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Campo di prigionia di Kranji
e allo stipendio mensile corrisposto dai giapponesi (50$ per ufficiale superiore, 40 per ufficiali subalterni, 3 per i marinai). Per ovviare alla ristrettezza dello spazio, all’inedia e alla mancanza di qualsiasi forma di distrazione si fece ricorso al lavoro manuale, per sistemare le baracche, e si iniziò lo studio delle lingue straniere. Ben presto si manifestarono le prime malattie tropicali (dissenteria, ulcere a cratere, ecc.); 15 ufficiali e 9 sottocapi del Giuliani e del Torelli si dichiararono fedeli al governo legittimo. Il 28 ottobre tutti gli aderenti giurarono fedeltà al governo Mussolini e il 31 lasciarono il campo. I rimasti, fra cui il capitano Silvestro che cominciò a dimostrare sintomi di squilibrio mentale, lasciarono il campo il 26 dicembre, dopo che l’11 vi erano giunti 3000 prigionieri britannici, australiani e olandesi reduci dalla costruzione della ferrovia birmana. Il 1° aprile 1944, gli italiani giunsero di nuovo nel campo, ove ora si trovavano 400 ufficiali e 2600 soldati. Furono accolti cordialmente e inseriti integralmente nella vita del campo. Gli ufficiali medici presenti sottoposero gli italiani a scrupolosa visita medica (nel campo erano presenti circa 500 malati, principalmente di beri beri, malaria, dissenteria e ulcere tropicali). Il sottotenente di vascello Bruno Bonetto e il nocchiere Pietro Ballarati, furono sottoposti a operazione di appendicite, con esiti brillanti; un radiotelegrafista si ammalò di malaria. Grazie alla distribuzione bisettimanale di carne congelata, la razione era un poco più abbondante che precedenza; essa era inoltre integrata dai prodotti che gli stessi prigionieri coltivavano. L’8 maggio tutti gli occupanti furono trasferiti, in camion, nella prigione di Changi, mentre gli internati europei della prigione (uomini, donne e bambini europei) furono trasferiti a Sime Road.
Campo di prigionia di Kranji
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Situato in una zona malarica nella parte settentrionale dello Stretto di Johore Barù, era formato dalle solite baracche. Qui giunsero i prigionieri italiani trasferiti a dicembre del 1943 da Sime Road. Nel campo si trovavano circa duemila prigionieri indiani con una quarantina di ufficiali medici. Agli italiani fu assegnata una baracca quasi inabitabile, senza alcun arredo. Fra i marinai si verificarono due casi di malaria. Numerosi furono i casi di ulcere tropicali, i disturbi intestinali e i sintomi generali di avitaminosi. Come visto, il 31 marzo 1944, gli italiani furono di nuovo trasferiti a Sime Road, meno 3 sottocapi e 6 comuni che, con altri prigionieri, furono destinati ai lavori
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