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L 1 ULTIMA M ISSIONE

Dopo due anni Caccia Dominioni non ha p iù bisogno del bastone, anche se cammina con difficoltà.

L'architetto Gaston Victor Rossi, suo antico collaboratore al Cairo, lo rivuole nelJo studio d'ingegneria lasciato nel 1938.

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TI solenne impegno è dimenticato, sono tempi grami e a giugno 1947 parte da Genova a bordo de l piroscafo 'Giosuè Borsi',con un biglietto di ponte perché non ha denaro sufficiente per pagarsi un po sto in cabina.

Ha ripreso il suo lavoro da un anno, quando il Console Alfredo Nuccio, bersagliere del Carso e di Libia, mutilato, convoca l'ingegnere per dirgli:

Dcvi andare a vedere che cosa succede dei nostri morti nel deserto . Puoi andare anche domani. Vedi, riferisci, fai proposte71 •

Il 1° luglio 1948 Paolo Caccia Dominioni lascia Alessandria su una traballante e sovraccarica corriera diretta a Marsa Matruh. Chilometro 90: relitti britannici, filo spinato, mine; chilometro 102: El Alamein; chilometro 111: primi rottami italiani; chilometro 119: cimitero di Teli el Eissa , sotto Quota 33, e il campo minato australiano. La corriera riparte: solo, in mezzo a cinquemila croci, è avvolto dal sil enzio. Quasi la metà sono italiane, allineate per 17 file in o tto campi, alcune con nomi, date , gradi, reparti; altre con un'iniziale e un cognome o un nome; altre ancora con parole incomprensibili, oppure unknown ùalian, unknown parachutist. È il cimitero realizzato, fra il 1943 e il 1945, da 4 7 prigionieri italiarù del Campo 308, alle porte di Alessandria. Su richiesta inglese, si sono offe rti volontari per seppellire i caduti nel deserto, coord inati dal sergente maggiore Nicola Pellicciotta, bolognese, e dal sergente Pierangeli, senese.

Spianano quattro ettari di deserto, preparano i riquadri divisi da vialetti, sistemano i cana letti di drenaggio, p o i cominciano a recuperare i caduti , a mani nude , perché gl i inglesi non hanno distribuito guanti di ness un genere. Ogni tanto qualche beduino, in cerca di tombe da profanare e saccheggiare, di rottami da recuperare, salta su una mina e condivi de la sorte del caporale maggiore Giulio Generali, dell'artigliere Emilio Selvatici, del fante Nicola Guermandi. Ad agosto 1945 la guerra cessa su tutti i fronti. Quello che è fatto è fatto, i 44 ita li ani che ancora scavano salme tornano ospiti del Campo 308. Qualcuno è rimpatriato poche settimane dopo , a l tri dovranno aspettar e il 1946, senza nemmeno un grazie di cortesia.

Impreca a voce al ta l'ex comandante de l XXXI G u astatori, che ha trovat o le tombe di dive r si compagni caduti. Impreca e si ritrova a fianco Gomaa Abdel Hamid

Alì - il guardiano nominato dagli inglesi che però non pagano - il quale gli dice: di deserto è ancora pieno di morti. Da un anno gli inglesi hanno smesso i recuperi > >. Ecco il cimitero tedesco; 12 chilometri p iù in là, all'ombra de l minareto di Sidi Abdel R ahman, un camposanto più picco l o, con 4QO tedeschi e ita liani: tombe aperte, croci mancanti. Accanto 300 carri armati trascinati fin lì , nonostante fossero stati colpiti, perché avevano ancora i cingoli. A l 7 chilometri verso Alessandria , il cimitero inglese, l' unico dove ancora si la- vora. Sulla via del ritorno domande angosciose affollano la mente dell'ingegnere: cosa dire agli orfani, alle vedove, ai genitori dei nostri caduti?

Per Paolo Caccia Dominioni è tempo di partire per una nuova missione. Il Console Nuccio riceve la sua relazione che comincia con <<sa lvare le tombe dalla furia delle acque ,> e termina con il progetto di costruire <<un cortile a portico che metta in evidenza il sacrificio italiano•>, embrione del futuro Sacrario.

Ci vuole un anno per ottenere il via dall'Italia e al Ministero della Difesa per organizzare una delegazione appoggiata alla Legazione italiana. I fondi arriveranno, quando non si sa. Tutto il personale consiste nel solo Paolo Caccia Dominioni. Chiede subito gli elenchi dei caduti, ma sono andati quasi tutti distrutti, causa i moti eventi,>. Negative anche le risposte da comuni e prefetture. Rispondono invece i familiari, i comandanti superstiti, le sezioni delle associazioni combattentistiche e d'arma, mettendo a disposizione documenti e lettere. Una circolare privata invita i reduci del XXXI a darsi da fare e arriva denaro sufficiente per costruire un locale e ripulire i fossi. Per mesi, Caccia Dominioni trascorre gran parte della settimana nello studio del Cairo, gli altri giorni con una jeep viaggia sui vecchi campi di battaglia, insieme con Gomaa. Ogni volta rientrano portando salme ridotte a ossa, avvolte in un telo o chiuse in una vecchia cassetta di munizioni.

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