SACE MAG - 2/2011

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Carlo Magistrelli - Senior risk analyst, SACE Confine Libano Siria, murales con bandiere

tunità economiche. A ciò rispondono aumentando i sussidi a favore di generi alimentari ed energia e gli stipendi del settore pubblico. Queste misure potrebbero a loro volta generare squilibri fiscali e rendere, quindi, più probabili l’adozione di restrizioni sulla libera convertibilità della valuta e sul rimpatrio dei capitali, espropri, nazionalizzazioni e l’incapacità di adempiere alle obbligazioni contrattuali. Si tratta perciò di politiche controproducenti in quanto non affrontano alla base le problematiche di economie che non creano lavoro e di sistemi di istruzione che non consentono di acquisire abilità spendibili. Tuttavia esiste la possibilità di una riduzione di tali rischi nel lungo periodo, se i governi intraprenderanno la lotta alla corruzione e a un capitalismo dominato dalle élite, realizzando riforme che favoriscano lo sviluppo di un settore privato sano. Questo però richiederà tempo, impegno e risorse. L’anno scorso MIGA ha condotto, in collaborazione con il Dubai International Financial Centre, un’indagine che dimostra che fino a oggi gli strumenti di mitigazione del rischio più utilizzati in Medio Oriente e Nord Africa sono stati quelli informali. Gli investitori in questa regione preferiscono affidarsi al proprio bagaglio di conoscenze e relazioni personali per gestire il rischio. Nell’ambiente attuale, questo fa sorgere una domanda: adesso che il potere sta passando di mano e che la situazione sta subendo cambiamenti radicali, quali sono gli strumenti formali a disposizione degli investitori? In questo contesto attori come MIGA e SACE possono svolgere un ruolo decisivo, soprattutto in considerazione del fatto che le compagnie di assicurazione private attualmente non offrono copertura per molti paesi dell’area. Questo è perfettamente in linea con la missione di favorire lo sviluppo propria di MIGA: poiché le economie della regione hanno fatto registrare per molto tempo performance negative, gli IDE sono fondamentali per

favorire la crescita e il lavoro, elementi chiave per la sicurezza e la stabilità. MIGA continua a operare nella regione e sta implementando un piano flessibile destinato agli IDE (quelli già in essere e quelli da realizzarsi), per ampliare la capacità del mercato assicurativo contro i rischi politici e per sostenere gli sforzi delle agenzie nazionali di credito all’esportazione.Abbiamo stanziato a bilancio risorse significative per rispondere all’incremento della domanda nella regione. Da parte loro, gli investitori possono richiedere, a noi o ad altri, consulenze sui rischi esistenti, valutando contemporaneamente i potenziali guadagni, soprattutto alla luce della scarsità di opzioni disponibili per ottenere rendimenti adeguati nei paesi avanzati. Se necessario potranno quindi considerare la possibilità di attivare un’assicurazione per la mitigazione dei rischi politici. La comunità internazionale dovrebbe almeno evitare il disinvestimento di capitali nella regione. Un altro obiettivo fondamentale è indubbiamente costituito da un forte sostegno ai nuovi investimenti. La speranza è che, nel corso del tempo, le economie del Medio Oriente e del Nord Africa diventino più aperte e inizino a somigliare ad alcune delle economie a medio reddito più virtuose. L’Egitto esporta in un anno quello che la Corea del Sud esporta in due giorni e mezzo, ma ha un immenso potenziale inespresso in termini di crescita economica, creazione di posti di lavoro e miglioramento degli standard di vita dei propri cittadini. Oggi più che mai, investire in Medio Oriente e Nord Africa non è un’impresa per i deboli di cuore. Ma anche le opportunità sono senza precedenti, in termini sia di investimento che di crescita per gli abitanti dell’area. Analisi sofisticate e strumenti versatili per la mitigazione del rischio possono aiutare gli investitori a districarsi in questa giungla.

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