GRECIA CONTINENTALE E ISOLE DELLO IONIO (da pag 1 a pag 324)

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la Resistenza dei militari Italiani in Grecia continentale e nelle isole dello Jonio

Bisogna tuttavia riconoscere l'opportunità di quel provvedimento restrittivo, perchè la vita sociale ateniese era scaduta, con la liberazione, nel tenebroso ciclo delle faide che avrebbero potuto coinvolgere anche gli italiani, a causa degli intensi rapporti avuti per lunghi mesi con i civili ateniesi e con i partigiani dello ELAS. 4. LA LOTTA PARTIGIANA NEL PELOPONNESO E LE TRAVERSIE DEGLI ITALIANI CHE VI PRESERO PARTE Il Peloponneso, che aveva un ' importante posizione strategica, era presidiato da un notevole contingente di truppe italiane a cui si aggiunsero, dal giugno 1943, anche truppe germaniche. Gli italiani presidiavano la zona settentrionale con la Divisione di fanteria "Piemonte" (sede del comando Patrasso comandante il gen.Rodolfo Torresan) e la zona meridionale con la divisione di fanteria "Cagliari" (sede del comando Tripolis comandante il gen.Paolo Angioy); inoltre, controllavano il canale di Corinto con truppe su entrambe le sponde dello stesso canale (comandante il gen.Riccardo Mattioli) e il golfo dell' Argolide (comandante il gen.Italo Caracciolo). · I tedeschi completarono il loro schieramento nell 'agosto 1943, assumendo le seguenti posizioni: Comando del LXVIII C.A. dislocato a Vitina, distante circa 40 km da Tripolis (comandante il gen.Helmut Felmy), 117° divisione cacciatori nella zona centro-meridionale (sede di comando Tripolis - comandante il Gen.Karl Von Le Suire), la I O divisione corazzata nella zona nord-occidentale (sede di comando Argos - comandante geo.Walter Krueger). Contro queste forze le organizzazioni della Resistenza avevano diviso il territorio in tre zone: quella centrale era controllata dal 9° battaglione Taigeto comandato da Andrea Karatzaphéris, uomo temprato da dure lotte clandestine; la zona occidentale da un altro "Kapetan" esperto e determinato: un certo Orion; quella orientale da Pelopidas, inviato da Aris Veloukiotis (il comandante degli andartes ELAS, famoso per la sua ferocia) con una formazione di "berretti ne1i", i più sanguinari partigiani della Rumelia.


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