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UN PO' DI VERITA N EL PARADOSSO
I GIORNALI SONO NECESSARI ?
Un giorno, dopo Caporctto, un amico che combatte e medica dal 2.4 maggio 1915 - e che ha, quindi, molto combattuto, molto medita to e molto soffe rto - mi s criveva una lettera cosl concepita :
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Caro Mussolini, bisogna sopprimere t utti i g iornali, tutti, senza eccezione. Se sapeste quanto male hannÒ fat to ! Se sapeste quale enorme respoosabilità essi hanno nel nostro rovescio dell'Alto Isonzo ! Se sapeste quanto male continua no a fare coi loro titoli, colle loro note, collt' loro corrispondenze, colle loro cron.ache, coi Joro pettegolezi.i, colla loro rédame imboscatrice della 4• pagina, ·a base di. scuole per motociclisti, coi loro teatri, assemblee, coi loro scandali, coi loro resocorui pa.rlamentari ! La frase terribile· dell'on. Caporetto, perché fu conosciuta in tutte le trincee, in tutte le retrovie, in tutte le caserme? Perché i giornali, i grandi g io rnali la riprodussero a milioni, a milioni, dico a milioni di copie....
Non pubblicai l.a lettera di questo mio vecchio commilitone, perché mi ·aveva l'aria un po' paradossale e perché una proposta di suicidio collettivo di tutti i giornali -partendo da mc -poteva du luogo a ipotesi dubbie di gelosia. Vero è che li Popolo d']Jalia - lo dico senza stupide modestie - è un grande giornale, un grandea pa ragone di molti altri ventilabro di idee, ma non ha ancora la « grandezza >> degli altri, che si esprime nelle cifre alte dei bollettini di tiratura. Ma oggi - pensi ognuno quello che vuole - io sono convinto, fermamente convinto, dico fermamente convfoto, che bisogna sopprimere tutti i giornali, che non si può tardare un giorno solo ad afnmazzare tutti i giornali, che è urgente, supremamente urgente - ai fini della salute pubblica italiana - ordinare la strage di tutti i giornali.
C'è o n on c'è un decreto Sacchi ? Lo si applichi senza indugio, perché tutto ciò che i giornali, tutti i giornali compiono per deprimere lo spirito pubblico, è semplicemente incredibile, fantastico : il disfattismo incosciente - voglio credere incosciente - dei giornali è a;aille . volte più pericoloso di quello c he può essere fatto nei caffè, nelle borse, nei circoli virùcoli, nei -confessionali, nelle assemblee da nde- stine. Una persoru. intelligente che alla mattina cominci a leggere i giornali, è sicuro di sentirsi rovesciare i nervi, dopo dicci minuti. · I titoli sono sempre più idioti. Io dico che se certi giornali italiani fossero fatti o impaginati da redattori della Neu, Freie Preue di Vienna, non rìuscirebbero a rendere - come rendono - i più segnalati servigi all'Austria-Ungheria. C'è una notizia ingrata? Bene in vista, perdio I, in prima pagina, con un titolo che non lasci dubbi, che si imprima nettamente nella retina cerebrale di chi legge e determini, quindi, dei movimenti psicologici negativi nella massa del pubblico....
I giornalisti dovrebbero essere « medici» di questo «paziente » che è il pubblico dei tempi di guerra. Macché medici l Non sono nemmeno dei Vachler, il falso maggiore medico arrestato dopo trenta mesi di professione abusivamente sl, ma lodevolmente esercitata. Nemmeno dei flebotomi. Sono dei tagliacalli che assassinano - con una incoscierl2:a che in altri campi e tempi sarebbe semplicemente leggiadra - la povera malata.
Insomma : che cosa ci stanno a fare i giornali in tempo di guerra ? A che cosa servono ? Qual'è la loro funzione? E se barino una furl2:ione è utile o non è il viceversa ? Un amico mi diceva che l'utilità dei giornali è data dall'ultimo e più frequente impiego della loro carta. E in base a questo criterio aveva stabilito una specie di scala del valore dei giornali. Amico feroce I Freddurista I Ma in fondo....
·Si dice che i giornali devono agitare delle idee, trattare deUe questioni, svis.cerare dei problemi.... Ma fatemi un po' il piacere I Prima di tutto, i giornalisti hanno la preparazio ne sufficente per agitare, t rattare, sviscerare, 11,otomizzare (zuppi6care), etc., etc ? Ammettiamolo per amore di colleganza.
Passiamo alla subordinata. Dato che questa preparazione morale e culturale esista, serve oggi a qualche cosa? No. Prima di tutto c'è la censura. Voi potete essere l'uomo più geniale dei tempi attuali, ma non potete pellsare diversamente da quello che v uole il censore. La censura vi fissa - preventivamente o no, poco importa· - le opinioni, le idee, i problemi che potete o non potete trattare. Vi mette nello steccato delle sue ordinanze ; vi taglia il figurino colle sue forbici. Ma poi, anche senza cenSore, credete voi che i giornali potrebbero compiere una funzione più utile di quella che consiste nel riempire il sacco colla paccottiglia telegrafica delle agenzie ?_ Voi potreste essere un filosofo sublime, un economista insigne, un politiQJ, uno storico di razza, ma in questa guerra, tutta la vostra filosofia, tutta la vostra storia, t utta la vostra economia, non vi permetterebbero d i saperne di più di quello che non sappia un farmacista oscuro o un tavolineggiantc da caffè o un giornalista che commenta con dei deliziosi a peuprès (il giornalismo è soprattutto approssimazione), perché ·questa guecta è al di fuori di tutti gli schemi filosofici, politici, economici i ·perché tutto quello che filosofi, politici, economisti (e non aggiungiamo per l'amor di Dio, se c'è, i diplomatici e gli strateghi J I) hanno detto prima e durante, è stato sommerso, ridicoleggiato talvolta dagli avvenimenti, il cui svolgimento sembra sfuggire a tutte le possibili previsioni e forse a1 controllo stesso d ella ragione umana. Davanti a un dramma che vi offre, ad ogni atto, una cosi fantasmagorica varietà di scene e di protagonisti, parlare tutti i g iorni è un po' troppo.
Mi dicono : E le notizie? Bisognerà pur far sapere che cosa succede in Italia e nel mondo. Siamo d'accordo. Ma anche qui io do· mando se, per le notizie, è necessaria l'esistenza dei giornali. Ci so~o delle notizie che si possono dare e altre che non si possono dare. La censura è arbitra" e suprema.
La censura ha già soppresso sostanzialmente i giornali. Siamo sulla buona strada. Si può compiere ancora un passo e finirla. Il pubblico è già preparato . Era abituato ai giornaloni di dieci pagine, oggi è già abituato ai g iornalini di un foglio . È già razionato. Lo si può mettere a digiuno totale che non fiaterà. C' è chi aH"crma c he starà meglio ....
Al concreto. Non si p otrebbe sopprimere tutti i giornali a dat.are dal 1° marzo ? E iniziare colla stessa data le pubblicazioni di un Giornale Unico· della Nazione italiana - in sei identiche edizioni regionali per ottenere la sua più rapida diffusione - che conterrebbe i bollettini di guerra, le notizie più interessanti nazionali e internazionali e qualche breve nota, la cui redazione sarebbe affidata a un comitato speciale di tre o quattro persone ?
I vantaggi del sistema sono evidenti. Sopprimendo i giornali, si viene a sopprimere - automaticamente - la censura e resta a disposìzione di altri bisogni il b11dgtl relativo.
Il Giornal, Unico sarebbe indubbiamente attivo e le attività potrcb- bero concorrere ad opere di ·solidarietà nazion ale. Migliaia di addetti ai g iornali - dai direttori ai redattori agli operai - potrebbero andare aì reggimenti. Non p iù disfattismo incosciente, né cosciente bo11rrage de mllln; né qualche altra cosa di meno pulito ancora.
Io non ho elaborato troppo al dettaglio il mi o punto di vista, L'ho espòsco cosi grouo modo. Q ualcuno dirà che sono matto, qualcun altro che esagero, e che sono bizzarrie, ma io credo che molti trov e ranno che - dopo t utto - ho ragione . Pur troppo, per quanto il gw.rdo io g iri, non vedo in g iro l'Erode che sia capace di ordin are questa n o n inutile strage
MUSSOLINI
Da Il Popolo d'ltalitr, N. 4 2, 11 f ebbraio 1918, V . Pubblicato anche sull' edizione di Roma, N. 44, 13 febbraio 1918, V .