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DOVE IMPERA LENIN

Un g ruppo d i deputati italiani, appartenenti alfa. frazio ne della D emocrazia Sociale, h anno invitato il Governo a correre in soccorso della Russia, dove, secondo notizie di ufficiosa fonte bolscevica, ben venti milioni d i uomini muoiono di fame e di colera. Queste notizie catastrofiche non ci sorprendono.

Né possono sorprendere coloro che conoscono il grado di sp3.ventosa disorganizzazione econom ica e socia!~ nel quale è precipitato il popolo russo.

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Intanto, sotto la spinta del teiribile aculeo de lla fame, si è deter- . minato un movimento caotico di masse verso l'occidente:

Qualche cosa d i simile, e forse per cau.Se analoghe, dovette accadere in altre epoche della storia, quando popolazioni barbare e primitive migrarono in massa verso terre ·e climi meno aspri e finirono per :ibbattersi, oltre il cerchio non custodito delle Alpi, sulle' nostre Pianure. Non è da escludere che questa crisi gigantesca e il coi:iseguente spostamento di masse possa determinare inaSpettate conseguenze politkhe d'ordine ·interno ed esterno.

Non c'è da illudersi sulla efficacia dei soccorsi. B lecito dubitare che arrivino in tempo u tile ~ e, soprattutto, saranno mai adeguati alla Cnor· mità dei bis~gni?

Sembra che la carestia non prove nga da un' effctti\'a d eficenza d el raccolto g ranario gene raJ e; la deficenza e la distruzione dei raccolti dovuti a una lunga siccità, è limitata a otto province della RUssia centrale lungo il Volga.

Le province limitrofe nelle quali il raccolto ·è stato normale potrebbero quindi aiUtarc Jc provincie affamate, ma- non lo possono;·perché non esistono più comunicazioni di- sorta.

La paralisi d ei trasporti in Ru:5sia è compieta. Non esistono più ferrovie, le vecchie rotabili sono, nell'abbandono di ogni manutenzione, divenllte impraticabili; non c'è più la navigazione fluviale, che in altri tempi serviva enormemente al traffico russo. La carestia in Russia è un problema di comunicazioni e perciò stesso di non immed iata solu~ione, perché strade e ferrovie e materiale natante e rotabile non s'improv· visano lude di rianimare rnll'appli cazione dì teorie che aggravano all'infi nito il male.

Ecco perché i soccorsi delle nazioni civili dell'occidente borghese rappresenteranno una goccia d'acqua in un infuocato deserto di sab· bia. Eppure non si può, non si d eve rimanere sordi al g rido straziante che parte ~alle steppe bruciate, dove l'umanità russa agonizza! La Germania ha già votato un primo fondo di soccorso di trenta milioni di . marchi; tutti i partiti socialisti e comunisti di Germania hanno promosso manifestazioni tangibili di solidarietà. Gli appelli sempre più disperati ·che partono da Pietrogrado trovano echi di profonda simpatia in tutte le classi deJI?- popolazione d ' Inghilterra e degli Stati Uniti Si tratta di nazioni ricche, eh~ h anno possibilità di soccorso immediato. In Italia, la nuova carestia. russa è stata portata alla Camera da deputat i patrioti e nazionalisti. Ci si domanda come e qualmente e p e rché i socialisti e i comunisti si siano fatti precede re dal nazionalista e già dalma· tofil o onorevole Colo nna di Cesarò.

La risposta è semplice . I fog li comuni sÌ:i e socialisti si limitano a dare le notizie di cronaca della crisi stessa, ma evitano accurata mente . di richiamare su di essa, con èccessivi clamori, l'attenzione d el vasto pubblico proletaÌ:io. E si capisce !

La fame chè devasta regioni e regioni della felice repubbhcà dei S ovièls è una condanna che colpisce in pieno la mandra dei mistifi ca. tori imperversanti da tre anrii nel nostro paese.. I quali mistificatori hanno, per molto tempo, dipinto la repubblica di Lenin come un fortunato paese di cuccagna, dove la vita trascorreva facilm ente, grazie alfa mancanzà di capitalismo - che i socialisti, colla loro . grottesca mentalità, car icano di tutte le colpe pensabili· ed immaginabili -e grazie all a dittatura del proletariato. Ora, le invocazioni che partono dalla Russia, · sta nno ·a testimoniare la tragica realtà. Niente dittatura del proletariato, ma Go verno assolutis ta e poliziesco d i pochi uomini, in gran parte d 'una razza d iversa dall a slava ; nie nte comunismo, ma ritorno . al capi- · ta lis mo, coi V~nderl ip ( che ottengo no· in concessione e in sfruttamento territori immensi), cog li Stinnes, coi ca pitalisti svedesi e co n tant'altri, d'og ni pa rte ~el mondo; niente abbondanza, ma limitazioni, raziona· me nto, carestia, fame.

E non si dica che l'attuale crisi russa è 1a conseguenza della guerra e del blocco. Tutto ciò è un alibi che valeva una volta, non già adesso .

Se milioni di uomini muoiono di fame e di colera, la colpa risale all'esperimento orribile che i comunisti ha nno tentato sul corpo enorme e lento d ella Russia. Questo esperimento ha p rnvocato, lentamente . e inesorabilmente.-, la disorganizzazione d i tutta la vita russa, d alle un iversità alle officine, dalle città alla campagn·a.

La Russia non ha più un sistema nervoso; è tornata un organismo rudi me ntale , che . un pug no d i fanatici, scientifici e scientifizzati, s'il.

Quale tcemenda lezione ci giunge d alle lontane plaghe della Russia e <illale _ mai visto panorama si svolge dinnanzi ai nostri occhi! Centoventi m ilioni d i uomini abb:mdonati a se stessi, nel p iù vasto naufragio politico, economìco · e morale che la storia ricord i! .Mentre mìlioni e milioni di uomini lasciano le loro terre e fuggono altrove, senz:1 una direzione e senza una mèta - è questo l'esodo più g randioso d i tutti i popoli - gl i audaci capitani della borghesia mond ia le si danno convegno fra le rovine.

Declina il m ito assurdo del comunismo e spunta, _ fr::i. inenaHabili miserie e dolori, la nuova realtà di domani. La quale sarà - ripetiamolo per l'ennesima volta - capitalistica.

MUSSOLINI

D a Il Popolo d' llalia, N. 180,. 29 luglio 192 1, VIII .

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