Rivista Marittima Gennaio 2018

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RIVISTA

MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

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* RIVISTA MARITTIMA *

GENNAIO 2018 - Anno CLI

GENNAIO 2018

All’interno: PRIMO PIANO

Mediterraneo, Bacino inquieto Germano Dottori

Brexit ed Europa della Difesa 1

Alessandro Marrone


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RIVISTA

MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

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RIVISTA

MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

GENNAIO 2018 - anno CLI

REGISTRAZIONE TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N. 267 31 LUGLIO 1948

Chiuso in redazione il 29 gennaio 2018

REGISTRAZIONE TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N. 267 31 LUGLIO 1948

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La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Il pensiero e le idee riportate negli articoli sono di diretta responsabilità degli Autori e non riflettono il pensiero ufficiale della Forza Armata. Rimaniamo a disposizione dei titolari dei copyright che non siamo riusciti a raggiungere. Gli elaborati non dovranno superare la lunghezza di 12 cartelle e dovranno pervenire in duplice copia dattiloscritta e su supporto informatico (qualsiasi sistema di videoscrittura). Gli interessati possono chiedere alla Direzione le relative norme di dettaglio oppure acquisirle direttamente dal sito Marina all’indirizzo http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/editoria/marivista/Pagine/Normeperlacollaborazione.aspx. È vietata la riproduzione anche parziale, senza autorizzazione, del contenuto della Rivista. Rivista Marittima Gennaio 2018

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Editoriale

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gni inizio di anno è sempre un momento per ripensare a quanto fatto nell’anno appena trascorso e per immaginare e programmare i progetti del prossimo futuro. Quanto detto vale ancor di più nel 2018 per la Rivista Marittima poiché proprio quest’anno ricorre il significativo anniversario dei 150 anni dalla sua fondazione. Era infatti il 1° aprile 1868 quando per determinazione dell’allora Ministro della Marina, l’Ammiraglio Riboty, veniva pubblicato il primo fascicolo della Rivista Marittima. La Rivista nasceva con l’intento di approfondire le tematiche marittime all’interno della forza armata, in relazione principalmente ai grandi progressi tecnici dell’epoca, ma ben presto gli scopi principali si allargarono col più ampio obiettivo di promuovere e diffondere la cultura marittima all’interno di tutto il Paese in stretto contatto con il mondo accademico, scientifico, diplomatico e istituzionale. E in questi 150 anni, il periodico ha mantenuto inalterati i suoi scopi originari pur adeguandosi continuamente alle esigenze dei tempi e ricercando sempre la qualità e un alto livello dei propri contenuti. Il proposito di rinnovarsi apportando miglioramenti e novità per essere sempre moderna e guardare al futuro, pur poggiando saldamente sulle proprie tradizioni, è stato senza dubbio il filo conduttore della Rivista Marittima anche in questi ultimi anni. Andando a riprendere quanto ci si proponeva di fare proprio tre anni fa, nel numero di gennaio del 2015, si può infatti constatare che gran parte di quanto allora proposto è stato effettivamente realizzato. La prima novità rilevante di questi ultimi anni è stata senza dubbio il cambio di formato; a gennaio del 2015 la Rivista Marittima usciva per la prima volta in un formato più grande dei precedenti, un 20x27 simile a quello di quasi tutte le altre riviste mensili che escono in edicola e che si rendeva quanto mai necessario dal momento che il periodico era già da circa un anno — e lo è ancora tutt’oggi — presente nelle edicole di alcune delle principali città italiane. Con il nuovo formato si voleva rendere la rivista più moderna e dare maggior risalto agli aspetti grafici, fino a quel momento sempre poco valorizzati rispetto ai contenuti principalmente a causa proprio del piccolo formato della pubblicazione divulgata da sempre solo tramite abbonamento. Il nuovo formato, che ha assunto oggi ormai una sua configurazione consolidata, nel voler privilegiare la grafica presentava tuttavia il rischio che si potesse arrivare a una riduzione dei contenuti rispetto al passato, nel numero o nella lunghezza degli articoli e delle rubriche. In realtà, dopo un periodo di affinamento, riusciamo oggi a presentare con l’attuale veste grafica esattamente lo stesso numero di articoli e rubriche degli anni passati e contemporaneamente articoli e rubriche hanno visto aumentare di circa il doppio il numero delle immagini al loro interno (sia sotto forma di fotografie che di grafici e tabelle) con un indubbio arricchimento dei testi a beneficio di una più piacevole lettura dei vari argomenti trattati e di una più completa comprensione dei contenuti. Spostando l’attenzione proprio sui contenuti va rilevato che anche in questi ultimi anni, a similitudine degli anni precedenti, si è continuato a dare maggiore spazio agli articoli di geopolitica e di comprensione della situazione internazionale — con la collaborazione di autorevoli firme del mondo accademico e istituzionale — nonché di politica marittima e sulle tendenze e programmi delle varie marine militari. Le sezioni di primo piano e tecnico-professionale hanno avuto pertanto —– e continueranno presumibilmente ad avere anche in futuro —

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un maggior rilievo rispetto alle altre sezioni di saggistica e di storia, anche in considerazione del fatto che gli studi di storia aeronavale, certamente molto importanti, sono già argomento dell’Ufficio Storico della Marina che ha il compito istituzionale di valorizzarli. In merito poi alla sezione delle Rubriche si è riusciti a mantenerle tutte con la stessa periodicità del passato, riproponendone anche alcune che da un po’ di tempo non venivano più pubblicate e riattivando nell’estate del 2016, dopo un certo numero di anni, la rubrica Marine Mercantili; tale rubrica viene ora sempre mensilmente pubblicata al pari di Osservatorio Internazionale e Marine Militari, e la si ritiene, al pari delle altre due, fondamentale per una comprensione d’insieme di tutti gli aspetti marittimi, anche quelli che, apparentemente più distanti da noi, potrebbero invece avere dirette ripercussioni sul nostro Paese, sulla nostra sicurezza e sui nostri interessi nazionali. Per quanto riguarda le iniziative proposte, oltre ad alcuni numeri speciali a tema, come quello sulla Grande Guerra in occasione del centenario del maggio del 2015, che seguiva di alcuni mesi lo speciale di politica internazionale con focus sul Mediterraneo, si è voluta infine riproporre la pubblicazione di supplementi alla Rivista, che tanto successo avevano avuto nel passato tra i nostri lettori e ben tre sono state le nuove pubblicazioni nell’ultimo anno: il Glossario del Diritto del Mare, volume apprezzato anche a livello accademico, il supplemento di nautica Andar per Mare contenente tutti i regolamenti aggiornati del settore, e il volume storico di grande successo tra gli studiosi e appassionati di storia navale sul Grande Ammiraglio Paolo Thaon di Revel. E considerati gli esiti positivi che tali volumi hanno riscosso tra i lettori, è intenzione continuare a realizzarne anche in futuro, dedicando spazi particolari agli anniversari, come avverrà già nel 2018 per i 150 anni della Rivista Marittima, per il centenario della vittoria nella Grande Guerra e per altre significative ricorrenze. Da ultimo, un cenno alle novità legate alle forme di comunicazione più moderne; dopo un primo esperimento un paio di anni fa, ormai da circa un anno il periodico presenta una sua versione ridotta digitale raggiungibile dal sito della Marina Militare al link http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/editoria/marivista/Pagine/2017_11.aspx; la Rivista è dunque in questa versione facilmente consultabile on line su pc, tablet o smart phone, con la possibilità di avere un’ampia anteprima di quanto presente sull’ultimo numero in pubblicazione. La possibilità invece di attivare un vero e proprio abbonamento per la versione digitale insieme a quello tradizionale cartaceo, nonché la possibilità di acquistare gli abbonamenti o le stesse singole riviste con carta di credito direttamente on line con un semplice click sono gli obiettivi futuri per garantire un ulteriore maggiore visibilità del periodico e un progressivo aumento del numero degli abbonati; unitamente a questi sarà da ricercare la possibilità di digitalizzare i preziosi volumi costituiti da quasi 150 anni di fascicoli mensili e supplementi, un patrimonio pressoché completo di temi e argomenti marittimi dall’Unità d’Italia ai giorni nostri, al fine di continuare a divulgare nel nostro paese la cultura marittima, con le metodologie di comunicazione più moderne. Con quest’auspicio, rivolgendo un sentito ringraziamento a tutto il validissimo personale della Rivista e ai preziosi collaboratori esterni, il cui proficuo lavoro sinergico ha permesso i tanti positivi risultati ottenuti, nonché a tutti i lettori per l’attenzione e la fiducia con cui hanno sempre continuato a seguirci, lascio la direzione della Rivista Marittima dopo tre anni di impegnativo e appassionante lavoro. Colgo nel contempo l’occasione di salutare il Capitano di Vascello Daniele Sapienza, che mi rileva nell’incarico e a cui passo dunque il difficile ma stimolante compito di apportare al periodico quegli ulteriori essenziali adeguamenti che consentiranno di mantenerlo al passo con i tempi, aprendosi a un pubblico sempre più ampio, pur rimanendo, con i suoi 150 anni di storia ed esperienza, il sicuro e tradizionale punto di riferimento editoriale per tutti gli studiosi e gli appassionati del settore. Stefano Romano

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Sommario PRIMO PIANO

8 Mediterraneo, bacino inquieto Germano Dottori

SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE

56 Soldatini marinai, quasi un’avventura Enrico Cernuschi

16 Brexit ed Europa della Difesa, quo vadis Alessandro Marrone

STORIA E CULTURA MILITARE

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La difficile convivenza di Cina e Russia in Asia Centrale

66 Gli sbarramenti del Canale d’Otranto nella Grande Guerra

Claudia Astarita

Stéphan Jules Buchet - Franco Poggi

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

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I rischi cibernetici nel settore dei traffici marittimi

Claudio Boccalatte

76 “O Capitano ! Mio Capitano….” Mariano Gabriele

82 Il fallimento dell’Operazione Menace a Dakar nel settembre 1940 Valeria Isacchini

RUBRICHE

40 La Marina israeliana: minacce, realtà e prospettive Michele Cosentino

50 Le Bocche di Bonifacio tra libertà di navigazione e sicurezza ambientale

Aurelio Caligiore - Daniela Falcone

Rivista Marittima Gennaio 2018

94 Osservatorio internazionale 102 Marine militari 112 Marine mercantili 116 Storie di mare 118 Che cosa scrivono gli altri 122 Recensioni e segnalazioni 5


in n

RIVISTA

MARITTIMA

Mensile della Marina dal 1868

EDITORE

Ministero della Difesa DIREZIONE E REDAZIONE Via Taormina, 4 - 00135 Roma Tel.: 06 3680 7248-54 Telefax: 06 3680 7249 Internet: www.marina.difesa.it/conosciamoci/ editoria/marivista/Pagine/default.aspx e-mail redazione: rivistamarittima@marina.difesa.it

DIRETTORE RESPONSABILE

Capitano di vascello Stefano Romano

CAPO REDATTORE

Capitano di fregata Giovanni Melle REDAZIONE

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UFFICI

Giorgio Carosella Gianlorenzo Pesola Massimo De Rosa Gaetano Lanzo UFFICIO ABBONAMENTI E SERVIZIO CLIENTI

Carmelo Sciortino Giovanni Bontade Tel.: 06 3680 7251-48 e-mail abbonamenti: rivista.abbonamenti@marina.difesa.it SEGRETERIA AMMINISTRATIVA

Tel.: 06 3680 7254 Codice fiscale: 80234970582 Partita IVA: 02135411003

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AttivitĂ addestrativa incursori su piattaforma petrolifera. Immagine da mezzo incursori con NVG (Foto Rosario Caruso).

A questo numero hanno collaborato

Professor Germano Dottori Dottor Alessandro Marrone Dottoressa Claudia Astarita Contrammiraglio (arq) Claudio Boccalatte Contrammiraglio (ris) Michele Cosentino Contrammiraglio Aurelio Caligiore Sottotenente di vascello Daniela Falcone Dottor Enrico Cernuschi Contrammiraglio (aus) StĂŠphan Jules Buchet Capitano di vascello (aus) Franco Poggi Professor Mariano Gabriele Dottoressa Valeria Isacchini Dottor Enrico Magnani Contrammiraglio Pietro Verna Tenente di vascello Eugenio Tatulli Dottoressa Paola Libro Contrammiraglio (ris) Ezio Ferrante Capitano di fregata Gianlorenzo Capano Ammiraglio ispettore capo (ca) Renato Ferraro Capitano di fregata Giovanni Melle Dottor Massimo Franchi Rivista Marittima Gennaio 2018



PRIMO PIANO

Mediterraneo, bacino inquieto Tendenze di fondo e sviluppi recenti. Le implicazioni per l’Italia e la sua Marina

Germano Dottori (*)

Meno America e più attori rilevanti nel Mediterraneo allargato Crocevia di traffici intercontinentali, obiettivo di ogni potenza imperiale interessata al controllo delle vie commerciali marittime tra l’Europa, l’Africa e l’Asia, il Mediterraneo non ha mai avuto un’esistenza quieta. Persino durante la Guerra Fredda, che fu sotto molti profili un periodo molto stabile dal punto di vista della politica internazionale, il bacino in cui ci troviamo fu teatro di alcuni fra i conflitti più violenti e divisivi. In quei lunghi decenni, infatti, non si registrarono soltanto le guerre di decolonizzazione e gli scontri combattuti da arabi e israeliani, ma anche il lungo confronto che contrappose l’Iraq di Saddam all’Iran rivo-

luzionario, le tensioni ricorrenti tra i maggiori paesi del Maghreb e le fasi d’instabilità che interessavano lo Yemen e il Corno d’Africa. Quanto sta accadendo in questo scorcio iniziale del XXI secolo non deve quindi tanto meravigliarci, quanto costringerci ad aggiornare continuamente l’analisi e rivisitare consolidati paradigmi, perché sono comunque entrati in gioco degli elementi di novità non trascurabili. Gli sviluppi più importanti, anche per i loro riflessi sulla nostra sicurezza nazionale e gli interessi del nostro Paese, sembrerebbero almeno tre. Il primo concerne la moltiplicazione degli attori rilevanti presenti nello scacchiere. Non è infatti più pos-

(*) Docente di Studi Strategici allÊUniversità Luiss-Guido Carli di Roma, Consigliere scientifico della Rivista Limes.

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PRIMO PIANO

Bruxelles, la nuova sede del Consiglio europeo (Fonte: Afp).

Brexit ed Europa della difesa, quo vadis Le implicazioni dei negoziati tra Londra e Bruxelles e gli scenari futuri Il referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’UE nel giugno 2016 ha rimosso il veto britannico a una maggiore cooperazione e integrazione europea nel campo della difesa, verso la quale si sono infatti registrati importanti passi in avanti negli ultimi 18 mesi come il lancio della Permanent Structured Cooperation (PESCO). Al tempo stesso, i negoziati sulla Brexit si sono rivelati difficili e complessi e, nonostante i progressi sanciti a dicembre 2017, il loro esito resta incerto anche a causa della questione del confine terrestre tra Regno Unito e UE — confine che tornerebbe a separare dolorosamente Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda. A fronte del consolidamento politico-militare dell’Europa continentale e delle difficoltà nel definire la fuoriuscita di Londra dall’Unione, i prossimi negoziati sui rapporti futuri tra le due parti, a partire da quelli commerciali ed economici, aprono scenari molto incerti. Incertezza su cui pesa negativamente una leadership statunitense che ha perso credibilità in Europa, indebolendo così la coesione transatlantica e la sua funzione di garante della sicurezza europea esercitata anche tramite la NATO.

Alessandro Marrone (*)

Le implicazioni per la difesa europea del referendum sulla Brexit Il referendum del giugno 2016 sulla Brexit ha già avuto una serie di effetti rilevanti sul quadro strategico europeo, prima ancora che si realizzi la fuoriuscita di

Londra dall’Unione. Il primo, e forse più importante, è stato quello di rimuovere il veto britannico verso una maggiore cooperazione e integrazione nel campo della sicurezza e difesa, nella direzione di ciò che in Italia viene chiamata «difesa europea» o «Europa della di-

(*) (PhD) è Responsabile di ricerca nel Programma Sicurezza e Difesa dellÊIstituto Affari Internazionali (IAI), occupandosi prevalentemente di NATO, difesa europea, missioni internazionali, procurement militare. Insegna Studi Strategici nel Corso di Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali dellÊUniversità di Perugia. ˚ membro del Comitato di Redazione del webmagazine AffarInternazionali, e oltre che con Rivista Marittima, collabora con le riviste Airpress, Aspenia online, EastWest e Rivista Italiana Difesa.

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PRIMO PIANO

La difficile convivenza di Cina e Russia in Asia Centrale Il dirompente impatto strategico della Nuova Via della Seta a ovest di Pechino La Nuova Via della Seta voluta da Xi Jinping sta modificando in maniera radicale gli equilibri politici, economici e strategici dell’Asia centrale. Che la Cina fosse interessata a consolidare la sua presenza in questa regione era chiaro sin dal 2013. Tuttavia, il 19esimo Congresso del Partito comunista sembra aver segnato una svolta anche nelle ambizioni e nella visione di lungo periodo del Presidente Xi in Asia. Una visione che inevitabilmente si scontra con quella di Vladimir Putin. Se da un lato le repubbliche ex-sovietiche sembrano aver accettato di buon grado un attivismo cinese che oltre a portare benessere e sviluppo permette anche un affrancamento sostanziale dall’influenza russa, dall’altro l’eccessiva assertività cinese rischia di creare nuovi timori e diffidenze, che potrebbero portare all’apertura di scenari molteplici, dal riallineamento tra Europa e Russia al ritorno degli Stati Uniti in Asia Centrale.

Claudia Astarita (*)

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n Asia, si sa, per comunicare ci si affida prevalentemente a messaggi in codice e metafore. Eppure, ancora oggi l’Occidente non ha imparato a decifrare le allusioni che i leader orientali regolarmente inseriscono nei loro discorsi. Per esempio, quando il dittatore nordcoreano ha terminato il suo discorso di

capodanno, i media occidentali hanno messo in evidenza il botta e risposta tra Kim Jong-un e Donald Trump sulle dimensioni del rispettivo bottone nucleare piuttosto che l’ideale di «solidarietà intercoreana» cui aveva fatto riferimento il leader di Pyongyang. Quando poi Seul e Pyongyang hanno trovato l’accordo sul ver-

(*) Lecturer a Sciences-Po (Parigi) e Non-Resident Fellow presso il Centre for Contemporary Chinese Studies di The University of Melbourne. ˚ ricercatrice del Centro Militare di Studi Strategici (CeMiSS) dal 2011, responsabile dellÊArea India dellÊOsservatorio Strategico. Scrive approfondimenti sullÊAsia per Panorama e ha lavorato per molti anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong. Ha un dottorato in Studi Asiatici (The University of Hong Kong).

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PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

Esempio di consolle di un impianto di automazione navale del prossimo futuro; l’elevata attenzione alla funzionalità e all’ergonomia non è sempre accompagnata da un’elevata attenzione alle problematiche di cyber security (Fonte: rolls-royce.com).

I rischi cibernetici nel settore dei traffici marittimi

Claudio Boccalatte (*)

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a Rivista Marittima ha già affrontato, anche recentemente, l’argomento della sicurezza cibernetica, in particolare nel settore navale e marittimo (1). Questo settore è tuttavia talmente importante e in rapida evoluzione che non è inutile un approfondimento, specificamente dedicato al settore del traffico mercantile. Il trasporto marittimo rappresenta un settore critico per la società moderna. Due diverse tendenze contribuiscono a rendere la minaccia cibernetica reale e pericolosa in ambito marittimo: la tendenza al gigantismo navale e l’aumento dell’automazione e delle funzioni operate a livello centrale a terra. Per aumentare la propria competitività, infatti, le compagnie armatoriali già

da numerosi decenni hanno adottato livelli sempre crescenti di automazione a bordo delle navi, con la conseguente riduzione del numero di persone che costituiscono gli equipaggi. In questo modo sono stati ridotti i costi dei trasporti navali, aumentata la sicurezza della navigazione, ottimizzate e velocizzate le fasi di carico e scarico delle merci, migliorate le condizioni di lavoro degli equipaggi e di tutto il personale addetto alle infrastrutture terrestri. È però anche stato introdotto un elevato livello di vulnerabilità da parte di attacchi cibernetici. Come per tutti i sistemi di automazione industriale (2), gli impianti di automazione navale degli anni Sessanta e Settanta, basati su sistemi analogici proprietari «hard-wired», avevano una vul-

(*) Contrammiraglio del Genio Navale, dopo aver ricoperto lÊincarico di Direttore del CISAM di Pisa è attualmente nella posizione di aspettativa per riduzione di quadri. Entra nellÊAccademia Navale di Livorno nel 1975 e consegue con lode la Laurea in Ingegneria Navale e Meccanica presso lÊUniversità degli Studi di Genova. Collabora con varie riviste, e in particolare con la Rivista Marittima dal 1992; dal 2006 cura la Rubrica Scienza e Tecnica. ˚ Fellow della Royal Institution of Naval Architects e Presidente della Sezione della Spezia dellÊATENA (Associazione di Tecnica Navale).

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PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE Le tre corvette lanciamissili della classe «Sa’ar 5» sono, al momento, le unità maggiori di superficie della Marina israeliana ed è loro il compito di eseguire operazioni in altura (Fonte: Israeli Defence Force, IDF).

La Marina israeliana: minacce, realtà e prospettive Michele Cosentino (*)

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er lungo tempo considerata la meno importante fra le forze armate nazionali, negli ultimi anni la Marina israeliana — Heil HaYam HaYisraeli in lingua ebraica — ha assunto un’oggettiva rilevanza derivante dal mutamento degli equilibri politico-militari nel Mediterraneo orientale, un passaggio di «status» maturato grazie anche alla consapevolezza di dover contribuire in misura assai più incisiva del passato al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza nazionale. D’altronde, le peculiarità geografiche dello Stato d’Israele obbligano a costruire verso il mare quella profondità strategica altrimenti impossibile da ricercare verso confini terrestri difficili da presidiare e in un territorio perennemente circondato da entità ostili. A questo aspetto si è aggiunta, negli ultimi anni, l’esigenza di salvaguardare e proteggere più di prima le risorse energetiche che assicurano la sopravvivenza d’Israele, in un contesto di sicurezza marittima non

certo facilitato dall’esistenza di numerosi attori impegnati a difendere i propri interessi politico-militari nel Mediterraneo orientale. Nella sua lunga storia politica, la regione si è raramente trovata in una condizione pacifica, ulteriormente esacerbata dagli eventi occorsi durante l’ultimo decennio. La sconfitta sul campo del Daesh non implica una fine della guerra né un’automatica soluzione dei problemi politici che pervadono l’ampia fascia dei territori comprendenti Siria, Libano, Iran e Iraq e che abbraccia dunque il cosiddetto Grande Medio Oriente, esteso dal Mediterraneo al Golfo Persico, con il Mar Rosso in mezzo. A questo scenario appartengono alcune realtà politiche — Russia e Turchia in primo luogo — la cui rapida evoluzione è stata favorita anche da una sorta di vuoto causato, da una parte, dal disimpegno militare degli Stati Uniti e, dall’altro, da una presenza alquanto debole dell’Unione Europea nel Mediterraneo orientale.

(*) Contrammiraglio in ausiliaria, ha completato lÊAccademia Navale nel 1978 e si è laureato in Ingegneria Navale e Meccanica presso lÊUniversità di Napoli. Dal 1987 collabora con la Rivista Marittima e con diverse case editrici italiane e straniere ed è autore di numerosi libri, saggi e articoli.

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PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

Le Bocche di Bonifacio tra libertà di navigazione e sicurezza ambientale

« ...extraque conspectum pelagus Africum attingens Sardinia, minus VIII p. a Corsicae extremis, etiamnum angustias eas artantibus insulis parvis, quae Cuniculariae appellantur, itemquem Phintonis et Fossae, a quibus fretum ipsum Taphros nominatur» Naturalis historia, Plinio il Vecchio - I secolo d.C.

Aurelio Caligiore (*) - Daniela Falcone (**)

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e Bocche di Bonifacio sono uno stretto di mare che separa la Sardegna dalla Corsica, in soli 11 km. Temute dai naviganti per la pericolosità delle sue acque, disseminate di scogli e attraversate da forti correnti, furono fatali per la fregata francese Sèmillante che il 5 febbraio 1855, mentre era diretta da Tolone al Mar Nero per partecipare alla guerra in Crimea, a causa di una violenta tempesta fu sbattuta sugli scogli. Nel naufragio morirono tutti i 750 soldati che trasportava. Nelle Bocche di Bonifacio la natura regna ancora sovrana, proprio qui il Mar Mediterraneo esalta le sue

caratteristiche raggiungendo l’apice della bellezza, emersa e sommersa. Su tale tratto di mare si affacciano infatti: — il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, e alcune aree protette della costa della Corsica Meridionale che il 15 giugno 2010, in seguito a un protocollo d’intesa firmato tra l’allora Ministro dell’Ambiente italiano Stefania Prestigiacomo e il suo collega francese Jean Louis Borloo, sono divenute «Parco Internazionale delle Bocche di Bonifacio»; — «Il Santuario per i Mammiferi Marini», una vastissima area, di circa 87.000 chilometri quadrati, che si

(*) Contrammiraglio (CP) in servizio attivo, ricopre lÊincarico di Capo Reparto Ambientale Marino presso il Gabinetto del Ministro dellÊAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Laureatosi in Scienze Biologiche, presso lÊUniversità degli Studi ÿLa SapienzaŸ di Roma, nel 1988, entra in Accademia Navale per frequentare il corso Ruoli Normali del Corpo delle Capitanerie di Porto. Dal 2003 al 2005 ha ricoperto lÊincarico di Esperto Nazionale Distaccato presso la Commissione Europea, Direzione Generale AmbienteUnità Protezione Civile e Antinquinamento Marino. Nel 2009 assume lÊincarico di Capo Dipartimento presso il centro studi del Corpo delle Capitanerie di porto nellÊAccademia Navale di Livorno. (**) Laureata nel 2006 in Biotecnologie mediche farmaceutiche e veterinarie, presso lÊUniversità ÿMagna GraeciaŸ di Catanzaro con il massimo dei voti. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in oncologia medica nel 2008 presso la stessa Università, iscritta al IV anno di specializzazione in Biochimica clinica presso lÊuniversità ÿFederico IIŸ di Napoli. Nel 2016 vince il concorso per Allievi Ufficiali in Ferma Prefissata e frequenta il XV corso di formazione presso lÊAccademia Navale di Livorno. Da Maggio 2016 in servizio presso il Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, come addetto al I ufficio ÿAree Marine ProtetteŸ.

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SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE

Soldatini marinai, quasi un’avventura Enrico Cernuschi (*)

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a mia generazione (diciamo anni Sessanta e Settanta) faceva «bum» con la bocca. Poi, dal decennio successivo, questa funzione fondamentale è stata assolta da un processore, via via sempre più micro, introdotto coi videogiochi e da allora — a giudicare dal mondo attuale — sono cominciati i guai. I soldatini intesi come giocattoli sono nati, ufficialmente, all’inizio del Seicento alla corte di Maria de’ Medici e a beneficio del Delfino e futuro Re Luigi XIII (quello, per intenderci, de I tre moschettieri). Erano

I Sommozzatori. La confezione da 100 lire comprendeva sia il «maiale» sia un gommone, oltre agli incursori (Collezione Enrico Cernuschi).

fatti d’argento, ma l’idea fu, evidentemente, di successo, tanto è vero che, grazie ai più economici piombo e stagno, si diffusero ben presto in tutta Europa passando, alla fine, dalle due dimensioni dei piatti «Norimberga» a quelli a tutto tondo. Lo scopo di queste pagine non è quello di riproporre la storia dei soldatini giocattolo, per la quale si rimanda alla bibliografia. Né intendo parlare dei bellissimi e costosissimi soldatini di piombo, per esempio gli splendidi Antonini che ho sempre ammirato, da bambino e da ra-

(*) Laureato in giurisprudenza, lavora come funzionario in una delle maggiori banche italiane. Studioso di storia navale ha dato alle stampe, nel corso di venticinque anni, altrettanti volumi e oltre 500 articoli pubblicati in Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia sulle più importanti riviste del settore. Tra i libri più recenti Gran pavese (Premio Marincovich 2012), ULTRA - La fine di un mito, Black Phoenix (con Vincent P. OÊHara), Navi e Quattrini (2013), Battaglie sconosciute (2014), Malta 1940-1943 (2015), Quando tuonano i grossi calibri. Gli italiani dellÊInvincibile Armata (2016), Il Potere Marittimo nellÊambito mondiale e Sea Power the Italian Way, entrambi usciti nel 2017.

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STORIA E CULTURA MILITARE I Trawlers erano pescherecci armati che si distinguevano dai Drifters per l’albero in più e per il tipo di pesca praticato (Fonte: autore).

Gli sbarramenti del Canale d’Otranto nella Grande Guerra A cento anni di distanza si vuole ricordare un importantissimo aspetto della guerra marittima in Adriatico, lo studio e la realizzazione degli sbarramenti nel Canale d’Otranto, un’opera pensata sin dal 1908 e realizzata in modo compiuto ed efficace agli inizi del 1918. Lo sbarramento del Canale d’Otranto nelle due versioni fisso e mobile ridusse drasticamente l’intensità della guerra al traffico nel Mediterraneo e contribuì a ridurre altresì il rifornimento via mare di materie prime ai porti dell’Impero asburgico contribuendo fattivamente alla conclusione della Grande Guerra.

Stephan Jules Buchet (*) - Franco Poggi (**) (*) Contrammiraglio in riserva, ricercatore storico navale ed esperto di storia della marineria, collabora con Lega Navale, Marinai dÊItalia e la Rivista Marittima, per la quale dal 2002 cura la rubrica Nautica da Diporto, ha pubblicato oltre 200 articoli sullÊargomento, e i volumi ÿAndar per Mare – La disciplina della Nautica da diportoŸ (quattro edizioni, due insieme ad altro autore) e ÿNon cÊè secondo – Storia dellÊAmericaÊs CupŸ. Per lÊUfficio Storico della Marina Militare, insieme ad altro autore, ha inoltre curato la nuova edizione dellÊopera ÿLa Preghiera del MarinaioŸ e scritto il libro ÿIl contributo della Regia Marina nella guerra del 1911-1912 contro l'Impero OttomanoŸ. (**) Ufficiale di Stato Maggiore in riserva. Per anni capo redattore della Rivista Marittima. Realizzatore e Curatore del Data Base della stessa. Collaboratore dellÊUfficio Storico e della Rivista Marittima dal 1998.

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STORIA E CULTURA MILITARE «O Captain! My Captain! Rise up and hear the bells / Rise up, for you the flag is flung, for you the bugle trills» Walt Whitman

RN ESPERO (Fonte: wikipedia.it).

“O Capitano ! Mio Capitano....”

L’eroico sacrificio del Regio C.T. Espero e del suo Comandante Enrico Baroni

Mariano Gabriele (*)

N

ella seduta dei capi di S. M. presso il Capo di S. M. generale del 26 gennaio 1939 era stato deciso che uomini e materiali avrebbero dovuto essere trasportati in Libia prima di intervenire nel conflitto per non esporre la Marina all’avventura dei convogli, considerata insostenibile. Nella riunione del 5 giugno 1940 Badoglio disse che se «non tutto potrà arrivare» per la data fissata dal Duce, per il materiale si sarebbe risolto coi sommergibili; inoltre «si può anche rischiare un po’ con navi che partendo da Porto Empedocle possono in una notte giungere in Libia»; per il personale si sarebbero usati gli aerei (1). Così il 10 fu dichiarata la guerra e il 13 Mussolini ordinò che il materiale destinato alla Libia partisse subito, naturalmente per mare; quando poi Esercito e Aeronautica indicarono le loro esigenze immediate fu definitivamente chiaro che si era chiacchierato a vuoto e sulla

Marina ricadde un compito molto pesante (2): ai primi trasporti urgenti per l’Africa Settentrionale provvidero unità militari mentre il primo convoglio mercantile scortato partì da Napoli il 25 giugno. Lo stesso giorno venne deciso di trasferire la II squadriglia CC.TT. (Espero, Ostro e Zeffiro) da Taranto a Tobruk e la sera del 27 i tre CC.TT. (3), al comando del Capo squadriglia CV Enrico Baroni (4), lasciarono la base pugliese avendo nell’occasione a bordo anche uomini e materiali destinati alla Libia (5). Per merito dell’Ufficio Storico della Marina Militare si può ritenere ormai che la conoscenza dell’episodio oggetto di questo scritto sia definitiva e condivisa. Giustapponendo testimonianze italiane e britanniche — provenienti queste dalla sezione storica dell’Ammiragliato londinese — la ricostruzione già operata a suo tempo dalla Commissione d’Inchie-

(*) Ha insegnato per 30 anni Storia Contemporanea e Storia e Politica Navale nellÊUniversità di Roma. Autore di 30 volumi e 120 saggi e pubblicazioni, ha ricevuto 5 premi scientifici in Italia e allÊestero e 2 giornalistici. Consulente storico dello Stato Maggiore della Marina, è attualmente copresidente della Commissione storica italo-tedesca e presidente onorario della Società Italiana di Storia Militare.

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STORIA E CULTURA MILITARE Colpi d'artiglieria britannici esplodono nella rada di Dakar il 24 settembre 1940 (Fonte: wikimedia.org).

Il fallimento dell’Operazione Menace a Dakar nel settembre 1940 Mentre la Francia nel 1940 era divisa tra zona di occupazione tedesca e «Francia di Vichy», De Gaulle tentava dai territori coloniali di minare il potere del governo di Vichy. Nell’impero francese era particolarmente importante l’efficientissimo e ben munito porto senegalese di Dakar, possibile base per il controllo dell’Atlantico e nel quale si era rifugiata, dopo il disastro di Mers-El-Kebir, la corazzata Richelieu, particolarmente appetita dalla Gran Bretagna. Inoltre, all’interno dell’Africa Occidentale Francese era stata trasportata buona parte delle riserve auree belghe, polacche e francesi. La conquista di Dakar era quindi considerata di cruciale importanza, per cui un’imponente flotta anglo-gollista si presentò davanti al porto senegalese la mattina del 20 settembre 1940. Ma un’incredibile serie di malintesi, improvvisazioni, superficialità la costrinsero alla ritirata.

Valeria Isacchini (*)

D

urante un viaggio in Senegal, all’isola di Gorée, di fronte a Dakar, mi hanno indicato una boa dicendo che era il segnale del relitto della Tacoma, affondata durante la Seconda guerra mondiale, oggi sede di immersioni subacquee. Alle mie domande, nessuno in loco ha saputo darmi indicazioni chiare sulla battaglia che aveva riguardato la Tacoma, né che tipo di nave fosse. Allora, parliamo della «Battaglia di Dakar», ovvero Operazione Menace. Come sappiamo, la Francia era stata interamente conquistata dalla Germania fin dal giugno 1940; il 22

giugno venne firmato l’armistizio; una parte del territorio nazionale era direttamente sotto controllo tedesco, il sud era del cosiddetto «Governo di Vichy», filo-germanico. Quanto all’ampio impero coloniale, una parte era quello che poi venne definito «Francia Libera» (la Francia metropolitana non fu mai «libera» durante la Seconda guerra mondiale, anche se spesso pare così nelle commemorazioni) che in agosto 1940 era costituita solo da Cameroun e da buona parte dell’Africa Equatoriale (tranne Gabon), cioè Congo Centrale (oggi Rep. Del Congo), Ubangi-Sciari (Rep. Centrafricana),

(*) Si interessa da anni di storia del Corno dÊAfrica, su cui ha pubblicato alcuni libri e molti articoli. ˚ già stata collaboratrice della Rivista Marittima, così come di Marinai dÊItalia e di Bollettino Storico della Marina Militare. Viaggiatrice anche senza agenzie, cerca di verificare sul luogo ciò di cui scrive e ne trae curiosità da indagare.

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RUBRICHE

Osservatorio internazionale Dicembre 2017 L’Unione Africana, una storia di chiaroscuri

Uniti contro l’unità del Golfo

All’indomani dell’intervento dei militari nello Zimbabwe che ha portato alle dimissioni del presidente Robert Mugabe, c’è stata una forte richiesta da parte degli Zimbabwani affinché l’Unione Africana (UA) ...

Alcuni osservatori registrano le crescenti difficoltà sistemiche che affliggono il Gulf Cooperation Councilche la linea portata avanti da Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti (EAU) contro il Qatar ha infatti fatto emergere evidenti crepe, per il silenzio sempre più pesante da parte del Kuwait e dell’Oman ...

La Gran Bretagna e la Polonia firmano un trattato di difesa in vista della Brexit (e la NATO?) Il 21 Dicembre il primo ministro britannico Theresa May e l’omologo polacco Mateusz Morawiecki hanno firmato un nuovo trattato di difesa, Londra ha cercato dunque di rinforzare i legami con Varsavia ...

Cina e Gibuti istituiscono un partenariato strategico Cina e Gibuti hanno concordato di stabilire un partenariato strategico per rafforzare la loro cooperazione. L’annuncio è stato fatto nel corso dei colloqui tra il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo di Gibuti, ...

Le forze armate finlandesi simulano la difesa di Helsinki Le forze di difesa finlandesi hanno tenuto la loro principale esercitazione annuale in varie parti della Finlandia meridionale. Le manovre, della durata di due settimane, si sono svolte nella regione di Uusimaa, compresa l’area di Helsinki, e sul Golfo di Finlandia fino al 4 dicembre e hanno visto la partecipazione di 10.000 militari, ...

Vacanze romane L’Arabia Saudita e l’Iran hanno esportato la loro aspra lotta regionale anche a Roma, accusandosi reciprocamente di ingerenza in Medio Oriente e di terribili crimini durante i colloqui diplomatici nella capitale italiana. Il raduno, chiamato «Beyond Turmoil», ....

Idee mal digerite - Riflessioni sulla campagna in Yemen e sulle forze armate saudite La lunga campagna condotta dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen, al di là delle considerazioni etiche sulle sofferenze inferte alla popolazione civile, ha messo in evidenza i gravi limiti che le forze armate dei ricchissimi paesi del Golfo (soprattutto proprio l’Arabia Saudita) hanno, ...

Sempre poco, anzi pochissimo L’8 dicembre il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha adottato all’unanimità una risoluzione che autorizza le forze di pace delle Nazioni Unite dispiegate in Mali a fornire supporto logistico e operativo alla nascente forza anti-Jihad del G5-Sahel. La risoluzione, elaborata dalla Francia, è stata oggetto di un arduo negoziato ...

La Russia è pronta a usare basi aeree egiziane Il ministro della Difesa russo Sergei Shioigu ha incontrato i leader militari egiziani al Cairo il 1o dicembre per discutere un accordo che consentiva agli aerei militari russi di utilizzare basi aeree e spazio aereo egiziani. La mossa è stata considerata da alcuni come un affronto a interessi militari statunitensi nella regione. Sergey Shoigu, ministro della Difesa russo, ... Enrico Magnani

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RUBRICHE

Marine militari ARABIA SAUDITA Avviata la costruzione di tre pattugliatori lanciamissili

ITALIA Addestramento congiunto con le Marine di Spagna, Cina e Corea del Sud

AUSTRALIA La fregata Darwin ritirata dal servizio dopo 33 anni

La Marina Militare al comando in mare dell’Operazione Sophia

BRASILE Ormai prossima l’acquisizione della portaelicotteri Ocean CANADA Prende forma il primo pattugliatore artico CILE Ammodernamento del sottomarino Thomson CINA In costruzione una terza portaerei COREA DEL SUD La guardia costiera apre il fuoco contro pescherecci cinesi DANIMARCA In servizio il pattugliatore d’altura Lauge Koch

MALESIA Impostazione pattugliatore d’altura portaelicotteri MESSICO Completato il programma per i nuovi elicotteri navali PERU’ Ammodernamento delle forze subacquee ... ... e impostazione di una nuova unità d’assalto anfibio POLONIA Ordini per nuove unità RUSSIA In servizio la fregata Admiral Makarov … … mentre il Tula completa un lungo ciclo di lavori

GERMANIA Problemi con le fregate classe «BadenWürttemberg»

STATI UNITI Inconvenienti alle prime prove in mare per il Michael Monsoor

GIAPPONE Approvata l’acquisizione del sistema «Aegis Ashore»

Battesimo per il pattugliatore Midgett della guardia costiera statunitense

GRAN BRETAGNA In servizio la Queen Elizabeth, con qualche inconveniente … ... mentre il Prince of Wales va a galleggiare INDIA In servizio il sottomarino Kalvari ... ... e varo del secondo battello lanciamissili balistici Rivista Marittima Gennaio 2018

Il Little Rock entra in servizio … … e il Manchester completa le prove in mare Michele Cosentino

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RUBRICHE

Marine mercantili Incentivi al trasporto marittimo

Nomi nuovi dal Consiglio confederale di Confitarma

Dal 13 dicembre 2017 è in vigore il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 13 settembre 2017, n. 76 (1) (cosiddetto «Marebonus»), che stabilisce le modalità di ripartizione e di erogazione dei fondi (2) destinati dall’articolo 1, comma 649, della legge di stabilità 2016 ...

Lo scorso 6 dicembre il neo presidente di Confitarma Mario Mattioli ha riunito, per la seconda volta da quando è stato eletto al vertice della più importante organizzazione armatoriale italiana, il Consiglio confederale, all’interno del quale sono stati ...

Pietro Verna

Eugenio Tatulli

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Storie di mare LA «FESTA DELLA MARINERIA» A MESSINA Dimostrazioni subacquee, visita del Forte San Salvatore e della Palinuro al centro dell’attenzione Entusiasmo è la parola d’ordine che meglio descrive la «Festa della Marineria» tenutasi lo scorso ottobre a Messina. Studenti e marinai riuniti alla base militare, docenti e rappresentanti militari e civili oltre a buona parte della cittadinanza, tutti uniti e spensierati per conoscere il mondo della Marina Militare e approfondire il legame inscindibile tra la città di Messina, il mare e le attività professionali connesse. Dimostrazioni subacquee dei palombari, l’esplorazione del Forte San Salvatore, raramente accessibile al pubblico, e le visite guidate sulla Nave Scuola Palinuro, convegni, mostre e la presentazione del calendario 2018 della Marina Militare e del nuovo corso di laurea hanno attirato l’attenzione di tutti i visitatori presenti per l’occasione.

La collaborazione tra la Marina Militare Italiana e l’Università degli Studi di Messina Si è svolta così, in un clima armonioso e intrigante, la «Festa della Marineria», dal 05 all’8 ottobre alla base navale della Marina Militare di Messina ... Paola Libro

Nave PALINURO (Foto autrice).

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RUBRICHE

C he cosa scrivono gli altri «La Vittoria di Tobruk»

«La dimensione mediterranea dell’OSCE» IAI - AFFARI INTERNAZIONALI, 2 GENNAIO 2018

BBC HISTORY ITALIA, N. 81, GENNAIO 2018

«Adriatico sommerso» LA REPUBBLICA DEL 16.12.2017

«Che cosa resta di una rivoluzione»

PROMETEO, A. 36, N. 139, SETTEMBRE 2017 – FOREIGN AFFAIRS, MAY – JUNE 2016

Ezio Ferrante

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Recensioni e segnalazioni Bruno Cianci

Sanjay Subrahmanyam

Giovanni Novi

Shipping & Trading

Bosforo Via dÊacqua fra Oriente e Occidente

Archivio Storia 2017, Pagg. 190, Euro 16

AA.VV.

Obiettivo Grande Guerra Gli scatti della Regia Marina sul fronte navale, aereo e terrestre USMM - Roma 2016, Pagg. 278, Euro 18 / Euro 36

Vita e leggenda di Vasco Da Gama

Ed. Carocci Roma 2016, Pagg. 399, Euro 29

Domenico Vecchioni

Saddam Hussein. Sangue e terrore a Bagdad

Greco & Greco Editori Milano 2017, Pagg. 166, Euro 12

I racconti di un broker Tormena editore Genova 2017, Pagg. 152, Euro 45 Il ricavato a favore della Residenza per disabili ÿNucci Novi CappelliniŸ

Gaetano Appeso

Mesoamerica Sulle Tracce del Serpente piumato

A. Dellisanti Editore Massafra 2017, Pagg. 320, Euro 15

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