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SEGNALAZIONE
La Casa edi trice (orticelli di Milano ha p ubblicato un libro, Tappe d ella dùfaJta, doVuto alla penna dell'ex-tenente austriaco d i artig lieri a Fritz Weber, libro che si legge con appassionante interesse n un po' di storia delJa nostra g uerra vista dall'altra parte; è, inoltre, il riconoscimento p ieno ed esplicito ' del valore italiano, dell'ero ismo dei soldat i italiani, fatto d a un ex-nemico che ha vissuto sul serio b guerra e la racconta così come è s tata. t dapprima la narrazione dell' in ferno carsico. Le prime quattro sanguinose battaglie passano, col loro corteo di mort i e dì feriti e di d ispersi, nelle pagine del l ibro. Attacch i, cont.roattacchi, co rpo-a-corpo fl;lri bon<l i attorno a una delle q uote rimaste indelebili nella memoria dei supe rstiti. Ecco un riconosd mento del coraggio e della dignit:ì d egli ufficiali ita liani a pag ina 131.
« Attraverso i camminamenti vengono condotti i prigionicri italiani, laceri, s,ngùinanti, sporchi di teru. Si distinguono dai nostri per il solo fatto di non a\l'e're il fucile. Giovani soldati, piccoli di statura, ma ben piantati Gli ufficiali sono silenziosi, tristi, amareggiati. Mentre i soldati salutano altri gruppi di compatriotti prigionieri, essi guard.ino davanti a loro, con una ~spr essione cupa Lo spirito militare che li anima è identico al nostro. Non ho mai , &foto un ufficiale italiano che sia mai venuto meno alla sua dignità. Essi erano e sono tutti degli avversa ri asso lutamente cavall"eres<hi, valorosi, implacabili ».
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Le s peranze e le delusioni della Stra/e Expedition occupano molte pag ine del l ibro, così come il racconto delle g io rnat e dell'ottobre 19 17. G li austriaci credettero di avere o rma i 1a vitto ria nel pugno. Mancava l'ultima martellata, che doveva essere inferta nel giugno d el 19 18, ma il cO!po fam, nella man iera più irrepa rabi le. Il Weber, dopo averci narrato tutte le fasi dcJ la battaglia, così fi ssa la portata decis iva d ell'evento ( pagi n1 240):
« Jntui:irno tutti che l'Austria-Un_ghe'ria ha combattuto la sua ult ima batta1.dia. I cinque g iorni lii lotta ci sono costati duecentomila uomini tra mo rti e feriti e una quanti tà. giganl~C/1 di ma teriale bellico. Davanti a noi sta ora un avversa rio al q uale questa vittoria restituisce la fiducia in se stesso; alle nostre spalle una patria Jissanguat3, povr:ra, e oramai presaga del suo d e,stino. A un grande esercito, che per quatt ro lunghi anni aveva combattuto ralorOJamenu, è itat"a 1pezzalc1, "m q11e1 t a hc1ttc1glic1, la ipina d o rJttle ». '
Quattro mesi dopo è la catastrofe . 11 Weber la descrive giorno per giorno, in h 1tta la sua te rribile impone nza, in tutto il suo tota le sfacelo. Tra il 24 e il 3 1 ottobre infuria la battag lia, ma, fi accate le estreme resi-. stenze, l'esercito austriaco si sbanda in u na r itirata sempre- più p reci pi - tosa, che assume gli aspetti· d i una fuga disordinata, con incredibili episodi di panico collettivo, che provocano battaglie fra soldati e soldat i austriaci.
« Alle spalle incalza l'italiano bramoso di bottino e di prigio.nieri. Gli sbra-p11els scoppiano sulle file d ei fuggitivi, li abbattono a decine; le s ue granate battono gli incrod :stradali e i villaggi; i suoi aeroplani scaricano mitrag li:i.trici f: lanciano bombe. Un-a dhfaffi, come q ffei l'1 n on Ii era a11cora 1ù1.t 11rlln 1/ori<t dr/ mondo ». (Pagina 311).
Nella letteratura di guerra e in genere militare, letteratura che interessa sempre più profondamente le giovani generaiioni italiane, questo libro del W eber ha il valore di una documentazione e di una testimonianza. Dopo i libri oramai noti' e si pot~ebbe dire classici dell'Arciduca Giuseppe, esalt~nti l'eroismo dei soldati italiani, i rico noscinicnti d egli ex-nem ici si fa nno sempre più numerosi col cadere delle passioni suscitate dalJa g uerra. I soldati dell'una e dell 'altra trincea si batte rono con coraggio e con onore. La vjttoria italiana fu conquistata piegan do soldati di g rande razza e d i g randi tradizioni, come i magiari e j tedeschi dell'Austria.
Libri come quello del Weber suscitano un senso di legittima fierezza nei combattenti di ieri e in quelli di domani.
D a li Pop olo d' Italia, N 6 , 6 genn:tio 19 3'5, XII ( w 1).
ALLA PRIMA RIUNIONE DELLA CORPORAZIONE DELLA ZOOTECNIA E DELLA PESCA*
Il miglior modo di inaugurare la vita effettiva delle corporazioni è quello di mettersi immedi atamente al lavoro, cioè di procedere subito alla discussio ne degli argomenti post i. all'ordine d el g io rn o. 0
:) .A Roma, a palaizo Venezia, la mattina del 6 gennaio 193 5, M usso lin i aveva avuto un secondo collequio con il ministro lavai (327). Alla sera, nella sede delJ' ambascia1a d i Francia s ica a palazzo f arnese, d urante un ricevimento, Mussolini e Lavai si f:rano apP3r1:lti (>('r un altro colloquio, al termine d el q ual e avevano ragg iunto l'accordo (}28) Il pomerigg io del 7 gennaio, a palazzo Venezia, il capo del Governo presiede la p rima riunione della corporazio ne della zoot«nia e della pesca. Jn tale occasione, a ll'inizio , della sedut:t, fa le J ichiarnioni qui riportate: (Da // Po /10/ 0 d' l t11Ii11, N. 7, 8 gennaio 193), XXII)
• • « D o po di chf:, [Musso lini ] ha riassunto i termini del primo argomento · iscritto all'ordine de l g io rno: La di/t I<t dti / o rm<tggi tipici t la Jjl(iplin<t dri , onwr..i 1:o/on1ari ed ha d ato fa parola ai c~merati Martignoni, G iordani Ferrari ,
L'ANNO CRUCIALE*
- Sono lieto di fare alcune dichiarazioni ai rappresentanti della stampa francese, che sono venuti in file serrate a Roma per seguire da vicino l'avvenimento importante che vi si è svolto in q uesti ultimi giorni Desidero anche ,ingraziarvi per quello che voi avete fatto nell' intento di creare anticipatamente un'atmosfera favorevole al riavvicinamento franco-itali ano, che oggi si è pienamente realizzato, e per quello che farete nell'avvenire a questo proposito allo scopo di rendere ancora più fecondi gl i accordi che abbiamo testé firmato il signor Lavai ed io.
C'erano fra noi due categorie di. question i: la prima era quella delle questioni propriamente fni.nco-italiane; la seconda .concerneva le questioni d'ordine generale, cioè europeo e perciò stesso mondiale. Noi ci siamo detti, da De Jouvcnel che ha l' incontestabile merito di essere stato il coraggioso iniziatore di questa politica, .fino a Dc Chambrun che l'ha continuata con molta costanza e finezza, che occorreva cercare la soluzion~ dei due gruppi di probJemi; e ciò per cagioni di chiara evidenza. Non ci sarebbe stato un accordo sostan2iale, vale a dire durevole, se lo si fosse realizzato sulle questioni generali, lasciando irrisolute Je questioni franco-italian e che si trascinavano dalla fine della guerra. Sarebbe stato d'altra parte insufficentc risolvere queste ultime questioni, se nelle questioni d'ordine generale il disaccordo fosse cont inuato. Si sa1ebbe fatto un mediocre lavoro
De Roberto, Ccci, Ghigi, Vezzani, Ardigò, Bozzi e Latini. · li Duce ha quindi ceduto la p residenza al vicepresidente, on. Razza, il quale ha riassunto la d iscussione riservandosi di presentare" una mozione. Si è passati poi all'esame del secondo e dell'ottavo argomento iscritti ali' ordine del giorno, che per connessione di materia vengono abbinati : LA diuiplina della produzione e, dello smucio d el l11tte 11/inuntare indu1triale e i provvedimenti per aumentarrJt il ,om11mo; La p rodu:zirme zoo11:,ni(a naziom:t!e e la dùdpli,ia della importazione 111/le cami Su di essi hanno pr~o la parola i camerati Moretti , Durìni e Ferrari. Mentre parlava il dottor Ferrari è rientrato il Duce, accompagnato dal miflistro degli Esteri francese, signor l:ival, ed è stato ammesso nelkt sala grande numero di giornalisti fra ncesi che sono in questi g iorni a Roma. Il Duce ha ill ustrato le ragioni della seduta che si svolgeva; la composizione e le funzioni della corpora.zione della zootecnia e dell a pesca e delle corporazioni in genera le; la composizione orsa· nica di qu~ te corporazioni nel sistema degli istituti corporativi; i principt in ordine ai quali tutti gli organi corporativi sono costituiti e vivono. I giornalisti f rancesi hanno accolto le dichiarazioni del D uce con una manifl"Stazione dì viva simpatia e i membri d elle corporà.zioni, dopo un' entusiastica d imostrazione al Duce, hanno continuato i loro lavori. Dopo il discorso del dotcor Ferrati, i l vicepresidente della corporazione ha tolto la seduta, rinviando la p rosecuzione dei lavori a domattina alle ore 9 nella sala delle riunioni corporative al ministero delle Corporazioni». (Da I/ Popola d'Italia, N. 8, 9 gennaio 193.5, XXII).
• A Roma, a palazzo Venezia, la sera del 7 gennaio 1935, Mussolini e Lavai hanno un ultimo colloquio, al termine del qull!e procedono alla firma deg li ·accordi italo-francesi ( 328, 329, 331). « Dopo la Cerimonia della fi rma, una foltissima rappresentanza <lella stampa italiana e francese è stata introdotta nella sala J el Mappam~ndo. La magnifica sala, nell:i quale uno storico atto si è compiuto per l'amiciiia d i due nazioni e nell'interesse deJla pace europea, era sfolgorante di luce. Mussolini, rivolgendosi ai giornalisti francesi », fa le dichiarazioni qui riportate. (Da Ii Popolo d'Italia, N. 7, 8 gennaio 193.5, XXU).
Noi_ ci siamo messi a l nostro compito· con la volontà determinata di g iungere ad un accordo completo, sia sulle questioni d'ordine generale , sia su lle questioni franco-ita liane. Vi siamo giunti.
Ciò ha domandato un lavoro p re paratorio lungo e delicato, ma :/,SSO· lutamente necessario (che si è svolto dapprima per via diplomatica nor. male e che in seguito è stato pcifei ionato ne l corso delle com,ersaz ioni di Roma, anch'e!>Se lunghe e importanti), fra l ava! e m e, fra il s ig nor Léger e il sig nor De Saint Quentin e d i capi dei nostri u ffici, per giu nge1e a soluzi oni d efinitive e consacra rle in protocolli debitamente firmati. ll Javoro è stato dunque concreto e pratico e ha dato Ì risultati <les i<lerati e voluti.
Naturalmente l'accordo significa, come del resto ogni accordo, ' una transazione reciprocamente soddisfacente tra esigenze opposte perché la diplomazia dimostra la propria u tilità e la propria sagacità nella ricerca e nella rcali2za2ione, non nella frattura degli equilibrì necessari p er l'ami. cizia ·e Ja collaborazione dei popoli.
E passo al terreno che si chianu generale o europeo. A nche qui noi s iamo pervenuti a d eg li acco rdi fir mat i, n ei quali abbiamo fissato un atteggiam ento comune franco-italia no in eventualità p oss ibili. Ciò è im• portantissimo.
Io ·non credo necessarìo abba ndonarmi alla retor ica, che è molto lontana - d al mio temperamento, per sottolineare la portat:i. eccezio na le di questo accordo ch e stabilisce una lii1ca di azione comune fra d ue nazioni rnme -le nostre, Basta riflettere un istante.
Come ha detto il signor Lavai, g li accordi franco-itali ani d 'o rdine g e nerale non hanno alcuna punta di retta contro nessuno, ma sono fat t i nella e con la speranza che servano non a restringere, m a ad allarga re J'oriZzonte· della vita europea, a fa rci uscire dalla situazione pe n osa· in cui j popo li sono piombati da t roppo lu ngo tempo.
Il se-nso d ella dichi:uazione finale è ugualmente chi:uo. çi occorre ora alJontanare il pcrirnlo che de riva sempre da un · ott ìmismò esagerato Non b isogna credere che t u tto è fa tt o- e che nulla resta a fa re. No. Anche J'amicizia deve css.e re conti nuament e coltivata, per s incron izzarl a con lo sviluppo naturale dei popoli e dei loro interessi. L'amicizia non deve r imanere mummificata nei protocolli diplomatici, ma deve essere vivente neUa vita; e ciò è più facile t ra i nostri due paesi che sono segnati dall'impronta di una gloriosa civiltà comune e dalle g randi prove recenti.
Prima di linire desidero render e o magg io all' intelligenza chia ra ,·· allo spirito aperto e pratico ed al buon metodo di negoziatorè del signor Laval. Si discute volentieri con lui. Io oso credere che noi abbiamo anche personalmente simpatizzato perché c'è qualche cosa di comune nelle nostre giovinezze tormentate, perché abbiamo al nostro attivo delle esperienze politiche similari ed un'evoluzione che ci ha condotti dall 'universalismo necessariame_flte un po' utopista alle realtà naz io nali ind istrutt ibili e profonde. :e di qui che s i deve sempre part ire, ciò che non esclude fa ricerca,· soprattutto. in tempi htr~ati come quelli in cu i v iviamo, d i collaborazioni e d i solidari età più vaste.
L'anno cruciale comincia sotto i segn i propizi degli acco rdi francoitalianì. Lavor iamo ora con intelligenza e perseveranza perché ess i d iano ciò che il mondo attende,
ADAGIO, POETA!
Per quanto sia difficile cli rintracciarlo in Germani a, sta su l nostro tavolo il fcesch issimO volume di poesie del poeta tedesco Fede rico G iorgi o Junger (Widersh.nd-Verlag,. 1935, Berl ino). b una delle manifestazion i più recenti ddla lirica tedesca. Non ne far emo una recens ione. Non è nost ro compito. Ma c'è una poes ia, G11e1u, che ha richiamato la nostra attenzione, come mani festazione d ei sent imenti di questo poeta, sent imenti che il pubblico italiano deve conoscere. n la descrizione della battaglia dell'ottob re 1917
« Avete veJuto i vincitori insa nguìnati ? Esamti si piegavano s ulle ginocchia; ansanti dojio la. terribile corsa essi volsero i loro sguardi verso il mezzogiorno. M-a est-reiti britannici, schiere galliche, accorsero per i.lifcnJerti, Rom:1 ! »
No, illustre poeta: siete pregato di aggiornarvi e di non massacrare la storia più di quanto vi sia consentito anche dalle licenze poetiche .
Né parlate, in a ltra paite della vostra poesia, di Ci mbri ch e avrebbero terrorizzato Rcima, perché voi dovete sapere ch e Mario, romano, distrusse lettera lmente i Cimbri, tanto cbc s i fecero le siepi con le loro ossa!
M a il poeta parte in quarta e trae q uesto presagio sufficentemente ca tastrofico su Roma.
Guai a te, o Roma, percM verrà il giorno nel qua Il" un braccio adirato infrangeri la tua invecchiante perfidia, g uai a te, s arai sepoh2. n ella polvere. L'aquila teutonica porterà contro di te il fuoco, i tuoi antich i palazzi bruceranno nella notte come fiaccole. Il Vaticano, il Q uirinale precipiteranno; le loro colonne e i loro archi, segno di antichi trionfi, crolleranno tra le rovine fumanti » .
Prima che l'aquila teuton ica giu nga a portare il fuoco su Roma, dovrà passare molt'acqua sotto i· ponti della Sprea. Comunque è bene di conoscere queste leggiadre intenzioni.
Tuttavia ci piace ricordare al poeta che i tedeschi in Italia non sfuggirono mai durante i secoli a quest' alternativa: o assimilati, come gli Svevi nelle due Sicilie; o letteralmente sterminati, come avvenne coi Cimbri e col Barbarossa. Comunque, prima. di giungere a Roma, alla Roma del nuovo Littorio, l"aquila teutonica perderà le sue ali.
Bisogna - checché i superficiali pepsina in contrnrio - prendere sul serio, molto sul serio, i poeti.
Essi esprimono quanto cova di profondo e confuso nell 'ani ma dei lo ro popoli!
D a li Popolo d'ltalùr, N . 8, 9 l!ennaio 19 35, XH (ti• 10).
359" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI •
All'inizio della riunione del C onsiglio dei miniJJri, iJ tapo del G overno ha riferito SII talune q11e1lioni internazionali e mg/i ntcordi itttlofrrmteJi.
Tali ttffordi, dopo l'approvazione del Gran Comiglio, 1aram10 preu nlati allr1 Camera ed al Sena/o .
Indi, m proposta del capo del G ovemo, il Consiglio dei miniJJri h a approvato:
Uno J{hema di provvedimenlo che p one sollo 1111 alto comminario lt Colonie dell'Africa Orienlale, Eritrea e S0mt1lit1 italiana.
U110 uhema di provvedimel1/o co11cemenle l'a11/orizzazio11e all'/Jtillllo nazionale L.U.C.E. ad assumere e rilevare partecipazioni azionarie in aziende avenli per J{opo l'nercizio tinematog rafico. li prnvvedimen to è i11te10 a dare al/1Isti11110 l.U.C.E la po11ibili1à di agire nel campo econ omico e com ,uerdale della dn ematogl'afia (prodmione del film , noleggio e gestione delle sale cinemalografithe), r,e/ principale intento di p orfat'e la produzione cinematografictt nazionale ad un grado sempre · pilÌ allo di dignità arlùlicd; . renderla mezzo ejfi(ace di elevazione culturale, etica ed estetica del popolo, come ancora di propaganda in funzione d ei fini propri dello Stato,· e di o/fenere, al Jempo stesso, che e11a prod,,zio ne .ria umpre pùì larga fonte di ricchezza nazionale.
• T enuta si il I'.5 s enn:1io 193) ( ore 10·12.30) (D:t J/ Popolo d'l l alia, N. 14 , 16 gennaio 193', XXJJ).
U110 · 1chema di provvedimen/o concernenle la c0Jlil1,zione preuo ;t_ minùlero del/'AgricoJJtmJ e delle ForeJle d'tJn Comitato dei cereali. Il provvedimento è inteso a regolare l'approvvigionamento e la diJJ rib11zione dei cereali oaorre111i per completare il fabbisogno gmnario d el pneu E, a td/ fine, ffea l'orga110 ce11Jrale, che, Jenza JOJJiluini all'ttlli tii tà co mmerciale privata, det1e di.scipli11are, nei riguardi /emici, eco nomici e monelari, l'importazione granaria, affimhé ri.rponda alle e;igenze gen eftdi degli scambi e del co nmmo ,Mzio11ale.
Uno JChema di pro-vvedimenJo che pro roga p er tm p eriodo di anni due, a decorrere dal 3 nMggio· p . v., il te rmin e fissalo p er la JÙ/emazio ne, da parte delle mnministrazioni statali, para1Jatali1 n11la rchiche, d ella D irezione dei 1erviz1 di 1/atùtica e com ente ai f!lnzi onari sf o mili d ei pre• urifli titoli di Sl!ldio, ma che abbiano preslttl o servizio alme no pe,: cinqu e mmi preJJo gli 11/fici 1/atùtici delle acce1111aJe ammini.rtrazioni, di euere ammeui agli esami di abilitazione nelle discipline JtatiJtiche anche nelle seuioni di novembre degli anni 1935, XIV, e 1936, XV.
S11cceJ!Ìvame111e, Jtl proposta del capo del Goveruo, mi11iJtro deg li Aff,,ri EsJeri, sono Jlali approvati dal C011Jigli & dei miniJtri: li Comiglio dei mi11iJtri ha in .seguilo approvalo i verbali numero 27 e · 28 d ella comm i u i one mista per la delimitazione del co n fi n e iJa/o s11izze,-o
Uno schema di provvedimento per /'approvazione d egli ucco rdi i taloarulriaci di camllere economico-commercù,le 11ip11lati in R oma il 4 ge nnaio 1935, XIII .
Uno u hema di prò vvedimento per l'aumento d ei q111mtilaJi vi a11nuali di uva secca e di vini gem,ini d elle iJole i1t1/iane dell'Egeo tt mmn ri ,u/ R egn o in esenzio ne dai dazio d oganale.
Poi, il Co,uiglio dei miniJJri ha approvato, JII proposta del capo del Govemo, miniJlro dell'lntemo:
Uno JChema di prov11edim ento l egislativo concernenle la 1111o·wt d iJciplina. giuridica delle pro/euioni 1anitarie.
Il prov vedimento, ùpirandoJi ai criJerì che hanno già info rm ato il ri ordinamelll o d elle pro/enioni foremi, reca alcune m odificazio ni souanziali all'all11ale o rdi nmnenlo delle profeJJioni sanitarie, allo u op o di ren· derlo piri ad erenl e agli sviluppi au1mti dalle organizzazi oni sindacali. In parJicolare, l e linee euenziali del prov11edimenlo si concentrano nella: a) IOppreuione degli acrordi provinciali sanilari e atrrihuzione d elle funzioni inerenti alla cus!odia degli albi e alla dùciplina degli ùcrilli ai rùpeJtivi Direllor1 dei sindacali fasciJJi provinciali di categoria; b) ùtit11zione, p re110 i t mìniJJero dell'Interno, di una commiuiont cenlrale con funzioni giuriJdizionali, per decidere sulle imp11gi1ative ltV• verso i pro-v11edimenti d ei DirellorJ dei sindacati,· e) costiJf{ZÌone d ell'albo delle levatrici, con l'Obbligo dell'iscrizione nelJ'a/bo sJesso per l'esercizio della relaJiva profe1sio11e.
_ Uno schema di regolamento per la applicqzione delle disposizioni relative alla dhciplina degli impianti di radiulogia e radiumterapia.
Uno schema di decreto recanle modificazionì alla pianta organica del per1011ale sanitario degli l sJilnli fisiot erapici ospedalieri di Roma.
Uno schema di decreJo recante norme per l'applirazione dell'articolo 1 JJ de l test o unico delle leggi sanitarie.
Uno .uhema di regolamento per la applicttzione delle norme Vf?lte a dimin11ire le cause deJia malaria. lA lt1tela dei /avo raiori, dei coloni e della popolazione rnidenJe in z ona malarica, affermata con la l egge 22 giugno 1933, numero 8.51, vien~ ora disciplinala in ogni d eJfaglio. ParJiColarmenJe vengono determinali i compiti e i doveri degli Etrli t emili ad attendere alla profilassi ed alla assistenza sanitaria a11Jimalarica. Vengo no precisate le varie forme di provvidenza a beneficio dei la voratori e le modalità secondo le quali eue dev on,:; nsere p;estate, Veng ono date norme p,-ecise circa i mwvi la vori di risanamento del suolo nel/~ vicinanze d egli abitttti 11rbani e r11rali, e circa la profilaui antùmofelica della malaria. Infine si det erminano gli accerJamenli da eseguirsi nel caw abbia a verificarsi il doloroso evento di morte per malaria pemicioia. Il provvedimel1Jo mira ad assimrare la completa e pùì larga opera di d i festt anlimttlarica dei lavoraJori, cOndizione q11esltt essenzùde per la a//1uizione del grandioso programma di bonifica integrale d,,; territori pallldosi e d i quelli improd1111ivi, (+)
S11ccessiva1mn1e, sono stali approvati dal Comiglio d ei ministri, w proposta del capo del Govern o, m i nisJro d~ll'Aero11a11tica:
Uno schema di prov11edime11to concern ente l'as1im razio11e .oniro gli infortuni dBi giovcmi che freq11e11lano i corsi per il comeg11ime11to del brevel/o di pilota premilitàre, l gio vani che freqtfenfano i corsi per il comeg11ime11/o del breve/Jo di pilota premilitare, non Jrovandosi a11cora .sotto le armi, 11011 possono be11eficittre, in MIO di i11for/1111io1 delle pro1111idenze in vigore per i mi/ilari d ella regia Aero11a111ica, Dati i rischi tt mi si assoggetÙno ed anche per fav orire .sempre pùì l'afflusso ai corsi premilitttri di pilotaggio, .si provvede ad tmimrare i gìovm1i .stessi, a atrd ed tt spese del ministero deli'A ero11a1dird, contro gli i11fort11t1i d 1mmle le isJr11zioni di volo.
Uno schema di provvedimenlo che autorizza i/ ministero de/l'A ero· mmtica a p rolungare. la linea aerea commerciale Tripoli-B e11gaJi fino ad Alessandria, as111mendo alla propria dipendenu: l'esercizio d egli al· tua/i sert.1izì aerei coloniali. lA linea aerea Tripoli-Bengasi, fin dalla sua prima ùti111zio11e, iie,me comiderata come 1111 tronco destinalo ad inserini in quei servizì aerei intercontinentali che taluni paesi europei hanno già a1t11ato ed ai qua/; l' Italia avrebbe potuto dare un contrib1110 di allo valore, date le .condizioni favorevoli che presenJa la roJla del Nord Africa. Infalli, di recente 10110 stati compiuti accordi con i/ Covemo egiziano per il prolungamento della linea fino ad Alemmdria, COJÌ che i rapporti commercia/i e le attività ·di carattere turistico tra la noJtra piiì importalltc Colonia e l'Egiuo pot rmmo essere resi più intensi e pùì veloci, Uno schema di decreto rig11arda11te il trasferimento di personale civil e del minislero delr;lero11d11tica nei ruoli del minislero dei Lavori pubblici. In segflilo al co11cet1tramenlo nel minislero dei !Avori pubblici dei serviz1 rel11tivi all'eJecuzione di opere pubbliche per conto dello Stato, le competenze di q11el mi11iJtero 10110 notevolme111e aumentale in via p er111a11ente. E perciò neceJutrio che anche il ministero del/' Aero11a111ica, come ha11110 già f a/Jo a//ri miniJteri, provveda a cedere· 101a pt1rle del proprio penonale amminùlrativo, tecnico e d'ordine, affinché l'amminùtrazùme dei !Avori pubblici poua far fronte alle aumentale esigenze.
Uu Jchema di provvedime11to che approva una co,wenzione 1tip11la/a tra iJ ministero del/'Aero11a11tùa e la Compagnia nazion11le aeronautica per il tr11Jferimenlo in proprietà dello Stato dei beni coJlituenli l'aeroporto del Li1torio di Roma e per la concessione in mo alla Compagnia stesJa di p,11"1e dei beni acq11iJtati. L'acquiJto da parie d ello Stttlo dell'aeroporto del Li/Io rio è la Jol11zione logica della situazione che si era vemlla a cre11re in Jeg11ito 11lla cnsazione delle pùì importanti fo nti di lavoro che la Compagnia nazio,l(tle aeron,mlica npletava per conto del ministero del/'Aero11a11tic11. T aie 11cq11isto è stato effett111110 dopo ch e 111M · fommiJsione alt'11opo nominala dal capo del Govemo ha acce1"1ttlo la regolariJà della g estione e il notevole grado dì perfezione /emica raggi11nto sollo le direllive degli amministr11to ri. IJ grande iteroporto del Littorio, che passa coJÌ alla dipendenza del ministero· de/J'Aerona11tica, verrà ancora perfezio nato in. tutta la ma attrezzatura, perché poua rispondere sempre meglio alle esigenze del traffico aereo civile nazionale e in· ternazionale.
Su proposta, poi, del capo del Governo, ministro delle Corporazioni, il Comiglio dei mùtisJri ha approvato: .
Uno schema di provvedimento concemenle l'istit11zione di un p remio di prod11zio11e a f avo re ddle miniere di zinco.
Schema di regio decreJo per la protezione temporanea delle invenzioni i ;1d11striali, modelli e disegni di f abbrica relativi ad oggetti che figurer,mno alla dùùmettesima Fierd citmpionarùt triveneta di Padova
Schema di regio decreto per la prot ezione Jemporanea d el/e ill venzioni i nd11Jt ri a!i, modelli e d isegni d i f abbrica re/aJivi ad oggelli che fig11r~ra11no alla prima Mo11ra nazionale delle in venzioni in T'orino.
Schema di regi o decreto per la proiezione temp or1111ea delle i,wenzìoni induil1'iali, m odelli e diu gn i ·di f abbrica relativi ad oggefli che figureran no alla JeJta Erpo1izio11e Jrienna/e i nternazionale d elfe a,-ti decorati ve e indmti-iali moderne e delle Mchitetture moderne in M ì/a110.
Il Co miglio dei minùtri ha proceduto ali'esame del bilancio di previsi one per l ' esercizio fi11a11zia rio 1935-' 36. In base ad ,ma rigorosa rt:visioue di Jtttte le assegnazùm i , l'a111 montc1re degli sta11ziame11t i di parte e/Jelliva dei vari ministeri, è st ato così determinato: Finanze, lire 9.4 19 .036,387,57; Gù11Jizia, lire 449 .973.006; Affari EJteri, hre 196.9 76 .1 80,09; Col oni e, lire 482,346 .283, ) 7; Ed11cazioJ1e UdZÌonale, li re /,631,59) ,359,6.J; Intemo, lire 6 89, 068 .820; Lavori pubbli ri, liru 9 15.058.00.0; Comtmicazìoni, lire 6 3 4.366.793,8 ); G11erra, lire 2 .459 .259 946,88; Afarina, li re Ì .264 88 1.000; Auo,umtica, lire 839.605 .000; Agricoltùra e Foreste, lire 5 88.378.4 94 ; Corp orazioni, lire 74 .121.560,80 Total e, lire 19.645.666 .826, 39
In conjl' onto alle previsioni i nizi ai; dell' esercizio 193-4-'35 .ri hanno le seg11e 111i diffe renze (le previiioui per J'e1erci zio 1934-'35 1i rijeriscono alle pri me cifre dei vari dùaJ/eri, per l' esercizio 1935-'36 si riferi1co110 alle seconde cifre dei vari dica1teri, le di!Jel' enze in milion} 1i ri j e ri rcono alle terze ti/re dei vari dicasleri) : Fin.m ze, 10.187 e 9419 (di fferenza i n m euo 768 },' Gilotizia, 487 e 450 ( differenza i11 m eno 3 7 ) ,· Esteri, 201 e 19 7 (differenza i 11 meno -4 ); Co lonie, 448 e 482 ( dijfere,mt in pùì 34) ,· Ed11 cazio11e Jt(IZÌ011ale, 1757 e 1633 (differenza i n meno 124); I nt erno, 750 e 689 (differe nza in meno 6 1); Lavori p,, bblici, 1056 e 91 5 ( differenza in meno 14 1); Com rmicazioni, 642 e 634 ( d i jfn·t'11za i n men o B); GtJerra, 2521 e 2 459 ( di!Jermza i n meno 62) ,' Marina, 1185 - e 1265 (di!Jerenz,_1 /11 pirì 80 ) ; Atro11a11lica, 710 e 840 ( d i ffere11za in pùì 130 ),- A g r frollura e Forest e, 613 e 588 ( d ilfere11zr1 i n meno 25 ),' Corporazioni, 79 e 74 (differen za in meno 5 ). Tot ali per l'esercizio 1934 -1935, 20.63 6,' l oia/i per l'eu rcizio 1935-1 9 36 , 19.64); tot ali delle di ffel'enze 1 991.
L e e11trate effettive va/male in relazione all'cmdamen.to dei diversi cespit i Io no previste in milioni 17.988, co n un incremento di milioni 326, in confronto d ella previsione i11àùtle di milio11i 17.662 p er I' esercizio co rrente.
Il diuwanzo effettivo che, per /1a11110 i n corso , a/J'atto de/111 / orinazione d el bilancio di previJione, venne previst o in ,ni/io11ì, 2 .974, 1Ce11de per il 'flflOVo nercizio 1935 -1936 a m Uioni 1. 657.
It migliorame11to di milioni 1.317, oltre che dall'in cremenlo di tal1111e entrate, è determinalo dal beneficio della conversione dei comolidat i, ddlle diminuzioni d egli assegni al personale, e dalle rigoro;e economie introdolle in 11111e l e 1pese comprimibili, 1en1110 conto, d 'a/Jro lato, di maggiori assegnazioni richiwe dallo sviluppo di taluni 1ervizl, del cre1cù1to dùavanzo fe rro viario, degli interessi relativi alle nuove eminioni di debiti, e delle speciali esigenze della difesa nazionale e delle Colon;,.(+)
ALLA RIUNIONE DEL COMITATO CORPORATIVO CENTRALE*
li capo del Govem o fd precise dichial'azioni m/J'opporlfmità ch e. le amministrazioni p11bbliche 1i r;algrmo regolarmente dell'auività comulJiva e normdtiva della corporazione.
• Il 19 _gennaio 1935, alle 9.2), Mussolini parte « in volo da Centocelle, p i· lotando personalmmte il trimotore S.72, accompasnato dal generale Valle e dal proprio aiutante di volo, maggiore Biseo ». Alle 10.lj, alterca all'aeroporto di Capua, ove ispeziona la Scuola specialisti della regia Aeronautica e la Scuola di pilotaggio della regia Accademia. Indi si reca in auto alla sede di Caserta, assistendo al giuumenlo e a.I battesimo aereo degli allievi del corso Orione, r ivolgendo loro pa role d·incitamento, esortandoli ::i conservare e a consolidare il primato dell' ala itali,ana. Ultimata la cerimonia, visitava minutamente l'Istituto, la rC'ggìa di Ca.!erta e il parco. Intanto la popolazione, avuta notizia dell'arri vo del capo del Governo, si riversava sul piazzale antistante alla reggia, acclamando il Duce, che si è recalo, tra la folla entusiasta, alla casa del Fascio ». Dopo aver r i· volto al popolo casertano, dal terrazzo di detta casa, « la sua parola fascinatrice »,
Mussolini rientra all'Accadem ia, dove partecipa « al rancio degli allievi, i quali, al termine della mensa. hanno intonato, alla sua presenza, canzoni fasciste e aviatorie. Quindi faceva ritorno a Capua, da dove, nuovamente, spiccava il volo per Roma. Malgrado il fort e vento di tramontana e l'aria molto mossa, il Duce ha pilotato il prop1io appuecchio, atterrando rego larmente all'aeroporto di Centocelle alle 15.20 ». lo stesso 19 . gennaio, dalle 17 alle 18.30, a palazzo Venezia, presiede la ,riunione del Comitato corporativo centrale. (Questa riunione è la prima d el Comitato nella sua nuova composizione). In tale occasione, al termine di un'ampia esposizione del primo argomento iscritto all'ordine del g iomo (Comunirazioni 1ull'a11ivi1à delle rorp o, aziom) svolta dal sottoseg1etario Bruno Biagi, il Presidente del Consiglio fa le dichiarazioni qui riportate in ri assunto. (Da Il Po~olo d'Italia, N 18, 20 gennaio 1935, XXII) ,
ALLA RIUNI O N E DEL COMITATO CORPORATIVO CEN TRALE *
A pert a la sed11ta ( +), il D11ce f a alcune dichiarazioni J JJÌ problem i dùa usi n ella corporazione d ella z ootecnia e pnca, ( +) At /er~nine dei lavori della prima seISione del Comitato corporativo centrale nella sua nuova f o rmdzione, mette in rilievo l'i m po rtanza dei compili a/Jribuiti al Comitato steJJo e la resp om abilitli ch e ne deriva ai faJCiJ Ji che ne f anno parte in rappresentanza d el G overno, del ParJito, d elle rnrpo ra. zioni, delle Confederazioni e dell'Ente della Cooperazi on e. SoJ/olinea infi ne l'11tilità del la voro compiuto i n q11eJta g rande u ssionc, che segna l 'inizio dell',ù tività delle corp orazioni.
L'ACCORDO CULTURALE ITALO -AUSTRIACO••
Ecce llenza!
Cinque anni or sono, proprio in q uesti g iorni , fu firmato a Roma un patto di amicizia fra l'Italia e l'Austria. Fu quello il punto di partenza d i una successiva, sempre più importa nte serie di accordi politic i ed economici, n ei quali ebbe tanta pa rte il cancelliere Dollfuss e che culm inarono ne i protoco11i italo-austro-m ag iar i del marzo 1934. L'accordo J i o rdine culturale ch e abbiamo firmato è u n 'altra fase della politica com une, d iretta a intensificare in ogni cat'npo i rap porti tra i nostr i due paesi.
* A Roma, a pa )a~zo V ene~ia, il 22 c cn na io 1935 ( ore I7 1S 3,0), Mussolini presiede J~ riunione del Comitato corpor:it ivo centrale. In tale occasione, fa le d ichiaru:io ni q ui riportate in riassunto. ( Da Il Po pol a d'/1.:rlia, N . 20, 2} genniio 1935, XXII).
u li 7 gennaio 1935, i l genera le D e llooo, che era ancora ministro delle Colo~ie, era partito per l'Eritrea con i l mandato sp ecifico di prepare le opcnzìoni milita ri contro l'Etiopia. Quando era g iunto ;1 Mas~ua, era stato an nunciato che assu mt'va la carica di alto comrnisurio pf'l' l' Africa Orientale, mentre Mussolini assumeva p ersonalmente il mini stero de lle Colonie, Subito ~i era iniziata una assidua corrispondenza fra il capo dd G overno ed il g enerale, finora no ia soltanto in pa rte, intesa ll concretare la p reparazione belli ca e logistica in Afriéa Orientale li 29 gt'n naio, nella zona di U a l.Ual, si era verificato un nuovo incidente tra l'Ita lia e l'Etiopia (33 5). Il 2 febbraio, a lle 18 a Roma, a palazzo Venezia, viene 6rmato d a M ussolini e dal dot tor Peintt'r, segretari o d i Stat o austriaco per l'Istru· 2ione pubblic.1 , 1'11.ccordo culturale italo-austriaco , Jn tale occasione, a ll'indirizzo ·rivoltogli dal dottor Pernter, il Presidente de l Consiglio r isponde con le parole qu i r iportate. ( D a Il Popolo d'Italia, N . 30, 3 febbraio 1935, XX]I).
I rapporti di carattere politico ed economico sono importantissim i, ma anche quelli di ordine spirituale sono necessari p e r la mutua, intima Conoscenza dello spirito dei popoli, conoscenza che è la condizione pregiud iziale per una feco nda e pratica collaborazione in tutti i campi d el pensiero e dell'arte. Quelli che voi avete chiamato ì ponti dello spirito fra l'Italia e l'Austria esistettero già nel passato e hanno lasciato, come avete ricordato, incancellabili testimonianze nei monwnenti, nella poesia, nella musica. Si tratta di r icostruire <J.uesti ponti, adeguandoli alle necessità pi ù. còrnplesse deJ n05tro secolo.
Sono sicuro che g li istituti che abbiamo creato, e che f unzioncr.:mno secondo le norme de ll'accordo di oggi, non deluderanno la nostra aspettativa, ma serv iranno a sempre più cementare l'amicizi a fra i nostri due paesi, nell'interesse anche della cu ltura d egli altri popoli.
Il Problema D El Sangue
L'Agenzia d 0 ltalia ha in questi giorni diramato ai giornali una ser ie di rilievi relati vi al fenome110 del regresso deIIe nascite che t ravaglio. l'Italia.
Da essi rilievi il deficit dello. nostra bilancia demografi ca balza fu ori in tutta la sua evidente gravità :
« l 'Italia, al 1° dicembre 19 21, contava 38..1·19.000 aninlt' JJ tnso di incrc· mento e ra allora 9,6. Nel 1922 i l tasso di incremento era sa lito a 12,2, Dal 192} al 192S, le osci llazioni non sono state sensibili. Nel 1926 troviamo i nvcte che è sceso a 10,8, e nel 1931 a 9,8. Nd 1934 il tasso <li incremento accenna a risa lire e t occa il dieci. Quale è la de<luzione che di~cendc logicamenle Ja que;tC cifre ? Che la popolazione d ' Ita lia, la quale e ra, al 3I dil'cmbrc 1934, di 43.096.000 anime, sarebbe stata di 4 5.4 73.140 se il tasso Ji incremento si fosse mantenuto a 12,2 li che significa che in do<lici anni rltalia ha perduto 2.377. 140 figl i ».
Circa due mi lioni e mezzo di indi vidui non nat i nel corso di dodici ann i significano' un vuoto quattro vo lte maggiore di quello apportato nella compagine del nostro pop9Io dalla guerra 190·1918. La cifra è impressionante : oltre un milione di maschi, cioè dl futuri soldat i, d'efraudati alla patria. Un milione di soldati può decidere della vita di un:1 nazione.
Se poi s i pensi a lle ripercussioni che tale ammanco di energie vive· proietta n el campo dell'economia nazi onale, ci s i può rendere conto del durissimo danno che Ja nazione subisce di fronte alla richiesta sempre minore di beni. Non c'è industria, non c'è commercio che no n· siano lesi dal fenom eno. L'agr icoltura stessa n e fa le spese. Si parla, per èscm~ pio, in questi giorni, di un « p roblema del 1:itte », della necessità di riflb are il prezzo del latte, ecc., per non causare un restring imento della produzione lattifera. ·
Ma tale restringimento è logico! Chi lo beve il latte· se i bambini non nascono?
Il « problema del latte » iion è che un piccolo aspetto del « problema del sangue».
~no i giovani che« consumano» ogni genere di merci; i vecchi non consuma.no che se stessi.
Da li Popola d'Italù1, N. 33, 7 febbraio 193~, XXII (w J}.
AI MUTILATI*
li DNre, YÌ/lo lgendosi ai rongre1Jisti, ha pronundato 1m i mportante diS<OTJO, e ha, infin e, vivamenle efogiato i mutilati d'It alia per l'opera ,la ersi wolta dal 1917 a oggi, defmeudola d'importanza ; torica. (Le pa· role del Duce, 1peSJo interrotte da i,•ibr,mti acclamazioni, hanno provorato 1111a commovente manife1tazione di e11tm iarnw. Tutti i mutilati Ji sono ;trelli intorno a lui, gridandogli /<1 lo ro fede e la loro devozione).
LA MISSIONE «STORICA» DELL'AUSTRIA
Nel colTlun icato che fu diramato a chiusura del mio recente colloqu io a Roma con il canceJJierc della Re pub b lica . austri:ica, si faceva cenno a una mission e storica che l'A ust ria de ve compiere e per la quale è necessario che sia rispettata la sua ifldipende~za e 1a sua auto nomia. li cenno alla missione « storica » d eH' Austria fece una certa imp ressione, anche fra g li austriaci stessi , molti dei quali, dopo la catastrofe dell'impero,
* Dal 1° a l 3 febbrnio 193S, a coroll:irio degli accordi italo-francesi di Roma
J el 7 s~naio, aveva avuto luogo a Londra il convegno anglo-francese (33 2, 334) non credevano più alla possibilità di vita e di avvenire .del loro paese L'Austria ha dunque una missione storica da compiere? Anche se non è più la pa rte vitale e dirigente d i un impero, che a i suoi tempi migliori contava cinquantadue milioni di abitanti? L'Austr ia non giunge, oggi, ai sette milioni di abitant i, ma è una nazione, d al p unto di vista etnico, compatta, salvo il crogiolo viennese. D' altra parte un popolo p uò _ avere . una missione da compiere indipendentemente daJla vastità del suo territorio e dal nwnero dei suoi abitanti. Quando si parla di una mis. sione « storica » si vuole a lludere a una miss ione che si p rohmga nei secoli e con effetti di o rdine non soltanto inte rno, ma esterno. Ora in che cosa consiste la missione storica dell'Austria di oggi? Per r ispondere a questa domanda, bisogna cominciare dal premettere che l'Austria è un paese tedesco; certamente tedesco quanto la Prussia, il cui fondo è slavo duramente germanizzato. N essuno può contestare il ca rattere ted esco del1'Austria, ma gli aspetti e le espressioni, lo stesso modo di vita della germanicìtà austriaca sono molto diVe rsi dalla germanicità prussiana. Si tratta di due mond i i q~ali, durante i secoli scorsi, hanno g irato su orbite d jverse e spesso si sono scon trati sui campi di battagl ia. L' Austcia tedesca durante l'impero ha funzionato da fo rza mediatrice fra le otto o d ieci razze che lo componevano. H a fatto sentire la sua influenza, spec je attra· verso il g rande centro di Vienna, ma ha anche subito le i nfluenze degli slavi, dei magiari, d ei latini. Primo céimpito « storico» dcll' Austria è dunque quello di continuare sotto alt re forme, n ella nuova situazione che è cambiata dal punto di vista politico, ma non geografico, l'opera dei secoli scorsi: filtrare e riequilibrare la cultura tedesca, per renderla tol· lerabile e accetta al mondo danubiano e balcanico: T ogliere dalla « concezione )) tedesca tutto ciò che vi è di esclusivo, d i aspro, di rcpulsivo alle altre genti, questo può essere uno del cémpit i dello sp ir ito austriaco in tutte le su e manifestazioni, dalla politica a lla letteratura. Nello stesso tempo l'Austria può esser lo strumento piU. idoneo per i contatti fr a le n ascenti cult ure del bacino danub iano e il mon do germanico.
Tr:i. il S e 1'11 febbraio, erario state mobilitate le divisioni Gavhldria e Pelorit1111a, d estinate in Eritrea ed jn Somalia, ~d era sta ta ri<:hiamata la classe del 1911 (3 3'.5) Il 12 febbraio, a Roma, a pala:.::.:o V enezia, Mussolini riceve i partecipanti a l nono congr(:'SSO ddl'Associa2ione dei mutilati Il deputato Carlo Ddcroix r ivolge al Presidente del Consiglio un b reve indirizzo, ini:iiandolo nei termini segu enti: < ( Duce! D opo aver rapidamente e felicemente concluso le: nostre d iscussioni, siamo venuti da voi per attingere nuova forza e n uova fede! ». Indi Mussolini pronuncia k parole· qui riportate in r iassunto. ( Da li Popolo d' Italia, N. 38, B rebbraio 193S, XXII). .
La seconda m issione storica dell'Austri a scaturisce dalla tra<lizionale e tenace cattolicità del suo popolo. Chi dice austr iaco, dice cattolico, m a un cattolico serio, òsserva nte, profondamente devoto alla Chiesa cattoliça apostolica romana. Il cattolicismo dei tempi dell' impero ci appare al.. quanto formalistico. e legato alle necessità della politica; il cattolicismo austriaco del dopoguerra è sentito come una fede che h a le sue r adici nell'anima austriaca. r grandi cancelieri-della Repubblica Seipel e Dollfuss erano cattolici; il p rimo, anzi, era un monsig nore . l'attua le cancelliere Schuschn igg è cattolico strettamente osservante e non fa mistero delle sue convin zioni: ciò g li torna a onore e .denota il suo forte carattere. Vista da Roma e da l p unto d i v ista religioso, l'Austria ci appare come un grande campo trincerato ·del cattolicismo nel bacino danubiano. Ai margini di questo campo t rincerato p reme l'ortodossia slava e la riforma gennanica. Difendendo le posizioni estreme del cattolicismo in quel settore europeo, l'Ausfria difende quind ici secoli d ella sua storia, la sua tradizione, la sua stessa ragione di vita, quella che nel 1633 la fece baluardo di tùtta la cattolicità europea contro l'invasione minacciosa della mezzaluna. I c6mpiti storici dell'Austria sono quindi due; conservare i valori di una cultura germanica, umanizza~a dai contatti con la cultura soprattuttto latina, e tenere duro come sentinella avanzata della cattolicità nel nord· est e centro di Europa. Con questi c6mpit i l'Austria riafferma la sua individualità, dà un senso e uno scopo alla vita -della sua ColJcttività nazionale, rende un grande servizio a lla civiltà europea. L'Austria nei suoi elementi , migliori è consapevole di ciò; tale sentimento sta diven· tando patrimonio di vaste m asse del popolo; il postulato ddr indipen ; denza acquista un valore ed un significato supremo in vista di q uesta situazione di carattere storico.
Malgrado la comunanza di lingua, l'Austria h a sempre avuto una letteratura, un'arte, una musica autonoma. C'è uno spi rito austriaco che s i è sviluppato in forme non germaniche, ma austriache. Queste forme hanno sentito, soprattutto, l'influsso della cultura dell"occidcntc latino rappresentato dall' Italia. I rapporti rulturali austro-italiani sono secolari. La rinascenza letteraria · si in izia· in Austria con Giovanni di Neumarkt, che tradusse il Petrarca ; il '600 e il '700 si possono definire i sc:col i d 'oro dell'influsso italiano: italiani erano i poeti di Corte, come Apostolo Zeno e Metastasio. La lingua italiana era universalmente conosciuta: musicisti di fama universale come Mozart e Gluck ebbero librettisti italiani. ·
Alla d irezione della Cappella vien nese furon. maestri it:i.liani com~ Giovanni Castiletti. Nel scc9lo XVJ fu ventilato il progetto di far ven ire . a Vienri.a il Palestrina. Vi troviamo compositori e scenografi italiani. Lo stile vene:z iano vi acquistò part icolare· fisionomia e quello napoletano vi fu rappresentato da NJcolò Porpora. Padre ~artini aveva esercitato noteVole influsso su Mozart ed è glOfia di Antonio Salieri avere inse· gnato composizione vocale a Schubert e Beethoven.
Tutta l'architettura monumentale austriaca del '600 e del '700 è di ispirazione e costruzione italiana. Le cronache delle Enciclopedie ci dicono che il comasco Santino Solari diresse tra il 1612 e il 1646 tutta J'edilizia di Salisburgo. Schiere di artigiani dell'Italia settentrionale v i immigrarono con le famiglie e f urono g li organi di un largo movimento artistico che creò innumerevoli opere, tra cui emergono a Vienna la chiesa dei G esuiti, q uella ·dei Domenicani, queJla dei N eummgelschiJren; a Innsbruck, pure la chiesa dei Gesuiti; a Salisburgo, il Duomo e la
Kajetanerkirche, Ricòrderò ancora i conventi di Schlierbach, Kremsmiinster, Klostermenburg, Wilten; il braccio leopoldino della Hofburg, il Theresian11m del Burnacini, il castello del conte Abensberg-Traun, i l palazzo Lobkowitz, la colonna della Trinità sul G raben a Vienna. Domenico Martinelli di Lucca fu tra i dirigenti la successiva architettura impe· rìale (palazzo Ha.crack, -palazzi Liechtenstein); Lorenzo Mattielli di Vicenza popolò di statue il giardino degli Schwarzenberg, ecc.; il veneziano Giovanni Giuliani fu maestro ·del Donner, principale scultore barocco austriaco; padre Andrea Pozzo ispirò i pittori dei grandi affresch i per pareti e soffitti; Nicol a Pacassi terminò il castello di &hOnbrunn ; G regorio Guglielmi affrescò l'Accademia delle scienze.
Alfa. luce di questo passato è chiaro che la possibilit à di intensificare i rapporti rulturali. fra Italia e Austria e~iste e che esiste anche la possibilità. mediatrice dell 'Austria fra le varie cultl,lrc europee. è certamente un fatto importante per l'Austri!t la comunanza della lingua con la. Ger• mania, ma non (: meno importante la comunanza della religione con , l'Italia Vienna può guardare a l nord e al sud, a ll'occidente e all'oriente, che comìncìa, come si ,diceva una volta, dalla piazza di Santo Stefario. Io credo che col passare d egli anni, col rafforzarsi dello Stato, col miglioramento dell'economia, ognuno sì convincerà che l'Austria può esistere, può cioè esistere un secondo Stato tedesco in Europa, tedesco, ma padrone del suo destino.
MUSSOI.I NI
Da Il Popolo d' Italia, N. 3S, 13 febbraio 1935, XXII.
154' RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCJSMO •
Erano pre;enli S. E. D e V ecchi, S . E. Federzoni, S . E. Ciano, S. E . So/mi, S. E. Thaon di R evel, S E. R ou oni S. E." B11J]a-rini, S. E Teruzzi, /'on. Serena, /'on. Morigi, S. E Tringali, S. E. Volpi, /'on Muzzarini, !'on. CianeUi, /'on . Ange!i11i, S. E. D e Stefani, S, E. Rocco, S. E, Grandi, S, E. Bollai, J'on. Farinacci, /'on. Marine/li, Segretario, /'on . A chille Starace. Assenti girlSlificati: S. E. Balbo, S. E. De Bono, S. E. Mt1r coni
Il D11ce ha fallo 1m1ampia relazione J11l/a politica intemazionale, prospettando JJJÙi j probl emi rhe intereJJano particolarmente /'Itali.i.
Sulla relazione, che il Gran Consiglio ha arrolto ton viviuimi ap- pla,ui, hanno preso la paro/,;i R occ~, Federzon i, So/mi, Volpi, Farinacci, Teruzzi, Slarace, · De Vecchi.
• Tenutasi il 14 febbraio 193 5 (ore 22·1) (Da li Popolo tfllali«, N 40, 1S febbrai o 19}\ XXII).
Il Duce ha q_11indi i//111Jrato la portala ed i/·carattere dei 1egue11ti accordi, che il Gran Comiglio ha approvato: a) arcordi italo-franc esi, firmati a Roma il 7 genmdo 1935, anno XIII era f ascista; b) accordi italo-britannico-egiziani pel' la detenninazione d el confine fra l a Libia ed il Sudan anglo-egizùmo; c) · accordi del 1927, VI era faJciila, e del 1933, XII era fasciJta, p er la determinazione del confine fra la Somalia italiana e il Ken)'a,
155• RIUNJONE
DEL GRAN CONSJGLJO DEL FASCISMO*
Erano preunti S. E D e Veuhi, S. E. Federzoni, S. E. Ciano, S. E. So/mi, S. E. Thaon di Revel, S. E. RoJJoni, S. E. Bufjt.rini, S . E. T emzzi, / 'on S erena, l'on M origi, S. E T ringali, S. E. Volpi, /'o n. M 11zzarini, /'on. CianetJi, _l'on, A ngelini, S. E. D e Stefani, S. E. Roao, S. E. G randi, S . E. Bollai, l'on. farinacci, l ' on. M al'ine/i; , S egreta rio, /'on , Srarace.. A Jsenti gi1fJtificaJi: S. E. Balbo, S . E. De Bono , S. E. i\farconi.
Il D11ce ha fatto una breve relazione s11lla p olitica i nte rna.
li minisho delle Finanze ha ,;Je,;10 ml/a Jit11azione eco11omicofinanziaria.
li ugretario del Partito ha sv olio stJaessivamente la sua relazione 1t1//'allività del Partito e sulle 01'g,:mizzazioni che da euo dip endono S11i vari argomenti hanno preso la parola Rossoni, T emz zi, C~anelti e Muzzarini.
Il Gran Consiglio ha inoltre preso all o della dei;berazion~ e delle relazioni della Corte dei Conii .ml rendiconlo genert1/e dello Sta/() pn gli esercizi finanziari 1932-1933 e 1933 - 1934.
LA CONVENZJONE CULTURALE 1TALO-UNGHERESE**
Il D11ce ha rispo1to ringraziando il ministro per le J1le· parole e 1·ilevando come questa convenzione sia ,m nuovo elemento che si aggiunge agli alt ri di ordine politico e di ordine economico, i q11ali formano la baJe dell'amicizia che unisa il popolo italiano al popolo magiaro .
• T cnut:i.si il 1~ febbraio 1935 (ore 22·1.30). D:i. Il Po-polo d'/Jalitr, N. 41 , 16 febbraio 19n, XXII).
•• A Roma; a palazzo Venezia, la mattina del 15 febbra io 1935, Mussolini si era incontrato con B.i lint H 6man, mi nimo <lelJ'htruzione pubblica ~'Ung heria.
156' RIUNIONE DEL· GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano preunli S. E, Balbo, S. E. De Vecchi, S. E; Federzoni, S. E. Ciano, S. E. So/mi, S. E. Thamz di Revel, S, E. Ro11oni, S. E. B11ffa rini, S. E. Teruzzi, fon . Se rena, /1011. Morigi, S. E. Tringali, S. E. Volpi, /'on. M11zzarini, /' on . Cianetti, /'on, Angelini, S. E. De Stef,m i , S , E. Rocco, S. E. Grandi, S . E. Bottai1 l'on. Farinacci, l'on. Marine/li. Segre~ tario, l'on. Starace. Assenti giustificati: S. E. De Bono e S. E . .i\fdrco ni .
Il Duce ha .omunicato _ al Gran Consiglio, con daJi fornitigli ddl capo di Staio Maggiore d elle camicie nere, che oltre settantamila (ttmicie nere di t11Jte le provincie d'Italia banno, dal l" febbraio i n poi, d om andato di essere armo/ate nei reparti destinati ttll'Africa Orìentale.
Nello stes10 periodo d i t empo1 migliaia e m igliaia di domande di ex• coni battenti e til!adini 1ono gùm1i al ministero.
Il Gran Comiglio accoglie con u n applau10 questa r oTnunirazion e dommenJatrice d ello sia/o d'animo d elle anziane e delle 11110v e g errera· zioni italiane.
li Gran Consiglio ha dato favorevole voto al disegno di legge s1,lle a1trih11zioni del Comilflto corporativo ientrale.
511/la relazione presenta!r:t dal segretario del ParJilo hanno parlat o Buffarini, T eruzzi, Bollai, Farinacci, Federzoni1 Angelini1 Rononi, St arace .
Il D1,ce ha riasm nlo la discussione.
A condmione d ei lavo ri sono sldti approvati i seguenti ordini del giorno:
« li Gran Consiglio del faJcismo, dopo avere asco/Jala ed acclamata l'ampia e1po.1izio11e di politica eJtera f aJta dal Duce1 approva pienamente gli alll diplomatici pretmtati al Gran Con1iglio, che ri1olvo110 qMttio ni rnid11at e d alla guerra m o ndiale e p ongono 111 n11ov e amich evoli b asi i rapporti con la Francia
11 16 febbraio, alle 12, sempre a palazzo V enezia, il capo del Governo ed i l ministro H6man firmano la convenzione per gli scambi culturali fra l'Italia e l'Ungheria. In tale occasione, all'indirizzo rivoltogli dal ministro, il Pr~ident e del Consiglio risponde con le parole qui riportate in riassunto. (Da// Popolo d'I1ali11, Nn. 41, 42, 16, 17 febbraio 1935, XXII}.
* .A Roma, nel cortile d ell a caserma sede del pr imo reggimento granatieri, il 16 febbraio l9}5, alle 16, Mussolini passa in rivista ,due b ttaglioni di ca micie nere . in partenz:i. per l'Africa. Orientale. « II Duce ha parl.1to alle Nmicie nere, , le quali hanrio poi sfilato, in modo superbo, dinanzi a lui » . Lo stesSo 16 fef,. bra.io, dalle 22 alle 0,20, presiede la riunione del Gran Consiglio del fascismo della qua le è qui riportato il resoconto. (Da Il Popolo d'Italia, N 4 2, 17 febbraio 193', XXII)
<( Approva con entu1ia1mo i provvedimenti mi/ilari adotJ,:Ji in que1ti u/Jimi tempi per garantire la sicurezza e la pace delle nostre colonie dell 'Africa Orientale e quelli che Ji rendeJJerQ ulteriormente nèceuarJ per la Iut e/a dei nostri interes1i e per la Jranquillità d elle popolazioni indigene.
« Prende allo con profonda Joddirf'1zione che nel dima politico e morale creato da tredici anni di regime fascista le operazioni di richiamo · dei contingenti della dasu 1911 1i 10110 1volte, con ordine perfetto ed aHolula regolarità1 fra il consenso e la dùdplina 1empre più wmapevol e del popolo italiano.
« Manda il mo virile, camera/e1co sa/1110 ai reparti che .sono partiti ed a quelli che partiranno e rende 110/0 alla nazione che ttJtle le mi111re 1ono 1tate preJe perché il compleuo della forza militare conservi ed anzi accre1ca la propria elficenZII, in modo da fronteggiare q11a/Jia1i altra eventualità».
<( Il Gran Comiglio del faJcùmo, udita la relazion e ampia ed erau• ,iente del 1egre1ario del ParJiJo, dichiara che la ma multiforme at#vità e q_11ella dei suoi collaborato,ri centrali e periferici è stata al/1altezza della si llutzione e gli tributa un voto di plaui o ».
« li Gran Con1iglio del faICismo 1 sentita la relazione deJ iegrelario del Partito, prende alto della piena 10/idarietà e del profondo spirito di comprensione che anima tulle le categorie produttive inquadra/e nelle organizzazioni del regime in questa fa1e di realizzazione corporativa.
« Rileva, alla st regu a dei ri!llltati dei primi lavori delle corporazioni, la maturità politica e tecnica dei quadri e la esa/Ja imposJazione dei problemi rigtJardanJi le varie categorie nei confronti del 111periore intereue Unitario de/l'economia nazionale
« Conferma che i quallro fonddmentali dùcor1i del Duce pronunciali tra il 14 novembre Xll e J ' J 1 novembre Xlii hanno definitivamente eliminato le ideologie del liberaliJmo economico e po1fe l e bd!Ì dei nuovi o rdinamenJi legislalivi, che, affrontando la criii del JÙlema1 w iluppano lo Staio f ascista co rporativo».
« Il Gran Consiglio del faJCismo, preJo atto dei riiultati, molto Joddisfacent( ol-len11Ji con l'applicazione de//tt 1e1timana lavora/iv~ di qua· ranta ore, dal punto di villa del riasJorbimento d_ei diso ccupa1i, elogia le o rganizzaz ioni dei datori di lavoro e dd lavoratori per avere prontamente attuale le direJtive del Duce.
« Decide che, indipendentemente da accordi di ordine Ù1Jernazionale, tale orario di lavoro divenga permanente e sia, dovunq11e pouibi/e, ri· gorosamente applicalo.
« Stabilisce' che il pomeriggio del Jabalo dovrà eue-Ye dedicalo ali'edu· razione politica td all'ttddesJramento militare nelle organizzazioni del regime»
« li Gran Consiglio richiama gli organi compe!enli alla necessità di perfezionare il f1mzionamento degli uffici di co/locamen/o ed alla n e- , cessità; tanto nell' i11d1111r;a quanto nel/'agrico/J11ra1 di limitare a casi prerisamenJe definiti la fa coltà di scelta degli operai da par/e dei datori di lavoro» .
UN COLPO DI PICCONE *
Con qùesto colpo di piccone hanno ini:Zio i lavori d i demolizione per liberare l'area destinata alla Mole Littoria..
Verranno nelle prossime settimane. totalmente demolite la via dei Pozzi, via del T empio della P ace, via del Buoncons ig lio, vicolo del Buoncons ig lio, via del Pernicone. Verranno demolite i n parte la , ·ia del Colosseo e via Frangipane.
La Mole littoria si comporrà di due corpi di edifici: uno monumentale su11a via dell'Impero e dove avrà sede la Mostra permanente della rivoluzione fascista e l' altro su lla v ia Cavour per gli uffici del Partito.
Elemento di congiunzione una to rre, che dovrà esprimere nelle sue proporzioni la potenza del fascismo.
La Mole, che sorgerà fra quella dell'Altare delJa patria e quell a del Colosseo, dovrà essere degna di Roma, del luogo e dell'arch itettura italiana. Essa sarà inaugurata il 23 marzo 19 39, nel ventesimo annuale d ell a fondazione dei Fasci It aliani di Combattimento, diciassettesimo dell'era fasc ista. (Una calda, impetuoJa ovazione ha coronalo q11e1te parole e ;t preanmmcio d el/a grandiostt i\fole Littoria ha deJJala in 11,11; il pùì vivo em111iaJ1no). ·
L'OPERA COMPIUTA
DALLA COMM ISSIONE SUPREMA DI DIFESA**
Il Dttce ha preso atto deile dichiarazfoni del senatore Dallo/io e gli ha rivolto 11n vi vo elogio, che ha estew aì suoi collahoratori, nonch é al
• A Roma, su l tetto di palazzo Sereni sito in via O.vour 34, la mattina del 19 febbra io 1931, Mussolini inizia. i lavori dell'area di demoli2ione destinata al sorgere della Mole Littoria. In tale occasione, dopo aver vibrato vigorosamente una serie di colpi di piccone•, pronuncia il discorso qui riportato. (D a Il Pqpolo d' Italia, N . 44, 20 febbraio 193~, XXII).
•• A Roma, a palazzo Vcneiia, jJ pomeriggio del 20 febbraio I9n, Muss~ lini presiede la quinta cd ultima seduta della dodicesima sessione dt'lla Commìs· colonnello Spigo ed ai/a segreterià della CommiJJione suprema di difeJa. sione suprema di difcs:i.. « Erano presenti ì marescialli Badoglio e Balbo, le LL. EE. i sottosegretar1 Baistrocchi, Cavagnari, Valle, Ciano, Suvich, Buffarini, l,essona, Lan tini, S. E. T eruzzi, S. E. il senatore D allolio, i senatori Pariani e Pinna, l'ammirag lio Vannutdli. Segretario, il roJonnello Spigo. Il genera le O a llolio ha fatto una relazione sull'opera svolta dal Comitato per la mobilitazione civile d urante lo scorso anno ed ha riferito il programma di lavoro per l'anno prossimo ». Indi Musso lini pronuncia le parole qu i riportate in riassunto (Da Il Popolo d ' ltdlia, N . 45, 21 febbraio 1935, XXH}.
Infi ne, viene approvata la sc:g uente mozione :
« l::a Commissione suprema di difesa, al ter mine d ella dodicesima sessione dell'anno XIIJ, cioè nl concludersi d i un primo o rganico ciclo delle proprie attiv ità, ritiene necessario d i comunicare a lla nazio ne: di avere assolto il suo com pito, che cònsis te nell' apprestare, in temp o utile, i mezzi indispensn.bili perché un evffi tuale sforzo bellico si svolga in condizion i t.11i da conseg uire la vitto ria .
• Ana li zzate tutte le necessità, a lle quali, in critiche e d~isive ci rcostanze, dev'essere provveduto, sia con rifornimenti delle Forze Armate mobilitate, sia come meni di lavoro e Jj vita della nazio ne tutta, la Commissione suprema d i J ife52 è risalit a sistematicammte a tu tte le fonti originari e di risorse, o rg anizzandone e predisponendone il passaggio alle forme ultime d irette di impiego e di consumo.
"In particol.Ì[e, sono m inutamente previste· e preparate le produzioni e le lavorazioni dei manufatti singoli sulla specifica designazione, qualitaciv:i. e qu:i.ntitativa, formulata d:i.Jle autoricà milita ri e d ai ministeri competenti. Se nel comp lesso di una t:i.l e vasta prepa razione debbono farsi previsioni di riforni menti e scambi anche con !'e.ste ro, come è .sempre acnduto per tutti i popoli e p er t u tte le g uerre, è appunto dallo stud io compiuto che è decisamente smentita la frase fatta, troppo ripetuta, d ella nostra povertà di "mate rie p rime, che sarebbe staia tale da vincola re la nostra libertà d' iniziativa e d i d edsione in materia di p olitica esle ra"', .
« la r ealtà è che l'azione sv iluppata dal .regime durante tred ici anni ha liberata la nazione dalle p iù g ravi dì q ue lle che· si potevano chiamare " servitù d i g uerra
« Dal punto_ di vista alimentare, e cioè per il grano, .ri so, granturco ed a ltri cereali, il fabbisogno del tempo di guerra è pienamente 11ssicurato · da ll'agricoltu ra nazionale. C'~ ancora da provvedere alla defìcema di produzione per il consumo carneo.
Ne l campo dei. combustibili liqu id i, la Commissione suprema di difesa è indirizzata ad assicurare integralmente ne lle conti ngenze di guerra Ja nostra auton omia, utilizzando le risorse del nostro suolo, n el campo agricolo ed in quello minerario, attraverso quei procedimenti scientifici che ci daranno prossim:imente il ca, burante nazionale con materie prime n:i.ziona li.
« Nd campo affine del lubrificanti, l'olio di ricino, di o liva e quello asfaltico dispenseranno la nazione da ogni acquisto all'estero
«- Nel campo de lle produzioni minerarie e d i lavorazione che rig uarda no i m e-