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[New] La scienza informa, il cittadino interpreta

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Il mio amico sismologo Robert Geller, emerito all’università di Tokio, mi ha mandato tempo fa un lavoro dal titolo The trouble with the supply-side model of science che potremmo tradurre con “Il problema con il modello supply side della scienza”. Prima d’inoltrarci nella discussione vale la pena di spendere due parole sul termine supply-side. Viene da una teoria economica che nasce negli anni 70 secondo la quale l’economia può essere sostenuta grazie ad uno stimolo alla produzione di beni di consumo favorita da una riduzione delle tasse e da una riduzione dei regolamenti. In pratica la supply-side economics è uno dei cavalli di battaglia delle ideologie conservatrici (per non dire di destra) e i suoi risultati - quando viene applicata - sono abbastanza controversi.

L’articolo in questione di Naomi Oreskesprofessore ad Harvard di cui abbiamo già parlato - interpreta questo modello in modo leggermente diverso. Secondo Oreskes la supply-side science è un modello che assume che il lavoro degli scienziati è quello di fornire informazioni che i governi e i cittadini possono usare per prendere decisioni.

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Quindi compito degli scienziati è quello di fornire informazioni chiare ed accurate e di alta qualità. Il problema di questo modello è che negli ultimi decenni i governi e i cittadini hanno rigettato alcuni risultati importanti scientificamente provati sui cambiamenti climatici, sulla biologia dell’evoluzione, sull’efficacia e sicurezza dei vaccini e su altre questioni ancora. La cosa singolare è che questo rifiuto non è basato sul fatto che le conclusioni scientifiche siano deboli o incerte o ancora da verificare ma piuttosto sulle possibili conseguenze di quelle conclusioni scientifiche.

Ad esempio la gente non accetta le teorie di Darwin sull’evoluzione perché pensa

DALL’INCROCIARSI DELLE STRADE NASCONO LE PIAZZE

che questo implichi la non esistenza di Dio. Oppure, siccome la teoria darwiniana sostiene che le mutazioni avvengono casualmente, questo dà un significato aleatorio alla nostra esistenza. In altri casi (come quello dei vaccini) il problema è fondamentalmente quello della disinformazione. Ci sono poi dei casi in cui la disinformazione è sostenuta da potenti lobby. Questo è il caso del fumo o dei cambiamenti climatici. Nel primo caso sono i produttori di tabacco e nel secondo sono i grandi imperi dei combustibili fossili. Qualche anno fa la stessa Oreskes insieme a Erik Conway ha scritto il libro (pubblicato in Italia nel 2019) Mercanti di dubbi. Come un manipolo di scienziati ha nascosto la verità, dal fumo al riscaldamento globale, in cui si riportavano appunto gli esempi del tabacco e dell’iper consumo dei combustibili fossili.

È sotto gli occhi di tutti il problema dei no vax. A questa situazione si rimedia andando ad analizzare le cause; prima di tutto la principale che è l’ignoranza scientifica. Infatti una delle premesse della supply-side science è quella che il pubblico comprenda quello che dicono gli scienziati. Quanta gente ricorda le nozioni di chimica che ha imparato a scuola? Siamo affascinati dalle trasmissioni TV sulla scienza ma quanti effettivamente le comprendono?

Un altro problema è che spesso la scienza riporta notizie che la gente non gradisce, ad esempio sulle conseguenze dei cambiamenti climatici. Ancor più scivoloso diventa tutto ciò che interferisce con la politica o con la religione. Ancora per molta gente il problema scienza-religione è esemplificato dalla vignetta di Jack Ziegler sul New Yorker che mostra un dito gigantesco che sbuca dalle nuvole che si infila in un telescopio. Scienza e religione appartengono a realtà diverse e le cui relazioni implicano importanti questioni filosofiche.

Un grosso aiuto per comprendere e non respingere o ignorare le raccomandazioni scientifiche può arrivare dalle scienze sociali, che si occupano dello studio della società e delle relazioni degli individui con essa. Questo è particolarmente vero quando (come nel caso dei vaccini) si ha a che fare con problemi di sanità pubblica. Come dice Naomi Oreskes, possiamo avere i migliori vaccini e la migliore scienza ma tutto ciò è inutile se la gente la ignora o addirittura la rifiuta.

Il ruolo della scuola è essenziale nel far capire che la scienza non riguarda solo i grandi problemi della fisica ma che è necessaria per meglio comprendere fenomeni apparentemente meno affascinanti ma forse più importanti come la virologia e i cambiamenti climatici. La divulgazione scientifica, che è tanto popolare in TV, va fatta sfrondandola dalla retorica che spesso l’accompagna circa la purezza e intoccabilità della scienza. Questo perché sovente le forze in campo, tra le conclusioni utili della scienza e la disinformazione eterodiretta, sono assai diverse. Sul problema del tabacco e del riscaldamento globale le multinazionali del fumo e dei combustibili fossili mettono in campo notizie volutamente false con campagne condotte con tali risorse finanziarie che la scienza ufficiale non può permettersi.

Diverse sono le obiezioni che possono essere fatte alle argomentazioni della Oreskes, e una di queste riguarda proprio i vaccini. Pensiamo infatti alle ripetute occasioni in cui si è parlato inutilmente di rinunciare ai brevetti in modo che quanto la ricerca scientifica aveva scoperto fosse messo a disposizione dei Paesi più poveri.

Tra l’altro esiste una differenza fra evidenza scientifica ed evidenza sperimentale. La prima implica un aspetto fondamentalmente di dati statistici mentre la seconda fa riferimento a risultati sperimentali che non sono quasi mai bianchi o neri ma sono piuttosto grigi. Tipico è il problema delle onde gravitazionali che si mostrano nei dati ma la cui interpretazione serve soprattutto alle carriere scientifiche. Tipico anche in questo caso il problema del riscaldamento globale che indubbiamente esiste ma nessuno sa a che livello di precisone e soprattutto quando le previsioni interagiscono con problemi economici e con stili di vita e abitudini sociali.

È qui il caso di riportare la conclusione di un vecchio articolo di Richard Lewontin che recensiva un libro di Carl Sagan: “….Coscienziosi e ammirevoli divulgatori della Scienza come Carl usano sia la retorica che la loro cultura per formare le idee delle masse perché credono, come l’evangelista Giovanni, che la verità ti farà libero. Ma essi sbagliano. Non è la verità che ti fa libero, è il possesso del potere per scoprire la verità. Il nostro dilemma, è che non sappiamo come procurarci quel potere”.

Guido Visconti

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