IL FOGLIO ITALIANO BY ROYAL MONACO RIVIERA

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INTERNATIONAL MAGAZINE N° 131 • GENNAIO 2011 • 5€ I L F O G L I O I T A L I A N O • A N N O X V • N¡ 1

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Il Foglio Italiano • magazine per gli italiani nel mondo • Anno XV • n¡ 1 • www.iliomasprone.com • Sped. in Abb. Post. 45% comma 20/b art. 2 Legge 662/96 • Filiale Poste Imperia

la sua storia

Printemps des Arts la stagione invernale

Fashion

a Monte-Carlo

ITALIANI NEL MONDO

MADRID: intervista a

Michele Calcaterra

Alberto sposa Charlène

...e la favola continua Monte-Carlo • Berlino • Bruxelles • Ginevra • Londra • Madrid • Milano • Parigi • Roma


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Editoriale

2011: tante novitĂ e tutte positive...

L’ospite

Gli auguri di Buon Anno del Com.It.Es.

Alberto sposa Charlene e la favola continua...

Il Country Club

memoria storica del tennis internazionale costruito dalla famiglia Buttler

Printemps des Arts

Parte la sagione del Festival da Monte-Carlo a Nizza

Shooting a Monte-Carlo

Una nuova iniziativa nel mondo della moda

Trionfo a Monte-Carlo del Greggio Day

Dpm Motors,

dove si incontra la passione

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somm sommario Hanno collaborato a questo numero:

Chiusano pag. 8

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Galleani pag. 10

Pericoli pag. 18

Mattera pag. 26/38

Chiella pag. 30

Bonaveri pag. 46

Danzo pag. 51

Ballestra pag. 54

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Il Ballo di Natale Montecarlo Londra apre la stagione invernale

Il tour delle reliquie di Buddha passa da Beausoleil

Mori a Venezia È la Commedia dell’Arte

In Piemonte “l’essenza del paesaggio” del bolognese Giorgio Morandi

Tutto questo a Berlino

Da Venezia, una splendida Pala d’Altare del trecento incanta i berlinesi

Il mestiere del Corrispondente dall’estero Michele Calcaterra, in giro per il mondo e adesso a Madrid

Gubbio, cultura, fiction e grande cucina italiana

La Cina, sempre più vicina all’Italia di oggi Dall’Expo di Shanghai una grande opportunità

maire www.iliomasprone.com

Ugolini pag. 58

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Audetto pag. 62

Luti pag. 66

Grifoni pag. 74

Grossi pag. 77

Caracciolo pag. 77

Renata Rivella

Marichele Brusa

Romeo Zunino

Colombotto Maria Vittoria Rosso L. Mollica

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editoriale

édi t

2011: una festa per il e tante novità... Il Principe Alberto II con Papa Ratzinger.

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MONACO. Un anno, questo, di grande impatto mediatico per un Principato che si appresta a vivere un momento solenne per il matrimonio tra Alberto di Monaco e la bellissima futura sposa Charlène Wittstock, che verrà celebrato il prossimo due luglio e per il quale saranno mobilitate tutte le Comunità presenti a Monaco. Un cerimonia questa di grande suggestione per il mondo intero perché si rinnova quel sogno realizzato tantissimi anni or sono (1956) quando il Principe

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Ranieri III sposava la bellissima ed indimenticabile Principessa Grace Kelly. Un matrimonio, questo, che acquista un significato importante e non solo perché si corona un sogno ma perché arriva in un momento particolare per il Principe Alberto impegnato a raggiungere quegli obiettivi socio-economici che dovrebbero dare nuovi impulsi al suo piccolo Stato. A consacrare quest’evento mediatico pare che, sempre nell’anno o al massimo nel 2012 ci potrebbe anche essere la visita pastorale del Pontefice Benedetto

XVI. Una visita che non è mai avvenuta in passato. L’Ufficio Stampa della Santa Sede non si sbilancia ma non smentisce affatto questa eventuale quanto straordinaria opportunità che darebbe al popolo di questo Stato di Fede Cattolica un’importanza spirituale: un evento di questa portata sancirebbe inoltre quel’attaccamento tra lo Stato del Vaticano, appunto, e il Principato di Monaco da sempre molto legati da vincoli di fedeltà e cristianità. Sarà un anno altrettanto significativo anche per noi de “Il Foglio Italiano” perché presenteremo questo “rinnovato” magazine (lunedì 10 gennaio presso il BeefBar di Fontvieille, dalle ore 18 alle 20) dall’aspetto grafico più elegante con contenuti ancora più interessanti e più vicino ai giovani italiani di Monaco. Un restyling che coincide con questi primi 15 anni di ininterrotte pubblicazioni che festeggieremo insieme a Voi e con grande entusiasmo il prossimo giugno: mese in cui dedicheremo l’intero numero ai matrimoni più illustri della storia di “Casa Grimaldi”, una sorta di Edizione Speciale che ne racconterà (in tre lingue italiano, francese ed inglese) tutti i più importanti avvenimenti. Per l’occasione ne verranno stampate 10.000 copie in più rispetto alle 12.000 attuali, perché il nostro obiettivo sarà di farne omaggio a tutte le famiglie di Monaco. A questa inedita iniziativa potranno collaborare tutti coloro che avranno qualche interessante testimonianza che valga la pena di essere pubblicata; e non si faranno distinzioni di nazionalità.

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i torial di Ilio MASPRONE

iliomasprone@tiscali.it www.iliomasprone.com

Principato

Alberto con l’Ambasciatore italiano Antonio Morabito.

Tutto ciò decolla nonostante un crisi economica mondiale ancora in atto. consideriamo quindi un atto di fiducia e di simpatia verso i nostri lettori e verso le Comunità del Principato, alle quali va il nostro saluto e l’augurio per un sincero “2011” colmo, si spera di soddisfazioni personali e professionali.

2011: la Principauté en fête Cette année 2011 qui vient de commencer sera pleine grandes surprises, de grands évènements et de rendez-vous importants. En particulier la Principauté se prépare à vivre un autre moment très solennel pour le mariage d’Albert de Monaco avec la splendide Charlene Wittstock qui sera consacré le deux Juillet et, pour lequel, toutes les communautés présentes à Monaco seront réunies. La cérémonie sera de grande suggestion et impact pour le monde entier parce qu’elle rappellera le rêve, réalisé il y a longtemps (1956), de l’union entre le Prince Rainier et la merveilleuse Grace Kelly. Un mariage, celui de Alberto et Charlene, qui a une signification importante, pas seulement pour l’amour qu’il symbolise, mais parce qu’il arrive dans un moment très particulier pour notre Prince, toujours engagé pour atteindre

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ces objectifs socio-économiques qui devraient donner une nouvelle poussée à son petit État. Cet événement médiatique pourra être consacré par une autre nouveauté: il semble que, en 2011 (même si plus probablement en 2012), le Pape Benedetto XVI rendra visite à la Principauté. Une visite que, à mémoire d’homme, ne s’est jamais produite dans le passé. Les relations publiques du Saint-Siège sont très discrètes, mais personne a démenti cette extraordinaire possibilité, qui donnerait au peuple de ce territoire franco-monégasque de foi catholique une immense joie spirituelle ; un évènement de cette importance ratifiera en outre l’union entre le Vatican et la

Principauté de Monaco qui sont, depuis toujours, liés par des rapports de fidélité et de christianité. Le nouvel an est très significatif même pour nous de “Il Foglio Italiano” parce que nous présentons un magazine “rénové” (lundi 10 janvier au BeefBar de Fontvieille, de 18H à 20H) avec une veste graphique plus élégante, avec des contenus encore plus intéressants et plus près des jeunes italiens de Monaco ; un restyling qu’il coïncide avec l’anniversaire de 15 ans de publications que nous fêterons avec nos lecteurs et avec beaucoup de joie le prochain juin ; le mois où nous consacrerons le magazine aux mariages plus illustres de l’histoire de la famille Grimaldi. Une sorte d’Édition Spéciale qui racontera, en italien, français et anglais, toutes les plus importantes histoires d’amour de la famille. Pour l’occasion nous imprimerons 10.000 copies en plus par rapport aux 12.000 habituelles, l’idée est de les offrir à toutes les familles de Monaco pour qu’elles conservent dans leurs bibliothèques ce document inédit qui entrera dans l’histoire pour les souvenirs qui contient. Tous ceux qui ont quelques témoignages intéressants pourront collaborer à l’initiative. Toutes ces nouveautés se réaliseront malgré une crise économique mondiale malheureusement encore actuelle : pour cette raison nous considérons ce petit investissement un acte de confiance à l’égard de notre lecteur et des Communautés de la Principauté, auxquelles nous adressons nos vœux pour un 2011 plein de satisfactions personnelles et professionnelles.

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Italiani di Monaco - Italiens de Monaco L’OSPITE

Gli

uguri

di Buon Anno

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MONTE-CARLO. Accolgo con piacere l’invito del Direttore di rivolgermi ai lettori del Foglio Italiano con queste poche righe di saluto all’anno che se ne appena andato e do il benvenuto a quello appena iniziato. Il 2010 è stato per tutti un anno non facile come tutti gli opinionisti economici e politici avevano puntualmente predetto e per una volta hanno avuto ragione. In effetti, salvo errore, non ricordo fatti dei quali ci si possa rallegrare: la politica ha visto i Governi di buona parte dei Paesi Occidentali dibattersi in crisi e fallimenti di ogni genere. Quasi nessuno ha tenuto fede ai programmi elettorali a suo tempo enunciati e non parliamo solo dell’Italia. Sul piano sociale, non vi è mai stata una percentuale tanto elevata di disoccupati e di sotto occupati. Di conseguenza, la violenza è tornata in primo piano con atti vandalici di protesta che spesso hanno assunto forme di vero e proprio terrorismo. Sotto il profilo economico, la crescita, tanto annunciata, è stata a dir poco modesta se non (vedi il caso italiano) miserevole. Il debito pubblico continua a farla da padrone e mette in grandissima difficoltà alcuni Paesi i quali, per il noto effetto domino, rischiano di contagiare le economie di tutti gli altri. Il nostro Euro si comporta come una ballerina alla quale ogni tanto d’improvviso viene cambiato il ritmo facendola impazzire: sale, si ferma, scende per poi ricominciare il ballo, come si conviene, d’altronde, ad una moneta comune a Paesi che di comune non hanno proprio nulla se non appunto la moneta. A dire il

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vero, a Bruxelles si industriano, con riunioni di vertice, conferenze ecumeniche e proclami vari, per costruire qualcosa che vagamente assomigli ad una vera e propria Unione ma, non voglio peccare di pessimismo, se penso che questo traguardo sarà forse per le generazioni future non certo per la nostra (almeno per la mia!). Tutto da buttare quindi? No. Un noto sociologo inglese (James Cabell) diceva che l’ottimista sostiene che viviamo nel migliore dei mondi possibile ed il pessimista teme che sia vero. Morale: viviamo nel mondo che meritiamo. Ciò detto, guardiamo all’anno appena nato con fiducia e realismo, senza eccessive illusioni, ma anche senza deprimerci. Le premesse per un anno migliore ci sono e lo confermano i succitati opinionisti che speriamo abbiano anche questa volta ragione. Il nostro Paese, l’Italia, celebrerà il 150° anniversario della sua Unità: non è un evento di portata eccezionale se paragonato a Paesi che hanno una storia unitaria millenaria o quasi. Ma l’Italia fa caso a sé: infatti se l’Italia unificata è storicamente giovane, i differenti Stati che costituivano la Penisola (Ausonia al tempo di Atene e Roma) erano in realtà considerati, nell’immaginario collettivo, una sola entità dal punto di vista culturale. E ciò spiega come il terreno fosse pronto a ricevere la spinta unitaria promossa ed incoraggiata da moti spontanei sorti in varie parti della penisola. Toccò al Piemonte Sabaudo, più che ad altri Stati, ancora sottomessi alla tutela straniera, di cogliere questo anelito e, attraverso battaglie leggendarie, di

unificare il Paese. Il Piemonte dunque artefice dell’Unità, o, come qualche cinico insinua, colpevole? Io ovviamente, da piemontese doc, propendo per la prima definizione! L’anniversario verrà celebrato in tutto il Paese ed all’estero, da parte delle rappresentanze diplomatiche, con eventi e manifestazioni varie. Monaco non farà eccezione. In effetti la presenza in Italia dei “transalpini” è stata continua, nel corso dei secoli, e ciò ha contribuito a mischiare strettamente la nostra storia con quella del Principato. Ovvio quindi che la Comunità Italiana di Monaco, attraverso l’Ambasciata d’Italia, con il suo nuovo, simpatico e dinamico Ambasciatore, Ministro Antonio Morabito, ed il nostro Comites, vorrà celebrare questo evento in maniera degna, coinvolgendo gli amici monegaschi in questa nostra festa. Loro, e noi con loro, festeggeranno un altro importantissimo evento per il Principato: le nozze tanto attese del Principe Alberto II con Mad.lle Charlène Wittstock. È proprio un evento di grande rilievo per il Paese che ci ospita e che senza dubbio avrà significative e positive ripercussioni nel futuro del Principato. Prepariamoci dunque a celebrarlo con trasporto, simpatia e riconoscenza verso un Paese che tanto ci offre in termini di serenità, benessere e sicurezza. Un buon Anno a tutti Voi. Niccolò CAISSOTTI DI CHIUSANO Presidente Com.It.Es Monaco

Les vœux pour le nouvel an du Com.It.Es de Monte-Carlo J’accueille avec plaisir l’invitation du Directeur de m’adresser aux lecteurs de Il Foglio Italiano avec quelques lignes de salutation pour l’année qui vient de se

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del Com.It.Es. terminer et je donne le bienvenu à celle qui va commencer. Le 2010 a été pour tous un an difficile, comme tous les critiques économiques et politiques avaient justement prédit et pour une fois ils ont eu raison. En effets, je ne me souviens pas de faits dont nous pouvons réjouir : le politique a vu les Gouvernements d’unes bonne partie des Pays Occidentaux combattre contre des crises et faillites. Presque personne n’est resté fidele aux programmes électoraux et nous ne parlons pas seulement de l’Italie. Sur les plan social, il n’y a jamais été un pourcentage si élevée de chômeurs et de sous-occupés. Par conséquent, la violence est retournée protagoniste, avec des actes de vandalisme, de protestation, qui souvent ont pris la forme du vrai terrorisme. Sous le profil économique, la croissance, annoncés plusieurs fois, à été modestes, dans le cas de l’Italie même misérable. La dette publique met en très grand difficulté quelques Pays lesquels, pour le connu effet domino, risquent de contaminer les économies de tous les autres pays. Notre Euro si comporte comme une danseuse à qui, de temps en temps, on change la musique en la faisant devenir folle : elle monte, elle s’arrête, elle descend ensuite elle recommence à danser ; l’euro se comporte comme une devise commune parmi des Pays qui n’ont rien de commune entre eux, sauf la devise. À dire le vrai, à Bruxelles on travaille beaucoup : des meetings importants, des colloques infinis, pour construire quelque choses qui ressemble à unes véritable Union mais, excusez mon pessimisme, je pense que ce but sera atteint par les générations futures, pas par la notre. Mais il ne faut pas désespérer : un très connu sociologue anglais (James Cabell) disait que L’optimiste proclame que nous vivons dans le meilleur de tous les mondes possibles, et le pessimiste craint que ce ne soit vrai. Moral : nous vivons dans le monde que nous méritons. Donc, nous devons commencer le nouvel

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an avec confiance et réalisme, sans trop d’illusion, mais aussi sans dépression. Les prémisses pour une meilleure année existent et elles ont été confirmées. Notre Pays, l’Italie, va célébrer le 150° anniversaire de son Unité : par rapport aux autres Pays qui ont une histoire unitaire millénaire ce n’est pas grand chose. Mais pour nous c’est important : en effet l’Italie unifiée est historiquement jeune, les différents États qui constituaient la Péninsule (Ausonia au temps d’Athènes et de Rome) étaient en réalité considérés, dans l’imaginaire collectif, unes seule entité du point de vue culturelle. Et cela explique pourquoi le territoire était prêt à recevoir la poussée unitaire promue et encouragée par des mouvements spontanés levés en plusieurs parties de la péninsule. La responsabilité fut du Piémont, qui après des batailles légendaires, unifia l’Italie. Le Piémont fut donc l’auteur de l’Unité, ou, selon quelque cyniques le coupable ? Je suis un vrai piémontais et je préfère la première hypothèse. L’anniversaire sera célébré dans tout le Pays et à l’étranger, par les représentants diplomatiques, avec des évènements et des manifestations diverses. Évidemment la Communauté Italienne de Monaco participera à cette célébration. L’Ambassade d’Italie, avec son nouveau, sympathique et dynamique Ambassadeur, Antonio Morabito, et notre Comites, voudront dignement célébrer cet évènement, en impliquant tous les amis monégasques. Mais il y aura une autre bonne excuse pour fêter tous ensemble : les noces du Prince Albert II avec Mademoiselle Charlène Wittstock. Un événement de grande importance pour tout le pays et qui aura des répercussions positives pendant le futur de la Principauté. Préparons - nous, donc, à le célébrer avec sympathie, élan et reconnaissance à l’égard d’un pays qui nous offre sérénité, bien-être et sureté. Bonne année a vous tous.

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Italiani di Monaco - Italiens de Monaco NOBILTA’ - NOBLESSE

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Alberto sposa CharlÈne

Il Principe Alberto II con Charlene Wittstock.

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di Eli GALLEANI elynews@iol.it

MONACO. Dedicare l’articolo di apertura, di questo nostro “rinnovato” magazine, all’esame dei potenziali sviluppi conseguenti al matrimonio del 2 luglio prossimo di S.A.S il Principe Alberto II di Monaco con la giovane Charlène Wittstock, assume un immediato peso sulla responsabilità che lo stesso comporta. Come fare per consentire al lettore di valutare l’influsso sull’economia monegasca di un rapporto d’amore pur consacrato nel matrimonio ? Nella stesura del testo la ricerca dell’essenziale costituirà un maggiore impegno. E’ quindi opportuno procedere per gradi analizzando il corso degli eventi storici tenendo altresì in particolare considerazione le condizioni economiche globali. Metteremo da subito in rilievo il forte legame che ha, da sempre, unito il Principato di Monaco agli Italiani fin da quando nel XII secolo la famiglia Grimaldi ha fatto il suo ingresso nella storia. Nell’anno 1133 il fondatore della dinastia Otto Canella ricopriva la carica di Console della città di Genova nel momento in cui la Repubblica Marinara aveva portato la propria potenza commerciale fino a Costantinopoli, in Crimea, a Smirne dominando sul Mediterraneo dalla Sicilia alla Sardegna. In quell’epoca essere nato genovese suscitava il più giustificato orgoglio e il figlio del primo console Grimaldo, fiero del proprio nome, lo tramandò come appellativo di famiglia al primogenito che diventò Oberto Grimaldi, Guelfo e partigiano del trono di San Pietro. A seguito della vittoria a Genova dei Ghibellini, i Grimaldi esuli si rivolsero a Carlo d’Angiò il quale, onorandone il casato, cedette loro Ventimiglia, Mentone e Roccabruna. Nel 1297 un Grimaldi conquistò per la prima volta la Rocca di Monaco strappandola ai Ghibellini genovesi. Una grande casata era entrata a Monaco, l’antica Monoikòs. Il Principato di Monaco ha, da allora, suscitato un grande fascino su tutto il mondo, i suoi sette secoli di storia, da Ranieri I (1267) ad Alberto II oggi, hanno magnetizzato lo sguardo di tutti i popoli e il Principe di Mona-

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co ha rappresentato nei tempi un polo di attrazione di grande rilievo. Ranieri III ha creato la leggenda del grande amore grazie alla popolarità della bellissima attrice americana Grace Kelly sposandola il 18 aprile del 1956 e consacrandone religiosamente il vincolo, l’indomani, nella Cattedrale. Fu poi la Principessa Grace a voler offrire il proprio bouquet da sposa sull’altare della piccola chiesa di Sainte-Dévote, alle intenzioni della Santa protettrice del Principato. Nel 1956 settecento invitati nel Cortile d’Onore... nel luglio del 2011 un matrimonio sarà celebrato sulla piazza del Palazzo con migliaia di ospiti! L’impatto economico sarà di sicuro molto rilevante non solo nell’immediato per l’evento in se, ma anche nel futuro portando la notorietà del Principato agli onori delle cronache

rosa di tutto il mondo. S.A.S il Principe Alberto II di Monaco ha trovato la sua anima gemella, la sudafricana Charlène che assicurerà al Principato la discendenza. Deve trattarsi senz’altro di un grande amore che si coronerà di fronte a Dio, per sempre indissolubile. Facciamo questa considerazione perché riteniamo che il Principe Alberto II abbia saputo conquistarsi, da protagonista, nell’arco di questi ultimi anni, l’attenzione di tutto il pianeta. Le sue lotte per l’ambiente, per il risparmio energetico, il sostegno per la ricerca, lo hanno di fatto messo su un piedistallo dal quale potrebbe regnare indisturbato per gli anni a venire. Dal nonno Alberto I, nato centodieci anni esatti prima di lui, il Principe Alberto ha ereditato una grande coscienza sociale e la ferma volontà di proseguire le ricer-

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che scientifiche iniziate dall’augusto avo a cui spetta il grande merito di avere scoperto, a bordo del suo yacht “Principessa Alice II”, il fenomeno della anafilassi che aprì, di fatto, la strada alle ricerche sulla immunità. Il più grande desiderio del nostro amato Principe è quello di vedere proseguire la conoscenza attraverso l’istituzione a Monaco di un centro studi scientifico e umanistico aperto al mondo e al quale il mondo possa accedere. Sotto il suo Alto Patronato sono nati da tempo Les Rencontres Internationales Monaco & La Méditerranée, la Monaco Méditerranée Foundation e le associazioni per la salvaguardia dell’ambiente, dell’oceano , dell’acqua. Egli, partecipando in tutto il mondo ad eventi ad essi correlati, ha reso chiara e improcrastinabile l’importanza dell’ambiente e la sua salvaguardia. Il suo desiderio di annettere a questi progetti umanitari i Paesi ancora distanti dal Principato potrebbe essere facilmente esaudito grazie all’apertura sul globo che il suo matrimonio gli porterà in dote. L’evento avrà risonanza su tutto il pianeta e richiamerà un mondo di persone attratte in modo irresistibile dal fascino gradevole e discreto che Monaco continua ad esercitare grazie al suo protagonista principale. Sarà come far rivivere le emozioni dei tempi d’oro vissute dagli indimenticabili personaggi, scomparsi dal palcoscenico della vita, richiamandoli ad uno ad uno perché lo struggente ricordo divenga una serena e conforte-

vole presenza. Da questa simbolica riunione famigliare si riprodurrà una più ampia compagine che potrà avvalersi di strumenti economici e sociali di più vasta portata estendendo l’apertura al mondo intero. Il cosmopolita popolo monegasco, e in modo particolare la comunità italiana, sapranno far pervenire le più espressive attestazioni di fedeltà e devozione pronte a tradursi in tangibili forme di proficui impieghi. Il che non è mai trascurabile nemmeno per l’attivo Principato. L’apertura verso terre lontane dove l’economia è emergente come il Sudafrica , l’India, l’Asia fornirà la possibilità di incrementare non solo l’industria del turismo ma un fattivo scambio di know how finalizzato nel sociale , nello studio e nella ricerca di forme migliori di vita. A nostro modesto parere quindi il desiderio del Principe Alberto II di formare una famiglia non è dovuto all’impellenza di fornire un discendente alla casata dei Grimaldi, ma il frutto del coronamento di una Love Story di grande attualità. Nella storia infatti la legislazione della Rocca ha saputo, già nel lontano 1714, fornire una ottima soluzione al Principe Antonio I privo di eredi maschi. Egli, conformandosi al testamento di Claudina (1451) e alle disposizioni di Giovanni I (1382-1454), trovò un partito che accettò, sposando la figlia Luisa Ippolita, di annullare la propria identità… JacquesFrancois di Goyon, sire di Matignon conte di Thorigny...alias Giacomo I, Princi-

pe di Monaco. La discendenza Grimaldi è stata e sarà da sempre e per sempre tutelata. S.A.S il Principe Alberto potrebbe regnare senza alcun vincolo per il resto della sua vita continuando ad affascinare, con i suoi modi gentili, le persone di ogni lingua, razza e religione. Egli è in effetti il motore del suo piccolo, ma importante Stato. Ad ogni sua partecipazione corrisponde un successo e dove egli non può presenziare si avverte un senso di latente tristezza. Il fascino ereditato dalla madre e la severa educazione paterna lo hanno reso un personaggio la cui immagine diventa popolare e al tempo stesso intransigente, quasi militare. Per questi motivi siamo convinti che se di questo matrimonio si deve parlare lo si debba fare svelando un grande amore che giungerà alla sua naturale conclusione. Nessuna altra ragione avrebbe convinto S.A.S Alberto II ad un passo così importante. Sotto il profilo economico l’avverarsi di questa unione non è in alcun modo da sottovalutare, se solo si pensa che anche nell’approvazione del Bilancio Consuntivo 2010 e Preventivo 2011, proprio il mese scorso, questa voce è stata inserita nelle discussioni del Council de Monaco, non solo per le spese ad essa inerenti, ma per l’incidenza positiva che avrà per i prossimi cinquant’anni nell’ Economia del Principato. Nell’attesa dell’avverarsi di questo nuovo romanzo d’amore di cui la parola fine non è stata ancora scritta altro non resta che formulare rallegramenti e felicitazioni vivissime e tanti, tanti fiori d’arancio da parte di una comunità, quella italiana di Monaco, che nutre per il Principe un profondo e sincero affetto. Ely Galleani

Fleurs d’oranger La décision de consacrer l’article d’ouverture, de notre « renouvelé » magazine, au mariage (le 2 Juillet 2011) entre S.A.S le Prince Albert II de Monaco et la jeune Charlène, comporte immédiatement une importante responsabilité. Ce qui nous intéresse ce sont les possibles répercussions d’un tel mariage sur l’économie monégasque. Dans la rédaction du texte la recherche de l’essentiel constituera un engagement plus grand. Il faut donc procéder étape par étape en analysant le cours des évènements historiques en tenant aussi en particulier considération les conditions économiques globales. Nous mettrons tout de suite en évidence le fort lien qui a, depuis toujours, uni la Principauté de Monaco aux Italiens, depuis le XII siècle, quand la

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Alberto II alle Nazioni Unite.

famille Grimaldi est entrée dans l’histoire. En 1133 le fondateur de la dynastie Otto Canella était Consul de la ville de Gênes, dans la période où la République Maritime avait agrandi sa puissance commerciale jusqu’à Constantinople, en Crimée, à Smyrne, elle dominait la Méditerranée de la Sicile à la Sardaigne. Dans cette époque le fait d’être née génois était une raison de fierté et le fils du premier consul Grimaldo, fier de son nom, le transmit comme appellation de famille au premier né, qui prit le nom de Oberto Grimaldi, Guelfe et partisane du trône de Saint Pierre. Suite à la victoire à Genova des Gibelins, les Grimaldi, exilés, s’adressèrent à Charles d’Anjou lequel, par respect pour la famille, leur céda Vintimille, Menton et Roquebrune. En 1297 un Grimaldi conquit pour la première fois le Rocher de Monaco en l’arrachant aux Gibelins génois. Une grande famille était entrée à Monaco : les anciens Monoikòs. La Principauté de Monaco a, depuis ce moment là, suscité un grand charme sur le monde entier, ses sept siècles d’histoire, de Rainier I (1267) à Albert II, ont magnétisé le re-

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gard de tous les peuples et le Prince de Monaco a représenté au fils de siècles un point d’attraction de grand relief. Rainier III a créé le légende du grand amour grâce à la popularité de la merveilleuse actrice américaine Grace Kelly qu’il maria le 18 avril 1956 et en consacrant religieusement le lien, le lendemain, dans la Cathédrale. Ensuite la belle Princesse Grace voulut offrir son bouquet d’épouse sur l’autel de la petite église de sainteDévote, la Sainte protectrice de la Principauté. En 1956 il y avait sept cents invités dans la Cour d’Honneur… en 2011 un mariage sera célébré sur la place du Palais avec des milliers de invités ! L’impact économique sera évidemment considérable, mais pas seulement pour l’événement en soi parce que cela sera l’occasion pour parler de la Principauté dans les magazines du monde entier. S.A.S le Prince Alberto II de Monaco a trouvé son âme jumelle, la sud-africaine Charlène qui assurera à la Principauté la descendance. Il doit s’agir sans doute d’un grand amour qui se complétera face à Dieu, toujours indissoluble. Nous

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faisons cette considération parce que nous pensons que le Prince Albert II a su conquérir, pendant les dernières années, l’attention de toute la planète. Ses batailles pour l’environnement, pour l’épargne énergétique, le soutien pour la recherche, ont crée un piédestal sur lequel il pourra régner pour les prochaines années. De son grand-père Albert I, né cents-dix ans avant lui, le Prince Albert a hérité une grande conscience sociale et la volonté de continuer les recherches scientifiques commencées par son grand aïeul qui a aussi découvert, à bord de son yacht « Princesse Alice II », le phénomène du choc anaphylactique qui ouvrit, de fait, la route aux recherches sur l’immunité. Le plus grand désir de les nôtre aimé Prince est celui de voir poursuivre la connaissance à travers l’institution à Monaco d’un centre pour les études scientifique et littéraires ouvert au monde et auquel tout le monde puisse accéder. Sous son Haut Patronage on a créé, depuis longtemps, Les Rencontres Internationales Monaco & la Méditerranée, la Monaco Méditerranée Fondation et les

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Italiani di Monaco - Italiens de Monaco NOBILTA’ - NOBLESSE

vie. Notre avis est que le désir du Prince Albert II de former une famille n’est pas lié à la nécessité de fournir un descendant à la famille Grimaldi, mais le résultat naturel d’une Love Story de grande actualité. Dans l’histoire en effet la législation du Rocher a su, déjà en 1714, fournir une excellente solution au Prince Antoine Ier qui n’avait pas d’héritier mâles. Antoine, en se conformant au testament de Claudine (1451) et aux dispositions de Giovanni I (1382-1454), trouva un parti qui accepta, en épousant la fille Luise-Hyppolite, d’annuler son identité… Jacques-François de Goyon, sire de Matignon conte de Thorigny… qui devint Jacques Ier, Prince de Monaco. La descendance Grimaldi a été et sera

protégée. S.A.S le Prince Albert pourrait régner sans aucun lien pour le reste de sa vie en continuant à fasciner, avec son charme et gentillesse, les personnes de toutes langues, races et les religions. Il est en effets le moteur de son petit, mais important État. À chaque participation il correspond un succès et où il ne peut pas assister on ressent un peu de tristesse. Le charme hérité de sa mère et la sévère éducation paternelle l’ont rendu un personnage l’image duquel devient populaire et au même temps intransigeante, presque militaire. Pour ces raisons nous sommes convaincus que si on doit parler de ce mariage. On doit le faire en dévoilant le grand amour qui arrive à sa naturelle conclusion. Aucune autre raison aurait persuadé S.A.S Albert II à prendre cette décision. Sous le profil économique la réalisation de cette union n’est pas à sous-estimer, si seulement on pense que même dans l’approbation du Budget 2010 et 2011, cette voix a été insérée dans les discussions du Council de Monaco, pas seulement pour les frais qu’elle comporte, mais pour l’incidence positive qu’elle aura sur les cinquante prochains ans dans l’Économie de la Principauté. Dans l’attente de la confirmation de ce nouveau roman d’amour, dont le mot fin n’a pas encore été écrit, nous pouvons exprimer nos félicitations très vivantes et beaucoup de fleurs d’oranger de la part d’une communauté, celle italienne de Monaco, qui a pour le Prince une profonde et sincère affection.

Alberto II durante la sua ultima conferenza sul clima.

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associations pour la sauvegarde de l’environnement, de l’océan, de l’eau. Albert II, en participant à ce type d’événements dans le monde entier, a bien mis en évidence l’importance de l’environnement et sa sauvegarde. Son désir d’annexer à ces projets humanitaires les Pays loin de la Principauté pourrait être facilement satisfait grâce à l’ouverture sur le globe que son mariage lui portera en dot. L’évènement aura une résonance sur toute la planète et rappellera un monde de personnes attirées de façon irrésistible par le charme agréable et discret de Monaco. Les gents revivrons les émotions des temps d’or animés par des inoubliables personnages, disparus de la scène de la vie, en les rappelant un par un pour que le bouleversant souvenir devienne une sereine et réconfortante présence. De cette symbolique réunion familiale on reproduira une plus vaste équipe qui pourra se servir de moyens économiques et sociaux modernes en étendant l’ouverture au monde entier. Le peuple cosmopolite de Monaco, et particulièrement la communauté italienne, sauront faire parvenir les plus expressives attestations de fidélité et dévotion prêtes à se traduire en formes de profitables emplois. L’ouverture vers les pays dont l’économie est en train d’émerger comme l’Afrique du Sud, l’Inde, l’Asie, fournira la possibilité de développer pas seulement l’industrie du tourisme mais aussi un échange actif de savoir faire visé au social, aux études et à la recherche de meilleures formes de

Sopra, il Principoe con il Presidente Obama e sua moglie Michelle.

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memoria storica del tennis internazionale costruito dalla famiglia Buttler FoglioMonaco_131_DEF.indd 18

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di Lea PERICOLI info@leapericoli.com Foto River Pix

Appassionati ricordi della più seducente tennista italiana di tutti i tempi

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A destra, Lea Pericoli con Nicola Pietrangeli.

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MONACO. Nella memoria di ogni campione sportivo esistono ricordi e vittorie incancellabili. È curioso come tra quelle più dolci e suggestive della mia vita tennistica, che rappresentano davvero lo spaccato di una lunga carriera, Monte Carlo si piazzi al primo posto come “souvenir” destinato a non tramontare mai. Non a caso il “Torneo di Monte Carlo” resta l’unico appuntamento del calendario tennistico al quale non ho mai voluto mancare ed anche oggi, che non gioco più, stagione dopo stagione, ritorno sempre molto volentieri al Country Club per rivivere le stesse emozioni guardando, con un pizzico di nostalgia e molta ammirazione, tanti stupendi campioni che ricordano vagamente i ragazzi vestiti di bianco di tempi ormai lontani. Eravamo giovani di belle speranze, ahimè senza una lira! Giocavamo il torneo di Monte Carlo nel periodo dei cosiddetti “gesti bianchi” l’epoca del dilettantismo, quando era lecito accettare l’ospitalità, ma non esistevano rimborsi nè premi in denaro. Da allora, quante cose sono cambiate? Si chiederà il lettore...

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Italiani di Monaco - Italiens de Monaco SPORT Sotto, il Principe, al centro, con Madame

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E.A. De Massy, sua figlia ed un gruppo di giocatori.

Tutto! Rispondo io... A quei tempi, noi rappresentavamo il glorioso periodo lanciato dai moschettieri: Renè Lacoste, Cochet, Borotra, Brugnon, seguiti da Drobny, Patty, Mulloy, Laver, Rosewal, Santana e dal mio caro amico Nicola Pietrangeli, e tanti altri ancora dopo di loro. Campioni che accorrevano a Monte Carlo perché qui si giocava il torneo più bello della Costa Azzurra: un evento mondano e sportivo allo stesso tempo ancora oggi unico nel mondo. Si veniva a Monte Carlo perché l’ospitalità che ci offriva il Principato di Monaco era il massimo a cui si potesse aspirare. Perché oltre alla magia di uno dei Club più prestigiosi al mondo, il torneo ci regalava l’opportunità di inaugurare la nuova stagione tennistica addirittura con un grande spettacolo. Cosa c’entra un torneo di tennis con lo spettacolo? Ancora una volta si chiederà il lettore... Ebbene, a quei tempi non esistevano sponsor però c’era la famiglia Buttler e l’unica e ultima discendente di quella dinastia miliardaria era Gloria, una giovane donna appassionatissima di tennis che avrebbe tanto voluto diventare una campionessa della racchetta. In alternativa a questo sogno le mire di Gloria erano orientate verso ambizioni altrettanto importanti, quelle di trasformarsi in una donna di spettacolo. Per cui la signorina Buttler invitava i tennisti che partecipavano al torneo ad esibirsi in uno Show che nel mondo non aveva uguali. L’S.B.M. (la società titolare delle più belle strutture alberghiere di Monaco) concedeva a Gloria Buttler gli spazi necessari per mettere in piedi il suo spettacolo che si svolgeva allo Sporting

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d’Hiver. L’orchestra era quella del celebre e indimenticabile Aimé Barelli e i grandi personaggi dell’epoca facevano a gara per riuscire ad ottenere un invito alla serata. Lo Show divenne talmente famoso al punto da essere ripreso dalla BBC. Accadde durante uno degli ultimi tornei, prima dell’Era Open. Ad esibirsi sulla scena in quell’occasione, tra tanti campioni, c’era anche John Newcombe. Madame E.A. De Massy e sua figlia (rispettivamente figlia e nipote di S.A.S la Principessa Antoinette) avevano voluto mantenere viva l’antica tradizione. Così, ispirandosi al passato, ogni anno i campioni di tennis che partecipavano al torneo davano vita ad una festa alla quale, ahimè, non poteva essere ammesso il pubblico e tanto meno la stampa. Erano troppi gli interessi che coinvolgono il moderno mondo del tennis nel quale i giocatori sono diventati delle star costrette a difendere la propria privacy. Tuttavia, proprio grazie a Madame De Massy, la memoria dell’antico Show è rimasta appesa ad un filo sottilissimo come ultimo aggancio al romantico passato. Quindi è il portafortuna del torneo di Monte Carlo che rimane un punto di riferimento forte nel calendario tennistico sovraffollato, quindi un appuntamento irrinunciabile. Ogni anno la magia del Torneo di Monte Carlo si ripropone agli appassionati della racchetta perché ancora oggi dopo oltre cent’anni va in scena lo spettacolo tennistico più bello. E perché non mancano mai i giocatori più forti. Per descrivere in maniera adeguata l’importanza del Country Club nella storia del Tennis occorre risalire ad epoche ancora più lontane delle mie. A quando

Gloria Buttler era bambina e abitava in una palazzina stile Belle Epoque di fronte al Casinò de Paris, esattamente dove ora si trova il Park Palace. Parlo di tempi in cui la piccola Buttler si faceva accompagnare a passeggio da un cocchiere su una carrozza tirata dai cavalli. Suo padre era il miliardario americano che contribuì alla costruzione del Country Club perché era un grande ammiratore di Suzanne Lenglen. Se è vero che a questo punto i ricordi si perdono nella polvere del tempo, una cosa è certa: il torneo di Monte Carlo, con il suo lusso, il clima, le colazioni sulle terrazze, l’indiscutibile charme, rimane l’appuntamento da non mancare. Il Country Club è un luogo sacro nel quale si respira ancora oggi il profumo di epoche lontane e, credetemi, in nessun altro posto al mondo come su quella terrazza durante i pomeriggi di sole chiudendo gli occhi chiunque può sprofondare nella dolce magia di un romanticismo che non c’è più. Se andate al Country Club e leggete i nomi scolpiti sui marmi noterete tre vittorie in singolare di Nicola Pietrangeli al quale S.A.S. il Principe Ranieri volle regalare la Coppa Challen-

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21 ge: “Perché - il Sovrano disse - nessuno come Nicola se l’è meritata!” Vedrete anche tre mie vittorie consecutive in singolare e cinque vittorie in doppio. Successi che mi sono valsi due magnifici trofei. La Coppa Duncan, messa in palio da un Lord inglese per il singolare e il Trofeo Ilife, destinato alle vincitrici del doppio femminile per nazioni, offerto, nel lontano 1939 da un altro nobiluomo anglosassone. Vincere non era un’impresa facile perché occorreva affermarsi per tre anni di fila giocando con la stessa compagna, rigorosamente della stessa nazionalità. E, leggendo i nomi delle vincitrici incisi sul marmo, ancora oggi si capisce che non era un compito da poco. Ogni volta che ci ripenso, sorrido e mi dico che è sufficiente molto meno per sognare! Ed ogni volta che varco i cancelli del Monte Carlo Country Club ricordo i magici momenti di tanti anni fa quando riuscii a realizzare due grandi sogni: vincere la Coppa Duncan, e il Trofeo Ilife! Tutta la mia riconoscenza va ai dirigenti del Country che hanno voluto offrirmi un grande privilegio: quello di nominarmi socia d’onore di uno dei Circoli più belli del mondo. Ai lettori de Il

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Foglio Italiano rivolgo un invito: venite almeno una volta a fare colazione sulla stupenda terrazza del Country Club. Ammirando uno dei panorami più suggestivi che esistano potrete fare un tuffo nel passato ripercorrendo le gesta di tanti giovani eroi che giocavano con le racchette di legno, rigorosamente vestiti di bianco, come d’altronde allora erano bianche anche le palle. Lea PERICOLI

Le COUNTRY CLUB mémoire historique du tennis internationale construit par la famille Buttler Un souvenir passionné avec un saut dans le passé de la plus séduisante joueuse de tennis italienne. Dans la mémoire de tous les champions sportifs existent des souvenirs et des vic-

toires ineffaçables. Il est curieux comme parmi celles plus douces et suggestives de ma vie sportive, qui représentent ma longue carrière, Monte-Carlo se places à la première place comme « souvenir » destiné à ne pas décliner. Ce n’est pas un hasard, donc, si le « Tournoi de MonteCarlo » reste le seul rendez-vous du calendrier du tennis auquel je n’ai jamais voulu manquer et même aujourd’hui, que je ne joue plus, saison après saison, je reviens toujours très volontiers au Country Club pour revivre les mêmes émotions en regardant, avec une pincée de nostalgie et beaucoup d’admiration, tant de superbes champions qui rappellent vaguement les garçons habillés en blanc des temps passés. Nous étions jeunes, avec des bons espoirs, mais sans argent! Nous jouions le tournoi de Monte-Carlo pendant la période des soi-disant « gestes blancs » l’époque du dilettantisme, lorsque il était permis d’accepter l’hospitalité, mais il n’existait ni de remboursements ni de récompenses en argent. Depuis ces temps-là, combien de choses ont-elles changées ? Tous! Je réponds… À ces temps-là, nous représentions la glorieuse période lan-

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cée des mousquetaires : René Lacoste, Cochet, Borotra, Brugnon, suivis par Drobny, Patty, Mulloy, Laver, Rosewal, Santana et par mon cher ami Nicola Pietrangeli, et beaucoup d’autres. Des champions qui arrivaient à Monte-Carlo parce qu’ici on jouait le tournoi le plus beau de la Côte d’Azur : un évènement mondain et sportif au même temps, encore aujourd’hui unique dans le monde. On venait à Monte Carlo parce que l’hospitalité que la Principauté nous offrait était le maximum que nous pouvions nous souhaiter. Parce au-delà de la magie d’un des Club les plus prestigieux au monde, le tournoi nous offrait l’opportunité d’inaugurer la nouvelle saison sportive avec un grand spectacle.

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Qu’est-ce que un tournoi a à voir avec le spectacle? Eh bien, à ces temps-là il n’y avait pas de sponsor, mais il y avait la famille Buttler et la seule descendante de cette dynastie millionnaire était Gloria, une jeune femme très passionnée au tennis qui voulait devenir une championne de la raquette. En alternative à ce rêve les objectives de Gloria étaient orientez vers des ambitions aussi importantes que l’autre : devenir une femme de spectacle. C’est pour cela que mademoiselle Buttler invitait les joueurs de tennis qui participaient au tournoi à se produire dans un Show unique. La S.B.M. (la société propriétaire des plus belles structures hôtelières de Monaco) concédait à Gloria Buttler

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les salles nécessaires pour organiser son spectacle au Sporting d’Hiver. L’orchestre était celle du célèbre et inoubliable Aimé Barelli et les grands personnages de l’époque étaient en compétition pour réussir à obtenir une invitation à cette soirée. Le Show devint tellement célèbre qu’une fois la BBC le filma. C’était un des derniers tournois, avant de la période « Open ». Sur la scène dans cette occasion, parmi tant de champions, il y avait même John Newcombe. Madame E.A. De Massy et sa fille (respectivement fille et nièce de S.A.S la Princesse Antoinette) avaient voulu garder l’ancienne tradition. Donc, en s’inspirant au passé, tous les années les champions de tennis qui participaient au tournoi participaient à une fête à laquelle, malheureusement, le public et la presse n’étaient pas admis. Les intérêts, qui impliquent le moderne monde du tennis dans lequel les joueurs sont devenus des stars forcées à défendre leur vie privée, étaient trop forts. Toutefois, grâce à Madame De Massy, la mémoire de l’ancien Show est restée suspendue à un fil et le romantique passé n’a pas été oublié. Le tournoi de Monte-Carlo reste pourtant un point de réfère dans le calendrier du tennis toujours bourré, un rendez-vous inaliénable. Tous les années la magie du Tournoi de Monte Carlo se repropose aux passionnés de la raquette parce qu’encore aujourd’hui après plus de cent ans le spectacle de tennis le plus beau va en scène. Et parce que les joueurs les plus forts ne manquent jamais. Pour décrire en manière adéquate l’importance du Country Club dans l’histoire du Tennis il faut remonter à des époques encore plus lointaines des miennes. À quand Gloria Buttler était petite et habitait dans une villa style Belle Époque face au Casino de Paris, exactement où se trouve le Park Palace aujourd’hui. Je parle du temps où la petite Buttler allait se promener sur

son carrosse conduite par un cocher. Son père était le milliardaire américain qui contribua à la construction du Country Club parce qu’il était un grand admirateur de Suzanne Lenglen. À ce point les mémoires se perdent dans la poussière du temps, mais une chose est certaine: le tournoi de Monte-Carlo, avec son luxe, son climat, ses petits déjeuner sur les terrasses, son indiscutable charme, reste le rendez-vous à ne pas manquer. Le Country Club est un lieu sacré dans lequel on respire encore aujourd’hui le parfum d’époques lointaines et, croyez moi, dans aucune autre place au monde comme sur cette terrasse pendant les après-midi ensoleillés en fermant les yeux on peut glisser dans la douce magie d’un romanticisme qui n’existe plus. Si vous allées au Country Club et lisez les noms sculptés sur les marbre, vous remarquerez trois victoires en singulier de Nicola Pietrangeli auxquelles S.A.S. le Prince Rainer voulut lui offrir la Coupe Challenge : « Parce que - le Souverain dit - personne l’a mérité comme Nicola! ». Vous verrez aussi trois des mes victoires consécutives en singulier et cinq victoires en double. Des succès qui m’ont apporté deux magnifiques trophées. La Coupe Duncan, offerte par un Lord anglais pour le singulier et le Trophée Ilife, destiné aux victorieuses du double féminin pour nations, offert, en 1939 par un autre noble anglo-saxon. Gagner n’était pas facile parce qu’il fallait s’affirmer pour trois ans consécutifs en jouant avec la même pareille, rigoureusement de la même nationalité. Et, en lisant les noms des victorieux inscrits dans le marbre, encore aujourd’hui on comprend qu’il ne s’agissait pas d’une chose commune. Chaque fois que j’y pense, je souris et je me dis qu’il suffit beaucoup moins pour rêver! Et chaque fois que je franchis les grilles du Monte-Carlo Country Club je me souviens des moments magiques du passé, lorsque j’arrivai à réaliser deux grands rêves : gagner la Coupe Duncan, et le Trophée Ilife ! Toute ma gratitude va aux dirigeants du Country qui ont voulus m’offrir un grand privilège : celui de me nommer associée d’honneur d’un de Clubs les plus beaux du monde. Aux lecteurs de Il Foglio Italiano j’adresse une invitation : venez au moins une fois prendre votre petit déjeuner dans la superbe terrasse du Country Club. En admirant un des panoramas les plus suggestifs qui existent vous pourrez faire un saut dans le passé en pensant aux jeunes héros qui jouaient avec des raquettes en bois, rigoureusement habillés en blanc, comme ailleurs même les balles étaient blanches.

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di Luigi MATTERA luigimattera@yahoo.fr

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PRINTEMPS des ARTS

Parte la sagione del Festival da Monte-Carlo a Nizza MONACO. Sono ventisette gli anni continuativi per la Primavera delle Arti di Monte Carlo, fatta eccezione per l’edizione del 2005, a seguito del decesso di Ranieri III nel doglio dei monegaschi verso il loro “Prince bâtisseur” (Principe edificatore). Il Printemps des Arts, presieduto da Sua Altezza Reale la Principessa Carolina di Hannover, è curato da nove anni dal compositore Marc Monnet. Il direttore del Festival ha recentemente presentato alla stampa internazionale il programma del 28° Printemps des Arts, che si svolgerà tra il 18 marzo ed il 20 aprile prossimo, dopo un’introduzione musicale del pianista David Kadouch. Nella presentazione Monnet ha posto un preciso accento

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sull’aspetto artistico del Festival illustrandone, con sintesi orale meticolosa, i particolari confermando la vocazione a sorprendere e divertire con originalità, umore e raffinatezza, nonché l’imperativo che gli sta più a cuore: conquistare sempre un nuovo pubblico, in particolare quello dei giovani, attraverso scelte che puntino sulla qualità di un mix progettuale artistico che lega la musica classica a quella contemporanea, ed alla plasticità della danza e delle arti visive. Sempre innovatore, ricordiamo che Monnet entrò in contatto con l’organizzazione del Printemps des Arts nel 2001 dopo l’esecuzione di una sua personale “pièce” al concerto delle Percussioni

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A destra, il maestro Yakov Kreizberg.

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A destra, il violinista Tedy Papavrami.

di Strasbourg. Da allora, il Printemps arrivò a Monaco in luoghi inediti: il Museo Oceanografico, Lo Sporting Club e il Grand Cabaret. Attivò concerti a sorpresa dove il pubblico non sapeva cosa avrebbe ascoltato: nei bus tra Nizza e Mentone, oppure in treno a vapore fino a Cannes! Negli ultimi anni il Festival ha invitato il Maestro Mauricio Kagel nel 2007 a presentare due esecuzioni; François - Frédéric Guy ha suonato tutte le sinfonie di Beethoven nel 2008; La notte del Violoncello nel 2009, riunì i più grandi violoncellisti e lo scorso anno in un’altra notte musicale calò il sipario con un défilé di stilisti al parking des Pêcheurs! E con queste prospettive

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il Festival programma per la prossima edizione il “Voyage surprise”, il 27 marzo, con un repertorio inedito la cui destinazione sarà la città di Nizza. Ancora in questa edizione il Festival modificherà la scaletta delle passate programmazioni spalmate su tutte la settimana, ma concentrerà in quattro weekend l’omaggio musicale che sarà essenzialmente improntato sull’incontro delle opere di Schumann la cui musica verrà eseguita durante il secondo e il quarto weekend del Festival (26 marzo e 7-10 aprile): musica da camera, notte del piano, Schumann e l’organo, orchestra di colui il quale è stato considerato il “poeta della musica”. Robert Schumann non apporta tranquillità e classicismo alla musica ma, al contrario, lo sconvolgimento dei sentimenti, da uno stato d’animo all’altro fino ad esplorare i confini dell’anima, fino all’estrema follia. Gli intenditori affermano che le sue sinfonie sembrano volersi esprimere in un affresco, mentre i suoi quartetti a corde concentrano la stessa energia in una forma più intima. Le opere per coro sono più pacate, più posate con grande influenza ed ispirazione a Bach. Il violino

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occuperà un posto di rilievo nel terzo fine settimana (14-3 aprile), che culminerà con la “Notte del violino”, sabato 2 aprile. Il primo weekend (18-20 marzo) daranno il via alla manifestazione a Monte Carlo le “Turqueries”: “La Porta della Felicita” e i “Dervisci rotanti”, mentre a Beulieu-sur-Mer andrà in scena l’omaggio al compositore Gabriel Fauré, che completerà il secondo fine settimana (25-27 marzo a Cap d’Ail). Luigi Mattera

La saison “Printemps des Arts”

Le Festival de la musique va commencer

A sinistra, la Principessa Carolina di Hannover.

Vingt-sept années sont passées pour le Printemps des Arts de Monte-Carlo, avec une seule interruption en 2005, suite au décès de Rainier III, pour démontrer le chagrin des monégasques pour la perte de leur “ Prince bâtisseur ”. Le Printemps des Arts, présidé de S.A.R la Princesse Caroline de Hannover, est suivi depuis neuf ans par le compositeur Marc Monnet. Le directeur du Festival a récemment présenté le programme du 28° Printemps des Arts, qui se déroulera parmi le 18 Mars et le 20 avril prochain, à la presse internationale après une introduction musicale du pianiste David Kadouch. Pendant la présentation Monnet a mis en évidence l’aspect artistique du Festival et il a illustré, avec précision, tous les détails en confirmant sa vocation à surprendre et amuser avec originalité, humeur et finesse, ainsi que son impératif: conquérir toujours un nouveau public, en particulier celui des jeunes, à travers des choix qui visent à la qualité du projet artistique qui soude la musique classique à celle contemporaine, et à la plasticité de la dance et des arts visuels. L’innovateur Monnet entra en contacte avec l’organisation du Printemps des Arts en 2001 après sa participation au concert des Percussions de Strasbourg. Depuis ce moment là, le Printemps arriva à Monaco dans des lieux inédits : le Musée Océanographique, le Sporting Club et le Grand Cabaret. Il organisa des concerts à surprise où le public ne savait pas ce qu’il allait écouter : dans les bus entre Nice et Menton, ou bien dans le train à vapeur jusqu’à Cannes ! Pendant les dernières années le Festival a invité le Maestro Mauricio Kagel en 2007 à présenter deux exécutions ; François - Frédéric Guy a joué toutes

les symphonies de Beethoven en 2008 ; La nuit du Violoncelle en 2009, réunit les plus grands violoncellistes et l’année passée à l’occasion d’une autre nuit musicale il baissa le rideau avec un défilé de stylistes au parking des Pêcheurs ! Et avec ces perspectives le Festival programme pour la prochaine édition le “ Voyage surprise ”, le 27 Mars, avec un répertoire inédit la destination duquel sera la ville de Nice. Pour cette édition le Festival concentrera la programmation dans quatre weekends et le personnage clé de cette édition sera Schumann, sa musique sera joué pendant le deuxième et le quatrième weekend du Festival (26 Mars et 7-10 avril). Robert Schumann, “ le poète de la musique ” n’apporte pas de tranquillité et classicisme à la musique, au contraire, il vise au bouleversement des sentiments, en passant d’un état d’esprit à l’autre jusqu’à l’exploration des frontières de l’âme, jusqu’à l’extrême folie. Les connaisseurs affirment que ses symphonies semblent s’exprimer dans une fresque, pendant que ses quatuors à cordes concentrent la même énergie dans une forme plus intime. Les œuvres pour chœurs sont plus calmes, plus tranquilles, avec grande influence et inspiration à Bach. Le violon occupera une place de relief dans le troisième fin de semaine (14-3 avril), qui se terminera avec la “ Nuit du violon ”, samedi 2 avril. Le premier weekend (18-20 Mars), par contre, a Monaco sera animée par le “ Turqueries ” : “ La Porte de Felicite ” et les “ Derviches tourneurs ”, pendant qu’à Beaulieu-sur-Mer l’hommage au compositeur Gabriel Fauré complétera le deuxième fin de semaine (25-27 Mars à cap d’Ail).

Sopra, un’immagine di Robert Schumann.

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MONTE-CARLO. La risposta al quesito è si: da questo 2011 il Principato di Monaco potrà arricchirsi di un’iniziativa in più rispetto alle tante altre che quotidianamente vengono realizzate nel corso dell’anno. Più che fare moda però, Il Foglio Italiano lancia una proposta al settore dell’abbigliamento locale legato si alla moda, ma dal punto di vista della realizzazione di shooting (termine che sta ad indicare come si allestisce un set fotografico per la moda), che faccia emergere però l’immagine di giovani modelle “non professioniste” per dimostrare che la moda non è poi così irraggiungibile come può sembrare. Di fatto, dopo un consueto casting, sono state scelte appositamente due ragazze comuni che si sono perfettamente integrate nel ruolo assegnato con il risultato che possiamo vedere in queste pagine. Per valorizzare questa nostra idea era opportuno affiancarsi ad aziende prestigiose della moda, a pensare al “trucco e parruco”, alla location, ma soprattutto alla fotografia che sapesse maggiormente dare corpo a questo nostro lavoro. Le ragazze in questione: la più giovane è Greta Grossi, 18 anni di Sanremo (nostra collaboratrice in redazione), l’altra è Ludovica Colombotto-Rosso, 19 anni residente a Monte Carlo, torinese di origine, che sarà la Testimonial dell’Immagine del Foglio Italiano per il 2011. Per realizzare tutto ciò abbiamo pensato al

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Italiani di Monaco - Italiens de Monaco FASHION Tuta nera Star Chic, manicotto in volpe Carlo Ramello, coperta in chinchilla Carlo Ramello, per Greta.

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Salone del celebrato e famoso hair-stylist Aldo Coppola, in Av. Gran Bretagne, ad un passo dal Casinò de Paris. Per questo primo shooting, (altri ne realizzeremo nel corso dell’anno) le nostre due modelle erano supportate da un’equipe di professionisti fotografi, parrucchieri, truccatrici, nonché da un direttore artistico, tutti personaggi altamente qualificati. A cominciare dal make up curato da Maria Vittoria Mollica (altro nuovo acquisto del “nuovo” Foglio Italiano) che, per questo servizio, ha usato una tavolozza piuttosto varia che rispecchia la tendenza di questa stagione. Tenendo in considerazione le caratteristiche del viso delle nostre aspiranti modelle: per loro ha adottato tinte che mettono in valore l’incarnato mantenendone la freschezza; rosso fuoco per le labbra, occhi in primo piano, ancora con lo smokey in tinte inedite, non dimenticando il nude look di giorno; per Greta ha usato i toni che vanno dal prugna al rosa shocking poiché sono toni che sottolineano bene i suoi occhi blu e la sua bocca; ancora rosso fuoco per le labbra ed occhi in primo piano per Ludovica, in una mise dal profumo retrò, completamente diverso dal nude look iniziale. Luigi Palluotto, art director del salone di Coppola, con Tania e Federico, suoi collaboratori, ha messo in risalto le due modelle attraverso diverse acconciature: a tratti dinamiche, semplici, raffinate oppure fatali, ad identificare seduzione e femminilità di un raccolto morbido, poi la treccia sinuosa per una donna in evoluzione e

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in movimento; l’altra, una ragazza con colbacco che incarna una realtà glaciale, reinterpretando movimenti e sfumature di pellicce, con l’utilizzo delle piume, che richiamano la natura; una donna anche molto chic con un’acconciatura minimal, ma elegante e un po’ sexi…! L’armonia é la parola chiave che lega ogni cosa in un look, anche nel caso di giovani modelle non professioniste. Tutto ciò accadeva sotto l’attento sguardo della stylist Paola degli Innocenti, coadiuvata dal suo fidatissimo ed esperto Emiliano Assogna: insieme hanno curato il look e l’abbinamento dei vestiti con gli accessori e scarpe. Altro lavoro importantissimo è stato, naturalmente, quello del fotografo Mario Lucini, un professionista stretto collaboratore di Alberto Righini presidente dell’Agenzia “Flash Model” di Milano che ha “scattato” circa 300 fotogrammi per immortalare le due fanciulle che si sono rese disponibili a seguire tutti i consigli dei fotografi sia nel Salone di Coppola, che all’esterno. Al termine della lunga giornata di lavoro eravamo tutti soddisfatti per questo “esperimento” destinato proseguire, sempre migliorando, per permettere a giovani ragazze o ragazzi di avvicinarsi con noi al settore moda nel Principato. Martina CHIELLA

Fashion à Monte-Carlo? La réponse est oui: de ces 2011 la Principauté de Monaco pourra s’enrichir d’une initiative en plus par rapport à tant à d’autres qui quotidiennement sont réalisés pendant le cours de l’année. Il ne s’agit pas de couture, plutôt il Foglio Italiano veut proposer au secteur mode de Monaco, la réalisation de shooting photos, avec le but de faire émerger l’image des jeunes mannequins « professionnelles » pour montrer que la mode n’est pas si inaccessible comme il peut sembler. De fait, après l’habituel casting, on a choisi deux filles communes qui sont parfaitement entrées dans le rôle leur assigné avec le résultat que nous pouvons voir dans ces pages. Pour valoriser notre idée il fallait s’appuyer à des entreprises prestigieuses de la mode, au maquillage et la coiffure, au cadre, mais surtout à la photographie. Les filles en question : la plus jeune est Greta Grossi, 18 ans de Sanremo (notre collaboratrice en rédaction), l’autre est Ludovica Colombotto-Rosso, 19 ans résident à Monte-Carlo, turinois d’origi-

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Collo in volpe Carlo Ramello, abito in paillettes Blugirl, cintura in coccodrillo Carlo Ramello, per Ludovica.

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Italiani di Monaco - Italiens de Monaco FASHION Abito nero Roberta Scarpa, bolerino in chinchilla e visone rasato nero Carlo Ramello, pochette in chinchilla Carlo Ramello, per Ludovica.

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er FoglioMonaco_131_DEF.indd 34

ne, qui sera la Testimonial de Il Foglio Italiano pour le 2011. Pour réaliser tout cela nous avons pensé au Salon du célèbre hair-stylist Aldo Coppola, Avenue de Grande Bretagne, tout près du Casino de Paris. Pour ce premier shooting, (nous en réaliserons d’autres au cours de l’an) notre deux mannequins étaient supportez par une équipe de photographes professionnels, coiffeurs, make-up artists, ainsi que d’un directeur artistique, toutes des personnes très qualifiés. Pour le make-up nous avons appelé Maria Vittoria Mollica (un autre nouvel « achat » de il Foglio Italiano) qui a utilisé une palette très variée qui correspond à la tendance de cette saison. Pour nos mannequins Maria Vittoria a voulu des nuances qui mettent en valeur : pour eux il a adopté des teintes qui mettent en valeur leur caractéristiques en gardant leur fraicheur ; un rouge feu pour la bouche, pour les yeux un smokey-eyes réalisé avec des couleurs inédites, mais pour le jour un nude look ; pour Greta elle a choisi des couleurs qui vont du prune au fuchsia, qui soulignent bien ses yeux bleus et sa bouche ; encore rouge feu pour la bouche et les yeux au premier plan pour Ludovica, avec un style rétro, complètement différent du nude look initial. Luigi Palluotto, art director du salon Coppola, avec Tania et Federico, ses collaborateurs, a mis en relief les deux mannequins avec des différentes coiffures : dynamiques, simples, raffinées ou bien fatals, à identifier la séduction et la féminité d’un chignon souple, ensuite une tresse sinueuse, pour une femme en évolution et en mouvement ; l’autre, une fille avec un ouchanka qu’incarne une réalité glaciale, avec des nuances de fourrures et des plumes qui rappellent encore une fois la nature ; une femme très chic avec une coiffure minimal, mais élégante et sexy. L’harmonie é le mot clé qui lie tous les éléments dans un look, même en cas des jeunes mannequins pas professionnels. Toutes les opérations se sont passées sous le regard de la stylist Paola degli Innocenti, aidé par son fidele et expert Emiliano : ils se sont occupé du look, en particulier des vêtements et des accessoires. Un autre travail très important a été, naturellement, celui du photographe Mario Lucini, un professionnel collaborateur d’Alberto Righini, président de l’Agence « Flash Model » de Milan, qui a immortalisé les deux filles avec plus de 300 déclics. Au terme de la longue journée de travail tout le monde était satisfaits pour cette « expérience » destinée à continuer, toujours en améliorant, pour permettre à des jeunes filles ou à des garçons de se rapprocher, avec nous, au secteur mode de la Principauté.

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un giorno FoglioMonaco_131_DEF.indd 35

Abito nero Blugirl, manicotti in chinchilla Carlo Ramello, coperta in chinchilla Carlo Ramello, per Greta.

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Trionfo a Monte-Carlo del Greggio Day

di Luigi MATTERA luigimattera@yahoo.fr Foto di Tonino Muci

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MONACO.. Una decima edizione, quella del “Monte Carlo Film Festival de la Comédie” (che si è conclusa a fine novembre scorso) all’insegna anche delle commemorazioni per la scomparsa di due grandi del cinema internazionale: il regista Mario Monicelli e il comico americano Leslie Nielsen, ambedue grandi protagonisti del Festival di Ezio Greggio. Monicelli era, da sempre, il Presidente ad Honorem della rassegna, Nielsen è stato con Greggio interprete di due suoi

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Caludio Bisio e il regista Paolo Virzì.

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film. Due momenti particolari caduti quasi in contemporanea con l’evento n. 10 che ha visto la partecipazione di importanti film in concorso, vinti dai francesi, oltre alla presenza di numerose “stelle” e ad illustri personaggi, molti dei quali amici del mattatore Ezio. Dei film in concorso, seguitissimi nei giorni precedenti dal pubblico, oltre a quelli fuori concorso, i francesi - quindi - si sono piazzati al primo posto con il film “La chance de ma vie” di Nicolas Cuche,

mentre la stessa interprete Virginie Efira si è aggiudicata anche il premio quale miglior attrice; miglior attore invece è andato all’italiano/napoletano Gianfelice Imparato per il divertentissimo film “Into Paradiso” di Paola Randi. Ad Oscar Aibar poi è andato il premio per la miglior sceneggiatura per “El Gran Vázquez”; al film spagnolo è andata anche la menzione speciale per la scenografia. La Giuria, che era presieduta dal regista Vincenzo Cerami, era composta da Ugo Nespolo,

Fausto Brizzi (a Monte Carlo c’era anche la sua compagna l’attrice ligure Giorgia Wurt), Catherine Jacob e Maurizio Cabona i quali, all’unanimità, ha deciso di assegnare il Premio Speciale Giuria a “Four Lions” di Chris Morris. I “Career Award 2010”, premi alla carriera del Monte-Carlo Film Festival de la Comédie, sono andati alla sempre brillante Gina Lollobrigida, a John Landis (regista di film “cult” come “Animal House” e “The Blues Brothers”) e che a Monte

Grimaldi forum: uno stupendo claudio bisio tra i vip della serata

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Carlo ha portato il suo ultimo film “Burke and Hare” alla cui proiezione ha assistito anche il Principe Alberto con la futura Principessa Charlène, per arrivare al francesissimo Claude Lelouch (regista di film indimenticabili come “Un uomo e una donna”) e ad Aldo Maccione (personaggio “cult” della commedia italiana e francese degli anni’60 e ‘70, uno dei componenti del famosissimo gruppo torinese “I Brutos”). Claudio Bisio (campione d’incassi con “Benvenuti al Sud”) ha poi ricevuto il premio per la miglior commedia della stagione, mentre all’amico Enzo Iacchetti è andato il premio Nino Manfredi. La premiazione ufficiale è avvenuta nel corso del gran Galà condotto da Ezio Greggio

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Triomphe du Greggio Day che si è svolto nella Salle des Princes del Grimaldi Forum. E’ stata anche l’occasione, oltre che per consegnare gli ambiti riconoscimenti nelle due ore di travolgente umorismo, per ascoltare la bravissima cantante olandese del momento, Caro Emerald che ha interpretato i suoi due ultimi successi entrati nelle classifiche mondiali: “Back it up” e “A night like this”. Una felice conclusione quindi per questa particolare edizione che ha soddisfatto pienamente Ezio Greggio e l’intero staff pronto a rimettersi in pista per la prossima edizione sempre che non avvengano nuovi fatti che possano “stravolgere” i programmi del Festival. Luigi MATTERA

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Une dixième édition, celle du MonteCarlo Film Festival de la Comédie (qui s’est produite fin novembre) consacrée aux commémorations pour la disparition de deux grands du cinéma international : le réalisateur Mario Monicelli et le comique américain Leslie Nielsen, tous les deux grands protagonistes du Festival d’Ezio Greggio. Monicelli était, depuis toujours, le Président honoraire du festival, Nielsen avec Ezio Greggio avait interprété deux des ses films. Deux moments particuliers arrivés en même temps que l’évènement n. 10 qui a vu la participation d’importants films en concours, vaincu

Sopra, l’attrice Giorgia Whürt, la cantante Caro Emerald e Gianfelice Imparato.

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Sotto, Greggio con: il Principe Alberto e Charlene, Gina Lollobrigida, Gigi Proietti, il regista john Landis e Enzo Jacchetti

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Sopra, Chaterine Jacob e Claude Lelouch. A lato, Claudio Bisio.

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par des français, au delà de la présence des nombreuses « stars » et à des illustres personnages, dont beaucoup sont des amis de l’organisateur, Ezio. Parmi les films en concours les français se sont placés à la première place avec « La chance de ma vie » de Nicolas Cuche, alors que Virginie Efira, une des interprètes a remporté le prix meilleure actrice ; le prix meilleur acteur par contre est allé à l’italien/napolitain Gianfelice Imparato pour le très amusant film « Into Paradiso » de Paola Randi. À Oscar Aibar le prix pour le meilleur scénario pour « El Gran Vázquez »; le film espagnol a remporté même la mention spéciale pour la mise en scène. Le jury, présidé par le réalisateur Vincenzo Cerami, était composée d’Ugo Nespolo, Fausto Brizzi (à Monte Carlo avec sa compagne l’actrice ligurienne Giorgia Wurt), Catherine Jacob et Maurizio Cabona qui, à l’unanimité, ont décidé d’attribuer le Prix Spécial Jury à « Four Lions » de Chris Morris. Les « Career Award 2010 », des prix à la carrière du Monte-Carlo Film Festival de la Comédie, sont allés à la toujours brillante Gina Lollobrigida, à John Landis (réalisateur de films « cult » comme « Animal House » et « The Blues Brothers ») et qui a présenté, a Monte-Carlo, son nouveau film « Burke and Hare », à la présence de S.A.S le Prince Albert avec Charlène, pour à arriver au très français Claude Lelouch (réalisateur de films inoubliables comme « Un homme et une femme») et à Aldo Maccione (personnage « cult » de la comédie italienne et française des années 1960 et 1970, un des composantes du célèbre groupe turinois « le Brutos »). Claudio Bisio (champion du box-office avec « Benvenuti al Sud ») a ensuite remporté le prix pour la meilleure comédie de la saison, pendant qu’à l’ami Enzo Iacchetti est allé le prix Nino Manfredi. La cérémonie de remise des prix s’est produite dans la Salle des Princes du Grimaldi Forum. La cérémonie a été aussi l’occasion pour écouter la très bonne chanteuse hollandaise Caro Emerald qui a interprété ses deux derniers succès: « Back it up » et « A night like this ». Une heureuse conclusion pour cette édition qui a pleinement satisfait Ezio Greggio et son staff, prêt à se remettre en piste pour la prochaine édition. À condition qu’ils ne se produisent pas des nouveaux faits à « fausser » les programmes du Festival.

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Dpm MOTORS, di Paolo L. BONAVERI p.bonaveri@me.com Foto di Luigi MATTERA

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A Monte-Carlo si respira la passione dell’automobile in ogni dove. Vi sono dei passaggi obbligati, dove le automobili sfilano per le strade, per il gusto ed il piacere di tanti appassionati, che visitano il principato. Per i turisti è un classico fermarsi nella piazza del Casinò e scattare due foto al Palazzo che dal 1863 disegna questo prestigioso scorcio, sia alle tante automobili esclusive che sono parcheggiate, “come in un salone a cielo aperto” o transitano in uno dei luoghi più popolari del mondo. La passione per l’automobile è trasversale, coinvolge tutto e tutti, in ogni parte del mondo, ma è anche vero che una concentrazione di automobili di lusso così importante come a Monte Carlo è difficile trovarla in altra parte d’Europa. Il Principato offre l’essenza più esclusiva della passione automobilistica, tanto che i modelli in anteprima li vediamo transitare nelle strade di Monaco. Questa passione, la troviamo in un luogo, che oggi offre la sua immagine migliore con la nuova sede, disegnata dalla luce, per far risaltare la passione, l’automobile. Dpm Motors è da anni un riferimento per gli appassionati dell’auto, dove ritrovarsi non solo per acquistare un nuovo modello, ma proprio per confrontarsi; trovarsi per parlare di automobili e passioni, su uno dei divani posti nel nuovo soppalco della vetrina di Dpm. Lo sguardo ci cade sulle automobili che fanno da parterre ad un concetto che Dpm ha sviluppato in questi anni, un concetto che parla di un prodotto, o meglio di tanti prodotti e di tanta passione. “Negli anni si è sviluppato sempre più un concetto di servizio”, ci raccontano alcuni dirigenti nel nostro incontro, ma dopo tutto lo sapevamo, perché facendo parte di questo mondo appassionato, non si può fare a meno di conoscere luoghi e passioni che contraddistinguono questa società. Da anni sappiamo della qualità dei prodotti selezionati da Dpm, dell’attenzione al servizio per i propri clienti, ma certo è che questo non può più essere sufficiente

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la passione in un mondo dove la passione insegue la tecnologia, dove il servizio insegue la parte finanziaria e viceversa. Partiamo dalla scelta, ampia e diversificata, un salone virtuale, dove in un angolo troviamo una SLS, nell’altro una Cayenne Ibrida, e ancora una 500 Abarth, piuttosto che una Bentley, una Panamera, una Range Rover, etc., etc,. “Crediamo sia fondamentale offrire un panorama ampio, - continuano nel discorso alla Dpm - qualitativo ed emozionale; non tralasciamo nessun prodotto, ma è vero che la scelta la fa il mercato e la sua do-

manda ed offerta. Vi sono stati periodi dove vi era forse una prevalenza di marchi, dati dal momento, dalla moda e sempre dalla richiesta o offerta. Oggi Dpm guarda ad una scelta cosciente e ad una offerta mirata, creata e realizzata appunto dal mercato; e il mercato sono i nostri appassionati clienti”. Sembra banale, parlare a Monte Carlo di Ferrari, Lamborghini, Porsche, Bentley, Mercedes, BMW, Audi; insomma i marchi di tendenza e di prestigio che si mixano anche al concetto di passione e di lusso, che altri già citati offrono.

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dove si incontra

“No, non è banale, anzi. Oggi i marchi di prestigio, stanno subendo un’evoluzione tecnica e culturale dell’oggetto, che porta una struttura come Dpm ad evolversi con loro. Poter offrire un panorama ampio, in un ambiente così raccolto, deve per forza guardare all’auto, con un volto passionale e la passione del nostro team, è la stessa che troviamo nei nostri clienti. Poi questa nuova espressione tridimensionale del nostro Garage è ideale per parlare di passioni, avvolti dalla passione”. I nuovi prodotti ed il classico, o le vetture

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d’epoca, un argomento, che difficilmente si mixava nel passato; dove chi vendeva ed assisteva prodotti contemporanei, non si occupava delle vetture d’epoca o da collezione. Perché avete scelto di proporre i due volti di questa passione in una unica soluzione? “In effetti siamo arrivati a questo dopo un percorso di anni di esperienza e conoscenza. Ma lo abbiamo fatto, tenendo le due anime, con un cordone ombelicale, senza riunirle in un unico ambiente. Quindi vi sono due sedi distinte che offrono ovviamente un linguaggio adegua-

to, diverso, perché parlare di vetture moderne, non è ovviamente la stessa cosa che parlare di vetture d’epoca. Ecco allora due sedi, che interpretano il prodotto, con un linguaggio adeguato e si propongono, come si vede dalle immagini, con un look totalmente personale. Questo sia per l’aspetto commerciale che per l’aspetto tecnico”. Viene spontanea una domanda, relativa al rapporto con i vostri clienti e ai servizi offerti. Non è facile proporre un ventaglio di vetture e marchi diversi, offrire assistenza e servizi personalizzati per ognuno, che vivono ovviamente di una vita tecnica indipendente. “Torniamo al concetto del Club, della passione che è trasversale ad ogni modello o marchio. Ovviamente abbiamo una rete di relazioni importanti con i marchi del Principato e limitrofi, affinché tutti i prodotti proposti da Dpm, godano della garanzia ufficiale del costruttore. Oltre a questo i servizi classici e non solo di un costruttore di alto livello si ritrovano all’interno della nostra filosofia. Non è difficile, fermarsi a fare quattro chiacchiere attorno ad un nuovo arrivo con un cliente e vedere la sua vettura che dopo poche ore è stata preparata, immatricolata e controllata. La reattività, ed un panel completo di servizi è la parte fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia con i nostri clienti; e l’avere un numero importante e costante di clienti che da anni si affida a Dpm Motors è la risposta migliore”. Chiudiamo questo nostro incontro con un’annotazione sul mercato, sulle difficoltà del mondo dell’automobile, che trasversalmente ha, più o meno coinvolto chi dell’automobile ne ha fatto una professione. “Inutile negare, che la crisi che coinvolge l’automobile a livello planetario, passa anche da Monte Car-

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lo. Ognuno ci pare abbia interpretato questa crisi in modo personale; le case ad esempio, hanno iniziato a sviluppare tante nuove idee e progetti, per far si che sia il nuovo prodotto a vincere sulla crisi e sulla sfiducia e vessazione che molti governi pongono sull’automobile, facile da colpire. Per quanto ci riguarda, proprio in un momento di crisi, abbiamo ritenuto importante cambiare marcia e dare una risposta al mercato. La nostra sede in 3d, è una risposta alla crisi. I nostri prodotti, l’attenzione al servizio ed al cliente, sono una certezza, nel nostro credo automobilistico”. Se in una giornata di pioggia, come quelle che ci accompagnano da molte settimane, avete bisogno di un po’ di svago, avete voglia di incontrare persone con la stessa vostra passione per l’automobile, fate un salto da Dpm Motors e immergetevi in questo mondo di bellezza, di passione e di storia che è l’automobile. Paolo L. BONAVERI

La nostra Ludovica Colombotto Rosso Testimonial nel servizio alla DPM Motors.

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où on rencontre la passion À Monte Carlo on respire partout la passion de l’automobile. Il y a des passages obligés, où les automobiles défilent par les routes, pour le plaisir de des passionnées, qui visitent la Principauté. Pour les touristes c’est classique de s’arrêter dans la place du Casino et prendre quelques photos du Palais que depuis 1863 caractérise cette prestigieuse vue, mais aussi des nombreuses voitures toujours très chic qui sont garées, « comme dans un salon à ciel ouvert ». La passion pour l’automobile est transversale, implique tous et tout le monde, mais il est même vrai qu’une concentration d’automobile si importante comme à Monte-Carlo est difficile de la trouver dans d’autre partie d’Europe. La Principauté offre aux passionnées la vraie exclusivité parce que nous voyons transiter dans les routes de Monaco beaucoup de modèles en avant-première. Cette passion, nous la trouvons dans un lieu, qui aujourd’hui offre son image meilleure avec son nouveau siège, dessinée par la lumière, pour mettre en évidence la passion, l’automobile. Dpm Motors est depuis des années une référence pour les passionnés de l’auto, où ils peuvent se retrouver pas seulement pour acquérir un nouveau modèle, mais même pour se confronter ; pour

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parler des automobiles et des passions, assis sur un des sofas de la mezzanine de Dpm. Le regard tombe sur les automobiles qui sont comme un parterre d’un concept que Dpm a développé au fil des années, un concept qui parle d’un produit, ou mieux de plusieurs produits et d’une grande passion. « Au fil des années on a développé de plus en plus une idée de service », quelques dirigeants nous racontent pendant nôtre rencontre, mais nous le savions déjà, parce qu’en faisant partie de ce monde de passionnés, nous connaissons bien les lieux et les passions qui caractérisent cette société. Depuis des années nous connaissons la qualité des produits sélectionnés par Dpm, l’attention au service pour ses clients, mais tout cela ne peut plus être suffisant dans un monde où la passion poursuit la technologie, où le service poursuit la partie financière et vice-versa. Nous com-

mençons du choix, vaste et diversifié, un salon virtuel, où dans un coin nous trouvons une SLS, dans l’autre une Cayenne Hybride, et encore une 500 Abarth, une Bentley, une Panamera, une Range Rover, etc. « Nous croyons qu’il est fondamental d’offrir un panorama vaste, - on continue au Dpm - du point de vue qualitatif et émotionnel ; nous n’omettons aucune produit, mais il est vrai que le choix est fait par le marché. Il y a eu des périodes où il y avait peut-être une prédominance de marques. Aujourd’hui Dpm vise à un choix conscient et à une offre précise, créés et réalisés par le marché ; et le marché c’est nos passionnés clients ». Cela peut sembler banal, de parler à Monte-Carlo de Ferrari, de Lamborghini, de Porsche, de Bentley, de Mercedes, de BMW, de Audi ; les marques de ten-

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dance et de prestige qui se mélangent au concept de passion et de luxe, que les autres déjà nommés offrent. « Non, cela n’est pas banal, au contraire. Aujourd’hui les marques de prestige, subissent une évolution technicienne et culturelle de l’objet, qui porte une structure comme Dpm à se développer avec eux. La possibilité d’offrir un panorama vaste, dans un milieu si limité, doit forcement s’adresser à la voiture avec passion, et la passion de notre équipe est la même que nous trouvons dans nos clients. Ensuite cette nouvelle expression tridimensionnelle de notre Garage est idéale pour parler de passions, enveloppés par la passion ». Les nouveaux produits et le classique, ou les voitures d’époque, deux sujets qui difficilement on mélangeait dans le passé ; où ceux qui vendaient des pro-

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duits contemporains ne s’occupaient pas de voitures d’époque ou de collection. Pourquoi vous avez choisi de proposer les deux aspects de cette passion dans une seule solution ? « En effets nous sommes arrivés à cela après un parcours de plusieurs années d’expérience et de connaissance. Mais nous l’avons fait, en gardant les deux âmes, avec un cordon ombilical, sans les présenter dans le même endroit. Il y a donc deux sièges séparées qui offrent évidemment un langage différent, parce que parler de voitures modernes, n’est pas évidemment la même chose que parler de voitures d’époque. Voilà alors deux sièges, qui interprètent produit, avec un langage adéquat et qui se proposent, comme on voit des images, avec un look totalement personnel. Cela pour l’aspect commercial ou

bien pour l’aspect technique ». Nous avons une question, par rapport à vos clients et aux services offerts. Il n’est pas facile de proposer un éventail de voitures et des marques différentes, d’offrir l’assistance et les services personnalisés pour tous, qui vivent évidemment une vie technique indépendante. « Nous retournons au concept de Club, de la passion qui est transversale à chaque modèle ou marque. Évidemment nous avons un réseau de relations importantes avec les marques de la Principauté et des alentours, pour que tous les produits proposés par Dpm, aient la garantie officielle du constructeur. Au-delà de cela dans notre philosophie vous pouvez retrouver tous les services classiques d’un constructeur de haut niveau. Il n’est pas difficile de bavarder au petit peu avec un client à propos d’un nouvel arrivé et voir que sa voiture quelques heures plus tard a été préparée, immatriculée et contrôlée. La réactivité, et la gamme de services sont la partie la plus importante pour instaurer un rapport de confiance avec nos clients ; et la quantité de clients qui depuis des années font confiance à Dpm Motors la est meilleure réponse ». Nous terminons notre rencontre avec une annotation sur le marché, sur les difficultés du monde de l’automobile qui a plus ou moins impliqué ceux qui font de l’automobile une profession. « On ne peut pas nier, que la crise qui implique l’automobile à niveau planétaire, il passe aussi par MonteCarlo. Les gents ont interprété cette crise de façon personnelle ; les producteurs par exemple, ont commencé à développer des nouvelles idées et des projets, pour chercher à battre la crise avec un bouveau produit. Pour ce qui nous concerne, pendant la crise, nous avons considéré important de changer nos attitudes et de donner une réponse au marché. Notre siège en 3d, est une réponse à la crise. Nos produits, l’attention au service et au client, sont une certitude, dans notre foi automobilistique ». Si dans une journée de pluie, comme celles qui nous accompagnent depuis quelques semaines, vous avez besoin d’un peu de relax, vous avez envie de rencontrer des personnes avec votre passion pour les voitures, passez chez Dpm Motors et entrez dans ce monde de beauté, de passion et d’histoire qui est l’automobile.

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Il Ballo di Natale Montecarlo Londra MONACO. Sabato 11 dicembre scorso, sotto l’altro patronato di S.A.S il Principe Alberto, si è svolto l’ormai tradizionale e immancabile Ballo di Natale che ha aperto la stagione invernale di Monaco. L’evento ha avuto luogo nella prestigiosa Salle Empire dell’Hotel de Paris, ed ha portato i suoi ospiti nella magia del Natale sul tema “Monte-Carlo Londra”. Quest’anno, infatti, il ballo di beneficienza ha avuto un’aspetto molto british con la partecipazione si S.E.M Evelyne Genta, Ambasciatrice di Monaco nel Regno Unito. Durante il ballo c’è stata una vendita all’asta organizzata da Sotheby’s in favore dell’Amade Monaco, una lotteria e una sfilata di moda di Isabell Kristensen, il tutto accompagnato dal DJ resident del Billionaire Andrea T Mendoza (nella foto): durante la serata sono stati raccolti 40 mila euro. Il Ballo di Natale ha annoverato numerosi personaggi, nel suo “comitato internazionale d’azione”, con S.A.R. la Principessa Camilla di Borbone, Lady Monika del Campo Bacardi di Monaco, Elsa De Azambuja di Madrid, Barbara Ligresti di Milano, la Marchesa Roberta Gilardi di Lugano, Yulia Mikheeva Angelini di

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Mosca, Lene Gianni di Roma, Inna Maier di Minsk, Paula Trabolus, Valentina Marzocco, Elizabeth Wessel di Monaco e Anne Black di New-York. Erano presenti celebrità internazionali tra le quali la nota cantante britannica Shirley Bassey, la presentatrice della Ruota della Fortuna Victoria Silvsted e la conduttrice della Rai Adriana Volpe (nella foto).

Le bal de Noël Monte-Carlo London Le Samedi 11 décembre 2010 à 20h30, Sous le Haut Patronage de S.A.S le Prince Albert II, s’est déroulé le désormais traditionnel et incontournable Bal de Noël ouvrant la saison de l’hiver à Monaco. Il a eu lieu dans la prestigieuse Salle Empire de l’Hôtel de Paris et a emporté ses convives dans la magie de Noël sur le thème Monte Carlo London. En effet cette année ce bal caritatif a eu une touche très british car il fut lié à la ville de London, avec la participation de S.E.M Evelyne Genta, Ambassadeur de Monaco aux Royaume-

Unis. Durant ce bal se sont déroulées une ventes aux enchères par la maison Sotheby’s en faveur de l’Amade Monaco ainsi qu’une tombola, un défilé Couture par Isabell Kristensen, le tout rythmer par Andrea T Mendoza DJ Résident du Billionaire : durant cette soirée 40 000 euros ont été levé. le Bal de Noël a accueilli de nombreuses personnalités dans son « Comité Internationale d’Action » avec S.A.R La Princesse Camilla de Bourbon Des Deux-Siciles Duchesse de Castro résident entre Rome, Paris et Monaco, Lady Monika Del Campo Bacardi de Monaco, Elsa De Azambuja de Madrid, Barbara Ligresti de Milan, Marquise Roberta Gilardi de Lugano , Yulia Mikheeva Angelini de Moscou, Lene Gianni de Rome, Inna Maier de Minsk, Paula Traboulsi entre Londres et Monaco, Valentina Marzocco de Monaco, Elizabeth Wessel de Monaco et Anne Black de New-York. De nombreuses célébrités y ont participé dont la célèbre chanteuse Britannique Shirley Bassey, la présentatrice de la Roue de la fortune Victoria Silvsted , et la présentatrice Italienne de la RAI Adriana Volpe.

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Il tour delle reliquie di Buddha passa da Beausoleil Il comune di Beausoleil accoglierà, quest’anno per la prima volta, la preziosa collezione di reliquie sacre di Buddha, e di molti altri maestri buddisti, che sono in questo periodo in giro per il mondo. È un’occasione per vedere queste reliquie che sono state raccolte dalle ceneri dopo la cremazione dei maestri buddisti. Hanno spesso l’aspetto di magnifiche perle cristalline. I buddisti credono che le reliquie conservino le qualità spirituali di compassione e saggezza del maestro e che vengono create dal maestro stesso al momento della morte. Le reliquie saranno visibili dai loro scrigni disposti attorno alla statua dorata a grandezza naturale di Buddha Maitréya, che in sanscrito significa “amore universale”, nella Salle des Fêtes di Beausoleil (66 avenue Maréchal Foch) dal 4 febbraio alle 18.30. Il 5 e il 6 febbraio 2011, dalle 10 alle 19, i visitatori potranno partecipare alla Cerimonia di Benedizione, nel corso della quale le reliquie di Buddha saranno posate delicatamente sulla testa di tutti i partecipanti, come benedizione personale. Una volta che il loro viaggio sarà terminato, le reliquie saranno incastonate nella statua del Buddha Maitréya. La statua di bronzo alta 152 m sarà punto di forza del Progetto Maitréya, che si basa sulla convinzione che la pace, interiore o esteriore, si diffonda in una reazione di causa-effetto e che l’amore benevolo conduca alla pace, a tutti i livelli della società. Oltre alla costruzione di questo magnifico monumento il progetto mira a fornire gratuitamente gli strumenti spiri-

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tuali, educativi e sanitari alla popolazione del Koushinagar, in Outtar Pradesh, una delle regioni più povere dell’india del nord, e s’impegna a trovare degli impieghi a breve e lungo termine, ad aiutare lo sviluppo delle infrastrutture della regione, concentrando ed influenzando lo sviluppo sostenibile di questa parte dell’India. L’ingresso è gratuito, ma le donazioni sono benvenute. Per qualsiasi informazione sul progetto Maitréya contattare Mrs Vera Hodge tel : 06.07930977 o visitare il sito www.maitreyaproject.org Tiziana DANZO

La Tournée des reliques de Bouddha passe par la ville de Beausoleil La commune de Beausoleil accueillera, cette année pour la première fois, la précieuse collection de reliques sacrées du Bouddha et de nombreux autres maîtres bouddhistes, actuellement en tournée à travers le monde. C’est une occasion rare de pouvoir observer ces reliques qui ont été recueillies dans les cendres après la crémation des maîtres bouddhistes. Elles ont souvent l’aspect de belles perles cristallines. Les bouddhistes considèrent que les reliques incarnent les qualités spirituelles de compassion et de sagesse du maître et que celui-ci les produit délibérément au moment de sa mort. Les reliques seront aisément visibles, dans leurs écrins disposés autour d’une

statue dorée grandeur nature du Bouddha Maitréya (amour universel en sanscrit), auprès de la Salle des Fêtes de Beausoleil (66 avenue Maréchal Foch) à partir du 4 février à 18h30. Le 5 et 6 février 2011 de 10 h à 19 h les visiteurs pourront participer à la Cérémonie de Bénédiction au cours de laquelle les reliques du Bouddha seront posées délicatement sur la tête de chacun en guise de bénédiction personnelle. Une fois que leur voyage sera terminé les reliques seront placées au cœur de la statue du Bouddha Maitréya. La statue en bronze haute de 152 m du Bouddha sera le point fort de la vision du Projet Maitréya qui se base sur la croyance au fait que la paix, tant intérieure qu’extérieure, participe d’une relation de cause à effet et que l’amour bienveillant conduit à la paix, à tous les niveaux de la société. Au-delà de la construction de ce magnifique monument, le projet vise à fournir gratuitement des équipements spirituels, éducatifs et sanitaires à la population de Koushinagar, en Outtar Pradesh, l’une des régions les plus pauvres de l’Inde du Nord, et s’engage à procurer des emplois à court et long terme, à aider le développement des infrastructures de la région, concentrant et influençant le développement durable positif de cette partie émergente de l’Inde. L’entrée est gratuite mais les dons sont bienvenus. Pour plus d’informations sur le Projet Maitréya contactez Mme Vera Hodge tél : 06.07930977 ou visitez le site www.maitreyaproject.org

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È la Commedia dell’Arte Nella foto, insieme agli attori: Carlo Boso (a sinistra), l’Ambasciatore

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Antonio Morabito (al centro) e il dott. Carlo Cosentino (a destra).

MONACO. Quasi un tuffo nel passato, intendendo quello scolastico quando si studiavano in classe e a casa i testi di Goldoni, Molière, Shakespeare, dove l’immaginazione aiutava la concentrazione consentendoci di vivere nella pelle del personaggio e traversare la sua epoca. I commedianti, i musicanti giullari etc., offrivano all’incolto pubblico del tempo l’unico “divertissement” popolare dal mero derivato dalla propria verve artistica; esibendosi per le strade, nei grandi spazi offerti dalle piazze ottenevano spesso il ricercato successo ma rischiavano sovente anche l’incolumità quando il “cattivo” era “troppo cattivo” e irritava il pubblico che, nella sua semplicità, parteggiava per il “buono”. A volte, i più noti artisti, specie quando potevano avvalersi dell’assistenza finanziaria di un mecenate, ottenevano l’onore d’essere chiamati a corte da un re, un principe, oppure al castello di nobili vassalli e valvassori, andando finanche in trasferta, all’estero! Erano pochissimi quelli che conoscevano le lingue e, se già in Italia, le difficoltà comprensive da città, a città erano abissali (e si sono trascinate fino all’avvento della televisione nella nostra epoca), figuriamoci quale fosse l’entità degli ostacoli incontrata per farsi capire! Ma il metodo fu subito trovato accentuando la mimica interpretativa che oltre alla comprensione ottenne anche il vantaggio di accrescere la comicità dei testi votati a questa sezione della commedia. Leggendo tra le note della brochure dell’Ambasciata d’Italia, patrocinante questo evento culturale per gli italiani di Monaco, rileviamo che “Il Carro dei Comici” ha portato “Mori a Venezia”, non solo in Spagna (Festival Internacional del l’Arte della Commedia - Alkalà de Henares), dove più o meno la lingua veneta ha legami filologici più stretti di quella italica, ma addirittura in Polonia (Festival Internazionale di Gorzow Wlkp), Persia (Theran International Ritual-Traditional Theatre Festival) e a Nuova Delhi presso l’India Habitat Centre! A questo punto Giancarlo Cioppi (interpreta Shylock nei Mori a Venezia) che nel 2007 aveva fondato la Compagnia, e il drammaturgo, attore regista Carlo Boso, non hanno creduto di essere ritenuti spudorati se, riuscendo ad

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azzerare, con la mimica, la difficoltà di comprensione, abbiano subito trovato le forze e il coraggio di produrre “Il Barbiere di Siviglia” che ci auguriamo di vedere prossimamente in programmazione a Monaco grazie all’energico brio organizzativo dell’Ambasciatore Antonio Morabito e del Dottor Carlo Cosentino che ha coordinato la complessa rappresentazione della commedia nel Principato il mese scorso al Théatre des Variètès. Un “bravissimo” a tutti gli interpreti, da Annalisa Mei (Jessica), a Giancarlo Cioppi (Shylock), a Maria Paola Benedetti (Benilde), a Dino di Pierro (Antonio), a Diego Longano (Pedrolino) e a Emanuele Contadini (Baldassarre/Simbad). Luigi MATTERA

C’est la Comédie Il s’agit presque de se replonger dans le passé, lorsqu’on étudiait à l’école et à la maison les textes de Goldoni, de Molière, de Shakespeare, et l’imagination aidait la concentration en nous permettant de vivre dans la peau du personnage et de traverser son époque. Les acteurs, les musiciens et les ménestrels offraient au public ignorante de l’époque le seul « divertissement » populaire qui venait de leur verve artistique ; en se produisaient dans les routes et dans les places ils obtenaient souvent le succès recherché mais ils risquaient aussi leur santé lorsque le « méchant » était « trop méchant » et il énervait le public qui, dans sa simplicité, prenait parti pour « bon ». Parfois, les artistes les plus connus, surtout lorsque ils pouvaient compter sur l’assistance financière d’un mécénat, obtenaient l’honneur d’être appelé à la cour d’un roi, d’un prince, ou bien auprès d’un château de quelques vassaux, ou encore en déplacement à

l’étranger! Ceux qui connaissaient les langues étaient très rares et, si déjà en Italie, les difficultés de compréhension étaient abyssales entre une ville et l’autre (et elles sont durées jusqu’à l’apparition de la télévision dans notre époque), imaginez les énormes obstacles pour se faire comprendre d’un pays à l’autre! Mais la méthode fut vite trouvée en exagérant la mimique interprétative, une méthode qui augmenta la compréhension mais aussi la partie comique des œuvres. En lisant les notes de la brochure de l’Ambassade d’Italie, patron de cet évènement culturel pour les italiens de Monaco, nous remarquons que « Il Carro dei Comici» a porté « Mori a Venezia», pas seulement en Espagne (Festival Internacional del l’Arte della Commedia - Alkalà de Henares), où plus ou moins la langue de la Vénétie a des liens philologiques plus serrés, mais même en Pologne (Festival International de Gorzow Wlkp), en Perse (Téhéran International Ritual-Traditional Theatre Festival) et à New Delhi auprès de l’Inde Habitat Centre ! À ce point Giancarlo Cioppi (Shylock dans l’œuvre Mori a Venezia) qu’en 2007 avait fondé la Compagnie, et le dramaturge, acteur et réalisateur Carlo Boso, ont essayé d’annuler les difficultés de compréhension avec leur mimique et ils ont trouvé, grâce à leur succès, le courage de produire « Il Barbiere di Siviglia », que nous nous souhaitons de voir prochainement en programmation à Monaco. Il faut aussi remercier l’énergique verve organisatrice de l’Ambassadeur Antonio Morabito et de monsieur Carlo Cosentino qui a coordonné la complexe mise en scène de la comédie aux Théâtre des Variétés le mois dernier. « Bravo » à tous les interprètes, d’Annalisa Mei (Jessica), à Giancarlo Cioppi (Shylock), à Maria Paola Benedetti (Benilde), à Dino di Pierro (Antonio), à Diego Longano (Pedrolino) et à Emanuele Contadini (Baldassarre/Simbad).

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Piemonte “l’essenza del paesaggio” del bolognese Giorgio Morandi In

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55 di Maria Rebecca BALLESTRA rebeccaballestra@gmail.com

ALBA (Piemonte). La Fondazione Ferrero, con la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cuneo e la Regione Piemonte, hanno proposto al pubblico la grande mostra “Morandi: l’essenza del paesaggio” che si concluderà questo 16 gennaio 2011 (era iniziata nell’ottobre scorso). L’esposizione, allestita ad Alba, città piemontese per l’eccellenza del tartufo bianco, nei saloni della Fondazione Ferrero, è stata curata da Maria Cristina Bandera che ha voluto presentare oltre settanta opere e qualche acquarello del maestro bolognese: soprattutto dipinti su tela e una ristretta scelta di acquerelli. La mostra di Giorgio Morandi, conosciuto soprattutto per le sue nature morte, e che fu anche esimio paesaggista, aveva preso l’avvio da un primo nucleo di opere degli anni dieci, con oli rarissimi e mai, sino ad oggi, riuniti in un numero così elevato; “paesaggi” connotati da espe-

rienze formative, ad iniziare da Cézanne, che sfociano in quelli successivi degli anni venti dove l’esperienza cézanniana si somma a una sintesi derivata dalla conoscenza di Piero della Francesca, meditato sulla monografia di Roberto Longhi del 1927. E, a seguire, opere degli anni trenta in cui l’artista Morandi raggiunge una grandezza autonoma e risultati altissimi, davvero entusiasmanti. La sezione successiva è stata dedicata ai paesaggi severi e spogliati di naturalismo, realizzati negli anni della guerra quando, isolato a Grizzana, l’emiliano Morandi tornò ripetutamente su questo tema, raggiungendo uno dei vertici della sua pittura. Infine, per ripercorrere l’intero svolgimento dell’attività dell’artista, ci sono stati i “cortili di via Fondazza” degli anni cinquanta, ed ancora i paesaggi di Grizzana del suo ultimo periodo, tutti pervasi da un’inquietudine moderna, ca-

ratterizzati da una scarna essenzialità e dal rarefarsi della pittura, quando ormai il confine tra paesaggio e natura morta si fa labile. Una produzione, tuttosommato, limitata e riservata a quei paesaggi che Morandi dedicava solitamente agli amici ed ai collezionisti, come Cesare Brandi, Cesare Gnudi, Roberto Longhi, Luigi Magnani, Carlo Ludovico Ragghianti e Lamberto Vita. La mostra, è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed è stata realizzata con la preziosa collaborazione della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze, ed è accompagnata da un catalogo curato da Maria Cristina Bandera, edito da 24 ORE Cultura. Il catalogo è andato letteralmente a ruba in questo lungo periodo espositivo in cui Alba e la Fondazione Ferrero con la Presidente, Signora Maria Franca Ferrero, non è nuova a questo tipo di “investimento

Alba: successo straoRdinario della mostra che si concluderà il 16 gennaio.

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Giorgio Morandi.

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culturale” che pone la città e i suoi paesaggi, tra le location più interessanti di questi ultimi anni. “Il progetto espositivo - afferma Maria Cristina Bandera - era stato studiato per mettere in risalto l’itinerario mentale compiuto da Morandi nell’affrontare un tema che gli è stato sempre molto peculiare che permettesse al grande pubblico di conoscere e fare pro-

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pria la ‘poesia’ e la grandezza anche di questo aspetto della sua pittura”. Proprio per ricreare i fili di committenze famose e di amicizie altrettanto importanti, la rassegna si è ampliata ad un’ulteriore selezione di opere appartenute agli artisti contemporanei a Morandi che, per primi, ne compresero la grandezza e di tele ammirate da letterati come Giorgio Bassani che dedicò una poesia ad

un Paesaggio di Morandi, poi scelto per la copertina delle sue Storie ferraresi. Una sezione nutrita è stata anche quella successiva, dedicata ai paesaggi severi e spogliati di naturalismo, realizzati negli anni della guerra quando, isolato a Grizzana, Morandi tornò ripetutamente su questo tema, raggiungendo uno dei vertici della sua pittura, anzi, secondo Longhi “il culmine forse il più alto da lui raggiunto”. Infine, per ripercorrere l’intero svolgimento dell’attività dell’artista, erano previsti i “cortili di via Fondazza” degli anni cinquanta e, nuovamente, i paesaggi di Grizzana dei suoi ultimi anni, pervasi da un’inquietudine moderna, caratterizzati da una scarna essenzialità e dal rarefarsi della pittura, quando ormai il confine tra paesaggio e natura morta si fa labile, così da poter prevedere di accostare almeno un’opera di questo genere. La Mostra si è avvalsa di un Comitato Scientifico composto da Maria Cristina Bandera, Mina Gregori, Antonio Paolucci, Giovanni Romano, Claudio Spadoni, Bruno Toscano. Sul sito www.studioesseci.net/mostre. php è possibile leggere integralmente il saggio di Maria Cristina Bandera, “E dire che i paesaggi li amavo di più”. Prenotazione gruppi e visite guidate: Tel. 0173 363480 - Fax 0173 366968 itinera@piemonteitinera.net Maria Rebecca BALLESTRA

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Il Grand Hotel del Mare è l’indirizzo più prestigioso per il vostro soggiorno nella Riviera dei Fiori. Affacciato direttamente sul mare, circondato da uno splendido giardino mediterraneo con piscina, l’albergo dispone di camere lussuose dalla vista impareggiabile, un’attrezzata spiaggia con scogliera e una modernissima SPA nella quale potrete rilassare corpo e mente. Preziose opere d’arte valorizzano gli ampi saloni dell’albergo. Lo chef del nostro ristorante propone un’ampia scelta di cucina mediterranea con profumi e sapori della tradizione Ligure. Via Portico della Punta 34 • Bordighera (IM) Tel. +39 0184 262201 • Fax +39 0184 262394 Web site: www.grandhoteldelmare.it • e-mail: info@grandhoteldelmare.it

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TUTTO QUESTO Da Venezia, una splendida Pala d’Altare del trecento incanta i berlinesi di Gherardo UGOLINI gherardo.ugolini@rz.hu-berlin.de

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BERLINO. Da Venezia a Berlino per testimoniare il valore inestimabile del nostro patrimonio artistico, la qualità delle nostre scuole di restauro ed anche la necessità di puntare sul binomio arte e cultura per rilanciare all’estero il marchio Italia. Chi si reca a Berlino in queste prime settimane dell’anno e trova il tempo di visitare il Bode-Museum, uno dei templi d’arte della cosiddetta “Isola dei Musei”, accanto al celeberrimo Pergamon, avrà una sorpresa entusiasmante. Vi è esposta la trecentesca Pala

d’argento conservata nella Chiesa di San Salvador a Venezia. Si tratta di un capolavoro dell’arte gotica poco conosciuto tra gli stessi veneziani. Ciò dipende dal fatto che la Pala, che nella composizione riprende la più nota Pala d’oro della Basilica di San Marco e che è situata sull’altare maggiore della chiesa di San Salvador, è normalmente “nascosta” da un dipinto di Tiziano raffigurante la Trasfigurazione di Cristo. Soltanto tre volte all’anno viene mostrata al pubblico: per Natale, Pasqua e per la festa della Tra-

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A BERLINO sfigurazione il 6 agosto. Il restauro, promosso e finanziato da Venetian Heritage Inc., col sostegno di vari sponsor tra cui Louis Vuitton, è avvenuto nell’ambito del programma Unesco-Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia. La superficie della Pala, che misura 2,46 metri in altezza e 2,39 metri in larghezza, è stata ripulita dalle ossidazioni e restituita alla lucentezza e allo splendore originari. Nel pannello centrale è rappresentata la Trasfigurazione di Cristo (ovvero la sua apparizione nell’iden-

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tità di Dio e quindi di luce abbagliante), con a fianco i profeti Elia e Mosè, e gli apostoli. L’idea di esporre a Berlino la Pala argentea della chiesa veneziana di San Salvador è stata sostenuta con vigore dall’Ambasciatore d’Italia a Berlino Michele Valensise, convinto più che mai che l’azione diplomatica debba passare attraverso lo scambio di arte e cultura. «Venezia è da secoli una capitale culturale, un tesoro inestimabile non solo per noi italiani ma per tutto il mondo. Si può dire che Vene-

La cupola del Bundestag

zia sia stata uno dei primi fenomeni di globalizzazione della storia» ha spiegato Valensise nel corso di una conferenza stampa per presentare la mostra, precisando che il restauro della Pala e la conseguente esposizione a Berlino è un progetto «che ha alle spalle molti padri: l’ambasciata, l’Istituto italiano di cultura, il Bode-Museum, il patriarca di Venezia, i restauratori della scuola veneziana, i molti sponsor che hanno dato contributi importanti. È stato un piccolo mira-

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colo di efficienza ed anche di rapidità se si pensa che tra l’ideazione e la realizzazione sono passati appena dodici mesi». Il Bode Museum fu realizzato all’interno dell’isola sulla Sprea su progetto dell’architetto di corte Ernst von Ihne durante il regno del Kaiser Guglielmo II e fu completato nel 1904. Inizialmente destinato ad accogliere l’arte del Rinascimento europeo, nel 1956 fu intitolato al suo primo direttore, Wilhelm von Bode (1845-1929). Dopo un lungo periodo di chiusura per restauri è stato riaperto al pubblico nell’ottobre 2006 e oggi è dedicato all’arte bizantina e a una collezione di sculture che spaziano dal Medioevo al Settecento. Inutile dire che l’arte italiana fa da padrona: nelle

sale del Rinascimento italiano si possono ammirare le terrecotte di Luca della Robbia e altri capolavori di Donatello e Desiderio da Settignano. Molto nota è anche la collezione di numismatica e di arte bizantina di questo museo, con oltre 150 dipinti e una predominanza di opere di epoca Romana e Bizantina (dal III al XV secolo d.C.) provenienti da diverse regioni del bacino del Mediterraneo: da Costantinopoli alla Grecia antica, dai Balcani ai paesi nordafricani. La Pala d’argento veneziana, collocata nella Sala del Quattrocento sarà visibile fino al 13 febbraio 2011. Per informazioni: Bode-Museum, Monbijoustrasse 3, 10117 Berlin, Tel. 030-2663666. Gherardo UGOLINI

Le Ferrovie Italiane si espandono in Germania 60

La società Ferrovie dello Stato si espande in Germania. Il gruppo italiano guidato da Mauro Moretti (nella foto), in partnership con Cube Infrastucture, si è aggiudicato infatti la gara d’appalto per l’acquisto della Arriva Deutschland, uno dei maggiori operatori privati nel trasporto pubblico regionale di passeggeri su ferro e su gomma in Germania. Il consiglio di sorveglianza di Deutsche Bahn (le ferrovie tedesche), che ha gestito la gara internazionale, ha annunciato il via libera alla vendita senza indicare l’ammontare dell’operazione, ma secondo l’agenzia Dpa, il consorzio formato da Trenitalia e dal fondo franco-lussemburghese Cube, avrebbe offerto più di 370 milioni di Euro. L’operazione verrà finalizzata solo dopo l’approvazione da parte della Commissione Ue e delle rispettive autorità Antitrust, i cui verdetti sono attesi entro il primo trimestre del 2011. ‘Arriva-Deutschland’ è uno dei maggiori operatori privati tedeschi nel settore del trasporto pubblico regionale. Nel 2009 il gruppo ha registrato un fatturato consolidato di oltre 460 milioni di euro, più di trenta milioni di treni-km e di trentuno milioni di bus-km. La società ha sede a Berlino e tremila addetti sparsi in varie

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aree della Germania. Il gruppo Fs, in una nota, afferma che ‘Arriva-Deutschland’ ha tutte le potenzialità per crescere ulteriormente grazie all’alta qualità dei servizi, al know-how dei dipendenti ed alle competenze del management. «Con questa acquisizione, quindi - si legge in un comunicato delle Fs, il consorzio FS Stato - Cube infrastructure conquista un’importante quota di mercato, pari al 5%, e si pone l’obiettivo di sviluppare ulteriormente la propria presenza nel mercato del trasporto pubblico tedesco, particolarmente dinamico. L’acquisizione del gruppo ‘ArrivaDeutschland’, che ne garantisce l’ingresso diretto nel mercato tedesco, è coerente con la strategia di sviluppo del gruppo FS e rappresenta un altro importante successo nel rafforzamento del suo posizionamento internazionale quale terzo operatore ferroviario europeo». Il nostro ministro dei Trasporti Altiero Matteoli ha commentato l’operazione definendola «una svolta storica per il sistema trasporti stico italiano ed un rilevante successo per le nostre ferrovie».

Boom di turisti italiani a Berlino Nonostante la minaccia di attentati terroristici il turismo a Berlino non conosce crisi di sorta. E continua a macinare record. Nei primi nove mesi del 2010 hanno visitato la capitale tedesca 6,75 milioni di persone per un totale di 15,7 milioni di pernottamenti, un livello che a fine 2010 dovrebbe attestarsi attorno alla soglia dei 20 milioni. Secondo i dati dell’ufficio statistica di Berlino-Brandeburgo, in vetta alla classifica dei pernottamenti da parte di turisti stranieri ci sono gli italiani, che occupano invece il secondo posto - dietro i britannici - per quanto riguarda il numero degli arrivi. I pernottamenti di turisti provenienti dall’Italia sono stati, sempre nei primi nove mesi dell’anno appena concluso, 668.300, con un incremento del 19.7% rispetto allo stesso periodo del 2009. I pernottamenti dei turisti britannici ammontano a 611.500 (+20.2%) e quelli degli spagnoli a 516.500 (+13,7%). I dati sugli arrivi vedono invece in testa, come detto, i britannici con 246.400 turisti nel periodo gennaio-settembre 2010 (+17,5%), seguiti dagli italiani (219.700, + 14,2%) e dagli americani (202.700, +8,8%). Tra i monumenti più visitati svettano la Porta di Brandeburgo e la vicina cupola del Reichstag, che attrae due milioni di visitatori all’anno e che nel mese di novembre è rimasta chiusa per qualche settimana per paura di un possibile attentato terroristico.

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Il Bode Museum. A sinistra, la Pala d’Altare del Trecento.

Nuovi voli tra Italia e Germania

La compagnia aerea Air Berlin ha deciso di inserire nei suoi voli per la prossima stagione due nuove tratte che collegheranno lo scalo di Verona a Berlino e a Düsseldorf. I voli per la capitale inizieranno il prossimo 15 aprile e saranno quattro fino alla fine del mese, mentre con l’entrata in vigore dell’orario estivo e quindi da maggio i voli saranno giornalieri. Il sabato si volerà solo da Verona a Berlino e domenica da Verona a Düsseldorf. I prezzi dei nuovi voli si preannunciano estremamente competitivi: partiranno da 44,99 Euro, comprese imposte e tasse, e sono prenotabili sul sito della

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Addio pacchia per i guidatori tedeschi È finita la pacchia per i turisti tedeschi che in Italia viaggiano a tutta velocità senza far caso ai limiti oppure parcheggiano tranquillamente in divieto di sosta, infischiandosene di multe che non gli potevano essere contestate in patria. In seguito alle forti pressioni ricevute, il Governo di Berlino ha ora approvato una norma che rende obbligatorio il pagamento di multe comminate in un altro Stato dell’Unione Europea. Le multe esigibili sono quelle superiori ai 70 Euro, mentre per importi inferiori gli automobilisti teutonici continueranno a cavarsela come prima. La stampa tedesca ha sottolineato che sono Italia e Olanda i Paesi che avevano chiesto con più determinazione un intervento legislativo per poter “inseguire” in patria gli automobilisti indisciplinati. Questi ultimi, in base alla nuova legge, hanno diritto a ricevere il verbale della multa tradotto nella lingua di Goethe, in modo da potersi rendere conto dell’infrazione commessa.

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compagnia. “Siamo molto orgogliosi di questo nuovo e importante collegamento che consolida il nostro posizionamento su un mercato, quale quello italiano, strategicamente molto importante per il Gruppo Air Berlin” ha commentato Susanna Sciacovelli, direttore generale di Air Berlin Italia, la quale ha anche aggiunto: “Crediamo che la partnership instaurata con l’Aeroporto Valerio Catullo di Verona sia importante per il successo del progetto. Per la prima volta Verona sarà connessa non solo con Berlino e Duesseldorf ma anche con il nostro network internazionale e in particolare con i Paesi Scandinavi”.

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Michele Calcaterra, in giro per il mondo e adesso a Madrid

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Il mestiere del Corrispondente dall’estero di Maureen AUDETTO majaudetto@chellomulticanal.com

MADRID. Se c’è un “Italiano nel Mondo” che ha saputo seguire e realizzare i suoi sogni è Michele Calcaterra, corrispondente del Sole 24 Ore in Spagna e vicedirettore del quotidiano “El Economista” di Madrid. Sposato e padre di tre figli coronati dal successo, Michele Calacaterra ci accoglie nel suo luminoso appartamento nel bel mezzo della movida di Madrid e ci racconta, attraverso le sue esperienze di vita in giro per il mondo, quanto sia importante fare ciò che si ama nella vita. Milanese doc, ma con una gran voglia di scoprire il mondo, di conoscere e di informare il prossimo, Calcaterra è riuscito a combinare alla perfezione la sua vita tra famiglia e lavoro e “grazie a anche a un pò di fortuna e di timing”, di finire sempre in posti interessanti e piacevoli, come attualmente la Spagna dove si trova da 4 anni e dove intende rimanere nel futuro prossimo. Nonostante le varie offerte e tentazioni nel mondo della banca, il “nostro” eccellente Corrispondente è rimasto fedele al suo sogno di essere giornalista e la sua lealtà al Sole 24 Ore dura dal lontano 1974, giornale nel quale ha svolto vari ruoli come caposervizio finanza, caposervizio agli esteri, caporedattore centrale, corrispondente da Londra, Asia, Parigi e adesso Madrid come caporedattore al Mondo Economico (settimanale del Sole) e dell’edizione del lunedì. Al suo arrivo in Spagna viene anche promosso a vicedirettore del rispettabilissimo El Economista, quotidiano spagnolo di economia di cui il Sole detiene un’importante partecipazione azionaria. Michele è una persona entusiasta sotto tutti gli aspetti, un giornalista che è anche riuscito a pubblicare un libro negli anni ‘90 con

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Paolo Aicardi: “Gli ultimi banchieri”, che narra le vicende delle banche italiane rimaste in mano a famiglie private. I suoi figli sono la prova più evidente di questo successo e capacità di trasmettere passione e perseveranza in ciò che fa. Tomaso, 28 anni, è laureato in fisica, poi c’è Bath, Financial Manager in General Electric, poi ancora Eleonora, 26 anni laurea in architettura a Nottingham che, in questo momento, sta finendo il master in architettura al Politecnico di Milano, ed infine Laura, 20 anni secondo anno di medicina a Madrid. E adesso la nostra chiacchierata inizia accompagnata da un caldo caffè, italiano. Dove nasce la sua carriera da giornalista? “La mia carriera da giornalista nasce banalmente a Milano; sono milanese per cui è la mia città. Peró nasce dopo un anno fatto in Inghilterra in una banca, come junior chiaramente, ero molto giovane, e tornando a Milano dopo l’Inghilterra avevo voglia di fare il giornalista perché mi era sempre piaciuto e un amico di mio padre mi ha presentato al Sole 24 Ore dove ho fatto il mio bel precariato per un pó di tempo e poi ho cominciato da lì tutta la mia carriera da giornalista”. Crede che questo percorso l’abbia preparato al meglio? “Spero di si, credo che per quel che riguarda la mia vita è stata una bella esperienza; credo che il giornalismo mi abbia dato molto e che sia stato fino ad ora qualcosa di molto importante per me, soprattutto perche ho fatto quel che volevo fare. Non è facile oggi riuscire a fare

quello che si vuole fare”. Quali consigli si sente di dare a qualcuno che vorrebbe intraprendere la sua stessa carriera? “Un consiglio che posso dare è di fare questo mestiere come tutte le professioni e i lavori avendo voglia di farlo: specialmente il giornalismo perché richiede anche molti sacrifici all’inizio, richiede di avere, in un certo senso, poca vita privata e di impegnarsi molto in quello che si fa. E’ in ogni modo una professione che da grandi soddisfazioni perché ogni giorno c è qualcosa di diverso, ti permette di conoscere un sacco di gente, di essere al centro della cronaca e dell’attualità, poche professioni permettono questo…” Come riesce a tenere il legame con l’Italia? Cosa fa per non farsela mancare? “In realtà l’Italia manca e non manca. Nel senso che è li, è un bellissimo Paese, dove ci ritorno appena posso, però non è un’ossessione. Diciamo che dopo la mia esperienza in Inghilterra, poi in Francia, in Giappone e adesso qui in Spagna, l’Italia mi è mancata però allo stesso tempo è stato anche un grosso hatú nella mia professione nel senso che l’Italia all’estero gode di una buona immagine per quel che riguarda le bellezze, la cultura, e quindi è stato anche di aiuto: sono in Spagna da 4 anni”. Il giornalismo in generale viene intrapreso nello stesso modo in vari Paesi. Anche in Spagna la politica è di prim’ordine o c’è più interesse per la cronaca/economia? “Io faccio un giornalismo un po’

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particolare rispetto ad altri perché essendo un giornalista del Sole 24 Ore mi occupo prevalentemente di economia e gli aspetti più economici. Oggi la politica è molto correlata, legatissima all’economia per cui direi che l’economia è una grossa parte del mio lavoro. Per quel che riguarda la Spagna, sopra tutto in questo momento, credo che politica ed economia siano fortemente correlate quindi un bell’impegno quotidiano…” Ha mai avuto un momento difficile nella carriera? “In realtà facendo le corna direi di no! Abbiamo tutti alti e bassi pero momenti realmente difficili no! Ho avuto la fortuna di entrare al Sole 24 Ore un attimo prima del grande sviluppo che ha avuto il giornale negli anni 80/90 dove sono riuscito a godermi in pieno, per cui anche da quel punto di vista ho avuto fin’ora grande fortuna. Momenti difficili, si! Può esserci stato una volta o due con qualche capo, cose molto relative. Un momento della mia vita di scelte di campo le ho avute ad un certo punto quando ho deciso di lasciare il giornalismo, avevo 35 anni e sono andato a lavorare per un paio di anni con Tedison per tentare di vedere se mi sarebbe piaciuto fare una carriera diversa da quella del giornalismo, ma poi due anni dopo son tornato a fare il giornalista,

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per cui ecco, non è una difficoltà, ma una scelta che avevo soppesato bene ed è stata molto limitata perche il richiamo del giornalismo è stato molto più forte”. C’è un articolo che ricorda con più piacere? “Uno in particolare no, ne ho scritti talmente tanti… direi forse il periodo più elettrizzante (tra virgolette) della mia carriera è stato quando ero corrispondente dal Giappone lo ero anche per il Sud dell’Asia per cui ho viaggiato tantissimo la Cina, Vietnam, Filippine, Taiwan… e, mi ricordo con grande piacere, con grande entusiasmo la settimana che ha preceduto il passaggio di Hong Kong dagli inglesi alla Cina. Ecco, magari quella è stata una settimana che tra feste, interviste ecc. è stato un periodo molto bello. Limitato però di grande entusiasmo perché il passaggio dell’ultima colonia inglese alla Cina è stata anche una tappa storica importante”. A volte si dice che nella vita bisogna essere fortunati oltre che bravi. Lei concorda? Si è mai sentito fortunato? “Una base di preparazione e di professionalità bisogna comunque averla perche la fortuna non basta. Però sono cosciente del fatto che la fortuna ha un ruolo molto importante, per esempio, io ho avuto la fortuna di entrare nel Sole 24 Ore nel momento in cui il Sole da lì a 4 o 5 anni avrebbe avuto un grande

sviluppo e già questo voleva dire essere fortunati perché vuol dire far parte di un’azienda piena di prospettive. La seconda fortuna è che quando sono andato a Londra, sempre come corrispondente, in realtà al mio posto avrebbe dovuto andare un altro giornalista che dieci giorni, prima di andarsene a Londra, aveva cambiato idea. A quel punto sono andato dal direttore chiedendogli se avrebbe voluto mandare e cosi è stato. Nella vita ci vuole fortuna, ci vuole timing nel chiedere le cose e soprattutto essere coscienti dei propri limiti, cioè non chiedere cose che sai che non ti possono essere date”. Cosa significa fare il corrispondente economico per gli italiani? “Sono convinto che sia importante fare un servizio a favore del prossimo cioè non mettersi mai al centro della scena, cosa che i giornalisti tendono spesso a fare. Questo vuol dire informare gli italiani su come stanno andando le cose in Spagna, facendo una correlazione con il nostro paese. In Italia per esempio in questo momento si sta discutendo di Federalismo e la Spagna credo sia uno dei paesi in Europa più avanzato in questo campo… La Spagna sta facendo in questo momento riforme nel mercato del lavoro e nelle pensioni. Confrontare quello che stanno facendo loro e ciò che facciamo noi

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in Italia ci può essere utile per fare scelte migliori. Altre differenze tra l’Italia e la Spagna… “Sono due Paesi fondamentalmente molto diversi. Siamo molto vicini in termini di lingua, di modo di pensare, però ognuno ha le proprie specificità. In campo economico per esempio la spina dorsale italiana delle piccole/medie imprese qui non c’è o c’è in maniera molto più limitata. Dal punto di vista culturale qui il rinascimento non è mai arrivato, o è arrivato in maniera limitata. L’approccio al business è molto diverso dagli italiani, sono molto più duri e quando devono prendere delle decisioni, almeno in campo aziendale, non perdono tempo. Dal punto di vista Politico qui è un Governo di sinistra e noi abbiamo un Governo di centro destra. Si è visto un pò il limite di questo governo riformista di Zapatero che ha fatto molte riforme di carattere sociale appena arrivato, ma poi si è incagliato in tutte quelle che dovevano essere le riforme puntuali come le pensioni”. La Spagna è oramai la sua casa. Pensa di rimanere qui a lungo o ha giá altri progetti per il futuro? “Progetti per il momento non ne ho anche perché sono venuto qui per un investimento in un giornale economico che si chiama El Economista che è un progetto de Il Sole 24 Ore, che stò seguendo per cui sono andato avanti in questa avventura”. Per conoscerla più sul livello personale, qual è il suo scrittore preferito, musica che le piace ascoltare… “Scrittori preferiti? Ultimamente stò leggendo una scrittrice spagnola, Alicia Gimenez Bartlett che scrive gialli ambientati a Barcellona… Mi piace poi rileggere ogni tanto vecchi libri di scrittori come Barzini o Dacia Maraini, che hanno scritto su viaggi o esperienze di lavoro. Per esempio la Maraini riguardo il Giappone, Marzini con tutte le sue avventure… Poi mi piacciono anche i classici come Primo Levi, Beppe Fenoglio, Calvino, Cassola e, più recentemente, ho riscoperto Edmondo Berselli. La musica l’ascolto, mi piace andare ai concerti, all’opera quando posso. Di cantanti moderni non ne so molto ma ascolto musica di Beatles, Lucio Battisti e Renato Zero, Vasco Rossi… e stranieri Bob Dylan piuttosto che Elton John” Ha un sogno nel cassetto? “Il sogno personale è di continuare

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in quello che stò facendo, mi piace molto e penso di poter dare ancora, molto. Un altro sogno nel cassetto tutto sommato è che i giovani possano avere più facilità nel trovare lavoro, la mia generazione è stata più incoraggiata in questo. Infatti la media dei giornalisti al di sotto dei 30 anni lavorano nel precariato più assoluto. Tutto sommato il mio sogno sarebbe lasciare ai figli una vita con un pò più di certezze. La mia generazione è stata fortunata, ma nel contempo non ha fatto abbastanza per lasciare un eredità un pò più solida”. Ha un motto o una filosofia di vita che segue? “La mia filosofia di vita è l’onestà di fondo, sia materiale che intellettuale. Comportarsi bene in qualsiasi occasione, essere sempre se stessi nel limite del possibile, ma anche nelle piccole cose. Nella vita di oggi ci dovrebbe essere più educazione civica e più educazione in generale. Stiamo andando verso un mondo che non mi piace... vorrei un mondo senza volgarità alla fin fine. Poi non sono abbastanza importante per dettare una linea di vita… Essere se stessi e comportarsi bene, essere brave persone nel senso più ampio, senza fare cose straordinarie. Quello che mi preoccupa di questo mondo è questa deriva continua nei costumi, nel modo di comportarsi e anche nel contenuto dei giornali e delle televisioni. Ci rendiamo effettivamente conto che stiamo vivendo senza valori, o che si sono molto attenuati. Forse dobbiamo fare un passo indietro, tutti. Sta diventando un’intervista triste? No, comunque io sono una persona profondamente ottimista, mi piace vivere, mi piace “disfrutar” come dicono gli spagnoli però... ci sono sempre dei peró…” Gli spagnoli “disfrutano” (approfittare/ divertirsi) di più rispetto agli italiani? “No, mi sembra che abbiano un modo diverso di “disfrutar”. Sono più allegri, vogliosi di esprimere magari la loro gioia per strada. Mi ricordo una volta che avevo invitato dei madrileni a Milano per lavoro e Il Sole 24 Ore aveva prenotato un ristorante alle 9 in centro a Milano su piazza della Scala ed erano sorpresi perché non c’era in giro nessuno. In effetti alle 9 a Milano non ci sono molte persone per strada invece qui anche alle tre del mattino la gente è sempre in giro. Hai questo senso di movimento. Anche

Michele Calcaterra e Signora. Sotto, la famiglia al completo suille piste da sci.

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questa crisi, si, certamente li stà colpendo, e la gente è meno vivace rispetto ad un paio d’anni fa. Gli spagnoli dopo tutto se si possono divertire e fare i ponti delle festività li fanno, giustamente. Prendono gli ultimi risparmi e chi si è visto si è visto... Poi bisogna riconoscere che sono bravi in termini di infrastrutture e anche di università e di sanità: è un Paese solido. Per cui non riesco neanche a capire il perché dell’immagine negativa a livello internazionale, che i mercati hanno su questo Paese, tutto sommato ci sono si problemi di immobilità e di disoccupazione, ma è un Paese che trovo solido e con una capacità di reagire. Mi piace. E’ un bel popolo!” Maureen AUDETTO

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ubbio,

di Alessandra LUTI alessandra_luti@libero.it Foto Agenzia Press News

GUBBIO (Umbria). Una bellissima e storica cittadina dell’Umbria nota per molte caratteristiche culturali e per un fatto di attualità televisiva che la sta rendendo ancor più popolare. A cominciare dalla leggenda dell’incontro di San Francesco d’Assisi che a Gubbio incontra volutamente il “lupo cattivo” e, da qual momento, lo rende mansueto agli occhi di una folla inferocita perché prima tormentava, depredava e uccideva indisturbato e nessuno osava fermarlo; un’altra storia leggendaria è quella in cui si narra che Gubbio fosse un paese di “matti” (nel senso buono del termine) quale conseguenza della caduta di un meteorite che nel 1500, in pieno centro della cittadina, lasciava nell’aria un materiale polveroso che espandendosi ha contaminato alcuni soggetti umani tanto deboli da renderli “matti”: “ancora oggi - dicono alcuni cittadini bonariamente - girando per le strade di Gubbio la sensazione è sempre quella di incontrare nuovi “matti”. L’attuale caratteristi-

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cultura, f e grande cucin 30/12/10 12.19


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, fiction ucina italiana FoglioMonaco_131_DEF.indd 67

La seconda edizione del concorso gastronomico “Tartufo di Gubbio 2010” è stata vinta dal giovane Mattia Spadone di Pescara.

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ca invece è la fortunata serie televisiva di Rai Uno “Don Matteo”, con interpreti internazional-popolari come Tenrence Hill che, oltre a sbancare l’audience, ha fatto diventare Gubbio meta per milioni di turisti che vuol visitare il Set naturale della fiction ancor prima di passare alle visite culturali di cui la città è davvero ricca. In quest’ottica di leggende e di turismo culturale, bene si inserisce la seconda edizione di un concorso cultural-gastronomico dal gustoso titolo “Premio Tartufo di Gubbio”, che poi è un’altra delle peculiarità di questa ospitale città del centro Italia. E dopo due intense giornate di assaggi e degustazioni, ovviamente a base di tartufo bianco, un giovanissimo chef, Mattia Spadone di Pescara, si aggiudica l’edizione 2010. Una competizione realizzata intorno ai fornelli e organizzata dal Comune di Gubbio e dalla Comunità montana Alta Umbria, allo scopo di far apprezzare e conoscere sempre di più, e meglio, la qualità e la prelibatezza del tartufo bianco dell’Alto Chiascio. Il giovane chef, che ha conquistato la giuria della manifestazione, preferito tra i nove cuochi partecipanti, è pescarese ed ha solo 22 anni; è molto timido, ma ha una grande passione per l’arte della cucina. Il suo primo maestro è stato il padre Marcello, chef anche lui e allievo, a suo tempo, del grande e illuminato Gualtiero Marchesi. Papà Marcello per l’occasione è stato l’assistente personale di Matteo in tutte le sessioni della gara del concorso eugubino che si è svolto nelle cucine della caratteristica, quanto elegante, Taverna del Lupo, delle perfette cucine dell’Hotel dei Capuccini e del famoso ristorante Cia. Mattia è un ragazzo letteralmente cresciuto tra i fornelli del ristorante di famiglia; ha fatto esperienze in Spagna (lingua che parla benissimo) e poi è tornato a Pescara, al ristorante “La Bandiera” di Civitella Casanova dove, con il papà, lavorano insieme a mamma Bruna e all’altro figlio Alessio. Da nonna Anna, che alla fine degli anni settanta tornò da Roma per aprire la sua trattoria, Mattia ha ereditato la sapienza antica della terra abruzzese, dei suoi gusti e dei suoi sapori. Di recente, il giovane Spadone ha vinto anche il premio come miglior chef emergente alla rassegna “Cooking of Art”. “Io sono nato praticamente in cucina, la mia passione - racconta Mattia - è nata guardando mio padre e mia madre: il loro lavoro di tutta una vita. Non mi aspettavo di vincere, specie con il tartufo bianco che è un prodotto bellissimo, ma spesso

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gli Chef

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un pò complicato da lavorare, perché va sempre esaltato e non reso semplicemente come una parte del piatto che prepari. E’ davvero interessante fare ricette al tartufo, ma certo non immaginavo proprio di vincere a Gubbio”. Questo lo sfizioso menù, tutto tartufato, che ha portato all’incoronazione di Spadone. Come antipasto Mattia ha proposto: uovo croccante, spuma di formaggio, patate e tartufo bianco di Gubbio; il primo piatto era composto da raviolini di pecorino con salsa di porri e tartufo bianco; di secondo, infine, ha presentato una faraona farcita con fegatini, purea di fagiolini tondino e tartufo. In gara, tra una sana competizione e un forte spirito di collaborazione che si è creata fra tutti i partecipanti, c’erano gli altrettanti giovani chef come Fabio Coluccino consulente del ristorante “Amici miei” di Monte Carlo di Michele Florentino (unico “straniero”presente al concorso), Baciòt del “Grand Hotel Parker’s” di Napoli, Natale Giunta dell’omonimo ristorante di Termini Imerese (Palermo), che arrivava direttamente dalla trasmissione “Prova del cuoco” di Rai Uno. Padroni di casa, invece, Claudio Ramacci del “Mencarelli Group” contitolare del ristorante “Taverna del Lupo”, Adilgerio Tosti del “Park Hotel Ai Cappuccini” (splendida struttura alberghiera), Paolo Pascolini de “La Cia” (adiacente la cappella di Sant’Ubaldo), Massimo Carleo del “Castello di Petroia” e Vito Favuzzi del ristorante “Fabiani”. “Una manifestazione - dice Claudio Zeni, enogastronomo, coordinatore del concorso, nonché collaboratore de ‘Il Foglio Italiano’ - che è partita dalla Sicilia ed è arrivata, intanto, fino a Monte Carlo, toccando tutta l’Italia. Una gara molto seria e con ogni piatto rigorosamente anonimo, associato solamente ad un numero che rappresentava uno Chef, che cambiava ad ogni sessione”. Soddisfatto anche il presidente della giuria, che era composta da personaggi di primo piano del settore agroalimentare, enogastromico e del giornalismo specializzato e non. “Intanto, il primo grande risultato - ha ironizzato il presidente Attilio Romita, caposervizio e conduttore del Tg1 della Rai - è che siamo riusciti ad arrivare in fondo al concorso, visto il numero di portate per ogni sessione. Scherzi a parte - ha aggiunto - dal punto di vista sensoriale è stata un’esperienza unica: il tartufo di Gubbio ha davvero pochi confronti e lo dico avendo partecipato ad altri concorsi. Sono un presidente in-

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LA POLITICA

LA PREMIAZIONE

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LA RAI A maggio la Festa dei Ceri

LA GIURIA

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Ogni anno, il 15 maggio, alla vigilia della festa del patrono Sant’Ubaldo si svolge la storica Festa dei Ceri: sono tre alti e sono pesanti manufatti lignei sormontati rispettivamente dalle statue di Sant’ Ubaldo (protettore dei muratori), di San Giorgio (protettore dei merciai) e di Sant’ Antonio Abate (protettore degli asinari e dei contadini). I Ceri vengono fissati su barelle con le quali i ceraioli li portano a spalla e di corsa per le vie della città fino alla Basilica di Sant’Ubaldo, in vetta al monte Ingino. Un suggestivo cerimoniale precede la corsa in Piazza Grande, a mezzogiorno, dove ha luogo la spettacolare ‘alzata’ dei Ceri; subito dopo questi compiono tre vertiginosi giri della piazza e poi si dividono per effettuare la ‘mostra’ per le vie della città. Poi vengono deposti in via Savelli, dove rimangono fino al momento della corsa. Dal Duomo esce, nel pomeriggio, la processione con la statua di Sant’Ubaldo, che arriva fino in cima a via Dante dove il Vescovo benedice i Ceri che iniziano così la loro frenetica corsa. Dopo aver percorso le principali vie della città i Ceri tornano in Piazza Grande e compiono altre tre ‘birate’, portandosi quindi alla Porta dell’Angelo (detta di Sant’Ubaldo) per iniziare l’ascesa al Monte Ingino. I Ceri vengono in seguito deposti nella Basilica di Sant’Ubaldo mentre le statue dei Santi sono riportate in città tra canti e fiaccolate. La festa è forse riconducibile ad antichi riti pagani, ma solo il suo carattere cristiano e celebrativo in onore di Sant’Ubaldo è storicamente provato per via documentaria. Per saperne di più: www.festadeiceri.it - www.ceri.it

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competente, non ho titoli come altri colleghi della giuria, enogastronomi e grandi firme del settore, ma non avendo conoscenze, non avevo neanche condizionamenti e sono stato un presidente assolutamente imparziale. Tutta la giuria è stata serissima, meticolosa, abbiamo ricontato le schede tre volte per decretare il vincitore, davvero sul filo di lana”. Il premio “Tartufo di Gubbio” è stato consegnato a Mattia Spadone dal sindaco di Gubbio, Maria Cristina Ercoli che nella serata di gala al Park Hotel Ai Cappuccini ha fatto “gli onori di casa”. “A distanza di soli due mesi dalla Mostra Nazionale del Tartufo - ha detto la Ercoli - questa è stata un’occasione importante per riportare il tartufo bianco all’attenzione del mondo enogastronomico nazionale e, insieme con questo, abbiamo messo in mostra ancora una volta tutte le ricchezze storico artistiche e culturali della nostra città. Quella del concorso gastronomico è un’esperienza senz’altro da ripetere e riproporre come accadeva in passato con il ‘Tartufo d’oro’. Speriamo possa continuare anche in futuro, così da dare sempre maggiore visibilità al nostro territorio”. Oltre a Comune di Gubbio e Comunità montana Alta Umbria, soddisfatti per i risultati di questa seconda edizione del concorso, anche le organizzatrici dell’Agenzia e20Comunicazione, insieme ai tanti sponsor, sia istituzionali che ai patrocinatori pubblici e privati, i quali hanno sostenuto economicamente la rassegna. La giuria era composta da: Attilio Romita (TG Rai Uno); Oliver Glowing (Chef a due stelle Michelin); Alberto Schieppati (Direttore Food&Beverage); Salvatore Marchese (Periodico Chef e Guida de l’Espresso); Augusto Tocci (Linea Verde Orizzonti e Geo&Geo); Rosalba Carbutti (La Nazione, Il Giorno e Resto del Carlino); Laura Mantovano (Direttore Editoriale del Gambero Rosso); Anna Moroni (La “Prova del Cuoco” di Rai Uno); Ilio Masprone (Direttore de Il Foglio Italiano e COOLTO, di Torino); Angelo Valentini, enogastronomo e fine scrittore; infine il coordinatore Claudio Zeni (Terre del Vino e Nuovo Corriere Aretino). Le organizzatrici sono già al lavoro per preparare la terza edizione che sarà rinnovata nella formula e nella parte tecnica nonché sulla rivisitazione del regolamento con la partecipazione di Chef ancor più internazionali. Tutto comunque sempre all’insegna della promozione nel mondo del Tartufo Bianco di Gubbio.

Park Hotel ai Cappuccini

LE LOCATION

Alessandra LUTI

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La Taverna del Lupo

La Cia

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La Cina, sempre più vicina all’Italia di oggi Dall’Expo di Shanghai una grande opportunità per il nostro Paese Il Foglio Italiano a colloquio con i due Consoli Italiani Massimo Roscigno e Francesco Varriale di Cristina GRIFONI cristina7@hotmail.it

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SHANGHAI. La frase del titolo è di quelle nate negli anni lontanissimi, quando in Europa si vedevano arrivare i primi turisti cinesi. A noi facevano impressione quei “visi gialli” (è sempre stato un modo di dire) che gironzolavano per città e musei a caccia di tutto e di più, con quelle macchinette fotografiche, pronti ad immortalare le nostre meraviglie culturali. Chi avrebbe mai pensato, negli anni ’60, che questa immensa tribù un giorno avrebbe conquistato il mondo. Certo i grandi numeri fanno impressione a tanti e loro sono davvero un numero quasi esagerato. Tant’è che stanno conquistando il mondo intero. E l’Italia non è immune da questa pacifica (meno male) “invasione” che però sta suggestionando e non poco l’imprenditorialità di casa nostra affascinata dai loro prodotti a costi bassissimi. Uno dei tanti, ormai, esempi di questi ultimi mesi arriva da Shanghai, città nella quale si è svolta l’ultima grande mostra internazionale, quindi anche italiana, alla quale moltissimi connazionali da tutto il mondo hanno fatto quanto meno una visita, mettendo in crisi la nostra diplomazia non pronta a soddisfare le esigenze delle mille richieste che arrivavano nel Consolato Italiano. Ed è proprio da lì che parte la nostra piccola indagine, a colloquio con le nostre autorità che stanno svolgendo un lavoro di consolidamento atto a intrattenere rapporti dà e per l’Italia. E allora, chiediamo: come si sta muovendo il Consolato Italiano in una città così proiettata verso il futuro come Shanghai e quali possono essere le attrattive commerciali con il nostro Paese? “Per parlare del Consolato Italiano di Shanghai - secondo il Console Generale Massimo Roscigno - è necessario dare prima un’idea di cosa voglia dire vivere e lavorare in questa città oggi. Shanghai è una città straordi-

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naria che si è pienamente affermata tra le capitali economiche del mondo. Qui si concentrano gli interessi dei principali operatori economici internazionali che guardano con molto interesse alla Cina. Inoltre, la circoscrizione consolare comprende anche le ricche e sviluppate province di Zhejiang e Jiangsu che, negli ultimi decenni, hanno attratto sempre più investimenti industriali. Dallo Zhejiang poi provengono la maggior parte dei cinesi che decidono di vivere in Italia. Il Consolato è quindi chiamato a muoversi a 360 gradi: assistere le aziende italiane, rilasciare un numero elevatissimo di visti, accogliere le delegazioni provenienti dall’Italia, rispondere ai bisogni di una collettività molto dinamica ed esigente e, soprattutto, con forti legami con l’Italia.

Per noi rappresenta quindi una palestra straordinaria che comporta l’esigenza di confrontarsi quotidianamente con mille problematiche diverse. Si tratta anche di una sede consolare abbastanza grande dove operano quasi 50 persone, quindi anche il lavoro di coordinamento e razionalizzazione è molto intenso. L’impegno quotidiano è volto a rendere il Consolato più “amichevole”, vicino agli utenti, e crediamo che questo sia più facile per le nuove generazioni di funzionari che ci inviano dal nostro Paese. La Cina è una civiltà millenaria e nel contempo è una potenza economica all’avanguardia. Molti connazionali vi risiedono, anche stabilmente, quindi vanno aiutati ad inserirsi e sviluppare le loro attività”. Diamo la parola anche al giovane Fran-

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A lato, Massimo Roscigno e sotto Francesco Varriale.

cesco Varriale, Console Aggiunto, affinché ci spieghi quali sono le caratteristiche della comunità italiana in città? “Il rapporto con gli italiani che vivono a Shanghai è forse la cosa più bella che abbia costruito in questi anni. La comunità è composta da persone mediamente giovani, in media tra i 30 ed i 50 anni, di cultura medio-alta, dunque con laurea, e spesso con una specializzazione post-laurea che hanno in molti casi, persone che hanno già vissuto all’estero per motivi di studio o di lavoro. Imprenditori e manager chiamati a guidare filiali locali o stabilimenti produttivi di imprese italiane, avvocati, soprattutto specializzati in diritto commerciale ed industriale, architetti ed ingegneri, che trovano lavoro in studi italiani o internazionali. Vi sono infine laureati in lingua cinese che, sbarcati in Cina per specializzarsi, riescono ad inserirsi nelle aziende italiane anche in posizioni di rilievo. Sono quasi sempre persone che hanno voglia di viaggiare e storie interessanti da raccontare. Guardando un pò ai numeri, la comunità è fortemente cresciuta negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2004 si contavano 426 iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), mentre oggi gli iscritti sono 1.740, anche se si può stimare che i residenti più o meno stabili siano circa il doppio. Dei 1.740 iscritti, 1.169 sono maschi e 571 femmine, 1.267 sono maggiorenni e 473 minorenni. Sebbene ridotta nei numeri rispetto a quella di altre circoscrizioni consolari la nostra è una comunità con forti legami di natura affettiva ed economica con l’Italia. Molti connazionali inoltre pensano spesso che l’esperienza cinese sia una tappa di un percorso che li riporterà prima o poi in Italia”. Ci può parlare degli scambi culturali tra

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Cina e Italia, due Paesi entrambi dalla storia millenaria, anche se tanto diversa? “L’Italia e la Cina sono accomunate dall’avere un bagaglio culturale straordinario che si declina nella letteratura, nell’arte, nella musica, ma anche nella cucina. Il popolo cinese apprezza moltissimo l’Italia e la sua cultura. Non è un caso che l’ultima edizione del Film Festival di Shanghai, forse la manifestazione di questo genere più importante dell’Asia, sia stata vinta proprio dal film italiano “Baciami ancora” di Gabriele Muccino. L’Istituto di Cultura di Shanghai, sebbene con mezzi ridottissimi, propone un numero straordinario di iniziative cercando in particolare di mettere a sistema l’offerta di eventi italiani. Come Consolato favoriamo il più possibile i movimenti degli studenti e suppor-

tiamo le esperienze delle università italiane che hanno interessi a Shanghai. Proprio qui, infatti, negli ultimi anni, sono stati avviati diversi corsi di doppia laurea al termine dei quali si ottiene un titolo di studio valido7in entrambi gli ordinamenti, cinese ed italiano. Personalmente penso spesso a come sarebbe stato bello poter fare un’esperienza del genere e anche per questo cerco di mettere molto impegno in questo tipo di attività. Per i nostri studenti si tratta di un anno straordinario che gli permette di conoscere culture diverse, ma anche di confrontarsi con un mondo lontano. Per l’Italia si tratta di un investimento prezioso in capitale umano, con la convinzione che sia i ragazzi italiani che quelli cinesi costituiranno in futuro un punto di forza per il nostro

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Paese”. Anche gli scambi economici tra i due Paesi stanno vivendo una fase di grande vivacità. Come cercate di sostenerli? “La promozione del sistema Italia è sicuramente una delle attività principali in cui il Console chiede l’impegno di tutti. Come responsabile della sezione commerciale lavoro in stretto contatto con l’ufficio dell’ICE (Istituto Commercio Estero) di Shanghai nel supporto quotidiano alle nostre aziende. Secondo quanto mi consta, presentarsi al pubblico cinese come sistema è sicuramente la carta vincente. I cinesi amano il nostro Paese e, dalla moda alla ristorazione, preferiscono i prodotti italiani rispetto a quelli di altri Paesi perché associano il nome Italia all’eleganza e al buon gusto. Il nostro sforzo deve essere quello di costruire una “riconoscibilità” dei nostri prodotti, ma anche delle nostre attività culturali. Ovviamente il resto lo devono fare le aziende nel proporre prodotti di qualità. Promuovere il sistema Italia vuol dire anche favorire flussi turistici verso il nostro Paese. L’Italia, nell’immaginario collettivo, è la prima meta da visitare: adesso vanno incrementate proposte accattivanti”. Ci può fare un breve bilancio sull’Expo appena conclusasi? “L’Esposizione Universale è stata certamente un evento straordinario per la città e per la Cina. Shanghai, in sei mesi, ha saputo accogliere più di 73 milioni di visitatori e l’Expo è stata per il Governo cinese una nuova opportunità per proseguire il progetto di “diplomazia pubblica” avviato con le Olimpiadi di Pechino

del 2008 e per mostrare al mondo intero i grandi passi avanti compiuti da un Paese sulla via dello sviluppo, del progresso, della crescita culturale e della stabilità sociale. Il padiglione italiano è risultato essere uno dei più apprezzati dal pubblico ed il nostro programma di eventi promozionali e culturali è stato di grande impatto. Basti pensare che in sei mesi sono arrivati qui, fra gli altri, Uto Ughi, Ennio Morricone, Giovanni Allevi, l’Orchestra da Camera della Scala, il Maggio Musicale Fiorentino, ma anche grandi jazzisti italiani. La presenza di numerose Regioni italiane e delle città di Mila-

no e Roma, con grandi esposizioni temporanee, ha inoltre contribuito a gettare tanti semi che andranno innaffiati nei prossimi mesi e anni per far nascere dei buoni frutti. Da un punto di vista più personale, l’Expo è stata un’esperienza irripetibile ed ha comportato uno sforzo quotidiano che è stato però ripagato da grandi soddisfazioni. La possibilità di conoscere e, in alcuni casi fortunati, di confrontarsi con grandi personaggi della politica, dell’economia e della cultura italiana credo sia stata un’occasione più unica che rara”. Cristina GRIFONI

RENCONTRES DU CINEMA ITALIEN Per far conoscere il meglio della produzione transalpina

TOLOSA (FR) Grande successo a Tolosa, in Francia, per i “Rencontres du Cinéma Italien”, in programma fino al mese scorso, nato allo scopo di incrementare le proiezioni, le manifestazioni collaterali e il numero degli ospiti. Ci sono stati 20 film in proiezione, 10 in competizione e 10 in prima visione assoluta. Il Festival si è svolto al cinema ABC, partner abituale, interamente restaurato nel 2009 e all’’Autan’ di Ramonville, oltre a diverse sale del Dipartimento e della Regione - Blagnac, Grenade, Aucamville, Auterive, Lectoure, L’Isle Jourdain. La manifestazione ha proposto il meglio della produzione cinematografica transalpina.

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In programma c’era anche il conferimento di tre premi: il Premio del Pubblico, il Premio della Critica, composta di una giuria di giornalisti tolosani e il Premio della Giuria degli Studenti, composta di studenti dell’Università del Mirail e di allievi dell’ÉSAV - Scuola Superiore dell’audiovisivo - e del Liceo di Arènes. In programma anche proiezioni riservate alle scuole e ai licei - con una programmazione adeguata - mentre uno spazio espositivo, di scambi e di ristorazione, è stata come sempre aperta al pubblico per tutta la durata del Festival: naturalmente i prodotti erano Made in Italy. Simona TAGLI

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LE CELEBRAZIONI DEL GOVERNO PER I 150 ANNI Ci saranno mostre, convegni ed anche una “notte bianca, rossa e verde”

ROMA. Il governo italiano ha presentato a Palazzo Chigi il programma ufficiale delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia: in programma, il 17 marzo, prima di tutto il restauro dei ‘luoghi della memoria’, dallo scoglio di Quarto di Genova al parco del Gianicolo di Roma, ma anche musei, mostre, convegni, un portale di storia e persino una notte bianca, anzi “bianca, rossa e verde”. Un programma ricco per il quale il presidente del Comitato dei Garanti, Giuliano Amato - con accanto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta e il ministro della cultura Bondi – ha espresso soddisfazione,

Il primo Dizionario dell’Emigrazione Italiana, per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia ROMA. Un Dizionario che metta insieme tasselli di memorie, parole ed emozioni come semantica di una “Storia Tricolore” che si è snodata attraverso un secolo nei cinque continenti, annullando il tempo e lo spazio nella dimensione di una Patria che non ha più confini, che si estende ovunque esista una Comunità Italiana. E nello stesso tempo un valido strumento di promozione della lingua, della cultura, dell’arte, delle particolarità territoriali e della genialità del nostro Bel Paese attraverso racconti di eccellenze che in ogni settore hanno veicolato il “Made in Italy” nel mondo. E’ questo che si propone il primo “Dizionario dell’Emigrazione italiana - 18612011 - semantica di una Storia Tricolore” delle colleghe giornaliste, saggiste e studiose di emigrazione, Mina Cappussi e Tiziana Grassi, che lo hanno presentato, quale progetto culturale-editoriale, nel corso della conferenza stampa il mese scorso presso la Camera dei Deputati di Palazzo Marini a Roma. I lavori sono stati aperti, con un indiriz-

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ricordando che in tutto 33,5 milioni i fondi disponibili per la festa, che arrivano da un fondo della Presidenza del Consiglio (18,5 milioni) da Arcus (la Spa in condominio tra ministero della cultura e infrastrutture che garantisce 13 milioni 350 mila) e dalle Fondazioni bancarie (2,2). Per quanto riguarda i Luoghi della memoria, sono oltre 400 quelli censiti, 100 quelli per i quali sono stati individuati possibili lavori, 30 quelli sui quali si è concentrata l’attenzione per il 2011. Tra questi ricordiamo Quarto e Caprera, il Gianicolo a Roma, San Martino alla Battaglia. Nell’ambito degli eventi, ci saranno una

grande esposizione dedicata alle Regioni e una rassegna, all’Archivio di Stato, “dedicata alla Storia dello Stato italiano e insieme agli italiani che hanno innovato”, i convegni, un portale affidato a Ernesto Galli della Loggia “ricchissimo di testimonianze, testi, filmografia, documenti sul risorgimento”. Il presidente del Comitato ha citato la collaborazione delle televisioni, il servizio pubblico Rai prima di tutto (“che destinerà ai programmi per i 150 anni 20 milioni di euro derivanti da raccolta aggiuntiva di risorse pubblicitarie”), ma anche Mediaset, che con Fedele Confalonieri “ha offerto la sua disponibilità” e manderà in onda su Rete Quattro opere musicali risorgimentali. Si è toccato poi la questione, non del tutto risolta, della Festa Nazionale, indetta dal Consiglio dei Ministri per il 17 marzo.

zo di saluto, dell’On. Vincenzo Scotti, sottosegretario agli Affari Esteri. I relatori erano: l’On. Franco Narducci, vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati; Franco Pittau, responsabile scientifico del “Rapporto Italiani nel Mondo”- Migrantes; Alessandro Masi, segretario generale della “Società Dante Alighieri”; Mario Morcellini, direttore del dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università di Roma “La Sapienza”; Gian Maria Fara, presidente Eurispes; Renzo Principe, coordinatore comitato scientifico del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana; Giuseppe Abbati, vice presidente nazionale Aitef Onlus; Salvo Iavarone, presidente ASMEF; moderatrice è stata Patrizia Angelini, giornalista di Rai International nonché presidente di “Globo Tricolore-Italian Women in the World”. L’opera, che uscirà quest’anno, in occasione delle Celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, è edita dalla casa editrice “Un Mondo d’Italiani” ed è, appunto, il primo Dizionario sul tema che raccoglie in forma sistemica e con taglio marcatamente semantico, le “parole”, i “suoni”, i “segni” che hanno caratterizzato una pagina importantissima della nostra storia, impregnando di significati ogni angolo di questo vasto mondo che è la comunità italiana all’estero: sessanta milioni di oriundi sparsi in ogni angolo del pianeta, immensa epopea del nostro Paese che sta

tra il XIX e il XX secolo. Dunque siamo arrivati ai 150 anni dall’Unità d’Italia: la celebrazione di una tale ricorrenza non può prescindere da una pagina importantissima che è stata, ed è, l’emigrazione italiana nel mondo. Un mondo, quello dell’emigrazione, dove le parole come “lingua”, “rimesse”, “valigia”, “oceano”, “ritorno”, accanto ad altre come “identità”, “appartenenza”, “cittadinanza” o “associazionismo” sono molto più che parole: implicano e comportano letture di ulteriore livello, meta-letture che rimandano a storie, a segni e sogni, a strappi, speranze, idee, coraggio, dignità. Così sono state vissute dai trenta milioni di connazionali emigrati. Così, ora, vanno raccontate e condivise. La presentazione vera e propria avverrà successivamente al Ministero Italiano Affari Esteri, per proseguire poi, in maniera itinerante nel mondo, tra le Comunità degli Italiani all’Estero, cominciando da Toronto, Ontario (Canada) presso il Columbus Center, seguita da Montreal e Ottawa e poi Usa, Argentina, Australia, Europa (Inghilterra, Svizzera, Belgio, Germania, Francia) in collaborazione con gli Istituti di Cultura italiani, “Società Dante Alighieri”, Ambasciate e Consolati locali, Associazioni e Federazioni degli Italiani nel mondo. Il sito dizionario.emigrazione@gmail.com aggiunge molto altro.

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Colophon Numero 131 • Gennaio 2011

Magazine per gli Italiani nel Mondo fondato nel Principato di Monaco nel 1997 Direttore Responsabile ILIO MASPRONE (iliomasprone@tiscali.it) Collaboratori Maria Rebecca BALLESTRA (rebeccaballestra@gmail.com) • Paolo L. BONAVERI (p.bonaveri@me.com) Bruno BRESCHI (brunobreschi@alice.it) • Arianna CARACCIOLO (redazionestampa@hotmail.com) Martina CHIELLA (martina.chiella@hotmail.it) • Simona DE MELAS (controtempo.@rosenet.iyt) Feliciana DI SPIRITO (feldispirito@libero.it) • Natalia DOLCE-CAZZOLA (nathaliec@hotmail.it) Ely GALLEANI (elynews@iol.it) • Cristina GRIFONI (cristina7@hotmail.it) Greta GROSSI (greta.grossi@hotmail.it) • Alessandra LUTI (alessandra_luti@libero.it) Luigi MATTERA (luigimattera@yahoo.fr) • Lea PERICOLI (info@leapericoli.com) Simona TAGLI (simona@simonatagli.com) • Chiara TRUSSONI (info@foglioitaliano.com) Claudio ZENI (c.zeni@foglioitaliano.com) Dall’estero BERLINO Gherardo UGOLINI (gherardo.ugolini@rz.hu-berlin.de) BRUXELLES Matteo MANZONETTO (manzonetto@gmail.com) GINEVRA Susanna GORGA (susanna.gorga@gmail.co) LONDRA Carolina STUPINO (carolina.stupino@gmail.com) MADRID Maureen AUDETTO (majaudetto@chellomulticanal.com) PARIGI Silvana RIVELLA (silvana.rivella@gmail.com)

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Collaboratori alla Fotografia PEPE’ • Valentina De GASPARI • Samantha ROSSO • Pier Tommaso PAGLIONI • Roberto GAGGERO • River PIX Coordinamento • Tiziana DANZO (tiziana.danzo@monaco.com) _______________________________________________ Servizio Artistico • Maria Vittoria MOLLICA (mariavittoriamollica@gmail.com) _______________________________________________ Consulenza Grafica • Paolo PINTO (paolo.pinto67@gmail.com) Redazione: 18012 Bordighera (IM) Via dei Colli 39 • Tel e Fax (+39) 0184.266433 • Mobile (+39) 335.327111 TESTIMONIAL per l’IMMAGINE Ludovica COLOMBOTTO-ROSSO (colombotto.ludo@hotmail.it) _______________________________________________ Editing EVENTS & PROMOTIONS D.I. CAP 18012 Bordighera (IM) • Italia • Via Dei Colli 39 (temporanea) Direzione Amministrativa • Renata RIVELLA (r.rivella@foglioitaliano.com) International Public Relation Marichele BRUSA (direttore.brusa@gmail.com) Direzione Commerciale • Romeo ZUNINO (zunino49@hotmail.com) • Costanzo CREMONESI (costanzo.1950@libero.it) Concessionaria: S.C. ARTE&TURISMO • Sanremo • Italia • Tel. e Fax (+39) 0184.266433 • Mobile 335.327111 _______________________________________________ Registrazione Tribunale di Sanremo (IM) - Italia - N° 897 del 10/04/1998 - Abbonamento Postale 45% Comma20/B Art.2 Legge 662/96 Filiale di Imperia - Italia. SERVIZIO ABBONAMENTI: Bordighera IM - Via dei Colli 39 - Tel. e Fax (+39) 0184.266433 - Prezzo di Copertina 5€ Abbonamenti: Italia 40€ - Europa 60€ - Extra Europa 80 € - N° 8 Edizioni per il 2011 Autorizzazione Principato di Monaco - Ministero di Stato N°98 - 492 RB/CG 28/05/1998 Distribuzione: Principato di Monaco/Italia: Milano Roma/Bruxelles/Ginevra/Berlino/Londra/Madrid/Parigi Stampa: Petrilli InternationalPrint Tel. (+39) 0184.352483 (info@petrilligroup.com)

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