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FORZE E PROGRAMMI

Fra ·gli scrittori. politici it~liani che . più sembrano inquieta ti dal fenomeno fascista, è certamente .da annoveraré, e fra i primi, l'on . Labriola. Il deputato napoletano cosl conclude l'articolo suo p iù recente pubblicato sul Roma :

« I fatti di Rom'a hanno p osto il fasci smo sul terreno della discussion e. Ed ora - bon gré1 mal gré - pu~licisti e u om ini politici devono affronta.ria ».

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D iscuti amQ, dunqù.~. Arturo l abriola torna a domandarc·: che cosa vuo le il fascismo? L'interrogat ivo è ozioso. P er sapere che cosa vuole 11 fascismo, basta seguirne le manifestazioni politiche. ·Per sapere, ad esempio, che cosa vuo le il fas cismo relativamente a tre dei_ problemi fondamentali della nazione - e cioè la questione _ag raria, la q uestion e meridionale, la questione marinara - l'on. Labriola è vivamente pregato di Jeggere Je relazioni e gli ordini del giorno presentati da Sansanelli, Polverelli, Mastromattei e approvati dal congresso d i Roma alla unanimità. 11 fascìsmo ha già. chiaramente detto che cosa vuole, ad esemp io, nei confront i · delle popolazioni allogci:ie incluse nei nostri confini; nei ·confronti della D almazia, dell'Alban ia, dell' Asia M inore ; nei confrorìt'i della pclitica da seguire verso i popoli dell'Oriente eu.ropeo. Il fascismo ha già postulati precisi per ciò c~e rig uarda Jo svecchiamento della nostra d ip lomazia e la tutela e la utilizzazio r:ie - ai finì d ell'espansione nazional e - de i m ilioni d i italiani disp ersi n el mondo. Anche i p roblemi d'ordine economico ·sindacale sono sta ti affrontati dal fasci smoi il quale non solo non ripudia, ma crea. organ izzazioni ·si ndacaJi e- cooperative, mentre respinge tutti i tentat ivi di gestioni statal i, perché dimostratesi antieconomiche da un'esperienza Oramai semisecolare.

'.È ·ridicolo credere e· far credere che i fascisti brancolino nel buio assoluto in tema di programmi. Noì ·-- ripetiamolo - llon ci teniamo troppo ad ave re un programma,. nel senso che i pa rti ti t rad iziona li daòno a questa parola, ma poss iamo vantarci di avere una nost ra soluzione p er ognu no dei molti ,problemi che bisogna finalmente risolvere-.

Ciò che in particolar modo angustia l'on. Labriola, è l'organizzazione tipica del fascismo. Poiché il caso gli ha concesso di assistere alla parata fascista di Roma, ne ha riportato un'impressione sbalorditiva. Che cosa avverrebbe·- egli si domanda - se queste forze cosl perfettamente inquadrate si scagliassero contro lo Stato? Probabilmente questo: che lo Stato non potrebbe resistere all' urto. Gliuom su questo argo-_ mento. Facciamo osservare al Labriola che l'idea di dare una costituzione interna di carattere militare ai partit i politici è venuta in un primo tempo anche ai socialisti. Ognuno ricorda le co nvocazioni alla Caffiera del Lavoro d i Mil_ano per costituire un eserci to rosso. Nuclei di quest'esercito funzionarono, del resto, durante l'occupazione delle fabbriche. Se i socialcomunisti non . hanno potuto raggiungere in fatto di attrezzamento militare la perfezione del fascismo, ciò è dipeso da molte, ovvie ragioni: materiale umano.scadente, perché il proletariato, nelle sue masse profonde, è panciafichista all'estremo; deficenza dei capi, sia t ecnica, che · morale; sbandamento delle masse dopo la fallita occupazione delle fab ~ · briche. Per queste ed altre rag ioni, il te ntati\'O di dare un'organizzazione militare al socialismo italiano è clamorosamente fallito. Per le stesse, ma antitetiche ragioni, è riuscito invece al fascismo di costituirsi una milizia efficentissima. ·

La situazione appare af Labriola squisitamente paradossale. Ma non lo è. Originale piuttosto. Il Labriola parla di partiti che hanno dei magnifici programmi - ma è poi vero? - senza forze per attuarli. Ecco il caso singolare di un partito accusato di non avere un programma, ma che ha tali forze da realizzare qualunque programma. Ci sarebbero. dunque dei programmi in cerca di una forza; e ci sarebbe una forza che cerca un programma. Il Labriola prospetta la si tuazione in questi termin i. La rea ltà è più semplice ed è questa. In un primo t empo, la forza del fascismo, lottando su un terreno ncgativç, di violenta oppo· siz io ne, ·non .aveva bisog no di un programma; oggi, rimasta intatta la sua forza e applicata sul terreno positivo, il fascismo definiscè se stesso e la sua azione con una serie di postulati programmatici. la posizione del fascismo, che intende fare della politica e non inten~e rinunciare alla sna potenza .militare, non è àffatto assurda come opina il Labrìola. Una politica trionfa se viene appogg iata da una forza. In questi tempi di fieri ·contrasti, 1a forza non va intesa nel senso morale, ma materiale

Lo statuto-regolarpento del Partito N azionale Fascista non sarà sfuggito all 'on. Labriola. Egli può constat:ue che il faScismo è un organismo squisitamente politico, che ha creato in sé una forza inquadrata per l'attuaz ione dei suol progetti. La storia insegna che per vincere certe resistenze non g iovano le preparaz ioni affrettate e tumultuarie delle ul- time ore: bisogna che la macchina sia preparata in ant icipo. L'organizzazione a tipo militare del fascismo ha inoltre il vantaggio di imporre un controllo alle azioni dei singoli e dei capi, una disc:iplina e un senso di respons·abilità per tutti. Il fascismo segna il tramonto d el vecchio concetto di partito, massa o gregge di tesserati, vincolati da una disciplina puramente politica; il nuovd concetto di par.tito risponde al diffuso e profondo bisògno che hanno gli uomini di una disciplina, di un ordine, di una gerarchia. Noi osiamo affermare che se la disciplina del fas cismo, per quànto ancora imperfetta, diventasse un abito nazionale, l'Italià uscirebbe dal periodo caotico ed anarchico della sua storia. Lo Stato italiano è capace di imporre ai suoi dipendenti quella disdpUna form ale e mo cale che i l fascismo sa e deve imporre ai suoi gresari ? La risposta a questi interrogativi è il giudizio sulle possibilità dello Stato che sorge, mentre l'altro declina.

Da Il Popolo d'l!alù1, N. 283, 26 novembre 1921, VIII, i

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