parafilie e altro

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psichiche, come ad esempio la mancanza di integrità del SuperIo, la bassa autostima, la mancanza di empatia e l’impossibilità di esperire la relazione con l’altro in modo significativo e costruttivo, rendono possibile il passaggio dalle fantasie omicidiarie al fatto reato. …non sappiamo quali soggetti siano più attraenti o più soddisfacenti per la sua fantasia…..non sappiamo di che fantasia si tratta. Il punto è proprio questo non conosciamo la fantasia che spinge l’assassino perché possiamo vederne solo alcune parti e fare ipotesi. Forse non sapremo mai intorno a cosa gira il suo mondo. È arrivato da un altro pianeta… L’efferatezza che caratterizza spesso i delitti dei serial killer, viene così a trovare senso nella struttura narcisistica del soggetto: l’altro è solo un oggetto, ed in quanto tale può essere vissuto solo in funzione della gratificazione; gratificazione che spesso coincide con le fantasie inconsce e pulsionali - libidiche ed aggressive – non mediate da strutture psichiche superiori come l’Io ed il SuperIo. Anche in questi casi l’onnipotenza, l’aggressività e la svalutazione dell’altro dominano l’attività psichica dell’omicida. (Kernberg 1975) L’assassino seriale agisce sempre in modo determinato, spesso lucido, quasi sempre seleziona preventivamente la vittima, sovente dispone di una buona capacità organizzativa e di autocontrollo. (Bastianoni, Maroni, Villano 2001) Il mio prossimo designato è già stato unto. Ho fatto la mia scelta l’ho nel mirino proprio adesso mentre leggi queste parole. Nel 1988 J.Norris affronta il problema dei serial-killer da un punto di vista bio-sociologico, secondo l’Autore la dipendenza del serial killer dal crimine, è una dipendenza da uno specifico schema criminale, uno schema criminale che ben presto diviene lo schema di vita del killer. Tutto ciò che segue è solo una ripetizione della sequenza criminale iniziale. Il Poeta sta ripetendo il suo rituale Ogni serial killer ha incorporato l’atto omicida in un rituale psicologico in cui, la vittima scelta, il modus operandi ( cioè il comportamento finalizzato al compimento del crimine), la firma (cioè il comportamento accessorio,inutile rispetto all’esecuzione vera e propria del delitto, con cui il serial vuole essere identificato), le torture, l’atto di morte, e la disposizione del cadavere sono tutti aspetti di un medesimo schema criminale. Dal momento in cui passa dalla fantasia alla pratica e cioè, dopo aver provato piacere nel dare la morte, non riesce più a fermare l'istinto, da qui la ripetitività dell’omicidio. Questo schema che il killer segue compulsivamente può essere riassunto in un modello (Norris, 1988) a fasi: - Fase aurorale: può durare da pochi giorni ad interi mesi, ed essa è una sorta di stato allucinatorio in cui il killer sogna ad occhi aperti e diviene progressivamente sempre meno sensibile agli stimoli esterni. Questa fase si manifesta molto spesso, nel caso dei serial killer, in una sorta di momento dominato dalla fantasia, in cui il soggetto passa tutto il tempo a fantasticare sugli omicidi, sugli atti violenti, in cui la mente del criminale resta dominata dalle visioni violente prodotte dalla fantasia. La fase aurorale è altresì una sorta di portale con due uscite. Da una parte c’è il mondo normale, in cui le convenzioni sociali, i ruoli e le regole, sono rispettati. Dall’altro lato c’è il mondo del killer, un mondo fatto di atti compulsivi, dominato dalla fantasia violenta, in cui non esistono regole e ruoli da rispettare, ma semplicemente i bisogni istintuali da soddisfare, senza mediazione e senza controllo. - Fase del puntamento: nel momento in cui il killer è entrato nella fase aurorale, mosso dalla fantasia, inizia l’ingresso nella seconda fase, quella della ricerca di una nuova vittima. Ogni killer ha la sua vittima ideale. Questa fase non è una ricerca casuale di una vittima, ma una ricerca compulsiva e cosciente del target vittimologico preferito dal killer. Questa fase che può durare anche molto tempo, porta il soggetto in uno stato di frenesia, attenzione eccessiva e paranoia, il killer è entrato in una nuova fase che dominerà ancora di più tutta la sua vita e le sue attività. In questa fase non deve farsi rientrare solo la ricerca della vittima, perché quando la vittima viene trovata difficilmente è Anno II - n.2 settembre 2008


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