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VARIETÀ

VARIETÀ

Trattamento d elle 1oottature con l 'aol do plcrloo.

L. FtLLEUL. - (Journal de Médeeine .maggio 1894).

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L'autore, dopo aver passato in rivista e discusso i va ri metodi di cura adoperati contro le scottature, conclude cm dire che i vantaggi della medicazione con l'acido picricoessere cosi riassunti : t• Essa è molto semnlir.e da applicare· • .r '

2o E una medicazione poco costosa;

3• Può rimanere per mollo tempo iu sito ;

4° Le soluzioni si preparano facilmente (ebollizione, saturazione), estemporaneamente;

5° Non produc" alcun accidente (eritema od intossicazione);

6° È analgesica, antisettica, e per nulla caustica.

Fa d'uopo aggiungere che essa è indicata soprattutto nellescottature localizzate o estese superficiali.

Più la scottatura è recente, più la medicazione é applica i& con successo. Ma nelle scottature antiche suppurate é ancora, soprattutto esse sono mollo indicata comefavorevole alla cicatrizzazione rapida ..e perfetta.

Se si tratta, al contrario, di scotlatur&profonde ed infette,. si potrà ancora ricorrere a questa medicazione, ma dopi) aver deterso precedentemente la piaga con antisettici l'acido picrico non avra più allora altro valore che queJl()di un antiseLtico astringente, ma diminuira in modo notGvole la durala della suppurazione.

Ecco come Ft>lleul descriYe la tecnica della medicazione:.

Se esistono già flictene, si dovrà aprirle con precauzionesenza lacerarle per dare esito a lla sier osità. Quindi, lavat& la piaga, se essa è sporca con le soluzioni antisettiche ab ituali, il chirurgo applicher à la medicazione picrica.

Egli adopera la soluzione satura d'acido picrico òtten utaaggiungendo all'acqua bollente una certa quantità di acidopicrico di cui separa l'eccesso per decanta zione. · S i eosì una soluzione di un bel giallo dora to che si può lasciare-

Di Terapeutica 999

· n vaso chiuso con ovatta: questa soluzione raffredJare m u . . . d. essera perfettamente aselbca. pu(l qumb 11 olubilità. dell'acido picrico (al 2()()o), rassenza La de o es . . . . . 1 edicamento l't>ssere prtva dt proprtetà caudt ne m ' . - ·nfi 1 facilil.à. con la quale il prat1co può preparare sticbe l ne a 1 ' 1te senza peo::ata senza pro,·ette ecc. a sot poraneame1 - ' . es l furono dall'autore ritenuti argomenti suffiJuz10ne sa ura, cienti per adottarla. . . d. tarlalana precedentem ente bollita, ed m caso compresse 1 • • • • al nq ue biancherta purché s1a pulita, tmmersa n'urgenza qu u ' . . . d" b !lente seno imbibite della soluziOne ptcr1ca 1 nell'acqua o • 1 . · e l'eccesc::o Le compresse sono allora app tctlte cu 1 sprem - · . · ·ù str'ati come in una medicazLne um1do, sulla super- 111 P' , . r T ficie dell'arto bruciato, oltrepassando 1 liDI 1 tlella scottatura. 11 membro è allora lasciato a rtposo e medicazione è Ja,;ciata in sito, e non é punto necessar1o r innovarla soventi: se la piaga si mantiene asettica,. la medicazione sarà cambiata raramente. l n generale SI potrà cambiar la in principio ogni 3 giorni, quindi ogni 4, 5, 6 giomi 0 più ancora se l'epidermide ed il derma sono bene imbevuti d'acido picr ico.

nbagDO dl laoe elettrica.. - KUHNER. - (/ntern. klin Rundsehau, 15 aprile 189i).

secondo l'A.,checchè se ne sia detto da altri, il bagno di luce elettrica spiega sul nostro organismo e precisamente sulla respirazione, ci rcolaziont>, secrezioni ed escrezioni, un'allivita pari a quella del bagno a vapore.

Egli ci dà sulla recente applicazione terapeutica dd bagno Ji luce elettrica i seguenti particolar·i :

Cna camera di poco più di un metro quadro ùi superficie E'n alta due metri e mezzo circa, cosi che una persona può comodamente restarvi seduta sopra uno sgabello, con le quattro pareti rivestite da specchi, viene illuminata da circa .}0 o 50 lampade incandescenti (glùhlampen). In alto ed in

ll.IVISTA .

basso della cameretta vi sono finestrini per il rinnuovamento dell'aria.

Il malato si pone nudo nella camera da bagno e viene co:;.i investito da ogni parte dai t'aggi luminosi, che si rifletLoì-10 dalle ·pareti della camera.

dello stimolo luminoso può regolarsi a piacere, chmdenùo nel circuito un numero maggiore o minore di la mpade. Qualche volta la disposizione della camera da è ratta in modo che il malato può rimanere colla testa del campo illuminato, servendosi di una disposizione analoga a quelle che si veggòno adoLLate per i bagni a vapore.

La temperatura della camera da bagno si eleva per effello ùelle lampade accese, e questo aumento può facilmente regolarsi come luce; si può avere in bre,·e tempo una temperatura di C. e più ancora. La durata d el ba"'no é di 15- 30 m'. 0

In questo bagno abb iamo l'azione dello stimolo luminoso che per gli stuùii sulla delle piante: sappramo di quanta imporltmza sia pe r Io accrescimento e ricambio materiale dei corpi viventi, ma più anrora abbiamo l'azione della elevata temper•atura in cui si trasforma la maggior parte della corrente elettrica (92- 98 p. tOO), mentre solo una patte piccolissima (5 - 8 p. 100) si trasforma io luèe. Così, dice r A., il bagno di luce elettrica si potrebbe con ragione chiamare bagno caldo, bagno a vapore, e di questo ultimo bagno ha le m· d<:!sime indicazioni terapeutiche. 11 bagno di luce elettrica pu6 applicarsi anche sopra parti limitate del corpo.

Wern;nSTRAND.- Del sonno ariUlot&lmente prolungato nella oura dell' anemia., dall' i steria, dell'epilessia e dell' latero-epllessta. - (Zeitschriftfùr Hgpnotismus).

Mentre Li ébault, Bernheim, ecc. fanno della suggestione l'elemento essenziale del trattamento ipnotico delle p'e\tro!:'i e concedono poca azione al sonno per sè stesso, Wetterstr&nd di Stocolma crede all'incontr o, che si possano gran-

01 TER.\PEUTlCA

uesti <::f.ati col riposo che procura un ... ente mt"'horare q . ...em "' to durante più settimane. Questo sonno e onno d' r s . · oti 0 i malati non domandano 1 meg- 10 Senza mconveole . . d l · · ptu a lungo e neceshe di e " c sorve<>·Jiare l'infermo ùa persona 0 occorre .a" o 1 · . che li amministr i il nut1·imento bastante a simpattca, g a sveO'liarlo e che si guardi di converternpo vclulo, senz o r .1 Q nto all' e,·acuazione !!'i ac•-sare con esso. us . . mente al momento che SI fissa colla suggestrone. . . d ·porta qualcuna delle sue osservaZtom. Una \\'etterstran rr . . . · d d' 38 anni aveva da lrt>dici onm degl• access• qu?t•da cefalalgia, incapacità al lavoro, Impotenza, mutismo, spesso sonno; ore pr ima di tornare in possesso di sè stessa. Ogm cura, e la stessa suggestione ipnotica, aveva fallito. Wetterstrand la pose in istato di sonno provocato dal 13 ottobre 20 mbre 1890 con brevi inter•·uzioni. Questa donna Sl swgho '\C ""'? • r . Una guarila. Disgraziatamente in giugno io""'. mori d . d' 36 anni aveva da 7 od 8 anm ematemesi e re- O\a l 1 · · gole dolorose e p 1·ofuse: era ad srv1 ritor nanti quasi ogni tre settimane. :l 3 na io 189'2 non si risvegliò che il 14 gennaiO e d allora fu <:ornpletamente guarita. . .

u na ragazza di 24 a nni aveva da 10 annr cessi ister·o-epilettici per settimana. Mantenuta m dt sonno ipnotico dal 5 mnrzo al1'8 Aprile si svegli_ò ..

(·n uomo di 40 anni aveva da 17 anni attacchi di epllessta idiopatica, pei quali diversi medici gli avevano fatto prendere del br omuro di potassio. Fra gli altri, l'aveva cura to W estpha l di Berlino. \Vetterstrand lo curò lungo tempo con la suggestione; j:!li accessi divennero meno intensi, ma lultavia persi!'tevano. Il malato fu addormentato dal 5 al 31 marzo. Al 2 seltembt•e non aveva più avuti attacchi e non gli sopravvenivano che leggere vertigini erre l.ID sonno -più prolungato avrebbe senza dubbio fatto scomparire.

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La e l e ttrica aegU essudati. - Dott. F. !". Sooaso. - (Rioista clinica e terapeutica, n. 2, 189-i).

L'idea di questa cura é dovuta al prof De Renzi il quale ottenne risultati meravigliosi nella pleurite essudativa e in un caso di pericardite pure essudativa.

Si fa uso della co rrente ga lvanica applicando larghi elettrodi sulle parti laterali del torace, l'anode sulla parte affetta . Siccome l'applicazione deve durare per un' or·a ed in med ia a 50 MA d'intensità (qualche volta si raggiunsero anche i HlO MA), per evitare l'azione locale della corrente si pone al polo positivo un cuscinetto òi bambagia bagnato in una soluzione di bicarbonato di soda (10 su 100), e al polo negativo un altro cuscinetto bagpato in una soluzione di acido tartarico 5 su 100). In tal modo i malati non soffrono di lesioni cutan ee, e sopportan o bene la corrente durante tutta l'applicazione .

Gli ottimi e relativamente rapidi risultati ottenuti dal proft:ssor De Renzi prima e poi &oche dal Walker in un caso di ascite, incoraggiano molto a generalizzare l'uso dell'elettrico Mila cura degli essudati.

G.

NoTH:-IAGEL. - Ouraaeuacotta acuta. - (Il -tl1orgagni, 9 giugno 189i.).

L'A. dà alcuni consigli sul modo con cui r egolerei davanti ad un ammalato che sia stato colpito per la prima volta da un accesso di gotta.

L'A. suggeriva al suo ammalato di « superare il dolore con uno sforzo intellettuale • . Ma questo in pratica non basta: e dal medico si pretende un qualche conforto più dir etto. 14 cura locale è facile. Basta ravvolgere la parte dolente in cotone, ed immobilizzarla in una posizione elevala Si possono fare applicazioni di un unguento di una par te di cloridrato di cocaina, sopra sessanta di vaselina e di olio di mandorle; oppure di una soluzione di quin-

Di Terapeutica 1003

dici ·arti di mentolo sopra cento venti di cloroformio. È stato Janche ra ccom andato il collodion iodoformizzato. Vi è poi da noLare che ognuno di questi medicamenti può t' iuscire inefficace in un caso, e corrispondere invece in un altro. All'interno, se i ren i sono il miglior rimedio è il colchico: però il paziente non deve mai prendere il colchico senza la prescrizione del medico, giacché in dose eccessiva può riuscire venefico. Il sal;cilato di sodio non dii. mai . i buoni effetti del colchico, e talora é male sopportato. La htina non è indicata nella gotta acuta, perchè la sua azione è molto lenta. lnollre si farà prendere ogni matlina un leggero purgante salino, e durante la giornata acque alcaline in abbondanza (Vals, Contrexevrlle, ecc.) Se l'accesso é accompagnato da febbre si daranno 25-40 centigr. di sol. fato di chinina al giorno Se il dolore è eccessivo si può r icorrere aù una iniezione di morfina. L'alimentazione deve essere assai leggiera; in qualche caso si può arrivare alla astinenza. Il riposo va continuato anche dopo la cessazione del dolore perché un esercizio prematuro può rinnovare raccesso. È import.anle ricordare di non far mai uso di sott r azioni sanf:!uigne locali, della tintura di iodio, dei vescica nti, delle applicazioni di acqua fredda e dell'antipirina all' interno.

Sì deve poi colla più scrupolosa attenzione investigare lo slato dei reni, sia riguardo alla presenza di calcoli, come di una eventuale albuminuria. In tal caso bisogna re · g.)]arsi secondo le indicazioni presentate da tali affezioni.

Trasporto del metalll medtaute le correnti dl alta frequenza e dl alta tensione. - M. OuniN. - (Progrès Médical, K. 14 del 1894).

Il sig. Oudin avendo constatato che una superficie cutanea colpita per qualche secondo dalle scintille d'un àpparecchio a col'renti alternate di alla frequenza e di alla tensione ac· quista un odore metallico per sistente suppose che questo spostamento di '"!}etallo degli elettrodi fosse un fenomeno

f004 RIVISTA Dl TERAPKliTICA

costante nelle sca riche degli apparecchi. a correnti alternative di una potenzialità sufficientemente alta, e pensò che potrebbe utilizzarsi questo fatto nella terapia, e special mente nella

Egli riferisce in un lavoro che fu presentato alla !SOcietà francese d'elettro- terapili le !!'ue esperienze fatte in propo;>ito, le quali dimostrano che i metalli penetrano con tal mezzo nello spessore della pelle, sotto l' epidermide di cui sorpassano lo strato corneo, e le goccioline sono così adet'enti che col lembo di pelle. rivoltato e scosso violentemen te esse non si distaccano, anche dopo un anno di conservazione nelracido picrico.

L'autore ric.:er·ca presentemente il moJo di trar partito da questo tatuaggio in terapeutica e descrive un elettrode specialmente costruito a questo effetto

RIVISTA: DI CHIMI CA E FARMACOLOGIA

Contribuzione alla fannaoologla dell'argento . - A . SAMOJLOFF. - (Centralb. rur die medie. Wissensch., N. 10, 189't).

P er i suoi sperimenti fatti nell'Istituto farmacologico di Dorpat, il S. una combinazione dell'acido glicirizzinico l'argento otten·uto sciogl iendo l'ossido d'argento di fresco precipitato nel di soda. Quantità di questa combinazione che contengono 13 mg. d'argento uccidono le rane solo dopo o 5 giorni Gli animab Jopo applicazione sotloacquistano una colorazione scura della lin)l'ua ch e poco a poco si dilegua. S e a un animale curarizzato si allaccia l'e sofago e si inietta quindi il preparato sotto la cute,

RiVISTA DI CUIMICA E FARMACOLOGIA ,100;}

· mbia in un sacco che è riempito fino a es- la hugua SI ca . . . . . da una materia bruno nera. Il hqu1do che e fatto !'erne te::.v, r · l Ila lingua contiene numerosi leucocitr ner1 prem < 1 u<>ctre t a l ·dottr· L'argent·• è quindi separato dalla rana per ar.::en o r1 · . la Jina-ua. Il secrelo è inghiottito ed per l ano. . t" · 1 testinale non si trova argento; SI trova pero net pate e u . . .. , · cu·1 capillari sono oieni di granuli finamente dJnSl 1 • di leucociti. . .

.

Anche negli animali a sangue caldo la. mtroduzrone del · ·nato d'araento per iniezione intravenosa conduce !!ltcerrtzt ,.., allo stesso risultato di far trovare rargen_to uel fegato 'e nei (annerimento dei glomer·uh). Mentre la HllepUt · 1· · r zi one intra,·enosa àel p r epa rato d'argento uccide g 1 annua l per progressivo abbassamento della sanguigna, invece, inlroùotlo uello stomaco, è senza aziOne.

Sul dosamento dell'azoto organico col metodo dl B:Jeldahl. - ::\ota di E. BuRcKER, farmacista principale di 1a classe, a Val-de-Gràce.- (Are/t. de m édec:. et de pharm. militaires, marzo 1891-, Parigi).

11 metoJ0 di KjeiJabl pel dosamento dell'azoto le modifìcazioni che vi furono apportale in questi ulanni, tende sempre più a r impiazzare nei laboratori quello di \Vili e \Varrentrapp, sul ouale presenta il vantaggio di una maggiore semplicità e speditezza, f•Ur essend<> ugualmente esatto. Esso. inoltre. permette di eseguire più òo •amenti ad un tempo.

11 metodo di Kjeldahl riposa sul princrpio seguente: « L'Moto delle macerie or qaniche si in ammoniacalr sotto l'influen$.a dell'acido concentratoe caldo in presenza di un corpo ossidante, come il solfato di rame anidro, il mer curio metallico che si converte in solfato , il permanganato di potassio, ecc. "·

Si puù fare a meno dell'intervento di questi ossidanti s e, invece dell'acido solforico concentralo. si adopra una m e::;colanza di esso con acido fosforico; oppure, ciò che è an- cora meglio, se lo si sostituisce coll'acido solforico fum ar.:., di Nordhausen. ' reazione, dall'azoto organ ico, si forma del solfato òi 11mmoniaca che, in seguito, si decompone con un alcali mettendo in libertà l'ammC\ntaca, e r <lCcogliendola in una soluzione titolata di acido solforico. Si termina poi il dosamento come nel processo di Will e Warrentrapp.

L'operazi o ne si effettua nel seguente modo:

In un pallone della capacità di 200 a 250 cm.' s'introducono gr . 0,50 a gr. 2 della materia da analizzare, secondo che essa è più o meno ricca di sostanze azotate; sopra vi si versano circ11 20 cm.5 eli acido solforico fumante di Norp· bausen; oppure, altrettanto di acido solforico concentralo -e puro, cui si dovrà aggiungertl p resso a poco quanto un 11ramma di mercurio metallico (l). Con una piccola ampolla munita di un prolungamento che entra nel collo del pallone, se ne ottura l'ol'ificio; quindi il pallone si colloca su di una tela metallica, o in una capsula di ferro guernita di amianto, inclinato per modo da evitare le perdite per proiezione, e si riscalda mediante "la fiamma di un becco di Bunsen: prima blandemeote, poi più forte, in guisa da ottenel'e un·ebollizione moder><ta; la quale si dovrà mantenere finchè il liquidò sia diventato perfettamente limpido. Non è necessa-rio il completo scoloramento; la sola limpidezza è sufficiente.

A questo liquido, dopo il raffreddamento, s{ aggiunge, poco per volta e colla dovuta cautela, tanto di acqua distillata da pCJrtarlo al volume di circo 100 cm.•;- si agita per disciogliere il sale di mercurio, se si è operato col secondo metodo, o si travasa integralmente tutta la mescolanza nel

(l) A principio l(jeldabl a.dopera<a. come ossidante il di potassio; io seguito si venne a. conoscere che qne>to sale dà luogo a perdite di a.zoto. Tuttavia il suo tmpiego tornava. vanblggioso in ciò che da esso viene nettamente indicato il termine dell'operazione per via della colorazione violetta che il liquido assume in tale istante. Nulla per altro impedisce di po· tercene ancora valere a questo scopo ra.cendolo intervenire vtrso il nne della operazione.

DI CHJliiCA E FARllACOLOGIA tOOì

Il dell'appal'ecchio distillatorio òi Schloosing, o in pa ooe . · 11· quello dell'apparecchio di Aubm 1 a serpen_tmo ftfico:

C.ò f. tto si versa nella mesco anza, e m copta su c1enle l a ' l . d. per avere reazione alcalina una so uzwne concentrata 1 d caustica completamente sbarazzata di carbonati e òi 50 a d' b · · d" d ·t ti mediante bollitura con idrato t arw; qmn t, a atta nt ra . . .1 . quantità di solfuro di sodio. prectpttare t e un po' di granul! di zinco a_ produr 1 1drogedno 11 ,_ che gioverà a regolarizza r e 11 success1vo svo g1me nto e moniaca.

Tutta questa parte dell"operazione va condott-a il più rapidamente possibile.

Si procede .final mente alla distillazione e si raccoglie l'am· moniaca in un volume noto di una soluzione titolata di aciao solforico.

Operando col metodo di Kjeldahl è assolutamente necessario che la sostanza òa analizzare sia in ogni sua minima parte imbevuta dalracido solforico prima di passare allo scaldamento. Sonvi materie vegetali che, ridotte in polvere, formano grumi che l'acido solforico difficilmente riesce a penetrare; importa rim 3diare a tale inconveniente, e vi si perviene insuffiando nel pallone un po' d' aria umida prima d'ìntrodurvi la sostanza, e imprimendo poi al pallone stesso adatto movimento di rotazione perché la poh·ere si distribuisca in sottile strato uniforme sulla parete.

Quando la sostanza oltre all"azoto organico, contenga azoto nitrico, questo ne può essere eliminato scaldandola con protocloruro òi ferro e acido cloridrico, nel pallone stel'SO in cui si fara poi l'attacco solforico. Per tale trattameolo l'azoto nitrico si elimina sotto forma di biossido di azoto, coll'avvertenza di mantenere lo scaldamento fino a che più non si svolgano vapori acidi.

È bene poi assicurarsi che l'acido solforico non contenga composti ammoniacali e. nel caso, che è molto frequente. determinare una volla per tutte, mediante un'operazione fatta in bianco, la proporzione dell'ammoniaca, tenendonc conto in ciascun dosamento.

11 metodo di Kj eldahl ha subito altresì parecchie modifi·

1008 RIVISTA DI CHIMICA E FARMACOLOGIA cazi_ooi allo scopo di generalizzarne fimpiego al dp"'amento dellazolo totale delle materie azotate. Gna di esse,. ideata da è specialmente destmata a l do!:'amento dello azoto mtr1co e, conseguentemente; a q uello delrazoto total e, contenuto nei r.oncimi.

, si fonda sull'impiego successivo dell ac1do fen!lsolforico e dello zinco.

. L'acido solforico ingenera dapprima col fenolo un monomlrofenolo cbe lo zinco trasfol'ma in un composto amidato

Ali'uopo nel pallone da gr. 0,20 a gr. 0,5Ò dell a materia m es!Jme lìnam<!nte polverizzata, 20 cm.• d i acid0 solforico concentrato, 2 cm.3 di acido fenils91rorico e 2 a 3 gr. di zinco in polvere. Si tiene il -per due 0 ore in bagno freddo, nel qual tempo la r·eazione é ·compmta;. quindi· si termina l'operazione nel modo superiormente dosamento dell'azoto organico, e così ottiensi l azoto mlrJCo sotto forma di ammoniaca.

L'acido fenilsolforico si prepara dissolvendo 50 ar d' , "' • 1 •enolo nell ac1do solforico concentrato e puro e ·n , 1 proporZIOne suffiCiente per a vere 100 cm.• di prodotto.

Rivista Di Miwicina

Dlagnod delle ernie lngulua.U art14olall.- ScnnTZ. _ (Journal de Médecine et de Chirurgie, maggio 1894).

. il dottor . SchuJtz ha pubblicato nel Vratsch dei particolari s.opra un processo adoperato qualche '\>Oita dai russi per evitare il servizio militar e. T ra quelli che des1der ano esser e esentati dal servizio mi litare e che scel-

Rl\ JSTA DI

Tossicologia

E I.EGAI.E 1009 es to "copo l'ernia ve n'ha di due sorta: gli uni !:'imu· gono a qu ' lano un'ernia, gli altri l'hanno avenrlola. acquisita in una m!lniera artificiale. I pr1m1 non possono Jnganna1·e che i profani. perchè i mezzi di simulazione !"ono troppo "!'Ossola ni. "' n più !':ovente si vede nella regione inguino-scrolale l'enfisema sotto-cutaneo, provocato dall' insufflazione di o di acido carbonico. Quantunqu(-1 l'a1·ia si spanJa mollo raptdamente nel tessuto cellulare di tnlli i lati, malgrado la crepitazionP alla pressione, del_ dito: in ."i O!"tina 8 r·ipetere cbe l erma es1ste :n lm fin dali tnfanzw. Col massaggio non vi più alcuna traccia dell'ernia dopo ore. Inoltre nella parte inferiore dello scroto si può sempre constatare un piccolo segn(l rlt puntura fatta per poter introdurre il tubo per insufllare. La tumefazione resta pe r molto tempo e la crepitazione non è cosi netta, se i gas non sono insufflati nel tessuto cellularP, ma nella vaginale comune al te!"ticolo ed al cordone Rpermatico.

Casi consimili si vedono rarissima mente; tuttavia Schullz ha visto un ca:;.o in cui la vagina le era talmente distesa che il tumo r e r assomigliava ad un'idropisia del cordone: ma e:>.$0 e r u d t una leggerezza straordinaria e ron la p•mtura espio· ratrice non rw sorti che aria con rumore. In luogo d'aria " ''ngnno talvolta introdotti liquidi indifferenti che sono presto a s-:orbi ti od anche sostanze irr·itanti che provocano infiam· m a zionf', edema, tumefazione dello scroto e fenomeni che danno l'appar enza di un'ernia.

Quanto alle ernie vere, ma provocate arlitìcialmcnte, Schultz dire cho le confessioni di tutti i condannati per questa frorle sono qunsi sempre le stesse : -'t o 6 mesi pmna di rispondere alla chiamata ed in un solo caso appena chiamato in ser vizio, tutti hanno subito la 1>eguente operazione. Gli operatori, armati di un istrumento simile, stando alle loro asserzioni, a l un dilatatore di guanti (in 7 casi in forma di pin· zette, in un altro in forma di cono), l'introducevano rapidamente attaverso lo scroto nell'inguine.

Premendo fortemente nell'inguine per il ventre, essi vi rompevano qualche cosa, e dopo ciò l'operazione era considerata

lllVISTA DI TOSS!COLOGIA

come finila. Ma la rottura non si faceva sempre con la rapid1là, per cui l'jstrumento veniva introdott.(l più volte i dolori durante e dopo ratto operativo erano cosi fo rti· la maggior parte perdevano la conosce nza. Uno di essi che SP- egli avesse a vutb cognizione dell e sofferen ze a egli sarebbe andato incontro, avrebbe preferito fare due il ,ervizio militare che subire l'operazione in discorso. dolore dell'inguine e nel testicolo u.,,-,..,,,.,,.. per mollo tempo, ne lla maggior parte dei casi, un anno Quanto alla comparsa di uq, tumore erniario, si notava dopo l'operazione la fo r mazione di una sporgenza nell'i e dopo :2 o 3 mesi si ·a veva un'ernia nella. T uttt gli pet' consiglio degli operatori, eseguire lavori d tìcili, camminar e, saltare, fare sforzi, malgrado'il dolore.

Pare che gli oper atori arditi bene e delle ernie e l'anatomia topografìca della r egione i '"'u"ucu.,.

L'analogia nei mezzi di produrre l'ern ia e nei risùltati nuti dimostra che un operatore ha impara to da un al che vi ha, in una parola, una scuola speciale; ciò che è provato dal fatto che la magg io1' parte dèlle ernie a r tifì si osservano a destra e !'olamente nell'inguin e P e1,chè le ernie non si che nell'inguine? Ciò si con resperienza dei maestri che hanno per i pri mi i.._,,0 "'"'aMI quest'art('. È evidente che essi conoscevan o la supe quantitati\·a delle ernie i nguinali in generale, e dèlle in par·ticola r e. come put·e la causa di questa frequenza. formazione naturale delle ernie ingu inali, gti orifici ing-uinale con le sporgenze del peritoneo e le fossette an atomjche esercitano la parte principale. La zione ano rmal e dell'orilìcio inguinale es'ernc con la dimin zi_one ·il dPi le:>suti che lo compongono, l'a mano e lo chiudono è la condizione predisponente che con duce quasi infallibi lmente alla formazione di un'ernia. nosccndo questo secreto della natura, è già facile , con il desiClerio ùi formar,e un'erniH, pen sare ad una d inguinale, e di là non vi ha che un passo ali mvenzr one dell'i stru mento necessarte.

:\la la dila tazione del canale inguinale; o, più precisamente,

...Iella sua estremità inferiore, nou è così semplice; l'autore almeno nelle esperienze sul cadavere non é riuscito in{'Ontanente a dilatat·e l'orificio al grado necessario È probabile che i dilatatori di guanti sieno modificati alquanto per l'opeTazione. Probabilmente essi sono fatti di legno dur o o di acciaio ed hanno un manico più lungo ed un uncino corto. perché la leva del dilatatore dei guanti è tale che non è sufficiente allo sviluppo di una grande forza necessaria alla dilataz ione ed alla rottura dell'anello inguinale. Si può in tal modo agire presto, sicuri del successo, quantunque vi riman:ra anco ra un ostacolo, costituito dalle pieghe della pelle dello scroto spinta nel canale al davanti dello strumento.

B enché questa pelle sia estensibile, questa estensibilità ha un lim :te, ed è per ciò che questo traumatismo é inevitabile; altrimenti non si r omperebbe l'anello.

Ma questo lraumaltsmo della pelle non si può paragonare a quello prodotto dalla dilatazione forzata dell'anello che si deve lacerare, e non solo dilatare, per ottenere il risultato -voluto, perché dilatato solamente, esso può, grazie alla sua elaslicilà, ritirarsi nuovamente. E quanto devono essere e contusi il cordone spermalico i tessuti circostanti durante l'allontanamento delle branche fino alla rottura dell'anello. P er cui non r eca meraviglia se la maggior parte degli individui hanno perduto la conoscenza. In qual modo que!'ti operatori ra ggiungano il loro s copo, non servendosi che di un dilatatore cilindri co aguzzo, è diffìcile immaginarlo. Schu ltz crede che non si possa a gire col dilata· tore che quando l'anello è già dilatato. Il traumatismo deve essere allora ancora più forte.

Se ora noi ci rapp•·esentiamo in un a maniera a stratta i fenomeni consec utivi al trau matismo prodotto, avremo le seguenti modifìcazioni anatomo- patologlche e cliniche , la cui durata dipende dalle particol arità di ciascun caso.

Immediatamente dopo l'operazione si pr oduce una reazione locale. Nel luogo d'applicazione delle pinzette sullo scr oto -si fa una emorragia, vi ha edema delle borse il testicolo e il cordone spermatico si tumefanno, s' n ell'in -

W12 RlrtSTA DI TOSSICOLOGIA

guine, all'estremità inferiore del canale si formano una tumefazion e ed un rossore.

Il malato l'ordine dell'operatore non osa alleviare le s ue sofferenze; egli rleve, al contrario, camminare, fare sforzi: Il proces:>o infiammatorio non in queste condizioni, rapidam e nte; il ristabilimen to dei tessuti ad integrum deve farsi molto Durante quel tempo, la parete indebolita ha subito la pressione intra- addominale, t ra i margini della ferita dell'anello inguinale e apooevro-tendinosa del grande obliqu(} fa irruzione nel peritoneo ·con la fascia trasversale, dissociando cosi i margini che non possono più riunirsi. Con la diminuzione dell'infiammazione il periLooeo discende sempr epiù; non risconlrandr, ostacolo, questa sporgenza diventa sempre più sacoiforme, e tosto o tardi l'ernia é formata. Quale ernia'? Sempre ioguinale interna o mediana, mai esterna.

Il pr;ncipale segno delle ernie artìficiaJi è la forma delrorifìcio erniario. Nell'uomo normale l'orificio esterno ha quasi sempre la forma di un ovale appiattito, diretto obliquam.ente ver;:o la linea mediana; più raramenteuna forma triangolare, a base infe1·iore e ad angoli a rrotonditi. ordin aria, i contorni dell'an&llo si modificano un poco : ess1 si avvicinano ad un cerchio completo, conservando raramente la form a di un ovale, situato allora trasversalmente. Nell'ernia artificiale l'orifieio non ha reg-olare.

A cagione delle lacerazioni prodotte si avrà un foro la cui formazione presenta qualche regolarità. Cosi la rottura. non é mai diretta in dentro o in basso, perché i mu scoli retto e piraroidale d'una parte, l'osso pubico d'allra presentano un ostacolo insuperabile; al contrario essa si dirige là ove la resistenza é minore, vale a dir·e in alto ein fuori.

In questa direzrone riscontrano tre sorta di rotture, lequali dipendono, probabilmente, dalle diverse densità ed elasticità delle colonn e e delle fibre che formano e circondan(} rorificio estemo.

tra::,•ersali s o no deboli e poco S\·iluppate, ed se le ttbre l t Ster·no ::oFdo l'anello si romperà nell'asse su- il pi as ro e • · ., . · d !l'ovale e la r ottur a sarà diretta obliquamente 10 per10re e • . . . alto. In altri casi. per cause opposte, SI 1! e ,.1 · avrà allora un fo ro nel le gamento d1 Poparz10 esterno, ·mmediatamente al òi sopra e parallelamente: non stesso o 1 . . edet·e questo ft> r o così largo da lasCiare passare .. lib mente tre dita. Infin e, in un terzo gruppo d1 cast, le era ·fi · d due forme precedenti si combinano. e l or1 .ciO pre.n e una f (lei tutto tal volta 1n questi casi SI vedono orma ·· h l' ., · tra due rotture una terza lacerazione, per modo c e ortucioac'Juista a metà la forma di una stella. Schu ltz ha prodotto sni cada veri q neste rotture.

Vi sono ancora allrì segni differenziali lauto più facili ad essere riconosciuti quanto più i con cui si ha a fare sono recenti.

Primieramente quantunque nelle ernie ordinarie si abbia nella maggior parte del tempo un indolenzimento della recione inguinale e del testicolo corri!'<pondente, ciò é un nuaa ; confronto del dolore che risente il malato artificiale quando lo si esamina. È bensì vero che l'operatore gli ha ordinato dì non accusare dolore, per cui il malato viù spesso non se ne lagna, ma basta gettar·e uno sguardo sulla fisonomìa del malato mentre si esamina pè1• vedere l'espressione delle -orribili :sofferenze che egll prova: gli occhi sono semichiusi, •l viso pallido, le labbra compresse tra i denti; egli in,·olonta•'iamenle, avvicina le cosci e ed istintivamente sfugge al dito che lo palpa. Questo dolore persiste pP.r mollo tempo; !"i può constatare anche un anno dopo l'oper azione.

In secondo luogo, ciò che risalta agli occhi, é l'assen za -di rapporto fra il volume dell'ernia o piuttosto tra la sporgenza del periloneo e la larghez-z:a dell'orìficìo erniario. Ciò si comprende. Mentre nei casi ordinari l'ernia dilata essa stessa progressivamente l'anello, nel caso in discorso av,·iene il contrario: l'ernia si forma in conseguenza della dilatazione forzata dell'anello. Questo rapporto può certamente modificarsi col tempo; l'ernia aumenta sempre e -diventare un'errlia inguinate ed inguino-scrolale completa.

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Ma questa epoca non sara mai raggiun ta dal malato, l'operazi one si fa sempre poco tempo prima della chiamata: se essa si fa dopo, il malato si contenta di un po' di soorgenza del peritoneo per dichiarare la sua ernia. •

Riassumendo, ecco tre segni differenziali principali dell'ernia artificiale . . •

1 - Irregolarita manifeslf (sporgente) dell'anello inguinale (ed anche dell'orilkio erniario);

2' Non corrispondenza del vol ume delrernia e dell'ampiezza dell'an ello inguinale;

3° Dolore molto intenso nella regione inguinale, nel testicolo corrispondente e nel cordone spermatico.

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