Rivista Marittima Gennaio 2017

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GENNAIO 2017 - Anno CL

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GENNAIO 2017

RIVISTA

MARITTIMA SPED. IN ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. ART. 1 COMMA 1 N° 46 DEL 27/02/04) - PERIODICO MENSILE 6,00 €

* RIVISTA MARITTIMA *

MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

All’interno: PRIMO PIANO

Il Consiglio Artico e la governance del Polo Nord Natalino Ronzitti 1


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RIVISTA

MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

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Italia ordinario Estero zona 1 Estero zona 2

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RIVISTA

MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

GENNAIO 2017 - anno CL REGISTRAZIONE TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N. 267 31 LUGLIO 1948 Fotolito e Stampa STR PRESS S.r.l. PIAZZA COLA DI RIENZO, 85 00192 ROMA Tel. 06 36004142 Fax 06 36790133 info@essetr.it

La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Il pensiero e le idee riportate negli articoli sono di diretta responsabilità degli Autori e non riflettono il pensiero ufficiale della Forza Armata. Rimaniamo a disposizione dei titolari dei copyright che non siamo riusciti a raggiungere. Gli elaborati non dovranno superare la lunghezza di 12 cartelle e dovranno pervenire in duplice copia dattiloscritta e su supporto informatico (qualsiasi sistema di videoscrittura). Gli interessati possono chiedere alla Direzione le relative norme di dettaglio oppure acquisirle direttamente dal sito Marina all’indirizzo http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/editoria/marivista/Pagine/Normeperlacollaborazione.aspx. È vietata la riproduzione anche parziale, senza autorizzazione, del contenuto della Rivista. Rivista Marittima Gennaio 2017

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Editoriale

o scorso 20 dicembre Nave Carabiniere, fregata di nuova generazione della Marina Militare, quarta unità del programma italo-fracese FREMM (Fregata Europea Multi-Missione) è salpata dal porto di La Spezia per iniziare una lunga campagna navale nel Sud Est asiatico e in Australia che terminerà

a primavera inoltrata. L’ultima campagna navale similare all’esterno del Mediterraneo, che vedeva in questo caso dislocare fuori dagli stretti una forza navale italiana composta da quattro unità navali, era stata il periplo dell’Africa del 30° Gruppo Navale a cavallo tra il 2013 e il 2014. Volendo però ricordare proprio le campagne navali nel sud-est asiatico e in Australia nel dopoguerra da parte di navi militari italiane, diversi, anche se non moltissimi, sono i precedenti. Riferendoci all’Australia ricordiamo innanzitutto la circumnavigazione del mondo dell’incrociatore Montecuccoli tra il 1956 e il 1957, campagna che inizialmente prevedeva la sola partecipazione della nave alle attività di rappresentanza in concomitanza delle Olimpiadi di Melbourne, ma che fu necessaria al ritorno dall’Australia a causa della crisi del Canale di Suez. Per vedere un’altra unità navale italiana nei porti australiani bisognerà poi aspettare il 1988 quando l’incrociatore lanciamissili Caio Duilio arrivò in Australia in campagna addestrativa con gli allievi dell’Accademia Navale in concomitanza dei festeggiamenti nel bicentenario della sua fondazione e dell’Expo di Brisbane. L’edizione dell’America’s Cup del 2003 in Nuova Zelanda è l’occasione per una nuova campagna nel continente australiano; è in questo caso la nave scuola Amerigo Vespucci che compie in concomitanza con quell’evento la sua unica circumnavigazione del globo tra il 2002 e il 2003. Precedentemente a navigare lungo le coste australiane nell’ambito del loro periplo del mondo erano state tra il 1996 e il 1997 Nave Durand de la Penne e Nave Bersagliere. Sicuramente maggiori sono state le presenze di unità navali nelle acque del sud-est asiatico e tra queste vogliamo ricordare nell’estate del 1979 la prima missione di soccorso del dopoguerra fuori area condotta per salvare i profughi vietnamiti (c.d. «boat people») e affidata all’VIII Gruppo Navale, la quasi contemporanea circumnavigazione del globo compiuta da Nave Ardito e Nave Lupo tra il 1979 e il 1980 e l’attività svolta da nave San Giusto nel 1999 a supporto operativo e logistico alle forze internazionali delle Nazioni unite impegnate a Timor Est. L’attuale campagna navale di Nave Carabiniere si innesta dunque nel solco di una significativa tradizione di navigazioni in quei mari da parte di unità navali italiane e si pone molteplici obiettivi. Nel condurre la campagna Nave Carabiniere rafforzerà le attività di cooperazione con alcuni alleati trans-regionali e avvierà relazioni con nuovi partner potenziali, pianificando e conducendo tra l’altro attività addestrative nei diversi scenari con alcune delle Marine dei paesi visitati tra cui sicuramente la Marina australiana. Parteciperà inoltre alla LIMA 17 (Langkawi International Maritime Aerospace 2017) la più importante esposizione di Difesa del sud-est asiatico che si terrà in Malesia, nell’Isola di Langkawi, alla fine di marzo. Più in generale la campagna del Carabiniere, che si colloca nell’ambito di un più ampio progetto sinergico con Ministero degli Affari Esteri e l’ICE, costituirà un’occasione preziosa per promuovere in modo integrato il sistema Italia sostenendo le eccellenze italiane ad ampio spettro, ovvero non solo nel campo della tecnologia e dell’innovazione (specificatamente nel settore navale)

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ma anche attraverso l’organizzazione di eventi sociali e culturali (concerti, mostre, conferenze...) con particolare riferimento ai grandi marchi dell’industria italiana, al design, alla cucina e alla moda, in collaborazione con le rappresentanze diplomatiche nazionali dei Paesi visitati. Nel corso del suo viaggio Nave Carabiniere, oltre all’Australia e la Malesia, toccherà altri Paesi: l’Arabia Saudita (mentre si scrive la sosta a Gedda è stata già un successo), l’Indonesia, l’Oman, il Pakistan, Singapore, lo Sri Lanka e i Paesi del Golfo per un totale di oltre cinque mesi. Un’opportunità dunque unica, come già accaduto nel passato, di far conoscere l’eccellenza del nostro Paese in aree geograficamente lontane da noi, di migliorare e rinsaldare le opportunità di scambio commerciale e collaborazione in queste regioni, tenere vive e rinforzare le relazioni con le nostre comunità nazionali all’estero presenti soprattutto nel continente australiano. Ma allo stesso tempo tali attività sono per noi un’importante opportunità per conoscere meglio Paesi e culture distanti dai nostri territori e noi come Rivista Marittima ci proponiamo di accompagnare Nave Carabiniere in questa attività, come già abbiamo iniziato a fare nei mesi scorsi, con articoli dedicati all’esame geopolitico delle aree visitate, al ruolo marittimo dei relativi Paesi oggetto delle soste e a un’approfondita analisi delle loro Marine Militari con la certezza che i temi trattati riflettano la visione internazionale e globale della campagna di Nave Carabiniere, nell’ambito della «crescita blu» del «Secolo Blue» a cui il nostro Paese deve puntare per uno sviluppo sostenibile, e si rivelino argomenti di grande interesse per i nostri lettori. Stefano Romano

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Sommario PRIMO PIANO

8 Il Consiglio Artico e la governance del Polo Nord Natalino Ronzitti

SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE

55 Il singolare caso dell’inaffondabile HMS Diamond Rock

Italo Ottonello

16 Il Sahel e il difficile cammino verso la stabilità Pietro Batacchi

STORIA E CULTURA MILITARE

22 Geopolitica 1989-2016: rivoluzioni colorate, «primavere arabe» e Stato islamico

64 La politica inglese dei convogli nel Mediterraneo tra fine ‘600 e inizio ‘700

Giovanni Armillotta

Anthony Vitali Hirst

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

78 Operazione Lika

30 Le portaerei della classe «Queen Elizabeth»

86 Athenia, la prima nave affondata della Seconda guerra mondiale

Michele Cosentino

Claudio Rizza

Domenico Vecchioni

RUBRICHE

40 La suscettibilità e le segnature dei moderni mezzi navali Claudio Boccalatte

49 La Marina Militare in Antartide Adriana Ricca

Rivista Marittima Gennaio 2017

90 Lettere al Direttore 93 Osservatorio internazionale 101 Marine militari 109 Marine mercantili 115 Scienza e tecnica 119 Nautica da diporto 121 Che cosa scrivono gli altri 125 Recensioni e segnalazioni 5


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RIVISTA

MARITTIMA

Mensile della Marina dal 1868

EDITORE

Ministero della Difesa DIREZIONE E REDAZIONE Via Taormina, 4 - 00135 Roma Tel.: 06 3680 7248-54 Telefax: 06 3680 7249 Internet: www.marina.difesa.it/conosciamoci/ editoria/marivista/Pagine/default.aspx e-mail redazione: rivistamarittima@marina.difesa.it

DIRETTORE RESPONSABILE

Capitano di Vascello Stefano Romano

CAPO REDATTORE

Capitano di Fregata Giovanni Melle REDAZIONE E UFFICI

Giorgio Carosella Gianlorenzo Pesola Gaetano Alessi Gaetano Lanzo UFFICIO ABBONAMENTI E SERVIZIO CLIENTI

Carmelo Sciortino Giovanni Bontade Tel.: 06 3680 7251-48 e-mail abbonamenti: rivista.abbonamenti@marina.difesa.it

SEGRETERIA AMMINISTRATIVA

Tel.: 06 3680 7254 Codice fiscale: 80234970582 Partita IVA: 02135411003 6

Immagine dei ghiacciai antartici ripresa dalla nave rompighiaccio ALMIRANTE OSCAR VIELĂŒ della Marina militare cilena, impegnata insieme alla Marina Militare Italiana nel rilievo idrografico per la determinazione della piattaforma continentale antartica. A questo numero hanno collaborato

Professor Natalino Ronzitti Dottor Pietro Batacchi Dottor Giovanni Armillotta Contrammiraglio (ris) Michele Cosentino Contrammiraglio Claudio Boccalatte Dottoressa Adriana Ricca Contrammiraglio (ca) Italo Ottonello Dottor Anthony Vitali Hirst Capitano di fregata Claudio Rizza Ambasciatore Domenico Vecchioni Dottor Enrico Magnani Dottor Luca Peruzzi Contrammiraglio Pietro Verna Tenente di vascello Eugenio Tatulli Contrammiraglio (aus) Stephan Jules Buchet Contrammiraglio (ris) Ezio Ferrante Ammiraglio Ispettore Capo (ca) Renato Ferraro Rivista Marittima Gennaio 2017


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RONZITTI_artico_Layout 1 30/01/2017 15:35 Pagina 8

PRIMO PIANO

Il Consiglio Artico e la governance del Polo Nord Natalino Ronzitti (*)

La Geopolitica dell’Artico A differenza dell’Antartide, che è terra circondata dal mare, l’Artico è mare circondato da terraferma. I cinque Stati che si affacciano direttamente sull’Artico (Canada, Danimarca, tramite la Groenlandia, Federazione Russa, Norvegia, Stati Uniti) hanno titolo per rivendicare acque territoriali, piattaforma continentale e zona economica esclusiva. Non hanno titolo per avanzare pretese di sovranità, essendo stata ormai abbandonata la teoria dei settori, in virtù della quale lo Stato costiero avrebbe avuto diritto a rivendicare una zona di mare ricompresa in un triangolo avente come base la propria costa e come vertice il Polo Nord. Altre volte è stato fatto riferimento alla teoria della contiguità o addirittura della scoperta. La teoria dei settori è ora in declino ed è stata praticamente abbandonata anche dalla Russia, ma sopravvive in Canada. Oggetto di sovranità sono invece le Svalbard (Norvegia), mentre la

sovranità sull’Isola di Hans è oggetto di controversia tra Danimarca e Canada. Altra caratteristica dell’Artico è la sua vicinanza alle aree industrializzate e questo ha una sua importanza per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse naturali. Si stima infatti che la piattaforma artica abbia ingenti quantità di gas naturale e idrocarburi, oltre a essere ricca di altri minerali. Anche le riserve ittiche sono ragguardevoli. L’Artico, a differenza dell’Antartide, è abitato e la popolazione autoctona si aggira intorno ai quattro milioni. I fondali artici sono in linea di massima ricompresi nella piattaforma continentale, mentre solo in minima parte, e per determinate enclaves, sono ascrivibili ai fondi marini oltre la giurisdizione nazionale, cioè all’Area e quindi ricadenti sotto il principio del patrimonio comune dell’umanità. Altro elemento di rilievo è la presenza, tra i cinque Stati che si affacciano sull’Artico, di due superpotenze: Russia e Stati Uniti. Finora, però, la competizione tra le

(*) Professore emerito di Diritto internazionale, Università Luiss G. Carli, Roma.

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Batacchi-shael_Layout 1 30/01/2017 11:34 Pagina 16

PRIMO PIANO In arancione la fascia del Sahel in Africa (Fonte: d-maps.com).

Il Sahel e il difficile cammino verso la stabilità Pietro Batacchi (*)

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a fascia del Sahel è una vastissima area di terra per lo più desertica, poco popolata e condivisa da diversi Stati, che si frappone tra il Maghreb e la cosiddetta Africa Subsahariana. La regione è attraversata da una cronica instabilità che trae origine da fattori di diversa natura: le tensioni etniche, simbolizzate dalla «faglia» tra popolazioni di origine araba e berbera del nord e le popolazioni nere africane del sud, le divisioni tribali, la diffusa povertà e la generale debolezza dei Governi che si traduce nella tradizionale difficoltà a controllare i confini e la vastità dei territori. Negli ultimi anni, il già precario quadro di stabilità è ulteriormente peggiorato per via della minaccia e dell’attività dei gruppi jihadisti che sfruttando il debole controllo centrale su questi territori hanno potuto radicare e consolidare le proprie attività. Il principale gruppo jihadista dell’area è Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI). Nato originariamente in Algeria sulle ceneri del Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento, a sua volta «figlio» del vecchio GIA (Gruppo Islamico Armato), il gruppo, il cui leader è Abdelmalek Droukdel, ha ramificazioni in tutta la regione del Sahel ed è la di-

ramazione regionale ufficiale di Al Qaeda. Dal ceppo di AQMI è nato anche Al Morabitoun, guidato da Moktar Belmoktar, la cui sorte rimane tutt’oggi ignota a dispetto delle voci che lo hanno dato più volte per morto, che, rispetto ad AQMI, ha una minore connotazione politica e un’agenda più apertamente banditesca e criminale. Nel dicembre 2015, anche per resistere alla penetrazione in queste aree dello Stato Islamico, Al Morabitoun è rientrato sotto l’ombrello di AQMI. La forza e la pericolosità di questi gruppi si deve soprattutto alle sostanziose fonti di finanziamento a cui possono attingere, a cominciare da quelle generate dai traffici illegali. Il Sahel, difatti, è tradizionalmente un’area attraversata da traffici e contrabbandi di ogni genere: essere umani, sigarette, alcolici, armi, droga ecc... Per quanto riguarda la droga, si tratta soprattutto della cocaina proveniente dal Sudamerica che giunge in Africa Occidentale in due modi. O via mare per poi essere sbarcata a bordo di motoscafi sulle spiagge e nei porti di Liberia, Senegal, Guinea ecc... oppure a bordo di ultraleggeri che atterranno in piste improvvisate in West Africa. Seguendo le rotte del Sahel, la droga arriva poi

(*) Direttore responsabile di Rivista Italiana Difesa (RID). Collabora con Informazioni della Difesa, Rivista Militare e numerosi quotidiani. Da anni è collaboratore della Rivista Marittima.

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armillotta-N.V. e correzioni_Layout 1 30/01/2017 12:24 Pagina 22

PRIMO PIANO

Geopolitica 1989-2016: rivoluzioni colorate, «primavere arabe» e Stato islamico Giovanni Armillotta (*)

Il 1989 Dall’inizio dell’abbattimento della cinta di mattoni che divideva la città di Berlino (9 novembre 1989), al completo disfacimento, pure formale, degli Stati socialisti europei occorsero tre anni. Però il processo di erosione interna era già iniziato visibilmente nei primi anni Ottanta in Polonia. Da allora anche le democrazie popolari di altre parti del mondo, risentirono dei rivolgimenti che si stavano realizzando nel Vecchio Continente. Va comunque detto che — a parte i mutamenti radicali avvenuti in Afghanistan, Cambogia, Mongolia, ex Rep. Dem. Pop. dello Yemen (meridionale) e nei già governi marxisti africani (1) — nei Paesi socialisti asiatici (2), nonché a Cuba, questi ultimi sono restati tali, nonostante notevoli modifiche all’assetto riguardante sistema economico, mercato, iniziativa privata e riforme democratiche. Il Paese che ha subìto un accenno di rivolta — sia

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur pure elitaria ma più apparente che reale e popolare — è stata la Cina (3). Il riformismo economico, alimentato da Deng Xiaoping (1904-97), «degenerò» e fu mal inteso. Dette credito pure a prospettive di mutamenti politici. Il 15 aprile 1989, migliaia di intellettuali e studenti, presero a riunirsi nella piazza Tien’anmen a Pechino, organizzando manifestazioni per ottenere maggiori libertà e l’avvio di un processo di democratizzazione del regime. A maggio, la piazza divenne il centro della protesta, e l’ondata si estese a ulteriori centri. Alla fine di vani tentativi di accordo — favoriti in un certo modo dal segretario generale del Partito Comunista Cinese, Zhao Ziyang (1919-2005) — nella notte tra il 3 e il 4 giugno, l’Esercito Popolare di Liberazione intervenne con i carri armati, provocando numerosi morti. Seguirono moltissimi arresti ed epurazioni, anche in seno al partito, con la destituzione di Zhao. Però le riforme eco-

(*) ˚ direttore responsabile di Africana, rivista di Classe A per lÊAgenzia nazionale di valutazione del sistema universitario, fra i soli quattordici periodici italiani consultati dallÊÿIndex IslamicusŸ dellÊUniversità di Cambridge. Cultore della materia in Storia e istituzioni dei Paesi afro-asiatici e Societa, politica e religione nellÊIslam presso lÊUniversità di Pisa.

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cosentino_queen ElizabethN.V. - Copia_Layout 1 30/01/2017 14:25 Pagina 30

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

La QUEEN ELIZABETH in acqua dopo il varo. Un’immagine che permette di apprezzare la doppia isola che caratterizza il progetto (Fonte: BAE System).

Le portaerei della classe «Queen Elizabeth» Michele Cosentino (*)

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egli ultimi vent’anni, la Royal Navy ha dovuto affrontare diverse situazioni critiche legate al soddisfacimento di una vasta gamma di requisiti operativi a fronte di un ridotto livello di forze e qualità: questa situazione — e in particolare l’assenza di assetti importanti quali l’aviazione imbarcata e i pattugliatori marittimi — ha sollevato seri interrogativi sulla capacità della Marina britannica di svolgere le missioni istituzionali a essa affidate. Comunque, grazie al graduale spostamento del focus strategico dalla lunga campagna terrestre in Afghanistan verso nuovi orizzonti che sembrano riportare alla ribalta gli scenari marittimi, la Royal Navy sta beneficiando di un progressivo e sia pur lento processo di ammodernamento di cui fanno parte il completamento delle consegne dei cacciatorpediniere lanciamissili classe «Daring/Type 45», il proseguimento del travagliato programma per i nuovi sottomarini nucleari d’attacco classe «Astute» e, soprattutto, il consolidamento

della costruzione delle due portaerei classe «Queen Elizabeth» — l’eponima e la gemella Prince of Wales — che, al momento del loro ingresso in linea verso la fine di questo decennio, permetteranno la ricostituzione di una carrier capability a cui il governo di Londra aveva frettolosamente rinunciato alcuni anni fa. Questa decisione aveva, infatti, creato un vuoto di capacità destinato a colmarsi, seppur parzialmente, con la disponibilità completa della prima delle due predette portaerei (1).

Perché due portaerei Sotto un profilo strategico che deriva dalla politica di difesa e sicurezza nazionale del Regno Unito e da cui discendono le capacità che la Royal Navy è chiamata a esprimere, la disponibilità delle due nuove portaerei permetterà di mantenerne sempre una in condizione di elevata prontezza per un’ampia gamma di operazioni sul mare e dal mare. Ragionando in ter-

(*) Contrammiraglio in ausiliaria, ha completato lÊAccademia Navale nel 1978 e si è laureato in Ingegneria Navale e Meccanica presso lÊUniversità di Napoli. Dal 1987 collabora con la Rivista Marittima e con diverse case editrici italiane e straniere ed è autore di numerosi libri, saggi e articoli.

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BOCCALATTE-SEGNATURE MEZZI NAVALI_Layout 1 30/01/2017 14:27 Pagina 40

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

La suscettibilità e le segnature dei moderni mezzi navali

La fregata francese GUEPRATTE, della classe «Lafayette». Tali unità sono state tra le prime caratterizzate da importanti provvedimenti per il controllo delle segnature (e in particolare della segnatura radar) - (Fonte: Marine Nationale).

Claudio Boccalatte (*)

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n ambito militare si definisce capacità di sopravvivenza o survivability di un’unità navale (o anche di un qualunque altro sistema d’arma) la sua capacità di continuare a svolgere la propria missione in uno scenario artificialmente ostile, cioè caratterizzato da minacce (costituite da armi avversarie, quali missili, colpi di cannone, mine, siluri, attacchi terroristici, ecc..). La capacità di sopravvivenza è data dalla combinazione di tre fattori: suscettibilità, vulnerabilità e capacità di recupero. I corrispondenti termini inglesi sono rispettivamente Susceptibility, Vulnerability e Recoverability. Non esiste un ordine d’importanza tra questi tre fattori che sia valido per tutti i tipi di piattaforma; in generale esistono mezzi, come i moderni aerei da combattimento e i sommergibili e sottomarini, la cui capacità di sopravvivenza si basa fortemente sulla su-

sceptibility, alla cui riduzione sono dedicate risorse sia in termini di costi che di limitazioni operative in altri settori; altre piattaforme, come i carri da combattimento, fanno grande affidamento sulla riduzione della vulnerability, principalmente per la robusta protezione balistica (corazzatura) di cui sono dotati. I moderni mezzi navali di superficie fanno invece affidamento su una combinazione opportunamente bilanciata di tutti e tre questi fattori. In termini matematici survivability, susceptibility, vulnerability e recoverability sono definite come probabilità; sono tutte caratteristiche negative (inabilities), quindi da ridurre al minimo, tranne la recoverability che è una capacità positiva e quindi da rendere massima. Indicando con PS la survivability, PH la susceptibility, PV la vulnerability e PR la recoverability, una

(*) Contrammiraglio del Genio Navale è attualmente Direttore del CISAM (Centro Interforze Studi e Applicazioni Militari) di Pisa. Entra nellÊAccademia Navale di Livorno nel 1975 e consegue con lode la Laurea in Ingegneria Navale e Meccanica presso lÊUniversitàdegli Studi di Genova. Collabora con la Rivista Marittima dal 1992 e dal 2006 cura la Rubrica Scienza e Tecnica. ˚ Fellow della Royal Institution of Naval Architects e Presidente della Sezione della Spezia dellÊATENA (Associazione di Tecnica Navale).

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ricca antartide_Layout 1 30/01/2017 14:30 Pagina 49

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

La Marina Militare in Antartide Excursus storico delle spedizioni alla luce dei risultati della XXXI campagna Adriana Ricca (*)

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al 1985 l’Italia è presente in Antartide con un proprio Progetto Scientifico, sancito dalla Legge n. 248/85 e denominato «Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA)». La realizzazione del progetto ha portato alla costruzione di una Base Scientifica Italiana, la Stazione «Mario Zucchelli», situata nel Mare di Ross a Baia Terra Nova in posizione 74°42’S – 164°07’E. Tra le varie attività di ricerca finanziate dal Pro-

gramma spicca, per continuità e importanza strategica, quella svolta, ormai dal 1985, dalla Marina Militare, attraverso l’Istituto Idrografico della Marina di Genova, che consiste nell’esecuzione di indagini nelle zone di mare circostanti la Base Italiana, finalizzate alla produzione di Cartografia Nautica e tematica dell’area. Dal 1998, a seguito delle riunioni della IHOPWGCA (IHO-Permanent Working Group for Cooperation in Antarctica), ora denominata IHO-HCA

(*) Laureata in ÿLetterature e filologie europeeŸ con lode presso lÊUniversità di Pisa nel 2004. Attualmente collabora con la Giunti Editore e da freelance con numerosi autori in qualità di editor.

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SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE

Il singolare caso dell’inaffondabile HMS Diamond Rock Le Rocher du Diamant

«Believe me, I shall never more take off my hat for anything less than a British seaman». Johann (John) Eckstein (Artista di origine tedesca — esprimendo la sua ammirazione per gli uomini del Diamond — su cui trascorse un mese. È autore di alcune tra le stampe che illustrano il presente articolo.)

Italo Ottonello (*)

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opo la pace di Amiens (1802), alla ripresa delle ostilità nel giugno 1803, il comandante in capo delle Isole caraibiche Leeward (Sottovento) Commodore (1) Samuel Hood, ebbe l’ordine di rioccupare i territori delle Antille in precedenza restituiti al nemico per effetto del trattato di pace. Egli disponeva di una piccola squadra: due «74», il Centaur, nave di bandiera e il Courageux, due «44» en flute (2), Argo e Chichester, e gli sloop-of-war Hornet e Cyane. Il 22 giugno si arrese l’isola di St. Lucia e il 30 dello stesso mese, l’isola di Tobago. Nei successivi tre mesi, Hood s’impadronì di alcuni territori del continente sudamericano, Demerara, Issequibo e Berbice, colonie degli olandesi alleati di Bonaparte. Alla Francia rimanevano le sole isole di Guadeloupe e Martinique, dalle quali nume-

rosi corsari operavano contro il traffico britannico nei Caraibi. Dopo la cattura del postale da Brest, Hood apprese dell’invio in Martinique di importanti rinforzi e approvvigionamenti dalla Francia. Per intercettarli egli decise di porre il blocco ai porti principali dell’isola: Port Royal (oggi Fort-de-France) e Saint Pierre. Le poche unità della sua squadra erano ancora impegnate nel consolidare le occupazioni e, di conseguenza, poté contare sul solo Centaur e sulla sua ausiliaria (3), lo sloop Sarah.

Il blocco della Martinica: Port Royal e le Rocher du Diamant Dalla fine del 1803, il Centaur iniziò il blocco incrociando a ovest della Martinique. Per una sola nave,

(*) Contrammiraglio in congedo assoluto. Ha prestato servizio come ufficiale del Genio Navale dal 1956 al 1993 in destinazioni dÊimbarco su unità navali, nel ruolo di Direttore di Macchina; a Mariscuola La Maddalena e la Scuola Nautica della GdF, come insegnante, e presso gli Enti Centrali della MM con incarichi di carattere tecnico-logistico. Cultore delle tradizioni marinare e degli aspetti della vita di mare allÊepoca della vela, in particolare nella Marina britannica dei tempi di Nelson. Collabora con la Rivista Marittima dal 1985.

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STORIA E CULTURA MILITARE

La politica inglese dei convogli nel Mediterraneo tra fine ‘600 e inizio ‘700 Con il particolare caso del porto di Livorno

Anthony Vitali Hirst (*)

A

cavallo del periodo delimitato dal 1670 e dalla conclusione della guerra di successione spagnola (1713), l’Inghilterra dovette affrontare e risolvere la delicata questione della difesa dei propri traffici marittimi, in special modo all’interno del Mediterraneo. Tale problema era già sorto precedentemente con le guerre anglo-olandesi, durante le quali i commerci inglesi ebbero a soffrire in misura notevole a causa delle piccole flotte corsare zelandesi. Già nel 1650 era stato emanato un primo Convoy Act, che in breve divenne un fondamento nelle relazioni tra lo Stato e i mercanti, infatti questi richiedevano la protezione per i loro bastimenti come se si trattasse di un vero e proprio servi-

zio statale per il quale venivano pagate le imposte. Nella seconda metà del ‘600 i mercanti inglesi iniziarono a richiedere scorte di unità armate a protezione delle loro navi mercantili che navigavano all’interno dell’area mediterranea, contro i pirati e i corsari dei diversi Stati barbareschi, in particolare durante i periodi di guerre. Occorre ricordare come «la corsa» delle diverse città barbaresche (Tangeri prima, Algeri, Tunisi e Salè poi) costituì a lungo un serio pericolo per i traffici europei nel Mediterraneo. Le potenze marittime europee, Francia, Inghilterra e Olanda, cercarono di imporre il peso della loro potenza navale e il rispetto della loro bandiera ai Barbareschi; ma d’altro canto va riscontrato che le stesse potenze europee consideravano

(*) Nato a Londra nel 1968, si laurea in Scienze Politiche presso l'Università di Milano con una tesi di Storia Navale economico-militare, pubblicandone un testo con Editore Belforte. Dal 1993 collaboratore fisso della testata Storia Militare con cui ha scritto numerosi articoli, in particolare su aspetti aereo-navali. Dirigente aziendale, dal 2014 fa parte del consiglio di amministrazione della Edizioni Storia Militare.

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RIZZA-LIKA_Layout 1 30/01/2017 12:02 Pagina 78

STORIA E CULTURA MILITARE Il Cacciatorpediniere austro-ungarico SMS LIKA della classe «Tátra», protagonista della vicenda narrata (Fonte: mateinfo.hu).

Operazione Lika I poco noti risvolti dell’azione della Marina austro-ungarica contro Durazzo il 29 dicembre 1915 Claudio Rizza (*)

«C

on riferimento alle notizie avute dall’Ufficio informazioni (1) abbia luogo — salvo tempo burrascoso — un’azione della Squadriglia contro l’Euro e l’Ostro» (2). Con questo laconico ordine telegrafico, inviato la mattina del 28 dicembre 1915 all’ammiraglio Paul Fiedler, Comandante della 5a divisione siluranti di stanza a Cattaro, il Comando in Capo della flotta austro-ungarica dette il via a una nuova azione offensiva di forze leggere diretta contro il traffico di rifornimenti destinato all’esercito serbo, da due mesi in fase di ripiegamento verso il territorio albanese. Quella puntata offensiva però, la quarta di quel ciclo d’operazioni, non solo si risolse, contrariamente alle altre (3), in un netto insuccesso per la Marina Imperial Regia, ma rischiò di trasformarsi in una vera e propria disfatta: non solo sul piano tattico (4) ma anche su quello, molto meno noto, della guerra segreta sul mare.

Campo minato Le flottiglia IR impegnata nell’azione, composta dall’esploratore Helgoland al comando del capitano di vascello Heinrich Seitz, e da cinque cacciatorpediniere della 1a squadriglia (Csepel, Tátra, Balaton, Lika e Triglav), lasciò Cattaro a mezzanotte del 29 dicembre, con l’ordine verbale di condurre un’esplorazione «sulla linea Durazzo-Brindisi navigando in linea di fronte a grandi intervalli» (5). Qualora non fosse riuscita a incontrare le unità nemiche, la formazione austro-ungarica avrebbe dovuto dirigere verso la rada di Durazzo dove, all’alba, avrebbe eseguito una ricognizione ed, eventualmente, cannoneggiato i mercantili presenti nel porto. La missione, fin dal suo inizio, si rivelò abbastanza movimentata. Alle due e mezza del mattino, infatti, l’Helgoland investì il sommergibile francese Monge che, avvistò tardivamente le unità nemiche mentre stava navigando in superficie per ricaricare

(*) Laureato in Scienze Marittime e Navali e in Scienze Politiche. Ha ricoperto vari incarichi, a bordo e a terra, tutti inerenti la propria specializzazione di ÿDirettore del TiroŸ. Attualmente ricopre lÊincarico di Capo Sezione Archivi presso lÊUfficio Storico della Marina Militare. Collabora, oltre che con la Rivista Marittima, anche con il mensile Storia Militare.

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Vecchioni-atenia_Layout 1 27/01/2017 09:28 Pagina 86

STORIA E CULTURA MILITARE

Athenia, la prima nave affondata della Seconda guerra mondiale Domenico Vecchioni (*) l 1o settembre 1939 le truppe tedesche entrano nel territorio polacco. «Alle bombe risponderemo con le bombe», ha dichiarato Hitler qualche ora prima in parlamento, facendo riferimento a un sedicente attacco polacco. In realtà si era trattato di una messa in scena organizzata dai servizi segreti nazisti (l’Operazione Himmler) per far credere al mondo che la Germania era stata attaccata e fornendole l’atteso alibi per scatenare le 60 divisioni già da tempo spiegate lungo il confine tra i due paesi. Ma malgrado l’invasione, si continua a negoziare in maniera ufficiosa per cercare quantomeno di limitare l’estensione del conflitto, tramite l’industriale svedese Birger Dahlerus, amico di Göring e utilmente

I

introdotto in ambienti politici a Londra. Un negoziato però che fallisce prima ancora di nascere. Londra in effetti esige, come condizione preliminare a qualunque ripresa del dialogo, il ritiro delle truppe tedesche dalla Polonia. Ma Berlino non ci pensa nemmeno. Questa volta anche la diplomazia «parallela» si mostrerà del tutto impotente a riprendere in mano la situazione. Così, alle 9 (ora locale britannica) del 3 settembre, il governo presieduto da Neville Chamberlain fa pervenire a Berlino un categorico ultimatum. Vi si fa presente che se per le ore 11 di quello stesso giorno Londra non avrà avuto risposta a una precedente Nota Verbale, nella quale richiedeva il ritiro delle truppe tedesche dalla Polonia, lo stato di guerra

(*) Già diplomatico di carriera, ha ricoperto numerosi incarichi alla Farnesina tra i quali quello di Consigliere alla NATO, Vice RappresentantePermanente al Consiglio dÊEuropa, Console Generale a Nizza e a Madrid e Ambasciatore dÊItalia a Cuba. Saggista, storico e divulgatore, ha al suo attivo diverse biografie storico-politiche (da Evita Peron a Raul Castro) nonché studi sulla storia dello spionaggio (Storia degli 007 dallÊantichità ai nostri giorni). Collabora abitualmente con BBC History Italia ed è Direttore della collana Ingrandimenti presso la casa editrice Greco e Greco di Milano.

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RUBRICHE

L ettere al direttore Sull’articolo «1916, fra cielo e mare» Gentile Direttore, a proposito dell’articolo sul «1916, fra cielo e mare» dell’ammiraglio Luigi Romani, pubblicato sul numero di dicembre u.s., mi sembra interessante ricordare anche la ricognizione effettuata da un’idrovolante della nave appoggio HMS Engadine ..... Enrico Manfredi

L’Europa tra passato e futuro Gentile Direttore, i due saggi dell’ambasciatore Cosimo Risi, «La sicurezza e la difesa comuni: una pista da percorrere…»

e «Crisi internazionali e prodromi della difesa comuni…» pubblicati sulla Rivista Marittima rispettivamente in giugno e settembre 2016 ..... Aldo De Florio

Nave Vespucci nella tempesta Gentile Direttore, mentre frequentavo in Accademia Navale, negli anni 1950-54, i corsi normali di Stato Maggiore, circolava una fotografia, qui riprodotta, che rappresentava il Vespucci in un mare in tempesta ..... Paolo Grillo continua a leggere ...

Osservatorio internazionale Dicembre 2016 Un’altra fusione

La crisi è finita, almeno per qualcuno

Il Belgio e i Paesi Bassi hanno deciso di rafforzare ulteriormente la già loro profonda e consolidata cooperazione militare.....

Il SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), come tutti gli anni diffonde il suo rapporto sul mercato internazionale ...

Una base russa in Libia?

Out of order

Il generale libico Khalifa Belqasim Haftar è arrivato a Mosca alla fine di novembre con la richiesta di ottenere armi russe e appoggio militare ...

Il quotidiano Arab News il 2 dicembre ha rivelato che la rete informatica del governo saudita è stata oggetto di pesanti attacchi di hackers...

Rumori fuori scena

Inaugurata la seconda base antimissile in Europa

Purtroppo la recente conferenza MED (Mediterranean Dialogue), tenutasi a Roma, una volta di più ha mostrato l’incertezza ...

L’Ammiraglio Rick Williamson, comandante della Region Europe, Africa, Asia sud-occidentale della US Navy (EURAFSWA) ...

Rivista Marittima Gennaio 2017


RUBRICHE

Detti e sopraddetti

Cambi in vista?

Da quando è iniziata la crisi siriana, media, politici, analisti e diplomatici assortiti di ogni tipo e tendenza hanno lanciato un mantra...

Si tratta di un vero e proprio schiaffo che ha ricevuto il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed Ibn Salman, inviato da re Salman in Francia. ...

Fine in un silenzio immeritato

L’Ungheria rafforza la difesa (finalmente)

Il 14 dicembre l’Unione Europea ha reso che noto che alla fine di quest’anno terminerà la meno conosciuta e la meno utile delle sue missioni ...

Alla vigilia di Natale, il ministro della Difesa ungherese, István Simicskó, ha annunciato la messa in opera di un programma di sviluppo della difesa ... Enrico Magnani

Il peggiore degli incubi Il capo di stato maggiore delle forze armate dell’Iran ha detto che Teheran è interessata alla creazione di basi navali in Siria e Yemen. ...

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Marine militari AUSTRALIA Battezzato e varato il secondo caccia classe «Hobart»

NORVEGIA La Norvegia decide per l’acquisizione di 5 P-8A Poseidon

CINA La portaerei Liaoning passa attraverso lo stretto di Taiwan

RUSSIA Consegnato il primo dragamine «progetto 12700»

FRANCIA Lavori sull’ultimo SSBN classe «Le Triomphant»

SINGAPORE Potenziamento delle capacità di sorveglianza aeromarittima

GRAN BRETAGNA Battezzato il quarto battello classe «Astute» INTERNAZIONALE Paesi Bassi e Belgio insieme per l’acquisizione di nuove navi ITALIA FREMM italiana in Australia e nel Sud-Est Asiatico Consegnati i primi due MPA P-72A Rivista Marittima Gennaio 2017

STATI UNITI Primo «ACV» consegnato da BAE Systems/ Iveco DVD La US Navy propone una flotta di 355 navi TURCHIA Taglio della prima lamiera per la fregata Istanbul continua a leggere ...

Luca Peruzzi


RUBRICHE

Marine mercantili

Port regulation in dirittura d’arrivo

Riordino dei Servizi Tecnico-Nautici o

Dal 3 gennaio 2017 è in vigore la legge 1 dicembre 2016, n. 230 («Modifiche al codice della navigazione in materia di responsabilità dei piloti dei porti e disposizioni in materia di servizi tecnico-nautici»)....

Dopo il via libera del Parlamento manca solo l’approvazione del Consiglio UE. Poi, finalmente, il Regolamento «che istituisce un quadro normativo .....

Tutti (o quasi) in giro per il mondo con MSC Pesca Marittima: via libera al riordino del sistema sanzionatorio Con l’entrata in vigore della legge 28 luglio 2016, n. 154 «Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo e agroalimentare,..... Pietro Verna

Il periodo di lancio è stato, guarda caso, calibrato per candidarlo a graditissimo regalo di Natale, almeno per i più facoltosi. MSC Crociere....

L’entrata in vigore del Polar Code Dal primo gennaio di quest’anno è in vigore l’International Code for Ships Operating in Polar Waters, strumento giuridico definito in ambito IMO.... Eugenio Tatulli

L’imposta di sbarco al vaglio della Corte costituzionale Nella sentenza n. 281 del 6 dicembre scorso la Corte costituzionale si è pronunciata sulla normativa statale che ha introdotto, nel 2012,....

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Scienza e tecnica «SOLAR IMPULSE»: IL VELIVOLO A ENERGIA SOLARE CHE HA EFFETTUATO IL GIRO DEL MONDO Nell’ormai lontano giugno 2008 abbiamo presentato su questa rubrica un interessante programma svizzero relativo a un mezzo aereo a energia solare: «Solar Impulse», che si poneva l’ambizioso obiettivo di compiere un intero giro del mondo senza scalo con un aereo propulso esclusivamente mediante energia solare, capace di decollare con i propri mezzi, volare sia di giorno sia di notte, senza consumare combustibile e senza produrre inquinamento.... continua a leggere ...

Disegno 3D del velivolo con propulsione a energia solare Solar Impulse 2 (Fonte: Solar Impulse).

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RUBRICHE

Nautica da diporto NORMATIVA – IL DECRETO PER LO SMALTIMENTO DEI FUOCHI DI SOCCORSO Grazie anche all’entrata in vigore del decreto legislativo 29 luglio 2015, n. 123, recante l’Attuazione della direttiva 2013/29/UE concernente l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di articoli pirotecnici, e in particolare dell’art. 34, comma 2, ai sensi del quale, dovevano essere «individuate le modalità di raccolta, di smaltimento e di distruzione dei prodotti esplodenti e dei rifiuti prodotti dall’accensione di pirotecnici di qualsiasi specie, ivi compresi quelli per le esigenze di soccorso, prevedendo anche una disciplina specifica per la raccolta e lo smaltimento dei prodotti scaduti»,....

Segnali di tipo pirico entro le 50 miglia (Fonte: drop-shipment).

Stéphan Jules Buchet

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C he cosa scrivono gli altri «L’Italia e il mare della crisi»

«Il Mar Nero “Lago russo”?»

LA STAMPA, 28 NOVEMBRE 2016

LIMES, N. 10/2016

«Il Valzer delle Potenze» IL NODO DI GORDIO, N. 12, SETTEMBREDICEMBRE 2016

Ezio Ferrante

Recensioni e segnalazioni continua a leggere ...

Enrico Cernuschi

Jean-François Bouthors

Sergio Romano

Gli italiani dellÊInvincibile Armata

Comment Poutine change le monde

Putin e la ricostruzione della Grande Russia

LÊaltra storia della guerra anglo-spagnola 1585-1604

Éditions François Bourine 2016,Pagg. 140, Euro 15,00

Mursia 2016, Pagg. 144,

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Longanesi 2016, Pagg. 160 (rilegato), Euro 18,00


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