I GRANATIERI DI SARDEGNA

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2. - A fine agosto la Brigata Granatieri di Sardegna, sostituita sulla linea del fronte dalla Brigata Cremona , si accampò presso Scodavacca. Si preparò così al secondo periodo di operazioni, quelle che dal 24 ottobre 1915 al 12 aprile 1916 si svolsero nel settore di Monte Sabotino, Oslavia, Quota 188 e San Floriano, e costarono alla Brigata stessa ben millequattordici caduti, quattrocentosessantasette del 1° Reggimento (11) e cinquecentoquarantasette del 2° Reggimento (12). I reparti erano decimati dai continui bombardamenti e dalle malattie, ivi compreso il colera. E tuttavia le azioni che durante questo periodo furono svolte, in particolare l'attacco in massa al Monte Sabotino il 28 ottobre 1915, la conquista della Quota 188 di Oslavia il 2023 novembre e la resistenza ed il contrattacco vittorioso sulle posizioni di San Floriano il 29 marzo 1916, stanno a testimonianza dell'immutato spirito di sacrificio. Il 26 ottobre 1915 la Brigata Granatieri di Sardegna raggiunse Po<lstmica alle dipendenze della 41:l Divisione ed occupò le trincee sotto il Sabotino, il monte che sulla sponda destra del1'Isonzo, davanti a Gorizia, costituiva il caposaldo nord della testa di ponte che difendeva la città, riunito, attraverso la catena collinosa di Peuma ed Oslavia, al caposaldo sud costituito dal Podgora. Era una posizione formidabile magnificamente organizzata dagli austriaci, ed occorreva scardinarla se si voleva arrivare a Gorizia. All'alba del 28 ottobre l'attacco fu sferrato contro il fortino del Sabotino, puntando su San Maw·o, preparato da fuoco di artiglieria e da

Francesco Fabri, Fazio Fazi, Marcellino Fenari (portabandiera), Amedo Marsigli, Ugo Meacci, Renato Pezziga; del 2° Reggimento Granatieri, maggiore Ugo Bignami, capitano Teodoro Alessi, tenenti Giovanni Battista Croce e Antonio Ghera, sottotenenti Vito Coen, Leonida Lupini e Remigio Trincheri; ed inoltre il capitano Fausto Pesci della Squadrigia aerea. (11) Dei quali, ventidue ufficiali: capitani Ezio Boccacci, Giovanni Duse, Ugo GuaJa, Giulio Pietraccini, Atlone Rainaldi, tenenti Marcellino Ferrari, Massimiliano Hausmann e Antonio Parma, sottotenenti Mario Bertucci, Virginio Botta, Livio Gaetani di Sermoneta, Arnaldo Cornelio, Vincenzo del Tavano, Alessandro Franza, Emilio Ivaldi , Pietro Marini, Cesare Mazzuccheli, Angelo Pastore, Mario Prunas, Lorenzo Quartieri, Ugo Santelli ed Emilio Simeoni. (12) Dei quali, sedici ufficiali: capitani Fulgenzio de Petris e Decio Pontecorvo, tenenti Angelo Antonini e Luigi Nistri, sottotenenti Marco Bernareggi, Brnno Betiamiui, Giovanni Biffi, Roberto Bocchi, Vincenzo Comparetti, Stefano D'Aprile, Pietro Gatti, Alessio Graziani, Edoardo Mozzetti, Armando Scocchi, Bruno Vidal e Guido Zini.

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azioni di sabotaggio (13). Il primo movimento fu compiuto dai due primi battaglioni dei reggimenti sotto il forte bombardamento nemico, procedendo lentamente tra i reticolati estesi e profondissimi. E le perdite furono tante che occorse l'immediato arrivo di complementi per riempire i vuoti: ma la roccaforte resistette. Il 1° novembre fu pertanto sferrato un secondo attacco: ma inutilmente ancora ed ancora con forti perdite, specialmente di ufficiali, e malgrado i ripetuti atti di valore (14) . Un terzo attacco dovette quindi essere attuato il 2 novembre: da parte di un battaglione del 2° Reggimento al comando del maggiore Ugo Bignami e di un battaglione del 1° al comando del capitano Federico Morozzo della Rocca. Fu una lotta durissima, reiterata, accanita (15): che vide tra l'altro l'eroismo di un reparto condotto dal sottotenente volontario triestino Pessi (nome di guerra, Pelliccioni), che riuscì per pochi istanti ad occupare il fortino; ed accanto ai g1·anaticri combatterono i fanti della

Brigata Lombardia, eredi dei granatieri di Lombardia delle campagne del 1860 e del 1866 (16). Ma ancora una volta occorse ripiegare. La Brigata Lombardia riuscì tuttavia a prendere Oslavia: ed occorreva ora, necessariamente, occupare la Quota 188, caposaldo principale della catena che univa Sabotino e Podgora. Intanto , il 4 novembre il comando della Divisione venne assunto dal generale Montuori, che rivolse un saluto ed un encomio alla Bri-

(13) Un portatore di tubi di esplosivo, il granatiere del I Battaglione del 1° Reggim ento Aramini, tornato in trincea riuscì allo scoperto per recuperare il compagno ferito. Elogiato dal suo ufficiale rispose, alludendo all'esempio che gli ufficiali davano: "Quando se ga lo specio denanzi ai oci, la faccia la xe tuta una". (14) li granatiere Giovanni Socal fece scudo del proprio corpo al proprio comandante di plotone ferito, venendo ferito a sua volta: decorato di medaglia d'argento al valor militare. (15) Nell'Ordine del giorno 2 novembre 1915 il generale Pirzio Biroli rilevò che "ancora una volta la sorte ci si è mostrata avversa" e cbe sacrifici ed e1·oismo "non hanno conseguito il premio che meritavamo~. ma assicurò che '·verrà anche il giorno del trionfo''. ( 16) Nel 35° Reggimento Fanteria di linea della Brigata Lombardia erano numerosi volontari giuliani: tra questi Pio Riego Gambini e Francesco Rismondi (preso dagli austriaci sul San Michele e avviato al capestro). Altri volontari giuliani, oltre a Scipio Slataper caduto nel dicembre sul Podgora e al fratello tenente Guido Slataper, medaglia d'oro, che nel 1917 avrebbe conquistato valorosamente Monte Santo ed ai menzionati fratelli Sluparich, militarono in numerosi altri reparti.


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