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AD SAXA RUBRA (PARTE 1)

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English Summary

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Roma, Saxa Rubra, 5 giugno 1990. Viene inaugurato il Centro di Produzione RAI, oggi Centro Radiotelevisivo Biagio Agnes. È la sede dei telegiornali e da lì vanno in onda tutti i giornali radio e tutti i telegiornali trasmessi nel corso della giornata. È una specie di fortino, nella campagna romana, sulla Via Flaminia, a qualche chilometro da Roma: una cittadella guardata a vista dai vigilantes, una cittadella nella nomi dei primi giornalisti radiotelevisivi: Willy de Luca, Niccolò Carosio, Silvio Gigli, Massimo Valentini e molti altri.

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I Luoghi

Saxa Rubra (al singolare, anche se è un neutro plurale) è entrato nei modi di dire, negli indirizzi della nostra storia radiotelevisiva recente. Via del Babuino, Viale Mazzini 14, Via Teulada 66, Via Asiago 10: erano e sono gli indirizzi più famosi della Radiotelevisione Italiana. Dal 1990 si è aggiunto anche Saxa Rubra.

Via Flaminia e ha una storia antichissima. Fiancheggiando la strada, prima di arrivare al Centro Rai, si possono vedere chiaramente sia i resti del basolato romano della Flaminia, sia i sepolcri costruiti ai lati della strada. Fra quei sepolcri, il più visibile è quello

In questa zona nel primo Medioevo doveva essere la domus culta Sancti Leuci , un’altra cittadella forti- randone anche l’attività agricola ( domus culta , casa nonché piccolo borgo autorizzato a battere moneta propria). Più avanti, verso Prima Porta, una grande villa imperiale, la villa di Livia Drusilla, moglie dell’im- collinetta sulla quale un piccolo bosco di pini marittimi. Chi percorre la Flaminia quasi non se ne accor- bivio, sulla sinistra uscendo da Roma si vede chiaramente una serie di cavità regolari, cui si addossano costruzioni moderne. Anzi, queste reimpiegano in parte quelle cavità, trasformate ora in cantine, ora in depositi per materiali vari. Siamo nella zona chiamata Saxa Rubra quasi due millenni fa. 28 ottobre 312 d.C. In tutta questa grande area a battaglia fra gli imperatori Costantino e Massenzio, uno scontro centrale per la e rinnovamento.

I Protagonisti

sce nel 278, muore proprio a Saxa Rubra il 28 ottobre del 312. Si autoproclama imperatore dal 306 d.C. e gli imperatori in carica (Galerio e Severo) riconoscono Costantino e non lui. A quel tempo l’impero era governato da due Augusti e due Cesari pronti a subentrare agli Augusti. Massenzio autoproclamato usa la forza per sostenersi e marcia su Roma . Qui lascia molte tracce di sé: la Basilica di Massenzio al Foro Romano, la sua grande villa sulla Via Appia accanto al suo circo, ancora parzialmente in piedi. Costantino. Flavio Valerio Aurelio Costantino nasce il

306, ha un’origine chiacchierata. Il padre è l’impera-laria (un’ostessa), non in senso elogiativo. L’esercito lo acclama imperatore il 25 luglio del 306 d.C. Le cronache riferiscono di un uomo ben fatto, molto alto, imponente, orgoglioso e - al tempo stesso - con un’ambiguità al servizio della sua ambizione. Per la Grecia è santo, mentre per molti contemporanei è un uomo assetato di potere, pronto ad ogni compromesso pur di consolidarne la forza. Sposa Fausta Flavia Massinonché padre di Massenzio. Costantino e Massenzio sono cognati e spesso tra cognati ci si odia. Fausta vado oltre questo racconto, perché ci perderemmo in altre battaglie private, differenti da quella di Saxa Rubra, ma non meno impegnative, nonché legate

326 in poi, dopo la morte di Fausta e altre stragi di famiglia in un inferno, Costantino lascerà Roma per Costantinopoli.

IL QUADRO POLITICO - SOCIALE

Dietro ogni guerra c’è un quadro politico complesso e a maggior ragione lo è nel caso della battagliamone qualche tratto. Innanzitutto a governare c’era la Tetrarchia, una forma particolare di suddivisione del potere. Varata nel 268 da Diocleziano, prevede una gestione a quattro, due Augusti e due Cesari: gli Augusti sono l’espressione massima del potere, mentre i Cesari sono i loro vicari. Quindi i due Augusti sono Diocleziano e Massimiano, mentre i Cesari Galerio e Costanzo Cloro. E così anche l’impero non da una sola persona a fare il bello e il cattivo tempo alla faccia del Senato e del Popolo Romano, così come non è più l’epoca dell’economia florida e delle guerre di espansione di oltre un secolo prima condotte da Traiano lo spagnolo, con i confini del mondo romano spinti ben oltre il territorio dei Daci (la Ro- frazionamento del governo. I Tetrarchi fanno di tutto per farsi vedere legati dall’abbraccio della concordia. Ma non c’è nulla di più falso dell’abbraccio fra politici, secondo solamente a quello contemporaneo del mondo dello spettacolo nel quale, si sa, ci si ab- si vede con chiarezza anche soprattutto nei monumenti di Roma. Tra 270 e 275 prima l’imperatore Au- reliano, poi il successore Probo costruiscono in tutta fretta le mura di Roma, in piedi ancora oggi e note al mondo come Mura Aureliane. Queste sono la prova materiale del declino della città. Da secoli Roma non aveva più avuto mura di cinta: chi entrava in città - no su di corsa venti chilometri di recinto, in cinque anni, inglobando monumenti precedenti, compreso un anfiteatro, l’anfiteatro castrense. Roma è in pericolo. A Roma possono arrivare i barbari (meglio dire: hanno già superato in più punti i confini dell’impero. Con Diocleziano, padre della Tetrarchia, i prezzi volano alle stelle al punto tale da richiedere l’ intervento diretto dell’imperatore. Ancora uomo solo al comando, Diocleziano vara l’Editto dei Prezzi, una iniziativa simile a quanto vedemmo noi, giovani degli anni Settanta, quando il governo tappezzò le città di

Chiama il governo!”, con l’indicazione di un numero di telefono. Totalmente inutile, come l’Editto dei Prezzi di Diocleziano: i prezzi continuavano a salire al tempo di Diocleziano, come nei miei anni Settanta. Tutto questo si trasforma in disagio sociale, inevitabilmente sfociato in conflitti a tutti i livelli, non ultimo quello per il potere. Questo quadro, necessariamente semplificato, si arricchisce ulteriormente di un’altra caratteristica essenziale: la diffusione

Roma dove, scrive Tacito, prende piede e si sviluppa ogni tipo di perversione. Ha una forza incredibile: in questa società in crisi, fortemente stratificata nella quale il ricco è ricchissimo e il povero poverissimo, - vertà diffusa del momento si diffondono pensieri incredibili, portati avanti da un uomo crocifisso secoli prima. Idee per le quali è necessario rinunciare alle ricchezze terrene, metterle a disposizione di tutti, amare il prossimo, considerare inesistenti le divinità contemporanee, credere in un solo Dio, immaginare la possibilità di risorgere dopo la morte, dividere pane e vino e così via fino al consolatorio gli ultimi saranno i primi. Ma la cosa ancor più singolare è vedere questi rivoluzionari andare cantando incontro alla morte, quando il potere centrale dichiara tutto questo prava superstitio , superstizione depravata. Quando mai un rivoluzionario si fa uccidere (e non uccide) per far prevalere le sue idee. La prava superstitio fa proseliti nel clima incerto di quei secoli III e IV.

Superate le persecuzioni, l’ultima delle quali fra le più feroci è proprio quella di Diocleziano, i cristiani sono una forza maggioritaria, anche se lontanissimi dalla gestione politica del potere: in centinaia di migliaia cantano, si riuniscono, pregano, sorridono, si aiutano. Ecco: si aiutano. In sintesi non solo predicano bene, ma soprattutto razzolano altrettanto bene. E questo è inammissibile per chi vuole conservare impero e tradizioni. Il potere, perseguitando, dimostra miopia. È errore madornale contrastare la crescita di una forza ideale, popolare e non violenta. Errore fatto da Diocleziano e ripetuto da Massenzio quando salirà al potere così come vi ho raccontato prima. Ma, contemporaneamente, si affaccia anche Costantino con le stesse intenzioni monocratiche di Massenzio. E in casi del genere il finale è scritto: sarà battaglia. Il 28 ottobre 312 a Saxa Rubra si combatte la battaglia per la supremazia del potere di Costantino sul potere di Massenzio. È il vecchio potere di Roma, contro il nuovo e in quel caso il nuovo avanzava con la faccia di Costantino, perché Costantino fiuta il cambiamento e combatterà per sé stesso innalzando sui labari le insegne dei cristiani. Una alleanza rivoluzionaria con coloro considerati fino a nove anni prima i nemici più nemici di Roma, quando erano perseguitati dal potere di Diocleziano. Lo scontro tra Costantino e Massenzio non si può evitare. Ecco i fatti... (sul prossimo numero).

Umberto Broccoli, archeologo, scrittore, conduttore radiotelevisivo, già sovrintendente ai Beni Culturali di Roma Capitale, docente universitario. Libri, articoli su riviste, quotidiani e settimanali. Da sempre legato alle Forze Armate. Vive tra accademia e palcoscenico, senza dimenticare lo sport: pallavolista nel secolo scorso. Preferisce definirsi dilettante.

Se fosse uno slogan, diremmo che esistono donne di tutti i giorni e donne che non ti aspetti. In entrambi i casi conosceremo donne che hanno dimostrato carattere, spirito di gruppo e coraggio, e le potremo incontrare al supermercato, in una corsia d’ospedale, oppure sul campo di battaglia. Arrivano da ogni tempo, e da ogni luogo del mondo. E hanno in comune una storia da raccontare, perché ogni donna di tutti i giorni è una donna che non ti aspetti.

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