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POLITICA E GIORNALISMO

L'AFFARE BEMPORAD

« Non rispondere !», h1 inti mato l'on. Elia Musatti, Norma delle famose lettere veneziane. « Non rispondo! » , ha .obbedito l'on. Turati . Dop<> di che, g rande applauso, balzo in p iedi, raffica di contumelie. e calata del sipario, I socialpussisti del Parlamento e di fuori credono con questo clamore da teatro campestre di m arionette - sire, il t rono vacilla! - di avere liquidato l'affa re Bempora<l-Turati. S' ingannano. Il pubblko è rimasto male, noo esclusi i socialisti che non h an no perduto, in maniera irreparabile, la facoltà di raz iocinio autonomo. E no i rip rendiamo J'argomento, perché ci interessa. Non parole grosse, ma semplici dati di fatto.

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La Critica Socia/~ è 1a rivista del cosiddetto socialismo scientifico diretta da Filippo Turati.

Ultimamente era amministrata e stampata dalla Casa editrice A vami! Niente di più naturale. Ma, ad un dato mome nto, fon. Turati pianta 1a çasa ed itrice A wmJi .' Per quali ragioni,. se è lecito avanzare questa domanda? Non per ragioni d'indole politica, poiché il dissenso TuratiSerrati è di lana caprina. Per ragioni amministrative, evidentemente.

Abbandonata la Società ed itri ce A vanli.l, l'on. Turati affida la sua ,rivista alla Casa editrice Bemporad. Casa ed itrice «:borghese», che durante la guerra aveva pubblicato « centinaia di vo lumi patriottic i che contribuirono n otevolmente a lla resistenza». L'o n. T urati non ha trovato incompatibilità morale di sorta fra q uesti precedenti editoriali, Enrico Bemporad e il socialismo della sua riv ista. _ E sta bene. Ma la disrussio11e parlamentare, Je dichiarazioni d i Turati" e quelle di· Trcves non han no portato nessuna luce - nemmeno queUa di un modesto cèrino - su altri punti interessanti della faccenda . Si- domanda :

1. La Critica Sociale è soltanto sta mpata dalla Casa ed itrice Bemporad?

2. O è anche amministrata?

3. O è - come p are - diventata proprietà della Casa Cditrice Bemporad?

4. JnsOmma: l'qn, Turati ha ceduto ·o non. ha ceduto la proprietà della sua rivista ? ·

,. E se l'ha ceduta; a quali condizioni lo ha fatto?

6 vero o non è vero che Enrico Bemparad ha sbors3to, per ottenere ìn proprietà la Critica Sociale, qualche cosa come tre-cento biglietti da mille borghesi, con tanto di effigie regia?

Dalla lettera di uno degli interessati non sì è capito gran che. Il signor Bemporad ammette implicitamente due cose: che del Consiglio d'amministrazione fanno parte uomini di tutti i part iti, qui!ldi anche l'on. Treves, e che c'è stato un aumento recente di capitale: quello versato d alt a .Banca Commerciale.

Altro punto da chiarire. La Casa editrice Bemporad è soltanto finanziata dalla ~anca Commerciale o è ·proprietà della Banca Commerciale?

Di notevole nella lettera del signor Bemporad il ri lie\'O politico sull'utilità anticomunista della pubblicazione della Critica Sociale. Ed ha quindi ragione, dal suo punto di v ista, l'O rdine Nuovo , quando .commenta:

« In tutto ciò chi può negare che alla Banca Commerciale non si p uò fare alcun .rimprovero né di mancanza di coerenza, né di mancanza di log idtà? Quelli che ne escono male sono gli altri: i .due propagandisti, i signori Treves e Turati, inéaricati dalla Banca Commerciale di disgregare il movimento opera.io. Ma ciononosta nte questi capi sono i facloltrm del Partito Socialista Italiano, che li tiene con tan to amore sul suo seno e che si è tanto offeso quando si detto che essi erano ne lle sue file due avvocati agli stipendi della borghesia. Per chi aveva proprio bisog no della prova materiale, anche questa discussione alla Camera può servire come una qualsiasi esibiz-ione di parcella -o.

Ma. noi torniamo a domandare: per quali motivi e a quali condizioni materiali e morali l'on. Turati ha ceduto la sua CriJira Sodale all'ed itore borghese Enrico Bemporad? Nell'attesa di questa risposta, cogliamo l'occasione per dire schietto e tondo che il progetto di legge Modigliani è una grandissima buffonata, che poteva spuntare soltanto nel cervello di un subdolo lc\'antino più o me no italianizzato. La commovente unanimità che accoglie il progetto Modigliani, accentua 'il carattere farsesco della faccenda. Basta pensare che l'indagine sui fondi che .1 Jimentano i giornali dev'essere retrospettiva. Non andrà, naturalmente, oltre il 1914, anno di nascita di° questo giornale. Un piccolo calcolo. Secondo recenti statistiche, i ,quotidiani iri Italia - q ualora si voglia limitare l'inclagine ai soli quotidiani - sono 135. Moltiplicati per otto, soilo dunque 1080 anni di gestione amministrativa che dov rebbero essere esaminati. E chi dovrebbe indagare ? Gente del Governo o individui apparte"nenti alla stampa? O al pubbl ico? Ed esso ha tan to tempo da perdere? Siamo in pieno g inep raio . Si esamineranno soltanto le gestioni dei giornali vivi? E perché rispar~iare quelli più o meno gloriosamente" defunti? :e dal 1917 che il signor Modigliani ci mena il. can per l'aia. Sarebbe ora di decide rsi. Ma non si deciderà. L' obiettivo della sua mossa .è ch iaro:' infamare tutta la stampa non socia lista, fa. cendola apparire come legata ai più loschi interessi è tenerla per molto tempo sotto questa spada dl Damocle.

In fondo, il signor ·Modigliani non ci tiene troppo a sapere come vivono i 134 giornali della penisola. Il suo progetto di legge mirava a dargli il modo di conoscere come vive il 135° giornale: questo Popolo à'Ilalia, che sta particolarmente sullo stomaco all'avvocato livornese e ai suoi compagni di camotra, Poi, il signor Modigliani dev'essersi convinto che il gioco non va.le la candela, davanti a gente che coine noi ha il perfetto cinismo di chiamarsi « arcivendutà »; e da allora il suo progetto da quattro anni in mora, né si sa quando verrà avanti. Molto probabilmente non si uscirà dai platonismi verbali. Dopo l'affare Bemporad, si è visto che straccetti sporchi si trovano anche in quelle case che parevano di" vetro e abitate da v irtuosi di grosso calibro; i yirtuosi chè non si discutono, che sono « tabu ».

Comprendiamo l'acre postilla dell'Avanti/ alla lettera di. Bemporad, la quale non rivela soltanto l'anima bottegaia dell'editore fiorentino, · ma l'anima prosaìcamerite mercant ile, :i.ffaristica del puro, purissimo, . immacolatissimo, più o meno destro, socialismo itali:1~0.

Responsabilita

La nostra deplorazione del delitto di Cremona, prima ancora di conoscerne j particolari , che modificano enormemente la prima versione, è stata immediata e decisa. I socialpussisti non hanno mai, diciamo ma i, avuto questo coraggio". Non ebbero il coraggio di deplo~arc l'uccisione di Giulio Giordani o il massacro dei fascisti ferraresi o l'agguato ai funerali di Modena. la nostra deplorazione dell'episodio di Cremona non ha lo scopo di addolcire l'antifascismo canag liesco dei socialisti. Dà mesi e mesi il loro giornale è Zep po di calunnie e di diffamazioni contro il fascismo. Naturalmente questa criminale campàgna di stampa raggiunge i suoi effetti, in quanto determina stati d'animo d'e5a.sperazionc _ fra le masse dei fascisti. I socialisti, che rivendicano a sé il monopolio- della buona fede, negano ogni s incerità alla nostra deplorazione. Possono dub_itarne dal punto di vista umano, non già da quello politico. Certi episo~i non g iovano ad un partito. Deplorando l' assass inio di Cremona, obbediamo all'imperativo categorico della nostra ·coscienza. E non insist iamo, perché non intendi;1mo che ci ' si dia dei coccodrilli o che le nostre parole sìanu interpretate come un sintomo d"incertezza. Affatto. ! ora di domandarsi che cosa pensano di ·fare i socialisti. Poiché i l sangue che si versa riQdc sulle loro coscienze. Essi imbestiano il proletariato e i fasc isti sono cos tretti a difendersi. Tragico è l"episodio di Cremona, ma l'A vanti.' dimentica dunque la fin e del g iovinetto Berta, buttato nell"Arno? Il Put deve convincersi oramai di queste semplici verità:

·1. Il fascismo non è un fenomeno passeggero, poiché si è inserito profondnmente e Vlstamente nella vita della nazione;

2. Esasperare le collere dei proletari, diffamàndo nella maniera più indegna il fascismo, significa esporre i tesserati ai colpi legittimi dei fascisti;

3. Gli scioperi general i danneggiano un poco_l'econom ia della nazione, molto il Pm e assolutlmente nulla il fascismo.

Le ultime notizie che ci giungono da Cremona stabil iscono la verità dei fatti e d emoliscòn o l'o rrenda montatura, e retta, in primo luogo, da un giornale democratico. (Un giorno o l'àltro bisognerà fare i conti - molti cont i! - anchè colla democrazia in genere e con quella « seco- lina » in particolare!). Ma intanto Jo S<opo è raggiunto: tenere per quarant'otto ore la nazione sotto l'imp ressione di un delitto nefando, impressione che le versioni s.uCcessive non bastano più ad attenuare.

Ma è appu~to con questo continuato oltraggio alla vÙìtà, con questa precipitosa speculazione sui morti, che si arroventano le passioni e altro sangue viene versato. E sui socialisti che ricade la maggiore responsabilità del perdurare della guerriglia civile.

Mussolini

Da li Popolo d'Italia, N. 297, 14 dicembre 1921, VIII.

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