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RIVISTA D'IGIENE

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VARIETÀ

VARIETÀ

La oont&glosltà del oanoro. - (Reoue seicntijique, 14 luglio 1894).

La questione ·della natura parassitaria del cancro, è discussione. solo infatti non si sono ancora potuti Isolare e coltivare i pretesi microbi del tumore ma · ' l m1crografì e i microbiologisti non sono ancora arrivati a d·accordo sulle forme delle cellule cancerose, poichè 1 pr1m1 affermano che i coccidii, che i secondi credono di nell'interno delle cellule, non sono che delle alteraZIOni degenerative.

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ne sia di queste discussioni, l'osservazione diventa .g1orno per giorno più favorevole alla dottrina della lrasmissJor:e, o per lo meno della natm·a infettiva del canlocal.izzazione della malattia in località contenute in luml1 costituisce un potente argomento in favore di. dotlr10a, e ciò che riferi sce la Médeeine c1rca le case cancerose è sotl(l questo punto di vista eminentemente dimostrativo.

RIVISTA

Il doltor Arnaudet, di Cormeilles, ha richiamato per il · 0 uno dei primi l'attenzione sulla frequenza del cancro pr1mo, ' . , . te località ed anche in certe determmate case. Uno m cer . . d ,.,r esempi più notevoli di questa predileziOne locale del e, 1 • .,. Il l canct·o è quello di una strada dt'Cormet .es, ne a. qua e, ai case, 17 furono colpite dal fornen.do m 40 2i casi di cancro, di cui 15 negh ultimi 20 anm. La e come concentrata verso la melA della s trada. vero md o di cancri, dove quasi tutte le case dei due lati contaminate; qui vi si trovano 14 cancri su selle case, e questo all'infuori dell'eredita, io persone senza çarentele, non aventi coi malati nulla di comune se non l'aver abitato successivamente o contemporaneamente lo s tesso locale. La casa di Lione, di cui parla il dottor Molliére in una opera Jel ùotlot• Fabre, sul contagio del cancro, è anch'essa un'esempio tipico.

18i:3 il proprietario, dell'età di 80 anni, abitante al t• piano, mori òi un cancl'O allo stomaco. Quattro anni dopo un sorto di 45 anni che occupava il mezzanino, mori pure di cancro allo stomaco. Il portiere, un ex-militare dell'et& di 55 Anni, !"Occombette a sua volta in capo a tre onni alla s le5sa atrezione localizzata ancora allo stomaco. Finalmente un uomo di 35 anni abitante al 2;0 piano, fu colpito, due anni dopo 1a morte del portiere. du un cancro delle glandule cervicali, che lo uccise in un anno. Così nello spazio di 10 anni non vi t'urano meno di 4 casi di cancro in quella casa. dunque delle case eancerose, come esistono delle case difteriche e lubereolose. Il dottor Fiessinger, di Oyon· uax, ha perfino dato il tipo fision01nico di queste case maledette. Secondo lui è una casa isolata sulle rive di un corso d'acqaa o di un lago, in vicinanza di un bosco di una pnlude, poichè, egli dice, il tumore maligno è amico della solitudine e preferisce i corsi d'acqua. La casa di Lione risponde in parte a questo tipo, essendo situata sulla riva della Saona, ma le case di Cormeilles, agglomerate nel centro stesso della città, non vi corrispondono affatto.

Falli analoghi sono segnalati in Inghilterra. Il dottor Shattock ha riferito nei Saint Thoma sllospitalrepo rts (Vol.

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XX, pag. la storia di una casa di Ashburton, nel Devonsbire. l n questa casa. umida e triste, 4 persone, che non avevano tra di loro nessuna relazione di parentela, furono successivamente colpile del cancro nello spazio di 14 anni.

li dottor Clement Lucas (Lancet, 1887) pubblicò l'osservazione di un malato, operato nel 1881 e nel 1883 per un ulccro roditore paljebre e della fronte . La d r questo malato ebbe uno scirro alla mammella, operato nel 188i; una terza persona, che aveva sempre Yissuto coi due malati nella stessa casa, fu colpit;, da un epitelioma della linftua.

Il dottor Wynter• Blyth (Pablic Health. Vol. I, 12!1) ha rifel'ito il caso di 3 inquilini successivi di una casa di Buckland Brewer, che morirono di cancro. Una signora che faceva spesso delle vi:>ile all'ultimo inquil ino, dt>l quale ·del resto non ora p11rente, fu colpita in s e guito da un canc ro della mammella e del polmone. Finalmente la nipote di questa signora, di 14 aoni, elle dormiva con lei ebbe pure un cancr·o della mammella. - l\on si può negare che, per l'interpretazione dei fatti sopra esposti l'ipotesi del da malato a malato, o pet· lo meno quella dell'infezione in un ambiente contaminato, sicoo le sole che si possano sÒslenere. l alla manifestaziOne dt esso m Altona e rn Ntelleben. co era, . . .. Queste due ultime epidemie invernali,_per mvtto .Mrmslero prussiano del culto, furono stud•ate ed le necessarie ricerche nell'Istituto per le malallre tnfett&ve, e i risultati non sono ài poca importanza come sarà dimostralo in questo riassunto. Ma prima è necessario di dire qualche cosa sulla epidemia in Amburgo.

Il dottor D'Arcy Power ha fatto conoscere recenletnenle nel Britìsh merlical journal (9 giugno) una serie _analoga.

La sig:nor ma B ..... dell'età di 45 anni abitava da 13 anni una casa deì sobborghi di Lon dra; essa morì di un cancro allo stomaco nel 188i. La T delretà di 47 anni che abitaYa nella casa stessa da 20 anni, le succ<>s"e ed oc..: cupò la sua (·amer ll ds letto. Essa mor'i di un cancro al fegato uell'oLLobre 188.'>. La signora J àeli"età di 67 anni ec1. abitante nella stessa casa da 8 anni, pre:e la camera da letto successivamente occupala dalle signor·ine B. .. .. c T ... Anch'essa mor1 di un cancro alla mammella ed all'utero nel 1893.

Ognuna dt queste persone risulta che godettero di una perfetta salute fino al giorno in cui si succedettero come dtrcttrici nello stabilimento dove avevano vissuto per ta'lto tempo. Non vi era .lr·a di loro nessun legame di parentelo.

R. KocH. - n colera in Germania nell'inverno del 1892 _1893 . - (Berliner kliniscfte Wochenschri.(l, N. 45, 1!:93).

La epidemia posteriore di Amburgo, _la . sua · 1 estenc:1·one dette occasione ad alcune dJJ'IusiOnt del p!CCO a - ' . . . . ,.

Nonostante che la durata delle due epidemie rli Amburgo 'Sia stata quasi la stessa, cioè di circa più di due me::si, la differenza numerica dei maiali fu grandissima. Menlre nella pl'ima epidemia si ebbero 18000 maiali con 8200 morti, nella seconda non se ne ebbero che 64- malati con '18 morti. differenza non si spiega nè con la stagione dell'anno, nè con la popolazione amburg-hese fluttuante.

Piuttosto sono da riconoscere due tipi del tutto diversi nelle esplosioni del colera: 1° decorso ad esplosione con il Ialo della cur,·a che si solleva rapidamente sino al vertice e disceude nello stesso modo e nel 2• la rappresentazione gr.. tìca rappresenta una curYa che di poco si ele,·a sulla linea di base. Il primo tipo si manifesta con improvvisa ed uniforme diffusione del materiale infezioso in un luogo per mezzo di qualche cosa. che può agire nello stesso tempo su tutti gli abitanti, come aria, suolo, cibi, acqua. In considera zione è da prendere solamente l'acqua. È naturale poi che non tutti gli uomini, i quali fanno uso di a equo inquinata cadano malati di colt>ra, poiche diverso è il grado di diffusione germi colerigeni nell'acqua, diverso l'uso in quantila che ne fanno gli uomini, diversa la loro disposizione speciale. Nel secondo tipo, oltre la forma particolare della -cu rva, é caratteristica. la manifestazione di f!ingoli focolai i so lati, nei quali non scoppiano improvvisamente molli casi, ma si osservano specie di catene con immediata connessione delle singole malattie.

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' Dal primo focolaio possono, mediante trasporto, nascerne altri. Non si deve però pensare, che in questa catena ogni singolo membro sia riconoscibile, poiché è noto, che esistono casi di colera lievissimi, i quali, per regola, rimangono sconosciuti.

l due tipi possono naturalmente combina rsi l'uno all'altro in tutti i modi possibili e tr\sformarsi a vicenda fra loro. Anche la forma della curva in senso assoluto non può da sola furci sempre riconoscere la presenza dell' uno o dell'altro tipo. La epidemia estiva di Amburgo, nella prima parte appar-tiene esclusivamente al primo tipo, verso lA dell'epidemia dominò il secondo tipo. La epidemia invernale di Amburgo per tutta la sua durata decorse quasi esclusi,·amenle nella forma del secondo tipo, prese la tendenza alla formazione di focolai; un focolaio si formò in Neustadt, un secondo nel quartiere S. Gio;gio, un terzo in S. Paolo. È verosimile che i due primi sieno stati derivazioni della epidemia estiva. l malati della epidemia posteriore tengono senza eccezione agl'infimi strati sociali. Una caul"a comune, come l' influsso del suolo, dell'acqua o di cose simili, può in questa epidemia esse re sicuramente esclusa,. piuttosto assai più probabile è la propagazione della malattia da uomo ad uomo. L'and amento del colera ricorda quello osservato sulle navi di em igranti.

Allo sviluppo del colera fra la ciurma di due navi ancorate nei porti di Amburgo, l'acqua ebbe indubbiamente la sua parte. Il vapore spagnuolo Murciano e ra ancoralo ad Asiaquai in vicinanza di una latrina probabilmente usata da Ul'! operaio malato di colera. Il giorno 8 gennaio ricoverarono all'ospedale due marinai malati di colera, ed accurate ricerche fecer'O riconoscere altri 4 casi di colera. Disinfettato a Strandhajen, il vapore 1Uurciano ancorò vicino al ,·apore Gretc hen Bohlen, dal quale dopo tre giorni entrarono 6 malati di colera nell'ospedale. L'infezione della prima nave è solamente da spiegarsi con l'uso dell'acqua del la quale ver<?similmente conteneva batteri del colera, dunque, questa epidemia ebbP, analogo riscontro in quella estiva, eh& si diffuse nell'acqua del porto insudiciata ed infettata ad Amer ikaq uai dagli emil!ranti russi.

La

piccola mortalità dell'epidemia invernale, 28 ·;., è spiegata abbastanza dal cl.re ?er la prima volta la. stati.,.1. fu compilala su 1 cas1 dr colera non osservah solarea . . mente clinicamente, ma batlcrros.coprcamente, e in tal modo furono considerali come colerosi anche coloro i quali non presantavano sintomi clinici, ma. avevano nelle loro -:!eiezioni. Il fatto, che m una grande rrunwne dt uomini, che furono esposti all'infezione del colera , le malattie che ne risultano per tulta la serie, dalle forme gravissime e rapidamente letali, alle forme lievissime, che solamente possono riconoscer;:i per mezzo della ricerca batterioscopica, è d'importanza capitale pel colera asiatico tanto dal lato pratico, quanto da quello teorico. È importante dal Ialo pratico. perché se l'isolamento e le disinfezioni in una grande popolazione si pongono io pratica solamente pei malati di colera clinicamente dP,terminati, nel maggior numero di casi non si riuscira a domare l'epidemia. Sono appunto i casi lievissimi i piu adatti per diffondere il colera per ogni dove, sebbene talora sia difficilissimo e quasi impossibile <:.eguirne le tracce. Il rigoroso isolamento di tutti gli indi,·idui, che in un modo qualunque ebbero rapporti con malati e r accurato esame balterioscopico delle loro deiezioni può solamente r estr·iogere il campo d'azione dell'epidem ia. Teori· ca mente é questa cognizione importante, in primo luogo perché cosi cessano tutte lu difficoltà, che finora sono state messe innanzi, sostenendo che il commercio umano può diffondere il colera anche senza persone malate, ed inoltre perché ci forniscono i mezzi per giudicare le esperienze pel' r infezione artificiale nell'uomo, le quali hanno dato pure un importantissimo contributo al modo di azione dei batteri del colera e non una smentita alla loro azione infettiva, come pensarono coloro che l'intrapresero. Anche l' epidemia in, ·ernale di Amburgo dette luogo a propagazione di casi in Schwerin, Osdorf, in Xeuhof, presso Willtelmsburg, ·s clmlau e Wedel. .Ma in queste località il male non si diffuse molto, eccettuato in Allona e in Nietleben.

Mentre durante la epidemia estiva in Allona la massima parte dei casi d'infezione derivavano dal territorio di Am-

\ hurgo, !"epidemia im·ernale alla fine di dicembre non ebbe tale origine Si ammalarono di cole1·a individui di tutte le parti, i quali non era1w stati in Amburgo, il tipo dall' epidemia era del lutto diverso. essa fu probabilmente cagionata dall'acqua dell' Elba.

Per le piccole proporzioni di questa epidt>mia ìu possibile di studiar bene il modoedi diffusione dei singoli casi. Riuscì al Koch di potere abbastanza ben distinguere le infezioni secondarie da quelle dell'epidemi!i prodotta dall'acfjua pota. bile. In tre luoghi si manifes tarono gruppi d1 malattie nell' interno di famiglie, una pure nell'ospedale; tuttavia il più interessante gruppo seconda rio di malattie avvenue in un complesso di case nella parte della città di Ottenseo", al langen Jammer, cile non é fornito di acqua potabile m uni. cipale. Queste case, abitate da ci1·ca 270 uomini, attingono la lot>o acqua in un pozzo situato nella parte più bassa dell a lOI'O contrada; per l'allontanamento delle feci servono latrine con bottini. Il suolo e il soltosuolo non sono per null a diversi da quelli della parte vicina della cilla, ìe oscill a . zioni dello strato d' acqua sotterraneo corrispondono in generale a quelle osservate quasi dappertutto al not·d della Germania. quranle r epidemifl estiva si manifes tarono al langen Jarnmer due casi di colera, che non dettero luogo a diffusioni. Nell'epidemia successiva poco dopo il principio di -essa si svilupparono in questo quartiere noYe casi di colera. Koch è di avviso che il colera sia stato propagato dall'acqua di un pozzo in cui si trovarono i germi dt:l colera. Chiuso il poz1o si ebbero ancora casi dt coler<>, però entro il pe riodo del tempo d'incubazione, cosicché può ritenersi che l' infezione si sia diffusa con l' acqun di quel pozzo. Non è faci le determinare come il colera sia penetrato allangen Jamm e r.

L'epidemia successiva di Altona comprende 47 malati con 26 morti ; la m ortalità media fu dunque di 57,4 °/o, mentre io Amburgo, com e fu detto, la media fu del 28 o/0 Sembra che, a parità di condizioni, il colera propagato con l'acqua una forma assai piu pt:!r·icolosa.

Anche la epidemia nel manicomio di Nietleben presso Halle deve esse r e considet·ata come una propagazione della epidemia successiva di non sia. possibile dimostrarlo. Una derivazion e stra01era dalla Russ1a o dalla Francia per· la natura dello stabilimento è qu»si impossibile. Kietleben riposa sopra una r occia di perfido, 30 metri sul livello medio dell a Saale, ha dirupi da ogni parte. Fu edificato nel 18i0 e da 10 anni è proYvisto di acqua potabile: ai due !ali dello stabilimento trovano campi d'irrigazione. Lo stabilimento costrutto per 600 malati, ne ha ora 800 e col personale relativo circa 1000 persone. Nel1850 e 1866 fu già sede di epidemia colerica.

Epidemia del 1893. -:- Dal 3 al 26 ottobre 189'2 si ebbero i3 casi di diarrea; il 14 gennaio 1893 si osservò il primo caso di colera : il malato morì nell'i stesso giorno; il15 gennaio si ebbero 6 casi di colera tutti mortali ; ìl 16, 11 casi con 8 morti. Questi 18 casi non avevano alcun legame fra loro; tipo epidemico ad esplosione. Eliminale tutte le altre cause d'infezione; non il suolo perchè roccioso, non gli alimenti pe-rché gli stessi malati della clinica di Halle non risentirono alcun effetto sinistro, non rimane che r acqua potabile. L'acqua cattiva pei campi d'irrigazione, i filtri che non funzionavano affatto bene dettero facilmente passaggio ai germi del colera, che si trovarono nella sezio!le delle donne: nell'acqua sudicia prima del suo ingresso nel terr·eno d'irrigazione, nel terreno d'irrigazione stesso e nell'acqua, che usciva, attraverso il tubo di drenaggio principltle, dal campo d'irrigazione: nella parte degli uominr nel liquido alr ingresso e alruscita dal campo d'irrigazione; nell'acqua della Saale se!Yaggia sotlo l'imboccatura della Sava, nell'acqua filtrata del filtro N. II e in un raggio di acqua di un rubinetto nell' interno dello stabilime nto.

Ma l'infezione ancbe qui non segui esclusivamente la via dell'acqua, ebbero luogo anche infezioni secondarie da uomo; ad uomo; in numero minimo dei maiali con t>elta di 1• e 2• classe. {.;n padi::dione donne, in cui l'infermiera non fece distribuire che acqua bollita , rimase del tutto immune.

Non è facile di determinare sicurame nte per qual via il material e infettivo sia penetrato nell'acqua. Forse fu im-

RIVISTA n'IGIENE

portato da qualcuno dei nuovi inservienti provenienti da Amburgo.

Nella estate del 1892 per precauzione si beveva nello stabilimento acqua bollita; in seguito se ne fece uso. Allo scopviare dell' epidemia fu ri chiamato in vigore l' uso dell' acqua colta. Depurata.!' acqua potabile diminuì il numero dei malati, l'ultimo dei quali si ebbe il 12 febbraio. I malati furono isolati, lo stabili mento in una specie di quarantena e coloro che ne usci,·ano o vi entravano furono sottoposti a vigilanza tanto per parte dello stabilimento, quanto per quella della ciLla di Halle. Dei sospetti furono analizzate spesso le feci ed anche fra essi si osserv;rono casi, che si sarebbero presi per colerina. In due convalescenti furono trovati nelle deiezioni germi di cocirca 3 settimane dopo il principio della malattia Le feci furono disinfettale, la biancheria e gli abiti pure disinfdlati nell'apparecchio a vapore. In appresso furono i locali disinfettati nel modo noto. Anche la conduttura dell'acqua potabile e i campi d'irrigazione fu r ono sottoposti a disin fezione, la prima fu riempiuta per 21 o re con di acido feni..!o al 3 p. 100, i secondi con grandi quantità di latte di c11lcè, per tanto tempo fino a tanto che il liquido del condotto d'uscita delle reazione fortemente alcalina.

Le acque infette della Sava, per le deiezioni dei colerosi versate in esse, diffuse1·o probabilmente il colera in altri luoghi come a Trolha, a Weltin, a CrollwiLz, a Lettìn. Dopo WeWn cessò la diffusione percbè in quei dintorni la sa,·a riceve un piccolo affluente, le cui acqne contengono il 10 p. 100 di clorur o di sodio. Per tal motivo le acque della Sa va non sono più usate dagli abitanti, perchè la grande quantità di sale non le rende più potabili. Koch, in opposizione a Pellenkofer e Liebreicb, dimostra quale importanza abbia avuto l'acqua potabile nella diffusione del colera.

Concorsi

concorso al premio Zannetti . -L'Accademia medicofisica e la Società filoiatrica di Firenze fondarono un premio quinquennale di lire 500 per favorire il progre&so del_la chirurgia io Italia e per onorare e perpetuare la memoria dell'illustre professore Ferdinando Zannetti.

Il tema designato è: La chirurgia del ceroello, del midollo spinale e delle loro meningi.

Nell'ordine logico della chirurgia questo argomento l'a segl,lilo a quello della del cranio, sul quale il prof. Zannelti dopo un assiduo lavoro di oltre diect anni, nel 1877 scrisse un'opera stupenda, incoraggiando i chirurghi ad cc uno studio di cui essa (la Lrapanazione del cranio) an" cora abbisogna. diretto a riconoscere i casi nei quali debba " considerarsi quale atto operatorio di assoluta urgenza; · " cosicché la clinica non possa essere accusala di avere re"' spinto un compenso chirurgico razionale e proficuo ad .. impedire un esito fatale». (Vedi Prefazione a detta opera).

Quasi che queste parole dell'eminente clinico di Firenze avesser o avuta un'eco lontana. in Inghilterra e in Germania ·alcuni valorosi chirurghi hanno preso a coltivare questo studio; e le vittorie da essi riportate in questo campo autorizzano già a presagire che anche in esso la moderna chirurgia farà grandi conquiste.

:-\on essendo stato conferito il premio nel precedente concorso, esso si intende nuovamente aperto, determinanùo per il :31 luglio 1895 il termine utile per la presentazione delle opere manoscritte.

Regolamen lo: Art. I. È aperto il concorso al premio quinquennale di L. 500 istituito dalla Accademia medico fisica e dalla Societa filoialrica fiorentina col t1tolo Premio Zannetti.

Ar l II. Saranno ammessi al concorso soltanto i lavori di autori italiani.

.\rt. III. Il premio sara conferito dalla Accademia medico fi s ica e dalla Societa tlloiatrica riunite in sedut.a plenaria , letto , discusso ed approvato il ra pporto della Commissione esaminatrice dei lavori presentati a co ncorso.

Art. IV. Detta Commissione sara composta di membri scelli nelle due Società e. cioè di due Membri della medico fìsica e di uno della filolatrica.

Art. V. La presidenza della Accademia medico fisica' annunzierà l'apertura del concorso un anno avanti il termine utile per il conferimento del

Art. VI. li tet•mine utile per la presentazione dei lavori scadra il 31 luglio 1895 ed i lavori dovranno essere diretti, franchi da ogni spesa, alla preside nza della Accademia medico fisica via Alfani :35.

Art. VII. Tutti i lavori presentati a concorso diverranno proprietà delle due Societa e sar anno conser vati in Archivio.

Art. VIII. Quando entro il termine di un anno l'uutor& del lavoro premiato non l'abbia fallo stampare per proprio conto, le due Società avranno il diritto di pubblicarlo nei loro atti.

Art. IX. caso che nessun lavoro fosse presentato a concorso o che non si facesse luogo al conferimento dd premio, le due Società provvederanno subito a riaprire il concorso.

L'ITTIOLO

CURA DI ALCUNI jfQRBI OCULARI E SPECIALMENTE DELLA BLEFARITE CIGLIARE

Per il dottore F Rho, meJico di prima nella regrn marina. le inevilaùili per ogni rimedio nuovo , i: ben mer·itata la rapida fortuna eire ha avuto l'ittiolo nelle mani dei e dei dermatologi, i quali per al.;une rn.tlattie hanno trovato in es-·o nn eccellente se non son·ano "u,;siùio terapeutico.

poi le sue propr·ietà analgesiche, ischemizzan[i, risolventi e hlandemente antisettiche, si capisce come abbia potuto trova r e qua lche u tile applicazione anche fuori delle ,;uaccennate e_quindi la sua giil ricca letteratura 'i moltiplichi sempre più.

11 Direttore llColle.boratore perla R • Marina

Dott. R sGIS colonnello medico ispettore.

D.• TEODORlCO ROSATI Hedko ài el mu

Il Redattore

D.• R IDOLFO L IVI capitano ent e . l 0?6 L'ITTIOLO Cl' HA DI ALl:ni MORBI OCULAR[ e ne è riportata tutta la bibliografia. Eppure, appare ovvia la sua npplicazione nella blefarite cigliare, "Se si bada che talù affezione è più che altro nna malattia della pelle. localiz· zata al margine delle palpebre; la quale, nelle sue form.e più lievi, si riduce ad un eritema con bruciore, pizzicore e prurito, e, nelle sue• forme più gra vi, è contrassegna ta rlall'apparizi one di pustole d'acne, con tutte le lesion! consecutive, per la delicatezza della pane e della mucosa vicina. Orbene, fra tutte le malattie della pelle è appu nto nelle varie forme di acne e in taluni eczemi che l'ittiolo da i più brillanti risultati.

Tuttavia, che io mi questo rimedio non è ancora ::Lato applicato in oculistica, come appare dalla monografia ùel Petl'lla. (lì in cui sono passate in tutte le aphuonr, mediocri e callivt>, che ha aruto finora.

Guidato da questo r.oncello, usai çer la prima volta l'ittiolo nella blefarite cigliare in un paziente, clte ne ave va gii1 sofferto altra volta in fo rma leggiera, e nel quale il nuovo e più grave attacco sembrava fosse sos tenu to da una forte cura di joduro potnssico, che aveva pure determ inato insieme la comparsa di una discreta acne jodi ca . Oeci . omi li per lì. adoperai un a pomata all'iuiolo al 'l O p. 100 che serviva al nostro ambulatorio nelle occorrenze più comu n i. la guar-igione fu così rapida, che io non potei a meno di ammeltere che essa fosse dovuta non tanto alla sospensio ne della cura jodica, quant o all'eflicacia della cura topi ca .

Jncoraggiato da questo cu so, applicai la stessa terapia ogni qual .volta mi avvenne di curnre una blefarite , il ch e mi accadde pa r ecchie \Oite nel corrente anno sco lastico come medico della R. Accademia Xavale. Si sa come que·ta malattia incolga specialmente giovanetti di abito linfatico e ch e :.i applica no a la>oro assid uo e minuzioso, come avvie ne in •scuola e nelle sale di studio affollate e r ipiene (lell e emanazioni di tante perso ne e di tanti lumi: io poi l'ho incontrata spesso negli adolescenti affell i nell o stesso tempo da acne giova nil e.

E DEJ.L.\ BlEFARITE CIGLIARE

·· ·mport ante ha ri11uardato l'allievo Teglio del J1 caso piU 1 e

··• • a·10vane di medioae COStitUZIOne ma d1 tempe- "> cor:.o. n . ramento linfatico, con copiosa efll orescenza di acne nel _volt o Il . h·1ena ha soffei'Lo al tre volte d1 mae ne a < • • • • . 1 :. la blefarite in Accademia ha com mc1a1o tre fatlle oeu a" ' . . . . anni fa e non fu mai debellata , anzi successive_ na. · · stan cando paziente e med1c1, semb rava dJven - <UllzzaztOn 1,

· b"le Con l'esposizione al sole, al vento ecc. tata 1ncura l · oell"ult!ma cam pag na di mare, le cose erano

· d 1 mara , ·ni palpebrali erano edematos•, escona h ..,,ornn o. n

: qua e là ulcerati, cadute molte ciglia o da peli deboli e lìni, specialmente ne!la palpe bra pomata di Pagenstecher ed altre aflini, a base d1 prepara_t' mercu1:iali, suggerite anche da specialisti a cui aveva ncorso il paziente nelle vacanze, avevano dato sempre scarso 0 ness un ri su ltato; alla fine facevano più male che bene, onde il .,iovane scoraggiato la cura di malavoglia. r olli ricorrere all'ittiolo e, con soddisfazion e d'ambo le parti, io meno di venti giorni le lesioni principali erano interamente ripnra te. l'edema e le crostici ne alla base de lle ciglia scomparse, la pelle non più fine, sottile, arrossata. JJ icerata, ma proHista di un buono strato epidermico normale; dopo un mese non si ebbe più accenno a recidive; restava la congiuntivite concomitante che fu piit lenta a migliorare, ma che fu vin.ta anch'essa.

Gli altri- casi riguardano due marinai ed i seguenti alli evi che nomino in ordine decrescente dell'importanza che ebl.le la blefarite: ..\$coli. l>i Somma , Fanelli, Stani sci, Patadio i. Io tfltti, sotto J'azione dell'ittiolo, si constatò una rapida migli oria e si conseguì la guarigione anche piit presto che nel Teglio. In qualche altro caso in cui l'affezione era appena iniziale e non venne nemmeno computato, due

DI MORBI OCOLARl

, o tre applicazioni hanno bastalo a ricondurre Jt\ cose alla norma.

Si sempre ndoperata una pomata al l O 15 p. l 00 di a!ll1lloni co, usando come eccipiente la Janolina. Questa, essendo densa- e vischiosa, non ha come la vasellina ed altri grassi l'inconveniente di e colare lungo le ciglia e nel sacco con noia dei:Paziente e irr itaz ione della mucosa piu sensibile ( l). fa di aggiun gere ch e l'azione dell'ittiol o nella blef 11·ite >a coadi uvata, come nell'uso di altre pomate, con una co ngrua cura della conj?iuntivite che accompagn a l'affezion e e con un'accu rata pulizia de i margini palpebrali, il che si ottie ne rammollendo ogni mattina le cro.>ticine e ie :'ecrczioni, depo sitatesi alla base dei peli, con piumaccioli di acqua borica ti epida e togliendone i residui co n.• adatte pinzette prima di applicare il rimedio. Questo, quando le cose siano hene av vi a te, lJasterà applicarlo so lo alla sera .

.Bench è i miei casi nvn sia no molto nume r osi, ho potuto convincermi con essi che l'iuiolo nella blefarite presenta vantaggi non lievi, di fro nte alla scarsa e soventi nulla azione dei metodi antiflogisti ci e risolutivi sin qui preconizzati.

L'ittiolo come analgPsico e risoluti>o è superiore all'olio di cade che comunemente nei primi stadi della

'f) Xon ho osstn'ato mai gli inconreuiPnti lamentati dal Pol'acco per la lanolina contributo alto dell'ili. in giMcol.• A11n. di oslet. e ginecol., {892). E questo diprnde forse da cio che la pomata nella blefa rite non si de,·e né si può usare r•er frizioni, ma si applica solta nto e >i lascia in posto. Del resto è presumibile che rirritazione cutanea. osservata dal autorel si debba non tanto alla. lane>lina quanto alla soverchia quantità di ittiolo asso rl•ito con le frizivni per opera di questo eccipienk:, che è piu diffusibile della Yaselina; onde ra•·rebbe si possa. in tali casi rimediare all'inconveniente con una. dose più tenue o con friz;o:li meno energiche.

E OELLA Bllt. l<'ARITE CIGUAIUt 1029 li f ·te quando non si nota ancora che un rossore per- l e ,1n · 1 te con prurito . pizzicore ecc. In quanto alle pomate tn en , · no tl1ue a bac:e di astringenti antisettici, Yale a dire uso. sod. . , . or<ranici ed di metalli pesa nti, i quali 1 :-a 1 .,, • come si sa formano albuminati insolubili coi liquidi dei tessuti e per tal motiro resta menomnta la loro azione astrioaente ed aotisell ica .

Lo dicasi degli altri ingredienti che da soli o mi:.li coi precedenti si applicano con le pom ate in uso a scopo risolutivo ; essi si riducono ad ossidi di metalli pesanti, specialmente di mercuri o, che pure si scompongono in co ntatto dei liquidi e delle secrezioni fìsiologiché e patologiche, lasciando un residuo di mercurio metal lico o degli albuminati insolubili del!o stesso corpo; onde la loro azione riesce soltanto superficiale e passeggera.

Quando poi i palpebrali sono :,:iit esco riati o diventano di piccole ulcerazioni, i corpi che rimangono io sito dopo la. scomposizione degli altri ing redienti. sono assai mal tollerati e liniscono per far rare ogni cosa. Si suole allora ri correre ad altri espedienti. ,·nle a dire ad accurate disinfezioni con soluzioni deboli di nitrato d'argento o causticazioni con la matita di ' nitrato d'ar;.:eoto, neutral izzando ne l'eccesso con acqua salata: però la parte malata si lascia necessariamente sc...perta e e8posta all'azione nociva deg1i agenti estern i.

Tutto ci(> richiede un·auenzione e una cura non com une da p1rte del medi co come del malato e, se peggiot·amento suole avvenire, si attribuisce, più o meno a ragione, non al trattamento che può essere talvolta inadeguato , ma all'esporsi a cause irritanti, al genere di lavoro e di occupazione. all'ambiente, al regime alime ntare ecc. Orbene, tutti questi inconvenienti sono evitati con la cura ittiolica.

NF.LLA CURA DI ALCUNI MORBI OCULARI

Uona ha dimostrato che a dose debole l'ittiolo ha una azione l" superficiale, per cm provoca un cambiamento dello strato corneo che diventa più spesso, più compatto e più duro; 2° profonda, perchè penetrando nei Lessut} produce un permanente restringimento dei vasi c-a pilla ri, con meccanismo analogo a quello cheratoplasico superficie cutanea. Jn tal modo si raggiunge per la il desideratum cioè: in primo luogo una cute più forìe e •. resistente, e in secondo luogo l'impallidimçnto della parte arrossata, la diminuzione del calore, del turgote e del dolore, in allri termini di tnlte le note della Oo-. gosi; senza contare l'azione speciale analgesica sedativa, da tutti riconoscruta e subiw avvertita dal malato stesso.

Quando poi si ha già in corso la formazione di d'acne e di ulcerette, oltre a tulli questi vantaggi, non fa bisogno dimostrare come sia preferibile l'azione antisettica ( l) blanda ma continua dell' illiolo in pomata, a quella più energica sì ma momentanea, delle pennellazioni o quella addirittura delle causticazioni al nitrato d'argento .

Riassumendo, la cura iuiolica nella blefarite cigliare,

•l" offre il vant<lggio della e dell'unicità io tutto il decorso e in tutti gli sta dì della malattia;

2° è di facile applicazione e alla portata di tutti, anche del malato;

3° è assai più rapida e soddisfacente che non le altre. Onde il malato che di giorno in giorno sente e constata il miglioramento, vi si assoggetta volentiet·i c, mentre prima si mostrava - svogliato e scoraggiato e ricorreva saltuaria-

E OEI.L.-\ IILRF.-\RITE CIGUARE 1031 mente alla cura , lìducio_so a voi esigendo quello e rifiutando gli altri med1camentt. • * * -empJi.-issima medicatura con pomata iltiolica La stessa. . come ho potuto accertarmi in parecchi casrcrtova pure. orzaioli e soprattutto in coloro che hanno una . " per questo piccolo incomodo, presentando ncadute SIZIOne frequenti e ravvicinate.

(l ) L'azione antisettica dell'ittiolo è stata dimost rata da L.,TTE(X e da ABEL. le cui esperienze son ci tate io quasi tutte le note di terapia e farmacologia l'argomento.

Guidato dalla stessa azione fisiologica e terapeutica dell'ittiolo sulla pelle e le mucose infiammate , e specialmente dalla sua efficacia ove esiste iperemia e dilatazione dei capillari, ho voluto tentare la prova di colliri di iLLiolo -2-3 p. 100 io acqua distillata e sterilizzata.

L'iuiolo si usa già con buon successo per iniezioni -e lavande nella blenorragia acuta, sub- acuta e cronica al pari delle vecchie iniezioni al solfato e solfofenato di zinco e di altre iniezioni pure antisettiche e astringenti. E poichè questi ultimi farmaci si usano altresì co n le stesse dosi nelle atTezion i délla co ngiuntiva, non mi pareva per analogia, potessero esistere delle conu·oindicazioni oculari per l'ittiolo. Infatti da parecchi me:;i lo sto aJoperando con buon risultato nelle congiuntiviti catar rali , tanto comuni fra la gioventù studiosa e fra la di mare esposta all'azione irritante del vento, della luce diffusa e del fumo.

Ho constatato una tollerabilità molto varia nei divet·si indi-çidJi per la soluzione più forte al 3 p. l 00, che in alcuni provoca un bruciore piuttosto forte e insistente; ma la soluzione all' l '/2 e 2 p. 100 è benissimo tollerata da tutti.

Questa fu adoperata per isbaglio dall'infermiere anch,· in nn caso di congiuntil:ite flittenular e o.;corso all'allievo torelli, il quale aveva pre sentato parecchie reiterazioni della malattia anche negli anni sco r si. Veniva prima sempre curato, e con successo, mediante insuffiazioni di calomela no; ma, dopo che ebbe provato l'iLLiolo. non volle sapère più dell'altra cu ra. Infatti. parità di risultati , è qnesta una mediratura mollo più comoda. giacché con la prima iÌ malato, dopo qualche minuto dell'insull1azione, deve sottopors i ad una minuzios:. e no iosissima operazione, per fars i togliere con pennellino inumidito il calomelano raccoltosi in filame nti nel cui sacco congiuntivale.

Usato in altri due casi simili. questo colliri o ha dato aJi stessi buoni ri sultati.

LA CURA . MODERNA DELLA BLENORRAGIA

KSPERIEJZE COLLA MAlOCCHI

t:na più larga e competente esperienza potrà assegnare limiti e le forme del suo uso, meglio di quello che abbia fatto io, in ai risultati che l' ittiolo ha dato nelle mie mani.

Essi del resto non doverano fallire, date nlcun c proprietà indiseutibili del filrmaco; il quale son convinto anch e in oculistica abbia diritto ad avere il suo P•)Sto, per quanto modesto e limitato possa essere il cam po della sua pratica applicazione.

R. Accade mia navale, luglio , 1894

L' ider: di !arare l'uretra allo scopo di curare le affezioni uretrali non è nuova. Dagli apparecchi primitivi del e del Dunham, che usarono, il primo una bouiglia chimtca spingendo per mezzo dell'insufi1azioni il liquido entro il canale uretrale, e l'altro un inieuore a bolla ùi caou tchou uguale a qu elle usate per iniezioni vagina li, si arriva si no al 1883 nel quale anno Holbrook-Curtis (l) usò le lan1ture uretral i abbondanti e sn larga scala serrendosi di un apparecchi o composto di un recipien te di vetro che terminava in un tuho di gomma alla cui estremità era inne:stata una sonda ·mO>IIe. Con apparec•:hi analoghi praticarono le lavature deiJ'uretra, \"ander, Proel, Hal,;tead, Bre\\er, Cloquet, Yandenabaele. Reverdi n, Lavaux , Desuos, Finger ed altri. .\l a chi ha usato questo vecchio metodo con intendimento veramente scientifico e sotto il co ntrollo di un analisi chi . · mica ed istobatteriologica minuziosa. è stato lo Janet (?) all'ospedale Necker di Pa rigi neU a cli ni ca di Guyon.

;t 1 .lltdical Rtco1·d - Aprile t 883.

(J) Aunal e$ des mal. des org. gen-l'rin , 189i - Sémaine médicale.44 \·ier t

)J olti furono gli istrumenti per la>are l'uretra.

Prima si usarono le sonde molli del .Nelaton; più tardi il Villiams (l} ed il Cotterell (2) idearono allo stesso scopo sonde piullosto complicate, ora in disuso, così pure il Balzer (3) i.l Lavau\ il Pezzer (i-}, ed anche in Italia il professor )Jaiocchi (5) nel 1885 usò un'ordinaria sit·inga metall ica a doppia conente per la lavanda vescicale da esso IJlOdifìcata nella sua estremità inferiore sotto forma di conico e ridotta nel miglior modo possibile allo scopo pel quale doveva funzionare.

Però tutti questi strumenti che presentavano il vantaggio di ottenere un lavamento completo e perciò molto utili, e coi quali si poteva eseguire la lavatura in molti individui in uno .;pazio brevissimo di tempo, davano luogo ad inconvenienti gravissimi: l • la loro introduzione era spesso assai dolorosa special mente nei casi di blenorragia acuta, in cui la mucosa uretrale è di sovente molto tumefatta ed infiammata.

2° Era possibile portar" i germi infellivi nell'uretra po. steriore, quando questa erà sana, anche avendo la precauzione di eseguire accuratamente la lavatura dell'uretra anteriore prima della loro introduzione.

:Jo Se l'i ·tromento non è dili gentemente disinfettato, si rischia di portare entro l' urett·a il germe di una nuova infezione.

.4° Cogli ist rumenti di gomma molle non si ha gene- t!}" BriUsh medicai joumal, t893, pag. t9. t>. CUU OELL \ IO.J5 ralmente l'inconveniente del grave dolore nell'introdurli, ma t- poi necessario spalmarli di un corpo grasso il quale andando a depositarsi sulle pareti uretrali, ostacola l"azione del Liquido disinfettante. li Larau\ ( l ) impiega un apparecchio che egli chiama otturatore del meato; è un piccolo cono di caoutchou indurito vuoto, lungo tre centimetri, del diametro di un centimetro dalla parte più grande, terminato dall'altra da un piccolo rìgonliamento di 4 millimetri. Questo otturatore ·'incastra ad nn mandrino metallico, tubulato, di 3 cm. di lunghezza che si innesta :d tuho di gomma dell'irrigatore.

{l) Jleàical 1\"eu:s, !893, pag. l 5.

(3) Rev. gm. de Glin. el de thérapeul., t888, li-18.

(4) Congrès de chirurgie. - Paris t891.

(5) P()!icl:nico JV. 11. - t5 maggio.

Per tutte queste ragioni lè sonde furono abbandonate, ed le lavature si praticano senza sonde.

L'otturatore, essendo mohile, ciascun malato può avere il proprio.

Balzer ha fatto costruire un imbuto dì caoutchouc indu· rito d'un solo pezzo, è un imLuto cilindro- co ni co tubulato, lungo sette centimetri, la parte conica tre, con un diametro ma,::simo di nore millimetri, e termina con un leg"ero riuonn l> liamento di -l millimetri perforato da un orifizio di due millimetri. Questo imbuto introdotto, tre centimetri nell"!.lretra, permette dr ollurare completamente un meato di dimensioni ··<imuni.

.Janet (?) usa una cannula di sua in\'tmzione, è di vetro r. grosso becco conico presentante un orifizio di due millimetri 1li larghezza, ha il grande vantnggio di penetrare poco nel meato urinario ·e di assicurarne l'otturazione completa, poi costa poco e può perciò essere cambiata ad ogni malato.

1036 LA Ct:RA lfODER\.\ OBLLA

Il modo con.. cui si deve eseguire la lavatura dell'uretra con questi ouuratori viene .descrilla dal Delaroche ( l) nella sua belligima tesi pel dottorato.

Si introduce l'istrumeoto nel meato lino ad otturarlo, si lascia scorrere il liquido il quale riempie l'uretr.l e la distende la mano sinistra rhe tiene la verga, acqui !.ta facilmente' la nozione del momento in cui l'uretra è suOicientemeote distesa e in cui lo sfìntere è sul punto di e:;sere forzat o se la pressione è A questo punto la mano destm premendo sopra il tubo, interrompe la nello tempo che ritira la cannula due o tre ce ot 1metr1 e d allora ti liquido che ha ri.empilo l'uretra esce; si applica di l'otturatore per ritirarlo a sua volta quando l'Ul·etra è d1 nuor o piena. H.ipetendo più volte qne;ta operazione si ottiene la lavatur:l delt'uretra.

Onesto continuo applicare e ritirare l'istrumento dal meato riesce di frequente molto doloroso e assai mal:tgevole se l'ammalato non è tranquillo. pe1· cui ad O\'Viare a. questi incònvenienti il Kiefer ('2) ha immaginato una cannula la quale può rimanere applicata sino alla fine della lavatura. È composta di dne tubi di caoutchouc indurito, liberi da una parte, riuniti dall'altra in una estremitil oli\'are.

I due co ndotti restano separati all'interno della cannula e si aprono con due orilizi ineJ:{uali; quello di è grande di quello d'entrata perchè si possa comp1ere megho lo scoiCI del liquido.

L'est remiti\ libera del tubo aiTerente ::i adatta al tubo di oomma dell' irri)!atore, si introduce la cannula nel mento maotenendola tìssa con una mano; si lascia scorrere il liquido mentre con un dito si chiude il tubo di uscita fino a che rm·etra è piena; qnando la distensione dell'uretra è sufficiente, si ritira il dito ed il liquido scorre immediatamente, si ripete l'operazione a che ht !aratura è completa.

11 )Jaiocchi (l), d ireuore della clinica dermosifilopatica di Bologna, giudicando che questi metodi d'irrigare J'uretra mercè una cannula semplice non potevano dare una lavanda antisettica continua e delicata e perciò non erano applicabili nei casi di blenorragia acutissima fece ricorso all' irrigazione a doppia corrente e a tale scopo pensò a costruire una cannula colla quale si potesse ottenere il rinnovamento continuo del liquido dentro J'm·etra necessità questa assoluta pel huon risultato della cura e che solo ciò in parte era possibile aversi colle cannule precedentemente descritte ritirando ogni t.tnto la cannula dal meato uretrale, infatti perchè Il liquido dte si usa per l'iniezione possa manifestare le sue proprietà nntibatleriche è necessario che non venga in alcun modo nlterato quindi è indispensabile che sia di frequente rinnovato. poichè la sua dimora a lungo in presenza di sostanze organiche o di prodotti di secrezione ne modifica le qualità terapeutiche; così ad esempio: se usando il permanganato di potassio se ne inietta una data quantità .nell'uretra e lo si lascia dentro per pochi secondi, dopo se si fa orinare l'ammalalo il li•ruido emesso imece di essere di nn bel colore violetto è grigio rossnstro spo1·co il che vuoi dire che il permanganato si è. in presenza di sostanze org::\niche, trasformato in man· ganat(l perossiòo di manganese. quindi la sua azione paras -

(l) n·aitement de la blennorragi e por les lavc,ges, ecc.- Th. ne Pari>,l89t

(2) ,lfedical 1·uord. - Ap rilo 1SS7.

1038 La Cura Della Blexorragia

siticida si è in breve esaurita e il medicamento si è convenilo in sos tanzt pressoché inerte ( l).

La ca nnula a doppia co rren te ideata dal prof. :\l aiorchi così viene descritta dall'autore È di cris tall o, ha una Cìgura :td Y: i> costituita da due toùi saldati nssieme per due terzi e più deiLl loro lunghezza e mentre nel terzo superiore si biforcano in forma di r ad angolo più o meno acuto, nell'estremità inferiore vanno uniti a terminare in un beccuccio ortl soLtile e di varia ora conico con rigonfìamento olivare o piriforme per adat· tarlo alle diverse dimensioni del meato uretrale . isura in lunghezza dal punto ove si biforca al beccuccio cent imetri 9,0;) a l O e in grossezza 42 millimetri. Ognuna delle due bi · forcazioni misura centimetri 4,05.

La can nula vi ene innestata al tubo di gomma di un irrigatore per una delle due bifo rcazioni che può essere o l'una o l'altra e questa costitui sce la corr·ente d'affius o o d'immissio ne, l'altra biforca zion e invece o si lascia libera ovrero inne}ta ad un altro tubo pur esso di gomm à che a pescare in un recipiente e questo costituisce la via di deOttsso.

L'a pplicazione delltt can nula per la sua può essere fatta dal paziente stesso, il quale mentre colla "Ttl ano destra

u. CURA MODER"A DELtA BLE"ORIIACIA 11039

l'introdu ce nel meato uretrale pel suo beccuccio tenendol"ela fissa, colla sinistra sorregge l'asta in direzione dell a cnnnola stessa. Allora, aperto il rubinetto , il liquido scendendo pel tubo d'afilusso penetra nel tratto anteriore dell'uretra e trovando un ostacolo ad una maggiore penetrazione (verso il bulbo) torna indietro ed esce per la \'ia di mi nore resistenza cioè dall'altro tubo della can nu la per modo che si viene a stabilire una doppia conent e di alllusso e di deflusso da cui si ha la lavanda completa della parte malata.

Che con questa ca nn ula si ottenga:

1o che il liquido iniettato per il meato penetri veramente entro l'uretra e la percorra tutta .fi no al bulbo;

2• che il liquido penetrato si rinnovell i cont inuamente e si ollenga così una vera e completa lavatura del l'ur·etra· ce lo ha provato ii stesso con esper imenti su; vivo e sul cadarere.

Poco dopo il ranghe tti, assistente alla clinica dermo-sifilopatica di Parma ha fallo costruire una ca nnula di ,·etro a doppia corrente che cosi esso stesso descrh·e {1) : La cannula è di vetro e formata di du e pezzi riuniti fra illi"O da un [.{rosso tuho di gomma rossa la cui eia. ticità lon ••itudinale viene utilizzata per r apertura e chiusura della corrente. Il primo pezzo è un tubo di vetro dirillo aperto ali: destinata a :iunirsi al tubo dell' ch10s:t dnll altra da un p1ccolo tappo rotondo ài gomma ed :t l'ente da un lnto un'apertura pel passaggio della corrente. Il secondo pezzo è un tubo piu largo dentro il t(tlille entra il primo ed è strozzato e verso la sua metà. Nella sua parte fatta a campan a penetra l'estremitit (!)

1Qf 0

LA CI.:RA MODERNA DELLA BLEKO!lRAGIA del primo pezzo munita di tappo, il quale così ne ottura il lume premendo debolmente contro la strozzatura di esso per la for·za elastica tubo di gomma ros a, mes•o leggermente stirato.

J.'r.!tra parte fatta a beccuccio è • composta di due tubi uno dentro l'altro saldati ma di calibro molto differente. L'interno che serve per la corrente di afllusso termina < con una piccola apertura, l'esterno che serve per· il reOusso termina naturalmente con un foro più granàe ed è fo:Jginll) nel modo migliore per penetrare di alcuni millimetri nell'm·etra. Il tubo esterno o di rellusso ba un al quale si adalla un tubo di fognatura più o meno . . lungo secondo l'occorrenza e serve tanto a dirigere lo scarico durame le irrigazioni anteriori l[Uanto a regolare la minzione (previa chiusura della èorrente) durante le irrigazioni posteriori o totali.

A Cannula o doppia <òN'ttote per irrigozi&ni urtlrali delDott. G. Vanghetli.

B &ziont l<mgitudinalt <!ello eomuJa 'tr.etùlinw..

L'l corrente resta continuamente chiusa, e non si npre se non quando, impugnata la cannula si spinge in avanti uno o due millimetri il pezzo anteriore per del pollice ed indice della mano destra; questa pressione la corrente viene richiusa automaticamente.

Questa cannula è molto ingegnosa e con essa si es e· guire a meraviglia la lavatura dell'uretra, ma finora mancano esperienze in proposito, ad ogni modo olTre notevoli vantaggi come la grandissima tacililà di apertura e chin-

T.A CURA )1'1DEHNA DELLA l 041

immediata della corrente, la possillilità di pronto ricambio, smontatura e disinfezione e che può essere completamente maoP.g!!iata con una mano sola COli ia massima nettezza per l'operatore.

Ultimamente il Barucco di Bologna. ha co·truito una sirin}!a molto giudiziosa ( l ) che olTre due correnti di ed nna di del1usso e perciò denominata a triplice corrnnte e che deve servire per la lavatura co.ntemporanea anteriore. posteriore e Mila vesctca urinaria.

Questa sirin ga, quantunque abbia r incoovenien:e di dover essere introdotta in e quindi sia causa di dolore wh'olta molto vivo all'infermo, pure credo sia di grande utilità dovendosi con essa ottenere una lavatura molto perfetta specialmente dell' m·etra posteriore e della vescica

L'autore in apposita pubblicazione ( l} così la descrive: È una sirin)!a che ha l'apparenza di una s;rin).!a ,, dopp:a corrente comune e più precisamente del psicroforo o sonda refrigerante del Winternitz ad eccezione di un r·igonlìamento che offre subito ·al di sopra della curvatura dal lato com·esso e di dieci fori lun go la cannula, dei quah tre inferiormente sulla medesima linea al terzo superiore della curvatura, tre io corrispondenza del rigonlìamento anche sulla medesima linea e quattro a spirale lungo il tratto retto della siringa. Essa presenta l re apE'rturc, dne superiori A- .U ed una inferiore B ed ha una lunghezza di :J() cm., dei quali 6 cm. sono dati dalle due br·anche

H) l moderni criteri nella cura l'leale dei processi blenor·raaici tec. - Bologna, !894.

(j(j l Oi? LA CURA DELLA BLE:'iORRAGB. lino alla loro biforcazione. t 7 dal tratto retto fin sotto la e 7 dalla parte eu n ·a.

La internamente è divisa da due camere , Cl\mera superiore ed inferiore, separate da un diaframma subito disopra del rigonlìamento: la Ht· per·iore è separata da una cannula cile sbocca camera inferiore, e questa è attraversata da altra sottile ca nnul a che sbocca nella camera superio;-e, di modo che la came•·a superiore e la inferiore sono all'allo separate e indipendenti l'una dall'altra.

L' istrumento si applica come per penetrare in vescica , fermandosi quando una forte resistenza ci avverte che il della è arrirato contro il bulbo, Jllora la parte curva conisponderà all' m·etra posteriore, il t·igonfiamento al bulbo e la parte retta della siringa all'uretra anteriore. In que>'te con- dizioni il liquido iniettato dal punto A sbocca nella inferiore ed esce in parte dai !l fori del rigonfiarnento. in parte dai tre fori della porzione curva.

Il liquido che esce dai tre fori del rigonfiamento entra nella parte bulbosa dell' uretra anteriore, cui esso co rrie non potendo passare nella porzione memhranacea in virtù del compresRm· urrtrae contratto C è :t

La Cura Della

nsalire per l'uretra anteriore scorrendo tra la e la parete esterna della si ringa. Lungo il .suo 4 11 uattro fori disposti a diversa al•ezza m ordme sp1rale. penetra per essi nella camera superiore, e si versa mente all'esterno per l'apertura 1\1. Un altiT> parte del ltquido iniettato per l'apertura A è penetrato nella camera inferiore, esce invece dai tre fori inferiori della porzione curra la quale giace nell'nretra posteriore. Il liquido che qui penetra non potendo passare nell'uretra anteriore per la forte contrazione del compressor partis membranacee f costretto, scorrendo tra la parete della mucosa uretrale e quella esterna della porzione curva della siringa, a passare in vescica. Il liquido raccolto in certa quantità in vescica in virtù della sua pressione rinforzata dalla contt·azione tonica del detrusore è obbligato a passare per r apertura B lungo la cannula sottile inferiore della camera superiore della siringa, donde in unione all'altro litJuido proveniente dnll' urt'lr:l anteriore si versa all'esterno per l'apertura )1.

Come facilmente si comprende dalla fatta descrizione, l'uso di questa siringa non è indicato anzi é controindicato nei casi di uretrite anteriore mentre deve dare vantaggi considerevoli nelle uretriti totali o posteriori e nelle cistiti.

Ho voluto portare per esteso la descrizione anche di queste due ultime cannule perchè presentate al Xl congresso medico internazionale furono accolte molto favorevolmente nella sezione di dermosifilopatia e credo debbano riuscire utili nelle dil"er5e applicazioni pratiche.

Liquido per lavaggio .

Curtis (l) BreMr (?) e Krause (:l) raccontano d'aver ot· tenuti splendidi risultati dalle lavature con grandi quanlrtà (2 o 3 litri) d'acqua calda elfwando gradatamen te la tempe· ratur.r .

Halstead, Vander P roel (4-L Oiday (5), (6) e Kopp (i ), hanno usato soluzioni di sublimato corrosivo a una dose varia tra 1/ooooo a 1 / .-.., (8) preferisce il ni· trato in olu zio ni 1/«X't()·'/2000 , Jadasshon (9) ha ottenuto vantaggi assa r considerevoli dall'uso dell' itLiolo in soluzione acquosa all' '/ ,oo, vantaggi che sono stati anche ultimam ente confermati dal Colombini ( I O) che l'ha usato per co muni cazioni; e 13arucco ('l:) rifer·isce d'aver ollenulo risulta1i assai soddisfacenti coll'acqu a di anilina preparata secondo insegna la tecnica microscopica per la colorazione dei batteri.

Lo .J anet ( l ?) in parecchie pu bblicazioni ha vantato gli

'l ) llzàical Record, 1883, aprile.

Journal o( culaneous an4 genito - urirw.r g ISSi.

3) lliillCMntr mediclnische IVochtn&ehri(l, 1890, pag. H.

4l .1/edicat Record, 1886.

(5) L!JOit mèdical, 1884.

(6) Ga::: ,!UJ. de Paris,

(7) V iinchtlle•· meà. IVocll. 1890.

(8} Congrés de \'tenne, t 89t.

(9) f) eutsche tnedic. W oclìens. - K.

(lO) Commentario clinico tnalattie cutanee e genito urinarie _ IS93 fase. 5·6·7. · •

(Il) BAROCCO. - Op. CJt.

_(12) Ann. delle m al. degli org. genilo- ur., 189! --: Simaine med. tS\14

H Janvier. ' '

6 u 1 mi efTelli del permanf[anato di potas5a e dopo di e:0so to hanrro usato il Balzer ( 1), il (z) ed ultimamen te il Mantegazza (3) nella cli nica dermosifilopatica di Firenze e tutti con eccellenti risultati.

L' Al bert Ter3on (4-) che l'ha usato nella cura delle oftalm ie blenorragiche ne Ya nta le proprietà antigonococchiche e lo Schmied-Rimpler (5) afferma che il pus blenorraj.!ico perde le sue proprietà infetti r e nell'<•cchio con una soluzione 1 °/ 00 di permaoganalo polassico e per ultim o il Tixeron (6) in quattro cal'i di endome trite blenorragica ha speriment ato le lavande uteri ne con 500-·t 000 gr· di so luzion e al permangan nto 1/ tooo·1/soo ed ha ottenuto in breve la scomparsa com · pleta. del gonococr.o.

Ed ora in seguito 11i brillanti ris ultati ottenuti da tanti autore,·olì esperimentntori il permanganato di potassio è osato in scala nel trattamento della fa se I!'Onococdella blenorragia.

Second o lo .Tan et ( 7) il permanl!'anato di potassa non agisce per la sua puramente an:isettica che specialmente alle dosi usate è assai piccola, ma sibbene per una reazione sierosa che determina su tutto lo spes sore della uretrale :-endendola edematosa. reazione caratteristica del permanganato, congiun ta all' abbondante essudazione di :>ierosità e di l'ecrezione di cu i è ede tutta la muw:-a dell'uretra, ostacola lo Hilnppo dP.I gonococco indu-

<!l DBLAROCHE. - or. dt.

(!) Id. iol.

(3} Sperimentale, Firenze, t 894. Areh. à"ophtalmogie, ottobre.

{ :i) 8ER:x.nw; e VOtGT. - 11fa1wale di medica

(6) Riforma medtca - loc. cit. · cendo modificazioni profonde nel suo mezzo di coltura mentre che l'edema provocatovi semura dar luogo ad una '\'era e pr·opria distruzione dei gon?cocchi anche profondamente situati. l risultati ollenuti dai osservatori cona lavatura al per·manganato di potassa, sono stati assai soddisfacenti. Balzer (1 ), usando l'otturatore del meato di Lavaux, sopra venti casi di blenorragia acuta, l :j che datavano da l a l o giorni guarirono in 16 e!) da IO a 1-5 giorni guarirono in l 5 giorni. tre casi di insuccesso si trattava, in uno di una infezione gonococcbica della vescica che continuamente reinfettava l'uretra; nel t' di nn individuo affetto da ipospadia l l J 'rreuolaric::simo e difficile a disinfettare; nel :3•, mea o o .. d d l 'nmmalato abbandonare presto Pangt, la cura fu o,·en o " attirata troppo e sopraggiunse un'epididinite per la quale non potè attenersi la guarigione prima che il malato abbandonasse la città. . . . . tt) DELAROCw.E. - Op. dt., pag. 51. lo tre casi che datavano da 8 mesi a ,, anno l' uretra era disinfettata dopo :i a ·IO giorni e dopo 4. e 12.

(7) sr.maine méciicale - loc cit.

Sopra l O casi di blenorragie sub-acute, 6 guarirono in meno di IO giorni, e 4- in Il gior·ni, e sopra 7 casi di blenor-ragie croniche, 6 che datavano da 2 a 6 mesi guarir·ono in l O :ziorni, una che datava da 6 anni guarì in tre giorni.

Janet (2) sopra J.O casi ha ollenuto :l? successi i qualr comprendono 7 uretriti anteriori che datavano da 7 giorni a 8 anni, J'uretra fu disinfettata in + a 7 lavaggi; 30 uretriti total i di coi 2 acutissime disinfettata l'uretra in 8 lavaggi dopo un mese e cinque giorni di trattamento antiflogistico; 4 acute di coi una con orcbite e cistite disinfettate in 8 a Il lavaggi dopo 8 a 15 giorni di trattamento antiflogistico; 16 su l> - acute disinfettate in 4 a 9 la e 8 o n croniche datanti da 5 a l 4 anni disinfettate in 8 a l O lavaggi.

Oelaroche (t), sopra malat1 dr blenorrag•a acuta; rn :3 ehe datavano da l a :2 giorni, ha ottenuto la disinfelione dell'uretra in un tempo vario tra i e IO ·giorni e la ••uarigione tra 8 e l :3; in i casi che datavano da 8-16 ••io;ni ha visto scomparire il gonococco, in un tempo vario f..a :1 e 1 giorni ed ottenuta la guarigione tra 6 e 15 giorni: neii'H0 caso che datava da 3 giomi dopo :?6 giorni di lavatura, l'uretra non era ma si trattava di un individuo con un meato molto stretto e che per di più si prestava male al trattamento curativo; nel 9o caso che datava da ,pj giorni, dopo 21 giorni di lavature persisteva il e si trattava di un malato cht> faceva la cura irregolare inter-rompeodola e riprendendola più volte.

1()0 t;he datava da 8 g!oroi l'ammalato abha ndon ò la cur-a dopo 6 giGrni senza essere guarito.

In c1 uattro casi di blenorragia sub-acuta, in tre che datavano da 1 mese a l mese e mezzo il è scomparso dopo 3 a Il giorni di cura e la guarigione fu ottenuta dopo HH7 giorni; nel .&0 caso l'ammalato abbandonò la ct!ra al 5° giorno senza essere guarito.

Sopra 8 casi di blenonagia cronica in 5 che datavano da 3 mesi e mezzo a tre il gonococco è scomparso àopo 3 a giorni di cura e la guarigione si i> aYuta dopo l O a gior·ni.

(t) DBLAROCHE - op cit., pag. :50.

(!) Sema ine mèdicale - 3 1893.

Convinto della razio nalità del metodo di cura propo:>to ho voluto io $lesse esperimentarlo sopra parecchi amm alali., sci egliendo come liquido di lavaggio soluzio ni acquose di permanj.!anato di potassio diversamente titolate e come strumento la cannula del -'laio cch i, che pe r la sua semplici tà. economia e facile disinfezione si prestava meglio ad un prim o studio sull'ar{.{omcnto

LA CURA A DELLA BLKi"iORRAGIA 10-i-9 roche (1) preferisce consigliare loro di _bere alla qualche bicchiere di bit·ra per far compame al mattmo un le"aero scolo e con esso la ripullulazione del gonococco. I;rsecondo luogo, cerchia m•> di limitare l'estension e de lla malattia 0 in altri termini cerchiamo dr diagnosticare se si tratti di uretrite anteriore o posteriore e qui ricorriam o Yolootieri alla prova di Thompsoo o dei du e bicchieri. Si co nsi$!1ia al malato di non orinare per qualche ora prima dell'esam e e poi si fa urinare in due bicchieri.

11 bicchiere N. 1 conti ene l' urina che ha lavato l'uretra ed ba portato con sé tutte le secrezioni accumulate lungo le pareti del canal e e quindi deve essere torbida.

Il bicchiere 2 contiene l'urina che ha attraversato l'uretra !{ià pulita per cui deve esser chinra l'i tratta di nretrite nnteriore.

Prima di mettere in atto qualu nq ue trattamento. dobbiamo se la blenorragia è o no prodotta dal go nococco.

A tale quesito r isponde il microscopio, se però il microbo è raro, un prim o esame spesso riesce neAati vo , allora si ricor rerà alla reazione del nitrato d'argento. Questa consiste nel far e una lavatura uretral e con circa mezzo litro di una soluzi one acquosa '/ ,ooo di nitrato .j'argento, la quale per l'irritazione che provoca, determina la rapida com-parsa del gonocor,co se questo fosse latente . Se esso invece è dissimulato nel mezzo di un 'a bb ondante infezione mista si userà una lavatura di sublimato corrosivo '/,oooo la quale farà sparire le infezioni secQndarie e renderà ma= nifesta la presenza del gonococco.

Cau sa ndo tali prove dolore assai vi,·o ai malati , Dela-

Se la malattia invece ba invaso anche l'uretra. posteriore, allora l'urina em essa nel 2' bicchiere è pur essa torhida ed essen do che . come lo bann o dimostrato le espe•·ienze del Diday, del Casper, dello J amin e del Finger, i liquidi che si trovano ncll'uretra posteriore, possono passare indietro nella vescica ma non in avanti perchè trovano ostacolo nella muscolatura della porzione membranea. così l'intorbidamento dell'urina deve essere prodotto dal materiale dì secrezione che dall'uretra posteriore è colato io vescica.

Quindi io caso di uretrite posteriore, f'uretr ite del 1" bic · chiere sarà torbida, quella del 2° bicchiere sarà pur torbida ma un po ' meno.

Tale intorbidamento è costa nte al mattino, ma non lo

(l) - Op. cit è sempre nel.le altre ore del giorno ad eccezione della forma acutissima nella quale l'intorbidamento è continuo. La ragione per la quale nelle forme acute, sub-acute e · croniche la seconda porzione dell'orina è spesso chiara, seco ndo il Barocco (l) sta in ciò che essendo assai frequenti durante il giorno le emissioni di urina in causa del tenesmo,. la piccola quantità di pus che si r":ccoglie nell'uretra non ha tempo di passare in vescica e l'urina in questa contenuta non viene intorbidata.

Questo fatto di aver la 2a urina ora chiara ora intorbidata nel corso del giorno , rimanendo costante l'intorbidamento nel mattino, è uno dei sintomi più caratteristici dell'uretrite posteriore e ci serve come elemento prezioso di diagnosi nel differenziamento dell'uretrite posteriore dall'uretro-cistite e dalla cistite, nelle quali, producendosi ' il pus nella stessa vescica non si potrà mai avere la seconda 01·ina chiara.

Stabilita la specificità dell'uretrite, diagnosticata l'estensione del processo, s'in::omincia subito la lavatura col permanoanato a meno che non si tratti di casi iperacutissimi " . . nei quali si fa prima precedere un trattamento antlflogtstico e non sono da considerarsi controindicazioni nè lo scolo troppo ahbondaote, nè la complicazione di una cistite o di una orchite a meno che non siano nello stato di loro maggiore acutezza.

Si farà la lavatura della sola uretra anteriore se l'oretrite è anteriore, delle due oretre se è postEiriore o totale, quantunque come afferma giustamente il Delaroche (2) non

· "l'an pericolo a lavare anche l'oretra postet·iore !'l corra se I'uretrite è solo anteriore, perchè il lavaggio di tutta r uretra è precedUto dalla minzione e quello della porzione posteriore è preceduto lavatura.dell'anler:ore e poi anche le secrezioni della pnma porziOne dell urelra fossero fino verso la vescica, sono a tale e tanta quantità- di liquido e VI d1morano per così poco tempo che non sarebbero affatto temibili.

:Xi· prima, nè durante la cura è necessario usare medicamenti interni perchè inutili lNeìsser) nè somministrare bicarbonato di soda perchè nocivo (Finger l infatti, alcalinizzando le urine favorisce lo sviluppo del gonococco e precipita i fosfati -:he incagliano l' uretra rendendo così malagevole l'esame delle urine.

È miglior consiglio l'uso dei bagni (.Tane!) quando la reazione permanganica è troppo violenta cosi pure regime alimentare abituale.

Apparecchio per l a lava tura .

Finger si serviva di un recipiente cilindrico avente la capacità di 300 eme. monito superiormente di un stantuffo, nc•l cui piallo gravitano pesi diversi (5 a 15 kg.) inferiormente di nu tubo di gomma il quale termina con una cannula a punta piriforrne per adattarlh al meato uretrale.

Aperto il rubinetto della cannula già immessa nel meato, i pesi gravitano sullo stantuffo. spingono il liquido entro i: tubo e da, questa errtro l'uretra con forza varia ma sempre in ragione del loro numero.

Con npparecchio, la forza viene esatta · meote secondo che trallasi di uretrite acuta, sub-acuta 0 cronica, ma non è molto comodo nell'eserciziO pratico.

J an et all'ospedale Necker {·l) usa un apparecchio ch e comprende: ·1o un mezzo elevatore capace d'innalzare un recipiente ad un metro e 50 cm . al disopra del piano immaginario che passa per la verga dell'ammalato: un recipiente qualsiasi ed un sifone di eaoutcbouc con. rubinetto e cannula. L'apparecchio eiE•vatore consiste in unii men::;ola fissata ad una catena ch e strisci:\ sopra una colonna . sulla quale sono segnate di :J O io 10 cm. le diver:'e allezze fino a due metri.

Tirando la catena come una corda a pesi degli antichi orologi a pendolo. si riesc6 a stabilire la men sola all'al · tezza che si desidera. Sulla men sola si posa il recipiente contenente la soluzione di permanganato di potassa parimente tilolato secondo il giorno di appiicazione.

2° [n sifone che comprende una branca cortn limitata da una can nula dt vetro a forma di r ed una hranca lunga di m. 2,50 sopra la quale si trova situato un rubinetto di cauutchou indurito a 30 cm. dalla snà mità inferiore.

3<> La cannula speciale ideata dall'autore e che ho precedentemente descritto.

Alcuni usano un comune enteroclisma Cantani infisso nel muro all'altezza di m. '' 50 ma non è comodo perchè per riempirlo bisogna continuamente salire sopra una sedia. Io per avere un apparecchio semplice e nello stesso 1empo comodo e pratico ho fatto fissare nel muro all'altezza di m. 2,50 dal suolo, un rillo di ferro che sporge dalla pa, rete per circa 25 cm. Termina in un gancio al quale è attaccata una carrucola cbe sostiene per mezzo di una funiceila un comune enteroclisma della capac1tà di ? litri.

Tirando ed allentando la funi cella si porta l'enteroclisma ad altezze diverse che sono segnate da una scala apposita dipinta lungo la parete.

Al recipiente di vetro è unito un tuho di gomma luogo .2 metri nel quale trova situato un rubinetto di caoutchouc indurito a circa 30 cm . dalla sna estrem ità inferiore o>e s'innesta la ca nnula.

A.lte.:.=a. - Pel lavaggio dell'uretra anteriore ho si tu ato !"apparecchio ad un'altezza varia tra metri 0,75 e 1,00; pel lavaggio dell'uretra posteriore a metri l ,50-z,OO.

Liqnido. - Come liquido per lavaggio ho usato soluzioni 'ariamente titolate di permanganato di potassa.

Dosi. - L'na delle difficohà maggiori di questo metodo •:urati,·o è l'applicazione giusta ai singoli casi della dose ··onveniente. .Janet usa tre soluzioni, l p. l p. .2000, l p . l 000, t·aramente l p. 500. Mai occhi nei casi acuti usa una soluzione l p. 4000, ma trovata la ' tolleranza eleva la dose sino a l ' .- 1 p. 1000. Eguali dosi ha usato il nella clinica di Firenze. Jo generalmente ho usato la dose di l p. i-!>00 quando la mucosa del meato è rossa tumefatta, la secrezione abbondante e l'ammalato prov a dolori abbastanza vivi nell'orinare. Sono andato man mano 1·rescendo la dose non oltrepassando però mai quella di lp.l 000. Quando però la tolleranza è manifesta è meaJio o ascendere rapidamente all'ultima dose di f p. 1000 colla IJUale si ()!tengono i migliori vantaggi. Lo spazio di tempo che deve correre tra una lavatura e un'altra sarà di 12 ot·e nei casi acuti io cui si voglia tentare un trattamento quasi abortivo, e di 24 ore negli &Itri casi. In generale i lavaggi saranno tanto più frequenti quanto più acuta è la blenorragia e in ogni caso senza alcuna interruzione, la quale condizione è indispensabile al buon esito della cura.

Temperatura. - Al cuni autori consigliano liquidi tiepidi (Delorme), altri temperatura molto più elevata (Curtis), però Jan"t e Neisser li usarono alla temperatura ambiente e in verità io stesso non ho potuto conoscere la necessità di portare i liquidi ad una temperatura maggiore di quella dell'ambiente perchè non ho mai riscontrato neppure la più lieve intolleranza da parte dei pa1.ie:1ti.

Quantità. - lo ho usato generalmente una quantità di liquido non superiore ad un litro per ogni lavatura, alcunì ùutori consigliarono quantità molto maggiori (2-3 litri). n tempo impiegato nella lavatura varia fra i 3- 5 minuti.

Tecnlca della lavatura.

All':tmmalato. il quale sarà stato almeno due ore senza orinare, si ordina di emettere l'urina e poi si dispone per la lava tura.

Posi.zione del malato. - L'ammaiato può essere in letto specialmente se è pusillanime perchè meno facilmente sarà preso da deliquio. Può mettersi seduto sopra il bordo di un a sedia a schienale inclinato, infine può rimanere in piedi.

Jo ueneralmente preferisco quest'ultima posizione: . rimanere il paziente in piedi, poggiato contro un tav_olo col e gambe leggermente divaricate, e solo due volte ho dovuto sospendere la lavaLUra e far coricare l'ammalato perchè fu

LA CURA MODERNA DELLA BLENORRAGIA preso da deliquio che in tutti e due i casi fu però di brerissima durata· . . soluzione antisettica viene tolta e innestat.1 al tubo 10 una ' di .,0 mma dell'irrigatore per una branca qualsiasi e tenuta fer;a col pollice e coll'indice della mano destra tarnente al di sopra del punto in cui $i innesta al tubo rn modo da poter esercitare leggere pressioni sol tubo stesso e poter cosi interrompere momentaneamente lacor·rente si crede necessario senza ricorrere alla chiusura del rnbrnetto situato a!l' estremità libera del tubo dell'irrigatore.

L'ammalato stesso potrebbe farsi la lavatura. ma e mr1• ·a venaa eseauita dal medico. La cannula, immersa a tor cos ·n r.

Col pollice e coll'indice deila mano sinistra si tiene il glar.de dell'ammalato in modo da non esercitare tle?'lma sul canale uretrale e di mantenn·r ben tesa la rerga.

Se il liquido stenta ad entrare si chiude p.;l primo momento il foro d'uscita della cannula, se penetra con troppa ,·iolenza e l'ammalato accusa sofferenze troppo vive si moderatamente il mbo di afflusso.

Incominciata la lavatura, si procede senza interruzione si no alla fine e dura generalmente 3 o minuti.

()uando si fa la lavatura dell'uretra posteriore è utile la:;ciare in vescica r ultima parte del liquido iniettato come consiglia il Delaroche (4) poichè il vero sfìntere uretrale della Yet>cica essendo la porzione membranosa dell'uretra (Gu)·on) l'urina a ciascun bisogno di orinare penetra nell'uretra po · steriore per essere poi risospinta in basso quando il bisoi{DO non è subito Così se si lascia una certa quantità di liquido antiseuico in vescica esso viene a quando a quando

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