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DAL MESSAGGIO DI WILSON AL CONVEGNO Dl ROMA 32'
La diplomazia deve togliersi - ma lo potrà? - dalla sua terribile insufficenza mentale.
Io mi aspettavo un altro discorso. Credevo che l'Italia si fosse decisa a mettersi alla testa dei popoli oppressi dall'Austria-Ungheria, con programma anti-austriaco ; credevo che dal Parlamento italiano dovesse partire una parola d'ordine per le nazionalità che lottano nell'interno dello Stato che ci è nemico e ne rendono incertissima la vita -politica, com'è dimostrato dalle innumerevoli e continue crisi di governo, Niente di tutto ciò. Non siamo usciti, non vogliamo u scire dal vicolo cieco. Si continua a credere che sia possibile - senza il concorso dei popoli anti-austriaci - di battere l'Austria-Ungheria, cosl clamorosamente, schiacciantemcnte, da indurla a concederci quanto reclamiamo. Ma poiché una disfatta di questo genere è da escludersi - qualora non intervengano ad aiutarci i popoli slavi dall'interno e dall'esterno - cosi resta l'altra ipotesi, dell'(< accomodamento)) fra Italia e A~stria-Ungheria e dell'abbandono di quei popoli al loro destino. Ma quale accomodamento? Statu quo ante o «parecchio))?
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Io credevo che la nostra politica avesse - dopo Caporetto e Brest-Litovsk - scelto una strada. Fosse diventata dinamica. E. ancora statica. Pesantemente statica.
Niente legio ne czet:o-slovacca. [Ceniura]. Niente Austria de/enda. Noi stiamo fermi, immobili, quasi impenetrabili.
Purché qucsb immobilità di stiliti non ci conduca alla paralisi.
Da Il Popolo d'Italia, N. 4~, 14 febbraio 19 18, V. P\lbblicato anche .sull"edizionc di Roma, N. 47, 16 febbraio 1918, V.
In Casa Nostra
In seguito a un dissenso di natura essenzialmente ed esclusivamente politica - dipendente da u n diverso punto di vista - Giuseppe De Falco cessa dalle sue funzioni di redattore-capo del Popolo d'Italia. Il ricordo della lunga diméstichezza di lavoro, che ora finisce, mette una nÒta di melanconia in questa separazione. A Giuseppe De Falco, che in ispecie durante la mia assenza e in momenti critici della vita nazfonale, tenne alta - con devozione d'amico e con fede d'italianoquesta bandiera, mando il mio saluto cordiale e i l mio r ingraziamento sincero.
MUSSOUN(
Da Il Popolo d'I1alia, N. 45, 14 febbraio 1918, V.