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VIAGGIO NEGLI ABRUZZI AL DELITTO MATTEOTTI 81
la nazione apprezza. oggi il sacrificio compiuto in guerra. Non cos1 tre arizii fa, nel 1919, nel 1920. Questo deve essere ricordato, poiché c'è già della geate dimentica. Par quasi che l'Italia non abbia vissuto q~ei tempi! Noì, soprattutto, dobbiamo ricordare, noi e tutti i combattenti e mutilati, per trarre propositi, perché quei tem pi sono finiti e tramon· tati per sempre, E se qualcuno 'pensasse a risuscitarli, io. allora lancerei l'appello del quale ~a parlato poco fa il genera le De Gaspari, A quel. l'appeIIo, certa mente le medaglie d'oro risponderebbero in prima linea, come i combattenti, come i mutilati, come lf: camicie nere, come tutti i cittadini devoti alla patria.
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L'()tt. Mussolini si è poi trattenuto q11alche tempo a pa,rlare coi p,e. sen~i, che ha ttllti fine Jtrl11tati rordialmenJe
QUINTO ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA,ALL'AEROPORTO DI CENTOCELLE *
Duca della Vittoria! Duca del Mare! Generali d'Esercito! Ufficiali! Soldati!
Prima. di tutto vada in questo giorno doppiamente fausto il nostro reverente pensiero alla sacra Maestà del re sempre presente nelle manifestazioni di ordine militare. (Grida di: « V iva il rel »). Vi dichiaro che sono ammi rato per quanto ho visto in questo campo, Sotto i miei occhi ecco crescere e diventare gagliarda l'arma del cielo. Ciò m'induce a non insistere sul t riste periodo di decadenza q uando si smobilitarono non solo le macchine; ma, quel che è peggio, gli spiriti. Come uomo posso inseguire dei sogni e delle illusioni, come capo del G ove rno , colla enorme responsabilità d ella esistenza, d ell'ind ipendenza, della libertà, del benessere del popolo italiano, ho l'obbligo di non credere alla p ace universa le e meno ancora perpetua Non so se la g uerra di doma ni sarà esclusivamen te" aerea o terrest re o marittima. A me basta meditare su quello che fanno gli altri, Se gli altri armano nel cielo, noi pure dobbiamo armare nel cielo. Durante la guerra, l'aviazione ita.liana, che ebbe tra i suoi Come grande animatore e volatore G abriele d'Annunzio, toccò il vertice dell' eroismo,
Queste tradizioni sono ancora intatte nell'an ima di tutti gli aviatori. Il 31 ottobre, Roma ha assistito a uno spettacolo grandioso, il più im· pressionante che io mi abbia mai visto. T recento aeroplani solcarono per
• Discorso pronunciato a Roma, all'aeroporto cli Centocelle, la mattina del 4 novembre 1923, do po aver appuntato sul pel!O di Antonio Locatelli la medaglia d 'oro al valor militare ( Da Il Popolo d' I1d!ir1, N. 265, 6 novernbre 1923, X).
Opera Omnia Di Benito Mussoljnj
due ore il cielo dell'Urbe senza il minimo incidente. Nell' anno prossimo, il loro numero sarà tripl icato. Siamo obbligati ad una politica fortemente aviatoria, basta porsi sotto gli occhi una carta geografica ~r vedere che l'Italia non avrà mai un nwnero sufficente di aeroplani per difendersi.
Ufficiali! Soldati!
Gli eroismi di ieri parlano alle nostre a nime e devono tracciarci le strade del domani. Francesco Baracca, mio conterraneo, deve inspirarci. Vi parlo come capo deJ Governo e come aviatore che ha volato e volerà.
Ufficiali e soldati!
Vi consegno una bandiera che non è solo un drappo, ma una fiamma; non solo una insegna, ma un simbolo. La porterete sempre più oltre, sempre più alta. La difenderete colla vita e colla morte.
Viva il re!
Viva l'Italia! (Tu11i i p re;enlì ripet ono il grido. Gli ufficiali ed i saldali si metlono su/I'« allenti/», mentre la musica suona le prime note della mm·cia reale). ,.
lnlttnto, I" n11ova bandiera viene .spiegata dal fodero, li Presidenle la consegna nl generale Phci o. Quind i 1_i rit1olge alle truppe e dice:
Ufficiali e soldati!
Questa bandiera, già consacrata nella g uerra, ci è data come simbolo del nostro onore. Non si abbandona se non con Ja vita. Lo giurate voi? (Tulli gli ufficiali e soMati gridano a g ran voce; « Lo giuro.I»).
PER LA CROCE DI GUERRA CECOSLOVACCA *
Signor ministro!
Credo di interpretare a nche il p ensiero dei miei coiléghi ed amici carissimi attestandovi la mia soddisfazione per l'alto onore che oggi ci fa 1a. vostra Repubblica. Voi avete avuto la cortesia di ricordare l'opera da me spiegata in altri tempi, quando 1a vostra patria gemeva sotto le catene, .che poi dallo sforzo sono state infrante, lo credo fermamente, per sempre.
La vostra storia mi ha interessato. Il vostro eroe riazionale è stato
• A Roma, a palano Chigi, il pomeriggio del 4 novembre 1923, Vlas1imil Kybal, inviato straordinario e ministro plenipotenziario della Repubblica e«~ slovacca, fosignisce Mussolini e i souosegretari Giacomo Acerbo, AIJo F inzi e Alessandro Sardi della croce di g uerra cecoslovacca. All'indirizzo rivollogli d a Vlast.imil Kybal, il Presidente del Consiglio risponde con le parole qui ri portate . (Da ti Popolo d' Italia, N . 265, 6 novembre 1923, X).
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oggetto di un mio modesto studio. Ricordo con una certa soddisfazione che la mia opera giornalistica ha molto influito nel provocarè le deci• sioni del Governo di Roma favorevoli alla creazione delle vostre splen• dide l~gioni. Credo di no~ commettere un peccato di orgoglio se dico che il vostro esercito è nato in Italia; questo determina i rapporti tra i nostri due paesi, rapporti di assoluta cordia lità e di perfetta amicizia.
Noi siamo nella posizione fortunata d1e nulla ci divide: nulla po· liticamente, nulla territorialmente. Molto ci unisce. Io credo che Roma e Praga possano intendersi, non solo per liquidare il p~ssato e per _renderlo irrevocabile, ma anche per costruire la ~trada di una pacifica colfa.borazione nel futuro.
AGLI IMPIEGATI DELLE POSTE E TELEGRAFI*
Signori!
L'attestato di simpatia e di solidarietà che mi offrite colle firme del personale è altamente significativo, perché dimostra che in tutti gli ·str ati e Je categorie del persoriate· postelegrafon ico è stata compresa una semplice e fondamentale verità, che è questa: che siamo tutti legati allo stesso destino e che più devoti alla nazione ed allo Stato devono csscce quelli che nella amministrazione dello Stato lavorano, compiendo i l p roprio do vere. Un giorno o l'altro io t esserò l'elogio della burocrazia ital iana a comincia re dalla sua onestà. I n dodici mes i di Governo, mi sono convinto che Ja onestà e la correttezza degli impi egati dello Stato in Italia sono assolute. Si potrà 'discutere; vi saranno critici cd ipercrit ici che potranno discutere su altri Jati del problema ; ma su q uesto, che è un elemento fondamenta le, non vi può essere che unanimità di giudizio. La burocrazia italiana è corretta, onestissima. In secondo luogo, <.1uando l'esempio scende dall'alto, quando coloro che governano lavorano, questo esempio si ripercuote, si rifrange su tutta la scala, dal più alto :tl più basso gradino, dal capo divisione all'usciere tutti si sentono ~egati all'amministrazione, lutti comprendono che in questo ingranaggio,1 gli apparecchi sono condizionat i l'uno all'altro. Non può u no solo fa re il proprio dovere, lutti lo devono fare.
"' A Roma, nel .salone della Vittoria Ji palazzo Chigi, la mattina del 6 novembre 1923 , Mussolini riceve il comitato di az ione patriottica fra il persona.le postelegrafico ed i rappresentanti del personale di tutte le provincie d·Jtalia, che gli offrono un album contenente sessantamila fume raccolte fra il personale del· l'amministrazione ~ teleg rafonica. In tale occasione, il Presidente del Consiglio pronuncia le pa role qui riport:,,tc. (Da li Popolo d'lla/ia, N. 266, 7 novembre 1923, X) ·
Opera Omnia Di Benito Mussolini
Con questo g esto mi dimostrat e un'altr~ cosa a mio avviso anche essa importante ed è questa: che voi comprendete che se il Governo prende delle misure che qualche volta sembra.no severe, non lo fa per capriccio. E una necessità che è superiore alla volontà. D'altra parte io credo che ìl Vostro ideale ed il mio sia quello che si può riassumere in una formula molto semplice: pochi impiegati bene trattati , che pos-sano vivere di una vita estremamente dignitosa, che non s iano vessati continuamente dalle necessità inesorabili della vita, che _abbiano l'orgoglio della propria missione e funzione.
Queste cose io vi dovevo dire molto succintamente. Vi prego nello stesso tempo di portare a tutti i vostri colleghi il mio plauso, il mio ringraziamento ed il mio saluto. (Le parol e del President e sono state arco/!~ da vive e ra/()f'o!e dpprovazioni) . .
PER L'AVIAZ IONE ITALIANA*.
Duca della Vittorja ! Duca d e! Mare! Colleghi! Signori!
:E veramente, come ha detto il mio caro amico Mercanti , quella di questa sera una eccezione che io faccio alla mia ormai inveterata f obia conviviale, ma sono venuto fra voi volentieri, pèrché l'invito non recava parole solenni: diceva « all'avìat?re Mussolini». Questo n:ii ha estrem:i.mente lusingato, poiché ho l'orgoglio di questa mia qualità, orgogljo che ho documentato jn tempi in cui pochissimi volavano e cadendo1 perché avevo il proposito di esse re pilota a trentasette anni , volando dopo essere cadµto naturalmente. E pochi mesi or sono, compiendo un volo che si potrebbe chiamare d i guerra - ~orna-Udine e ritorno - ho dimostrato ch e si p uò governa re la nazion e; ma non per questo si <leb b ono p erd ere le ab itudin i del rischio e d ell'ardimento, poiché la vita deve essere rischiata e rivissuta quotid ianamen te, continuamente dimost rando che si è pronti a gettarla quando sia necessario. Ho ascoltato molto attentamentr il discorso dell'a mico Mercant i e, soprattutto, mi ha interessato lo sdoppiamento deJla sua perso nalità. Ma il problema è risolto, mio caro amico. Se tu come p~esidente dell'« Aero
• A Roma, al « Grand hOtel », la sera del 6 novembre 1923, · l'« Aero Club » offre un banchetto in c,nore di Mussolini. Terminato il banchetto, il gtand'ufficial Anuro Mercanti, intendente gene;ale dell'Aerona utica, pronuncia un breve discorso e il comandante Eugenio Casagrande di Vill.aviera cOn~g na al P residente del Consiglio la medaglia d' o ro dell'Aeronautica Indi Mussol ini pro- ' nuncia il discorso qui riportato, (Da Il Popol o d' Italia, N. 266, 7 novemb re 19 23, X).
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Club» d'Italia trovi che non tutte le cose dell'Intendenza vannò bene, come intendente s; i nell"a. migliore posizione per metterle a posto. D'altra parte io rispetto e comprendo le critiche. C'è sempre qualcuno che "ha i! compito di mormorare, c'è sempre qualcuno che grida che se lui fosse a quel posto le cose andrebbero meglio. "E incredibile che durante il tempo della guerra ci fossero degli strateghi -che seguivano con le bandierine le avanzate e pensavano veramente che sè fossero stati essi al Comando Supremo 1a vittoria sarebbe stata ottenuta molto più rapidamente. Per rendersi conto della reale situazione delle cose e dei fatti , bisogna prendere dei termini di con!rooto, bisogna vedere che cosa era l'aviazione un anno fa , tre anni fa nei tempi bastardi del 1919 e del 19 20 e ·che cosa è oggi. Voi conosceté certamente la lacrimevole istoria della smobilitazìpne aviatoria compiutasi negli infausti anni del 19 19 e del 1920. Sembrava che una foll ia bieca avesse preso i nostri g overnanti. C'e rano delle persone che non volevano più vedere aero plani e non volevano più sentire il rombo d ei motori, che credevano che il t empo della pace universale, perpetua, durevole, fosse realmente spuntato,_No i abbiamo, con la nostra menta]ità spregiudicata, fatto giustizia di tutta questa falsa letteratura, di tutta questa bassa distruttrice e suicida ideologia. Noi ci siamo posti innanzi il problema della ricostruzione, 11 problema è enormemente complesso, poiché non si costruisce in un solo campo, Il difficile è che bisogna ricostruire in campi diversi contemporaneamente, spesso in campi .contrastanti tra loro.
L'aviazione, che non esisteva nel 1919 e nel 1920, che esisten pochissimo nel 1921 e nel 1922, oggi esiste Non è forse l'aviazione francese, non è forse l'aviazione ing lese, ma siamo sulla buona strada, che può condurci, se non alla parità, certo a condizioni tali che ci permettano di front egg iare qualsiasi evento.
La materia umana c'è. Io non vi faccio un elogio interessato Se v i dico che i piloti italia ni, per ·giudizio unanime anche d egli st ranieri, · sono fra i migliori del mondo.
' Quando lo spirito c'è e sa dare la propria impronta, esso domina Ja materia. Quando Io spirito dà l'impronta della sua attività aJiè manifestazioni della vita nazionale, tutto si accelera nel ritmo, Sono perfettamente ottimista circa l'avvenire .d ell'aviazione italiana. Credo che ci metteremo alla" pari con·le altre na2ioni. Le altre nazioni, del resto, si accorgono di questa atmosfera nuova in cui v iviamo da un anno a questa parte. Perché soltanto ' in quest'anno i generali francesi ed inglesi che fu rono con noi a Vittorio Veneto, perché soltanto oggi hanno mandato dispacci di cong ratulaz ioni ? Ebbene, q uesto ci Wmostra che la vittoria non è un fatto militare, o meglio rion è soltanto un fatto mitifa,re, non è un episodio d efinito in dete rminat e situazioni di spazio ':. d i tempo. 11 senso della vittoria è una cosa che diviene. L?, vittoda acquista forme sempre più g randiose a mano a mano che lo spirito si eleva Se i generali alleali ci mand ano il loro sa luto gentile è perché sentono che l'atmosfera è cambiata, vedono i nostri progressi, riflettono sulle nostre parole. "
Dichiaro che se le altre nazioni sono più preparate ·dal punto di vista militare, nessun popolo nell'ora attuale è più preparato del nostro ad affrontare i ·cimenti che si rendessero inev itabili;
Accetto questa medaglia non tanto come premio per il passato, ma come anticipato premio sull'avvenire. Voi sapete che io vivo pochissimo del passato: vivo sempre del domani, preparo le cose a distanza, mentre 1a gente crede che s iano improvvisate Non tutti hanno l'obbl igo d i conoscere il mio travaglio e sapere come maturano le mie decisioni.
Affermo qui, in questa magnifica, superba riunione giovanile, che le speranze delf" A. viazione ita liana. non saranno deluse. Finché io sia al mio posto di commissario per l'Aviazione non v'è dubbio che tutte le mie ener,gie saranno dedicate all'Aviazione italiana. Voi avrete i mezzi ne· cessaci perché credo che il m io amico De Stefani sia d'accordo con me nel· ritenere che b isogna sollecitamente riguadagnare il tempo perduto poiché c'è da tremare quando si pensi alla situazione in cui siamo stati negli anni scorsi. L'amico De Stefani è pronto a darvi questi mezzi. Lo spirito ve lo darò io, · il mio Governo e tutto il popolo italiano. I.a stampa. farà bene ad aiutare il Governo a creare la coscienza avfatoria del popolo italiano. Tut ti non possono volare. Non è necessario, non è nemmeno des iderabile che tutti volino. Jl volo deve rimanere ancora il privilegio di una aristocrazia, ma tutti devono avere il desiderio del volo, tutti debbono avere la nostaISia del volo, tutti i cittadini buoni, tutt i i devoti cittadini devono seguir~ con profondo sentimento lo sviluppo dell'ala tricolore Quest'ala è stata band ita per due o tre anni dal cielo adorabile delia nostra· terra, quest'ala, oggi, riprende il suo volo. Que· st'a la non sarà più infranta. Ne prendo formale, solenne impegno, come aviatore e co~e capo del Governo italiano. (Una prolungata ovazione 1aluta "la fine d el diJcor10 del Presidente).