LE OPERAZIONI FUORI DEL TERRITORIO NAZIONALE Vol VII tomo 1

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austriaca. Ma mentre erano in corso trattativé per un arm1st1z10 con Petliura, separatosi da questo, e facendo causa comune coi bolscevichi, a metà giugno attaccava improvvisamente i polacchi, ottenendo rapidi successi, che portarono nuovamente gli ukraini sotto Leopoli, minacciando di separare le forze polacche dalle rumene. Ma alla fine di giugno i polacchi prendevano la controffensiva, ristabilendo la situazione a loro vantaggio, quantunque Tarnopol sia ancora. per il momento, in mano di Pawlenco. In queste operazioni sembra che i Polacchi abbiano fatto oltre 3000 prigionieri e. catturato una notevole quantità di mate· riali. Ad Halicz, sul Dniester, il fronte occidentale si salda col fronte sudoccidentale, tenuto dai rumeni. Come già si è detto si può considerare scomparso il fronte ukraino antibolscevico, e pertanto anche il fronte ukraino verso polacchi si può considerare come un settore del fronte dell'esercito rosso.

Fronte sud-ovest. Questo fronte è rappresentato dal corso del Dniester. A pm riprese i bolscevichi hanno tentato di attraversare il fiume, ma sono sempre stati respinti dalle forze rumene che li fronteggiano. - Sembra che in questi giorni il governo di Lenin abbia concluso un armistizio di S giorni con la Rumania alla quale consentirebbe fosse data la Bessarabia. Pare comunque che la situazione abbia tendenza a mantenersi stazionaria poichè non è probabile che i Rumeni intendano iniziare ora azioni in grande stile al di là del Dniester (vedi monografia sulla Rumania), non ostante che notizie, non peranco confermate, accennino alla presenza sulla riva sinistra del fiume di reparti di cavalleria rumena. D'altra parte, i bolscevichi, per quanto rafforzati dagli ukraini, che hanno abbracciata la loro causa, e da contingenti cinesi (la presenza di questi ultimi in un dato settore è, di regola, un sintomo che il governo bolscevico vuol tentare un particolare sforzo), non devono essere propensi ad azioni a fondo contro i' Rumeni, sia per la solida resistenza che questi possono opporre, sia per la grave minaccia rappresentata da Gregoriew, il quale pare abbia sollevato contro il governo dei soviets le popolazioni dell'Ukraina meridionale.

Fronte meridionale. Nel maggio 1919 l'esercito bolscevico iniziava una vigorosa offensiva su tutto il fronte meridionale; si opponevano a lui i cosacchi di Krasnow nella regione del Donetz e Don, mentre le truppe dell'esercito volontario operavano nella zona del Manitch e nel Caucaso. Malgrado i notevoli successi di queste ultime, çhe le portarono ad occupare tutto 'il bacino del Tareck, le forze rosse battevano Krasnow e lo costringevano a successive ritirate. I feraci territori dei governatorati di Ekaterinoslav e di Kharkow, dovettero essere successivamente abbandonati, e l'esercito di Denikine era costretto a ridurre il suo fronte ritirandosi a sud del Donetz e del Don ed a occidente del

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Manitch. Alla fine di marzo s1 delineava inoltre l'offensiva bolscevica sul Dnieper, che, costrette le forze franco-greche ad evacuare Nikolaiew, Kerson e successivamente Sebastopoli, oltrepassando il fiume, giungeva alle sponde settentrionah del Mar Nero e del Mar d' Azoff occupando quasi tutta la Crimea, ed obbligando i distaccamenti dell'esercito volontario a ridursi ed asserragliarsi nella penisola di Kerch. Per conseguenza anche ad occidente, Denikine perdeva una vasta zona di terreno, e doveva ritirarsi ad est della linea BachmutMariopol; questa città fu presa e perduta più volte dalle truppe rosse. L 'occupazione, per parte dei bolscevichi, di Odessa (primi aprile 1919), segnava il culmine del successo dell'offensiva bolscevica condotta con rapidità tanto più notevole, in quanto che non disponeva di grandi mezzi, successo dovuto più che a vera superiorità militare, ad una abile propaganda disgregatrice fatta alle spalle delle forze avversarie. Per l'esercito volontario segue un periodo di riordinamento, finchè verso la metà di maggio, Denikine inizia sul fronte Manitch una offensiva che prende subito favorevole sviluppo, aiutata dalle popolazioni locali e da defezioni di truppe bolsceviche. Incoraggiato da questi successi, Denikine passa ad un'offensiva generale su tutta la fronte, mentre un'azione da svilupparsi nella regione di Astrakan tende a completarne i risultati: a tale scopo un piccolo contingente di truppe (distaccamento delle steppe) sbarcato sulla riva nord-orientale del Mar Caspio avrebbe dovuto operare nella regione suddetta, in unione ai cosacchi dell'Ural. Tale operazione non ha conseguito finora il risultato sperato, perchè, per cause ignote, lo sbarco avvenne notevolmente più a sud del punto designato e il congiungimento coi cosacchi dell'Ural non è sino ad ora avvenuto. L'atteggiamento favorevole delle popolazioni e la scarsa consistenza delle forze avversarie, hanno portato le truppe di Denikine a conseguire risultati fors'anco superiori agli obiettivi prefissi. Bisogna però riconoscere che l'esercito volontario ha saputo convenientemente sfruttare la situazione, approfittando della grande mobilità che gli deriva dall'essere le truppe che lo compongono, in gran parte montate. Nella 3a decade di giugno le truppe di Denikine riconquistarono la piazzaforte di Tzaritzin (sul Volga), perduta nello scorso febbraio, e vennero così a tagliare le comunicazioni fluviali dell'esercito rosso col Caspio. Frattanto interveniva la rivolta di Gregoriew, che, minacciando con le sue bande le retrovie della 13a armata bolscevica, veniva a creare una situazione favorevole all'avanzata verso occidente delle truppe di Denikine. L'esercito rosso si vide pertanto costretto a sgombrare la Crimea, inseguito dalle truppe della penisola di Kerch fin'oltre l'istmo di Perekop mentre l'esercito volontario conquistava Yekaterinoslav, raggiungendo così il Dnieper, che si accinge a passare a Nikopol e Kamcnka. Ai vantaggi territoriali ottenuti dall'esercito di Denikine si deve aggiungere l'ingente bottino, che pare già comprendere oltre 50.000 prigionieri, numerosi cannoni, migliaia di fucili e mitragliatrici, oltre 20 treni blindati e importanti quantità di materiale ferroviario. L'avanzata è tutt'ora in pieno sviluppo, nè si può prevedere su quale linea l'esercito rosso,' che appare notevolmente scosso, potrà ristabilire l'equilibrio.


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