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Seconda guerra mondiale 1940-45: racconti di vita a cura di Pio Secciani

CIP (Cataloguing in Publication) a cura della Biblioteca della Toscana Pietro Leopoldo

Seconda guerra mondiale 1940-45 : racconti di vita / a cura di Pio Secciani ; [presentazione di Eugenio Giani ; prefazione di Valentina Vadi]. - Firenze : Consiglio regionale della Toscana, 2018

1. Secciani, Pio 2. Giani, Eugenio 3. Vadi, Valentina

940.53

945.590916

Guerra mondiale 1940-1945

Volume in distribuzione gratuita

Associazione culturale “Meleto vuole ricordare”

In copertina particolare del monumento in memoria dell’eccidio perpetrato a Meleto dai nazi-fascisti il 4 luglio 1944 . Foto di proprietà dell’associazione “Meleto vuole ricordare”

Le immagini nel racconto di Peri (pag. 205) sono di proprietà dell’autore.

Consiglio regionale della Toscana Settore “Rappresentanza e relazioni istituzionali ed esterne. Comunicazione, URP e Tipografia” Progetto grafico e impaginazione: Daniele Russo Pubblicazione realizzata dal Consiglio regionale della Toscana quale contributo ai sensi della l.r. 4/2009

Ottobre 2018

ISBN 978-88-85617-23-0

Il volume “Seconda guerra mondiale 1940-45: racconti di vita” a cura di Pio Secciani si inserisce perfettamente in una delle vocazioni principali che la collana del Consiglio Regionale si è posta: quella di mantenere viva la memoria sui terribili anni della II Guerra mondiale, di dare voce a storie - anche meno conosciute - ma che rappresentano uno spaccato importantissimo della nostra identità toscana. Come sappiamo anche la nostra Regione ha pagato un tributo altissimo in termini di vite umane, è stata teatro di eroiche operazioni partigiane ma, purtroppo, anche di terribili rappresaglie e vere proprie stragi che hanno colpito civili, donne e persino bambini. Meleto è una di queste e il testo di oggi, che raccoglie i lavori del concorso letterario nazionale per racconti brevi inediti Seconda Guerra Mondiale 1940-1945: racconti di vita promosso dalla Associazione culturale “Meleto vuole ricordare” in collaborazione con il Comune di Cavriglia, è un lavoro dall’alto valore storico e culturale.

Voglio unirmi ai sinceri ringraziamenti della Consigliera regionale Valentina Vadi nei confronti dell’Associazione “Meleto vuole ricordare” per aver svolto un’attività di tale spessore che, da oggi, va a impreziosire la collana Edizioni dell’Assemblea e, attraverso questa, il desiderio di verità e giustizia che anima ancora il nostro territorio.

Questo volume, edito dal Consiglio Regionale della Toscana, raccoglie gli elaborati che hanno partecipato alla prima edizione del concorso letterario nazionale per racconti brevi inediti sul tema «Seconda Guerra Mondiale 1940-1945: racconti di vita», promosso dalla Associazione culturale «Meleto vuole ricordare» in collaborazione con il Comune di Cavriglia. L’Associazione «Meleto vuole ricordare» si è costituita nel 1998 allo scopo di conservare la memoria ed il ricordo della strage nazi-fascista compiuta il 4 Luglio del 1944 nel borgo cavrigliese, che provocò la morte di 93 civili tra i 15 ed gli 89 anni. Il concorso letterario – con i racconti pervenuti da diversi luoghi della Toscana e dell’Italia - ha il merito di ampliare la prospettiva dalla quale si guarda ad uno dei periodi più oscuri e dolorosi della storia del nostro paese.

Il contributo della provincia di Arezzo, del Valdarno, dei suoi territori e di Cavriglia, alla storia della Resistenza e della Lotta di Liberazione dal nazifascismo, è un contributo alto in termine di vite umane. Numerosi furono gli eccidi in cui persero la vita, in maniera drammatica e violenta, tanticivili,uomini,donne,bambini:CivitellainValdichiana,SanPancrazio, Vallucciole, e poi Massa dei Sabbioni, Meleto, Castelnuovo dei Sabbioni, Santa Lucia, Badia a Ruoti, Pogi, Matole, solo per ricordarne alcuni dei più significativi. Il Valdarno, nell’estate del ’44, mentre le truppe angloamericane cercavano di risalire la penisola e sfondare la Linea Gotica per liberare il Nord Italia, fu teatro di scontri, rastrellamenti e bombardamenti tragici prima di tornare alla libertà: il 16 luglio del 1944 fu liberata Arezzo, il 19 Luglio Montevarchi, il 24 Luglio San Giovanni Valdarno e Cavriglia, mentre Firenze sarà liberata nell’Agosto del 1944.

Il Valdarno è stato un territorio che ha dato un contributo significativo anche nella lotta partigiana contro i tedeschi ed i fascisti: tanti giovani, animati da valori ed ideali di libertà, uguaglianza, solidarietà partirono alla volta dei monti ed entrarono nelle brigate partigiane. Pio Borri, Eduino Francini, Licio Nencetti, Sante Tani, Guerrino Isidori, Alfredo Merlini, Guelfo Billi sono soltanto alcuni dei nomi di rilievo, la maggior parte dei quali caduti sotto i colpi dei nazi-fascisti poco più che ventenni. Sarebbe importante e significativo che questa storia, la storia di questi uomini e di queste donne, fosse conosciuta, studiata ed approfondita nelle scuole: c’è un libro che più di altri potrebbe essere utile a questo scopo, Fuochi sui monti dell’Appennino toscano di Antonio Curina, uno dei protagonisti della Lotta di Liberazione nella provincia di Arezzo, pubblicato in prima edizione nel 1957 e ristampato in occasione dei 70 anni dalla Liberazione di Arezzo, nel

2014. In questo volume, con dovizia di particolari, si ricostruisce la storia della Liberazione ad Arezzo e in provincia, con un ampio capitolo dedicato anche al Valdarno, e dunque, anche a Cavriglia.

A Meleto fu perpetrata la strage più dolorosa e più drammatica vissuta dalla comunità cavrigliese: oltre 90 furono i morti, trucidati con una violenza ed una barbarie inaudite.

Oggi, 74 anni dopo quella strage, commemoriamo quelle vittime insieme a tutte le vittime della barbarie nazi-fascista dal 1943 al 1945 perché in noi c’è un profondo debito di riconoscenza, un ‘dovere morale’ del ricordo e della memoria: quegli uomini e quelle donne che nel silenzio della loro vita quotidiana in quei mesi di guerra stavano dalla parte dei partigiani, quei giovani partigiani partiti per combattere e per liberare i nostri paesi, hanno dischiuso a noi – oggi – la possibilità di una vita libera, pacifica e democratica che dovremmo difendere e preservare ogni giorno da quanti vorrebbero farla scivolare di nuovo verso l’odio, la sopraffazione e la guerra.

Per questo i giovani devono sapere e conoscere. Ma non solo: devono conoscere anche per fare dei valori e degli ideali della Resistenza una pratica quotidiana, rendendo, in questo modo, la memoria ‘attiva’ nel presente. Scrive Dacia Maraini che la «Resistenza non può essere solo memoria del passato, ma deve essere esercizio del presente». In questo modo, tutelando le libertà ed i diritti, sempre dalla parte dei più deboli, contro le ingiustizie e le diseguaglianze economiche e sociali, anche oggi i ragazzi e le ragazze possono contribuire a tener vivi i valori della Resistenza e della Lotta di Liberazione, oltre 70 anni dopo.

Il volume, raccogliendo racconti brevi che hanno al centro la vita delle nostre comunità cittadine e rurali negli anni della Seconda Guerra Mondiale, ha il pregio di rispondere perfettamente a questo scopo: permettere di conservare, presso le giovani generazioni, la memoria e il ricordo di quegli uomini e di quelle donne che hanno contribuito a dare all’Italia l’opportunità di essere un paese libero.

Il valore del racconto, in una terra di Memoria

La promozione del Concorso letterario “Seconda Guerra Mondiale 1940 –45:raccontidivita”, ideato ed organizzato dall’Associazione Meleto Vuole ricordare, presieduta da Pio Secciani, che da ormai vent’anni opera con grande attenzione e sensibilità per la salvaguardia e la tutela della memoria del nostro territorio, in particolare per quello della comunità di Meleto, è stata un’operazione davvero molto importante e siamo felici che il Consiglio Regionale della Toscana abbia voluto premiare con la pubblicazione il progetto, che abbiamo fin dall’inizio promosso, patrocinato e contribuito ad organizzare.

Sono trascorsi ormai più di 73 anni da quando, tra il 4 e l’11 luglio 1944, l’Unità Hermann Goering della Wehrmacht trucidò barbaramente 192 civili maschi innocenti in una serie di terribili massacri messi in atto in cinque frazioni del Comune di Cavriglia: Meleto Valdarno, Castelnuovo dei Sabbioni, San Martino, Massa Sabbioni e Le Matole. Con il trascorrere del tempo, i testimoni di quei terribili giorni stanno scomparendo, e con loro sta per scomparire anche il ricordo di chi è stato spettatore diretto di quei drammatici eventi. Per non rendere vano il sacrificio di quelle vite innocenti è sempre più necessario conoscere e comprendere gli insegnamenti lasciati in eredità dal nostro passato. Per questo credo che ognuno di noi si debba sentire responsabile della trasmissione della Memoria e dei valori del rispetto della vita umana. Una responsabilità che si è assunta l’Associazione Meleto vuole ricordare con grande impegno nel corso degli anni e che l’ha portata a raggiungere traguardi importanti per la nostra comunità nel corso del tempo come questa pubblicazione, che oltre ad avere il merito di raccogliere memorie, diari e racconti della seconda guerra mondiale provenienti da tutta Italia, è riuscita soprattutto a fare emergere particolari e dettagli del conflitto all’interno dei confini del nostro territorio grazie a racconti nuovi, inediti, fino ad oggi sconosciuti; terra fertile per storici e ricercatori che nel futuro vorranno approfondire e fare luce su nuovi aspetti di questo terribile massacro.

Ed in questo percorso si è inserito perfettamente il concorso letterario promosso dall’associazione “Meleto vuole ricordare”, da noi convintamente sostenuto. Un’iniziativa di grande valore, sia letterario che culturale. Dopo la “maledetta” estate del 1944 se abbiamo avuto la forza di ripartire lo dobbiamo al coraggio di coloro che hanno visto uccidere i propri cari dai fucili Nazifascisti, oppure hanno sacrificato la propria vita nel tentativo di salvarne altre. Il gesto di amore di queste persone nei confronti della propria comunità dovrà rimanere per sempre nella nostra Memoria. E ciò sarà possibile anche grazie all’impegno dei tanti partecipanti che hanno trasformato alcune storie dei giorni più difficili del secondo conflitto mondiale in una preziosa testimonianza che presto potrà arricchire tutti coloro che avranno modo di sfogliare le pagine di questo importante volume. Un altro tassello fondamentale del mosaico da tutelare con tutte le nostre forze, della nostra memoria.

Leonardo Degl’Innocenti o Sanni

Sindaco di Cavriglia

“Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”, così scriveva lo scrittore e attivista politico cileno Luis Sepulveda. Questo verso - che dà dignità poetica ad una grande verità – anima da oramai 20 anni l’attività dell’Associazione Meleto Vuole Ricordare che si è posta fin da subito l’obiettivo di raccogliere, conservare e tramandare alle giovani generazioni le memorie di una delle pagine più drammatiche della storia del nostro Paese, quale è certamente stata la miriade di eccidi di civili, uomini, donne e bambini, perpetrati dai nazi-fascisti ed in particolare quella che il quattro luglio 1944 ha privato un piccolo paese del Valdarno aretino, Meleto, della quasi totalità della propria popolazione maschile: 93 uomini, di età compresa da 15 a 89 anni, trucidati e poi dati alle fiamme.

Riteniamo che mantenere viva e vitale la memoria di quella pagina di storia sia un obbligo civico e morale per istituzioni pubbliche, private e singoli cittadini, soprattutto in una fase come quella che stiamo vivendo che vede afflati revisionisti o negazionisti tanto deplorevoli quanto pericolosi.

Questo libro raccoglie i racconti pervenuti alla nostra Associazione in occasione di una delle sue ultime iniziative, ovvero la promozione di un concorso letterario dal titolo “Seconda guerra mondiale 1940-45. Racconti di vita” che si è svolto a cavallo degli anni 2015/2016 e che si è concluso con la cerimonia di premiazione in occasione dell’anniversario dell’eccidio di Meleto Valdarno il quattro luglio 2016.

In questi racconti traspare la quotidianità stravolta di una popolazione civile vittima di uno stato di guerra e di occupazione straniera, insieme a piccoli e grandi ricordi di famiglia di cui ciascuno degli autori ha voluto con dignità rendere partecipi i lettori.

Perché la vera memoria è una memoria collettiva. E perché chi non ha vissuto quegli anni può apprendere gli alti valori della Resistenza e della Libertà solo prendendo esempio dalle piccole e grandi storie dei propri padri e nonni.

Io che scrivo, ad esempio, che non ero all’epoca nato, devo molto alla sensibilità per il tema della memoria che mi ha trasmesso mio padre, prigioniero in un campo di concentramento tedesco, la cui storia è raccontata in una delle tante, belle e significative pagine di questa raccolta.

Questo è uno dei libri che dovrebbe essere letto principalmente dai giovani perché loro è il futuro e l’onere di preservare la libertà e la pace che i nostri genitori e nonni ci hanno conquistato e consegnato.

La libertà, infatti, non è qualcosa che una volta acquisita non può più esserci tolta, ma deve essere conquistata e mantenuta giorno dopo giorno, come un fiore che abbisogna di cure per preservare intatta la propria bellezza.

Ringrazio gli autori dei racconti per il loro appassionato lavoro. La stampa di questo volume ci permette di lasciare ai posteri un pezzo importante della nostra storia.

Ringrazio le amministrazioni comunali del Comune di Cavriglia che si sono susseguite in questi vent’anni per il costante appoggio alle nostre iniziative.

Ringrazio i rappresentati del Consiglio Regionale della Toscana che hanno creduto in questa pubblicazione e che l’hanno resa possibile.

Grazie Consigliera Valentina Vadi.

Grazie Presidente Eugenio Giani.

Pio Secciani Presidente Associazione “Meleto vuole ricordare”