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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
Il funzionamento agile di tali speciali congegni; in coordinamento con quello del Consiglio plenario , mette il ministro in cond izione ·di servirsi, tutte le volte che sia necessario, del Consiglio stesso, chiamando a collaborare in esso i più autorevoli conoscitori dei problemi.internazionali, con evidente utilità per quanto riguarda la preparazione degli affari. Larga, vasta, importantissima, è dUnq ue l'oper a che dal Consig l io si attende Rafforzandolo, facendone l'organismo fondame-ntale consultivo del ministero degli Esteri, io conto di servirmene pròficuamente e non poco nel mio arduo compito.
Eccelle nze! Signori!
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La riforma attuata ritorna largamente al passato. Trae dagli o rdi namenti d i Cavour, di Mancini, di .Crispi quanto apparve ut ile di conser· vare e joquad ra tali norròe in un ordinamento più larg o, più complesso e credo più vitale , mia intenzione che l'istituto ritorni al pas.Sato anche nella sua nobilissima tradizione di attivo lavoro e di alta autorità, fin da quando cioè mosse i · primi pass i sotto la sapiente g~ida del conte Clopis, che .fu fido, attivo e autorcVoJe collaboratore del conte di Ca. vour negli anni d efinitivi e conclusivi del Risorgimento italiano. con tali auspici e con tali intendimenti che io·dichiaro oggi insediato il ricostituito Consiglio del Contenzioso diplomatico e rivolgo ai suoi autorevolissimi componenti il mio deferente saluto * .
AI MUTILATI DI GUERRA DELL'URBE••
Non ho bisogno ·di dirvi che questo saluto mi giunge particolarmente gradito. Non ho che da ri petere quanto ho detto l'altro giorno a ll'Opera nazionale degli invalidi. Approvo _quello che ha detto jl vost ro rappresentante. C'è una po litica dalla quale non potete astenervi, ma c'è una politica che voi potète evitar~. La politica delle g randi l inee di ade- sione alla Patria, sJ; la politica nelle sue picco le miserie elettorali, no. Voi dovete evitare qllanto può abbassa rvi per un rispetto a voi stessi, alle vostre glorie ed alla nazione che avete difesa col sangue. Vi riconfermo tutta la mia. simpatia d i commilitone.
• « A S. E. Mussolini, ha risposlo il vicepresidente Scialoja, ricordando le nobili tradizioni d el Consiglio, lod ando la .riforma attuata ed esprimendo il ~ivo desiderio di tutti i colleghi di dare la più viva cooperazione pe r adempiere degnamente !"alta opera a cui sono stati chiamati. Ritiratosi il Presidente, il Consiglio h a iniziato imm ediatamente i lavori sotto Ja presidenza dell'on. SciaJoja » . (Da Il Popofo d'Italitt, N, 13, U gennaio 1924, X1).
• • A Roma, a p alazzo Chigi, la m attina del 15 gennaio 1924, Mussolini rice-ve una commissione della sezione romana d~i mutilati di guèrra, Al saluto rivol· tog li dal cavali er Guido Battag lini, presidente della sezione, il Presidente del Consig lio risponde con le parole qui riportate. (Da Il Popolo d' /14'ia, N . I4, 16 gennaio 1924, XI).
PER IL CONSIGLIO DI STATO*
Eccellenza e Onorevoli Signori!
Ho voluto portare Personalmente nella solennità- odierna la m ia parola, chè è di saluto augurale e di cònferma del profondo rispetto che il 'Governo tributa a questo alto consesso.
ti: ben noto quale immane lavoro il Governo ha dovuto compiere nell'anno trascorso per stabilire l'ordine e la disciplina sociale nell' interno, per cOstituire un ambiente di pace propizio allo svolgersi d elle attività produttrici e per sollevare il prestigio d ell' Italia all' estero.
Esso ha voluto che il ristabilimento appieno della autorità dello Stato fosse accompagnato da una revisione di tutti g li istituti amministrativi e giuridici, affinché quello spirito rinnovatore che aveva portato il fa. scismo al potere si trasfondesse in tutto l'ordinamento dello Stato, al quale si è cercato in un anno di dare un'organizzazione più che sia possibile corrispondente alla funzione che d eve compiere in questo pc· rìodo storico e alle reali necessità politiche e sociali del paese.
Accanto · alla vasta riforma fin anziaria, accanto all'opera di semplificazione d i tutti gli orga.nismi central i ed al nuovo ordinamento burocratico, accanto alla riforma della scuola, era quella giudiziaria e quell' altra r\on meno ampia ed importante dell'amministrazione generale dello Stato e d egli o rdi name nti d eg li enti autarchici, nelle quali il Governo ha portato unità di pensiero e di. metodo.
Questo eminente colleg io , che è comp letamento dell'organismo po· litico-ammin ist rativo dello Stato, non poteva non richiamare l'attenzione del Governo. Il Governo volle che il Consiglio di Stato fosse rinvigo rito e restituito all'integrità della sua originaria funzione di organo della consulenza giuridica, che sa nel mig lior mo do gar~ntire regolarità e ma· turità degli atti più gravi della pubblica amm inistrazione e coordinare, sotto principi comuni ed u nitari, g li ent i giuridici più importanti, che più da vicino interessano la vita del1o Stato.
• A Roma, a palazzo Spada, il 1) gennaio · 1924, alle 12, Mussolini presen zia la prima riunione del nuovo anno del Consiglio di Stato In tale occasione, dopo l'orazione inaugurale del senatore Raffaele P erla, presidente del Consig lio d i Stato, il President e del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popolo d' ll(llia, N. 14, 16 gennaio 1924, XI).
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Opera Omnia Di Benito Mussolini
Le riforme che il Governo ha avll.to l'onore di sottoporre all'augusta firma di Sua Maestà il re sono adeguate appunto a questi principi. Ma il Governo, cui è. preposta la ricostituzione di uno Stato forte e capace nell'organismo e pronto ed efficente nell'azio~e, non è rimasto insensibile al bisogno generalmente sentito di un riordinamento deJl'altra. elevatissima funzione del ConSiglio, che è quella della giustizia amministrativa.
Gravi erano i problemi che su questo argomento agitavano la dottrina e la giurisprudenza, dopo·che l'u na e l'altra riconobbero l'indole giurisdizionale alla nuova forma di giustizia nell'amministrazione, instaurata da Francesco Crispi e da Silvio Spaventa.
Si voleva un tribunale supfemo amministrat.ivo. Ma data l'indole speciale di giustizia che esso deve rende re non è p<>ssibile concepirlo come organo separato ed estraneo all 'ammin istrazione, senza menomare o indebolire Ja libertà e la res_ponSabilità del potere esecutivo. l a riforma testé deliberata risolve l'arduo pmblema unificando la competenza delle due sezioni giurisdizionali e formando di esse l'invocato tribunale supremo, che è lo .stesso Consiglio di Sta to in sede giurisdizionale.
Era anche grave il disagio nel quale si svolgeva la funzione di giustizia amministrativa per l'~ttrito prodotto dal concorso della giurisdizione amministrativa e di quella giudiziaria nella revisione, pur sotto diversi aspetti, dello stesso atto ammi nistrativo Quest'altro g rave problema la riforma l'ha cautamente risolto, rispettando i principi fond amentali dell'ordinamento giurisdizionale generale, ma introducendo in pari tempo queJle deroghe strettamente necessarie per dàre alla giurisdizione amministrativa quella pratica efficenza che le l eggi precedenti non interamente le consentivano, con risultato anche di semplificazione, di acceleramento e di economia dei giudizi.
II Governo nazionale fascista, con queste s·ostanziali riforme, ha cor· rispoSto a sentiti e reali bisogni pubblici, ma ha anche reso omaggio alla sapienza ed alla prudenza del supremo collegio amministrativo dello Stato, mai smentita dalla sua istituzione e dal quale si attende l'imma n ~ cabile ausìiiO del suo saggio consiglio nell'opera non meno grave che resta a compiere, relativa all'applicazione delle riforme deliberate, in vi· sta di una Italia meglio ordinata per svolgere ed affermare le sue grandi, inesauribili, giovani forze morali e materiali.
E con questi auspici che io formulo i migli9ri auguri per il vost ro lavoro, che sarà, ne sono certissimo, come quellO di tutti noi, ispirato dall'ardente amore per la nostra patria. (Il diJt()fJO del Pruidente è 1tato alla fh1e 1a/11tato da viviJJimi, ìn1htenti applausi).
ITALIA E AMERICA*
- Quale il rimltato çhe voi giudicale piit importante fra t1111i quelli ol/en111i dal fauismo? - çhiese J' intervistatrice. ·
- Il fascismo - rispose il Duce - ha dato all'Italia una nuova coscienza di lavoro, di ordine, di discipl ina.
- E çome avete ol/enuto questo? -
- Perché me lo domandate? Io so che lo spirito americano non ha troppo amore per i det~agli. L'America vede, infatti, nel fascismo, io temo, Ja camicia nera, il suo lato pittoresco e romantico; ma conosce poco del fuoco, dello spirito, d ell'entusiasmo che animano il nostro movimento. L'America è verso di noi come un grande bambino la cui immaginazione sia eccitata dalle manifesta.2:ioni esteriori e drammatiche del fascismo. .Del resto conosce, ho detto, troppo poco. E forse essà consapevole che l'Italia, oggi, lavora e produce? Che la disoccupaz ione è diminuita fin quasi al livello dei teJTlf>i normali? Che di milleseicento leggi approvate in un anno, la più' gran parte sono già in forza e operano mirabilmente ? Che noi abbiamo organizzato l'Esercito e la Marina in modo eh~ essi non sono più un fattore trascurabile quando si discutono gli affari e gli interessi dell'Italia? Forse un certo pacifismo americano potrà non adorare tutto questo, ma noi continu.iamo ad esserne egualmente fieri.
L'inJervÙtdtrice richiese in seguito :
- Che peniate dell'intervento dell'America negli a,jfari europei?
-Penso - rispou Muuolini - che l'America non può p iù considera re l'Oceano una insuperabile barriera come ai giorni di Cristoforo Col~bo. Il suo isolamento sarebbe gi ustificato se mesi e mesi d i viaggio ci separassero, ma noi siamo orma i cosl vicini che g ià si comincia a parlare con la voce wnana attraverso l'Ocea no.
- Quale credete che sarebbe il miglior metodo per t1n(j pdftecipazione americana agli affari europei?
- Io ho molta fiducia nel popolo americano come uno dei futuri condottieri della civiltà, ma questo non accadrà, forse, che fra molti anni. Al presente, l'America è, forse, troppo appesantita dal suo colossale sviluppo commerciale e meccanico. Essa sta raggiungendo l'apice del suo sviluppo e poi avrà tempo di rivolg ersi ad altro con la stessa sicurezza, spìrito di iniziati va e decisione con cui ha conquistato material,mente il mondo. Essa potrà, allora, sviluppare le arti e, forse, dare al mondo una delle più a lte espressioni che m ai Siano state prodotte.
• Da li P"p"fo d'Italia, N. 17, 19 gennaio 1924, XJ, è qui riportato il resoconto d i un"intervista concessa da Mussolini, « durante uno dei suoi U'Centi viaggi » , a Maria Fermolini, « u~a giornalista americana di origine italìU1a ».
81" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Al principio della uduld, il Presidente Jhhiara d i rimettere ad urialIra seduta del Consiglio, che ·sarà prossimamente ed opportunamente co11vocata, 1111a de-tldgliata relazione sugli ultimi avvenimenti della politicn e1tera italialla.
S11 pro-posta del Pre1idente del Comiglio-1 di concerta col ministro del/!Eamomia nazionale, il Comiglio delibera di 1ott oporre alla 1anzione sovrana la '10mina del uwatore Ferrero di Cambiano a miniJfrO' di Stato, in riconoscimenlo dei 1egmrl11tì servigi rni al paeu nella lunga ed operoJa vira. (+)
Su propo1ta del PreJiden/e del Co,uiglio, minhtro degli E1leri, 10110 p oi approvali alcuni provvedimenti riguardanti queJJ'ammini!Jr(ZZione, fra cui:
1. - J1til11zione preJJ{) iJ mhlùtero d egli Eileri di un 11fficio Jlorico. EJJo 1arà alla diretta dipendenza del seg1etario genetal e del miniJlet'o ed avrd le i-eguenti attti buzioni: racC()// a e compilazione d i maJeriale Jt01'ico ;opra questioni di politica estera di intereue pratico contempotaneo, a complemento ed i//111trazione Ji documenti 11fficia/i; raccolta, ontodia ed aggiornamento di cotlezioni cartografiche e studi geografici,· diario .rf.Orico del ministero.
2. - A11torizzazione per la permuta delt'immo.bile demaniale a W,uhi nglon con terreno adatto per l a costmzione di unr, nuov~ sede per quella regia ambaitiata.
3 , - N_orme per i concor.ri a comig!iet·e di legazione di seconda clasu ed a camole di uamda claue, Su propÒJ/a del PreJidente del Comiglio, minùlro 4egli Esteri, il Consiglio d elibera poi la nomina a delegatq italiano pre.iso il comiJaJo permanente dell 1]11ituf() internazionale di agricoltura deJJ'on 111arche1e Giorgiv Guglie/mini, e delibera che al delegd/() ,ùcenJe, ,enatore Pantaho1 -,he in que.rto ufficio ha acq11i.rtato delle g,·anJi benemeren ze ver.ro iJ paese, 1ia comervaJ() il tit olo di d.elegato- onorario- (-+)
• Tenutasi il 22 gennaio 1924 (ore 10-13. U). ( Da Il Pe po/o d'Italia, N. 20, 23 gennaio 19 24, XI).
s2• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
S11 prCtposta del Pre.1idente1 che aveva già ottenuto il preventivo a.1- . unso 1ovra11Ct, il Consiglio approva uno 1chema di decreto, per cui l'avvocaJo GiO'Vanni GiuriaJi, depu tato ai P.trlamento, è destinato ad imbarrani in mi.rsione Jpecia/e stdla regia nave « Italia »1 con incarico di ambascia!ore 1/raordinario del re presso i capi degli Stati che ·saranno vi.lirati nel corso deilà crociera n ell1 A mericd latina e per la durala d i"eua, Ferme restando le di.Jp_o1izioni del decreto 31 ottobre circa la no- nrina e le attribuzioni del commissario generale del Go verno, comandante Gre11et1 e dei commim1ri speciali1 spellerà al/!011, Gio vanni Gi11riati l'alta direzione de/111. crociera per il m igliore wolgimento- di essa. ( +)
LA MISSIONE DELLA STAMPA• •
Colleghi ! Signori J
Vi parlo non come capo del Governo ma come giornalista che h a vissuto tutta la gamma delle emozioni giornalistiche, che ha vissuto tutte quelle che si chiamano battaglie giornalistiche, che ha ·conosciuto la trep idazione di leggere attentamente nella piccola posta per sapere se ' l' articolo sarà o no pubblicato, che ha conosciuto anche ,il g rande orgoglio di sentire attorno a un giornale sostenersi le grandi e nobil i passioni _ di un intero popolo.
Ben fate a giustiziare certo professionalìsmo amorfo, ambiguo, senza spina dorsale, mortificato re dello spirito. l e idee non sono dei cappelli che si appendono nell'ant icamera. Non si può dire: io entro q ui e non ho più le mie idee. le idee so no la parte essenziale nella vita di un uomo e quel professionalismo che intendeva di annullarla} in realtà lo faceva per potere, con una specie di passaporto e di maschera, compiere, al riparo, un'azione di sabotaggio e di disgregazione.
Basta di questo professionalismo, che è indegno di uomini veramente liberi. Voi, che costituite un sindacato della stampa; farete bene a met-
• Tenutasi il 23 gennaio 1924 ( ore 10-13). (Da Il Popolo d'Italia, N. 2 1, 24 gennaio 1924, XI) u A Roma, fo Campidoglio, il 27 gennaio 1924, alle 11, Mussolini presenzia la seduta inaugurale del primo convegoo del sindacato nazionale della s tampa. In tale occasion e, dopo i discorsi del senatore Filippo Cremo nesi e dc:! deputato Rober to Forgcs D avanzati, presidente del comitato ordinatore del convegno, il Presidente del Consig lio pronund3 le parole qui · riportate (Da Il Popolo d'Italia, N. 25, 29 gennaio 1924, XI). ' tcre nel vostro sindacato quelli che sono i collaboratori pi~ diretti del giornale: gli operai tipografi . Cosl la famiglia è perfetta. iB bene ripetere che la cosiddetta libertà di stampa non è soltanto un d iritto, è uri dovere. _ l! bene ripetere che oggi una semplice notizia di giornale può essere apportatrice di d ann i incalcolabili alla nazione. Se si vuole, come si vuoJe, che il giornàlismo sia una missione, ebbene, ogni missione è accompagnata irrevocabilmente da un .senso altissimo di responsabiJità. Al di fuor i di qui non c'è la missione; c'è il mestiere!
I rapporti tra giornalisti ed operai sono stati sempre corretti, cordiali; bisogna renderli più fraterni, rendendo questi collaboratoci partecipi delte nostre battaglie e del nostro destino.
Certamente fra tutti quelli che si possono chiamare i prodigi della nostra civiltà, forse .troppo meccanica., il giornale tiene il primo posto. li giornale è in realtà lo specchio del mondo. Nel gioinale, come sopra una grande strada, passa tutto quello che accade nel vasto ·genere umano, dalla politica altissima al fattaccio di cronaca.
(Applausi prelungall).
Bisogna avere il coraggio, o signori, di fare giustizia di tutti i luoghi comuni coi_ quali si vorrebbe truffare la nostra rivoluzione, che _ è la. rivoluzione del fascismo e delle camicie nere. ·
Permettetemi, come collega, che io v i rechi il mio saluto cordialissimo insieme con l'augurio di buon lavoro e di . una attivit~ feconda di _ risultati; e permettetemi che, come capo" dd Governo, io accolga "l'alto auspicio testé elevato con mirabile parola d a un vecchio e provato combattitore per la causa nazionale. Sl, la g rande ftaJia che noi . abbiamo sognato sta sorgendo, e se la disciplin a· sarà ferma, se la passione sarà pura, J'Jtalia sarà sempre più grande! (Una viva, insi!tente OV(JZione saluta Id fir,e del discorso prnìdenzìal c).
1TALIA E JUGOSLAVIA *
Signor Presidente !
Le attestazioni di simpatia cordiale che il popolo italiano vi ha spontaneamente tributate durante il vostro viaggio dalla front iera a Roma, vi dimostrano più deUe mie parole quali sono in questo momento i sentimenti della mia nazione nei .confronti vostri e del vostro paese.
• A R~ma, a palazzo Venezia, la sera del 27 gennaio 1924, in occasione della firma degli accordi fra l'Italia e la Jugoslavi:i.. (v. Appendi ce-, D ocJtmentario), .Mussolini o ffre un pr:inzo 'in onore della missione jugoslava, Terminato il pranzo, il Presidente del Consiglio rivolge e Nikola Pdié, Presidente- del Consiglio jugoslavo, le parole qui ri portate. (Da li Popo/q d'ltalid, N. 25, 29 gennaio 1924, Xl)
O rigina le della Nota del/'« Agenzia V olta » J1,lle polemirhe di queJti giorni (15 aprile 1924)
Il viaggio che avete con ammirabile resistenza g iovanile intrapreso, il vostro omaggiO al Milite Ignoto italiano e soprattutto i patti che noi abbiamo qui in' Roma solennemente firma ti, h anno suscitato 1a più grande soddisfazione in t utta Italia,
I nostri accordi chiudono un periodo della storia tormentosa del dopogu erra e ne aprono u n altro. Una saggia valutazione degli interess i reciproci ci h a condotti a realizza re -un'intesa: che abbraccia tutte le relazioni fra i d ue p aes i e le rende feconde ai fini d ello sviluppo crt'SCcnte dei nostri popoli, la cui collaborazione, economica, politica, spirituale ·costJtuisce un elemento essenziale per la p ace europea.
Vogliate, signor Pres idente, gradire l'attestazione profonda della m ia peiso naie simpatia e p ermettere che io levi l'augurio per la sàlute del vostro sovrano e per la prosperità e l'avvenire della vostra patria*.
ALL' ASSEMBLEA DEL PARTIT O NAZIONALE FASCISTA••
Il discorso che io sto per pro nunziare dinanzi a voi può app arirv i piuttosto arido, poiché la materia che imprendo a trattare è quella ch e mi h a sempre scarsamen te interessato durante la mia vita politica. Agg iungo, a scanso di illusioni comiz iali, che non pronunzierò a ltri discorsi, d opo questo, nei prossimi due mesi , che io· segno già con nigro lapillo
• Il P1esidente del Consiglio Paiiè' rispond e n el modo seguente:
« Signor Presidente 1 o A Roma, nell:i sa la elci Concistoro di palazzo V enezi3, la sera del 28 g ennaio 1924, si tiene la prima grande assemblea fascis ta. Parlano, a nome d e l Governo, il ministro Giovanni Giu.riati, e, a nome del P.N.F., il senatore En rico Corradi~i. Jndi Mussolini _pronuncia il discorso qui riportato. ( Da l i Popolo d' Italia, N. 25, 29 gennaio 1924, XI). perché li considero fra i più mortificant i della mia vi ta. I bastato l'ann unzio e lettorale perché affiorasse alla superficie tutto quan to di più vanitoso e di più imbelle fermenta n egli spiriti. Non bisogna sopravalutare quella che si chiama la battaglia delle urne. Ma errerebbe chi volesse svalutarla. Li. lotta ch e comincia da. questa sera è squisitamen te politica. D eve essere quindi i ngaggiata con la. massima serietà, perché potrebbe avere, a seconda dello sviluppo degJi avvenimenti, conseguenze di grande portata. Bisogna accingersi a questa co'1'vée elettorale con disciplina e con senso d i responsabilità. Anche 1e corvées erano necessa rie prima, d urante e dopo le battaglie, quando o si pulivano i cammillamenti o s i rifornivano di muniz ioni le linee o si portavano le plance per i ricoveri o i re ticolati per le trincee.
« In questo solenne giorno nel q uale abbiamo concluso e fi rmato l"alleanza d i pace tra i nostri due popoli vicini, pe rmettetemi, o illustre uomo di Stato, di p resenta rvi i miei 1ingraziamenti e in pari tempo d i esprimervi la mia g ratit udine -per i l popolo italiano, che volle venire a salutarmi d urante il mio viaggio e ad esp1imenni i suoi voti pel successo della nostra missione Noi desideriamo che il trattato di amicizia e di pace che abbiamo concluso nella g loriosa ed et erna città di Roma rimanga un atto storico, che affermerà la p ace e l' amicizia p erpetua tra i nostri due p opoli e c he servir/i .àllo ·sviluppo dei loro rapporti commercia li e al riavvicinamento culturale, come pure al m antenimento della pace mond iale, ottenuta dopo tanti sacrifici comuni. Io levo il mio calice alla salute cd alla felicità di Sua Maestà jJ re Vittorio Eman ue le III, alla felicità e prosperità del popolo italiano e alla vostra f elicità personale, signor Presidente, e minente rappresentante del vostro popolo». (Da Il Popolo d'ltali4, N. 25, 29 gennaio 1924 , XI).
A quindici mesi di distanzi dalla marcia di Roma, noi dobbiamo esaminare la situaz ione del Pa rt ito, la situazione ·del Governo, la situazione d el paese : né mi s~mbra super~uo gettar anche uno sguardo s u quella che è la situazione europea. Ci sono, a proposito del P artito, alcune cose sulle quali intendo soffermarmi domani sera, in separata sede, in pi ù raccolta assemblea e presenti coloro che, come segretari provinciali, hanno la responsabilità m assima del buono o cattivo andamento dei F asci nelle loro provincie. Il travaglio del Partito dura nte ·tutto l'anno 1923 è stato formida bile. Oggi che 1a parola non suscita pill emozioni, si può dire ch e, sia p ure a scaglioni e sia pure in successione di tempi , tutto il Partito è stato sciolto e quindi ricomposto . Sintomatico e confor tante è il fatto ch e questo complesso travaglio d i t rasformazione non abbia diminuito l'efficenza p<,llitica del Partito, pur determinando degli alti e dei bassi neJle situazioni locali. Quello che s i potrebbe chiamare « intelligente selezione del Partito » non ha da to anco"ra. tu tti i suoi fru tti perché qua e là permangono crisi locali più o meno importanti : ma li darà. Ci sono però d ei luoghi comuni che d evono essere tolti immediatamente d alla nostra circolazione : Bisogna dire senza eufemismi che la mania d el purismo e d el dicia nnovismo, a base di vecch ie guard ie, di fascismo della prima · ora o d ella ventiquattresima, è semplicemente ridicola. ll veteranismo io un movimento che avrà solta nto fra due mesi, e cioè il 23 marzo 1924, appena cinque anni d i vita, pur avendo riempito io sl breve lasso di tempo tanta pa rte d ella storia d'[talia, e si })(?trebbe d ire del mondo, il veteranismo, dicevo, non ha alcuna g iustificàz.ione I fasc isti della prima ora erano letteralmente poche decine. Al cong resso di Firenze, che si tenne nell'ottobre dell'infausto 1919, i Fasci rappresentati di tutta Italia non arrivavano a quaranta ; nelle elezioni dello stesso anno, chi vi parla raccolse a Milano, tutto sommato, qtiattromila voti.
Bisogna afferma re una volt a p er t utt e che nel Pa rtito Fascista non ci sono precedenze stabilite in base alla semplice cronologia della tessera: l'avere da più, o meno. l ungo tempo militato nelle nostre 6.le può costituire un elemento dj distinzione e di gerarchia, ma non l'unico eJeme nto essenziale, specie se mancano tutti g li altri e cioè la discipJina, la probità d el costume, la devozione alla causa, il senso d ella responsabiJità Finiamola adunque con i fascisti deJla p rima e della ultima. ora: questo criterjo non può bastare e non basta nella p ratica dei casi a distinguere i mig liori dai peggiori. Così pure dev 'essere bandito il concetto del purismo fascista, del quale sarebbero ban ditori e portatori certi spiriti privileg iati, specie di asceti frigidi e incorrotti della politica. Certo pwitanesirno è altamente sospetto._ Non è la prima volta che accade, strapp ando la maschera, di trovare invece che il, volto dell'apostolo, la facc ia ambigua e sorniona del mistificatore.
Un altro punto sul quale conviene fermare il discorso è l'antitesi che·si vuole creare tra fascismo e mussolinismo. Io mi spieg o il feno· meno. ·ma d ich iaro che non lo accetto. Me lo spiego, dicevo, pensando che quest i mUSsoliniani si d iv idono in due cat egorie, una delle q uali, quella in mala fede, supera di gran lunga l'altra dei mussoliniani in buona f ede, In realtà il musso li n ismo dovrebbe essere per certa gente una specie di viatico e di passaporto per poter in un primo tempo combattere il fascismo cd in un secondo tempo combattere Musso lini, il quale, da persona discretamente dotata di esperienza politica, diffida di questi muSsoiiniani e dichiara che il p iù deciso degli antimussolin ian i è Mussolini. Certi dissidenti sono pregati di non abusare più o ltre d el . mio nome, Davanti a questa assemblea è altresì necessario di sfatare divers; leggende at torno alle quali si f antastica~ specialmente in provincia: la leggenda ad esempio de i reticolati che circonderebbero la mia persona per impedirmi ogni contatto con il mondo fascista in sp ecie , e con il mondo esterno in genere Questa favo la dei reticolat i è di unà stup idità desolante. Durante quindici mes i p osso dire ch e a palazzo Chigi è passata tutta Italia in quella che è 1a sua espressione politica ed amm inistrativa. ·Sono venute da-me commissioni a centinaia, migljaia d i rappresea tantì di tutti i ceti e di tutti i valori professionali della nazione. Mi va nto di non aver respinto nessuno, nemmeno_ quelli che venivanO a pad a(mi di cose assolutamente personali o ad espormi questioni d i una e vide nte futilità. -
Con quella dei reticolati, va smontata l'altra favola, che consiste nel dipingermi come un b uon dittatore, che sarebbe tuttavia circondato da cattivi ·consigli eri, dei quali subirei la m isteriosa e nefa sta ìofl ue11za. T utto ciò, prima ancora di essera fa ntastico, è idiota Una ormai lunga esperienza sta a dimostrare che io sono individuo assolutamente re frat· tario a pressioni di qualsiasi na tura. Le mie dc<:isioni maturano, spesso di notte, nella solitudine del mio spirito e nella solitud ine della mia vita scarsissimamente socievole. Que lJi che sarebbero i cattivi consiglieri del buon tiranno sono cinque o sei persone che vengono da mc tutte le mattine, al quotidiano rapporto, p er farmi conoscere tutto quanto succede in Italia, dopo di che se ne vanno. Questo rapporto, salvo casi ecc6:iona1i, non dura mai più di mezz'ora. Ad ogni modo devo d ichiarare che per questi che sono i colbboratori più diretti dell3: mia fatica quotidiana e che specialmente spartiscono ·con me il pane salato delia diretta responsabilità del Governo fascista, esprimo qui in. , •ostra presenza tutti i sensi della mia amicizia e della mia gratitudine.
In questi u ltimi tempi si è parlato ancora di illegalismo e di ritorno alla normalità assoluta. Bisogna avere il coraggio di d ire che l'illegalismo dj cui si parla, pur essendo ormai ridotto a propo-rzioni minuscole e sporadiche e pur dovendo i fascisti obbedire ai moniti del P a rtito p er finirlo, sarebbe definitivamente scomparso se non fosse provocato da certa oflposizione incosciente e. criminale, e se la cronaca non foss e troppo spesso costellata d a agguati e da uccision i in cui cadono ancora una volta militi fas cisti, come in q uesti giorni è avvenuto in Piemonte, in Toscana ed in Sardegna.
Quanto alla normalità, bisogna bene intenderci. Se la cosiddetta norm alità costituzionale deve, come seinbra, risolversi in una g igantesca truffa all'americana, ai danni del fascismo; se, insomma, la n ormalità volesse dire svirilizzare iL fascismo sino a farne quakhe cosa di incolore e di insapore, senza più rispondenza nell'animo delle nuove gencrazio~i. senza più capacità di ripercuss ioni nel mondo, dichiaro che questa nor· m a lità non è n ei miei gust i e non è nei miei scopi.
Se, per spiegarmi chi~ro, per normalità si intende lo scioglimento di qllella Milizia che non è di Partito, ma è n~ionale e ch e d eve ser vire a tenere a bada tutti colo ro che abbiamo risparmiato, d ichìaro fin da questo momento che non cadrò mai \'ittima di questo trucco d ella nor· malità, che non per nul!a è _avanzato dai signori della opposizione costituzionale, i q~ali devono essere considerati tra i più pericolosi e i più torbidi nemici del Governo e del Partito Fascista. Tanto più che tale richiesta di un. ritorno alla normalità si associa a lamentaziòni c he noi conosciamo: lamentazioni funera r ie per la libertà che sarebbe calpestata dalla mia bieca tirannia. Conosco molt i paesi dove queste lamentazioni per le libertà conculcate sarebbero pienamente giustificate. La ri voluzione f ascista non si inghirlanda con sacrifici di vittime umane~ non ha creato finora t ribunali speciali; non c'è stato crepitio di plotoni di esecuzione; non si è ese rcitato il t erro re; non si sono promulgate l eggi eccezionali. Cosl dovevasi fare, ma sarà forse per questo che deciòe e decine dì latitanti, i quali parevano scomparsi dalla Circolazione1 oggi rispuntano, sotto le specie più diverse, nelle riviste, nei giornali, nella diffamazione sotterranea, nella cong rega segreta, nella vociferazione clandestina cd anonima. Nessuna di quelle libe rtà che lo Statuto assicura ai cittadini è stata ma nomessa. Naturalmente il G overno si vale dei suoi poteri per prevenire e reprimere non le manifestazioni della libertà contemperata dalla disciplina, ma le espressioni di una licenza che il fascismo non può tollerare e che io non tollererò mai.
A coloro che vorrebbero che il fascismo si svirilizzasse e procedesse per la strada con le braccia ricolme di ramoscelli di ulivo, io metto sotto gli occhi la lista di tutte le aggressioni consumate in questo mese a d anno dei fascisti :
« 6 gennaio 1924, CaltaniJsetltJ. - A V i llarosa, duranJe una ·dimo;trazione contro i l commiJJario pref etti zio1 ve nnera esplo1i vari colpi di anna da fu oca contro i m iliti au or1i p'er prestare man fort e tti d u e ;oli carabinieri prnenJi.
.« 7 g ennaio 1924 , Tre viJo. - Nella frazùme Frangenira di G aiarine, un gmpp o di comuniJJi ttrma/i aggredì e p erco JU! per la pubblica via principale un demrione della M ilizia e poi cinque fascisti. Da am bo le parti vi furono feriti per colpi di rivo/Jella esplosi. Indi gli 1teui com 1miiti1 recatisi alla abitazion e di un alt,-o fasciJta1 lo percoJJero a sang11e1 prod11ce_ndogli contuiioni e f erite in tutto it c01·pa con prag nosi riJer vata.
« 11 gemtaia 1924, Pisa. - In A sciano, ignoti lanciarono contro la u de del Fa1cio fl.lM bo mba, che e;plose producendo rottura di v etri senza altre co'nseguenze
« 13 genn aio 1924, Spezia. - In Falcinel/e d i Sarzana, un 1ovver1i vo, per odia polit ico, sparò un colpo di rivoltella cont ro ,m faschta dicia.uett enne prod11ce11dogli g ravi l esioni al viso.
.« 14 g en naio· 1924, AleJJandria - In A ntignano d 'A st i, alcuni sconosciuti spararono colpi di rivoltella contra /'abitazion e di 11n f aschla che vi si trovava imieme ad alcuni compagni.
« 1.5 g em1ttio 1924, M odena - N eila l ocn/iJà CeJro di M on JeJe, alcun i Jocialisti, precedentemente i nvitati ad 11ICire da zm pubblico eiercizio p_er l' orario di chiusura1 ag gredirot1 o Ire faICiJti ferend o/i cor, coi-pi cont undenti e lanciarono mattoni contro l' ese-rcizio.
« 15 g ennaio 19241 Sondrio. - In Chi(lflenna1 durant e la notte, ignMi lordarono lo stemma d el Fascio ed affiisera ;JriJci e cont enent i in11ito all'a/lonJanament o di quel regio commissari (J, ·
« 15 gennaio 19241 M ilano. - 111 Leg nanoi alcu ni sovversivi Jpararono ,m colpo di rivoltella, ienza conseguenze, contro un grnppo d i faJCiJJi.
« 18 gennrtio 1924, A leuandria. - A Cisterna di Asti, dopo un comizio contro l'amministrazione com11nale, furon o aggrediti alcuni fascisti, dei qudi uno rimaie ferito da un calpo di rivoltella ed 1111 altro da arma da taglio.
« 20 geflnaio 1924, T<:>rinq, - Ad [n vern'o Pina1ca, alcuni fa.scisti ve nnero fa Jti 1egno da colpi di arma da fu oco da sovversivi appiaJtati, Rimase ucciso un faICista ed altri due gr4Vemenle feriti.
<<2 1 gennah> 1924, Lucca. - In Gragnano, alFuni f.asciJJi f urono f,1tti segno a due colpi di fucile da uno sconosciuto datosi ali~ fuga . Rimarero feriti due faJCisH,
«2i gennaio 1924, Roma - In località PonJe Coleinindo di Rieti, due militi della Milizia vennero fatti segno a quattrO' colpi d i arma da fu oco da un gr11ppo d.i sovversivi, che, identificati, fu rono arrestati.
« 25 -gennrtiO' 1924, Cagliari. - Sulla strada provinciale di Serrenti SamaJJi, è stato rinvenuto aJJaninato a pt,gnalaJe il fmcista S(tlvatore Tallort1, presMente della sezione m11tilati. li T a//oru pare sia 1tat<> 11uifo in pane, t rasportato sulla provinciale e quindi abbandonato .
« 26 gennaio 1924, Firenze. l i" segretario politico del Gal/uzzo, Alberto Olivotti, fu analito da due sconosciuti, colpito a pugni e f atto '-segno a colpi di rivoltella, che non lo ferirono. A Camaiore, il vicesegretario di quel Fascio ed a1se1sore comunale Raffaello Benedetti, mentre rincasava, veniva fatto ugno a revolverate da ignott che si da vano dia fuga.
« 26 gennaio- 1924, Lt1cca. - A Gragn@o-, i faJcisti Bianchi Orette e Bertucce/li, mentre rincasavano, venivano fatti ugno a colpi di rivoltelltt. li primo fu ferito ad 11nA guancia ed a un orecchio e l'altro al naso ed t11la mano destra».
Passo aUa seconda parte del mio discorso.
Quala..ino si è meravigliato come io non abbia chiesto la proroga dei pieni poteri sapendo che avrei p otuti averli con facilità, A ppunto per questo! Non è nel m io costume chiedere ciò ch e si può ottenere senza sforzo, né proroga re situazioni storiche una volta che siano stori· camente liquidate.
Se un anno di ese rcizio di pieni pot eri, durante il q ua le si tennero beo ottanta Consigli dei ministri, non mi avesse permesso d i port are a reaJtà le riforme che costituivano il bagaglio ·dottrinale del Partito Fascista, io avr ei chie'sto 1a pror oga dei p ieni poteri; ma sta dì fatto ch e dwante l'esercizio dei pieni pot.eri, il Governo fascista non ha perduto il suo tempo. Esso ha profondament e rinnovato tutta la compagine della nazione, ha profondamente riformato le istituzion i militari, ha sistemato gli ufficiali u sciti dall'Esercito, i combattenti venuti dalle t r in· cee, i mutilati e g li in valid i che n ell e trincee stesse avevano lasciato brandelli delle loro carni, 11 fascismo ha rinnovato radicalmente gli ord i. namenti dell'amministrazione civile, d elle ·scuole, della Giustizia, d elle Finanze, dei servizi pubblici, d egli Esteri, d ell 'Economia nazionale, ecc.
I risultati di questo enorme cumulo di riforme, ch e, in sintesi, costi· hliscono una rivoluzione grandiosa, si v edranno in tutta la loro plasticità fra qualche tempo. Ma già voi vedete ch e hl.tto il ritmo della vita italiana si è accelerato. La rag ione fondamentale, dunque, della rinunzia alla rich iesta di proroga dei pieni p ote ri, è nella constatazione che l'opera è bene avviata e che ormai non è più possibi le tornare indietro C'è qualche cosa in Italia che è morto e b en morto.
Va da sé c.hc rifiutandomi d i chied ere questa proroga, io non potevo più oltre prolungare la vita d ' una Camera la cui maggioranza era ostile a me ed al fascismo, di una Camera che veniva considerata corrie una specie di ultima trincea nella quale si e rano. nascosti t utti i nemici della nostra rivoluzione. Ci sono ancora in tutto il territor io dei centri di infezione, d egli uomini che credOno d i essere immutabili, d ei p iccoli gruppi di vespe ·che si mudono che io lì abbia diment icati. Di quando in qu3:ndo dà prova che anche i dettagli non sfuggono al mio controllo. Cosi era urg ente a mio avviso di buttar fuori dalla comoda trincea di Montecitorio tutti · quelli che v i si erano annidati. In secondo luogo dovevo dimostrare che il fascismo non temeva di rivolgersi direttamente al paese p er avere un'attestazione consensuale, q\lantunque la forza di cui gode il fascismo sia di per se stessa una espressione inequivocabile di consenso. Cosl avvenne, fra la sorpresa generale, che io ri· nunciassi ai pieni poteri., mentre avrei potuto tranquillamente ottenerli F in da quel g iorno considerai come ineluttabile lo scioglimento della Camera. Il fatto ch e a ITletà dicembre, scriVcndo al collega Carnazza, io abbia d etto che la cosa non e ra ancora decisa,' deve essere con siderato come un accorgimento tattico dovuto al desiderio d i non mette re anzi tempo in stato di eccitaz ione elettorale il paese, cons iderato che questo stato di eccitazione spesso si riduce ad una specie di masturbazione solitaria a base di ambizio ni d eluse" e di sed icenti ideali infranti
Non sono mancati in queste ultime settimane i soliti zelatori della costituzionalità, i quali si domandavano: « Il decreto di sciog limento verrà prima o dopo l'assemblea f ascista? ». Io ho dimostrato ancora una vo lta coi fatti che so scindere l'azione e la responsabilità di Partito dall'azione e daJla responsabilità di G overno. 11 fascismo ed il G overno sono tutt'uno. Ma le loro funzioni, e quindi le loro responsabilità, sono necessariamente diverse
Oggi davanti allo sciogli mento della Camera s i impone i l problema della nostr3. strategia elettorale. Prima di t utto diamo uno sguardo alla situa.iione dei part iti in Italia .
Al l'Estrema sinistra ci sono delle minoranze rwnorose e trascurabili. I diversi Partiti Socialisti, con l e inevitabili Joro frazioni e tendenze, non possono costituire una seria minaccia per noi ed un serio imped i· mento alla nostra vittoria. :E da augurare ad ogni modo che essi facciano blocco : che essi rinnovino ancora una volta sul terreno elettorale quella Allea nza del lavoro che il fascismo st roncò nell'agosto del 1922, ultiÌno tentativo sovversivo in g rande stile compiutosi in Italia a due anni d i distanza dalla occupazione delle fab briche; il che dimostra come non sia vero che il fascismo sia venuto a r eprimere il bolscevismo in ritardo e quindi senza gloria.
Esclusi i partiti di sinistra, che noi combatteremo col vecchio vigore delle camicie nere, resta no tutti gli a ltri partiti più o meno costituzionali Ebbene, a proposito di costoro, la pos izione politica del fascismo è stabilita da quanto ho il piacere d i Jeggcrv·i e che costituisce 1a prima parte d ell'ordine del giorno che sarà 'certamente, io credo, approvato doman i dal Consiglio nazionale :
« Il Partito Nazionale Fascista, per le sue origini, per, i suoi metodi, per i suoi scopi ed anche per Ja sua esperienza vissuta dal 1921 in poi, respinge nettamente ogni proposta di alleanza elettorale e meno ancora polit'ica, coi vecchi partiti di qualsiasi nome e specie, anche perché il loro atteggiamento non è stato mai univoco nei confronti del Partito e del Governo fas cista;
« decide tuttavia, in conformità ai suoi metodi, di includere nella lista elettorale uomini di tutti i p art iti, ed anche di nessun part ito, i quali - pe r il loro passato, specie d urante l'intervento, la guerra ed il dopoguerra o per le loro e minenti qualità d i tecnici, di studiosisiano in g rado di rendere uti li servig i alla nazione».
Questa dichia razione è d i una l ogica impeccabile ed è di una perfetta coerenza. Se dall'ottobre del 192 2 ad oggi non ci fossero stati cambi amenti ne_lla situazione po litica dei partiti, il fascismo avrebbe potuto considerare la possibilità d i accordi o di blocco con quei pa~titi che d ie· dero i lo_ro uomini al Governo ~ rto dopo la marcia su Roma. Quei partiti son9 tre : il Partito Popolare, il Partito Democratico-Sociale ed il Partito Liberale. Og nuno di questi t re partiti, nel corso della esperienza fascista, si è scisso in due o diverse fra zioni. Primo a passare all'opposizione, in questi ultimi giorni compiu tamente smascherata, è stato il Par~ito Popolare, il quale oggi si presenta div iso i.n ben quattro fram• menti, che corrispondono ad una estrema ·destra, ad una estrema sinistra, e ad un centro , che a sua volta è diviso in due frazioni.
Anche la Democrazia Soc iale non ci presenta una impronta di at. teggiament i nei confronti d el fascismo.
Altrettanto dicasi del liberalismo. Come si può parlare d i contatt i e di alleanze con partiti che hanno la loro organizzazione divisa fra elementi favorevoli a l fascismo ed elementi piU o meno decisamente contro il fascismo? Quàli sono i veri democratici sociali? Quellj che appoggiano il Governo fascista o gli altri che sabotano questo appoggio? E chi sono gli autentici liberali? Quelli che hanno marciato con noi francamente e lealmente, oppure quelli che per quindici mesi quotidianamente, diabolicamente, hanno suscitato fantasmi, hanno esasperato le opposizioni, hanno diffamato l'Italia, in faccia al mondo? E quale è la distribuzione di tutte queste forze sul territorio nazionale? Come si può parlare di alleanze con dei partiti la cui distribuzione di forze sul t~rritorio è assolutamente disuguale, poiché mentre il liberalismo è discretamente efficente in talune zone, non è mai arrivato a darci una organizzazione veramente e naz ionalmente unitaria, avvalorando la tesi secondo cui organizzazione e liberalismo sono elementi necessa riamente, irreducibilmente inconciliabili? Voi vedete allora con quale log ica semplice e diritta il fasci smo è cost retto, anche se non volesse, a superare e ad ignorare tutti i ,Partiti per consìdernre e valutare in loro vece gli uomini, anche se per avventura non appartengono a nessun partito, ma possono ciò malgrado rendere eminenti servigi alla nazione. Accoglieremo quindi, al di fuori, al di sopra e contro i partiti, nelle nostre file, tutti quegli uomini del popolarismo, del liberalismo e delle frazioni della democrazia sociale che sono disposti a darci la loro attiva e d isinteressata collaborazione, restando bene inteso che fa maggioranza deve essere riservata al nostro Partito.
Ne vale la pena di disputare attorno a nominalismi privi di senso, come Ja transigenza e la intransigenza. Siamo di una coerenza che si può veramente chiamare perfetta, perché siamo suJla linea che promana dal modo di governo imposto con la entrata vittoriosa delle camicie nere in Roma: Ja cost ituzio ne del Governo fascista al di fuori di tutti i partiti e al di fuori di qualsiasi designazione di ordine parlame n tare. Bisogna ricordare che allora io mi rifiutai di -fare Ufl Governo, non dico dittatoriale di pochissimi. clementi, non dico composto. in totalità di fascisti, ma feci un Governo di coalizione e fummo allora così spregiu~ dicati in questo nostro criterio di utilizzare gli uomini, che taluni elementi del vecchio GovernO entrarono a far parte del nuova e aggiungo che di essi io non ho avuto a dolermi.
La nostra intransigenza. non è formale, è sostanziale ; e a questa in-
. transigenza sostanziale, che- io chiamerò strategica, non rinuncere mo mai, A prescindere, -dunque, dal fatto che, anche vol endo, non si potrebbero fa.re alleanze con partiti inesistenti o frazionati, o comunque d ivisi, ed, in ogni caso, non esistenti come entità n azionale, ma solo come entità locale, il fasc ismo, con il suo s istema elettorale, real izza quel suo me- tod.o che consiste nell'accelerare il processo di ·unificaz ione nazionale attorno alla dottrina ed alla pratica del fascismo.
In un'Europa ancora padamentarizzata, le elezioni italiane saranno segu ite con particolare interesse poiché ed è su questo che vorrei chiamare la vostra attenzione, il fascismo pur essendo un f enomeno tipicamente italiano, ha ormai assunto l'asp~tto di una esperienza · mondiale. Il fascismo rappresenta la negazione concreta di tutta la ideo logia sodetaria democratoìde socialistoide: 'il fascismo si accampa, fieramente, contro ·quel complesso di dottrine che l'esperienza più recente della storia ha irreparabilmente co_ndannato. Se mi fosse concesso di chiudere in sintesi quelJo che sembra il d ato fondamentale di questi ultimi tempi, io direi che essi segnano il declino fatale ed inevitabile di tutte le dottrine e di tutte le esperienze socialistiche.
Me ntre la Russia, attraverso la Nep, torna al èapitaJismo e chiede al capitalismo occidentale i mezzi per la sua ricostruzion e economica, ìn Germania gli ultimi conati di s inistra sono ridicol mente falliti senza resistenza di sorta e spesso, come in Sassonia, nello sca~dalo e nella vergogna; in Francia, la lotta fra frazioni sindacali e frazioni politiche ha ormai raggiunto il parossismo; in Jnghilterra, l'avvento del Labonr Party non è destinato a scardinare il mon~o e nemmeno l'Impero bri-' tannico. MacDonald non rea lizzerà il socialismo e non a·ndrà a sinistra. 11 mònito agli insorti indiani è d i una straordinaria significazione e deve aver gelato il cuore a molti melanconici di casa nostra n fascismo, come dottrina di potenziazione nazionale, come dottrin a dì forza, di bellezza, di disciplina, di ·senso di responsabilità, di repugnanza per tutti i luoghi comuni della demagogia, di schifo per tutte quelle manifestazioni che costituiscono la vita politica e politicante di gran parte d el mondo, è ormai un faro che splende a Roma ed al quale guardano tutti i popoli d ella terra, spede quelli che soffrono dei mal( che noi abbiamo sofferto e superato.
AJle nostre giovani generaz ioni è toccato l'arduo compito di vivere e sostenere questa esperienza il cui interesse ha ormai varcato i confini della nostra terra. Bisogna avere il senso religioso di questa· enorme responsabilità storica ìn tutte le manifestazioni de11a nostra vita, e privata e pubblica; in tutte le battaglie che la politica impone, non escluse queUe elettorali. Dobbiamo sgominare anche su questo terreno i nostri avversari, quelJi che ci insidiano ·all'interno e quelli che ci insidiano a ll'estero aspettando ormai vanamente da quindici mesi il nostro tramonto. Sono sicuro che ci riusciremo. I nostri avversari saranno ancora una volta irreparabilmente battuti p erché si ostinano a negare la realtà che li acceca, perché s i ostinano a pascersi di Hlusioni stolte: le piccole crisi di ordine locale, g li episodi insignificanti che scopp,iano qua e là nella penisola sono elevati a s'intorni ·di crisi mortale del fascismo. Molte smentite clamorosissime sono venute in questi cil"lque anni: ma le speranze sono veramente tenaci a morire.
Questa grande assemblea che raccoglie il fior fior e del fascismo italiano; cioè tutti coloro che nel fascismo ha'nno un posto di responsabilità politica o militare o sindacale ed amministrativa, deve fare riflettere i nostri avversari. In u n p artito di giovani, di impetuosi e di passionaJi ,. ogni contrasto può assumere forme drammat iche, ma io cred o c he se domani si rendesse necessario di lanciare un appello a t utte le forze, i contrasti scomparirebbero. Molti di q1:3-egli stessi che furono espulsi dal fascismo e che pure ne hanno serbata l'acuta n ostalgia nel cuore, ritornerebbero per c hiedere di combattere.
Ondate di consenso avvolgeranno i nostri gagliardetti g loriosi, bagnati dal purissimo sangue dei nost ri martiri, ed il fascismo apparirà ancora una volta nel suo maestoso aspetto di movime rito travolgente ed invincibile, dotato della virtù per affront are qualsiasi saci:ificio, d eciso fermamente a tenere ciò che fu conquìstato, deciso non meno fer mamente a conquistare nuove e più fulgen t i vittorie.
Quando sl tratta della patria e del fascisme>, siamo pronti ad uccidere, siamo pronti a morire. (Le 11/time parole del grande dùcorH>, che ha vi vamente impres1ion(1/0 l'auemblea, 1ono delle da M11uolini con fog a magnifica. Tutti i pre1enti, come eletJrfazati, si alzano in piedi 4pplaud endo. Gli .tpplami si rinnQf/ano a ondate per alami minull).
DISCORSI AL CONSIGLIO NAZIONALE DEL FASCISMO*
Col primo dùcor10, l' onorevole Mus1olini ha illustratet . J'altro 1110 "pton1111ziato la Jera del 28 e l'ordine del giorno.programma per la lo tta eletJora/e, H a posto in rilievo, con fine Jarcasmo, la stato di disorienta m ento degli avvenari_ e dei falsi flmici, i qual( hanna manife1tato p rofonda sorpresa per il contenuto borghese ·e commemorativo del discorso pronunziato dinanzi alla grande assise del fascismo, dimosJrand(J cosi ancora ,ma volta una incompremione balorda dell'anim4 d el fttscismo e di quella ·soprattutto dei capo del fasciJmo ste1so.
Ha fatto noldre come l'opposizione voglia scioccamente tetltare spe.
• A Roma, nella sala del Concistoro di palazzo Venezia, i l 29 gennaio 19 24, dalle 22 alle 1.30, Mu!solini presiede i lavori del Consiglio nazionale d el fascismo In tale occasione, il Presidente del Consig lio p ronuncia i quattro discorsi qui riportati in riassunto. (Da Il Popol o d'l1alid, N. 27, 31 gennaio 1924, Xl) culazioni oblique, volendo far credere che nel disc orso d ella sera deJ.28, egli, il D11ce, abbia f atto affermdzioni di sapore incoJtiJ11zh>ì1ttle.
Questi oppositori insensati, che vorrebbero apparire çome paladini d elfa Maestà del sovrano, non si accorgono che sono proprio essi che recano, con le l oro menzogne, offesa alla Maestà del sovrano, che dev'essere posta al di sopra delle competizioni di pàrte.
Poi l' onorevole Mmsolini ha f atta 1m fugace accenno alle forze ,wverJ«rie disfatte o in via di diJfacimento completo ed ha compiuJo una illttJfrazione pùì pratica di.q 11ella che Sarà la t attica eleJJÒrale del Governo- e del Partito Fa.sciita, i!lurlrando l e ,·agioni per le quali la tal/ira elettorale del fauismo non può euere che intransigente nei ri· guardi di altri partiti. Il Partito Fascista non può accordarsi con rottami di partito in una battaglia che lo impe'gna tutto e che ha g rande signili~to politico, soprattutto nei riguardi della responsabilità che il fascismo si è assllnta davanti a l paese, salendo al potere.
Transigenza vi sarà con alcuni uom ini che H fascismo chiamerà nella lista nazionale, prelevandoli fca quegli uomini che abbiano bene me· ritato e ch e potranno svolgere una azio ne proficua a vant agg io della nazione. I metodi di lotta non saranno di violenza. La violenza sacà bandita, ma non si sopporteranno provocazioni, non si tollereranno speculazion i subdole per tentare di pugnalare alla schiena la rivoluzione fasc ista.
Col 1econdo discorso, !1onorevole M uu olini ha v,0J11to illustrare l'opera del Direttorio del Partito, dimcntrando la necessità che esJo reJli così com' è, Jia nei Jttoi membri, Jia nel 1111mero. Il Direttorio attuale è ora composto di persone tutte reside nti a Roma, tutte ottimamente affiatate, onde sarebbe inutile, anzi dannoso, aggregarvi alt ri membr i, perché CO· staro, non potendo essere sempre nella capitale, o intralcerebbero e r i• tarderebbero per la loro. assenza l'azione degli a ltri , o sarebbero costretti mettere spesso soltanto lo spolverino sulle decis ioni già adottate dai presenti a Roma.
Inoltre si correrebbe il rischio di avere qualche dissenso, qua lche crepa in uo organismo che si è man ifestato veramente perfetto per armo nia di sent imenti, per unità di ·vedute, per equilibrio nelle decisioni, pe~ organicità nell'azione, dimostrandosi sempre pronto, sollecito, sicuro.
11 D irettorio - ha rilevato il Pre1idente - ha saputo magnifica. mente contemperare le due anime del fascismo proprio nel momento critico deJ la sua vita : l'anima squadrista e l'anima . politica, ottenendo uno spi rito tale nelle masse fasciste d a permettere non solo un conso· lidame,nto eccellente, ma più anèhe uno sviluppo maggiore del Partito.
Oggi il Partito, saldamente irrobustito, ha guadagnato rriag nificamente anche in autorità. li Direttorio ha saputo contemperare lo spirito a volte qua e là impaziente della provincia, con queilo logicamente più sereno e più elevato della ·capitale.
H a parlato quindi l ' onorevole Giunta, segretario del Partilo. Egli ha pronunziato un dùcorso breve, siringato, ma pieno di significalo ( +). (L'assemblea hd manifestalo co1ì vi vo entusiasmo, così l,rrgo consenso per il dùcor10 ·del D11ce e per quello del segretario d el Partilo, che l'onorevole Mussolini, il quale aveva detto in precedenza di desiderare tm'ampi" dùcuuione s11ll' azione del D frettorio del Partito, ha visto evidente la inutilità del dibattito . I n piedi, l'assemblea rinnovava una imponente manifestazione di ph1-1uo e d i devozione).
M1JJI0lini ha preso allora nuovametlle la parola ed ha pronunz!ato il diuono di chittmra. ( +) L'onorevole Mussolini ha teJJulo a11cora1 con la parola più viva, l'elogi(). del D ire/Iorio, esaltando l 'djfiatamento d ellta provi11cia con la capitale ed 1tvendo aflche I~ pùì mordente ironia contro 1a 1ciocca leggenda dei ret icolati li quarto discorso del Duce è stato pronrmciato per i Fa.sci a/l'e11ero.
Decine e decine e qualche v olta nnche centinaia di persone 1ono ogni giorno ricevute d a lui a palazzo Chigi o dai componenti di Direi• t orio o dai moi Jotto segretari a palazzo Viminate. Gente isolata o i;z commhsione1 di ogni ·ceto1 di ogni condizione. Ht:a so,.ggitmto che la provincia non deve prestare attenzione alle chiacchiere, alJe sciagurate insinuazioni deg li avversari, che tentano di svalutare l'opera de!Je persone che mi sono vicine e nelle p iù alte gerarchie del Parti to, perché tutti costoro lavorano Con la più g rande alacrità, con la magg iore dirittu ra. H a ribattuto. che non ha consiglif!'fi, tanto meno poi comiglieri malvagi. Egli pensa a dhporre ambe le pùì piccole coie e a co111rolldre l' esecuzione di ogni azione di Governo e di Pa_rtitO', anche le phì piccole, che altri certo Jrauure rebbero, ma che egli ritiene abbiano t11/Je la / ore, importanza. Il Duce ha q11indi rilevato come molto speuo siano stati esaminali piccoli falli accadllli in provincia per diue,ui tra fascisti, opp11re per iniziativi:1 individuale di fascisti. Ma egli conosce bene anche i moi collabora/ori più l ontani e perciò non ha 1f!ai prestato orecchio alle maldicenze e alle cttftmnie. Afuuoli11i ha affermato H f ermo proposit o del Partito di difendere il patrimonio ideale e morale del fa scismo. H a Ira/lato in quest o terzo discorw della questione dei diJJidenli H a deJJo che gli atteggiamenti di co.Iloro non preocmpano, né devono preoccupare. li fascismo rappresenta un formidabi le esercito . spi ritual e sempre in marcia, che no n può arrestarsi neanche ventiquattro ore del suo and are fatale p er le miserevoli begh ç: di pochi. sconsig liati. Il. Partito Fascista si adopera e si adopererà sempre per tenere. a posto i .diss identi, ma se costoro credono di poter distu rbare la .vita della nazione, il Governo interverrà con la maggiore energ ia .
Ug11alme11te reciJo è J/al o il Presidente del Comiglio nelle dichiarnzioni contro_ / 1opera di 1ocietà segrele che il GovernCJ ed il Partito FasrÌJla sono f ermamente deciJi a non .tollerare.
Egli 'ha deJto che è umpre preso da tm vivo umo di commozione ogni volta che legge i giornali fa,sdsti che escono a/l'estero, d(JVe prosperano le colonie deg/; italiani,
E lieta di coni/a/are che il fascismo è veramente una grande forza spiritua le della nostra razza, perché esso è riuscito a riunire e a stringere, con perfetta concordia, i migliori nostri connazionali residenti all'estero.
Il lavoro che compiono questi Fasci - ha detto anche il capo del Governo e del fascismo - è veramente meraviglioso. La campagna d iffama toria che all'estero è fatta ai dan.ni del fascismo da elementi fuoruscisti appartenenti a i partiti sovversivi, è combattuta con effica cia dall'opera ferma di questi nostri fascisti, che spesso s~no anche eroi. Il fa. scisn:io all'estero h a significato la rinascita spirituale de ll'Ital_ia anche nei nuclei più lontani e dipersi dei nostri connazionali.
AL GRAN. RAPPÒRTO DELLA MILIZIA•
Ufficiali l Camicie nere !
Da\'anti ad una moltitudine inquadrata, i discorsi, quando non siano di µna concisione spartana sono superfluità assurde. Ma voi tutti permetterete a me, che ho \'issuto rutta Ja vostra storia, che vi ho voluto così, che vi ho creato cosl, permetterete che io evochi in rapid:1 sintesi il cammino percorso dalle origini ad oggi.
Tutte le volte ch e io entro in questa specie di tempio e teatro, non posso dimenticare il congresso di Roma del 1921, quando per ·1a prima volta qui si riunì tutta la migliore, Ja più gagliarda g iovinezza d' Ita li a, per lanciare, ad un anno di distanza, i1 pri~o guanto di sfida contro la p iccola Italia dei politicanti e dei parassiti. 1 pussisti ci gettarono allora· tra Je gambe una specie di sciopero generale e ci fu la solita· imboscata criminale, che costò la vita ad un fascista delle squadre milanesi.
"' A Roma, a.ll'Augusteo, il t0 febbraio 1924, alle 16, · Mussolini presenzia la cerimonia per la celebrazione del primo anniversario dcll'istituiione della M V.S.N. In tale occasione, dopo i d iscorsi dei generali Emilio Bono ed Italo Balbo, il Presidente del Consiglio pronuncia i l di scorso gui riportato. (Da IJ Popo/Q d'ltalùz, N . 29, 2 febbraio 1924, XI).
Parve allora che il fascismo non avrebbe superato la solita crisi attorno alla quale favoleggiano tutti i bighelloni dell'opposizione. Già si pregustava la gioia di un declino, già si intessevano gli episodi funebri. E pwe, di là a poche settimane, di là a pochi mesi il fascismo era in efficenza perfetta e nel Trentino, a Bologna, a Ferrara, a Ravenna, occupando le piazze, mobilitando le sue forze, si preparava al cimento supremo; e appena due mesi_ prima della marcia su Roma, il fascismo era cosl armato negli spiriti e nei mezzi che stroncava, una volta per sempre, l'ultima grottesca parodia di uno Sciopero generale, cosiddetto legalitario, e nel quale affiuiva tutto ciò che di infetto e di stupido si coagulava in quel momento nelJa vita politica italiana, Poi marciammo su Roma e non senza sangue. Non fu cosl incrueflta la rivoluzione come si va dicendo. Avemmo anche allora i nostri morti , i nostri f eriti, e si sa, del resto, che una volta gettato H dado, avremmo rischiato il tutto per H tutto. ·
Due mesi dopo risolvevo il problema delJo squadrismo creando la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, che non è soltanto, come si va dicendo da taluni, una Milizia di Partito, non è soltanto ag li ordini del Partito, ina agli ardìni del Governo e dello Stato, perché io non so quali interessi <li Partito stiano difendendo in questo momento le tre legioni che combattono in Libia. Non so quali interessi precipui di Partito servirono le legioni quando andarono per l'eruzione dell'Etna in Sicilia e pel disastro del Gleno in Lombardia. Né so a quali interessi di Partito obbediscono quando si assoggettano ai servizi di ordine pubblico e tengono in fr eno molte, troppe qtnaglie, che tenterebbero di ricacciare l'Italia ai tempi che per noi sono tramontati per sempre.
Cosi stando le cose, non vi parrà affatto strana, ma Vi sembrerà di una logica Spietata, la semplice frase che io ho pronunciato l'altra sera alla grande adunata e che ri peto: « Chi tocca la Milizia, avrà del piombo!».
Certamente voi e coloro che stanno ·dietro di voi imponete dei problemi; ma, o signori della opposizione, mi sapete voi dire se ci sia un solo problema 'che non _imponga altri problemi? Se ci sia una sola soluzione che sia soddisfacente e comoda e facile?
Mi associo col cuore di un soldato fedele alla consegna ed al capo, al saluto d1e voi avete rivolto a ·Sua Maestà il re (tutti in piedi salutano col braccio Jeso) e mi associo con lo stesso animo al saluto che voi avete mandato àl gloriosissimo Esercito d i Vittorio Veneto. (Tulti in piedi ripetono il saluto).
I capi dell'Esercito sono venuti verso di noi. Stia.mo ora studiando come inserire la Milizia nel complesso di tutte le forz e armate che presidiano l'ordine all'interno e garantiscono la patria all'estero. Non so ancora oggi come avverrà questa saldatura. Il problema è delicato, perché non intendo, sino a quando le condizioni ambient:;.li non sia no tota lmente cang iate, togliere alla Milizia il suo carattere fascista.
Anzi io credo che i militi, j quali hanno il privi legio di indossare il g rig ioverde e di portare un moschetto, debbano essere i superfascisti, gli isceti del fascismo, quelli che obbediscono al fascismo idea, passione, fede, apostolato, e qualche -volta si disinteressano de l fascismo partito, con tutto ciò che la parola partito fatalmente significa.
Voi continuate ad essere Ja grande forza che presidia la rivoluzione delle camicie nere. Vorrei· usare una frase d el gergo delle trincee: c'è delJa gente che vorrebbe t ruffarci il nostro sacrificio e cerca di alterare la Vera nat ura delle cose n evidente ed è fatale che io pronunci discorsi durissimi, i quali appaiono come un raggio di luce potente che disperde tutta la nuvolaglia. Dopo i mie i discorsi, si sa che cosa significhi fa. scismo, rivoluzione, Milizia. '
E si sa pure che cosa significh i 1a cosiddetta lotta elettorale. Parlo a dei soldati. Ebbene, o militi, voi avrete certamente qualche cosa da fare, anche durante questo periodo, ma vi p rego non scaldatevi trop po per questi ludi elettorali. Considerateli come una dura necessiÌà; e di piccole necessità è intessuta la vita di tutti i giorni.
Voi noi:i potete perdervi dietro q uesto episodio, non dovete correre dietro a questo ep isodio. Tutto ciò è vecchia Italia, tutto ciò è ancien régime, tutto ciò dev'essere lontano dalle vostre anime, come è lontano dalla mia. 1: niente di più ridicolo di pensare ad un Mussolini che stia faticosamente compilando le liste elettorali.. Mi occupo in questi giorn i di altri problemi ben più in teressanti pe r la vita e l'avvenire della n azione che non sia quello di sc-egliere i nomi di coloro che doma ni si autoproclameranno i rappresentanti della nazione, Voi sentite ancora una volt a che il potere non mi ammoll isce Se avevo molti spigoli nel mio pessimo temperamento, questi spigoli auIIlen· tano, non diminuiscono. Voi conoscete la mèta. Intendiamo . fa re della n ostra nazione una creatura p iena di vita, piena di forza . Questo noi vogliamo. Per questo c'è una Milizia; per questo c'è il fascismo.
Questi sono i doveri, i sacri d overi ai quali voi non dovete mai mancare. D ovete considerarvi come i portatori di una nuova civiltà, come gli anticipatori di un tempo che verrà, come i cOstruttori che gettano oggi le basi dell'ed ificio, che creano, che realizzano tutto quello che fu il sogno di tante generazioni durante il Risorgiffiento italiano: il sogno di coloro che combatterono e morirono dal 1915 al 191 8 e d ei nostri g iovinetti dal sangue vermig lio e purissimo che sono spesso caduti nelle imboscate tragiche tese dagli elementi antinazionali.
Portiamo fo. loro memoria nel p rofondo d ei nostri cuori. Essi costi· tui$Cono più di tutte le tessere, il cemento sacro che stringe tutti i fascisti, dal capo alJ'ultimo dei gregari.
Generale!
Voi mi avet e tracciato la storia b reve ma g ià luminosa d ella Milizia, voi sapete che io non vivo del passato; per me il passato non è che una ped a na dalla quale si prende lo slancio verso il più superbo avvenire.
Chiamate questi uomini a gridare attraverso il giuramento la loro · p uri~ ima fede. Sia il grido alto come una fiamma che sgorga d a tutti i cuo ri , s ia veramente non un atto fo rmale, ma una dedizione totale per la vita e pe r la morte. (Il diJror.w, ascoltalo con la più raccolta tf!tenzione dt! tutti i preJenti, è staio alla f ine salutalo da grandi afflanutzioni che Ji JOno prolungate pe-r qualche minuto)*. ·
PER LA RIDUZIONE DEGLI ARMAMENTI NAVALI**
Vi ring razio dell'omaggio.che avete avuto l'amabilità di porgermi
Il Governo col darvi tutta la sua cordiale ospitalità non ha fatto che il. suo dovere, Egli comprende perfettamente tutta l'importanza d ei vostri
"' « Dopo di che il gcnc.-rale D e Bo no, rivolto agli ufficiali, li h a invitati a giurare sulla seguente fo rmu la da lui pron unciata con voce chiar:i tona nte:
«·• N e l nome di Dio e d ell' It.1lia, nel nome di tutti i caduti p e r la granà ezi.a. ·dell'Italia, giuro di consacra r!"'li tutto e per sempre al ben e de lrftalia " .
« Un solo grido potente, sgorgato da migliaia di petti ha echeggiato sotto la vol ta dell' Aug usteo: '' Lo g iuro ! ·. In quel momento le musiche h anno cominciato a suonare, i gagliarde tti sono stati agitati in a lto, i n segno di sal uto, e cutli i presenti, iri. piedi, hanno intonato l' inno Giovin ezza .I Dal suo post o il Presidente del Consiglio aggiungeva I.i su:i voce a q ue lla del coro.
« La dimostrazione è durata qualche minuto Quando i nfine !'on Mussolini ha abbandonato il te:i.tro applaus i scroscia nti, entusiastici lo hanno accompagna to lìno all'uscita». (Da I i Popolo d'I1a/ì,1, N . 29, 2 febbraio 1924, XI).
•• A Roma, il 7 febbraio 1924, era. stE1.to firmato il trattato commerciale italo-russo (395, ·399). La mattina del 16 febbraio,. nd salone d ella Vittoria di palano C hig i, Mussolini riceve i ·delegat i de lla Società delle nazioni alla con· feren za. internazionale per la ridu2ione J egli armamenti navali in corso nella cap itale. Il contrammiraglio svedese De Riben, presidente della confe re nza, rivolge a Mussolini il seguenti: indiri:220 :
« A. n ome di tutti i miei çoJleghi, d elegati alla sottocommissione na va le e della Società delle nazioni e degli e$perti che sono stati chi:lmati ad u nirsi a noi per i lavori di questa riunione di Roma, ho l 'onore cli presencare a V . E. i nostri omaggi. Siamo particol armente lieti di trovarci i n questo paese che sotto la guida di ·v. E. con rinnovala energia marcia verso la sua ri~ostruzione. Siamo molto lusingati dell' interesse che V . E. dimostra per i nostri lavori e lavori, i quali avranno, come credoi conclusioni rapide e felici . Il mondo considereèà allora questa riunione d i Roma come una de lle più impor· tanti e significative. '
83' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI *
Il Presidente, dopo aver esposto al Comiglio la situazione a!Jlinterno in · viJta delle elezioni, pctssa ad ill111trare ampiamente gli avvenimenli di politica es/era.
li Pre1ideme1 mentre 1i è riservato di fare proJJimame11t e 11Jtre dichiarazioni Ili ttltre q11e1tioni di politica e.Itera a/111:tlmen/e i n dismssiom o in elaborazione, ha npcwo nei termin i seguenti la 1of11zione del pro· bl e,na di Fi ume: ·
Quando, sulla fine di ottobre 1922, l' attuale Governo assunse le redini del potere, la situazione diplomatica di Fiume era determinata dall'articolo 4 del trattato di Rapallo e dalla lettera del conte Sforza, lettera segreta ma impegnativa dal punto di vista internaziònale, ancorché non mai presentata ai due rami del Parlamento.
Secondo l'articolo 4 del trattato di Rapall(?, Fiume doveva essere costituita in Stato autonomo indipendente e per gli impegni contenuti nella lettera Sforza, Porto_Baross, il Delta, più la banchina Jaterale, dovevano passare in sovranità assoluta alla Iugoslavia.
J?al punto di vista politico, Fiume non aveva governo. D opo il moto insurrezionale del marzo 1922, la m:1.ggioranza d e lla cosiddetta Costituente zanelJiana si era rifugiata a Portare, men tre il sedicente capo dell' e.ffimero Go,·erno fiumano si era d ato ad ogni sorta di intrighi fra B elgrado e Ginevra e si e-ra_specializzato in una bassa campagna giornalistica di denigrazione antitalian a. A Fiume, gli oneri dell'amministrazione erano t enuti dal dottor Depoli, mentre l'Italia continuava a fronteggiare j bisogni della città con aiuti di varia natura.
Questa situazio ne va esattamente stabilita _come punto di partenza sono sicuro che il d esiderio di tutti i miei colleghi quello di arrivare ad un buon risultato che contribuirà a mantenere la pace nel mondo Sono lietissimo di potere esprime-re .a V. E. i nostri più vivi ringraziamenti per la cordiale accoglienza e la gr.i.nde ospitalità che ci è stata offerta e per le testimonianze di simp:atia. alle quali siamo tutti f'Stte-m:amente sensibili ».
' Al contrammiraglio, il Presidente del Consiglio risponde con le, parole qui riportate, (Da // Pçpc,/c, d'/1,t!;a, N. 42, 17 !ebbra.io 1924, Xl).
• Tenutasi il 21 febbraio 192 4 (ore 10-13). (Da I/ pqpolo d' Iralia, N. 46, 22 febbraio 1924, XJ). ·
DAL VIAGGIO NEGLI ABRUZZI AL DELITTO MATTEOTTI 179 per fissare Io stato preciso di fatto esistente nel momento in cui ·1·attuale Gove rno assunse il pote re. Che far e dinanzi a questa situazio ne? Si poteva ricorrere al mezzo estrerilo di denunziare il trattato d' Rapallo, ma questa d enunzia, per condwre ad una nuova situazione territoriale, avrebbe dovuto preludere alla guerra, non ad altre trattative diplomatiche nelle quali rutta la questione d elle frontiere terrestr i e adriatiche sarebbe stata messa in causa ed in condizioni forse più diffici li ; senza contate che 1a denuncia del trattato d i Rapallo avrebbe coalizzato contro di noi mezza Europa.
Djssi allora, con la vostra piena approvazione, in un discorso del 16 novembre alla Camera, che con formemente alle concezioni tradizion ali di uno Stato che teng a alla salvaguardia della sua reputazione, i . trattati, una volta che siano fir mati , vanno esegu iti.
Scartata dW1que l'ipotes i estrema e .per icolosa della denuncia, !1,00 restava che queJla dell'applicazione, cercando di migliorare fin dove- era p ossibile il t rat tato.
La soluzione che oggi è ormai un f atto compiuto fu da me prospettata fin dal novembre 1922 a Losanna, nel pi:imo colloquio col ministro degli Esteri, Ninéié. Questo si deve stabilire. la direttiva da me seguita è stata coerente e non è il risultato di semplici mutaiioni avvcriute in questi ultimi tempi.
·Così stabilito il criterio di appl icare il trattato, pur cercando d i mig liora rlo, fu sgombrata nei ter mi ni prescritti ~a terza zona Lo sgombero no n ebbe luogo nel breve territorio d el Delta e ·di porto Baross, perché ciò era in ·relazione coi destini futuri d i Fiume. Sempre nei termini prescritt i, fo Convocata la commissione parite tica, che doveva tentare di creare, a seconda del t_rattato di Rapallo, 1o Stato autonomo ed ind ipend ente di Fiume.
Le v icende dei lavori di questa commissione sono noti e, salvo ta · luni apprezzabili risultati d 'ord ine tecnico, i suoi lavori furono interrotti senza che una conclusione sui -punti fondamentali fosse raggiu nta.
Davanti alla inanità degli sforzi compi~ti dalla cotp.missione pari. tetica, mi convinsi sempre più che lo Stato indipendente crea to a Rapallo non poteva sorgere e quindi n on poteva vivere e che se per da nn ata ipotesi fosse sorto, esso sarebbe stato un focolaio di discordie interne a Fiume .ed interne fra croati ed italiani, mentre città e porto sarebbero div enuti campo di vaste speculazioni d'ordine inter nazionale, le quali avrebbero forse finito, a lung o andare, per corrompere più o me no p rofondamente l'anima italiana della città.
Lo Stato autonomo indipendente d i Fiume era l'ingombro che b isognava togliere dal terreno se si voleva realizzare l'accordo con Fiume e l'accordo fra i due popoli confina nti. L'insuccesso della p ariteticà: non f eCe che aggravare la crisi morale ed economica della città, il .cui de-· stino.cra rimasto in sospeso, si può dire, dal 1914 in poi. Davanti al fatto delle d imissioni _del dottor D epoli, io mi decisi, in piena crisi di Corfù, a m età settembre, a mandare il generale Giardino a Fiume per prèndere in mano la città e provvedere a migliorarne sollecitamente . le sorti, · n da considerare che Fiwnc, Stato autonomo e indipendente, sarebbe stato note,,olmente danneggiato dall a perd ita del bacino Nazario Sauro, tanto che p er evitare questa iattura, si e ra escog ìtato il consorzio interportuale; con Firunc annessa all'l talia, questa decurtazione perd e quasi tutto il suo valo re- e d eve essere considerata dai fmmaru come il mo· desto premio p agato per la realizzazione del lungo ideale di annessione all'Italia, che fu prodamato fin dal 30 ottobre 19181 all'atto del disfa. cimento dell' impero austro-ungarico.
L'opera del generale Giardino è stata instancabile ed ammirevole, di che gli devono essere grate Fiume e la nazione italiana. D opo J' avvento di Giardino a Fiume, furono riprese le trattative dirette fra i due Stati. Le trattative durarono a lungo e i risultati di esse si possono r iassumere in tre punti : accordo parziale per Fiume, accordo generale d' in dole politi ca · fra i due paesi, stipulazione di un trattato commerciale-.
]\.:fentce il trattato di Rapallo e la lettera Sforza facevano di Fiume uno St.:i.to indipendente e consegna\'ano, come Si è· detto, porto Baross, il Delta e la b.:i.nchina l.:i.terale alla Jugosla via, l'attuale situazion e sopprime lo Stato ind ip ende nte e conduce la città di Fiume in grembo alla p atria.
Le l iev i rettifiche del confine fiumano non hanno assolutamente alcuna importanza dal punto di vista strategico o economico o etnico. Il villagg io croato di Peklin si compone' di poche decine di case, mentre Dehora è stata assicurata alla città.
Accanto a queste condizioni fondamentali, si sono conclusi notevolissimi· accordi di dettaglio, che concernono l'uso di due banchine del portò, il transito della Fiumara, l'ordinamento fer_roviario, le comunicazioni col r etroterra.
Con questa soluzione, si è inoltre evitato l'arbitrato svizzero, che ci avrebbe, con tutta probabilità, rinviati aU'articolo 4 del tra ttato di Rapallo. Si è evitato un eventuale ricorso alla Società de-Ile naz ioni, il cui esito sarebbe stato incerto, e si è liquidata, in maniera irrepa{abi le e d efinitiva, la caricatura dell'autonomismo zanelliano.
Come ho g ià d etto, Jo Stato di Fiume era una creatura ch e non poteva vive re se non sulla carta. E, ammessa per ipotesi la sua possibilità di vita, esso sarebbe in breve 'diventato un'arena dì . aspre contese fra Je razze, un nido di intrighi internazionali
Sistemata Fiwne secondo il progetto che io avevo sostenuto co nti nuame nte come unica soluzione possibile, .equa ed umana, come ebbi l'onore di dire davanti al Senato, bisognava, perché l'accordo parzi ale fosse f econdò di risultati senerali, inquadrarlo in un più vasto accordo di portata politica. Cosl è nato il patto di amicizia , che è st".a to già reso di pubbl ica ragione, che non ha clausole militari di nessun genere e che non può, data la sua natura, suscitare . ragioni di allarme sia all'Oriente che all'Occidente. ·
L'accordo politico sarà completato da un accordo commerciale di rapida conclusione e che si sta el abora ndo in questi giorni a Belgrado.
Anche l'accordo commerciale s:vrà la sua importanza nello sviluppo dell'economia nazionale e d el!a stabilità dei rapporti fra i due paesi.
Le ragioni dell'accordo politico non hanno bisogno d'essere illustrate. Da troppo tempo, Ja questione di Fiume era una specie d i saracinesca che ci impediva la visione e i contatti diretti ed immediati col vasto mondo danubiii.no. Ora l'Italia non può andare che all'Oriente. Ad Occidente, infatti, vi sono formazioni statali n azionali definite. Non possiamo mandarvi che delle bràccia ed anche questo ci potrà -essere un giorno o l'altro vietato o ridotto. Le linee della pacifica espansione dell' Italia sono quindi verso l'Oriente. Ma per giunge rvi, bisognava cominciare con lo stabilire rapporti di cordiale e since ro buon vicinato col primo Stato che si incontra appena varcate le nostre frontiere.
I fa ttori responsabi li della pol itica jugoslava si sono resi conto del vero caiattere della politica italiana e hanno contribuito con buona volontà e d indiscutibile lealtà a realizzare l'accordo.
L'opinione pubblica italiana ha accolto con segn i di unanime sod· disfazion e Ja soluzione d ella questione di Fium e, ch e aveva per troppo lungo tempo paralizzata l' azione di p lomatica italiana; ed ha accolto , con non meno viva sod d isfazione, l'annunzfo dell'accordo politico, le cui conseguenze saranno di grande porta ta. Anch e gli stessi c he hanno vis~ . suto con Io spirito e col sangue la passione di Fiume, hanno accettato còn disciplina perfetta la soluzione adottata dal Governo.
Mi sia concesso a questo punto di ricordare che se Gabriele d' Annunzio non avesse intràpreso la· su:i. ardimentosa marcia da Ronchi , oggi Fiume non sarebbe italiana. Governo e nazione sono unanimi ·in questo alto e storico riconoscimento, così come sono unanimi nel tributo di g ratitudine al Comandante, ai suoi legionari, ai mort i dell 'u na e dell'altra parte, oggi riconc iliati poiché la mèta è stata raggiunta.
Quanto alla città di Fiume, essa è, a mio avviso, moralmente e mate- . rialmente attrezzata per adempiere su l limite estremo delle nostre frontiene il suo specifico e g ra nde compito, che è que~lo di costituire u no dei potenti anelli di - saldatura tra l'Occidente e l'Oriente, fra l'Italia
Opera Omnia Di Benito Mussolini
e il · mondo slavo. Oggi o domani' si procederà al!o scambio delJ e ra· tifiche, dopo di che il trattato è da considerarsi perfetto.
La proclamazione dell'annessjone di Fiume avverrà domenica 2 ~rzo, presente a Fiume Su~ Maestà il re d'Italia. (La relazione è approvata all'11nanimità d al Comig/i()1 che, JU proposta dell'on. Corbi_n o, trib!lta un plauso al .Prnitlente per il grande servizio che ha saputo ren deré al paese).
Il min;11r o Ciano ricorda in proposito che la prima bandiera che sventolò a Fi11me fu iSiattl dall'ammfraglio duca - Thaon di R evel . Indi a//'um:mimità sono approvati gli a.ccordi wnchù11i"jra l'l t alia e il Regno S, H. S. sottouritti a Roma il 27 gennaio 1924.
Po JCÙJ il C omiglio approva uno schema di decreto per cui il èorno 2 t1Mrzo 1924 è dichiaral o solennità civile per (elebrare J1anne1sione di Fi11me a/l' }ldlia. ·
Su proposta d_el mini.ilro degli Esteri, so ,Ìo approvati i verbal i della commissione per la delimilt:1z i on e d ella f ron tiera itaJ.o-svizzera. Sono poi approvati altri schemi di decreto di ordinaria ammìnùtrazione, ri guardanti la sfeJJa am minùtrazione degli Affari Esteri.
S11 pròposJ.a del Presidente del Consiglio, è approvat o uno sch ema di decre/o per cui _i servizi della .Marina mercantile sono tra1fer iti al ministero .delle Poste e Telegrafi. QualJiasi provvedimento di massima, 1ù:1 legiJ/aJiv() che regolamentare riguardante lo Jlato e ·la d isciplina degli ufficiali delle cdpitanerie di porto, sarà emanalo dal ministero della Marina, previ accorJi con quello delle P.oue e Telegrafi e col commÙJd· riato pei servizi d ella Marina mercantile.
Su prop osta del Presidente d el Comiglio, è poi ap provato 11no schema di d ecret o che conJiene n orm e per imped ire i'ab11so d i t it o/; e alt ribu ti n obiliari.
Sono p_o'i dpfrritlàti parecchi Jch etni dì d ect'èi i, -,igud",,Jan, ; l ' am mi· nislrazione dell'Interno, fra cui uno schema circa la m odttlità per l'eJame speciale per /'abilitazione di/e f unzioni di segretario comunale per le nuove province.
Il Consiglio ap prova uno schema di decreto che accorda agevolazioni fiscali alle CaJSe di rùparmio ,ed al credito agrario e fondiario in Libia.
Su propostà del Presidente del Consiglio e miniJJro d egli Int erni, è appro/.Jato un e,, !Cheme,.di decreto per mi la Cassa depositi e prestiti è dlltorizzaJa a concedere, nel quinquennio 1924 -1928, al comune di Cartel/ammare di Stabia, mutui a/l'inte rnu del quattro per cento ed ammortizzabìli in cù1q11an/a armi, non eccedenti, n el comples!o, la somma di lire tremilioniseicentom ila, per p rov ved ere alla costituz fone di una zona di protezione delle acq1111 minerali site m/Jo Jtabi/imento di proprietà di dello comune, denominato Term e stabiane, e alla esecuzione delle opere di a"!pliamenio e sistemazione dello sta.bi/imenio stesso, 1ia per renderlo in ogni 111a parie rispondente alle moderne eiigenze igieniche, sia per destinare una parte dello ste1so a beneficio dei poved.
Con questo provvedimento, il G overno dà ia possibilità di un rapido incrementa alle celebri Terme stabiane, ·così ricche_ di risorie lerapefl fiche n"àt11rali, acciocché poJJano diventare presto un gran centro i d rudimalica. ( +) *
CORPORATIVJSMO AGRICOLO**
Ecco un'altra riunione che, dopo quella tenutasi alcun i mesi fa in questa stessa sala, severa e fastosa, potrebbe chiamarsi storica. n u na riunione che può segnare e segna infatti l'inizio di un nuovo corso nelle relazioni sociali Quando voi pensate che questo nuovo corso interessa milioni e mil ioni di italiani voi afferrate subito che chiamando storica questa riunione non si commette peccato di esagerata retorica.
Ccedo che bisogna rialzare i v'alori deil'agricoltura italiana. D ob. biamo dirci qui che è stata un po' negletta l'agricoltura. _ C'è stato in questi ultimi tempi uno sviluppo industriale in Italia fortissimo, prodigioso, ma l a ricchezza dell'Italia, la stabil ità della nazione e l'avvenire di esse sono a mio avviso intimamente legate alle sorti ed all'avvenire dell'agricoltura italiàna. · lo ho la coscienza trang ui lla a questo rigua r do, pèrché tutt e le volte c he si sono discussi tratt ati di commercio, h o fatto sem p re larg h issimo posto ag lJ interessi dell' agricoltura . (App rovazioni).
Ragione per cu i vorr~t che g li italiani e tutti coloro che si occupano di questi~ni sociali ed anche i legislatori passati e futuri tenessero al primo piano della loro consid erazione le cose dell'agricoltura.
• Nella a4a. riunione, tenutasi il 22 fe bbraio 1924 (ore 10-13), i1 Consiglio dei ministri prenderà « numerose, importanti deliberazioni ». (Da li Popolo d'JtaUa, N. 47, 23 febbraio 1924, xn.
** A Roma, a palazzo Chigi, il pomeriggio del 21 febbrai o 1924, Mussolini presiede una riunione fra i rappresentmti dclla Corporazione nazionale dell'agricoltura e i r appresentanti della Federazione italiana dei sindacati agricoltori. In tale occasione, dopo .i discorsi del dottor Gino Cacciari, direttore della Federnione italiana dei sindacati agricoltori, e del commendator Edmondo Rossoni, il Presidente del Consiglio pronuncia il di.scorso q ui riportato. (Da Il P opolo d'/111/ia, N. 46, 22 febbraio 1924, Xl).
A questo punto io d evo rallegr armi del nuovo i nd irin o che sì dà all'agricoltu ra ita lian a, indirizzo tecnico, diretto a industrializzare l'agricoltura, ad esercitarla razionalmente. Io credo che l'Jtal ia sia ·jn grad o, sia pure attraverso la compensazione delle diverse culture, , J i produrre tutto ciò che le è necessario e di avere anche la poss ibilità d i esp ortare. .Le nazion i solide, le nazioni ferme sono quelle che stanno poggiate sulla - terra; sono quelle c_he hanno il maggior numero di piccoli propri etar i. Le masse agricole italiane si sono portate bene dura nte la guerra. ( ApprovdZiom).
In realtà la g uerra è stata fatt a dai contadini italiani almen9 nella misura del sessanta, settantacinque per cent o de i fanti che st ava no in t rincea,
Consid ero fou ~ta questa riunione anch e per ·il fatto ch"e vedo qui p r esenti i rappresentanti dell a confe deraz ione dell'agricoltura, il che significa che si è stabilita l'unità di tutti gli sforzi e di t utte le e nerg ie. Un.ìtà che è comple ta perché abbraccia i proprietari, i tecn ici, e i lavoratori. Completa a nch e dal punto di ,•ista morale, in q ua nto i p roprietar i riconoscono che la proprietà non è più soltan to un dirit to ma un dovere ! N on- è un bene egoistico, ma è piuttosto un bene che b isogna impiega re e s vilup pare in senso umano e sociale
D'a ltr a parte i lavoratori riconoscono ch e b. proprietà -n o n è g ià u~ fo1to, come s ì legg e n ella bassa l etteratura socialista, ma è il risu ltato di risparmi, di fatic he, da parte di gen te· ch e s i è spesso P.r ivata d el n.ecessar io, si è sottoposta a fatiche du rissime, pur di r aggu nelb rc quel pecunio che poi h a il sacrosanto dir itto d i trasrpettc1e a colo ro che verra nno dopo.
Per tutte q ueste rag ioni io sono sicuro ch e il p eriodo d i pace sociale ch e si è iniziato col 1923 continuerà ancora per molto tem po. Ciò è n ecessario , L'errore di molti italiani è di credere che s i sia in tempo di pace e la· n ave s ia. g iunta in porto e che l'equipaggio possa sb izza rrirsi. Nient e affatto. D obbiamo considerarsi ancora in istat o d i g uecca., d obbiamo serrare i d ent i, imporci la più severa d isciplina, Siamo ancora in tempo tempestoso. Si intravede già il porto e d è cer to che la nave è indirizzata eg regiamente a raggiungerlo . (A pprov,t~iom). Ma occorre però ch e tutti si rendano conto che è necessario ancora e sempre su bord inare g li intCress i dei singoli agli interess i della n azione, perché fa naz ione Ii comprende tutti. Se Ja n azione è pacifica, è concorde, è laboriosa, è p rospera ed è ricca, è ev idente che t utti colo ro . ch e sono in essa · ne t ra rranno be nefi ci.
Vi porto quindi il mio saluto fraterno e cordi::ilc, il mio saluto di fascista, di ita liano e di capo del Governo. Voi potete contare' su d i me ed io credo di potere contare su di voi. (Grandi approvaziom).
PER I SINDACATI DEL COMMERCIO*
Actolgo con animo grato l e dichiarazioni convincenti del signor Cartoni, c he on apprezzo ae1cora di più, e sono lieto di averlo introdotto nella lista nazionale, il che signifièa che uno dei postulati richiesti, quello de lla collaborazione, io l'ho quasi prat ic::imente risolto.
n evidente che tutte le volte che saranno in discussione in Parlamen to e fuori questioni che vi interessano, voi avete g ià uno che vi rappresenta. D'altra parte quando i Consig li. tecnici delle organizzazioni coo,ee rative in genere avranno preso u na figura giuridica definita non è da escludere che si trovino gli istìtl!ti per rendere p ermanente Ja loro collaborazione col Governo.
Il Governo ha già fatto qu~khe cosa per voi : vi garantisce il l ibero uso delJe vostre proprietà; violenze non ·se ne tollerano più. Quanto al fiscalismo, io sono il primo a riconoscere che può essere anche pesante, ma qui siamo alla quadratura del circolo. o·attra parte credo che fra qualche tempo si potra nno a llent:lre le maglie. Non dovete credere che il Governo ed il mio amico on. De Stefani mettano tasse per il piacere discutibi le di fare strillare i contribuenti. Vi sono de lJe necess ità inde rogabili davanti alle quali non si può transigere pena il fall imento dello Stato, il che significa la catastrofe della nazione.
Non appena le finanze italia ne sara nno arrivate al pareggio od in vista del pareggio verso il quale noi marciamo tenacemente, è evidente· che ci sarà un sollievo e che cadranno le ragioni per cui era necessario in un detérminato per iodo d e lia storia italian a d i gravare in particolar e modo su tutti i cittadini del Regno e non solo su di una sola determinata categoria.
Il Governo chiede a voi di continuare a dar prova della perfetta disciplina. Se voi e tutti gli italiani accetteranno questa disciplina, che non
• A Roma, a palazzo Chigi, il pomeriggio del 21 febbraio 1924, Mussolini presiede anche una riunione fr a i rappresentanti del Sindacato nazionale del commercio e i rappresentanti del Sindacato nazionale della media e piccola industria. In tale occasione, dopo il discorso del grand'ufficial Ercole Cartoni, SC8retario del Sindacato nazional e del commercio, il Presidente del Co nsiBlio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popolo d'fozlia, N. 47, 23 febbraio 1924, XI).
Opera Omnia Di Benito Mussolini
è imposta daJla volontà degli uomini, ma dalle obiettive circostanze storiche, io ho Ja certezza che fra qualche tempo fca tutte le nazioni europee percorse da crisi sociali acutissime, l'Italia sarà la sola tranquilla, laboriosa, ordinata, avviata verso un prospero avvenire. (Un'ot1azione caloro1a e prolung(lta aaoglie la fine del discor-10 di S. E. il Presidente).
PER LA MARINA*
Tutto quello che accade attorno a noi, mette in primo pian~ la Marina, Spero che gli italiani se ne convinceranrio. Dal pu·nto di vista terra, sfamo abbastanza muniti: abbiamo il B rennero e il Nevoso intangibili. Dal punto di Vista mare, non si può dire la stessa cosa.
Mio proposito è, quindi, e il duca del mare me n'è testimonio, di awnentare, sia pure gradatamente ma incessantemente, l'efficenza della nostra Marina.
Dichiaro a voi, che siete comandanti supremi dell'Armata, che farò di tutto perché la Marina abbia quanto le occorre per essere preparata a qualsiasi evento **.
* A Roma, nel salooe della Vittoria di pal:izzo Chigi, il 26 febbraio 1924, verso le 11, Mussolini riceve i seguenti viceammirag li, membri d ella cOmmissione centrale di avanzamento della Marina, convenuti nella capitale per parteci· pare ai lavori della sessione invernate della commi ssione: Al fredo Acton, Guido Bisca.retti di Ruffia, Pio Bodoni, Lobetti, Vittorio Molà, Diego Simonetti, Emilio Solari. Sooo presenti anche i tenenti generali del Genio navale, Carpi .e Torna· dd!i. Il ministro Thaon di Revel, che accompagna i viceammiragli ed i tenenti generali, li presenta al Presidente del Consiglio. Mussolini, « dopo aver stretto cordialmente la mano ai presenti », pronuncia le parole qui riportate. · (Da Il Popolo d'/Jnlia, N 50, 27 febbraio 1924, XI).
0 « A queste parole, che sono state ascoltate con viva attenzione e con compiacimento da lutti gli ammiragli presenti,· ha risposto il ministro della Marina, che, a nome di tutti, ha ringraziato 'il Presidente del Consiglio. "Gli ammiragli - egli ha soggiunto - non si considerano dei capi militari, ma servitori devoti nel modo p iù incondizionato aglì ìnteressi del paese; ~si sono sempre pronti a ·tutto d are per la sicurezza e per la prosperità della nnione " 'b (Da Il Popolo d'l/,s/i4, N. )0, 27 febbraio 1924, XI).
PER L' INDUSTRIA •
Il Presidente ha detto che egli non aveva bisogno certo di ripetere le dichiarazioni che il Governo continua la sua politica volta ad accr escere ed a valorizzare all'interno e aJl'estero l'industria e gli industriali italiani.
Nella sua azione il Governo ha avuto dalla Confederazione dell'indus~ria e dai suoi attuali dirigenti una collaborazione che ha molto app rezzato e a cui continuerà a ricorr"ere anche nel futuro.
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Appunto peràò il Presidente ha riaffermato la sua voionla che g li industriali tutti, grandi e piccoli, contribuiscano a rafforzare ed a por· tàre aJla massima et'Iicenza la Confedera·zione dell' in dustria non disper· dendo energie, non cos.tituendo doppioni, non ricercando artificiose o artificiali divisioni che non esistono nella continuità della vita economica e che in ogni caso non avrebbero riconoscimento morale da parte d el Governo.
li Duce ha e1preuo /a certezza che almeno i produttori abbiano com· preso che il fattQ elettorale sia cosa contingente e transeunte e che il maggiore affidamento per essi consiste non tanto nell'inclusione o meno di uno o dell'altro nome nella Jista dei candidati per la deputaz ione, quanto nel fatto che la politica governativa continuerà nel suo ind irizzo diretto a considerare l' avvenire dell' industria intimamente collegato coll'avvenire del paese.
Jl ·Pre1idente ha detto inoltre d i 1perare che essi concorreranno an· che all'Istit uto per le informazion i commerciali all'estero, d i prossima creazione. Gli industri ali, che si sono costituiti un cosi for te organismo come la · loro çonfederazione, hanno in questa i l mezzo migliore per esprimere le loro idee, i loro desideri, i loro programmi. Essi poSsono essere certi che il Governo nazionale terrà sempre i loro postulati . nella massima considerazione.
Un Goverrio forte - ha conc/11;0 l'o n. Mussolini - non può che volere un'industria ben attrezzata tecnicamente, unita come organizza. z ìone e capace di reggere alla concorrenza mondiale.
• A Roma, a palaz:i:o Chigi, il pomeriggio del 26 febbraio 1924, Mussolini riceve i componenti ]a Giunta esecutiva della Confederazione dell'industria. Ad essi, ii Presidt"nte del Consiglio rivolge il discorso qu.i riportato in riassunto. (Da Il Popofo d'1'.Jia, N )O, 27 febbraio 1924, XI).