
3 minute read
ONORE AGLI OPERAI
Continua il movimento plebiscitario delle maestranze industriali per la 'resis tenza cont ro l'invasore. È un fenomeno del p iù alto i nteresse sia che venga eSaminato _dal punto di vista nazionale, come da quello sto rico e sociale. Movimento spontaneo. Non p reordinato. Non organizzato. Non provocato dalla nostra propaganda. Sta di fatto che da qualche tempo H proletariato delle plaghe i ndustriali era sottop ost o allo stillicidio insidioso e quotidiano della propag anda neutralista. La massa op eraia non era discesa ancor a alle aberrazioni grottesche e crirnµlose del leninismo, malgrado le p asseggiate degli argonauti dei Sovièt, ma sembrava ormai lontana dal subire la n ostra influenza, o da ll'accettare le nostre idee sul conflitto mondiale. Insomma, la massa operaia e.ca stata abbandonat a -:-- per un complesso di cause ch'è perfettamente o:.i:ioso di enumerare in questo momento - alla propaganda dei disfatti sti, facilitata da altri clem enti e da altri uomini. Ebbene, quest'opera di corruzione e di demolizione morale, perseguita tenacemente da trenta mesi, non è giunta al cuore pro fondo delle masse, non è riuscita a fe rmare gli aneliti generosi dell' anima proletaria. Dev'essere rimasta, è rimasta alla superficie. N o n è andatà oltre - in fatto di solidarietà coi disfattisti - al so ldino spillato, coll'intimidazione e col ricatto d ei gal oppini dci circoli e che veniva abitualmente e fatalmente inter pretat a dal giornale t edesco come un'adesione piena ed incondizionata alla sua linea· di Condo tta anti-italiana. È bastato il fat to dell' invasione; il fatto della g uerra che si svolge non più oltre i confini , ma sul nostro suolo patrio, per capovolgere l'atteggiamento della massa lavoratrice, la quale ha dimostrato di essere ancora una v o lta infini~ tamente mig liore d ei suoi m alvagi pasto r.i. Gli intellettuali o i -fana-· tici incretiniti o .j complici del nemico, avevano dato alla massa una parola d'ordine ch'è parola di matricida: « ben vengano i t edeschi » ; e poiché g li operai non avevano reagito immediatameote, la carriarilla dei politicanti che presumono di interpretare, d i dirigere, di pcdaS:ogìz:zue, di trarre a salvam~nto il proletariato, si illudevano che questo avesse aderito alla loro dottrina di ignominia e di schiavitù. Il pro letariato non ha patria, ghignarono i teorizzatori della v iltà; e invece, ecco che il proletariato salda le sue fortune e quelle della Patria, balza in piedi ora c~e la Patria è minacciata e il ritenuto pacifondaio di ie ri diventa l'oltra~ista di oggi, per la resistenza e per la vittoria. Leggete gli ordini del g iorno -delle maestranze operaj.e, leggete i loro manifesti. C'è in essi un forte soffio di patriottismo, una nota viva di italianità, un · proposito fermo di battaglia.
Quale delusione · per i tedeschi, i quali sognavano lo sciopero generale, la ri~olta annata in aiuto dei loro eserciti, un po' di _leninismo anche in Italia I Questo plebiscito di patriottismo da parte della classe operaia è gravido di conseguenze ed è, forse, più importante d ei plebisciti stessi di prima del '70, Anzi, è questo il vero plebiscito, il grande plebiscito, in quanto riconsacra la Patria nella coscienza dì milioni di cittadini. Ed è anche un segno indubbio cli maturità civile ed un auspicio di certa vittoria I
Advertisement
A questi operai che, dopo aver resistito cd i mprecato alla guerra, oggi ne riconoscono la ferrea necessità ; a questi operai che comprendono - oggi - davanti l'evidenza ·terribile della realtà, che cosa significhi perdere e vincere, noi vogliamo dire la nostca aperta parola. E ne abbiamo il diritto, Noi non abbiamo lusingato - nel tempi della pace - il panciafichismo istintivo delle folle. Siamo noi~ che nella gelida e idiotizzante predicazione elettoralistica del Partito Socialista Ufficiale che continuava ininterrotta da Sala Sivori in poi, abbiamo aperto la parentesi del blanquismo: Siamo· noi che nel dizionario socialista, ricco soltanto di termini schedaioli, abbiamo introdotto certe lo cuzioni che facevano tremare le vene e i polsi a quella tranquilla parte di borghesia italiana passata a capeggiare il movimento socialista. Siamo noi che abbiamo parlato di « giornata storica», di « bagno di sàngue ». C'era nella" nostra predicazione socialista una nota guerriera· che urtava i timpani accuratamente ovattati dei sommi sacerdoti dd socialismo. Noi non indicavamo alle folle l'ideale sotto l' aspetto di un lardoso stato perenne cli quietitudinc soddìsfatta, ma solo quello del sacrificio, dello sforzo, della lotta. Ebbene, noi - quantunque oramai irrimediabilmente lontani cd estranei al mondo equivoco della politica socialista - possiamo in un certo senso e per un gioco complesso di circostanze storiche,· riprendere quella predicazione che si conèhiuse con una subcosciente profetica·« tregua d'armi». Noi diciamo agli, operai italiani: La vostra « giornata storica >) è venuta. Non importa se sarà. o no accompagnata dal « bagno di sangue». Siete :ù bivio. Come italiani e come lavoratori. E come italiani e come lavoratori - davanti alla minacciosa invasione dei tedeschi - non potete avere che una parola d'ordine : respingerli, vincerli, disarmarli per sempre. · Che cosa è l'invasione