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DAL VIAGGIO NEGLI ABRUZZI AL DELITTO MATTEOTTI 269

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DAL VIAGGIO NEGLI

DAL VIAGGIO NEGLI

O popolo di Catania marinara!

Dobbiamo tornare ad amare il mare, a sentire l'ebbrezza del mare, poiché vivere non necene, ;ed navigare neceue e1t.

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Popolo di Catania!

Leva il tuo pensiero alla Maestà del re (grida di:« Evviva il re!»); leva il tuo pensiero a tutti coloro che hanno sofferto per la patria; leva il tuo pensiero di gratitudine, di orgoglio e d'amore per la nostra bellissima, adorabile Jtalia! (Una interm;nabile ovazione arcoglie le chi111a del disror10 del Duce).

AL POPOLO DI CALTAGIRONE*

Dopo aver ringraziat o il popolo per la manìfestazfone vibrante di 1incùo e11/11siasmo-, ha parole di lode per l ' operosità del popolo ca/aJÙJo, che ha strappato poco a poco il fe udo dalla ma i mprod1111 ività. Rileva che Caltagirone occ11faa un posto, n otevole nel fascismo siciliano e co11d11de dicendo che, avendo vedt1to IIII manifesto l'iscrizione: « Per Mussolini ora e sempre», pr_ega modificare tale dicit ura in q11e1ta: « Per l'llalìa, per ìl re, ora e sempre!». (Le parole del Presidente dei Consiglio sono accolte da grida di: <l Viva il re! Viva l'Italia! Viva Mmso/ini! ». La folla 1al11tt1 MuJSo!ini sventolando bandiere e gaglìardelti ed elevando e11tmit1Itici « alalà! »). ·

AL POPOLO DI SIRACUSA **

Mu ssolini diue che, visitale tutte le citlà d 'Italia, 1i era con vinto cbe il faJCismo era così forte, pot ente e così grande che aveva la certezza di affermare che la Sicilia ben stava a/l'avanguardia del faui!mo italiano ,

• A Catania, in Duomo, l'll maggio 1924, alle 12, Mussolini presenzia una mès~a per gli equipaggi della corazzata Di:mJe Alighieri. Alle 15, . visita la sede del Fascio. Alle 16, lascia Cat2nia in treno diretto a Caltagirone, Alle 17 30, arriva a Caltagirone, dove, dal balcone del palazzo municipale, il deputato Bene-. detto Fragapane, commissario comuna le, annuncia il conferimento d ella cittadinanza onoraria calatìna a Mussol ini. Indi i l Presidente del Consiglio pronuncia i[ discorso qui riportato in riassunto (Da li Po polo d'Italia, N. 114, n maggio 1924, Xl).

•• li 12 maggio 1924, alle 8, Musso lini lascia Caltagirone in treno diretto a M'ussolinia, costruenda borgata. Alle 9 .30, arriva a Mussolinia, dove presenzia la cerimonia per la posa della prìm:i. pietra della Casa del Fascio, murando l a iCguent e pergamena : « Qui a M1molinùt so rg e pei secoli la Casa del Fau io, e che, sebbene . vili/ava Siracusa pet ultima, . eJJa aveva il .prif't.10 posto nel suo 1pirito, perché da q11esta genero1a provincia prese le mo1se il fa1cismo e si irradiò vittoriose> in 111110 il 'rest o della Sicilia. Avrebbe Vo/1110 che a questi cordiali, spontanei, significanti plebi.rcitì di popolo fossero pre.renti i paltidi e 111bdoli politicanti della vecchia e sorpas1ala maniera per poter dimostrare l oro n on esure vero che la Sicilia era Ùl· semìbile al fa.scinnO. '

Non soltanto la valle P adana, le region i meridionali, l'isola di Sicilia, ma tutta l'-lta lia è fascista, e di ciò son persuasi tutti, meno pochl illusi, fanatici e paralitici politicanti. L' Italia gra nde, bella, divina come l'ho sognata io, la veggo nelle vostre facce , nei vostri occhi e mi convinco orma i che è una realtà.

Voi siete qu i non certo spinti dalla violenza, .ma chi amati dalla vostra fede, da lla coscienza della vostra fede a sentire l a parola del capo del Governo, che è la prima volta che parla al popolo, è la prima volta che scende in mezzo a i Javoratori, nei qual i più specialmente poggia l'avvenire d'Italia.

Io sono convinto che se altri sacrifici domandassi a te, o popolo siracusano, pe r la maggiore grandezza della patria, tu li affronteresti. ( T_uno il popolo risponde con u11t1 sola parola: «Sì! »).

Io sono sicuro che se la p atria doman i ti chiamasse ad altre marce, t u saresti sempre p ronto a marcia re. (/J pop olo J'inl errompe, gridando unanime : «Sì .I»).

Con questo popolo, con le camicie nere, con la saggezza del re e coll'energ ia del Governo naz ionale, l'Ita lia no n potrà essere che g rande e forte quale io l'ho sempre sognata. (Il delirio degli applatoi è indeffri11ibile ed il Duce è rostretlo ad aff acciar1i ripetute volte 1alulandb ro• manamen fe).

10/idtJ quadrata, r:om~ la fedi! e /,1 JenMÙt drgli iJ<t/ù:mi. NelJ'anno 1l (1924 ) àel/' éra faJr:ù r11, Mu uolini ». Alle IO, prosegue in treno per Ragusa. Alle 10.30, arriva :1 Ragu~a. Qui, in piazza Um~rto I, inaugu ra il monumento ai caduti. Alle 14, lascia Ragusa in treno, diretto a Siracusa Verso le 18, arriva a Siracusa Alle 19, dal balcone del palazzo municipale, pronuncia i.I discorso q ui r iportato in riassunto. (Dal Giornale dell'frola di Catania, N. 11 4, 14 maggio 1924, X) .

PER L' EM IGRAZION E *

Maesti ! Eccellenze! Signori!

Come primo ministro di Sua. Maestà il re d'Italia, ho l'onore di porgere ai rappresentanti dei Governi convenuti a Roma da tutte le parti del mondo, i l saluto del re e del Governo, e il benvenuto del popolo italiano.

Sono lieto di constatare che l'iniziativa presa dall'Italia ha avuto largo consenso Il Governo italiano tiene ad esprimere ai Governi qui rappresentati il suo ringraziamento ca loroso per l'accogl ienza che essi h anno fatto al suo invito. :E: g razie a questa att itud ine così amichevole che oggi, nella capitale d'Ital ia, i delegati di ben cinquantanove paesi si riuniscono per scambiarsi le loro vedute su alcuno degli argomenti che inte ressano uno dei più grandi fenOmeni dell'umanità.

Mentre si svolge con laborioso processo l' opera delle organ izzazion i internazionali create per promuo,·cre lo svi luppo della legislazione a fa. vore dei laYoratori è parso utile al Governo italiano di invitare tutti i paesi più importanti ad esaminare in questa conferenza i problemi che concernono, sotto i loro vari aspetti, l'emigrazione e l'immigrazione.

Nel corso degli ultimi sessant'anni, altri Stati ebbero l'idea d i pro· muovere u na con fe renza internazionale d ell'emigrazione, ma l'iniziat iva, accolta con indifferenza, non poté essere realizzata. Ogg i invece le nazioni, col loro intervento a questo convegno, che rimarrà memorabile, dimostra!"1,0 di sentire l'ut ilità di una discussione internazionale dei pro· blemi dell'emig razione.

Io credò che sia generale il convincimento che og n i paese debba segui re con vigile cura le sorti dei suoi figli che portano ]a loro forza di lavoro al di là delle fronti ere della patria; ma _a ciò_ è necessaria la col-

* A Siracusa, il 13 magsio 1924, alle 6. 30,· Mussolini si e ra jmbarcato sul sommergibile H. 2 diretto ad Augusta p er visitare l'idroscalo, V erso le 11, era rientrato in idrovolante a SiC3cusa. N el pome riggio, nell'anfiteatro greco, aveva assis tito ad una r appresentazione st raordinaria dc / ulle di T ~b~ di Eschilo e dcll'Amigo,1~ di Sofocle. All e 19.45, si era imbarcato sulla corazzata D anJe Alighieri (386) diretto a Formia. Il 14 maggio, alle 11, era sbarcato a Formia Alle 12.30, aveva proseguito in tr eno :11Ja volta d i Roma. Alle 15, era a rrivato nella cap itale. Il 15 magsio, alle 10.30, in Campidoglio, ne lla sala d eg li O razi e Curiazi, alla pre-senza del r e, in:1ugura la conferenza internazioo.1.le per l'emigrazione. In ta le occasione, dopo il sa luto dell'Urbe recato dal senatore Filippo Cremonesi, i l Presidente del Consig lio pronuncia il discorso qui. riport ato (O:! li Popolo d'lt4ia, Nn 115, 116, 117, 14, 15, 16 mag gio 1924, XI) laborazione fra gli Stati. I paesi di emigrazione non dovrebbero ingerirsi n elle faccende degli Stati stranieri ; cosi come i paesi di immigraz ione non dovrebbero estendere il loro intervento , neppure con misure ind,i~ rette, al di là dei loro territori. Ma da parte di tutti, nell'omaggio doveroso aJle leggi dell'um:mità, è nece~sario che sia messa in opera la più stretta collabo razione affinché il trasferime nto degli ind ividui da pae:;e a paese avvenga con soddisfazione recip roca e nel reciproco interesse.

Questa mirabile sorgente di ricchezza che è J'emigrazione, fa talmente dest inata, per ·un a legge naturale di equilibr io, a traboccare-_ dai paesi demograficamente ricchi a quelli nei quali la dovizia d i terra, i tesori del sottosuolo, lo sviluppo industriale domandano una quantità di lavoro umano superiore aJla disponibilità della loro popolazione, non può essere conside rata come una merce. Essa deve trovare le v ie d i sbocco d ignitose e g iustamente compensate; il distacco dalla pat ria men triste; la vita più facile nei paesi di immigraiione; dove l' em ig rante, per q u anto sia possibile ed equo, goda dei b enefici accordati ai lavoratori del paese, come con questi divide le fatiche del lavoro.

Vi è <}ui un campo aperto alle intese internazionali le più generose, e questa con fe re nza ha precisamente l'alta missione d i fa r uscire dalle sue diScuss ioni i principi generali che dovrebbero segnare l'orientaz ione d ei Governi nella stipulazione di tali intese.

Un doppio ordine ·di esigenze, di interessi e di diritti deve essere tenuto presen te neJie soluzioni concrete delle varie questioni: da una parte le esigellze e g li interessi legittimi degli Stati di immigrazione n ell'ordine pol it ico, sociale ed economico; dall'altra la t utela efficace della vita, deIJa salute, degli interessi l egittimi dei lavoratori stranieri, med iante regole ispirate a principi d i equità,

I d ue o rd in i d i considerazioni che ho rich iamati al vostro pcmìc-ro si p rospettan o soprattutto nel definiré la condizione giuridica dell'emigrato per modo che questi sia messo in grado di dare con amore e devozione tutte le sue attività al paese in cui vive e di serbare pu ro nell'a~imo i1 r icordò della sua terra di origine.

Lo scambio delle energie di lavoro fra le nazioni ris ponde oggi più che mai ad una necessità dell'ordine economico, che, nella. ri presa delle attività produttive, manda i suoi potenti riflessi nell'ordine sociale e p ol itico.

Questo scambio di energ ie di lav oro è u_no dei fattori umani veramen te operativi nel ravvicinamento spirituale dei popoli e nel ristabilimento del· l'equilibrio della produzione: esso serve d'incremento a llo scambio . di ricchezza fra nazione e nazione e allo sviluppo della civiltà umana , tempo che alle intese economiche, che rig uardano g li scambi della ricchezza, si aggiungano le intese per la tutela internazionale dei lavo· ratori. Voi siete chiamati ad esprimere qui il vostro avviso su tutte le questioni più importanti che toccano questi aspetti delle relazionì intèr· nazionali. · lo non mi lwingo di credere che i vostri lavori poosano essere più proficui di quello che ragionevolmente si possa sperare, Le condizioni del mercato mondiale sono propizie al primeggiare delle tendenze rcstrizioniste, e non è in vostro potere di modificare questo stato di cose. Ma poiché questo stato d'animo di certi popoli non può essere duraturo, e poiché l'assetto economico del mondo si appalesa sempre in maggiore incremento, sembra opportuno che si getti fin d'ora il seme di tutte le intese, più precise e. più larghe, tra j popoli, sul. campo fecondo del lavoro. , t!: dunque, signori, nella fidu cia profonda che la comprensione del mutuo interesse ed il più sincero accordo presiedano al _vostro lavoro, che io auguro per esso i più fecondi rcsultati; e nel nome augwto di Sua Maestà il re, dichiaro aperta la conferenza internazionale dell'emigrazione e dell'irrunigrazione. (Scoppian o imistenti, fragorosi applausi).

Dipenderà da voi, dallo spirito che_ animerà le YOStre disrussioni, se questa conferenza potrà veramente essere l'iniziatrice di un'opera fe conda, potrà dare una collaborazione apprezzabile ai ·coycrni.

Io confido nella Vostra attività e nel vostro sapere per far si che la conferenza di Roma lasci di sé una traccia indelebile nella evoluzione della legislazione e degli accordi internazionali in materia di emigrazione. Già il fatto di averla potuta radunare; di poter salutare fra i rappresentanti di quasi tutti i paesi del mondo, autorevoli membri del Governo in carica, ex ministri, uomini politici e diplomatici, funzionari ed esperti illustri; g ià la fortuna di vedere presenti nel giorno della solenne inaugurazione il presidente di turno del Consigl io della Società delle nazioni ed il presidente del Consiglio di amministrazione. dell'Ufficio internazionale. del Javor~. costituiscono non soltanto una prova di amicizia per l'Italia ed una attestazione di simpatia per la sua emigrazione, ma la garanzii più sicura per il felice successo di questa conferenza.

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