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INTRODUZIONE

L’argomento del colonialismo italiano in Africa ha sempre riscosso un grande interesse, scatenando furiosi dibattiti di tipo ideologico, storico, sociale e politico. Bisogna ammettere, ad ogni modo, che il periodo coloniale che più accende gli animi è quello che va dal 1922 al 1941, in concomitanza con la presenza del regime fascista in patria. Nonostante l’idea coloniale nasca in Italia molto prima dell’avvento al potere di Mussolini, e che il dominio italiano su alcuni territori africani, come Eritrea e Somalia, sia attivo già da diversi anni, per la stragrande maggioranza degli italiani il periodo coloniale per eccellenza sono gli anni ’30 del novecento, sicuramente più strombazzato dalla propaganda di regime ma, secondo il mio modesto parere, non il più importante né per il nostro paese né per quelli africani, per lo meno non dal punto di vista socio-politico (sicuramente dal punto di vista architettonico e propagandistico). Ad esempio parlando di confini nazionali, come quello attuale tra Etiopia ed Eritrea, verrà rispolverata negli anni ’90 del novecento, dopo una sanguinosissima guerra trentennale che decreterà l’indipendenza dell’Eritrea, la stessa linea di confine stabilita con il trattato di Uccialli del 1889 e confermata dopo la battaglia di Adua e la fine della guerra Abissina del 1896!

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A proposito del periodo coloniale esiste una vastissima bibliografia nella quale l’analisi storica non è certo stata priva di strascichi ideologici. Ho letto spesso che per chi fa storia è quasi impossibile non lasciarsi condizionare dalle proprie idee personali ma, a costo di peccare di presunzione, voglio dichiarare che l’obiettivo di questo studio sarà proprio quello di esaminare ed analizzare il fenomeno coloniale italiano nella sua essenza più pura, cercando di riferire e valutare ogni episodio con lo sguardo e la mentalità dei contemporanei e non certo utilizzando i criteri odierni. Peraltro non intendo dare giudizi o fare commenti sul fenomeno in questione se non attraverso una personalissima analisi all’interno della rituale conclusione dell’opera.

Lo studio si divide in cinque capitoli: nel primo, che tratterà dal 1850 al 1869, cercherò di evidenziare e approfondire le motivazioni che spinsero uomini, di un paese non ancora unificato, alla ricerca di una colonia africana. Parlerò anche di quei viaggiatori che affrontarono rischiosissimi viaggi in cerca di fortuna, di fama, o per questioni di principio e per i quali l’idea di colonialismo non aveva l’importanza che ebbe in seguito.

Nel secondo capitolo, sarà presa in esame la penetrazione italiana in Eritrea, a partire dall’acquisto della baia di Assab (1869), al Regio Decreto 6592 del 1 gennaio 1890, con il quale i possedimenti italiani nell’area vennero ufficialmente rinominati come Colonia Eritrea, denominazione che rimase fino al 9 maggio 1936 quando Eritrea, Etiopia e Somalia furono riuniti nell’Africa Orientale Italiana.

Nella terza parte di questo studio verrà affrontato il tema della prima guerra d’Abissinia ripercorrendo il periodo antecedente, le frizioni tra Italia ed Etiopia, l’inizio della guerra fino alla famosissima battaglia di Adua e l’epilogo del conflitto. Verranno evidenziati tutti i cambiamenti avvenuti nel pensiero politico italiano all’indomani della clamorosa disfatta che meravigliò l’Europa intera. Verranno presentati anche i principali attori della vicenda come l’imperatore Menelik II, l’imperatrice Taytù, il generale Oreste Baratieri, Ras

Maconnen ed altri. Inoltre si occuperà dello sviluppo coloniale in Somalia, dal protettorato (1889) a colonia italiana vera e propria, fino alla prima guerra mondiale. In questa fase va anche sottolineata l’importantissima, se non fondamentale, posizione della chiesa cattolica, con particolare riferimento ai missionari ed all’atteggiamento del Vaticano nei confronti del colonialismo come fenomeno e delle popolazioni africane.

La quarta parte vedrà come argomento il periodo che va dal primo dopoguerra, con particolare attenzione all’Etiopia e la sua annessione, la creazione dell’ A.O.I., fino alla resa dell’ultima sacca di resistenza italiana a Gondar il 28 novembre 1941. Voglio anticipare che per quanto riguarda l’immagine dell’Etiopia come colonia, mi trovo in sintonia con il Prof. Shiferaw Bekele, il quale sostiene che l’occupazione italiana dell’Etiopia non fu vera colonizzazione (anche a causa del brevissimo periodo 1936-1941) ma una semplice occupazione militare, anche se recenti studi hanno dimostrato la volontà del regime e dello stesso popolo italiano di fare dell’Etiopia una vera e propria colonia di popolamento anche se nella realtà non sviluppata per diversi fattori, non ultimo quello temporale. Il docente etiope sostiene che nessuno ritiene che la Polonia invasa dalla Germania nel 1939 sia diventata una colonia tedesca e quindi, dato che anche l’Etiopia era uno stato nazionale indipendente, non si spiega perché l’invasione italiana del suo paese debba essere considerata una colonizzazione invece di quello che lui ritiene fosse e cioè un’aggressione straniera seguita da un’occupazione principalmente militare. Voglio premettere che, dato il fiume d’inchiostro utilizzato da decine se non centinaia di autori sul periodo coloniale durante il ventennio fascista, la mia disamina del periodo cercherà di essere esauriente ma non eccessivamente prolissa per evitare di ripetere questioni già abbondantemente studiate.

L’ultimo capitolo di quest’opera vedrà analizzate le eredità del colonialismo, l’A.F.I.S. e l’assenza di una vera e propria fase di decolonizzazione. Verrà trattato il periodo che va dalla fine delle seconda guerra mondiale fino all’inizio dell’amministrazione fiduciaria della Somalia.

Concludo informando il lettore che, dove possibile, ho analizzato i vari argomenti attraverso fonti bibliografiche sia italiane (Europee) che africane, nel tentativo di ottenere una visione d’insieme a 360° ed il massimo rigore storico. Voglio inoltre sottolineare che non mi dispiacerebbe affrontare come ulteriore argomento di studio per un eventuale Dottorato di ricerca, i rapporti che legarono l’Italia alla Somalia dopo la fine dell’Amministrazione Fiduciaria fino all’operazione “Restore Hope” del 1992-93.

Ricordo inoltre che tutte le note relative ai personaggi, italiani e stranieri, citati in questo studio sono state attinte presso il sito www.treccani.it, e consultando il dizionario biografico degli italiani.

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