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vità su tutta la fronte italiana nei primi ventiquattro giorni di ottobre: Fino al 24 ottobre, gìorno in cui s'inizia l'offensiva austro-germanica, l'attività combattiva è caratterizzata su tutta la fronte da piccole operazioni di iniziativa del nemico nei settori del III Corpo d'Armata, della P e della 4" Armata; di iniziativa nostra, e principalmente dirette a rettificare e a migliorare la linea, nel settore della 2• Armata. III CORPO d' ARMATA - Sulla fronte del Ili Corpo l'attività del nemico assume essenzialmente la forma di tentativi di colpi di mano contro le nostre piccole guardie in regione Manon, nella media val Daone (notte sul 5), a Sorgente, nord di Lenzumo (sera del 14), a M. Melina (sera del 16). 1a .ARMATA - Oltre ad azioni di pattuglie e di nuclei d'assalto in val Lagarina (nei giorni 4, 14, 16), al Passo della Lazza, conca Laghi (notte sul 20) e in val d'Assa (giorno 19), la notte sul 18 il nemico sferra tre successivi attacchi sulla fronte M. Maio-Cavallaro (X C.A.); respinto, torna all'assalto una quarta volta nella mattinata e riesce ad infiltrarsi nella selletta antistante ai roccioni di M. Maio. Un immediato contrattacco ci ridà il possesso della selletta e ci frutta 40 prigionieri di cui 3 ufficiali. Lo stesso giorno 18, superati i posti avanzati dei Casoni di Viosa a nord di Castana nel settore Posina (X C.A.), il nemico riesce a sorprendere e a catturare in caverna 3 plotoni di fanteria e una sezione mitragliatrici.
La notte sul 22 nostri nuclei arditi distruggono i lavori dell'avversario sul Roccolo di M. Catz (XXII C.A.). La notte sul 23 nei pressi di Serravalle, in val Lagarina (XXIX C.A.) un piccolo posto nemico vien sorpreso da una nostra pattuglia. Il 2 ottobre alle ore 9,20 vien fatta brillare al Dente del Pasubio una nostra mina che danneggia le linee nemiche.12 4a ARMATA - A parecchie riprese il nemico si accanisce contro le nostre linee di Cima di Costabella (IX C.A.): attacca violentemente la posizione del Dente nella notte sul 6 ed è respinto; la riassale la sera del 7 ed è ancora ricacciato col fuoco; grosse pattuglie d'assalto che tentano d'avvicinarsi alle nostre trincee la notte sul 21 sono pure respinte. La notte sul 12 vien respinto un attacco nemico a quota 2222 (nord di Cima di Bocche); all'alba del 20 un riparto avversario approfittando della tormenta e con l'appoggio di una intensa azione di artiglieria e di bombarde, assale le nostre posizioni del Costone di Bocche e vi penetra; ne è cacciato dopo una lotta a corpo a corpo. Le nostre perdite sommano a 6 morti, 13 feriti, una quarantina di dispersi (IX C.A.), Anche a M. Piana (22 ottobre) dopo vigorosa preparazione di arti12 Il dosso del Palom, sul Pasubio, aveva un caratteristico profilo a doppia gobba. Era stato attribuito, correntemente, il nome di "' Dente italiano ,. a quella occupata dalle nostre truppe e il nome di "'Dente austriaco ,. all'altra, sulla quale passava la linea avversaria. Per quasi tutta la durata della guerra si svolse una tenace lotta di mine, scavando chilometri di gallerie nella roccia, da ambo le parti, nel tentativo reciproco di eliminare il caposaldo contrapposto.
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glieria e col concorso di aeroplani bombardanti le trincee e le truppe nostre, un grosso riparto austro-germanico riesce a irrompere nelle nostre linee occupando elementi di trincea a nord del Vallone dei Castrati; due nostri successivi contrattacchi ristabiliscono completamente la situazione. Vani tentativi di piccoli nuclei e di pattuglie si segnalano in val Sugana tra Samone e Grigno (XVIII C.A.) la notte sul 3, alla Croda del Longerin, nel settore val Visdende (I C.A.) la notte sul 6, alla Tofana 3a (I C.A.) il giorno 11, in val Popena (I C.A.) il giorno 17, in regione Mesola (Marmolada) e al Seikofel (val Padola) la notte sul 18, all'Ombretta il giorno 21, in val Travignolo, in val Cordevole, a Cima Canale (val Visdende) il 22. La sera del 21 una contromina austriaca sotto il Dente del Sief cagiona danni rilevanti alle nostre linee sulle pendici sud-occidentali del Sief stesso: 3 ufficiali e 60 uomini di truppa rimangono travolti sotto i detriti: 12 dei soldati vengono poi estratti vivi. ZONA CARNIA - L'attività nemica si manifesta fino al giorno 24 con saltuari concentramenti di artiglieria, più frequenti sulle posizioni dell'alto But e del Chiarzò e con azioni di nuclei d'assalto; particolarmente violenta quella del giorno 18 contro le posizioni di Granuda (settore Fella), mandata a vuoto dalla nostra reazione di fuoco. 2a ARMATA - Le piccole operazioni della 2a Armata alle quali si è accennato si svolgono intorno a due principali focolari di lotta: la zona de] M. San Gabriele (II e VI C.A.) e il settore centrale e meridionale dell'altopiano di Bainsizza (XXIV e li C.A.). Nella zona del S. Gabriele riparti del Il C.A. tentano invano il 1° ottobre di completare l'occupazione del Costone di q. 367 (Veliki) impadronendosi del vicino fortino austriaco. Vi riescono il 6 mattina, dopo intensa preparazione d'artiglieria, elementi della 66n divisione (VI C.A.) ma sono successivamente costretti a ritirarsi sulle linee di partenza dalla violenza del fuoco nemico di interdizione; debbono sostenere tentativi di attacchi e di colpi di mano in questo settore la sera del 2, nella giornata del 16, nella notte sul 18 e nel pomeriggio dello stesso giorno. La notte sul 2 il VI C.A. rettifica con uno sbalzo in avanti le posizioni a N.E. di q, 462 del S. Gabriele e occupa nella giornata una caverna nella testata di Val Cava; respinge violenti attacchi nemici nella zona di q. 462 all'alba del 2, e alla testata di val Cava e di val Sorgente la sera del 2, la sera del 3, la notte sul 4, la notte sul 5. Durante i combattimenti del giorno 2 il nemico lascia nelle mani del VI corpo 102 prigionieri dei quali 5 ufficiali. Sull'altopiano di Bainsizza, sostenuto con successo la notte sul 2 un attacco nemico tra q. 778 e Koprivisce (XXVII C.A.) e alle linee di q. 756, le truppe della 2a armata (XXIV C.A.) assalgono e occupano all'alba dell'8 le posizioni avversarie di q. 814 e di Vrh Scur, di Okroglo e di q. 728 tra Kal e Koprivisce ma debbono abbandonarle in seguito a violenti contrattacchi nemici. Lo stesso giorno, sulla fronte del II corpo,