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.LA MEDICINA
ALL'XI CONGRESSO MEDICO
Il pro f. CAROAREW poi i) r iferi sce snlle organiche, funzionali e nen:ose che subisce il cuore per gh ostacoli nella circolazione arteriosa.
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Eali ha esercitato sperim entalmente la pressioné sopra n . vari rami arteriosi: sopra le iliaèhe, sulla succlav1a e talora anche sull' aorta addomin:1le, ed ha quindi istituito una serie di esperienze , raccogliendo i tracciati gra_fìci del cuore, del e la pressione arteriosa con lo manometro del Bash, prima e dopo la esercitata pressiOne.
1 risultati cui il clinico di Napoli sarebbe giunto, souo i seguenti: . .
1•) Rallentam ento del ritmo fino a ·IO-l'i! pulsaziODI, e teaaiero aumento della pressione arteriosa nella più parte dei in cui fu eseguita la pressione sull'arteria.
2°) Più raro un lieve acceleramento del ritmo di _8-1 O pulsnioni , accompagnate anche da aumento
3•) Rarissima l'aritmia, Sf ecie la forma b1gemma.
Senza poter precisare a che si debbono siffaui cambiamenti, l'A. crede di poter a!Termare che il rallentamento an iene in individui. validi e robu ti, al cootr3rio delle
LA )JEOICINA ITALIANA altre due modificazioni, le quali pare si avrerino con magoiore facilità in soggelli a cuore debole ed eretistici, particolarmente in donne. risultati danno ragion e all'A. per trarre importanti conrlusioni diagnostiche sulla validità del muscolo cardiaco; per argomentare la forza latente, nonchC per recrolare corrispondent em e nte la tPrapia di certe lesioni car,., diache.
Il CARDARELLt comunica ancora le sue osservazioni alcune fvrm e cliniche mal conosciwe di nerrosi delle estremità.
Egli afferma che vi sono molte neuropatie delle estremità, specialmento delle mani, che non SflnO ben conosciute e vengono spesso ronfose con altre malattie. Secondo lui queste .forme hanno freguenti origine centrale e vanno spesso messe in relazione con lesioni del midollo. o più fret[U èntemente debbono accagionarsi ad alterazione del sistema nervoso periferico, specialmente del simpatico . V'ba infin e di quelle che non possono attribuirsi ad altro, secondo J',L, se non a perturbamenti funzionali.
HelativamE>nte ai sintomi, ' l'.\ . differisce queste neuropatie insensitive, motrici, . vasomotrici o trofiche, affer · manilo che queste ultime meritano un maggiore studio P.ct un esame più scrupoloso, perchè se la terapia interviene con ritardo, esse cagionera nno senz' altro deformazioni gravi e permanenti.
Ft'<\ i molteplici mezzi di cu;·a ai quali si suole ricorrere e talora pur troppo ritardo, il Cardarelli dà la preferenza all'elettroterapia ed il massaggio, i soli che gli sembrino atti a dare efficaci ri:mllati.
Il (Bologna) comunica al Congresso i suoi ed importnnti studii sulla della clorosi e sul - l'azione del freddo nelle clorotiche; come il freddo produca effelli sfavorevoli sulla clorosi ed espli::a questa influenza, a suo :n·viso. perch è le cloritiche si sentoo meglio la oolle che il giorno, ed il loro stato si aggrava in autunno e in in\"ernll, mentre nella stagione estira. Eoli dice di aYere allresì osservato che il bagno freddo o prolungato ha una determinata azione nel modificare la composizione del sangue delle clorotiche, cosicchè si osseni una diminuzione di globuli rossi e di emoglobina, e un aumento di urobilina nelle urine.
L'esperimento sugli animali avrebbe mo strato come. assoggeuandoli a temperature estreme, l'azione del freddo e 3plichi un deciso potere distrullivo sui globuli rossi, e si riscontri un aumento della quanti(à di ferro eliminato per la bile e per le urine.
Anche l'esercizio muscolare importa nelle clorotiche una distruzione dei globuli rossi.
Per spiegarsi il mecc,mismo di questa dissoluzione globulare, a parere del bisogna tener conto dei fenomeni della pelle che si verifican.) nelle clorotiche . L'abbassamento della temperatura, la diminuzione del dolore, la pelle amerina il raiTreddamento delle estremità sono sintomi freqne nti > della clorosi.

Tutti questi fenomeni banno per causa l'ischemia, che, aumentando dopo i parti, determina la febbre clorotica, la qual& il piu spe ·so non è che l'effetto della innormale restrizione della irl'igazione cutanea. L'ischemia periferica è i o contrapposto del maggior condensarsi del sangue negli organi addominali . Segue insomma tale un turbamento di circolazione dopo i ,pasti o dopo l'azione del freddo sulla pelle, che non v'ha dubbio neno ammetlere una grave alterazione del sistema \"asomotore. ·
LA liEDICI:'iA IHLIA::\A ECC. 799 clinicamente ciò che accade nella clorotiche dietro l'azione del freddo sulla pelle sarebbe risultato: ischemia cutanea. iperemia del fe,(!ato e stasi renale, il che ioduce ad ammettere la cooperazione n tale efTetto del sistema >asom otore, prorocato dall' azione del freddo. È da amm ettersi una azione centripeta sui centri della sfera vasomotrice: e poichè gli studi del Bellì.eld e del Buys hanno sperimentalmente dato la prova che una azione centripeta degli organi !Zeoitali feminei ha potere di deter·minare !!ravi e svariati eiTe tti sui centri dell'azione vasomotrice , e poichè clinicamente CÌ e DOlO che la clorosi e un'anemia particolare al sesso feminino coincidente con l'epoca della puber·tà, e naturale il supporre che in quest'epoca gli organi genitali della donna entri.no in tale un periodo alli' o di evoluzione funzionale, che ne risultino quelle eccitazioni centripete bene spesso esagerate, le quali influendo sui centri di rillessione. determinano la forma clinica della clorosi . Co3ì la clinica e lo esperimento sono in perfetto accordo fra loro.
La teoria così dett·t ematica <d conlrélr·io, non ci dii la spie· della coincidenza che es!ste fra l'apparire della clorosi e lo srolgersi delle funzioni sessuali; del perché la gravidanza guari sca talora la clorosi, tal'altra la faccia comparire; del perchè questa anemia si sviluppi quasi sempre in una stessa epoca della Yita; perchè gli uomini non incoi-rano in questa grave e cnratter·istica affezione; ciel perchè esista anemia senza clorosi; del perchè questa sempre legata a gravi distut bi dello stomaco, ad ulcera gastrica. a nevralgie, a soffi i car·dio- >a colar i, ecc. A queste domande però dà risposta la clinica con i suoi ammaestramenti. secondo cui ne-lla patogenesi della clorosi è necessario ammettere la cooperazione. di parecchi fattori, come il san:zue, l'apparecchio genitale, il sistema nervoso vasomotore .
La teoria ematica inoltre non ci spiega in alcun modo l'azione del freddo sulla clorosi; per ciò che oggi si sa delle variazioni che subisce la composizione del sangue venoso io ciascun oruan o e di quella che apporta alla composizione sangue"la stasi venosa, pare dimostrato che i cit·colari cagionati dalla alterazione funzionale de1 centrt vasomotori sono altresì capaci di indurre modificazioni nella composizione del sangue. D'altra p<ute è risultato che aiere modilicazioni del sangue sono sufficienti per determiuna di;;truzione dei corpuscoli rossi. li dunque nelle clorotiche cagionando l' hemolisi, effetto del disturh0 circolatorio di origi{}e vasomotoria. E questo disturbo circolatorio, oltre che dei fenomeni cutanei, darebbe ;tnche spiegazione dei sintomi addominali che si manifest.ano nelle inferme: sintomi che hanno rapporto in anomalie fon-zionali da riporsi nei gangli simpatici, e che si esplicano con un meccanismo simile a quello dal Goltz

nello Shok
Più oscuro é il meccanismo che produce il danno in secruito all'esercizio muscolare, e per dare ad esso nna certa .. ;piegazione bisogna ricorrere a considerare lo. sposta.mento notevole del sangue che deriva per la grande 1perem1a funzionale di tanti muscoli e che potrebbe esser consideralo/ come caoione di modificazione del plasma sangu1gno, e quindi d;lla deglobulizzazione; e conviene ancora rare la pre-;enza nel stesso degli acidi prodotti e dal lavoro chim;c0 della contrazione muscolare ed <lnche forse da una eccessivt'decomposi.zione protoplasmatica derivante da insufficiente os.sigeno circolante.
mellere in cnmpo qut:ste spiegazioni il )1urri non tace che il meccanismo dei centri vasomotori non si maninè sconfessa che nella patogenesi della clorosi molti unti vi sono an cora. che reclamano d'essei' chiat·iti. !\la di mira qu elli che per la clorosi si possono ritenere come spie ga ti, e attenendosi alle cliniche gli parve bu on rimedio contro il male il sottrane le clorotiche all'azione del freddo, sia tenendole in letto, sia elevando In temperatura ambiente.
Qnesto però non è tale rimedio , egli dice, che basti a "Uarir le clorotiche, poichè se esso è sufficiente a mantenere :lto il numero dei globuli e dell'emoglobina, non basta a Yincere il ma le in sè stesso. Ad ottener ciò è necel;sario dominare la neurosi vasomoloria, e l' illustre maestro afferma, con prova di molti. felici successi, di esservi giunto mercè la idrote rapia.
La magg ior prudenza però deve accompagna1·e questo metodo di cura. perchè esso non abbia a sortire effetti nocivi: le norme per<'iò si possono ridurre principalmente a tre: idroterapia hrevissima e lieve; da applicarsi quando la quantità dei glohuli e della emoglobina sia relativamente alta; da cominciarne l'uso nella stagione più calda.
Il nome del maestro è per sè stesso grandissima garanzia della efficacia di questo metodo di cura, che a prima giunta e agli increduli pott·ebbe apparire paradossale.
Il trallamento della clorosi fu soggetto di comunicazione anche nella sezione dì farmacologia sperimentale e terapia, nella quale il prof. Semmola e il Giolfrcdi di proposero la cura elettrica. Secondo essi nelle clo1·osi dipendenti da aumento dell'esito più che da diminuzione dell'entrata, la ccrrente elettrica ipòstenizzante del simpatico costituisce la piu vera e razionale terapia.
:'\ella clorosi di tal .,genere è· sopratutto necessario, se- condo gli autori. l'aver di mira che non è la poca assimilazione, non lesione anatomico- funzionale dei corpuscoli ross1, nè diminuita funzione degli apparati ematopeietici che costituiscano il meccanismo dél male, ma che esso è l'effello di :1errose, le quali disturbano il ricambio provocando per conseguenza la maggiore distruzione dei corpu:>coli _
Anche questo metodo di cura però non può dirsi fondalo sopra a più accertate spiegazioni del meccanismo patogenetico della clorosi, ed anche per esso è neces"Sario cbe da un lato la clinica e dall'altro ricerche J'iù numerose e più fondate sull'azione dell'elettricità nella composizione del sangue, vengano a riempire le non poche lacune che tuttora olTre il co ntrove•·so
Il prof. DE G10n''I (Padova) reca al Congresso il contr ihuto dei suoi lunghi e numerosi studii sull'esame morfologico delt:inditiduo, con che egli intende il metodo di ricerche allo a conoscere l'indirùlunlitd , on-erosia le differenze individuali. È nolo a Lutti come l' illusire maestro attenda da anni a queste par.ienti ricerche, a cui base egli ha posto la dottrina dell'evol uz ione dell'Essere, e sono r-ertam ente nole a ogni medico le importanti pubblicazioni già " falle ùa lui sull'argomento, le quali riportano ben un nm- . tennio di os ervazioni, di p!O\'e e di riprove ( 1).
Il Professore espone il suo metodo il quale si fonda sopra 1 tre basi di osservazioni: misurazione del corpo, ispezione, fisiologica.
La misurazione ha pe•· iscopo di determinare ciò che il
({) .llor(ologia del Corpo Umano (Edit. Hoopli, lSH,. - Commendi Wnica .lle4ica. (Edit. Draghi,
U . :UEDICl'iA lTALL-I.XA ECC. - 803
De caratterizza la combina:ione morfologica indt, iduale, lo sviluppo proporzionale delle varie parti del corpo e l'<lrmon ica costituzione di esse. La ispezione mira a raccogli ere tutti 1 possi bi li dali che offra la supertìr,ie del corpo e sen·ano vie meglio a specificare la combinazione morfologica. L'anamnesi fisiolo.(!ica infine, ha il compito di il modo come si compierono le singole funzioni; ad esempio qudi fo:;sero le iendenze e gli istinti dell' indi,·iduo nei ùi,-ersi periodi della >ila> quali le influenze profes,ionali . quali le speciali idiosincrasie, come fu osservata l'igiene e ria dicendo.
La raccolta di toui questi dati, insieme alle altre ricerche scientitìche, mellendo, di remo. allo scoperto !e note proprie delle individualità in rapporto alla rnorhilità, dà. se.;ondo l'A .. agio di formulare la diagnosi e di rendersi ragione della varietà sintomatica del quadr·o nosografico. In ciò l'A: parte dal conce!lo che la varietà è legge dell'Essere, dimostra conseg uentemente quanto ·ia interessante per il patologo lo studio delle ragioni delle varietà cliniche nelle nriet à dell'Essere.

- Secondo questi criterii, gli uomini vanno divisi in quattro tipi, dei quali uno sarebbe il normale, in verità assai raro, -e gli altri Ire comprenderebbero gli individui che offrono distinte morbilirà. Come però og-ni individuo presenta una combinaz ione così può alla sua volta costituire t'esempio della varietil.
Passando rru indi dall'esame morfologico dell'inòividuo allo studio aelle singole funzioni, ne segue chiaro che l'ambiente interno dell'organismo debba esser vario col variare della combinazione morfologica. Di qui la deduzione dell'A. che scopo della clinica debba essere la conoscenza degli ambienti in relazione alla morfologia.
Sulla ùase di questi fatti c co n questo indirizzo secondo l'A., svolgersi la clinica, quale scienza biologica, ed essa contnbuirà cos-i alla lìsiologia generale e io speciat m<do a quella dell'uom o.
A!tra comunicazione dello stesso pro f. De Giovanni èla fisiopatologia della nerro si. ed anche in questa il clinico_ di Padova rivela il suo fine acume di osservaLOre e l'alta dote d'intuizione che adorna il suo ingegno.
Tutte le forme cliniche nevrosict1e, egli dice, hanno una qualche cosa di comune che è la predisposizione, fatte chesi appalesa a chiunque faccia un studio di rompa-razione. Partend o dunque da essa e studiando attentamente i caratteri organici e funzionali degli individui ne-vrotici, pare a lui che tali faui_e fenomeni si rilevino da.. dover dedurre che un predisposto è già per sè nevrotico,.. e quindi la neHosi essere la stessa predisposizione.
Secondo l'A., ritene-ndo come avviamento allo studio cheegli si è propost-o tutto ciò che la scienza ora professa intorno alln numerosa classe dei neuropatici, a raggiungereil fine è necessario che concorrano uniti i due metodi;: quello analitico cioè seguito finora, e quello sintetico chesegue la moderna morfologia.

Seguendo questa via cade l' opinione generale che l& nevrosi siano malattie sine materia, e ci si persuade al contrario come esse e le altre forme cliniche che ne deri-vano. debbano considerarsi siccome malattie costituzionali: ci spiega l'ivoluzione delle forme nevrosiche in rapportoall'età e ad altri momenti biologici, e ci si rende agevoleil comprendere quale sia il concorso degli altri elementi nel determinar·e la forma clinica delle nevrosi e i diversi accidenti, data la predisposizione ereditaria e congenita. laserie di questi allri elementi è costituita dalle
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.dalle auto·intossicazioni, dalle aberr;, zioni funzionali del -sistema vasomotore, dai fenomeni riOe&si, infine dai patemi -e dai traumi.
La nevrosi quindi si sottrae alla severa investigazione -deil' e lo studio di tutto intero è serbato al cl inico biologo. Questi soltanto, se forte e ricco di minute osservazioni e di perfetta conoscenzn della vita del paziente, può esserne, dice l'A., il giudice competente; -ed egli solo può colpirne e discernerne i vnri momenti eli· nici, potendo essa, per ciò che si è detto avanti. sopra-ç--venire , momen tanea varieltl. in ogni mnlattia.
In virttl di questi criterii l'A. ammette una nevrosi ce · rebrale, una spinale, una simpatica o ganglionare ed un'a mista. Egli rigella la denominazione tanto in votra o<uri di n en isterismo e neurastenia, oppugnando l'opinione di coloro che sostengono sia r isterismo sempre cerebrale e debba -essere annoverato fra le forme psicopatiche.
[niformandosi a questi concetti il clinico sa la via da se. :guire nella terapia, la quale in gran parte non pùtrà essere che preventiva, o tendente ad aver di mira i momenti fisiologici che concorrono a determinare le forme nevrosiche.
BozzoLo (Torino) ·espone molte considerazioni sui fenomeni nerrosi nella meningite e in alcune intossicazùmi.
Egli riferi sce di alcuni fenomeni che si ossenano nella meningite da pneumococco, in confronto di quella tubercolare e di alcune nuto - intossicazioni. ll ichiama l'nttenzione de i clinici sulla gran differenzn che passa tra i sintomi della meningite tubercolare e quella da pneumococco, la quale trascorre senza che se ne rileYino i sintomi clinici.
{) perchè mancano, o perchè sono lie>issimi. L'A. la ditTerenza s intomatica delle due fùrme morbose in una la quale coosi.ste in ciò, che mentre nella forma tubercolare ''i è un eccesso di apparenti, nellar. pneuruonica al contrario essi sono in assoluto difetto . rimpetto alle grari alterazioni anatomiche .
L' ,\. crede di trorare la spiegazione di questo f-luo nel potere deprimente che ha sul sistema nenoso centrale il virus pncumonico al contrario del potere eccitante che è-· proprio di altre infezioni.
In appogg-io di tale opinio ne starebbero i fatti che si ossen ·ano in alcune come il vaiuolo, l'eresipela ecc. e i sintomi tetan ici senza meningile che si ossenano talora nel decor:'O del proces,o pneumonico e che l' A. aY rebbe riprod otti esperimentalmente nei conigli, inoculando material e di pulmoni uma11i allo stadio di epatizzazione.
La dia_gnosi della meningite qulnd i è, a parere dell' ,\. ,... sem pre difficile; erl ne distingue sei forme diverse! la fulminea, J,L delirante, la p1raliti ca di cui la .emiplegica con o senza afonia sa r ebbe una varietà, la tetanica, la conYUl:'i,•a, la o sil enz iosa .
L'atuto ma:!giore alh dia .wosi non può esser dato che· dai d ue più importanti criteri: fesa me batterioscopico del sa ng ue, e la p untura del sacco aracnoideo col metodo di ou ·ocke. questo !'econdo 5pecialmente si può dire di un -ralore a,::o!nto, quando si ri5contri liquido purulento e presenza di pn eumococchi nelle culture.
Sebbene il proposito di questo scr itto sia sol tanto quell() 1 di r iferi re per sommi capi le comunicazioni dei clinici· nostri, rer far la somma , diremmo, del contributo che i medici italiani recaro no al sema riportare le diavvenute sui varii argomenti, tuttavia, in om nggio. delb importanza dì quest a comunicazione, crediamo conve nga. far r.enno di quanto esposeto ì dot tori )fva e Rochia.
Il primo not ò la import anza .:.he comunicazione:-
L \ )fEIHCINA ITAJ,IA '\A ECC.
racchi ude>a per la patologia dei processi infettivi su l sist ema rilevando come la intossicnzione dehha riteneri\i il maggior fattore nel determinare i fenomeni nervosi, anche quelli che si localizzano direttamen te nel sistema centrale. Yal.!ano ad esempio quei casi di infezione tubercolare gener.11e con forme nervose grari, apparentem ente meningee, .-:enza che esist!lno localizzazioni nelle meningi. nei quali ca•i è da ammettersi una intossicazi on e del sis tema nerroso per i prodotti di una infezio ne potentemente virulenta.
Il Rochia alla sua volta cred e i fenomeni cerebrali debban o ritenersi dip endenti sin dalla intos!'iicnzione differente a secondo dei varii che la producono, sia dalla localizzazione meningea. Agg iunge poi che è da farsi d:tTerenza fra la diognosi patologica e la diagnos i cli ni ca, in quanto che in relazione a questa le culture batteri che nori se mpre riescono a consigliare la cura d'urgenza, mentre per la diag nosi patologica esse so no qnasi d'un'importanza decisiva .
I l Bozzolo di rimando a Ror. hia, che egli ba voluto dare all e localizzazioni limitate il valore che meritano ' ·e che non per esse . m:t qnelle estese riti ene incontrala contraddizione fra i falli cli nici etl anatom:ci e tra quelli della pnenmonica e tubercolare.

Ri,ponde tofì ne che alla batterioscop;a del sa ngoe come criterio egli ha inteso dare nn valore di Ar:mde prob:tbilità solta nto, mentre ha Yoloto intendere che se ne altribui re uno assoluto a!la puntnra alla lJUando essa è positiva . poi i). Sulla ples.s-imetria cardirtca. Egli rileva l'i nconveniente che per i varii e molteplici sistemi di l'aia ca rd,·ac," non · · " ' SI possa rtpro-
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durre sulla parete toracica l'intero contorno di questo viscere essenziale.
I l Baccelli in verità col suo metodo, che determina punti plessimetrici anatomici e misti, ha avuto il merito di più accostarsi allo scopo, perchè egli riesce a iscrivere sulla parete i contorni del ventricolo si nistro e del fascio cardi o-vascolare, nonchè gran parte del contorno del cuore destro . Trassero difalli da questo metodo origine gli altri del De Giovanni, Orsi, Burresi, Concato, ecc.
Valutando le piccole differenze di suono che la percussione da all'alto al basso e dall'esterno all'interno lungo gli spazii intercostali, 2°, 3°, 4-", 5°, a destra e a sinistra. non è difficile limitare i contorni destro e sinistro della superficie cardiaca anteriore; e alla stes,sa maniera tenendo conto della differenza di suono che si ha in basso. da l ti m· panico e ottuso-timpanico della cavi tà addomio nle (stomaco, fegato) all'ottuso del si può abbastanza agevolmente • li mitare il margine inferiore di esso.
L'A. in virtù delle sue molteplici esp erienz e sul cadavere e sull'uomo sano adulto, afferma di essere riuscito a determinare nettamente i margini della superficie anteriore del cuore. Secondo lui il mar).(ine sinistro (ventricolo sinistro) in corrispond enza della 3", 4", 3• costola è successivamente distante dalla linea medio-sternale di 5 1 • , 7 '/,, 8 1 ; 2 cm.
Il margine (seno destro) a livello della 3", 4-", 5" costola dista dalla linea medio-sternale 3 '/. , 4 '/, 3 cm. Nell'uomo adulto e in condizioni fisiologiche il seno destro si estende dal margine supe1·iore della 3• costola destra fino alla inserzione con lo sterno della 5• cartilagine costale. Di qui alla punta del cuore si estende il ventri colo destro, mentre il ventricolo si nistro ha per suoi limiti il margine
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· fertOre della 58 costola sinistra e la punta del cuore. La JD ., Sione non ci può far valutare 1 seno s1n1stro. per. chè e!>SO non entra a costituire la superficie anteriore del -cuore.
Ora facendo partire due diagonali, l'una dalla 2' costola -di destra a 3 cm. dal margine destro dello sterno alla punta del cuore, e l'altra dalla 2a costola di sinistra a 2 cm. dal margine sinistro dello sterno alla estremità sternale della. ;;a cartilagine costale destra, si ottengono i limiti che a un dipresso determinano il cuore destro dal sinistro e i seni dai ventricoli. Dall'incrocic> di queste diagonali inoltre •risultano quattro dei quali il sin istro circoscri ,·e il ventricolo sinistro, il destro l'atrio destro , l'inferiore il -ventricolo destro, e il superiore il fa scio cardio rascohtre.
Chiudendo con altra linea i lati aperti dei triangoli sinistro ed inferiore, si ha determinata la lunghezza dei Tentricoli sinistro e destro; abbassando poi una perpendi-colare dall'apice del triangolo destro sul suo arco di cerchio e sulla corda rispettiva, si ottengono la larghezza e lunghezza del seno destro. Da molteplici osservazioni ed esperienze falle sul cadavere e sull'uomo vivente ad ulto, l'A. avrebbe ricavato che la corda sinistra, indicante la lunghezza del ,·en!ricolo sinistro, misnra 9 40 cm.; la inferiore, che indica la lunghezza del ventricoh> destro, importa 11-11 ' ' 2 cm .; e la perpendicolare destro, -che rappresenll! la larghezza del seno destro, arriva a misurare ' /, cm.
L' .\. mostra quadri fotografici dei ri sultati olleouti col suo metodo nella misurazione delle corde indicanti i ven• tricoli ir, molti casi di dilatazioni ed ipertrofie di es=-i per 'Vizi i valrolari. ,
