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LA CADUTA DELLA BASTIGLIA
Persone del dramma; monarchia, borghesia, popolo. Data: 14 luglio 1789. Ricordiamo. Dopo due mesi dalla convocazione degli Stati Gene rali, la Monarchia dei Capeto sembra più che mai refrattaria aUo spi rito dei tempi. nuovi. La seduta reale del 23 giugno disillude il T erzo Stato. Il re dichiara nel suo discorso, che i diritti feudali sono inviolabili. G li elementi avanzati della borgh esi a, prendono atto e si preparano. Sorge a Versaglia il Club .Breton, destinato a trasformarsi, più tardi, nel Club dei giacobini. la Monarchia, a su.i. volta, organizza il colpo di Staio. Obiettivi: scioglimento dell'Assemblea Na zionale, repressione nel sangue di ogni movimento insurrezionale a Parisi, arresto e condanna a morte dei capi della Rivoluzione. Secondo la parola di Lafayette i capri espiatori dovevano essere dodici. Luigi XVI ordina ai primi di lug lio la concentrazione nei dintorni di Parigi di 35 mila sold:iti. I propositi sono definiti. I comandanti noçi li nascondono. « Se occorre bruciare Par igi, di ce il barone di Breteuil, la bruceremo», Il marC'sciallo di Broglie scrive al Principe di Condè che « una Salva di cannoni disperderà i chiacchiC'roni dei dubs p ar igini ». La lettera dcli.i D uchessa di Polignac a Henelles è un'altra prova dcJ complotto ordito a Corte. Data fissata è il I 6 lug lio. Ma g li e venti precipitano, li re è costretto dalla fuga dei princi pi ad anticipare d i qualche giorno l'inizio .delle oÙilitl cont ro l'Assemblea Nazionale. Così il Ministro Necker è costretto a rassegnare le d imissioni a ll ' ll. Necker :iccctta l'imposizione sovran a e se ne va in \•olonta rio esilio a Bruxelles. Non appena, all' indomani, si sa che N ecker se n'è andato, entra in scena ii Popolo, Veramente, il Popolo di Parigi è stato ~empre presente. Dal giorno dell'apertura degli Stati Genera li a Versaglia, il Popolo parigino è stato in contlflua agitazione, C'è a Parigi , un'altra assemblea, che sied e in permanenza: il caffè e i giardin i del Palais Royal sono grem iti giorno . 1 e notte da una folla che discute, c he canta, che ascolta. Il Popolo conosce i piani della Corte. Alla sera, in tutti i quadrivii della città, i fuochi artificiali uniscono centin aia e migliaia di persone. Ora tori ignoti , d alla parola ardente, esortano il popolo a vigilare, Dopo il discorso del re, non resta che una speranza e una necessità : l'in surrezione. Il 25 siu· .çno i soldati delle guardie francesi fraternizzano col popolo. G iugno
DA LL 'INTERVENTO ALLA PARTENZA PER IL FRONTE 7')
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30: prima giornata di rivolta. Il Popolo libera a viva forza undici solda ti che avevano rifiutato di sparare sulla folla.
Nei quartieri popolari, miseria e carestia. Le misure adottate dal Ncrker, nell'aprile - censimento e parziale requisizione del granonon hanno sollevato le condizioni della povera.glia che soffre la fame.
Al Caffè des Caseaux fioccano le inscri zioni dei volontari dell'insurrezione. Luglio 2 : grandi cortei attrav ersano Parigi. Luglio 8: rivolta dei terrazzieri di .Montmartre. Luglio 10: conflitti, spargimenti di sangue, distruzioni delle barriere daziarie. Luglio 12; le dimissioni di Necker sono un fatto compiuto. Il colpo di Stato è imminente. Voci sinistre si diffondono in Parigi. Una folla imm ensa è raccolta la mattina d el 12 nei dintorni d el Caffè Royal. Questa folla aspetta una parola d'ordine Ecco Camilla Desmoulins. Egli esce dal caffè Frij. Tiene in una mano una pistola, nelJ'altra una spada.
« Cittadini, alle armi!».
Desmoulins stacca da un albero una foglia verde. tl la coccarda dei rivoluzionari.
«Cittadini, non perdete kmpo! Alle armi!». Dopo alcune ore, un corteo im1umerevole attraversa Parigi. Giunto alla Piazza delJa Concordia (allora Piazza luigi XV) sì trova dinanzi .1 forti reparti di truppa comandati dal marrhese di Brcsenvalc. I soldati - visti fallire i primi tentativ i di respingere 1a moltitudine -ce dono. li Bresci:iva le li fa ritirare al Campo di Marte. Il popolo comincia ad essere padroue delle strade.
N ei soblxirghi, il grido d'allarm e passa da porta a porta. Nell e offi, cine si lavora: cin9uantamila picche vengono fabbricate fo trentasei ore. Suonano le campane a stormo. Luglio 13 ! tutte le barriere daziarie in fiamme; assalto ai forni; distribuzione del pane; liberazione dei detenuti alla Prison de la Force. E la borghesia? Tiene un contegno doppio. Arma ed aiuta il popolo quando si tratta di piep;are l'ostinazione dei nobili o della Corte, ma paralizza gli sforzi del popolo, non appena l'insurrezione assume a.spetto di rappresaglia o [di] conguista economica . la borghesia vuole delle riforme, ma d iffida della rivoluzione. Non è ancora repubbhcana. Il 30 giugno, mentre Parigi era in p iena rivolta, l'Assemblea Nazionale protesta « la sua devozione all'autorità del re »; all'S lu,glio incarica Mirabeau di dirigere <~ un'umile supplica » al re pregandolo di allontanare i soldati da Parigi; alcun i giorni dopo organizza la « milizia borghese » c:he avrebbe dovuto temperare gli eccessi del popolo, frenarlo, domarlo.
La borghesia non vuole l'assalto alla Bastiglia, ma, ciò malgrado, alla mattina del 14, la voce unanime che attraversa le strade e le piazze di Parigi è questa: alla Bastiglia.
Da chi è difesa la Bastiglia? Da 114 soldati, di cui 84 inva]i di e 30 sv izzeri, al coman do del De Launay. Il popolo odia la Bastiglia, per• ché è una vecch ia paurosa prigione e perché - in quel momentorappresenta un baluardo in sostesno della monarchia.
I cannoni della Bastig lia sono puntati - con ostentazione - sul sobborgo popoloso e r ibelle di S. Antonio. Un assalto alla Caserma degli Invalidi procura armi in grande quantità ai ribelli : trentamila fucili e alcuni cannoni.
La lotta attorno alla Bast iglia <lura sino a pomeriggio inolt rato. Ma alla fine De Launay si decide a capitolare. I ponti sono abbassati e una folla enorme si precipita nel caste llo. La Bastiglia è ormai in possesso del popolo. la Rivol uzione trionfa. Il re medita per la prima volta Ja fuga
Sono passati 126 anni da quella memorabile g iornata Ma la sua evocazione conunuove an co ra, All'annuncio della presa della Bastiglia, tutta Europa parve libera ta da un incubo che durava da secoli.
Ora io domando: un popolo ch e ha nella sua storia pagine siffatte, può diventar suddito di un popolo che non ha mai conosc iuto g iornate rivoluzionarie? O non sarà destinJ.lo a demolire, dopo la Bastiglia dei Capeto, la Bastiglia infinitamente peggiore degli Hohenzollern ?
2 per questo che si combat te - oggi - in Europa una guerra che è una grande Rivoluzio ne.
MU SSOLINI
Da. Il Popolo d'Jralù1, N. 19}, 14 luglio HHS, li Pubblicato anche so L'ldt11 !Ariua • , N . I, 1 lug lio 1918, J, col titolo : Me11/rt croiia110 le baJtigli, della prtJicJer,za mlnra (XIV /11&/io 1789).
LE MISERIOLE DEL « KRI -KRI »
Il Kri-Kri - organo umorist ico del p iù umoristico socialismo del mondo - riporta la fine di un mio a rticolo nel quale, io venduto &Ila borg hesia , dico a lla.... medesima ciò che il Kri-Kri non ha il coraggio di dire, e constata: 1 che io ho dato cento li re per i biso,gni della guerra e che non ho ancora versato una goccia di sangue*. :È la verità. lo che non sono proprietario di case come molt i sociali sti; io che non prrsto denaro a strozzo come qualche socialista; io che non sono proprietario di negozi di t im bri, di fabbri che di c ravatte, di terreni, di ilt ifondi in quel di C rema, d i ville, d i titoli di rendita come molti, troppi socia l isti, ho dato cento lire, somma esigua ce rto, ma superiore a quelle offer te da moltissim i « mil iona ri» borehcsi e ingente, pa rago nata, ad esempio, coi q uaranta centesimi dell' on. social-neutral ista Nicola Badaloni
O-alt ra parte, se la mia elargizione fosse stata cospicua, ch i avr<."bbe potuto impedire all'esilarante Kri-Kri di r ipetere l'eterno: « Chi paga? >).
Q uanto al versamento del sang ue, no n dipende da me, I panci1fi· chisti del Kri·Kri sanno che io appartengo ad una classe non a ncora rich iamata e che perciò non ho potuto arruola rmi come volontario. Ma P agnacca e soci , sanno anche che la guerra non è finita, o, piuttosto, che la guerra non è ancora cominciata, che l a guerra sarà lunga e che il mio turno verri, quando la guerra sarà d ivenuta anco r più aspra e sanguinosa.
1n fonJ o, io comprendo per f ettamente lo stato d'animo dei gesuiti rac:colti attorno ail'intemerato cittadino di Barre-Vermont; se fosse ro i ntelligenti, dovrebbero preferire un M ussolini che resta, a un Musso lini che va, a lmeno dal punto di vista delle polemiche futu re, ma - dopo le esperienze di questi ultimi mesi - i compari preferiscono un Musso· lini che va a combattere, Ii chiaro ch e u na certez:za e una « speranziella )> sorrjdono al cuore ben tornito del Kri-Kri.
La certezza è questa : Mussolini richiamato non ci rompe p iù i san tissimi e n oi possiamo riprendere, i ndisturbati, la nostra fa tica o nesta la (( speran:ziella » è questa: Mussolini che va alla gue rra, potrebbe anche restarci. Qu el giorno si berrebbe lo champagne alla 1edazione del Kri-Krl, si esporrebbe il vessillo g iallo-nero, si canterebbe il D eutu hland .... e si manderebbe un ricco premio in denaro al soldato austriaco.... cui fosse riuscito di mandarmi all'inferno....
• (l l4).
La ditta del Kri-K,·i si pasce di questi pietosi desideri. Li rivela.
E umano Ma intanto, io resto A fronte a lta e con cuore tranquillo. E poiché il mio richiamo potrebbe ve nire da un giorno all'aluo, mi p ropongo di non perdere il mio t empo Se ne accorgeranno gli affiliati all'<C onorata Società» dd Krì-Kri
MUSSOLI NI
Da li Popc,/o d'Italia, N. 193, 14 luglio 19 15, lI .
John D Ul L
Da ormai dodici mesi, John Bul1 1 il citta dino pacifico de lla Gran Bretagna, sorprende l'opinione pubblica europea. Meglio, la sconcerta, la disorienta. I latini - per esempio stentano mol to a comprendere certe singolari anomalie e stravaganze della vita politica inglese, dato il convincimento universale che il tipo o il grado dì civiltà inglese sia più elevato del nost ro. Io credo che si identifich i con troppa fac il ità la civiltà col comfort. Certo, la cura della casa e il consumo miggiore o minore di sapone sono indici dì ci viltà, ma non i so li . Anche dei sei· , ·aggi possono finire per prendere l'abit ud ine di fare il bagno tutte le mattine, ma uon per questo diventano «civili». li ((dato» di una Ci· \·iltà è molto complesso. Dal pu nto di vista politico, la maturità civile d i una nazione è in rapporto diretto colla facilità e la rapid ità co lla <JUale l'opinione pubblica s'impadronisce di una situazione storica e ad essa si conforma nelle idee e nelle azioni. Noi, latini, noi francesi e ital ian i abbi.:tmo compreso sin dall"agosto che la guerra attnale non può essere p.i.ragonata a nessuna delle precedenti. Noi abbiamo intuito, oserei se ri• ,we , divinato, se fa parola non fosse troppo grossa, quello che g li inglesi n e lla lo ro generalit.l com inciano soltanto ogg i, e stentata mente, a capire: che questa non è una guerra coloni ale, o una guerra d i dinasti e, ma una guerra di nazion i e di civiltà, quindi una gue rra di liquidazione e di r irnstruzionc mondiale.
Certi squilibri inquietanti, c he si notano in Inghilterra, hanno fa. loro orisine in questa situazio ne di fatto: l'élite inglese ha la coscicm:a de lla g ravità dell'attuale momento sto rico, e de i d overi che incombono all 'Inghilterra, ma la grande massa anonima della popolazione - reputan dosi inviolabile in grazia delle fron tiere acquee che la dividono da l continente - non ha 1a « nozione » della guerra, se non in una forma attenuata che i raid! degli « Zeppelin )) non sorto ancora riusciti a colorire e vivificare. Malgrado il Gabinetto di coalizione, si ha l' impressione che l'unione sacra, in Ing hilterra, esista più di nome che di fatto
Il G abinetto stesso di coalizione dimostra che a un dato momento il Governo inglese ha sentito e misurato le deficenze della sua azione e ha cercato di mettervi riparo
Nella medag lia inglese c'è sempre u n rovescio. Si è esaltata la forma.zione de toute piè.e dell'esercito inglese a base di volontari, ma, al momento in cui queste armate di volontari dovevano esercitare la loro prcuione sul fron te occidentale - se ciò fosse a vvenuto, molto probabilmente i tedeschi non avrebbero potuto condurre per ben due mesi la loro vittoriosa offensiva in Galizia - ma.ncavano le munizioni. Si è creato un Ministero ttd hor, ma, al contrario di quanto è accaduto in Francia e in Italia - non parliamo delJa Germania - è stata necessaria una tO!lrnie di propag anda de i principali membri del Governo per convince re gli operai ad arruola rsi nell'armata industriale.
Come per l'arruolamento nel l'esercito, cosl per J'arruo!:1.mento ne lle industrie il risultalo è stato soddisfacente, non certamente q uale era da aspettarsi da una nnione a fort issimo sv iluppo jndustriale come l'In · g hi iterra. Se il volont ariato a vesse dato buona prova, non si sarebbe proceduto a guclla specie di « inventario umano» che prelude alla coscrizione obbligatoria. Un'altra med aglia che ha il s uo rovescio è 9ueila del Prestito L' esi to del Prestito è certamente stupefacente, la cifra raccolta è sbalorditiva, ma p ro p rio mentre si annunciano i r isultati del prest ito ceco gi ungere st ra ne e gravi notizie dalla zona carbonifera dd Galles. I minatori , in numero dl ben l )O mila, minacciano lo sciopero. Voi capite che, se i minatori non estraggono p er un giorno solo il carbone, le conseguenze possono essere preoccupanti.
La negligenza - per esempio - colla quale furono caricati i trl · sp o rti m ilitari n ella spedizione dei Dardanelli, ha cagionato il ritardo di un mese nell'inizio delle operazioni di guerra. V'è chi afferma che la irrequiettJdine delJa classe operaia inglese - specialmente nelle categorie dt•i metallurgici, dC'gli arsena lotti, dei minatori - sia provocata da abili agenti tedesc hi. Comun9ue, c'entrino o non c'ent rino la mano e l'oro teu tonico, il fatto non depone molto in fa vo re d ella coscienza e della ma turità politica d el la massa operaia inglese. Il tra des-unionismo deve averla resa re frattar ia a tutto quanto non rientri nell'orbita d egli immediati interessi d'indole profossionale. Ora le ombre nel quadro inglese - ombre che shappavano di recente un grido d'allarme a Lord Carson - sono queste: insensibilit.l e indiffere ntismo di buona parte della popolazione; manifestazioni contraddittorie; un ri5petto della tradizione, che noi latini troviamo - nel1a nostra 10,,plesu intellettuale e s p irituale - un po' esa.gerato, per non dire assurdo. Si tratta di « comprendere» l'lnghilterra. Ma 1a cosa non è facile. Henry Vickham Steed rnnosce più l'Austria-Ungheria, sulla quale ci ha dato un libro d ' ecce2ione, c he non il suo paese natio. Nella sua conferenza L'Anglete rre t't la guerrt (lihrairie Armand Colin, Paris) che ha dato il motivo a ~uesta nota, Vick ham Steed comincia col dichiarare di « .sent ire ancora il bisogno di comprmder e l'Inghilterra, pur riconoscendo che la cosa è estwnamente difficile>). Secondo Steed, l'inglese è una « creatura d'ist into)), L'accusa di «perfidia)) è infondata. L'inglese non è p erfido, è « inconseguente ». Gli accade « naturalmente )>, spontaneamente, quasi meccanicamente di contraddire colle parole agli atti o viceversa. « Gli inglesi vivono, dice Steed, nella più pura i nconseguenza e non se ne accorgono ».
Dopo questo preambolo di natura psicologica, lo Steed entra nel vivo della questione, L'attività polit ica estera dell' Inghilterra, in questo ini zio di secolo, è stata influe nzata dal desiderio di veder rnnservata ad ogni costo la pace europea. Gli uom ini polit ic i inglesi a\•evano sçarsa coscienza de l pericolo tedesco. All' indomani della tragedia di Serajevo, fo pinìone pubblica inglese fu orientata in senso anti-serbo. Un gra n de g iornale ndicale, il /l.{(111rh este1· G!l(1rdùm , gi un se fino a scri,·crc che « se fosse stato fis icamente pos5ibile di rimorch iare la Serbia in a lto mare e di colarla a picco, l'Europa sareb be stata p ulita>> T uttavia , passata Ia pri ma imp ressione, non mancarono le voci ch e invitavano il G overno a vigilare sulla piega che g li avveniment i stavano p er prendere. Secondo Steed, sin dalla metà di luglio, Austria e G e rmania erano decise a lla g uerr,1 Il piano era <JUesto: o: L'Austria doveva schiacciue la ~rhia e apri re la ~t ra,la di Costantinopoli alle truppe austro-tNescht' cht' si ~~rtbbero ri unite 11 1le trnppc ottomane ptr regol;ue La questione d'oriente. Lt Gnmania, con una mohiliu~ione ra pida, doveva travers.ue il Dd,c: ;o; piombare sulla Francia ; schi acciarla; t'5torccrlc u na for te indennità dopo averle dettato ur1a pace di!:astrosa; vol.;ersi quindi contro la Ru~sia e contro ring hiltem1., se ciuesta fo,; ie usciu da lla ne"Utr.alità ».
Dal 25 lug lio a l 5 agosto 1914 la situazione inglese si deli11ea cosl: sfotzi disperati degli agenti tedeschi a Londra per influice sull' opinione pubblica; mon do pol itico e maggìora nza del Governo non all'altezza dell'ora; manovre d e i finan zieri d 'orig ine cosmopolita; assente ismo d elle masse popolari . Le esitazioni d ell' Ing hilterra du rano sino a lla domenic.1 2 agosto. Conosciuta la violazione d ella neut ra lità belga, il Governo ing lese dichiara la guena alla Germa nia. Vickham Steed spieg a le esitazioni del Governo. Il partito dei liberali al potere vole, •a la pace~ anche perché sul tappeto de1la politica interna stavano problemi formi d abili che avevano diviso la nazione in campi opposti e nemici : l' home-rnlt, ad esempio Sta di fatto che al 31 luglio, mentre l'Europa viveva. le ore più t ragiche della sua storia, i ministri inglesi erano tranquillamente in campagna Fu un giovane d eputato conservatore che li andò a scovare, li ricondus se a Londra, d ove te nn ero il famoso Consig lio che troncò gli indug i, Oltre alle ragioni - fortissime - d'indole interna, un altro fatto spiega l'incertezza del Governo inglese.
• N on si tratta\'a - dice Steed - d 'impegnare nel conflitto soltan to l'Inghi[teru., ma tutte le nnioni britanniche d'oltre mare e di mettere in ptricolo laJoroei istenza» .
C'e ra, in altr i termini, il pericolo che l'Impero «saltasse» al primo urlo! La realtà ha di spc,.so ogni previsione funesta: 1e coloni e inglesi hanno offerto un incomparabi le spettacolo di lealismo verso la metropoli. Secondo lo Steed, anche il popolo inzlese - per quanto lernirsimo a comprendere - com incia ad entrare nell'orbita della guerra e si rende conto delle sue grandi necessità politiche, economiche, moral i. Certo, malgrado le ombre del quadro, la conclusione non può non essere ottimista.. L'Inghilterra, nono.,ta nt e certe défaillanres del suo or.ganismo socia le, costitu isce una delle più sicure garanzie di vittoria per l1 Quadruplice In tesa. Che l'lng h iltcrra rjesca a crçare - in tutta la sua efficenza - un esercito terrestre - è o rmai cosa di secondaria importa nza, dopo l'intervento dell' Ita lia. L essenziale è che l'Inghilterra ponga a dispos izione degli a lleati b isognos i la dovizia de i suoi milia rdi che unita.mente al dominio incon trastato dei mari e degli oceani, metta l a Quadruplice Intesa in condizioni progressive di su}>friorità sugli austrotedeschi.
Jo hn Bull è lento a muoversi, ma quando è in cammi no arriva, senza dubbio, alla mèta
M USSOLINI
Da li Popolo d'Italia, N. I9'i, 16 lug lio 19U, JJ.