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L'ALTRA SPONDA
L e cannonate austriache lungo il lito rale i t1l iano dell'Amar issimo - da Venezia a Barletta - pongono fine a u n du bbio, troncano una polemica, ci rivelano una ferrea necessità. Si è m olto discusso, p rima della guerra, su l diritto dell' Italia al riacquisto della sponda orientale della D1!ma2ia. Cerano qudli che rin unc iavano - tout co11rt - al p os· sesso d ella D almaz ia , che nei loro calcoli t roppo neutra!i sticamente an timachiavcllici doveva essere eventualmente di visa fra Austria-Ungheria e Serb ia; c'erano q uelli che .volevano lim itare il di ritto di possesso dell'Italia a quakh e isola de l1'1rcipelago d almata e q uesta era aU'S di ap rile una <<controproposta » deJron. Sonnino ; c 'erano quelli ch e rivendi cavano il litorale e la costa e anch e - in/i.ne - q uelli che volevano estendere la g iurisdi zione i tal iana dall'arcipelago al litorale, e dal l itorale sino alla cresta delle Alpi Dìnariche, Rirn rdi amo il nostro punto di vista, che si basava su questi postulati fondamentali : 1. esclusione assoluta dell' Au· stria-Ungheria dall'Ad r iatico; l a costa dalmata è vicin issima all' Italia, N elle giornate estive di gr:m de ch iarità, si srnr,ge dall 'alto del Monte Conero profilarsi lontana la cos.ta tormentata e roccio sa della D almazia. La distanza fra runa e l"a ltra sponda è in certi luog hi i nferiore ai du ecento ch ilomet ri , non mai superiore ai t recento. Poche ore di naviga zione _ nottu rna a lumi spent i o d iurna hattendo bandi era ing lese - come hanno fatto le torpediniere aust riac he - ba~tano per arri vare in v ista della costa italiana e per bombardarvi le città e i vi llaggi. T ali incursioni, che potranno anche ri}X'tersi duraritc il corso della g ue rra, sono fatte no n tanto per arrecare dan ni materi al i, quanto pe r « intimid ire >> le popolazioni. Non è improb1bile che qualche unità austr iaca affond i sotto il tiro dei can non i d elle nostre navi vigi lariti in crociera, ma è anche possibi le che i raid; aust riaci s iano - per le ragioni più sopra esposte - quasi sempre fort unat i. l a Gran Bretagna che dispo ne di una Rotta - unica al mondo!n on ha potuto impedire il bombardamento di alcun e città del Mare d el Nord, perpetrato - il verbo è a posto, trattandosi anche d i un de litti.> - da piccole e rapide unità del la marina tedesca
2. possesso assoluto dell 'arci pelago dalmata e della 2ona litoranea abitata da itali an i o n ecessaria - per ragioni strategiche - all 'Italia; 3. leale i ntesa colla Se rbia per assicu ra re alla giovane nazione slava una zona di sbocco mercantile ne ll'Adriati co e per salvaguardare i nuclei dispersi o superst iti d ell' italianità. Ora, H bombardamento avvenuto l'altro g iorno delle nostre città costiere - indifese cd aperte - riduce allo stesso denominato re comune tutti i p u nti di vista attorno ai quali fu cosl viva la polemica du rante la neutralità e l'unico punto dì v ista è q uesto: le coste adriatiche dell'Ita lia non saranno ma i sicure si no a quando l'arci pelago e .il li torale dalmata sa· ranno posseduti dalJ' Austria . n ecessaria, quindi, 1a conq u ista deU'arcipelago e del litorale d el!' opposta sponda: il che significa - in altri te rmi ni - che occotre band ire per sempre l'Austria da un mare che non è suo.
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Non il possesso di Pola - ci scrive :app unto Alcss:anJ.ro Dud:an, vicep res idente del Comitato Centrale Pro-Dalmazia italiana - bensì il domi n io sui porli e sui canali insu lari dcli.i D alm:azi:a permette :all'Austria.Ungheria di molestare impunemen te con un paio di cacciatorpedi niere, di aeroplani, di rom• mergibifi, t utta la costa adriatica della penisola nostra e con ciò pure di paralizzare tutte le n ostre comunicazion i maritt imt- e in parte q11clle frrroviarie lungo l'Adriatico.
1.· \IUl.
V er issimo Ment re la costa e l'arcipelago dalmata offrono una natura lc e for mi dabile serie di basi d i operazione, la costa ital iana h a tale con formazion e ch e non offre r ifugio o nascondiglio sicmo a navigli d i q ua lche effic ienzl .
Ora c'è da chiedersi: Ri usc ira nno ~uest i raid; - anc he se saranno fre q uenti più del prevedibi le - a scuotere e deprimere il morale delle p opolazioni del litorale ? Il primo sa luto a ustriaco non ha turbato affatto b calma di Venezia, né 9L1tlla di Ancona , né quella di Barletta che - insieme con Rimini - fu rono il bersag li o dal cielo e d:t l m are d esii obici au striaci. Ha susc itato, anzi , una reazione fort issima. N elle vi e, s ub itamente imbandierate, di An co na e Rimini, si è rovesciata molta folla, che _g ridava: « A bbasso J'A ustria ! ». Dopo dieci mesi di g uerra i n E uropa, si sa, an ch e in Ital ia, ch e cosa è la guerra .
Non c'è, quindi, da m eravigliarsi e tanto m eno da allarmarsi se avv erran no - presto o t:udi - a ltre incursioni austria.cbe sul litorale ita liano Il nemico pu ò fa rlo perché h a - sotto questo rig u ardo - un ind iscutibile vantaggio su d i noi, mentre la fl otta itali ana è super iore -:--- per numero di unità e per coesione di forze - a quella austriaca. D'altra parte i bombardamenti p arziali di alcun e città della costa adriatica, h anno poca o n essuna importanza nell'andamento generaJe e n ell' epilogo della gue rra Noi non siamo t roppo ottimist i, ma crediamo che il destino della flotta austriaca sia segnato.
IL « PERICOLO INAU DITO»
I socialisti tedesch i sono ancora una . \'Olta cont ro il nt10,·o nemico d el su d e non poteva essere altriment i. Comimio a credere che le uit im e manifestazioni in senso pacifista di ta luni capi - più o meno conosciuti - della socialdemoc razia, avessero lo sco._,o di influ ire su ll 'opinione socialista dei paesi ncl!tral i e in pa rticolar modo d i immobilizzare ne lla formula cosidctta « internaz iona list.1 » i socialisti ita liani. B sintomatico il fatto che la censura teutonica pcrmette~se la libera tra smiss ione al· l'este ro di notizie, alle qual i n o n era, fo rse, consentito dl c ircolare liberamente neffìnterno dell a stessa German ia. Comungue - fossero o non fossero sinceri gli u lt imi atteggi amenti d i ;i.kune mi n oranze dd Partitone social-gcrnun ico - sia di fatto che oggi - di nnanzi all ' intervento dell'Italia - l'unan imità si è ri fatta , <{Uasi automaticamente . Le due « frazioni » nemiche - la transigente e l'int ransigente - sono d'accordo. 1 Quaderni m emili socialiJti - la cui collezione p uò essere considerata come il vangelo dell' imperialismo tedesco - e l' A 1,u11ti! - prussianodi Berlino -si esprimono con lo stesso linguaggio. li Kaiser può constatare un "altra volta che nell'I mpero non ci sono che dei tedeschi. Il rifo rmista Heine lo d ice in chia ri termini. Egli chiama a raccolta i so• cia listi tedeschi e l i inv ita ad abband onare le d issertazion i e i cavi lli tcorcticj.
Tutto q ue~IO, scrive Heine, va poSfO in disparte in quest 'ora di p~rùolo ÌllàHJito i:,
Prendiamo atto della confessione . Mentre i fogli borghesi tedeschi affettano un su p remo dispregio dell'Itai ia e della sua capacità militare - il deputato Heine non esita a lanciare un \'ero grido d'an,goscia dinnanzi al « p ericolo inaudito>> dell'int e rvento italiano. ll deputato Heine non ci dice in che con sista questo pericolo inaudito, dal punto di vista socialistico. Poiché, se l'intervento ita lico abbrevia la durata <lella guerra e contribu isce a ristabilire in tutta Europa un equilibrio politico basato su l rispetto dei diritti delle Nazioni, è chiaro che, per un socialista, r in• t ervento dell'Italia non deve rappresentare un « pe ricolo inaudito » bensi un vantaggio sicuro.
Opera Omnia Di Benito Mussolini
Ma il signor Heine si pone esat tamen te su l p iano dell ' ideologia pan.germani sta: il pericolo inaud ito è Ja in evitabile sconfitta d ella Ger· m ania che provocherà lo sgombero de lla F rancia e del Belgio, la perdita d e ll'Alsazia-Lorena, la fine de ll'Austri a.Ungheria, i1 tramon to defin it iv o del sog no ge rmanico di domi naz ione sul mondo. Se la N az ione tedesca fo sse mi nacciata nella sua vera integri tà territoriale e nella sua autonomia p o lit ica il social-riformista Heine avrebbe ragione - ancbe dal punto di vi sta soc ia listico - di gridar e all'a rmi. 11-~a questo non è. Nemmeno un palm o di territorio te desco è soggetto agli eserciti nemici. l rus si che serviv:rno da babau pol emico ai social ist i te desc hi pct g iust ificare la l oro brutale aggression e alle Nazioni pac ifi che e democratich e d ell 'Occidente, i russi non h anno fatto che delle rapide e fugaci incursioni nella Prus sia O rien ta le. Il « pericolo» che l'H einc denunc ia è 9ue llo di vedere - alla fi ne - non compxomessa o frantum ata h Germania, ma schiantata per sempre la cos ti t uzione mil ita resca dell ' Imp ero. 11 ri• formista H eine ragiona come un pangermanista dei più ci.ualifi cat i: egli id entifi ca la musa ddl'Impero desii Hobenzollcrn colla causa del pr.ole. tariat e tedesco.
Quanto a ll'intransigente V orwaert.r, esso è meno catastrofico dei Qua· demi me,uili .rorialisti, ma è infinitamente più umoristico.
L' o rgano d el soci ali smo germanico offre ai suoi lettori un sacco di noti zie sensazion ali. Gli ult imi com izi ctti cl andes t in i e deserti della neutrali ti sudckurnizzata, sono citati sul V orwaerJJ con titoli vis tos i com e se si trattasse d i assemblee imponenti di popolo. I tedeschi bev ono grosso. Paesucoli come Pieve di Teca, .Monteleone Calabro, Pianello Val Ti· done godo n o un 9uarto d'ora di gr1nde n otor ietà in tutta la G er mania come se il destino degli Hohenzolle rn fosse legato in gran parte al neutralismo vinicolare di quei « bravi villi ci » che passata la ubbria catu ra n eutra lis ta si sono presentati regolarmente alle caserme e marciano ora - non meno regolarmente - verso l e frontiere.
V ero è ch e a sentire il Vorw ae rt s l e t ruppe« si sono p res enta te Jettera-Imcntc affamate ». Questa sarebbe una n otizia segnalata d a Z uri go da certi soc ialisti italiani. Noi crediamo inv ece che il dispaccio sia stato fabbricato in r~dazione. P oiché degl i ital ia ni - pe r quanto socialist inon posso no forn ire tali info rmazion i inve ntate di sana pianta, In Ita l ia siamo è vero al <i pane uni co » ma non ancora al pane kaka come in Germania.
Anche il Vorwa~rJJ dunqu e unisce la sua voce al coro diffamato rio e ingiurioso della stampa tedesca . i; naturale. t marxista. S prussiano. b soci al -democratico. Carlo Marx, n e l 1870, faceva voti per lo schiaccia• m ento d ella Francia e gli pareva che i fra ncesi non fossero stati « bastonati » abbastanza. Nulla di più naturale che i suoi discepoli ostentino