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I « NUOVI COLPI»

li Cancelliere dell'Impero - nel discorso per la riapertura del Reichstag - ha annunciato al mondo « nuovi colpi » delle armi tedesche. Ma si tratta di una boutade a scopo di mistificaz ione nei riguardi dei Balcani e dei neutrali in .genere. Nuovi colpi non vi saranno all'infuori di quelli che gli eserciti di Mackensen e di Hindenburg te nteranno di vibrare a i russi. D'altronde il discorso stesso pronunciato dal Cancelliere non è più la fanfara squillante n~U' agosto 19l4, 9.uando BethmannHolJweg poteva giustificare fra le ovuion i del Reichstag intero, socia listi compresi, Ia violazione della neutral ità belga colla formula: ch e necessità non ha legge: ieri, invece, il Cancelliere ha pronunciato un discorso che sembra cd è una affannosa difesa e autodifesa. A nalizziamolo un po'. Il Bethmann-Hollweg ha cominciato la sua esposizione prospettando la situazione militare. vero che i francesi non sono ancora riusciti a sfondare i[ fronte tedesco, ma è altrettanto vero che i tedeschi - malgrado i Joro disperatissimi tentativi sono ancora inchiodati nelle po.sizioni di undici mesi fa e invece di guadagnare terreno ne hanno senza dubbio pe rduto. Il Kronprinz che pensava di cogliere i lauri della vittoria .dinanzi a Verdun, è cost retto a segnare il passo che non è di parata.

Segue nel discorso de l Cancelliere un accenno a ll'Italia le te rre etnicamente, storì camente, moralmente italiane sono « beni a ltrui )> Bethmann-Hollwcg è meno insolente dell'ultima volt; in cui ebbe ad occuparsi d i noi . Ma quando e logia l'Austria che avrebbe sinora brillantemente respinto gli attacchi degli italiani, i1 Grande Cancelliere fa dell'ironia. O come avviene che gli italiani, - brillantemente respintisiano riuscit i a portare tutta la l oro guerra in territorio austriaco? Per ragione di ordine interno, Bethmann-Hollweg ha insistito sui « grandi sacrifici di vite umane» dell'Italia e della Francia come se la Germania non avesse segnato le sue tappe di guerra ad oriente e ad occidente con montagne e montagne di morti. L'esord io del discorso - dedicato aJ. J'esame della situazione militare - term ina con queste parole :

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« Pi~ni di fiducia nelle nostre gloriose truppe noi guardiamo l'ancnire con 6crcz:z:1 e senza nessun timore ».

E qui doveva finire il discorso, se la G ermania fosse veramente sicura di sé, sicura. cioè della vittoria. Invece, il Cancelliere ha parlato l ungamente ancora.

Ha parlato ·per tessere un elogio untuoso ed ipocrita degli Stati vi. cin i - senza indicare quali siano - che si sono adoperati nello scam• b io dei prigionieri divenuti invalidi. Anche l'esaltazione dell'opera del Papa, va notata. Tutto il resto del discorso non è che una l unga difesa diplomatica della Germania. Di fesa tardiva, Dopo tredici mesi di guerra, la Germania sembra essere torturata da quello che Nietzsche chiamava « daJ biJse Gewùsen), la mala coscienza, Dopo tredici mesi di guerra la Germania si presenta in veste di accusala dinnanzi al mon do civile e si difende e cerca - invano d i rigettare su altri le responsabilità del conffitto immane. Ma ch i crede di ingannare jl Grande Can.::eJliere ? Il mondo civile ha già emesso il suo verdetto e non v'è .sentenza di appello che 1o p ossa modificare. Nella stessa Germania vi sono uomini e g ruppi - esigu i, sia pureche accusano la Joro Patria di aver scatenato la g uerra. E aJlora t utta la p arte giustificativa del discorso del Ca ncelliere non può tendere che a uno scopo solo: rende re a ccetta alla massa della popolazione tedesca 1a temuta seconda campagna invernale Su questa eventualità il Cancelliere non deve farsi illusioni. La guerra sarà lunga. Durerà ancora. Durerà questo inverno. Le battaglie decisive si a...ranno nel 19L6. Ma è appunto in questo prolungarsi della guerra, che si delinea la catastrofe della Germania. Non v'è nella storia recente esempi o di un popolo che si sia trovato in una situazione cosi tragica come quella attuai~ del popolo tedesco. La Germa ni.a ha vinto, ma queste vittorie non conducono all:1 p:ice. Sono sterili. Pe.gg io. In vece di avvicinare, allontanano 1a pace. Quando i tedesch i, dopo N amur e Liegi, conquista rono Anversa, pa rve lo ro che la vittoria fosse vicina. t passato un anno. I tedeschi sono entrati a Varsavia, marciano innanzi in territorio r usso espugnando fo r. tezze, occu pando città e i1 ne mico e i nemici non chiedono ancora la pace. I tedeschi potrebbero entrare a Pi etrogra do e la g uerra cont inuerebbe ancora. All'annuncio di ogni vittoria il popolo tedesco - decimato e impoverito - apre il cuore alla speranza di una pace prossima e la pàce si allontana invece di avvicinarsi col trofeo delle vittorie.

Ed è la Germania, Ja vittoriosa, che essendo impossibilitata a racc:ogliere un frutto solo delle sue vit torie militari, è costretta a manovrare per aprire trattative di pace

Ma se il vincitore deve cercare la pace, è segno che u n vinto non c'è. t segno ch e le vittorie sono negative Non hanno - c:omc si è detto - domani.

N e lla tema che il popolo tedesco possa finalmente aprire gli occhi e scorgere l'abisso verso il 9 ual e è sospinto, il Cancellie re h a p repa· rato la nuova benda delle menzog ne e delle illusioni. Bisog n a far credere che se la guerra è scoppiata, l o si d eve alla Serbia e al Belgio, n on già aUa Germania e aJJ'Austria; bisogna dare a intendere che se la guerra cont inuerà, sarà co lpa della Quadruplice lntesa. Solo in questo modo è possibile di galvan izzare le superstiti energie del popo lo tedesco. Ecco spiegato il perché della lunga esposizione giustificativa d i BethmannH olJweg.

R ibatte rla punto per punto non è il caso. Ciò che occor re è intens ificare gl i sforzi per affretta re la vittoria e imporre la pace alla G e rmania

Le notizie dalla Rrus ia, per q uanto gravi, n on sono ta li da turba re la nostra fiducia .

T anto più che dal discorso dd Cancell ie re traspaiono le ansie segrete del mondo tedesco. Sotto l'osten tazione della sicureua c'è della t repidazione.

Und narh? E poi ? Questo l'interrogativo t erribil e che ossessiona. la G ermania , P oiché, ad ogn i siorno ch e passa, la volontà de lla Quadrup lice s i tende, si affi na , si esaspera . Nemmeno il piccolo Belg io si è rassegnato al suo d estino, La G e rma nia ha vinto delle battag lie, m a non ha ancora v into e piegato uno solo d ei popo li che combattono e ..::ornbatte ranno cont.ro di lei, sino all 'est remo.

T utti i popoli, dai piccoli come il serbo e il belga, ai g ran di, come i l russo , l'italiano, il francese e l' inglese, sono in piedi e malgrado le sorprese e i procedimenti dell'aggressione barbarica, sono ben d ec is i, in esorabi lmente decisi, a combattere sino al giorno in cui la G e rman ia schiacciata avrà cessato - per sempte - di costituire ur.a minaccia per la p ace e l a libertà dell'Europa.

GUERRA AL TURCO !

Gli avven i menti con t in uano a svolgersi secondò la foro logica in• te rna necess ità che è più fo rte della volontà degli uomini Dopo t re mesi d i g uerra vittoriosa co ntro l ' A us tria: o ltre le vecchie fron t iere a bbat• tu te dallo sforzo tenace de i nost ri magnifici esercit i, l'Italia scen de, oggi, in campo contro la T .u ch ia, deg na alleata degli Hohenzollem e degli Absburgo. Questa noti:tia che noi accogliamo con sodd isfazione piena , susciterà - specie in q uesto momento, all' estero - una grande impressione.

Coloro, pochi in verità , che i n Ita lia e fuori, credevano che la nostr a guer ra sarebbe stata semplicemente e puramente te rritor iale; coloro che pensavano o prevedevano l'assu rdo, cioè che l'Italia si sarebbe straniat a dai p iù vasti campi della comp etizione europea, oggi, dirinanzi al nuovo fatto comp iuto, devono ricredersi ed ammettere che l'Italia non rinu ncia al comp imento di nessuno dei doveri che le \'engono imposti dall'ora tragica e grande e dalla tutela dei suoi interessi, e dalla salvagua rd ia del suo a vvenire.

La dichi arazione di guerra alla Turchia è una risposta degna e fo r• tissima al d iscorso, p ieno di me nzogne e velat o di minacce, p ronunciato ieri l'alt ro dal G ra nde Cancelliere tedesco, Beth mann-H ollweg ha pa rlato da padrone, come se l'Europa fosse popolata di servi g ià umiliati dalla tracota nza .germanica, ed ecco che ritalia r ispon de sgua inando 1a spada contro la T urchia, l a nost ra dichia razion e di guerra g iunge, dunque, in momento opportuno . B tempestiva, Si può crede re che a vremo prossime ripercu ss ioni balcaniche del n ostro gesto, Quando le prime navi delle squad re franco-inglesi si affacciarono all'imlxx:catu ra dei D ardaneJli, il fermen to balca n ico fu intenso . J bakanici capirono che non p otevano rimanere 5empl ici spettatori de ll' impresa. La. lentezza d elle operazioni da una parte e ,e vjttorie t edesche sui russi dall' altra, calmarono - posci a - le i mpa zienze. Ma oggi che la pol itica dei Balcani si trova in una fase d inam ica, oggi il gesto audace dell' Italia p uò - come noi abbiamo prospettato più volte, tagl iare il n odo aggrovigl iato e precipita re la situa:zione, Comunque, noi accettiamo la dichiarazione di guerra alla T urch ia, con animo lieto, nella nostra (!Ualità di ita:Jiani, di europei, di social isti.

Come italiani, noi affermiamo la sa ntità e la necessiti di questa guerra. L'Italia ha fin troppo pazientato dinanz.i alJe incredibili provo• ca2ioni turche.

La longanimità era in pura perdita. La Giovane Turchia infeudata agli Enver Pascià, ha voluto spingere le cose all'estremo. L'Italia, posta a scegliere fra la sua dignità e la guerra, ha scelto logicaffiente la guerra. D'altra parte, l'Jtalia - Nazìone mediterranea - non poteva, non doveva rimanere assente dalla guerra contro la Turchia, guerra di l iquidazione che apre nuovi vasti campi all'attività marinara e d economica dell'Italia.

Come europei, noi ci compiacc iamo che l'Italia scenda in ar mi contro il turco. Da troppi secoli la Turchia è un' onta per la civiltà europea. Come se le infamie e le barbade di tutto un passato non bastassero , 1a Turchia ha voluto scrivere l'ultima pag ina nera della sua sto ria, acconciandosi a divenire un f eudo d ella Germania. La T urchia lavora colla Germania, all'asservimento dell'Europa. La guerra contro La T urchia è dunque la guerra per la liberazione dell'Eu ropa. Liberazione ch e verrà sollecita, se le Nazioni dell'O ccidente potranno soccorrere, attraverso lo st retto dei Dardanelli, la Russia. La scesa in campo dell'Italia cont ro il turco è avvenimento destinato ad avere una grande influenza nelle vicende prossime della guerra europea.

Come ~cialisti, infine, noi troviamo motivo di compiacimento nel gesto odierno dell'Italia.

L'Impero turco, come l'Impero austriaco, è stato semp re un' oppressore fe roce delle nazional ità sottoposte a.I suo regime brutale. Il martirio dei candiotti suscitò, nei tempi be llissimi ed eroici del social ismo italiano, fremiti di simpatiii. e di entusiasmo Si formarono - alloral egioni di socialisti, ch e corsero in G recia a combatte re contro il tu rco . Domokos è sacro nelle nostre memorie . Centinaia di italiani - fra i quali moltissimi socialist i - (la sola legione Bertet ne contava t recento) getta rono la vita per l'indipen denu della G recia minacciata . La Grecia h a dimenticato, poi, con fac ilità più che levantina, l' aiuto dei volontari italiani, ma il sacrificio non fu inutile. N el seguito degli anni, Candia, redenta, ha dato alla Grecia il suo più grande ministro: Venizelos.

V 'è un altro popolo che soffre le torture indicibili della dominuione turo: l'armeno. Ultimissimamente le cronad,c p;1rlarono di migliaia e migliaia di armeni massacrati dalle orde turche. Due settimane fa giunse noti.zia che a Costantinopoli erano stati impiccati venti socialisti rei del delitto di aver amato la loro Patria e di aver cospirato contro il reg ime g iovine-turco. Anche quelle venti vite spezzate, reclamano vendetta e l'avr anno.

B con srande solennità d' animo, è con fiducia ferrea nella vittoria

12 -VUL che gli italiani accogli eranno r evento preveduto, ine vitabile, necessario. Preveduto, perché sin dal 24 maggio, fu paleSe che scendendo in campo contro I'Allstria-Ung heria, l'Ital ia avrebbe finito a breve o lttnga scadenza per trovarsi m guerra contro Ia T urch ia [ .... cewuraJ . In evitabile e necessario per ragioni che abbiamo esposto d'indole politica, economica, morale.

Nuovi sforzi occorrono e nuov i sacr ifici. Ma il popolo italiano com• pirà g li uni e gli altri. Il popolo sa ormai che dev'essere p reparato a tutto, pur di vincere. Più· la vit toria sarà piena e più la pace sarà duratura e feconda. Ché la libertà di do mani sarà in ragione diretta dello sfo rzo fatto per con9uistarla : chi avrà dato molto, molto avrà. Via \'ia che la nostra part~cip;izione a lla guerra si estende su altr i campi contro g li altri nemic i, noi sentia mo c he la fig ura morale della Patria nostra ingigantisce al cospetto dell' Europ a e dc1 mondo.

Da li Popolo d'Italia, N 232, 22 agosto 191 :i, II.

LA MASCHERA 1: CADUTA!

I Q11ettreiber, i famosi e famigerat i Quertreiber tanto strombettat i dal socia l-neut ralismo italiano, sono ignom in iosamente finiti. Quest i signori, che stando alla sign ifi cazione letterale delh. parola ostrogota dovevan o « mettersi d i t raverso » . s i sono inve,e fasciati trascinare dalla corrente della maggioranza favore\'o le, come è noto, alla politica d i aggressione, di rapina e d i sterminio inaugura ta dalla German ia i! 4 agosto del 1914. Il fatto non ci sorprende. Noi non abbiamo mai creduto alla sincerità degli atteggiami:nti pacifisti, assunti in q uesti ultimi tempi da una parte del social ismo tedesco. Erano commedie e man o vre con certate con Bethma nn -H o llweg. Fumo negli occh i per trarre in inganno e alla rovina i Pa rtiti social isti deg li altri paesi. V'era chi a l nostro scetticismo opponeva i mall1festi colle 200 firme, di ven tat e, in seguito, 900. Si parlava g ià sui V onvaerJ.r piccoli e grandi di casa nostra di un 'Internazionale che riso rgeva, di un ravvedimento che cominciava e si era disposti - can cellan do tutto il recente ed infame passato -a riannodare i « rapporti » anche colla social-d emocrazia barbar ica e complice del Kaiser. Un giorno ap pa rve una vignetta in cui si vedeva d a una parte un Gugl ielmo 11 in proporzioni !illipuziane, d inanzi a un Carlo Marx gigantesco... I circo li sociali sti - compreso queJlo di Milano - votarono i soliti ordini del g iorno di plauso a i QuerJreiber. C'era dell'attesa per il g iorno d ella riapertura del Reich· stag. Quel giorno è venuto. Il famoso triunvi rato Be mstein-H aase-Kau tsky dov'era? Latitante. I Q11ertreiber d ov'erano? Scomparsi. Chi è andato alla tribuna in nome della fra zione social-democ ratica ? Un revisionista: David. G li altri non hanno mosso dito, n on hanno pronunciato verbo. Si d ice che una tren t ina di. essi se ne sieno andati si lenziosamente e vig liaccam ente a l momento del voto. Ma la fuga non ha impedito l'unanimità dell'approvazione al nuovo prestito di guerra di dieci m iliardi. Uno solo ha fatto sen' · ·e u na laconica protesta: liebknecht.

I QuerJreiber Io h anno 4 isolato» al Rei chstag; Io h anno deplornJo poi. Con questo episodio di omaggio imbecille alla disciplina i Querlreiher hanno scritto l'ultimo capitolo della loro breve e inglo riosa g iornata.

Adesso la m asch era è cadut~. I compari si rivelano. Sarà molto difficil e che i « sozi » di Zurigo r ieS(ano a cambiare le carte in tavola.

l'adesione del socialismo tedesco alla pol itica imperiale è categoriCa, solenne. E poiché la politica dell' Impe ro è politica di conquiste e di annessioni, la politica dei socialisti tedesch i si orienta sulle di rettive di Bcthmann-Hollwe,g. Le basi della pace, secondo i socialisti tedeschi, sono Ie basi della pace gecmanica. N essua dubbio. Quei socialisti delJa Quadruplice Intesa, che sono ancora in buona fede, leggendo la « proposizione » de!Ia social-democrazia alemanna, si convinceranno che tale pace - leg ittimando l'arbitrio e la violenza della G ermania - sarebbe il più grande delitto di lesa uman ità che si a mai stato conunesso da Caino in poi. Le direttive della pace secondo i socialisti tedeschi d ovrebbero essere le seguenti:

· P ri mo :

« L 'indipendenza e /'intant,ibililà del/'Jmpero germa11ico richiedono che siano reJpime lim e l e m.ir1 di toMqù iJfa Je&li ai,i,ersari s"l s110 territon'o Ciò ,,ale muhe per la domanda di reincorporare I' ,1/,,ziia-Loren,z alla Frar.tia JOIIO qua/. uasi fo rma»

Ah dunque: restituire l'Alsazia e la Lorena alla Francia significa attentare aU'itldipendenza e all'intangibilità dell' fmpero germanico ! Come sono privi di scrupoli i Genoum di Berl ino Essi dimenticano la storia! Non teng ono calcolo alcuno dei diritti delle genti e si preoccupano solo dell'intang ibilità e d ell'in di penden2a del «loro » Impero. lntanto questo primo «accapo» del l oro ordine del giorno scava l'abisso fra socialisti tedeschi e socia listi francesi Questi ultimi non hanno mai accettato e non accetteranno mai la feroce mutilazione d ella loro pat ria compiuta da Bismarck. Il Cancellì ere di Ferro è diventato i l profeta - in materia di polit ica jnternazionale - dei socialdemocratici t edeschi.

Seconda direttiva della pace:

<l Nell' interesse della Germania e della sua libera attività economica nel sud-e,t respingiamo tutti gli scopi della Quadruplice rivolti a indebolire o il speiz.ue l'Austri a-Ungheris e la Turchia».

Q1.mto postulato è enorme, è mostruoso! Questo significa che la pace vagheggiata dai socialist i tedeschi deve ricondurre l'Europa allo J/aiu quo ante be/lum; con un 'Austria-Ungheria intatta; con una Turchia insediata ancora sul Bosforo, per favorire la penetrazione econ04 mica della Germania. Che cosa importa ai socialisti tedeschi del martirio delle popolazioni soggette agli Absbu rgo? Che cosa importa ai socialisti tedeschi se la Turchi a massacra a m igliaia e migliaia gli armeni? l o strazio e la rovina dei popoli lasciano ind ifferen te il cuore peloso e felpato degli a utentici discepoli d i Ca rlo Marx : l'essenziale è che la

PER IL FRONTE 183 libera attività economica tedesca nel sud-est europeo sia salvagua rdata. l'Impe ro austriaco e l'Impero turco sono reazionari ?' E sia pure. Austria e Turchia in tatte sarebbero un pericolo per la pace di domani? Benissimo. Bisogna lasciare qualche focolare di guerra per dare ancora un'occasione alla Germania di scatenare la forza bruta delle sue orde criminali attraverso il mondo. Comprendete? Non bisogna spezzare l'Aust ria-Ungheria e la Turchia: non bisogna nemmeno indebolirle. 1 socialisti tedeschi si auto-eleggono giannizzeri al soldo di Maometto V e di Franccsco Giuseppe in nome... delrinternazionale futura!

Terzo: i socialisti tedeschi si pronunciano contro i « piani annessionisti dei miopi politici conquistatoci ». Da notare questa frase. Essi sono du nque per l'annessionismo lungi-veggente, che salva le forme ma applica la sostanza; sono per il brigantaggio purché sia mascherat o. L'annessionismo dei socialisti t edeschi è p iù ipocrita , ma non meno vorace di q uello di Bassermann.

Ebbene - bisogna ficcarcelo nella mente - tutto ciò è prettamente marxi_sta. t del marxismo applicato ai rapporti fra 1e Na2ion i. Il di ritto non esiste. Esiste la forza. Come nella lotta fra le dassi. Le ideologie filantropiche, umanitarie, conciliantiste sono inutilità letterarie. Si tratt?. di accumulare della forza. Cosl nelle Nazioni. Prima gli interessi della Germania (prima tedeschi e p oi socialisti, diceva Bebel), poi.... l'ideale e il resto. Si rinnova l'eterno conflitto fra i due socialismi: fra quello democratico, libertario, ottanta novesco delle Nazioni latine e quello elettorale, autoritario, legalitario dei socia list i t edeschi, Da una parte M arx, dall'altra Bakunin. Se Marx pot esse sorger dalla sua fossa rico· noscerebbe ed esalterebbe in Sudekum iJ suo più fèdele e slgace di· scepolo. Liebknecht è uno straniero in patria. Un ~mli -marxista. La guerra alla Germania significa anche guerra al « suo » socialismo rive. latosi strumento perfetto della politica imperialista. La G ermania è un blocco solo. Perché il sogno dell'egemonia tedesca cada, come disse l'on. Salandra, infranto, bisogna spezzare e frantumare la German ia senza distinzioni. La Germania di Bethmann-Hollweg non è che l 'alt ra fac cia della Germania di David. J un ker e sociaJ.democratici si equ ival• gono e si fondono nello stesso granito dell'unanimità nazionale. Coloro che nei p Resi della Quadru~lice s' iliudevano, hanno ancora un'occasione magnifica. Caso contrario, essi dovranno essere considerati come gli agenti - consapevoli - della G e rmania militarista e trattati come si trattano i nemici : senza pietà.

Mussolini

Da Il Popolo d'I1ali11, N . 236, 26 agosto 1915, H .

MARX E.... HINDENBURG

Carlo Marx, agente pangermanista, non si è mai dichiarato contrario alla gue rra, Gli analfabeti c re tin i che in. Italia - a so llazzo delle turbemonopolizzano i l socialismo, hanno cioè fau o del socialismo um. specie di « regia », non hanno mai letto Carlo Marx; se Io hanno letto , non lo hanno capito.

Carlo Marx è stato spesso e volenti~ri un fanati co g uerrafon daio. Egli considerava la guerra, c,n pri1gm11tiJlc : cioè, nelle conseguenze buone o catti\'e della guerra, agli effetti della rivoluzi one sociale. Carlo Marx non ha mai opposto al fa tto (( guerra » delle pregiudiziali negative : soc ialismo e guerra possono rapp resentare un'antitesi astratta di « categ orie», ma la vita s i incarica d i conciliare il socialismo colla guerra. Carlo Marx ha speso tanta parte della sua atti vità a rendere popolare in Germania e altrove la g uerra contro l a Russ.ia. Per Carlo Marx, la Russia era una potenza asiat ica da respingere - baio nette alle reni!oltre gli Urali . Q uando nel 1914 i socialisti tedeschi hanno volu to cercare un alibi per masche ra re agli occhi degli ingenui Genosun d egli alt ri p aesi la loro finalmente esplicita adesione alla _politi ca de l Kaise r, han no trovato nei solai del Partito un cliché g ià pronto: la ba rbarie russa, la minaccia deIIo slavismo, lo kimt dei cosacchi, l' igno ranza dei n111g ik1.

Carlo Marx, con quella anti e lungi.veggenza che sembra una carat• tc ristica pecu liare de i dottrina ri di razza ebrea, aveva g ià pensato ai suo i discep oli venturi . Non deve ret·a re nessuna meravig lia il fa t to che i socia listi t edeschi pass ino oggi a d Hindenburg. Il loro M aestronel 1870 - passò a ll'Hindenbu rg dell'epoca, che si chiamava Moltke. La guçrra franco-prussiana fu segu ita da Marx e da Engels co n una passione di patriotti autent icamente tedeschi. Trovatemi nell'epistolirio Marx-Engels un p e riodo sol o in cui sia espresso l'orrore per la guerra . Non c'è . Engels esalta la strategia dello Stato Magg iore prussiano e Marx si duole - i nternazionalisticamente, si capisce - che i fr ancesi non s iano stati gepdigell , cioè bastona ti abbastanza. Queste faccende sono ormai note. Tutto al più, per farl e conoscere al g rosso pubblico, si potrà curare la diffu sione del libro molto interessante · di James Guillaume: Carlo Marx, pangermanista.

Alla Partenza Per Il Fronte 18s

Con questi precedenti non c' e ra da attendeisi un discorso diverso da quelJo che in nome della social-democraz ia è stato pronunziato dal deputato socialista Stukler, al Reichsta~. dopo che il Presidente ebbe annunciato la conquista di Brest-Litowsk.

l' illustre Kamarad ha detto:

« Mentre nei Parlamenti di St.ati nemici, i opi dell 'esercito sono violentemente attaccati, non esiste per noi motivo alcuno cli critica verso ì. capi supremi Tutto il popolo tedesco riconosce ed ammira la strategia di Hindenburg, di Mackensen e di Linsingcn che è riuscita a liberare la Germania dalla invasione russa e che furono sorretti dal valore invitto dei oostri soldati. Noi diamo la prova che nell'ora del pericolo non ahbamloni~mo la Patria. Quello che è stato compiuto dalle truppe di Limingen nei Carpazi rimarrà. unico nella storia delle guerre di ogni t empo ».

Carlo Marx sarebbe stato probabilmente più solenne. Il sociaÌismo tedesco - imperialista - è tutto qui. In questa amm irazione della strategia tedesca , insieme con una attestazione di dispregio per g li Stati nemici - leggi Francia - dove si osa mettere in discussione il Generalissimo.

L'ottimo Stukler non dimentica di varare - more.... marxista - la menzogna dell'invasione russa. Infine p one le gesta di Linsingen al culmine di tutto ciò ch'è stato mai c9mpiuto, da quando gli uominiusciti dall'animalità - hanno cominciato a sterminarsi a vicenda.

Gli altri capi-gruppo sono stat i assai p iù modesti e pedestri. L'apoteosi dell'esercito tedesco è stata fatta eia un deputato socialista. Egli non aveva bisogno di aggiungere che « nell'ora del pericolo i socialisti tedeschi non abbandonano la Patria». Lo sappiamo. Anche quando la Patria tedesca non è in pericolo, ma pone in pericolo le Patrie altrui, nemmeno allora il socialismo tedesco trova modo dì scindere l e sue responsabilità.

Cè solo un socialismo al mondo che abbandona la Patria n ell'ora del pericolo; che non trova nemmeno il modo d i augurare la fortuna alle a(mi della Patria; che lavora, insomma, per la potenza tedescae quel socialismo funghcggia in Italia, Ma dal momento che i social-democratici tedeschi passano ad Hin• denburg, non deve essere più consentito ai 50cial-neutralisti i taliani di mistificare le masse ag itando fa bandiera sbrindellata dell'Internazionale. Se i socialisti tedeschi innalzano il loro hoch.' a Hindenburg, noi rispondiamo con un : Viva Cadorna !

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