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PACE TEDESCA, MAI!

Nelle Trincee Non Si Vuole La Pace Tedesca

Una Lettera Di Benito Mussolini

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&nito M ussoli ni, da una uincea avam:ata del Carso - un.1 posizione delb quale spesso devono occu parsi i bollet tini dei nostro Comando Supremo - ci ni.1 nda u na lette-u che il pubbliw legger.i volentieri. p i:-r noi m otivo di comp iacimento J' id entilà di ix-nsiero che d unisce al nostro Diretture : t:;mto più ora, mentre q ualche ignoto rer(a - un icame nte perché taluni atteggiamtnti del giorna le non .:ollimano con le s ue preferenze - di avventare d ubbi temerari persino su l'autentkitl degli 5Critti pubblicali d a M u,,o lini quanJ'e ra in lictnza i nvernale

M.1. w no miser ie code~te. che no n meritano ulte ri o re attenzione.

Nella lettera del nostro bersagliere è un accenno a lla impres sione che ha destato la pro posta germanica fra i sold;1t ì della trinr:ea p iù avanz.iita d i tutta la fronte. Cu là, d u nq ue, non si vuole la pace tc-desr:a. E se questo i l pensiero d i co loro rh e fan lii guerra e di essa provano e vivono i d iu gi cd i pericoli, maggior(' energia dev' essere nel Paese qualora questo voglia renders i degno Je· suoi wmbattcnti.

Ma ciò non basta; il mini5tl0 Sonnino h a inquadrato gr:aniticamente il punto d i vista che g li All eati opponsono alla troppo senerosa p ropcsta teuto nica G li a ltri ministr i de!l"Inks11. h anno affermato un identico concetto. T ale pun to di vista non p uò sub ire modifiche dopo il passo » de' neutri. Non ut.ì per le buone intenzioni di costoro che l'Intesa vorrà o potrll rin unziare alle sue rivendìcaiioni.

Ma in attesa che la Germa nia esca dalle en unciazioni genera li e p recisi i suoi pu nti di v ist.1 ; nel l'attesa che la Quadruplice esponga le <ondizioni su le quali non è dlsposta di derogare, sarll politica saggia intrnsifìcarc l'attività ag· grcssiva de' nostri eserciti.

I.a Germania ha preso l'an eggia men10 d i colui che può concede.1si i l lusso d ella generosità dopo aver vinto ; una vittt)ria tutt'altro che oondus iva, tutt'altro che "t:eaie, m a sufficcntemente teatra le per dare 11.l C ancc-lliere il diritto di far g li occhi torvi e di mi nacd are fe rro e fuoco.

Ove qualche successo nostro, sul Carso o altrove, giungesse a opportunamente dimostrare con la suggestio ne de l fatto come l'offerta t.li »ethmannHollweg fo sse un bluff di pessimo g usto, avremmo un risultato politico di prim'o rdine, perché sarebbe dimostra lo a' neutri fa nostra forza e la nostra upa(iti di rivo lgere in nostro reale favore uoa situazione che solo ad un osservatore supedi.dale appare come favorevo le all a Germania; avremmo una benefica ripercu ssione aU' intemo, per<hé non si .alimenterebbero speranze illusorie d'u na paCe intempestiva e dimostreremmo a' popoli de" paes i nemici com'($si ed i loro Stati sian{) b~n l un3i dalla vittoria, nella quale forse credono l'aspettazi one d e' nosui so!Jati non d eve essere tradita. L'attendere che si concretino - se pur mai $.ttan concretate! - le proposte de' gruppi belli· geranti, non deve far sostare- le- operazioni di guerra, ché anzi biwgna renderle più att ive e più decisi ve. Bisogna vinctrC' le difficoltà. della stagione o ltre quelle che oppone il nC'mico ; ma dopo le gesia g loriose ,.l'un prossimo passalo, dalle nostre truppe si possono attendere alt1i miia<Oli.

D 4/ Carso1 22 dicem bre 1916.

Carissimo D e Falco, hai perfettamente ragione ed io ti rinnovo pubblica testimonianza : i n tutte le questioni tu hai interpret ato il mio pensiero a m eraviglia

Non poteva accadere diversame nte Ji fro nte al passo ultimo del lupo t e desco camuffatosi da agnello Tu hai scritto quello che avrei scritto io, se i nvece di e ssere « im boscato » n elle trincee, oltre il lago di D o· berJò, mi trovassi a Milano. A ggiungo sub it o che sto m eglio qui. Pace t ed esca, d un q ue, né oggi, n é domani , né ma i; p ace g iusta, d uratu ra, eurn,pea - g u indi fondamentalmente e preg iudizialmente a nti-tcdescaanche oggi. Questa è la formula che tu h ai illustrato e che ha inspi rato in questi ultimi ,giorni i discorsi di tutti ·i ministri responsabi li d ella Quadruplice, da Trepoff a Sonnino. Solam ente, tu sci andato a 1iesum are gli appunti che ti ho lasciato e le conversazioni che ab biamo avuto durante la mia u ltima Jiccnza invernale e ne hai ricavato u na intervista retrospettiva, il che mi costringe a scriverti. .

Ora, se· tu fossi qui a constatare in quaJi circostanze di tempo, di luogo e audit ive, traccio queste Jin ee, ne avresti un po' d i rimor.50. Infine, qualche parola ancora non sarà p leonastica. li nostro p un to di vista cfrca la pace è prosp ettat o. Grosso modo, si capisce , p e rch é la soluzione « radicale» di talune 9 u estion i,· d ipende d all'esito più o meno radicale de lla gue rra. Questo ti dico, r ifer endomi al p robab ile d esti no dell'Austria-Ung h eria Tu sai che le op inioni sono d iv ise: c 'è chi vorrebbe di m i nuire la G ermania, a n nctt ead o la Baviera ali' Austria ; c'è chi non av rebbe difficoltà a vedere aumentato di un'aJtra dozzina di milioni d i tedeschi la Germania, purché il conglomerato austriaco «sal tasse » in frantumi; c'è infine chi vagheggia una specie di Svinera austriaca - formata dai tre gruppi etnicamente compatti (tedesco, czeco, magiam); il quale Stato sarebbe innocuo ne i nostri riguardi e ci p otrebbe servire - cosl si a.fferma - da baluard.o contro le eventuali m inaccie del panslavismo. Questioni da approfondi r e e non soltanto colle penne d egli scrittori, ma preferibilmente colle baionette dei soldati.

Cosl , a proposito della Dalmazia, un esame più accurato della questione, mi h a persuaso che non è prop rio assolutamente n ecessario di portare il nostro confine politico sino al displuvio delle Dioariche. Ci possiamo contenta re di un retro-terra più limita to, la cui garanzia « strategica» consiste rà nel possesso «totale» dell'arcipelago dalmata.

NeJrinte rvis~a, non parlo dell 'Inghilterra. E a disegno. L'Inghilter ra ha già provveduto a « real izi.azioni » coloniali molto importanti e verificandosi Io smembramento dd l " Impero ottomano, vi sa rà ancora larga parte di bottino. D'altronde l'Ing hilterra avrà raggiunto i suoi «fini» di guerra impedendo il costituirsi di una egemon ia continentale. La guerra ha salvato la. secolare posizione imperiale dell ' Inghilterra, che sembrava g ià min acciata da un'incipiente degenerazione adiposa. [n ciò sta il massimo dei « fini di guerra » inglesi.

Saltando ad altro, prevengo u oa tua domanda e di altri : quale imp ress ione ha prodotto nell'animo dei soldati il « passo tedesco» ? la prima notizia portata a sera tarda dai conducenti - che sono i gazzett ie ri parlati dell e prime linee - suscitò incredulità e scetticismo . Poi - dopo Ja lettura dei giornali - nelle trincee si è anche parlato di pace. Ma senza entusiasmo e con una certa indifferenza.

Nessuno, però, vuol saperne di una pace tedesca. Quando si lesse che una delle probabi li condizioni <li pace era - secondo i tedeschila ric:onscgna all'Austria deJlc terre che abbiamo conquì5tato, fu uno scoppio d'indignazione. Però, questa sp eci e di << tempo di attesa» deve essere accorciato, ridotto al minimo possibile, perché altrimenti si p otrebbe fare il gioco tedesco. Specie per il ~( morale » delle popol.:azioni, Di me, personalmente, poco ti dico. Jl Carso - oggi - non è così brutto come lo si dipinge ancora, in base ai ricordi di ieri. O ggi, qui, siamo noi i padroni e i tedeschi devono <i subire)> la nostra volontà che si esprime coUa voce fo rmidabile di cent in aia e centinaia di batte rie di og ni calibro. Come avrai visto dai Bollettini, siamo stat i attaccati due volte, ma i tedeschi sono stati ricacciati nelle loro tri ncee a colpi di cannone . U n prigion iero superstite ha narrato:

<< O gni uomo, ha avuta Ja " sua " granata! ».

I poi/111 d ' Italia sono degni dei loro commiliton i di Francia. Io mi trovo a mon aiu tra il popolo che presidia le trincee, pronto a « scat· ta re» quan<lo suoni l'ora dd l'assalto; come mi trovavo nel mio am. biente fra il popolo che in altri tempi occupava le piazze. Ho - malgrado disagi e pericoli - il privilegio di assistere alla forma2i one ddla Jrùuerocrnzia, della élit~ nuova e migliore, che reggerà l'Italia di domani.

Saluti affettuosi a te e agli amici.

T uo

Da Il P()pola d'l1alia, N. H~. 27 dicembre 1916, III.

MUSSOLINI

IL PAVIMEN TO D ELL' INFERNO

Il signor Wilson forni sce una straordinaria prova d i buo na vol ontà ! Sa remmo da vero villani se lo trat tassimo m ale ! E noi siamo persone educate, onde apprcz:t:iamo le buone intenzioni che ispirano il presidente de!Ja repubbl ica americana, ma siamo spiacenti di dovergli sottt>porre uno stato d i fatto, che an nulla o rende semplici aspirazioni molto p latoniche le sue on este proposte.

Ché il signo r Wilson - ci p erdonino tutti i n umi de lle varie Americhe - fa un po' l' effetto d i coloro che parlano agli astri , mentre nessuno lo ascolta su la terra. E visto che g li uomini sono cosl per· fidi da non prestargli at tenzione e da seguitare nell a dissennata opera l o ro d i vicendevole distruzione. si rivolge a ch i t! in alto con la vecchia pregh iera rab binica: « Signore, perdona loro perché non sa n no q uel che s i facci~mo ».

A giu dicare dal suo messaggio al Senato sembrerebbe che il p resi.dente della repubb l ica americana viva ... . fuor i del mon do, come as tratto nel· l'alto mistero d' un sogno ten tatore, come se il suo paese n o n avesse sentito d i che pasta sieno impastat i i tedeschi , come se, standosene t ranqu illamente fuori della mi sc hi a, non a\'csse avuto la possibilità di valutaria e di attribui re, con ciuak h e scr<:n ità, il torto e la ragione

Ma il signo r Wilson no n g iunge 6n là; egli non g iu d ica, manda E senza di re una parol a che a rieggi un qua lsiasi giudizio su le n:sport· sabilità de l l'immane conflagrazione, agita il ramoscello d'ulivo. Chi ha avuto ha avuto, chi h a dato ha dato e .. . fclici ss ìma notte. Ritornino tutti a casa; passerà, vedrete, il bruciore delle botte e sl come nessuno sarà posto nella condizione di non nuocere, potrà. dedicarsi, con più esperienza, a lla preparazione d i nuove aggressio ni....

Il signor Wilson c i fa un po' l'effetto d ' un Romai n Ro ll and a merica no. I n certi uomini manca compiutamente la facoltà dell' indig nazione, onde possono salire al d isop!3 della mischia e , sì come l e cose del mondo , viste da l'alto, son t utte U8ual i, possono anche trattare tutti su un p iede paritetico senza d isting uere fra vittime e aggressori, senza per lo meno da re a colo ro che si di fendono contro il t entativo d'u na grassazione il piacere di riconoscere che, non foss'a ltro, hanno ragione.

Soddisfazione magra, ma che di fronte al nulla rapp resenterebbe qualche cosa!

In vece, coloro che si sono trasformali in zelatori di pace ignorano le ragioni della guerra e conch iudono le Joro sa lmodie con queste pro· posizioni: « Pace fra uguali, pace senza. v inti né vinc itori ». la formula dei soc ial-neutralisti italiani, i quali iscriveranno certamente al Partito Wilson p er evitare che sien ritenuti alleati di qualche.... borghese ! Senza vinti, né vincitori! Ma una pace s) fatta è impossibile, Il signor Wilson mostra d' ignorare come l'influenza d'una Nazione su le altre si crei anche per ragioni puramente morali. Dopo la pace del '71 l'influenza t edesca in Europa e fuori non conobbe più limiti. Eppure la Prussia aveva vinto soltanto la Francia. Oggi, perché fosse impedita la conquista europea da parte della Germania, c'è vol uta una formidabile coa lizione, che fu improvvisata di fronte al comune pericolo; ma che nulla garantisce possa realizzarsi an cora domani, di fronte ad una nuova aggressione teutonica.

Ché la storia non ~i ripete e g ua i a chi non sa acciuffare la fo rtuna n el momento in cui questa porge, sorridendo, la chioma d'oro!

Ora, una pace senza vinti né vincitori, oggi, significherebbe ap· p ena questo: la G erman ia avrebbe conquistato l'egf.'monia europea per la quale ha scatenato la g uerra! F inora, in vero, la impreparazione e la sorpresa delle Potenze nemiche della Germania hanno permesso a q uesta di ottenere successi, che ben lungi dall'essere decisivi, sono tuttavia importanti. Il Belgio; par te de lla Francia invasi ad occidente; m olti te rritori russi occupati ad oriente ; la Serbi;1, il Monten egro, parte delta Rumenia occupati ne' Balcani. Ammesso che la Germania., per i d olcissim i occhi del signor Wi lson, ri nunziasse ad· ogni compenso, avrebbe acquistato fra le potenze europee tale un"influenza preponderante da consentirle quella p enetrazione teuton ica, ch'è ne' voti e nelle cu pidigie di P angermania.

S vero che la Germania non h a vìnto; ma non h a v into pe rché con tinua la guerra; non avrà vinto - quale che sia l a carta militareGualo ra essa medesima si decida a domandare la pace e a precisarne Je condizio ni e ad accetta re quelle pregiudiziali dell'Intesa; ma ove la guerra finisca e ove la pace fosse conclusa per l'intervento di terzi, la Germania anche se a ' fini pratici e territoriali non avrebbe ottenuto la v ittoria, l'avrebbe ottenuta a· fini morali· e politici, che contano come e più di quegli altri.

Ed allora l 'Intesa, alcune Nazioni della quale hanno visto cospicua parte d el proprio territorio invaso e saccheggiato, delle popolazioni loro m assacrate, deportate, condotte in servaggio, prop ri o nel momento in cui il nemico s'indebolisce mentre cresce la propria forza con pro- gressione per lo meno aritmetica, dovrebbe rinunciare alla vittoria cui ha diritto, che s'è conquistata col sangue e col sacrificio in omaggio al p acifismo candidetto del signor Wilson.

Jn verità, pa.i si hetel

Ma il presidente della repubblica nord americana non s'occupa di queste miseriole, E cosl comodo parlar di pace quando la gt.1.erra .... la fanno gli altri! Egli non ha neanche curiosità pericolose. Onde, mentre l'Intesa ha ormai precisato i suoi punti di vista circa la pace, egli non si cura di sapere quali siano. i punti di vista degli Imperi Centrali. Ed è questa una deplorevole amnesia, perché se la Germania parlasse chiaro, forse il signor Wilson si convincerebbe della sterilità cui sono destinati i suoi tentativi.

Anzi, se jJ signor Wilson avesse guardato ben e, avrebbe anche com• preso come la Germania non intenda restaurare alcun diritto oltre il proprio arbitrio. Perché, alla fuie, che cosa han domandato le Nazioni dcll'lnlesa che potesse autorizzare il Kaiser a gridare contro i deside ri annessionistici? Proprio nulla che non sia la reintegrazione del dir itto nazionale.

Allor che, in vero, la Francia domanda I'Alsa:zia-Lorena - proponendo persino di interrogare le popolazioni - domanda ciò ,ch'è suo e che le fu rapinato dagli attuali detentori. .Allor che l'Italia domanda che le sian date Trento e Trieste, reclama ciò ch e è suo!

Ma gl'Imperi Centrali non la intendono cosl. E da ciò Wilson avrebbe dovuto capire quali sieno i loro fini di guerra. Egli, però, ha p teferito esprimere qualche buona intenzione.

Come se l'inferno avesse bisogno d'un nuovo pavimento!

11 Popolò d'l!r11ia, N. 25, n gennaio 1917, IV (i, 103).

CIRCA LA « POLITICA DI GUERRA» E SU L'AGITAZIONE DEGL'INTER VENTISTI MILANESI

UNA LETTERA DI BENITO MUSSOLJNI

Il nostro Direttore, che, malgrado le feri te dolorose che lo tengono inchiodato in letto, sc:gut app:miona tamc:nte le vicende della polit ica italiana ed ÌO· teroa:iio nale, ci manda la seguente kttera :

Dal/' 01pedale1 9 maggio 1917.

Ca ro De Falco, l'ordine del giorno-intimazione, che verrà portato a Roma dag li inte rventist i milanesi raccolti nel Comitato dì resistenza interna, risponde aHe supreme necessità dell'attuale situazione politica Se mi fossi potuto trovare all'assemblea mi. sa rei associato all'acdama2ione con la quale · fu votato. la Repubblica di Miljukoff - e sia pure una Repubblica b orghese! - salva la Russia e salva quell'idea repubblicana - dal contagio eno rme! - che uscirebbe annientata e in Russia e in occidente dal trionfo militare degli H ohenzoll ern; la Rep ubbl ica pacifondaia di Lenin non è che una parentesi -p iù o meno tempestosa - fra Io czarismo di ieri e quello di .:!omani.

1n verità è da temp o che noi, sulle colonne del Popolo, abbiamo denunciato, con insisten:.:a che poteva sembrar talvolta monotona, tutte l e deficenze deUa nostra politica d i gue rra . All'indoma ni della caduta del ministero Salandra ponevo lo stesso quesito che oggi sta dinanzi agl i elementi interventisti di ogni parte e scuola e che chiede - dopo tanti mesi d'inutile fiduci a - di essere finalm ente risolto.

A 111-aut!

O il Governo nazionale mostra d i essere all'altezza deHa situazione e ci dà - negli atti e non solo nelle intenzioni - una politica anti• tedesca di liberazione all'interno e all' este ro, una politica che non trascuri nessuno degli elementi che d evono darci la vittoria decisiva, o noi - presentato l'uJtimaJum - passeremo all'opposizione dichia rata, fa ttiva e fat trice.

Non è ammissibile un ulteriore indugio. Lo intenda chi deve.

BENITO MUSS0L1NJ ( +).

D a li Popolo d'TtaUa, N. 128, IO maggio 1917, V.

La mentalità positivista dei nostr i conservatori appare un po' sconcertata dinna nzi alle vicende della ri voluzione russa. Il positivismo-sistema è un terribile incrnstatore delle inte ll igenze. Anche molti fra SO\'· versivi che temono i sovvertimenti, vedono nero e si lasciano, nel giudicare gli avvenime nti russi, guidare o sopraffare dal pessim ismo. Io vogl io essere ottimista. lo mi rifiuto di credere che la Russia rivoluzionaria - assassinando la libertà europea - emergente da i trngicì solchi delle trincee - voglia segnare nel te mpo stesso la sua sentenza di morte.

Una domanda maliziosa che non avrà risposta: nei nost ri conservatori è più forte il timo re di una pace separata o quello della Repubblica che si afferma e si consolida - malgrado tutto - nel paese più vasto di Europa? ·

Signori, fate un po' di credito morale e politico alla Repubblica russa: non ha che due mesi di vita. Vero è che oggi il tempo da categoria cosmica e filosofica, è diventato fatto psicolo,g ico: è l'a nsia degli spi riti tesi nello sforzo supremo della liberazione....

HJatto guerra e il sabotaggio completo di qu ella g igantesca e delicata macchina che è l'organizzazione di un gra nde Stato, operato scient emen te e sistemati camente dalla burocrazia autocratic1 e dalle camarille tedesche, spiegano - ad ab1mdantiam - il pcoceJere un po ' a balzelloni del nuovo Governo. La Rivoluzione in Russia - come demoliz ione e ricostruzione - è appena appena incominciata.

6 .

Bisogna tener p resente un dato fondamentale: senza la Rivoluz ione , noi, a quest'ora, ci troveremmo già dinnanzi al fatto compiuto della pace separata fra la Russia e la G ermania Due mesi fa il pericolo e ra i m• min ente, e in via di attuazione; oggi è insussistente, pe rché nemmcn g li est remisti vogliono la pace sepa rata . [ se8uad di Leni n hanoo in programma la p ace universale, il che nelle circostanze attuali è sempli• cemt'nte assurdo. l a pace universale è un'insegna di cimitero. Così nato lo scritto di Kan t.

Quale meraviglia che il nuovo regime russo non sia ancora « sistemato »? Qual'è il r egime politico che non ha attraversato crisi nei primi tempi? La Repubblica fra ncese dal '7 1 in poi, non ha nella sua stor ia, il bulangismo p1·ima, il dreyfusismo poi ?

Non inalberate\•i troppo dinnanzi a quelle che sembrano le esaltazioni e Je follie dei popoli. La libertà ha le .sue ebbre2ze dionisiache. Licet in anno umel inJanire, dicevano gli antichi che « esercitavano nella vita il muscolo e discendevano g randi ombre tra gli inferi ». Lasciate che il popolo russo « iosanisca » per la prima volta nei secoli. Sa rebbe fatal e ch e accadesse i] contrario. Rinsavirà. Occonendo, colle fucilat,.

9.

La Russia sarà ancora capace di un g rande sfor:zo militare nei prossimi mesi ? Comunque, anche ammettendo la peggiore delle ipotesi, la mancata o diminuita collaborazione russa sarà compensata dall'intervento americano. Si annunzia da W ashington che le reclute nord-americane sommano a dicci milioni.

IO.

Unde S11m è di buona razza. Si fa rà onore. Ci metterà tutto J'imp egno possibile. Non lesinerà il suo co ncorso per 1a vittoria comun e. Per gli Stati Uniti la guerra è la p ri ma grande prova nazion ale, ma è anche l' esame ch 'essi devono sostenue di fronte a lle vecch ie società europ,e. G li Sta ti Uniti non a vevano una storia sino a ieri.

11,

L' Atlantico non è più un oceano. Si è rimpicciolito dopo che fu settato fra le opposte r ive il gran p onte della solidarietà dei popoli neJla g uerra g iusta contro i barbari d i Panteutonia. Epopea mond ial e. Ring raziamo il Destino che ci ha p ermesso di viverla!

12.

Non sollecitate l'inte rvento spagnuolo! n tempo sp recato ! Lasciate che la Spagna mostri come un popolo p uò essere divorato d ai preti

Notate una differeoza psicologica di massima impo rtanza . 11 soldato che ha combattuto, non invidia l' im boscato, lo dùprezza, Questo signi6ca che i reduci dalle tripcee saranno domani con noi, per alt re, forse non meno cruente avanzate.

.M U SSOLINI

Da Z.:ltalia Noma, 24 maggio 19 17 •.

• !!Italia Noslra, numero unico oel secondo anniversario de l'ini2io della gutrra, veMe su mp ato a Mila no dalla Tipogra6a Moderna, Corso Buenos Arres, 9.

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