1914: NEUTRALITÀ O INTERVENTO ?

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Ma nonostante le insistenze di Di San Giuliano, sempre più ammalato e prossimo alla dipartita, fra il settembre e l‟ottobre si decide per il rinvio dell‟intervento. Troppe sono le insistenze in pro della neutralità362. In Italia sta esplodendo la polemica militare, e molti si vanno accontentando, per il momento, dell‟ “intermezzo albanese… ci darà tempo per preparare… l‟impresa maggiore: e daremo segno di vita”363. E del resto, le flotte dell‟Intesa non sembrano esser ancora disposte ad ottemperare alle direttive del marchese siciliano364.

- L‟interim di Salandra e la formazione del nuovo indirizzo Se pensassi che ho avuto occasione di restituire Trento e Trieste all‟Italia e che l‟ho lasciata sfuggire, non avrei più pace nella mia vita e mi domanderei che cosa sono stato a fare per trent‟anni nel Parlamento italiano.365

Così diceva Antonio Salandra, al ministro delle Colonie Martini, il 17 settembre 1914. Il 18 ottobre poi, quattro giorni dopo la morte di Di San Giuliano, il Presidente del Consiglio assumeva l‟interim degli esteri, mantenendolo fino al 4 novembre. In relazione a questo breve periodo, l‟attenzione degli storici, più che sugli eventi politico-diplomatici, si è soprattutto concentrata sul famoso discorso che Salandra pronuncia, il 18 ottobre stesso, davanti ai funzionari del ministero degli esteri366. Dopo aver tessuto le lodi al suo predecessore, del quale assicura la prosecuzione della via da lui intrapresa, Salandra proclama: “La possibilità di un intervento contro l‟impero asburgico viene… rimandata in primavera. Il rinvio, motivato soprattutto dall‟impreparazione militare, nasconde in realtà un‟indecisione”. Così G. E. Rusconi, op. cit., p. 98. 363 Cfr. F. Martini, op. cit., p. 127, 28 settembre. 364 Cfr. il colloquio fra Malagodi e di San Giuliano del 12 ottobre (O. Malagodi, op. cit., pp. 2224). Dice Di San Giuliano: “[a guerra finita] ci troveremo… con tutto l‟odio degli Imperi centrali… e tutta l‟ingratitudine dell‟altra parte, che non avrà nessuna voglia di ricordarsi il beneficio della nostra neutralità…[ma] penso che pel momento ci convenga ancora aspettare. La guerra non finirà così presto; e d‟altronde cosa possiamo fare? Non abbiamo un esercito pronto”. 365 F. Martini, op. cit., p. 106, 17 settembre. 366 Il discorso venne poi subito divulgato dalle agenzie italiane e straniere. Così A. Salandra, La Neutralità, cit., p. 376. Il passo è riportato per intero in ivi, pp. 377-378. 362

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