWW.SALENTOEAT.COM ENHANCES SALENTO COMPANIES Young but with clear ideas, Alessandro Stomeo has created an online operating system that enhances local companies, by promoting typical regional products both nationally and internationally. The web proves once again to be the most suitable channel for marketing the agri-food products of this land: oil, wine, pasta, just to name a few. Alessandro's goal is precisely to increase knowledge and therefore the distribution of those products recognisable throughout the world as coming from Salento. 'Salentoeat' is a brand specialized in food & beverage, designed specifically to push the local excellence beyond the borders, relying on a recognisable identity but with a close link with the 'Made in Italy'.

A SINISTRA: ALESSANDRO CORICCIATI (AZ. AGRICOLA ALÈA); A DESTRA: ALESSANDRO STOMEO

SALENTOEAT Martano (LE) tel. +39 338 3783625 – info@salentoeat.com – www.salentoeat.com –

What the young entrepreneur has at heart is the creation of a virtuous network involving the agro-food companies of the region. "We give voice to everyone, not only to large companies, – underlines Alessandro – because I am persuaded that this is the most suitable tool to promote the idea of business." In the meantime, he is enjoying the first outcomes. The ‘Alèa’ farm, specialized in the production of extra-virgin olive oil, has recently won a silver medal by taking part in an international contest held in London. This important award represents a leap in quality in the foreign market. "For me, – comments Stomeo – it is certainly a source of pride. My objective is to create a synergy between local producers and not only. By enhancing and promoting our excellence, we can create an important development opportunity." ‘Salentoeat’ is preparing itself to become an important point of reference in the field of online commerce.

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ECOLOGIA

TURISMO

Dal Salento in viaggio verso IT.A.CÀ Arriva a settembre per la prima volta “It.a.Cà Migranti e Viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile” Ebbene sì, è ufficiale. Uno dei più importanti festival mondiali legati al turismo responsabile approda in Salento, a settembre. L’aggettivo “mondiale” non è stato scelto a caso. Si perché "IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile”, nato a Bologna e giunto ormai alla sua decima edizione, proprio agli inizi del 2018 ha ricevuto il premio per l'eccellenza e l'innovazione nel turismo (Unwto Awards) consegnato a Madrid dall'Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite. E se non è mondiale come notizia e come prestigio, dite poi cosa lo è. Anche gli altri dati su IT.A.CÀ non scherzano. Al momento la rete del festival coinvolge, infatti, 600 realtà locali, regionali e internazionali. Risultati impensabili 112 113

dieci anni fa quando, a Bologna, in un parchetto pubblico nasceva ufficialmente la rassegna per iniziativa dell’Associazione YODA. Da allora, citando a questo punto il mitico Yoda di Star Wars – tra “fare o non fare. Non c’è provare” – loro hanno continuato solo a fare attraverso centinaia di eventi prima sul territorio emiliano e poi su quello nazionale. Le iniziative in piazza, le mostre, i convegni e i concorsi, visite guidate e itinerari in bicicletta, escursioni, degustazioni a Km 0, spettacoli, non si contano più in realtà, ma l’obiettivo è sempre rimasto quello sin dal primo giorno: declinare in tutte le forme possibili la peculiare interpretazione di viaggio responsabile. La domanda alla quale hanno sempre cercato di rispondere con i fatti è: cos’è

un viaggio responsabile? IT.A.CÀ ha dimostrato come il viaggio non può più solo considerarsi una semplice vacanza, fatta di trasgressione e svago, ma “un’esperienza capace di offrire una sfida, un rischio, il desiderio di conoscenza e scoperta del mondo, vicino e lontano da casa. Il viaggio responsabile, infatti, parte da casa e arriva a casa (ît a cà = sei a casa? in dialetto bolognese), una qualsiasi casa, una qualsiasi Itaca da raggiungere, dove più che la meta conta il percorso e il modo in cui ci si mette in cammino”. Itaca non a caso è anche l’isola del grande esploratore Ulisse, che lasciò la sua casa per navigare nelle acque sconosciute del Mediterraneo. E cos’è un vero viaggio se non il tornare a casa con una nuova coscienza? Ed è questo anche


di luciana lettere/foto luciana lettere

E COS’È UN VERO VIAGGIO SE NON IL TORNARE A CASA CON UNA NUOVA COSCIENZA? un altro obiettivo del Festival: promuovere una nuova coscienza ed etica del viaggio e del turismo, sensibilizzando in primis i viaggiatori, e poi le istituzioni e l’industria del turismo ad uno sviluppo sostenibile e socialmente responsabile del territorio. Da nove anni il festival concede la possibilità di replicare il suo format in tutti quei territori che richiedono di entrare a far parte della sua rete. E così quest’anno, dopo la prima tappa a

Bologna a maggio, il festival seguirà a ruota fino ad ottobre: dai Monti Dauni al Parco Nazionale di quelli Sibillini, dal Gran Sasso al Salento, dalle città di Rimini, Reggio Emilia, Parma, Napoli, Ferrara, Pavia e Ravenna, alle terre del Trentino e del Monferrato, 14 tappe e centinaia di eventi dove si metteranno in mostra quegli elementi strategici per far sì che un viaggio non sia solo una vacanza mordi e fuggi ma produzione culturale, creatività, incontro con la

comunità ospitante, sviluppo sostenibile, turismo responsabile e interculturalità. E così insieme ai Monti Dauni e a Napoli, il Salento si prepara ad accogliere per la prima volta nel Sud d’Italia un festival dedicato al turismo responsabile. Mai come d’ora c’è l’urgenza nel nostro territorio di dedicare tempo, energie, lavoro e progettazione a delle tematiche come quelle di IT.A.CÀ, e di mettere in risalto la creatività diffusa di chi vive e rende vivo il nostro territorio, co-progettando


ECOLOGIA

TURISMO

contenuti, metodologie di partecipazione e pratiche di comunicazione sinergiche e integrate. E quindi IT.A.CÀ arriva in Salento nel momento giusto. A febbraio a Lecce è nata la rete “IT.A.CÀ – Salento” che ha coinvolto oltre 20 associazioni culturali e imprenditoriali che si occupano di turismo responsabile e accessibile. Per la prima volta nel Salento tutte queste realtà si sono

sedute ad un tavolo e hanno iniziato a lavorare insieme per programmare un calendario di eventi, da Ceglie fino a Santa Maria di Leuca, che prevede: aperitivi con grandi viaggiatori, mostre fotografiche, progetti per l’accessibilità, appuntamenti e incontri editoriali, passeggiate multisensoriali, eventi nelle piazze, escursioni lungo le coste, itinerari a piedi e a pedali per persone con disa-

A FEBBRAIO A LECCE È NATA LA RETE “IT.A.CÀ – SALENTO” CHE HA COINVOLTO OLTRE 20 ASSOCIAZIONI CULTURALI E IMPRENDITORIALI

TRAVELLING FROM SALENTO TO IT.A.CÀ "IT.A.CÀ MIGRANTS AND TRAVELLERS – THE FESTIVAL OF RESPONSIBLE TOURISM" ARRIVES IN SEPTEMBER One of the most important world festivals related to responsible tourism arrives in Salento. The modifier 'world' has not been chosen by chance. The festival is indeed in its tenth edition and involves 600 local, regional and international companies and organizations. It is impossible to count the activities that have already been carried out – exhibitions, conferences and contests, guided tours and cycle trips, zero-mileage tastings, shows. The goal is always the same: to express the peculiar interpretation of responsible travel in all possible forms. According to IT.A.CÀ, a travel should be considered like a challenge, a risk, the desire for knowledge and discovery of the world. A responsible travel starts from home and arrives at home. The path and the way we set off count more than the destination itself. Itaca (the Italian equivalent for 'Ithaca') is also the island of the great explorer Ulysses, who left his home to sail in the unknown waters of the Mediterranean Sea. And what is a real journey if not returning home with a new awareness? And this is another objective of the Festival: to promote a new awareness and ethics of travel and tourism, by sensitizing first travellers, and then institutions and the tourism industry to a sustainable and socially responsible development of the territory. The festival has given the possibility of replicating its format for nine years. This year, 14 stages and hundreds of events will highlight those strategic elements necessary to ensure that a journey is also cultural production, creativity, encounter with the hosting community, sustainable development, responsible tourism and interculturalism. The "IT.A.CÀ – Salento" network involves over 20 cultural and entrepreneurial associations that deal with responsible and accessible tourism. The festival will take place on 14th, 15th and 16th September. The calendar is full of events, from Ceglie to Santa Maria di Leuca.

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bilità visiva, laboratori, geoesplorazioni, esplorazioni di quartieri sconosciuti a molti, musei aperti, degustazioni di prodotti tipici, proiezioni di film. Il tutto per dimostrare con i fatti e non con le parole cos’è fare turismo etico e rispettoso dell’ambiente e delle comunità ospitanti. Ma non mancheranno incontri di carattere divulgativo-scientifico, anzi sarà proprio un convegno curato dal Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento ad aprire le danze e dare via al festival, che si svolgerà il 14, 15, 16 settembre. La speranza è che diventi esso stesso una lucina e punto di riferimento per tutti coloro che sanno bene che “i turisti sono andati in vacanza mentre i viaggiatori hanno fatto qualcos’altro. Hanno viaggiato”.



EVENTI

LINCIANO LIQUORS

‘WINE&SPIRITS TASTING’: BENVENUTI NEL MONDO DEL BUON BERE Torna, per il decimo anno, la manifestazione firmata “Linciano Liquors” dedicata al beverage declinato in tutte le sue sfaccettature Musica, brindisi e quell’atmosfera che fa tanto glamour in un contesto che già da solo basta per far vivere momenti indimenticabili. Torre del Parco, a Lecce, torna ad ospitare la kermesse dedicata all’universo del beverage che con passione, professionalità e amore Tonino Linciano, guru del settore, organizza da anni, dieci per l’esattezza. “Wine&Spirits Tasting” è la manifestazione-degustazione nata nel 2008, proprio

in queste sale prestigiose, per dare risalto alle aziende del territorio e per lanciare i nuovi cocktail che, inevitabilmente, segnano il passo dell’estate. Dai classici “pestati” a quelli più tradizionali, passando per mix a zero contenuto alcolico, come il drink a base di succo di melograno (buonissimo, fresco e assolutamente ‘easy’) sicuramente la novità di quest’anno anche se, come spiega Tonino Linciano, esperto del settore e attento


LINCIANO LIQUORS Via Duca degli abruzzi, 59 – Lecce (LE) tel. +39 0832 331968 – comunicazione@lincianovini.it – www.lincianovini.it –

consigliere, il mondo del beverage è in continua evoluzione. «Adesso – afferma – c’è una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori che, nel tempo, hanno anche affinato la capacità di scelta. Questo è dovuto anche ad una maggiore informazione. Si beve con uno spirito diverso rispetto, per esempio, a dieci anni fa. Adesso c’è molta più passione e soprattutto c’è il desiderio di muoversi nel solco della qualità. La vera rivoluzione – continua – è bere bene. Ogni sorso deve trasmettere qualcosa, un’emozione che si rinnova di volta in volta. Ovviamente c’è ancora tanto da fare – conclude – ma grazie alle associazioni di categoria e a manifestazioni come questa, qualcosa si sta muovendo». L’elegante kermesse ha acceso i riflettori sui produttori di vino locali, ma anche nazionali ed internazionali che, per l’occasione, hanno presentano le nuove annate e le novità di gamma. Vino e bollicine al piano terra, nel salone delle feste. Oltre 300 le etichette scelte per la degustazione. «Uno dei nostri obiettivi è quello di formare

palati nuovi – sottolinea Linciano – e soprattutto siamo costantemente alla ricerca di cantine di grande qualità, aziende con produzioni un po’ più di nicchia perché in fondo è quello che cercano i veri ‘wine lovers’». Come negli anni è cambiato lo stile di vita degli italiani, così è cambiato l’approccio nei confronti del mondo del bere. Il vino non è più solo un elemento che completa i pasti, ma è diventato ormai, a tutti gli effetti, un’esperienza emozionale e culturale, elemento attorno al quale si creano momenti di convivialità. Partendo da questa consapevolezza anche le aziende che operano nel settore guidano i consumatori, aiutandoli nella scelta del prodotto più adatto al loro carattere e al loro palato. Più passione, meno improvvisazione. Lo dicono anche i ristoratori. Adesso il cliente sa muoversi con disinvoltura nella scelta del vino, creando abbinamenti perfetti con i piatti del menù. Anche sul fronte “mixology” qualcosa sta cambiando. E qui si apre un capitolo fatto di alchimie e magie fra vari ingre116 117


EVENTI

LINCIANO LIQUORS

dienti che, messi insieme con sapienza e professionalità, creano delizie capaci di stupire. «Negli ultimi tempi – racconta Tonino Linciano – si è sviluppata una maggiore attenzione anche nei confronti dei consumatori con problemi di intolleranze. Niente più rinunce per loro. Esistono drink realizzati con prodotti senza glutine e senza zuccheri aggiunti. Un modo per allargare il piacere del buon bere, andando incontro alle esigenze di tutti gli appassionati». Non solo degustazioni e vetrine per i produttori, “Wine&Spirits Tasting” ha offerto anche momenti di formazione con esperti giunti da ogni parte del mondo

che hanno offerto il proprio contributo illustrando tutte le novità legate al mondo dei distillati. Ultimo, ma non ultimo, il capitolo dedicato alle bollicine, da sempre la grande passione di Linciano. «Non si può prescindere dalle bollicine – afferma – sono l’essenza del buon bere. Io tra l’altro mi considero una persona godereccia e non potrei farne a meno. Senza bollicine non c’è brindisi e senza brindisi non c’è festa. Esistono etichette prestigiose anche da noi ed un calice è perfetto a qualsiasi ora. Purchè – conclude – si beva sempre in modo consapevole, questo non mi stancherò mai di ripeterlo».

'WINE & SPIRITS TASTING': WELCOME TO THE WORLD OF GOOD DRINKING THE SHOW DEDICATED TO BEVERAGES INFLECTED FOR ALL THEIR FACETS HAS RETURNED Toasts, music and that glamorous atmosphere in an environment that alone is enough to make you live unforgettable moments. In Lecce, Torre del Parco returns to host the event dedicated to the beverage universe and organized by industry guru, Tonino Linciano. "Wine & Spirits Tasting" was born in 2008 to highlight local companies and to launch the new summer cocktails. From the classic "muddled" cocktails to the more traditional ones, passing through a mix with zero-alcohol content, the beverage world is constantly evolving. "Over time, consumers have refined their ability to choose. There is a lot more passion and, above all, there is the desire to move in the wake of quality. Every sip must convey an emotion."

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The elegant event has brought to the fore local, but also national and international wine producers who have presented – for the occasion – their new vintages and products. "One of our objectives is to train new palates, – emphasizes Linciano. – We are constantly looking for high-quality wineries and niche wine growings." Over the years, wine has become an emotional and cultural experience, around which moments of conviviality are created. Something is changing on the "mixology" front, too. "There is greater attention to consumers with problems of intolerance, – says Tonino Linciano. – A way to meet the needs of all beverage lovers." "Wine & Spirits Tasting" has also offered training sessions with experts from all over the world. Last but not least, the chapter dedicated to bubbles. "No bubbles, no party. There are prestigious labels even here and a glass of wine is perfect at any time."


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ARTE

FOTOGRAFIA

La Colombia di Giorgio D'Aria La forza delle immagini, il silenzio del colore La fotografia è un problema per tutti. E questo non solo per ragioni tecniche. A ben vedere il rapporto che ognuno di noi ha con essa potrebbe bene riassumersi ricorrendo alla memoria. Prima di tutto ricordando quell’aneddoto secondo il quale quando esistevano i rullini da 36 esposizioni, su 36 foto, appunto, tutte uscivano bene; oggi con le macchine digitali che consentono anche 1000 scatti a campagna, nella migliore ipotesi, ne vengono bene più o meno sempre 36. È questo un paradosso circolante nel web che contiene, però, un fondo di verità. Ed

è un’iperbole che descrive bene il rapporto che abbiamo con la tecnica fotografica. Fare la foto è semplice, è questo ciò che pensiamo. A dire il vero all’origine di questo rapporto di semplicità si è messa di mezzo, e il paradosso interviene ancora una volta, una delle più famose case produttrici di macchine fotografiche per la quale, secondo un suo celebre messaggio pubblicitario, l’unica preoccupazione dell’autore di una foto era semplicemente fare click, premere il pulsante della macchina. Al resto ci pensavano loro. Nulla contro la tecnologia, nulla contro

la democratizzazione del mezzo fotografico ovviamente ma quel pubblicitario ha finito con il produrre un’aberrazione: per essere un fotografo basta premere un tasto. Non è naturalmente così. C’è poi da superare un’altra remora rappresentata dal fatto che per secoli abbiamo considerato l’opera d’arte come qualcosa di legato a una tecnica tutta singolare intesa come successione di gesti. Semplifichiamo: è arte un’opera di pittura, una di scultura ma non può esserlo, secondo molti, quella fotografica proprio in quanto basterebbe solo premere un tasto. E invece no perché,


di fabio a.grasso/foto giorgio d'aria

proprio come pittura e scultura, giusto perché in precedenza ad esse abbiamo fatto riferimento, la fotografia richiede tecnica, studio, osservazione, tempi di gestazione spesso lunghissimi. È pur vero che la fortuna, essere cioè al momento giusto e nel posto giusto tipico di molte foto storiche, sembra legata all’imponderabile ma, andrebbe detto, non meno che nelle altre arti. Forse a colpire della fotografia, a far paura è l’istantaneità, la sua rapidità e con esse la leggerezza che tanto avrebbe reso felice un poeta della parola scritta come Italo Calvino. Eppure è

proprio quella rapidità che diventa la specificità della fotografia insinuandosi nella realtà fra le persone, gli oggetti cogliendo una singolarità che è anche naturalezza inimmaginabile altrimenti dopo le opere di Caravaggio. Sì, è proprio quello che vogliamo dire, Caravaggio sarebbe stato un ottimo fotografo. Questa necessaria considerazione serve a introdurre l’attività di un giovane fotografo originario di San Pancrazio Salentino (BR), già allievo nell’Accademia di Belle Arti di Lecce, e da anni impegnato in una ricerca, la più ampia, come spettro esistenziale: dai 120 121


ARTE

FOTOGRAFIA

SÌ, È PROPRIO QUELLO CHE VOGLIAMO DIRE, CARAVAGGIO SAREBBE STATO UN OTTIMO FOTOGRAFO

luoghi come i cinema in disuso alle figure umane abbandonate in luoghi altrettanto abbandonati come quelli dell’esplorazione fotografica compiuta fra le genti della Colombia che qui proponiamo. Il luogo è lontano e forse questo lo rende già di suo affascinante, ma non per questo la riflessione poetica perde in profondità. A Giorgio D’Aria abbiamo chiesto di segnalare i suoi riferimenti culturali (parola molto cool per dare un tono sopra le righe a tutto questo discorso e lo diciamo con ironia naturalmente) certi di compiere una forzatura perché entrare nel giardino sentimentale di qualcuno è sempre una violazione del più sacro concetto di domus – casa che è anche un recinto. «I tre fotografi che amo e cui 122 123

m’ispiro di più sono Ferdinando Scianna, Gianni Berengo Gardin e Bruce Gilden. Francamente, però, cerco di farlo poco in generale perché il rischio di emulare i loro lavori è alto. Detto questo spiego perché adoro principalmente questi tre. Ferdinando Scianna è stato forse il primo che mi colpì più di tutti e che ho studiato più a fondo per la sua ricerca sulle feste popolari. I suoi lavori su quelle religiose siciliane hanno un fascino proprio unico perché realizzate con un occhio esterno e quindi lontano dal mondo del sacro. Le sue foto hanno un'aura particolare, quasi cinematografica e misteriosa. Il secondo, Gianni Berengo Gardin per il suo lavoro sui manicomi. Da queste foto emerge tutta l'anima dei soggetti che vivono il dramma

della loro pazzia. Il terzo, Bruce Gilden, è per me il più grande fotografo reportagista di street photography. Il suo modo di approcciarsi al lavoro fotografico è forse il più copiato. Il fatto che colga impreparati i soggetti per strada, fa sì che le fotografie restituiscano questa sensazione: incredulità, sorpresa. Oltre ai lavori di strada adoro il reportage fatto sulla mafia giapponese». Non contenti di quest’ultime parole abbiamo fatto ricorso al gioco chiedendo allo stesso D’Aria di segnalarci, fra tutte, le frasi più significative di quei fotografi e questo perché delineare una costellazione di senso di un’attività ci sembra ben più liberatorio di qualunque tentativo di inquadrare, incasellare, catalogare un nome, una figura, un fotografo proprio


per la delicatezza del suo campo d’azione. Specificare oltre sarebbe come chiedere a Caravaggio, un esempio per tutti, di spiegare la sua pittura. Niente è più noioso per un artista, o meglio, per chi esplora la realtà, quella umana soprattutto, definire se stesso perché significherebbe limitare e limitarsi. Il catalogo, verrebbe da dire in termini operistici, è questo: «Quando avevo 5 anni volevo fare il pugile, volevo suonare la batteria e volevo una scimmia. Questo dovrebbe già far capire chi sono!!!» (Bruce Gilden); «Fotografia significa scrittura di luce o scrittura con la luce? Forse entrambe le interpretazioni sono valide. Però se pensi che sia "scrittura di luce", allora pensi che sia il mondo con la penna di luce a scrivere se stesso. Se pensi che sia "scrittura con la luce" allora tu sei scrittore» (Ferdinando Scianna); «C'è una grande azienda giapponese che fa una grande pubblicità con dei grandi manifesti che dicono: "Non pensare. Scat-

I TRE FOTOGRAFI CHE AMO E CUI M’ISPIRO DI PIÙ SONO FERDINANDO SCIANNA, GIANNI BERENGO GARDIN E BRUCE GILDEN


ARTE

FOTOGRAFIA

ta"!!! Mi sembra quanto di peggio ci possa essere. Ai miei allievi dico: prima pensa per due ore, poi eventualmente scatta» (Gianni Berengo Gardin). Se l’orizzonte è rappresentato da questi pensieri verrebbe da capire meglio il ruolo delle idee in una foto e quanto esse siano all’interno di un progetto artistico. Spesso nella molteplicità delle opere se ne annida solo una di idea che ha i connotati dell’ossessione positiva, quella necessità compulsiva a tratti di inseguire un percorso così come quello che abbiamo provato a segnalare al lettore con le frasi dei tre fotografi. Nelle immagini che si propongono relative alla Colombia c’è una ricerca, molto spesso al femminile, di una umanità quotidiana colta in frangenti di vita tanto

consueti da essere scontati e forse proprio per questo naturali. Questo tipo di umanità appare lontana da quella quotidiana cui siamo abituati, anzi assuefatti, a vivere, o meglio, a farci vivere addosso. Se c’è un discrimine fra noi e loro, fra qui e lì è forse proprio in questa loro capacità di vivere una vita fuori dagli schemi televisivi, dalle genuflessioni alla vita delle pubblicità tipo Mulino Bianco. La loro, quella rappresentata in quelle foto, potrebbe appartenere anche al nostro passato se solo fossimo in grado di contare indietro fino agli anni Cinquanta

GIORGIO D'ARIA: THE POWER OF PICTURES, THE SILENCE OF COLOUR We are used to thinking that to take a picture is simple, even due to one of the most renowned manufacturing firms of cameras according to which the only concern of the picture author should be simply to click. However, this is not true. Just like painting and sculpture, photography also produces works of art. It requires technique, study and observation, and its preparation often takes a very long time. It is also true that luck – of being in the right place at the right time, typical of a great number of historical pictures – seems to be linked to the imponderable. Maybe, instantaneity is what strikes about photography, getting through people and objects, thus capturing an unimaginable singularity and naturalness. This consideration is useful to introduce Giorgio D’Aria’s activity. He is a young photographer who has been committed to research as an existential spectrum for years: from disused cinemas to human figures abandoned in equally abandoned places. An example is given by the photographic search carried out among people in Colombia. The place is far and charming, the poetic reflection is deep. Giorgio D'Aria: "The three photographers I love and take inspiration the most are Scianna, Berengo Gardin and Gilden. Scianna's work on Sicilian religious festivals has a unique charm because it is realised

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e Sessanta del secolo scorso. Il bianco e nero scelto per le foto, lungi dall’essere un non-colore, l’assenza di colore è, al contrario, il tentativo di forzare, sottolineare le linee, le superfici di quelle figure puntualizzando un patrimonio di verità che ha dell’inusuale. I tempi, quelli nostri, non quelli del colonnello Aureliano Buendia di Cent’anni di solitudine si ritrovano e riuniscono in un alfabeto, in un patrimonio da custodire, e lo diciamo con provocazione, in una banca non di denaro ma di umanità leggera come sarebbe piaciuta a Italo Calvino.

with an eye away from the world of the sacred. I admire Berengo Gardin for his work on mental hospitals. The whole soul of the subjects who live the tragedy of their madness emerges from these pictures. I believe Gilden is the greatest street photo reporter. He takes the subjects on the street by surprise and this causes the photographs to return incredulity and wonder. I also love his report on Japan's organised crime groups." We have asked D’Aria to tell us what the most significant aphorisms by those photographers are. Here is the list: "When I was 5, I wanted to become a boxer, to play the drums and to have a monkey. This should make you understand who I am!!!" (Gilden); "Photography means light writing or writing with light? Maybe both. If you think the first one is true, then you think that the world is writing itself by a light pen. If you think the second one is true, then you are a writer" (Scianna); "I say to my students: first, think for two hours; then, in the event, shoot." (Berengo Gardin). In the pictures of Colombia we propose, there is a research – very often a feminine research – of a daily humanity far from the one we are used to. Maybe the discrimination is their ability to live a life outside the TV box. The black and white chosen for the pictures emphasise lines and surfaces setting out an unusual heritage of truth.



TERRITORIO

COMUNE DI VERNOLE

Gli interventi che fanno la differenza Si rinnova l’appuntamento con le Giornate Ecologiche: spiagge pulite e Oasi delle Cesine protetta. L’operazione nasce dalla collaborazione tra Regione e Comune 110 mila euro. A tanto ammonta il finanziamento stanziato da Regione Puglia e Comune di Vernole per gli interventi di bonifica previsti per la spiaggia a ridosso delle Cesine. Tornano, per il quinto anno consecutivo, le Giornate Ecologiche, progetto dal forte

impatto ambientale, ideato proprio per ripulire uno dei tratti di costa più suggestivi del Salento, mortificato dall’inquinamento prodotto dalle mareggiate e dalle correnti marine che, durante l’inverno, trasportano fino a riva rifiuti di ogni genere (buste, bottiglie, cotton fioc, tappi e cannucce ed un

quantitativo impressionante di plastica). Un lento e costante avvelenamento del sito che, per fortuna, gode della giusta attenzione da parte delle istituzioni. Dopo una serie di incontri avvenuti nei mesi scorsi, i rappresentanti regionali e l’amministrazione comunale hanno sotto-


COMUNE DI VERNOLE Piazza Vittorio Veneto, 54 – Vernole (LE) tel. +39 0832 899111 – www.comunedivernole.it – www.riservalecesine.it –

scritto l’accordo finalizzato alla realizzazione di interventi di pulizia straordinaria. Azione necessaria e fondamentale non solo dal punto di vista ambientale ma anche turistico. Grazie alla collaborazione dell’ente regionale, l’amministrazione comunale di Vernole ha potuto procedere alla bonifica del sito con strumenti più specifici, adatti alla situazione. «Il nostro impegno si concretizza durante le “Giornate Ecologiche” – spiega Luca De Carlo, primo cittadino di Vernole fino alla tornata elettorale di domenica 10 giugno che ha sancito la vittoria di Francesco Leo – ma la nostra attenzione è puntata tutto l’anno su uno dei tratti più belli della costa. In cinque anni abbiamo liberato la spiaggia da 400 quintali di rifiuti che, di volta in volta, abbiamo differenziato e conferito negli appositi ecocentri, secondo quanto previsto dalla legge». 400 quintali di spazzatura sono troppi, decisamente troppi. Il problema rifiuti è una delle emergenze ambientali più complesse, da contrastare con azioni integrate

e tempestive perché possano essere arginati i danni. Ben vengano, dunque, collaborazioni virtuose come quella tra la Regione Puglia ed il Comune di Vernole. Alla base, però, è indispensabile che ci sia un atteggiamento corretto da parte dei singoli cittadini. E le campagne di sensibilizzazione in tal senso non sono mai troppe. «Sinergia e senso civile devono essere alla base del nostro agire – prosegue De Carlo – ed è per questo che riteniamo indispensabili azioni formative ed informative che coinvolgano i cittadini in un percorso condiviso di rispetto per l’ambiente e per il territorio». Le Giornate Ecologiche rappresentano un momento importante di condivisione in cui tutti sono chiamati a fare la propria parte. E ogni anno cresce il numero di volontari che, sacco e paletta, setacciano e ripuliscono i 10 kilometri di spiaggia interessati dall’intervento. «Oltre al valore ambientale in sé, questo appuntamento riveste un significato ancora più alto perché l’arenile in questione è proprio quello adiacente

alla Riserva Naturale delle Cesine, sito catalogato come “Zona Umida di Importanza Internazionale” dalla Convenzione di Ramsar alla fine degli anni ’70. È un gioiello che arricchisce una costa già bellissima, e noi siamo fortunati e privilegiati a godere di tanto splendore. Tutelarla e renderla fruibile anche per i turisti è un nostro dovere». L’appuntamento coincide con un altro momento importante per le Cesine, ovvero “La Festa delle Oasi”, occasione straordinaria per celebrare le biodiversità nell’ambito dell’omonima Giornata Mondiale. Tra visite guidate ed eventi speciali collaterali, organizzati all’interno della Riserva del WWF, la Natura diventa protagonista assoluta. E l’emozione è assicurata. Alla nuova amministrazione di Vernole gli auguri di buon lavoro nel solco di una sempre più attenta valorizzazione del territorio.

LUCA DE CARLO – EX SINDACO DI VERNOLE

THE INTERVENTIONS THAT MAKE A DIFFERENCE THE APPOINTMENT WITH THE GREEN DAYS RECURS 110 thousand euros have been allocated by the Apulian Region and the Municipality of Vernole for the reclamation works planned for the beach near le Cesine. The Green Days are back, meant to clean up one of the most evocative stretches of coast in Salento. After a series of meetings, the regional representatives, along with the former Mayor of Vernole (until last 10th June) Luca De Carlo, have signed an agreement aimed at carrying out extraordinary cleaning. "In the last five years, we have freed the beach from 400 quintals of waste, – explains Luca De Carlo. – Every time, we have differentiated it and conveyed to the right waste separation areas."

The waste problem is one of the most complicated environmental emergencies. Therefore, virtuous collaborations are welcome. At the bottom, however, a proper attitude on the part of individual citizens is essential. And awareness campaigns are never too many. "We believe that training and information actions involving citizens are essential," – continues De Carlo. During the Green Days, everyone is called to do their part. And every year the number of volunteers who clean the 10 kilometers of beach concerned grows. "This appointment is even more important due to the fact that the beach is right next to Le Cesine Nature Reserve, – says De Carlo. – Protecting it and making it usable even for tourists is a duty of ours." The Green Days coincides with the 'Oasi Day 2018', an extraordinary occasion to celebrate biodiversity within the World Biodiversity Day.

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CULTURA

MUSICA

ALESSANDRA CAIULO E KOINÈ, LA VERITÀ DELLE TRADIZIONI

La cantante leccese è pronta ad esordire col suo primo progetto musicale arrangiato da Salvatore Casaluce Il privilegio del canto superato dalla responsabilità e dalla necessità di raccontare la verità a colpi di sud, senza pregiudizi. Perché esprimere l’essenzialità mediante il fuoco centrale delle tradizioni e della storia ti fa muovere i piedi. "Alessandra Caiulo e Koinè" custodisce il concetto atavico della musica popolare, nell’ambito di un progetto dal sound aci-

do, in cui la tradizione è influenzata dalla sperimentazione. Un percorso innovativo nato dall’incontro di linguaggi differenti ed esperienze artistiche parallele, che si sono fuse in una lingua comune (Koinè) attraverso gli occhi di Alessandra Caiulo. Dopo le numerose esibizioni che l’hanno vista protagonista nelle edizioni della Notte della Taranta, la cantante

leccese ha dato vita al suo primo progetto arrangiato da Salvatore Casaluce e del quale sono parte integrante Giorgia Santoro (flauto), Francesco Pennetta (batteria), Stefano Rielli (basso) e Roberto Chiga (percussioni). «Ognuno di noi proviene da generi musicali diversi come il rock, il blues, il fusion e il jazz – spiega Casaluce –. Abbiamo cercato di


di paolo conte/foto giuseppe rutigliano

LA MUSICA POPOLARE HA IL POTERE STRAORDINARIO DI ARRIVARE AL CUORE DELLE PERSONE

passi mossi con il gruppo "Oidè – L’arte del canto" ai successi ottenuti con Aria Forte, sino ai duetti d’eccezione con personaggi del calibro di Phil Manzanera e Raphael Gualazzi. «La musica popolare ha il potere straordinario di arrivare al cuore delle persone ed essa è stata il fil rouge della mia vita. Ho voluto esprimere fortemente la mia esperienza con un lavoro tutto mio – commenta Alessandra Caiulo – e sono molto felice».

fondere la tradizione con la modernità con l’obiettivo dell’internazionalizzazione. La base è popolare e vengono ripresi alcuni dei brani più celebri della musica popolare. Siamo ripartiti dal patrimonio salentino per trasformarlo in un world music sound». Un altro modo di interpretare e far risuonare le radici con l’introduzione della chitarra elettrica. Il tutto sublimato dal timbro vocale di Alessandra, volto noto della musica tradizionale da ormai quindici anni. Tante le esperienze maturate nel corso del tempo dall’artista: dai primi

Quando sono in programma le prime date? Vivremo un’estate ricca di impegni, ma tra gli appuntamenti più significativi spicca il Festival della Taranta che si svolgerà a Soleto il 19 agosto prossimo. Però saremo di scena già il 22 luglio a Porto Cesareo, in occasione del Fronte Mare Festival. Avremo l’onore di aprire il concerto di Raphael Gualazzi, nell’ambito di uno spettacolo molto importante che mi darà la possibilità di duettare un’altra volta con il famoso cantautore, dopo la bella esperienza vissuta insieme sul palco della scorsa edizione della Notte della Taranta con il brano Cala la Capu. Come è nata l’idea di produrre un lavoro personale?

Dopo tanti anni ho sentito la necessità di raccontare le nostre radici in maniera semplice. Esprimere una verità svestita da pregiudizi contemporanei. Noi abbiamo un fuoco dentro, un fuoco centrale che sono le nostre tradizioni, la nostra storia, il nostro passato. Quindi c’è tutta la bellezza e l’armonia. C’è l’essenziale che a sud del cuore di chi la ascolta ti fa muovere i piedi, anche se è la prima volta. Ed è questo il successo della musica popolare nel mondo. Raccontate la verità. Che cosa intendi esattamente? Io canto la musica della terra mia e mi sento il frutto e l’espressione di questa terra, con tutte le sue bellezze e le sue contraddizioni. Racconto la verità che è sempre stata la priorità. E cioè quello che siamo e non per come vorremo essere. In un’epoca in cui vige la globalizzazione, c’è un tema sostanziale: l’identità. È l’unico tratto che ci rende diversi e in un certo senso anche molto simili ad altri popoli. L’idea di una lingua comune sulla scorta di una lingua ben marcata è la vera chiave di volta. Oggi ci costruiamo perché ce lo chiede il mercato, ma è come se fossimo anestetizzati. Dobbiamo capire prima che cosa siamo prima di che cosa vogliamo 128 129


CULTURA

MUSICA

L’IDEA DI UNA LINGUA COMUNE SULLA SCORTA DI UNA LINGUA BEN MARCATA È LA VERA CHIAVE DI VOLTA essere. E noi gli elementi per comprenderlo li possediamo. Come diceva Carmelo Bene, noi siamo al sud del sud dei santi, ma questa non è una cosa necessariamente negativa. C’è in cantiere l’uscita di un album? In questo momento ci stiamo concentrando sulle prime uscite. Vogliamo prima misurarci e provare a raccontare questo

percorso suonando e condividendo con un pubblico più ampio, anche se già di per sé la musica popolare si rivolge ad un pubblico molto vasto per diritto di battiti. Ci fa sentire tutti uguali perché scava nel fondo del fondo. Dopo tanti anni, cosa ti ha lasciato l’esperienza con la Notte della Taranta? Sono momenti indescrivibili che ti lasciano

il segno per le forti emozioni. La prima esperienza con la Notte della Taranta è arrivata nel 2004. Ho conosciuto tanti maestri e personaggi di spicco che mi hanno fatto crescere a livello artistico e umano. Tra questi c’è il maestro concertatore Giovanni Sollima. Ho avuto l’opportunità di esibirmi con il suo progetto dei Cento Violoncelli da Milano sino a Budapest al Festival di Riccardo Muti.

ALESSANDRA CAIULO AND KOINÈ, THE TRUTH OF TRADITIONS

della Taranta' (or 'Festival of Tarantula') in Soleto, on 19th August.

THE SINGER FROM LECCE IS READY TO DEBUT WITH HER FIRST MUSICAL PROJECT

How did the idea of a personal work come about? I felt the need to express a truth rid of contemporary prejudices.

The privilege of singing is overcome by the responsibility and the need to tell the truth, without prejudices. 'Alessandra Caiulo and Koinè' is an innovative path arisen from the encounter of different languages and artistic experiences, merged in a common language (Koinè). The project is arranged by Salvatore Casaluce. "We restarted from Salento folk music to turn it into a world music sound," – he explains. Everything sublimed by Alessandra's voice timbre. "Folk music has the extraordinary power to reach people's hearts. I wanted to express my experience by a work of my own," – she comments.

You tell the truth. What exactly do you mean? I sing the music of my land, with all its beauties and contradictions. In an age of globalization, identity is the only trait that makes us different and in a sense also very similar to other peoples. The idea of a common language is the real keystone.

When are the first dates scheduled for? Among the most significant events, there are the 'Fronte Mare Festival' ('Seafront Festival') in Porto Cesareo, on 22nd July, and the 'Festival

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Is there an album being released? Right now we are focusing on the first releases. After so many years, what did the experience of the Night of Tarantula give you? There are nameless moments that have left a mark in my life. I met a lot of directors and prominent personalities who made me improve, artistically and personally.



TECNOLOGIA E INNOVAZIONE

HELLOBEACH APP

HELLOBEACH, MAI PIÙ SENZA! Innovazione e strategia al servizio del turismo. Ecco l’App che rivoluzionerà l’estate salentina Mettetevi comodi e godete delle piccole cose che le giornate estive vi possono regalare, anche su una spiaggia affollata. Con HelloBeach, nuova e rivoluzionaria piattaforma digitale, tutto diventa più semplice e veloce, anche ordinare una birra, un panino o un caffè, senza abbandonare lettino e ombrellone, e soprattutto senza dover affrontare file alla cassa o al

bancone, attività già di per sé snervante, ancora di più se accompagnata dall’afa. Basta scaricare l’apposita App per diventare protagonisti di un progetto nato da una semplice intuizione, come spiega Stefano Perrino. «Eravamo con degli amici in uno stabilimento balneare e avevamo voglia di una birra. Il lido forniva il servizio in spiaggia

ma la ragazza che prendeva le ordinazioni non passava mai. Considerato il caldo insopportabile e la voglia assoluta di relax, non volevamo alzarci dal lettino per andare al bar e di conseguenza la birra non l’abbiamo più presa». Una rinuncia da cui è venuta fuori un’idea che è poi stata tradotta in un progetto concreto.


HELLOBEACH APP tel. +39 348 8146119 / +39 0832 1815281 – info@hellobeach.it – www.hellobeach.it –

«Non ci siamo arresi e abbiamo pensato a qualcosa che potesse mettere insieme relax e servizi, qualcosa che risultasse utile tanto per i clienti quanto per i gestori. E l’idea ha cominciato a prendere forma proprio dopo l’ascolto dei titolari di alcuni stabilimenti balneari. Abbiamo stilato un elenco delle loro necessità e ci è venuto spontaneo pensare di mettere a punto uno strumento dall’uso ormai quotidiano come l’App». In altre parole, HelloBeach è una piattaforma digitale che crea una connessione fra gestori di lidi e clienti. Offre la possibilità di prenotare in remoto lettini e ombrelloni e consente di ordinare le consumazioni direttamente dalla spiaggia, senza dover affrontare il caldo o le noiosissime code alla cassa. È tutto più rapido, una soluzione in grado di accontentare domanda e offerta. «Da parte nostra – continua Stefano – c’è anche il desiderio di contribuire in qualche modo alla crescita del territorio, apportando una piccola ma significativa rivoluzione. Vogliamo prendere i clienti direttamente al loro arrivo nel Salento e accompagnarli nei nostri splendidi lidi. Se rimangono soddisfatti, premieranno lo stabilimento che si appoggia al nostro network con feedback positivi, ritornandoci o, meglio ancora, dando vita ad un passaparola virtuoso che a volte funziona più di tante pubblicità messe insieme». Il progetto è stato presentato ufficialmente nel corso del BTM, l’appuntamento che lo scorso febbraio, a Lecce, ha acceso i fari sull’universo del turismo. Un palcoscenico perfetto per illustrarne

caratteristiche e finalità, partendo dalla necessità di creare sinergie in grado di avviare una visione integrata della promozione turistica. HelloBeach non è solo un’App che offre, a coloro che operano nel settore balneare, l’opportunità di essere primi attori del cambiamento innovativo che il contesto nazionale richiede, ma è un insieme di servizi che vengono offerti ai gestori di lidi. È il perfetto connubio tra marketing (Promozione territoriale, Web & Social, Gadget in spiaggia, Eventi promozionali, Proximity Marketing) e tecnologia (App iOS e Android in lingua italiana e inglese facile da usare, Gestionale struttura) che rappresenta un’offerta integrata di turismo. Si può scaricare gratuitamente e, aspetto non meno importante, i lidi avranno a diposizione un software facile e immediato, con funzionalità dedicate ai menù, alle attività dello stabilimento, alle statistiche e alla profilazione dei clienti. HelloBeach è il primo frutto di Smart Innovation Technology, spin off della BPM Soft srl di Trepuzzi, azienda salentina non nuova a soluzioni tecnologiche tese soddisfare esigenze organizzative, sociali ed economiche. «Questa è la svolta del turismo – conclude Stefano Perrino – risorsa primaria per il Salento che esige e merita un progetto condiviso. Solo migliorando l’offerta e la fruizione dei servizi delle nostre spiagge si può avviare un percorso di rispetto e valorizzazione del territorio».

HELLOBEACH, NEVER AGAIN WITHOUT IT! HERE IS THE APP THAT WILL REVOLUTIONISE SALENTO SUMMER Make yourself comfortable and enjoy the little things that summer days can give you. With HelloBeach, everything becomes easier and faster, even asking for a coffee without leaving your sunbed, and without queueing up at the counter. "My friends and I were at a bathing establishment, – explains Stefano Perrino – and we wanted a beer. Owing to the unbearable heat, we did not want to get up from the sunbed. Thus, we did not take the beer anymore." A privation that has led to a concrete project. "We have thought about something that could be useful both for customers and managers. It was spontaneous to think of an everyday tool like an App."

HelloBeach allows people to book their sunbeds and beach umbrellas from afar, and to order drinks straight from the beach. A quick solution able to meet supply and demand. "We wish – Stefano continues – to help towards the growth of the territory, bringing a small but significant revolution. We want to take customers directly on their arrival in Salento and to accompany them to our beautiful beach clubs. They will be able to reward bathing establishments with positive feedbacks, returning to them or, better still, starting a valuable and virtuous word of mouth." HelloBeach is a free app. Beach clubs will also have an easy software with features dedicated to menus, activities, statistics and customer profiling. "This is a turning point for tourism, – ends Stefano Perrino. – Only by improving the use of services on our beaches can we start a process of respect and enhancement of the territory."

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SPORT

SUP

ACQUATINA IN SUP Alla scoperta di un luogo incantevole e sconosciuto Gli sport da tavola, in Salento e in Puglia, crescono sempre di più e trovano terreno fertile nella passione e nell’entusiasmo dei più giovani. Ne è prova il crescente numero di eventi, manifestazioni e partnership che stanno nascendo tra gli addetti ai lavori e le istituzioni, gli imprenditori locali ed in genere tutte le realtà che nutrono interessi di vario 134 135

tipo verso la fruizione del mare e degli sport acquatici. Questa volta vi vogliamo raccontare di una splendida sinergia nata all’insegna della promozione dello sport, della cultura e della valorizzazione delle risorse naturali, unica nel suo genere anche perché segna l’inizio di una nuova storia per i luoghi interessati. Stiamo parlando del

bacino di Acquatina a Frigole, marina di Lecce, e della collaborazione nata tra Università del Salento, Comune di Lecce e Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard (Coni) che comprende al suo interno le discipline del “Surfing”, surf da onda e stand up paddle. Allo scopo di promuovere il territorio delle marine leccesi, ciascuno dei tre


di carlo morelli/foto pfari photographer

attori coinvolti ha colto questa occasione di sviluppo, rimarcando i punti di forza del litorale, per organizzare una serie di quattro incontri in cui tutta la cittadinanza viene invitata a scoprire la bellezza del bacino di Acquatina, attraverso prove gratuite di stand up paddle in acqua ed escursioni tematiche in cui si può ammirare la fantastica biodiversità del territorio. Il bacino di Acquatina, di acqua salmastra, si trova a Frigole, la marina di Lecce più popolata e vissuta tutto l’anno. Ricopre una superficie di 45 ettari e si estende per più di un chilometro in posizione retrodunale lungo la costa. Questo splendido luogo di interesse naturale è stato dato in concessione perpetua all’Università del Salento ed è gestito dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, che, fino a pochi anni fa, lo utilizzava per la ricerca scientifica nel campo della fauna e flora acquatica. Poi a causa dell’esaurimento dei fondi di ricerca, il luogo è stato vissuto sempre meno, fino ad oggi. Lo spunto di riflessione è partito dalla nuova amministrazione comunale leccese che, sensibile al tema del rilancio delle sue marine, lasciate al degrado e trascurate per troppo tempo, ha promosso un importante dibattito pubblico al centro del quale è emersa la richiesta di poter fruire di tutti gli spazi naturali, compreso il bacino. Il Comune ha dunque instaurato un dialogo molto proficuo con l’Università del Salento, desiderosa da parte sua di riuscire a restituire valore ad uno dei suoi centri più importanti. Sempre grazie a questo dibattito pubblico, tra gli attori coinvolti sul territorio si sono fatti avanti i surfisti – ovvero sportivi praticanti il kitesurf, il windsurf, il surf da onda e lo stand up paddle – che frequentano le marine leccesi tutto l’anno, anche in inverno, grazie al vento che soffia forte in quelle aree e grazie alle onde che si generano in abbondanza. Il risultato è stato molto positivo. Università, Comune e Federazione hanno stretto un patto per promuovere un pezzo di litorale, che di fatto risulta poco conosciuto anche per gli stessi leccesi e salentini, ai visitatori pugliesi e a tutti i turisti che

UNIVERSITÀ, COMUNE E FEDERAZIONE HANNO STRETTO UN PATTO PER PROMUOVERE UN PEZZO DI LITORALE


SPORT

SUP

arrivano in questa terra magica. Grazie agli sport da tavola, infatti, il mare di Lecce e del Salento non solo può essere vissuto tutto l’anno, ma anche in maniera totalmente ecosostenibile, a impatto zero per l’ambiente. Quindi promozione del territorio, fruizione sostenibile del mare e promozione della cultura e dello sport. Infatti questa prima serie di incontri nel

bacino di Acquatina vede come protagonisti anche gli esperti dell’Università, tra docenti e tecnici di geologia, ecologia, botanica, zoologia, che raccontano gli aspetti più importanti che caratterizzano il luogo, mentre gli istruttori salentini di sup della Federazione lasciano provare gratuitamente lo stand up paddle a tutti coloro che vogliono cimentarsi.

CHI HA DETTO CHE LO STUDIO DEI LUOGHI LO SI DEBBA AFFIDARE SOLO AI BANCHI DI SCUOLA O DELL’UNIVERSITÀ?

ACQUATINA IN SUP DISCOVERING A CHARMING AND UNKNOWN PLACE Boardsports in Salento and Apulia are in constant growth. This time we want to tell you about a wonderful synergy born between the University of Salento, the Municipality of Lecce and the Italian Federation of Water Ski and Wakeboard (Coni), for the promotion of sport, culture and the enhancement of natural resources in a piece of coast little known even by local people. Through free stand-up paddle classes and themed excursions, all citizens have been invited to discover the outstanding biodiversity of Acquatina basin, in Frigole. Thanks to boardsports, Lecce sea can be lived all year round and in a totally sustainable way. University experts will be the protagonists of this first series of meetings. They will recount the most important

Il ciclo di incontri chiamato “Acquatina in Sup” rappresenta un nuovo inizio per il bacino di Frigole, e questo non solo perché è stato inserito lo sport come attrattore principale dell’iniziativa, ma soprattutto perché il format di fruizione al pubblico che si è venuto a creare la dice lunga sull’idea di sviluppo e futuro per le marine di Lecce. Chi ha detto che gli sport da tavola debbano essere visti solo come attrattiva turistica? Chi ha detto che lo studio dei luoghi lo si debba affidare solo ai banchi di scuola o dell’università? E, infine, chi dice che il territorio debba per forza essere sottoposto alla pressione dell’uomo per essere goduto? Acquatina in Sup dimostra esattamente il contrario. Il primo incontro si è svolto il 26 maggio ed è stato un successo. Oltre sessanta partecipanti curiosi, tra giovani e adulti, hanno letteralmente scoperto un luogo rimasto inaccessibile per anni, un posto incantevole immerso nella natura e la cui estensione è maestosa. Per quanto il bacino di Acquatina è e rimarrà legato alla ricerca scientifica, nel futuro ci saranno sicuramente altre iniziative di questo genere, che avranno lo scopo di raccontare ai cittadini che i siti delle marine leccesi sono molto preziosi e che vanno vissuti e tenuti integri in quanto patrimonio di inestimabile valore. Possono, in fin dei conti, essere oggetto di un nuovo modo di vivere il territorio.

aspects that characterize the place. At the same time, Salento sup instructors will let people test themselves with free stand-up-paddle classes. The series of meetings marks a new beginning for Frigole basin. Sport is the main attractor of the initiative; the way the usage of the area has been conceived reveals the idea of development for Lecce seaside. The first meeting took place on 26th May and was a success. Over sixty participants have literally discovered a charming place left inaccessible for years. Although Acquatina basin is and will remain linked to scientific research, in the future there will certainly be other initiatives of this kind, with the aim to tell citizens that Lecce seasides are priceless and must be lived and kept intact as they are a heritage of inestimable value.


TECNOLOGIA E INNOVAZIONE

COMUNE DI LECCE

COMUNE DI LECCE/ASSESSORATO INNOVAZIONE TECNOLOGICA E AGENDA DIGITALE Via Rubichi, 16 – Lecce (LE) – tel. +39 0832 682292 – www.comune.lecce.it

LECCECLICK.IT LA VETRINA

MULTIMEDIALE A MISURA DI TURISTA Sta per entrare nel vivo il nuovo progetto di marketing territoriale della Città di Lecce che metterà in collegamento il centro storico con il distretto commerciale di piazza Mazzini, attraverso l’utilizzo di una rete di tecnologie digitali innovative. Il suo nome è LecceClick.it e punta a costruire, insieme al turista o al cittadino che abitualmente frequenta la città barocca, un’esperienza unica e autentica “creata su misura”, in cui il tour turistico incrocia il marketing di prossimità costituito da botteghe di artigianato, negozi e servizi utili, rappresentando il momento conclusivo di un percorso emozionale ed esperienziale. «LecceClick è un progetto che riesce a

soddisfare le esigenze di numerosi portatori di interesse – spiega l’assessore all’Innovazione tecnologica, Programmazione strategica e vicesindaco del Comune di Lecce Alessandro Delli Noci – da una parte le attività commerciali possono "mettersi in vetrina", inserendosi in percorsi di visita turistica della città che spesso fanno il paio con lo shopping. Quindi un beneficio concreto per chi vuole, e ora può, far conoscere e promuovere la propria realtà commerciale. Dall'altra un'occasione per i turisti e per tutti i leccesi che potranno immergersi con facilità nelle bellezze artistico culturali della città che, qualche volta, ignoriamo di avere. Più in generale, il

CORSO VITTORIO EMANUELE II, LAMPIONE. PH: VALERIA POTÌ

Il nuovo progetto di marketing territoriale collegherà il centro storico al distretto commerciale

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TECNOLOGIA E INNOVAZIONE

VIA TRINCHESE, PASSEGGIO. PH: VALERIA POTÌ

PIAZZA MAZZINI, DETTAGLIO FONTANA. PH: VALERIA POTÌ

COMUNE DI LECCE progetto rappresenta una vetrina importante per la nostra città, un'occasione e un'opportunità sia per chi la visita sia per chi la vive quotidianamente». Cinque percorsi, strutturati per incuriosire il pubblico sulla scia di ispirazioni culturali integrate, saranno le arterie di partenza. Ciascuna proposta sarà arricchita di indicazioni e indirizzi che intercettino il fabbisogno del pubblico e che favoriscano un'esperienza non solo finalizzata alla valorizzazione del territorio, all’attenzione per la cultura ambientale ma anche volta a promuovere una proposta di shopping gratificante al fine di rilanciare il settore commerciale della città mettendo al centro del sistema l’interazione tra le persone. Ecco perché il cuore di Lecce batterà all’unisono facendo pulsare il Centro storico, caratterizzato dalla presenza di un’elevatissima densità di luoghi di interesse artistico, storico e culturale e spazi dedicati al tempo libero, al Distretto urbano del commercio, ad alta concentrazione di attività commerciali. L’innovazione risiede negli strumenti che la strategia di marketing mette a disposizione dell’utente. Lo smartphone da tempo è il principale info point che chiunque consulta per qualunque necessità, in viaggio o nella vita di tutti i giorni. LecceClick.it prevede pertanto lo sviluppo di un sistema informativo attraverso l’implementazione di una piattaforma multimediale che mette in rete tra loro alcuni supporti digitali e interattivi. Una App studiata ad hoc per il progetto sarà la “mente” che metterà in comunicazione tra loro i totem touch screen multimediali, posizionati in punti strategici delle due zone interessate. Ogni informazione, di tipo culturale o commerciale, sarà supportata dal sito web www.lecceclick. it. A rendere l’esperienza ancora più funzionale, coinvolgente e divertente sarà la “gamification” che ricorre a specifiche strategie come l’assegnazione di un punteggio e rappresenta l’elemento base per stimolare la partecipazione e la motivazione degli utenti, la suddivisione del gioco in livelli, per indicare le tappe


VIA UMBERTO I, CARTAPESTA. PH: VALERIA POTÌ

raggiunte all’interno di un percorso e differenziare il target in base all’esperienza maturata nel contesto di gioco. Il distretto commerciale comunicherà con gli utenti grazie ai QR Code posizionati sulle vetrine degli esercizi commerciali che aderiscono al progetto, vale a dire codici che, attraverso lo smartphone, veicoleranno il pubblico direttamente sulle pagine informative e promozionali dei negozi disponibili sul sito web di LecceClick. Un altro ruolo fondamentale spetterà al social wall, che tecnicamente è una pagina del sito all’interno della quale si aggregano in tempo reale tutte le interazioni visibili sui vari canali social di Facebook, Instagram e Twitter, per

PIAZZA MAZZINI. PH: VALERIA POTÌ

mettere in connessione i partecipanti che avranno modo di raccontare in prima persona l’evento o l’esperienza, condividendo punti di vista, pensieri e considerazioni. Con questo strumento si ha un feedback immediato dagli utenti semplicemente utilizzando l’hashtag #lecceclick. LecceClick è un progetto finanziato nell'ambito del POR Puglia 2014-2020 della Regione Puglia, dell’asse I azione 2.2 relativo a "Interventi per la digitalizzazione dei processi amministrativi e diffusione di servizi digitali della PA a cittadini e imprese". Il Comune di Lecce è beneficiario e ente attuatore del progetto e per l'attuazione, ha aderito all'accordo quadro SPC Cloud – Lotto 4 – “Servizi di realizzazione portali e servizi on-line”.

THE NEW PLACE MARKETING PROJECT WILL CONNECT THE HISTORIC CENTRE TO THE COMMERCIAL DISTRICT In Lecce, the new place marketing project is about to get to the heart, linking the historic centre with the commercial district of Piazza Mazzini. "LecceClick is a project that succeeds in meeting the needs of numerous stakeholders, – explains the deputy mayor of the Municipality of Lecce, Alessandro Delli Noci –. Commercial activities will have the opportunity to 'show off' by entering the city tourist routes that are often combined with shopping. On the other hand, tourists will easily lose themselves in the artistic and cultural beauties of the city." Five routes will be the starting arteries, enriched with hints and addresses. LecceClick.it has planned the development of a multimedia operating system networking multimedia touch-screen totems set at strategic points in the areas concerned. All information will be supported by the website, www.lecceclick.it. 'Gamification' – with the achievement of a score – will boost users' participation. QR Codes on the shop windows will convey users directly on the information and promotional pages of the stores. A social wall will link participants who will be able to tell their own experience. With this tool, people will get immediate feedback from users simply by using a hashtag, #lecceclick.

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TERRITORIO

COMUNE DI GALLIPOLI

POESIA: GALLIPOLI SI VESTE DI RIME Di scena, nella città bella, la seconda edizione del Festival della Poesia. Minerva: «Un viaggio tra le meraviglie di questa terra attraverso la nobile arte dei versi» “La casa della Poesia non avrà mai porte”. Scriveva così Alda Merini, indimenticata poetessa dalla vita tumultuosa che aveva trovato, nella poesia appunto, il rifugio al suo malessere. Arte antica capace di trasmettere una miriade di emozioni, la poesia è da sempre uno degli elementi di punta dell’attività amministrativa del sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva. «Se i politici si occupassero un po’ più di poesia e i poeti un po’ più di politica – disse appena eletto – forse si vivrebbe in un mondo migliore». A lui va il merito di aver fatto una cosa e l’altra, cioè di aver messo insieme impegno professionale e nobile arte delle rime. Quest’anno il Comune ha organizzato la seconda edizione di “Gallipoli in Poesia Festival”, manifestazione dal respiro internazionale fortemente voluta dal sin-

daco-poeta che da tempo porta avanti azioni mirate affinché l’immagine della città non sia legata soltanto al mare e al divertimento. L’obiettivo è ambizioso e al tempo stesso stimolante: fare in modo che Gallipoli si affermi anche come punto di riferimento per l’arte della poesia. Quest’anno sono giunti 15 poeti, provenienti da tutta Italia. Qualche nome? Riccardo Frolloni, Gaia Giovagnoli, Fausto Paolo Filograna, Michele Maggini, Salvatore Azzarelli, tanto per citarne alcuni. Andrea Donaera è stato confermato direttore artistico e anche per questa seconda edizione ha delineato un programma ricco e interessante. Dal 3 al 6 maggio sono stati organizzati seminari, incontri, reading, laboratori, letture teatrali, performance musicali ed esposizioni d’arte. Un percorso

di bellezza autentica in cui sono stati coinvolti tutti i cittadini. Ospite d'onore, quest’anno, per la giornata conclusiva dell’11 giugno, il poeta canadese Richard Harrison, firma fra le più prestigiose al mondo. La sua ultima fatica letteraria, “On Not Losing My Father's Ashes in the Flood”, ha vinto il Governor General's Award per la poesia in lingua inglese, il Stephan G. Stephansson Alberta Poetry Prize ed è stato finalista del W.O. Mitchell Book Prize per la Città di Calgary. Non solo poesia. In questi giorni scanditi dalle rime e dalla bellezza, Gallipoli è stata in qualche modo la casa di tutti: attori, studenti, musicisti e artisti in generale. Il festival è stato organizzato in collaborazione con Amart, l’associazione culturale composta da giovani gallipo-


lini accomunati dall’amore per l’arte e per il patrimonio culturale della città, con l’associazione Cani Sciolti e con la partecipazione della Pro Loco che ha patrocinato il ‘Premio Letterario dei Due Mari’. Notevole successo, quindi, per “Poiè”, uno dei tanti format collegati alla manifestazione, pensato come una sorta di spazio comune per fare entrare in contatto il pubblico con poeti, scrittori, esperti e studiosi di poesia. “Riafferrare la vita”, questo iI claim scelto per l’edizione 2018. Più che evidente il riferimento a quanto scritto da Pierpaolo Pasolini in un reportage su un suo viaggio in terra salentina nel 1959: «Riafferro la vita a Gallipoli – si legge nelle pagine del libro ‘La lunga strada di sabbia’ – misterioso centro, esistente, di una regione che non esiste». «Gallipoli Città della Poesia – sottolinea il sindaco Stefano Minerva – vuol dire proprio questo, riafferrare la vita tra le meraviglie di una terra che fa innamorare chiunque la visiti, una terra che è essa stessa poesia, poesia del vivere». Lo scorso anno la città è stata ‘stimolata’ con una settimana dedicata alla poesia. Quest’anno, grazie a tanti eventi spot, a partire dalla passeggiata poetica dedicata al Patitari fino al festival, è stato creato un coinvolgimento maggiore. «È un progetto in cui crediamo fortemente, fruibile da tutti – conclude Minerva – che parte dal basso e arriva fino al cuore per educare all’arte poetica».

PH: KEEGHAN ROULEAU, RICHARD HARRISON

COMUNE DI GALLIPOLI Via Antonietta De Pace, 78 – Gallipoli (LE) tel. +39 0833 266176 – fax +39 0833 260279 – www.comune.gallipoli.le.it –

POETRY: GALLIPOLI IS DRESSED IN RHYMES IN THE BEAUTIFUL CITY, THE SECOND EDITION OF THE POETRY FESTIVAL. MINERVA: "A JOURNEY THROUGH THE WONDERS OF THIS LAND BY THE NOBLE ART OF VERSES." 'The house of poetry will never have doors'. Thus wrote Alda Merini, the unforgotten poetess with a turbulent life. Poetry has always been one of the key elements in the administrative activity of Gallipoli's Mayor Stefano Minerva. "If politicians attended a little more to poetry and poets a little more to politics, – he said just after having been elected – maybe we would live in a better world." This year, the Municipality has organized the second edition of the ‘Gallipoli in Poetry Festival’, an international event carrying out targeted actions so that the town image is not linked only to

the sea and fun. This year, 15 poets came from all over Italy. Seminars, meetings, readings, workshops, theatrical readings, musical performances and art exhibitions were organized from 3rd to 6th May. Canadian poet Richard Harrison was the event guest of honour. Not just poetry. Gallipoli was also the home of actors, students, musicians and artists in general. "Gallipoli as the City of Poetry – underlines the mayor – means right this, re-grasping life among the wonders of a land that makes everyone who visits it fall in love, a land that is poetry itself, the poetry of living." This year, thanks to many spot events, the involvement created was greater than last year. "We strongly believe in this project. It is usable by everyone – concludes Minerva – and reaches people's heart to educate them to poetic art."

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STRUTTURE RICETTIVE

PH: PAOLO LAKU

ALBERGO PALAZZO

SANTA CESAREA TERME IN VACANZA TUTTO L’ANNO Nuovo look per lo storico Albergo Palazzo e tante novità per una lunga stagione di relax e benessere L’Albergo Palazzo di Santa Cesarea Terme apre i battenti per un’estate ricca di emozioni che, promettono dalla direzione, si protrarranno anche oltre i canonici mesi estivi. Quest’angolo di Salento merita di essere vissuto tutto l’anno ed è giusto muoversi verso un’unica direzione, quella della destagionalizzazione. Impresa difficile ma non impossibile. I numeri per farlo ci sono: da un lato l’esclusività che solo il turismo termale può

offrire, dall’altro una serie di iniziative tese al rilancio della struttura alberghiera che, negli ultimi mesi, è stata oggetto di lavori di ristrutturazione e ammodernamento. Il primo step è stato fatto. Una piccola ma significativa rivoluzione dentro e fuori. Sono state rinnovate le sale, le cucine, il bar, sono stati creati nuovi spazi per il personale. Un restyling dettato dalla necessità di cambiare, senza stravolgere, l’immagine di questo storico hotel. Anche all’esterno, con l’illuminazione studiata

dai fratelli De Cagna, artisti delle luminarie che, con un progetto disegnato appositamente per l’albergo, ne hanno ulteriormente valorizzato l’ingresso ed il profilo esteriore. Effettivamente è uno spettacolo che non passa inosservato e che rende unico questo angolo di costa. La luce come simbolo di rinascita, di nuova vita di questi luoghi che affondano le radici in un passato meraviglioso che ha segnato la storia di Santa Cesarea. La stessa luce la si


ALBERGO PALAZZO Via Roma, 237 – Santa Cesarea Terme (LE) tel. +39 0836 944316 – www.albergopalazzo.it –

ritrova all’interno, dove il bianco regna indiscusso in tutti gli ambienti. Essenziale e pulito, è il colore dell’energia, quella nuova, che scriverà le prossime pagine di questa struttura che è una delle perle ricettive del Salento. Ambienti eleganti e raffinati, stile lineare e moderno, cura per i dettagli con un tocco di classico che riporta al 1923, anno in cui fu costruito l’albergo. Ma soprattutto ospitalità esclusiva in un contesto dove la tranquillità è di casa. Serate musicali, menù rivisitato, filosofia “light” sia per il ristorante che per il bar. Piatti leggeri ma saporiti, centrifugati

e cocktail da gustare sulla terrazza, accompagnati dallo spettacolo del mare e del panorama che si gode da questo palcoscenico privilegiato. Un capitolo a parte merita il ristorante “Le Terrazze”, con menù a base di pesce ed una eccellente carta dei vini. Ogni piatto è un inno alla cucina mediterranea, alle tradizioni salentine e, ovviamente, al mare. Piccoli capolavori gastronomici accessibili anche agli ospiti esterni, così come le Terme che, insieme alla SPA, restano comunque il punto di forza di questo luogo senza tempo. Chi sceglie di venire qui sa perfettamente

di poter contare su una serie di servizi che vanno dal food & beverage passando per il benessere psico-fisico. Piscina a picco sul mare, stabilimento balneare convenzionato (Il Caicco) e la gentilezza dello staff completano l’offerta. Sono già pronti dei pacchetti su misura, studiati per varie tipologie di ospiti , proprio per andare incontro alle esigenze di tutti. La struttura, inoltre, con le sua ampie sale, luminose e fresche è perfetta per banchetti, cerimonie, pranzi o cene di lavoro. Epoi, non solo turismo termale, ma anche congressuale. Accogliente, moderna, dotata di ogni

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STRUTTURE RICETTIVE

ALBERGO PALAZZO salute, relax, benessere, tempo libero, gusto. Una combinazione che merita di essere vissuta tutto l’anno. Anche dagli stessi salentini. I clienti ormai sono alla ricerca di un’ofPH: PAOLO LAKU

confort, la sala meeting si presta tanto per riunioni riservate quanto per incontri di alto livello. È come se tanti tasselli si incastrassero fra loro creando una combinazione perfetta:

ferta completa, in grado di abbracciare vari segmenti, e l’Albergo Palazzo può mette a disposizione tutto questo. La stagione termale dura fino a dicembre ma l’obiettivo è quello di far “vivere” l’hotel anche nei mesi invernali con proposte particolari, pacchetti e altre iniziative che siano appetibili da chi ama la tranquillità, senza trascurare il fatto che Santa Cesarea è vicina ad un entroterra meraviglioso che con il suo paesaggio e la sua storia può intercettare turisti in qualsiasi momento dell’anno. Insomma, è tutto pronto per una nuova stagione all’insegna del relax, del divertimento e soprattutto delle novità.

SANTA CESAREA TERME ON HOLIDAY ALL THE YEAR ROUND NEW LOOK FOR THE HISTORIC ‘ALBERGO PALAZZO’ The hotel ‘Albergo Palazzo’ in Santa Cesarea Terme opens its doors for a summer full of emotions that will continue over the summer months. This part of Salento deserves to be experienced all year round, and it has what it takes to do so - the exclusiveness of thermal tourism and a series of initiatives aimed at reviving the facility that, in recent months, has been undergoing renovation and modernization. Outside, a new lighting system has further enhanced the entrance and the outdoor aspect. Light as a symbol of the rebirth of these places rooted in a wonderful past. The same light that is inside. Musical evenings, light and savoury dishes, centrifugates and cocktails to be enjoyed on the terrace, accompanied by the sight of the sea seen from this privileged stage. Those who choose to come here perfectly know they can count on a range of services: from food & beverage to the physical and mental well-being. A swimming pool overlooking the sea, a partner bathing establishment and a friendly staff complete the offer. The hotel is ideal for banquets, parties, business lunches or dinners. Not only thermal tourism but also conferences. It is as if many pieces fitted together, thus creating a perfect combination: health, relaxation, wellness, leisure, taste. A combination that deserves to be experienced all year. Even by local people themselves.

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