
4 minute read
Considerazioni finali
L, esito di una prolungata campagna in Tunisia era scontato sino dall ' inizio. Lo aveva intuito Rommel. che con la sua veloce ed abile 1itirata da el-Alarnein alla linea del Mareth aveva cercato di barattare spazio in cambio di tempo. Una volla dissipato questo prezioso capitale, le forze del! ' Asse sia ten-estri che aeree erano state costrette a combattere in condizioni sempre più sva ntaggiose per loro e sempre più redditizie per il nemico. Mentre gli Alleati disponevano di linee di comunicazione larghe e relativamente sic ure. l 'Asse ne aveva sola una , che giorno dopo giorno era divenuta sempre più s tretta. incerta e dispendiosa, sia in termini di uomini che di mezzi. Sulla " rotta della morte" la Marina italiana aveva perduto dodici cacciatorpediniere ed undici torpediniere. Duecentoquarantatrè navi di tutti i tipi erano state distrutte nei porti ed in mare ed altre duecentoquarantadue era state più o meno danneggiate. Di queste navi il 67 % era stato colpito dagli aerei 146 • Evidentemente la lezione di Malta non aveva insegnato molto agli alti comandi dell'Asse, la cui aviazione s i trovò ne ll a necessità di combanere utili zza ndo basi difficili da difendere ed ancora più da rifornire. Mussolini aveva forse intuito il noccio lo del problema, tuttavia durante il convegno di Feltre si era limitato a lamentarsi con Hitler: "che la campagna africana avrebbe avuto un co rso differente se avessimo avuto non la superiori là aerea , ma almeno una aviazione soltanto altre/la1110 forte quanto quella del nemico" 147 • È però quasi certo che forze aeree tedesche avrebbero potuto essere alla pari di quelle alleate, solo per un tempo assai breve. Poi la sch iacciante superiorità industriale degli USA e del Regno Unito avrebbero comunque alterato ques to temporaneo equi librio In ogni caso l'Asse sarebbe stato costretto a distrarre - come in effetti accadde - una forte al iquota di bombardieri e caccia dalle più paganti missioni offensive per devolverlo a pesanti compiti di scorta ai convog l i navali. Sicuramente, con una più potente forza aerea, l'Asse avrebbe potuto prolungare la campagna di Tunisia, creando serie difficoltà ag li All eati, che non avrebbero potuto tenere per lungo tempo cospicue forze nel Mediterraneo senza compromettere l 'Operazione Overlo rd (lo sbarco in Normandia). In ogni caso la Tuni sia era troppo difficile da rifornire ed ancora più da difendere. apoleone aveva sempre scelto di dare batta glia su terreni dove le condizioni tattiche e strategic he erano a lui più favorevoli, e dove la logi s tica non creava problemi alle s ue armate. Probabilm en te i due dittatori dell'Asse non si erano ispirati a apo leone nel momento in cui avevano scelto la Tunisia come terreno per dare battaglia al nemico. La conseguenza di questa errata scelta fu, non so lo una sco nfitta, ma anche la perdita di uomini e mezzi aerei, navali e terrestri, che avrebbero potuto operare in condizioni migli ori e più favorevoli , con maggior vantaggio per le vacillanti fortune dell'Ass e La Marina italiana, che nel novembre 1942 aveva esitato ad impiegare la divisione incrociatori pesanti GORIZ IA e TRIESTE contro il convoglio che aveva rafforzato Malta in modo decisivo, ebbe il T RIESTE affondato ed il GORIZIA gravemente danneggiato da un bombardamento aereo mentre le due unità erano alla fonda. Le due preziose un ità erano state perdute perché i caccia, le batterie contraeree ed i radar che avrebbero pot uto difenderle erano stat i persi durante la logorante campagna tuni sina. La necessità cli provvedere sco rte aeree ai convogli per la T unisia aveva d issangua to mo lti reparti caccia italiani, che sarebbero più utilmente impiegati in d ifesa de l territo rio naziona le, compito in cui le probabilità di sa lvezza pe r i piloti abbattuti era no certamente superiori a quelle delle missioni sulla T u ni sia o sulle acque de l Medite rra neo. Le perd ite dell 'av iazione, del!' Asse in Tunisia furono inevitabilmente alte. Dal novembre 1942 al magg io 1943, la Luftwaffe perse ne l settore Medite1i-aneo 2.422 aerei, di cui 1.867 da combattimento ed un proporzio na le nume ro di spe r imentati eq uipaggi 148 Essendo state impiegate forze aeree italiane inferiori a quelle tedesc he , le perdite del Co mando Ae ronautica Tunisia furono proporzio- nalmente più basse di quelle del Fliegerkorps Tunis, ma forse assai più trag i che date le scarse possibilità di rimpiazzar le. I velivoli da combattimento perduti in azione in Tunisia furono so lo 35, con una più che accettabile percentuale del I, 17 % sul totale delle sor tite 149 , tuttavia aggiungendo quelli distrutti eia incursioni nemiche oppu re messi fuori uso per altre ca use le perdite degli aerei da combattimento italiani furono oltre du ece nt o.
146 Bragadin Marc ' Anton io, Garzanti editore. Milano 1957 , p. 301.
Advertisement
147 Mussol ini Opera Om nia. Voi. XXXIV riportato da Deakin W. op. cil. p. 404.
148 Murray W. op. cit. p. 163.
In rapporto al numero delle missioni eseguite (5318) 150 , le perdite degli aerotrasporti del SAS (82 velivoli) sarebbero state percentua lmente più che accettabili ( 1,54 %), tuttavia la loro co ncentrazione negli ulti mi trenta giorni le rese di fatto int ollerabili. Le perdile dell'aviazione alleata non preoccuparono invece i suoi comand i, perfettamente consapevoli cli avere a disposizione assai più larghe ri sorse. Le condizioni di inferiorità, in c ui le forze aeree dell'Asse furono costrette a combatte re in Tunisia, finirono per accelerare in se nso ne gativo il divario, g ià esiste nt e dagli inizi, con quelle del nemico, con esizia li conseg uenze per la futura difesa della Sicilia e della penisola italiana.