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ESPLORATORE IN IN TERRA D’AFRICA Vittorio Bottego

Agli albori dell’avventura coloniale italiana, fra gli anni Ottanta e Novanta dell’Ottocento, diversi esploratori militari contribuirono alla conoscenza di quelle nuove terre. Fra questi Vittorio Bottego, nato a San Lazzaro Parmense nel 1860 da una ricca famiglia del ceto agrario: uomo dal carattere irrequieto e portato all’avventura, forse irrobustito anche dalla lettura di Omero, Dante, Virgilio e Ariosto, a cui la carriera militare sembrava la più adatta ad aprire le porte del mondo. Capitano d’Artiglieria presso la scuola d’equitazione di Pinerolo, nel 1887 chiese di partire per l’Africa e giunse a Massaua nel novembre dello stesso anno, inquadrato nel corpo di spedizione del Generale Alessandro Asinari di San Marzano, pochi mesi dopo la tragica battaglia di Dogali, costata la vita a centinaia di militari italiani. Agli ordini di uno dei superstiti, il Capitano Micheli, prese servizio come addetto a una batteria coloniale, in- del 1890. Vivendo a stretto contatto con gli indigeni ne studiò con attenzione la cultura e la mentalità. Ad attrarre il suo interesse, però, non era soltanto il lato antropologico dell’Africa; quei paesaggi così diversi dalla pianura del Po lo affascinavano, e quando era libero dal servizio compiva lunghe cavalcate nei dintorni dei baraccamenti per studiare da passare dei mesi mise insieme una vasta raccolta di vertebrati e invertebrati che inviò al Museo di Storia Naturale della natia Parma, insieme lance, frecce, maschere eritree (1). Nel 1890, il Governatore generale - regione del Giuba che, approvato da Baldissera (dal 1888 Comandante in capo in Eritrea) e dal Ministero degli Esteri, non ebbe seguito a causa della caduta del Governo Crispi. Tuttavia, la sorte riservò a Bottego una seconda opportunità, perché il
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Marchese Giacomo Doria, Senatore del Regno e Presidente della Reale - pose di organizzare l’esplorazione della costa fra Massaua e Assab, pressoché sconosciuta a causa infatti con le terre di bellicose tribù eritree, che già si erano macchiate degli eccidi delle spedizioni Munzinger, Bianchi e Giulietti. La carovana partì il 1° maggio 1891 ma trascorse appena due settimane e toccata Hache’o arrivò l’ordine di rientrare a causa del rischio di attacchi da parte di bande armate locali. Bottego raggiunse Assab il 25 maggio e, pur nella sua brevità, la missione non fu inutile perché permise di tracciare di costa e di catalogare mammiferi e uccelli di specie sconosciute. La relazione “Nella terra di Danakil: giornale di viaggio” (2) accrebbe la reputazione di Bottego come esploratore, al punto che il Marchese Doria decise di dar seguito al vecchio progetto di esplorare il medio e basso corso del Giuba, che la Convenzione italo-britannica stabiliva comeza di Londra e quella di Roma. Il 30 settembre 1892 la nuova spedizione partì da Berbera, e nel corso di 11 mesi e 22 giorni attraversò la terra degli Agaden, evitò i bellicosi Arussi, che abitavano l’area montagnosa dell’Etiopia centro-meridionale, esplorò l’alto corso dell’Uebi, il medio corso del Giuba e i suoi - tà di Lugh, la spedizione terminò a Brava l’8 settembre 1893, dopo aver conseguito importanti risultati, perché chiarì come il Giuba non fosse il proseguimento dell’Omo,






Daua Parma con il Ganale Doria (a entrambi i corsi d’acqua Bottego aggiunse rispettivamente il nome della città natia e del suo mecena- quelle valli. Il resoconto della spedizione apparve nel 1895 per i tipi di Loescher “Il Giuba esplorato”. Ma la spedizione ebbe anche un merito umanitario, perché raggiunta Lugh nell’agosto del 1893, vi trovò Emilio dal Senio e il tedesco Wilhelm Bor- chardt, già membri della spedizione del Principe Ruspoli, che vi si erano fermati a causa di problemi di salute; divenuti ben presto prigionieri di fatto del Sultano locale, sarebbero quasi certamente morti di stenti se Bottego non ne avesse negoziata la liberazione. Al rientro in Italia, la Souna Medaglia d’Oro. Il “mal d’Africa” si era ormai impamaggio del 1894 ideò una nuova missione lungo il corso dell’Omo e nella regione a occidente del lago Rodolfo, al di sotto del 6° parallelo, italiana; infatti, l’articolo 2 della citata e dal clima mite, fertile e popolata, - novembre piegò verso nord-ovest e toccò le rive del Sobat, il più meri- re la mappa completa del sistema- ancora oggi troneggia nella piazza antistante la stazione ferroviaria eNOTE

Il francobollo emesso dalla Repubblica Italiana nel 1960, per il centenario della nascita di Vittorio Bottego.
(1)Ancora oggi la Sala Bottego ospita -
La spedizione partì il 12 ottobre 1895- se gravemente ferito il trombettiere,Bottego riprese la marcia; la caro--

1896 la spedizione avanzò in direzione dello Scioa ed entrò nel bacino si rivelarono ben presto mendaci:- rono la costa settentrionale somala - ne, scritto dal Sottotenente di Fanteria Carlo Citerni e dal Sottotenente il titolo: “L’Omo; viaggio d’esplora-cito fece altrettanto con la conces- dell’altopiano etiope, molto fertile e in - paesi inesplorati e fra popolazioni ostili e bellicose; e spiegò eccezionale corag--


