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ULDERICO PJERNOLI

ULDERICO PJERNOLI

Mentre i combattimenti continuano sulle linee di fronte, fra Eritrea ed Etiopia operano un Ufficio Informazioni e un Ufficio Po l itico con compiti a tratti sovrapponibili: il primo fa capo al SIM e quindi alla catena Princiva ll e, Faldella, Roana; il secondo è guidato dall'ex governatore dell'Eritrea, il senatore Jacopo Gasperini, e da l colonnello Vittorio Ruggero, poco amato da Galeazzo Ciano, che ad Asmara si esibisce e 'fa corte', e dal generale Pietro Badoglio che non ritiene di uti lizzarne l'esper ienza e la capacità ma fa tesoro dei suoi piani , con varianti elaborate in proprio che in più occasioni rischiano il disastro .

A febbraio del 1936 si profila la realizzazione del progetto bocciato da l generale Caffo: creare un reparto piccolo, combattivo, capace di aprire il dialogo in arabo, tigrino, aramaico e in ogni dialetto conosciuto dag l i ascari che, prima dell'arruolamento, erano pescatori di spugne, contrabbandieri dancali, pastori e trafficanti a un tempo, padroni del territorio fra il Ni lo e il lago Tana. li capitano Sillavengo stabilisce che parlerà soltanto in arabo con i suoi interpreti. Eviterà così possibili interferenze di superiori in grado , ma impedirà anche a molti etiopi, dei cui sentimenti non è ancora sicuro, di capire ciò che dice.

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La missione consiste nel guidare l'avanguardia delle colonne avanzanti nella regione del Semien, dove le montagne arrivano a 3000 metri, con ricognizioni sul terreno, nel prendere contatto con le popolazioni e prepararle all'arrivo delle eruppe . Caccia Dominioni ha con sé so ltanto il muntàz Idriss Ahmed, gli assegnano come attendente Agavà Halù, nero forse più nero di ldriss, giovane e magrissimo che in arabo conosce solo qualche frase.

Appena comincia a cercare le reclute per il nuovo reparto, si scontra con l'ostruz ionismo del generale Maravigna, mentre un altro ufficia le gli suggerisce di rivo lgersi all'Istituto Orientale di Napoli.

Come ha imparato dai tempi dell'Isonzo, l'ordine di oggi cambia domani e quanto fatto prima non serve a niente. L'obiettivo diventa l'area di Metemma.

Il tenente colonnello Emilio Benini, vicecomandante del Bassopiano Occidentale, sfotte Sillavengo e, scherzando sulla destinazione (un terreno solfureo e ancora mobile), gli appioppa l'appellativo di Pattuglia Astrale che piace al suo comandante e ne disegna subito l'emblema: tre ascari armati di lancia e mitragliatrice a cavallo di un lungo coccodrillo.

Il 7 marzo 1936, la Pattuglia Astrale arriva ad Abenani , sul fiume Setit, con tutta la sua forza: un capitano, un muntàz, tre ascari, due muletti e un cammello. Bisogna conquistare l'Amba Bircutan, ma quando tutto è pronto i piani cambiano di nuovo: l'Amba sarà aggirata, procedendo lungo il confine con il Sudan, fino a ll a città di Noggara, che sarà presa e presidiata.

5. PATTUGLIA ASTRALE

Il fiume Setit è varcato, il villaggio di Rojan è preso e i notabili, comandante la guarnigione in testa, fanno atto cli sottomissione.

Il discorso consueto, la formula canonica di accettazione della resa e sottomissione all'Italia tocca al capitano Sillavengo, il solo a conoscere l'arabo:

TI Governo italiano è molto contento e ringrazia Dio perché siete venuti a fare ano di sottomissione. Il Governo italiano vi porterà benessere , giustizia, civiltà e assistenza32.

Con qualche variante e adattamento caso per caso, sarà ripetuta in ogni città e villaggio conquistato.

Secondo le cartine militari, la pista da Omager a GaJlabat dovrebbe essere agevolmente percorribile; invece è poco più di una mulattiera che rende es itanti le guide e difficile la marcia. Noggara , anziché una grande città, si rivela un villaggetto abbandonato. Ma la valle del1'Angareb è raggiunta.

Il 17 marzo per Paolo Caccia Dornin ioni è una di quelle giornate che non dimenticherà mai. Arriva il generale Amedeo Couture che comanda il Bassopiano Occidentale , segu i to dal governatore Jacopo Gasperini, con una picco la carovana armata, deciso a convincere i capi abissini suoi amici a non fare resistenza e a sottomettersi all'ltalia. Il sacco della posta, lanciato dal velivolo che lo trasporta , s'impiglia nei piani di coda e le attese lettere vanno perdute: L'incontro con Gaspcriru, conosciuto anru prima in Egitto , dovrebbe essere cortese, si trasforma invece in baruffa quand o il governatore apprende che compito ili Sillavengo è di trattare con i capi dei villaggi in cui si è imbattuto durante l'avanzata .

<•Ecco i militari sempre pronti a rovinare tutto - sbotta Gasperini - ci sono io e basta, se lo tenga per detto >l . Segue la lavata di capo del generale Couture.

Mentre è a coll o quio con il colonnell o Bonelli, gli recapitano un radiomessaggio da Asmara: i,Capitano Sillav engo rientri massima urgenza Omager con i suo i uomini per altro incarico. Assicurare. Princivalk•>. Non è finita. Il dromedario sul quale era stato caricato il suo bagaglio prende il largo e, inseguito, si dirige con insospettata velocità verso il confine sudanesl: e scompare dietro le colline. La Pattu g li a Astrale arriva in ritardo e a Omager sono furiosi: de,·e fare da battistrada alla Colonna Celere A.O., 3500 uomini e 450 automezzi. Ù la Colonna Starace, al comando del segretario del Partito Fascista che si é g ià messo in movimento perché deve arrivare a Gondar nel più breve tempo possibile, precedendo le altre truppe. È una quesòone politica più che militare e suscita risenòmenò fra gli ufficiali e nella truppa. Impreca Sillavengo c he con la Pattuglia Astrale deve abdicare a l ruolo di punta di lancia per assumere quello di ufficiale del Genio, dei Pontieri, degli Esploratori, insomma tutto fuorché quello di combattente .

La Pattugli:.i Astrale - racconta - è sempre in Lesta, esplora il terreno e poi tracda la strada che il battaglione ùi turno e scguisce con rapiùità sempre maggiore. La fatica non ci lascia più . ' Iàlvolta arriviamo alla cappa quando già a lb eggia, per ripartirne dopo due ore n .

33. In. p . 480 .

Le difficoltà da superare son o innumerevoli. Letti di to rrenti che scendono dalle ambe , pareti ripidissime, accentuate pendenze delle rive dove i corsi d'acqua sono guadabili, boschi di bambù giganti dai fusti grossi come un pugno, duri come il ferro, difficili da tagliare, mentre le schegge che restano sul terreno bucano e squarciano le gomme degli automezzi.

L'avanzata non può arrestarsi, gli aerei la supportano dall'alto con ricognizioni a lungo raggio. Fotografano il territorio, portano le immagini ad Asmara dove , a tempo di record, sono stampate sulle carte topografiche che la mattina dopo gli stessi aerei recapitano con i paracadute alla Colonna Celere A.O., insieme con pane fresco , viveri e posta.

Il capitano Vittorio Beonio Brocchieri, professore universitario , giorna l ista del <• Corriere della Sera•>, avventuroso pi lota che di s degna i velivoli militari e usa il suo personale aereo da turismo, è stato battezzato «el lv1att>> dalla truppa. Si compiace di spegnere il motore, p lanare si len zioso, sporgersi dall'abitacolo e urlare il suo mes saggio: <• Più avanti , quattro chilometri, acqua in abbondanza >> . Poi riavvia, riprende quota e prosegue nella ricognizione.

I piloti segnalano anche le concentrazioni del nemico, i punti dove è attestato , senza che si riesca ad agganciarlo.

5 PATTUGLIA ASTRALE

TI nemico sfugge - annota nel diario - forse ritiene che non sia ancora il momento, e toglie il campo quasi sono i nostri occhi: non è un lavoro lungo, per lui, va scalzo, ha da portare soltanto due stracci, il fucile e il fagottino per le cartucce, il tè e lo zucchero3 4 •

La guerra tecnologica , benché ai primordi, n on può permettersi invece tempi morti, povertà di mezz i. Quando la co lonna meccanizzata si trova la strada sbarrata da un prec ipizio che imporrebbe di tornare indietro, ogni esitazione è messa da parte e lo sforzo collettivo diventa imponente. Scrive Caccia Dorninioni:

Starace decide di passare dove siamo. 1ùtti sono chiamati sul posto: i quattro battaglfoni, le batter ie, il genio, g li infermieri, gli u omini delle autoblindo e dell e motomitragliatrici, le guide, i cuochi, gli scritturali e gli autieri che hanno le macch ine in ordine. Facciamo saltare a ll a dinamite un roccione grande come una casa: la valanga si abbatte in un tuono da cataclisma, le acque sono fermate, un lago si forma, alziamo muri di sostegno, contrafforti, piccoli ponti. Cinque ore di sosta, passiamo , ma si deve rifa r e lo stesso lavoro sulla riva opposta . S i riparte di none, rinunciamo alla tappa 35 •

Ulderico Piernoli Nome In Codice K2

5. PATTUGLIA ASTRALE

La fatica è immane e strema gli uomini. Secondo le informazioni, il nemico, attestato al passo di Kerker, blocca la via per Gondar.

Achille Starace, il condottiero del momento , il gerarca inventore dell 'o bbligo del <•voi•>, del <•saluto al Duce •>, delle divise fiammeggianti e di altre fascistissime esteriorità, è instancabile e pronto a decisioni audaci.

Gioca il tutto per runo: mene insieme bersaglieri, Camicie Nere, radiotelegrafisti , mitraglieri, si distacca dalla colonna principale e procede a marce forzate lungo sentieri che salgono a 3000 metri e riprecipitano a 1500, con forti escursioni termiche e pioggia gelida.

Quando gli italiani arrivano al passo di Kerker, il nemico ha tolto le tende ed è scomparso.

Se Ras Cassa avesse tenuto la posizione avrebbe affrontato gli italiani in un rapporto di dieci a uno e a parità di armamento, ma un misterioso messaggio lo aveva informato del falso arrivo degli italiani a Gondar e, per non essere preso alle spalle, aveva deciso di abbandonare il campo.

Con un giudizio che prescinde da valutazioni morali e politiche su Starace, Caccia Oominioni annota:

Neppure gli si possono chiedere resrrizioni di b or ia o di vanità, equivarrebbe a uccid erlo. Ma coraggio e generosità sì, e senza limitazioni, con bu oni consiglieri a lato (... ] L'ho visto all'opera per d od ici giorni: non s i è ri- sparmiato un minuto. La sua decisione, il 31 marzo sera , ha evitato il nostro massacro e permesso un risultato certamente splendido36 .

L'estetica dell'azione, l'idea della 'bella morte' sul campo affascinano il capitano Sillavengo che parlerà in questi termini dell'esecuzione dell'ex segretar io del Partito Nazionale Fascista, nell'aprile del 1945:

La fine più tragica fu quella dello stesso Starace , sorpreso fra la folla a piazzale Loreto, a Milano, e subito fucilato. Era stata veramente ammirevole l'attitudine distaccata e spavalda di Starace in mezzo a una folla dall'aspetto bestiale. Che non era, sia ben chiaro, la fo ll a dei veri patrioti3 7

I O aprile 1936: Andrea Carafa, dei duchi di Andria, con i suoi bersaglieri entra a Gondar alle 08.00 .

Trova ad accoglierlo sedici ascari disarmati, rimasti di guardia al Consolato, perfettamente schierati, preti copti dai paramenti rutilanti e una folla silenziosa pronta ad accettare i nuovi padroni. Seguono Starace e i reparti che hanno marciato giorno e notte. Il capitano Sillavengo entra in città e trova il Trico lore che svento la sul pennone del Consolato.

36. lvi, p.516.

37. Ivi, p. 619.

Un'altra grande bandiera la innalza lui stesso sull ' antico castello portoghese che domina la cinà, il ghebì38 di Ras Cassa. Il grosso della colonna, con automezzi e autoblindo, tarda ad arrivare perché il sentiero che deve percorrere si trasforma in strada troppo lentamente. La truppa che occupa Gondar è rifornita via aerea, con i paracadute: diventa indispensabile attrezzare una pista d'atterraggio e allo stesso tempo trovare il modo di far avanzare la colonna.

È un incarico per il capitano Sillavengo. Un terreno in leggera pendenza e abbastanza largo offre la possibilità di costruire un aeroporto di fortuna, anche se il comandante pilota che fa da consulente esprime qualche dubbio.

38. In Etiopia, l' insieme delle costruzioni, circondate da una o più cinte, costituenti la residenza di un notabile o di un'autorità.

Sillavengo promette di spianarlo al meglio per sopportare l'atterraggio dei trasporti.

I lavori sono appena cominciati quando nel cielo appare il piccolo aereo del capitano Brocchieri. Fa un giro, voltegg ia, ignora i gesti che gli fanno da terra.

Buche, sassi, sobba lzi, motore imballato, fine corsa in mezzo agli arbusti, timoni di coda mezzi andati, ali sforacchiate e piegate dai rami, pilota incolume.

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•El Matt•> guarda l'aereo, parlotta con Caccia Dominioni, si fa condurre al comando, dice che vuole tornare indietro con la posta, ma devono dargli qualche bravo operaio per procedere alle riparazioni. Un sergente e cinque bersaglieri lavorano due giorni con pezzi di lana , fùo di ferro, rami, strisce di tela.

Quando decide che il peggio è stato riparato, Brocchieri sale a bordo, dà tutta manetta e, traballando e saltellando, acquista velocità sufficiente per il decollo. Da terra lo vedono 'staccare', oscillare su e giù , salire e fare rotta per l'Eritrea , dove arriva sano e salvo e recapita la posta della Colonna Celere A.O .

È il momento della strada per far avanzare la co lonna motorizzata . In assenza di mezzi adatti, è soprattutto questione di forza lavoro: centinaia di uomini che dovranno lavorare giorno e notte, divisi in tre turni.

Venticinque fra caporali e bersag l ieri del XX Battaglione sono messi a disposizione di Sillavengo. Un 'uomo d'affari' yemenita , avido e dallo sguardo sini - stro, è incaricato di reclutare manodopera per il salario di un tallero di Maria Teresa il giorno. In una notte ne trova 601 e uno sol o è scartato per fare cifra tonda: una torma eterogenea, accomunata da fame e magrezza, mo lti uomini recano ancora le ferite riportate in scontri precedenti. l'incarico di il storico per

I bersaglieri sono a capo delle squadre indigen e che, con gli scarsi attrezzi trovati a Gondar, uno ogni cinque uom i ni, lavorano a riempire dove c'è il vuoto, a spianare dove si presentano ostacoli, p ietre, alberi. Una giornata di lavoro , sei chilometri di strada aperti.

L'8 aprile i chilometri sono diciannove e i primi autocarri arrivano a Gondar. U giorno dopo, con la sistemazione di altri tre chilometri di pista che erano appena tracciati , il lavoro è co n cluso. La sera, 900 fari acces i simultaneamente ill uminano a g iorno l'intera valle, gli abitanti di Gondar esplodono in un boato di terrore che si trasforma in meraviglia. Pasqua è appena passata e il 23 aprile un messaggio radio richiama ad Asmara il capitano Sillavengo. La Pattuglia Astralc 39 ha assolto il compito, ha avuto vita breve e intensa, ora non serve più ed è sciolta.

Ce le

A irritato dall'ambiente che vi aveva trovaw, decise che in futuro avrebbe dato alle stampe il resoconto deglj avvenimenti vissuti, ma in una lingua diversa dalla propria e in uno stile antiretorico e indipendente, che potesse

Rapidi saluti ad amici e superiori e via a bordo di un trimotore che decolla scarico, senza seggiolini, con i portelli aperti dai quali entra l'aria fredda dell'alta quota. Da quelle aperture nella fusoliera , Caccia Dominioni vede il nastro bianco e po l veroso dei 273 chilometri di strada ben spianata che collega Gondar a Omager, la 'sua' strada. Il SIM lo reclama di nuovo, ma ad Asmara non c'è il colonnello Princivalle, partito con Badoglio alla conquista di Addis Abeba. Un maggiore l o invita a tenersi sempre reperibile e pronto a partire nello spazio di due ore, in abito borghese, con documenti già approntati dall'ufficio.

Obiettivo: il Sudan. L'agente K2, che aveva operato nella regione sotto la 'copertura palese' d'ingegnere

Paolo Caccia Dominioni, ora ci torna come capitano S ill avengo, ma con veste dissimulatoria. Nemmeno la sigla K2 gli appartiene più. È stata attribuita a un fornire la reale versione dello sforzo italiano ed eritreo. Ottimo conoscitore delJa lingua francese, compilò in questo idioma l'inLero carteggio, traducendo in italiano solo quanto necessario al proprio comando. A guerra finita si recò a Parigi con il te sto, corredato di numerosi disegni, che gli fu subito accolto dall'editore Plon, il quale lo pubblicò nel 1937 con il titolo Amhara. Cinque edizioni consecutive , per un vo lume di autore sco nosciuto e straniero, provano il favore che il paese transalpino gli riservò. L ' opera è stata poi pubblicata, per la prima volta in lingua ita liana , dalla Libreria Militare, Milano 2017. nuovo agente, nome di battaglia 'Marco', del quale Sillavengo si limita a dire che è 1,personaggio di grandissima capacità, un signore e un guerriero che aveva avuto periodi di gloria nazionale durante la difesa del Piave, nel 1918•>. 'Marco ' in p9che settimane ha agganciato un'organizzazione antinglese e, con l' approvazione di Princivalle, prepara un piano, in codice 'Schema K', suscettibile di creare molti fastidi. Arrivato il momento di passare all ' azione, per gli accordi finali, da prendere in un incontro segreto in territorio sudanese, Princivalle indica Sillavengo: questa volta è proprio un lavoro da spia , in borghese , in territorio straniero e potenz ialmente nemico, a contatto con un appartenente a un'organizzazione che in Sudan trama contro la Gran Bretagna. Il capitano raggiunge la 41 /\ Squadriglia a Barentù. Al decollo il capitano

Carlo Romagnoli è in tuta di volo regolamentare, con mostrine, fregi e gradi mentre Sillavengo indossa una sahariana senza mostrine, come un borghese qualunque in viaggio per l'Africa , ma ha in tasca le controspalline con i gradi , facilmente agganciabi l i.

L'appuntamento è a venti chilometri oltre il confine, in una capanna al centro di una radura circondata da un canneto. Solo il pilota conosce il punto dell'incontro e avverte il suo passeggero che tenterà l'atterraggio, altrimenti dovrà lanciarsi con il paracadute .

Con una manovra sperico lat a, Romagnoli tocca Lerra in planata, a motore spento. All'interno della capanna attende il 'donor Mohammed' , pelle scura, baffetti neri, completo doppiopeno blu, camicia bianca aperta, scarpe lucidissime, inglese oxfordiano, studi al Gordon College di Khartum, cinque anni di carcere a Londra per cospirazione contro la Corona. Al gioco delle spie nulla è come appare e la verità è nascosta da una cortina di bugie. Questo incontro non è da meno . Il co ll oquio è veloce ed essenziale. Tutto è pronto. Lo 'Schema K ' scatterà alle 11.00 del 9 maggio, in caso contrario un normale telegramma commerciale in termini negativi bloccherà tutto.

Quando Sillavengo esce dal tucut~ 0 , Romagnoli è pronto al decollo. Sale a bordo , davanti con il pilota, e fa in tempo a vedere il 'do ttor Mohammed' allontanarsi i n groppa a un dromedario, i piedi nudi incrociati, avvolto in una veste bianca svolazzante. Scarpe lucide, camicia bianca e doppiopetto blu costituivano la 'divisa' per il colloquio segreto. Il giorno dopo, un'Asmara imbandierata e in festa accoglie Paolo Caccia Dominioni. Badoglio è entrato in Addis Abeba, il Negus è fuggito. Da Roma arriva un cifrato: (<Schema K sospeso alt Assicurare alt Mussolini•>.

Il 9 maggio 1936 il Duce proclama la fondazione dell'Impero. Cessa l'Esigenza A.O., cominciano i congedi e i rimpatri. L'Etiopia resta però una patata bollente che richiederà ancora sacrifici di uomini e mezzi, fino alla Seconda guerra mondiale, quando l'Italia perderà l'effimero Impero , per la conquista del quale il SIM paga un prezzo altissimo. A Passo Mecan il 31 marzo

I 936 cade il tenente colonnello Antonio Zuretti, già capo della li sezione. Sul fronte dell'Ogaden, a Gunu Gadu , il 24 aprile perde la vita il capitano dei Carabinieri Antonio Bonsignore, che aveva operato nel controspionaggio. Il 27 giugno a Lekempti è ucciso il colonnello Mario Calderini, vicedirettore del SIM e Addetto militare ad Addis Abeba. Tutti e tre sono decorati di Medaglia d'Oro alla Memoria41 •

41. TENENTE CO LON'NèLLO ANTONIO ZURETTI. Motivazione della MOVM alla memoria: •Conscio dell'importanza e della delicatezza di una importante posizione difensiva avanzata, oueneva di recarvisi personalmente al primo cenno di un attacco nemico. Per cinque ore, in una tempesta di fuoco, fu presente ove più cruenta era la lotta e più grave la minaccia. Fu anima eroica della difesa , cui partecipò personalmente con il fucile e le

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