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IN MARGINE ALLA CRISI FASCISTA

Lo Scemo Che Ride

Mentre l'orga no ufficiale del comunismo italiano (L' Ordine Nuovo) cerca di approfondire - nel senso di interpretare - la crisi del fascismo e ne ha colto uno degli aspetti essenziali, l'organo del socialismo ufficiale (l'A vanti.') continua a farsi delle musioni circa Jo sviluppo e l'epilogo della crisi e conbnua a ballare ,Soffamente il tango dell'allegria intorno alla nostra immatura fine. Povero A vanti!. Fa sch ifo! E fa pena!

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Quanto al suo direttore - bollato di « traditore » dal supremo consesso comunista di Mosca, urlato come «traditore» og ni qual volta si p resenta ai pubbJici tesserati di Milano, cacciato col muso nel « letamaio» dal pontefice massimo del comunismo mondialeha perduto ogni · e qtialsiasi residuale diritto di parlare di tradimenti altrui, che, nella fattispecie, non esistono, Il Serrati, che d alla p ili fanatica e imbecille esaltazione del mito russo è· passato alla - denigrazione gesuitica del medesimo; che dalla predicata rivoluzione è passato a un centrismo sedicente .rivoluzionario, ma, in realtà, intimamente· turatiano, non può impartire lezioni di coerenza politica a chicchessia. Egli non ha capito ni ente della crisi fascista e questo spiega l'all eg ria da cui ~ rè invaso. ·

D 'altra parte la ~ecantata mcirte del fascismo è un diversivo per g iustificare in q ualche modo quel « p atto » che comunisti" e anarchici h anno qualificato di ·« capitolazione vergognosa »; è un t~cco per fa r dimenticare gli infiniti dolori che travagliano il ·pllJ, _in tutte le sue specie e sottosp ecie.

1a: crisi fascist a esiste e nessuno Io nega. Ma sarebbe sciocco negare una crisi socialista. I termini della crisi fascista sono pe[ò molto p iù semplici di quelli d e-Ila crisi socialista. Tutto il fascismo era ed è Unanime nell'intento di · vole[ restituire .l'equilibrio interno .della naz ione. Il fa . scismo è diviso sul << modo ». Tale divisione si riduce oramai a . talune dawoJe del << modo»; e poiché .la discussiorie non si è SVolta sinora . in contraddittorio, può dars! che al congresso nazionale di Roma la ·« tesi » del fasc i!;mO urbano trionfi . Anche perché allora la situazione sa rà li-

DEI 1-'ASCI 115 qùidata. O la nazione sarà in stato di pace o in stato di guerra. Nel primo casO, ogni discussione di ord ine retrospettivo avrà un valor~ che chiamerò puramente d i ordine interno fascista; nel secondo caso, ogni discussione sarà assorbita daJle nuove necessità di fatto, e di fronte al rinnovato pericolo si ristabilirà e automaticamente e più saldamente la compagine del fascismo;

Certo è ché il giubilo sia pure verde - del foglio pussista peserà sulle decisioni di tutti, compreso colui che traccia queste righe Ad ogni modo, il dissidio tra fascismo u rbano e fascismo rurale (accettiamo questa dist i~ione di fatto, ma non necessariamente di principio), può essere sanato,

Non sappiamo se potrà. dirsi altrettanto del dissidio che separa Treves collaborazionista da Lazzari intransigente; non sappiamo come il centrismo salvet"à Ja sua brutta faccia, tra il suo umiliante sollecitare il pla~et moscovita e le condizioni_' categoriche che il sinedrici di Mosca ha chiaramente formulato e che il massimo Tecoppa d ell' Avanti.I centrista non vuole e non può. accettare. Da considerare ancora la differenza che passa fra 1a nostra e la mentalità pussista. I pastori del Pus fanno il possibile e l'impossibile per ovattare , attenuare la crisi che li travag lia; non h anno mai avuto e non avranno mai il coraggio spietato dimostrato da alcuni dirigenti del fascism o, i quali hanno, quasi con voluttà, piantato il coltello profondo ·nella piagà, poco curandosi se la prosa, prima di Mussolini, poi di Rossi e di Grandi, sarebbe stata riportata e utilizzata -·ai suoi fini dal Pus. Ma un movimento si ama anche così, soprattutto così; non mentendo a se stessi, colla stolta pretesa di ingap.nare ~ltrui.

. Se coloro che leggono « l 'organo di .8arnum » fossero davvero evoluti e coscienti, sarebbero: i p rimi a domandarsi con una certa qual'acia fra sorniona e insolente: ma· che razza di cantastorie è mai questo Ser. rati, il quale va imbottendoci da t roppo tempo il cranio colla crisi e la morte del fascismo e poi, nelJo stesso articolo, ci fa sapere come qual- , mente in sole otto provincie della Valle Padana i fascisti siano la bellezza di 150 .000, raccolti in 660 Fa.rei, perfettamente inquadrati e disciplinati ? Se questo è morire, che cosa sarà mai vivere? Anche perché - i p~oletari lo suppongono sebbene l'organo del Pus lo taccia e fo ogni caso noi ci leviamo la soddisfazione di farlo sapere - nelle altre 63 provi ncie del bello italo regno ci sono gl i a.Itri 1400 Fas~i, con un totale di soci che supera di gran lunga quello della Va lle Padanà. Anche nella dannata ipotesi che il dissidio di valutazione del patto di Roma determini una scissio ne formale, ognuno vede che le forze dei d ue fascismi sono cosi formidabili che bastano per schiantare -e nelle pJaghè rurali e nei centri u rbani - ogni velleità di riscossa pussistica. Ragione per cui l'Avanti.I agirebbe con lod evole circospezione ·Se rimaqdassc a tempi migliori la esibizione· dei suoi « lazzi » fun ebri, perché se il fascismo si scatenerà ancora u na volta, vedremo ancora una volta il ·P111 pi agnucoface nel modo più f emminesco e tolstoiano far e appello _.:_ come ha già fatto ìn occasioni non lontane - alla nostra pietà e alla nostra umanità. _}.t U SSOLINI

D.1 IJ Popolo d'IM!ùt, N. 207, 30 agosto 1921, VIII.

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