A sinistra Un’ennesima ristampa del 1786 delle Compositiones di Scribonio Largo, conferma ulteriore del successo di tale opera Sotto a centro pagina Una torpedine mediterranea, del tipo di quelle utilizzate da Scribonio Largo per la terapia antalgica Sotto a sinistra Raffigurazione di un medico romano sulla poltrona, di taglio modernissimo, che esercita nel suo studio la professione
del XIX secolo! Per formarsi un’adeguata idea sulle avanzate competenze vigenti nella sanità legionaria è di indubbio interesse la figura e l’opera di Scribonio Largo, medico militare attivo nel I secolo, forse di origine siciliana e di estrazione libertina. Di lui sappiamo, infatti, oltre ai molteplici riferimenti alla sua isola, che partecipò alla spedizione del 43 in Gran Bretagna nelle legioni di Claudio e soprattutto che fu il precursore della terapia antalgica basata sull’impiego di forti scariche elettriche! Di tale avveniristica cura ci ha lasciato ampia testimonianza nel suo trattato Compositiones, scritto al rientro dalla spedizione e dedicato a Gaio Giulio Callisto, un potente liberto imperiale. L’opera, nonostante la forma linguistica sciatta e ricca di volgarismi, ebbe una indubbia fortuna, tant’è che sopravvisse per l’intera età imperiale e fu sintetizzata nel Medioevo. Il testo in ogni caso ci è giunto integro e consta di 271 ricette, alcune senza dubbio cervellotiche e prive di qualsiasi valenza curativa, altre, invece, di sano buon senso e di effettiva efficacia. Di esse tre fanno riferimento, sia pure in modo qualitativamente diverso, all’impiego delle scariche elettriche. Ovviamente, queste potevano ottenersi solo con l’utilizzo delle torpedini, una vasta famiglia di pesci cartilaginei capaci di generare un’intensa differenza di potenziale elettrico, tra gli 8 e i 200 volt secondo la specie ed il grado di eccitazione, tramite appositi organi elettrogeni. Le n. 5/2016
scariche, che nelle specie mediterranee non sono mortali, furono usate per la cura dell’epilessia e dei dolori artritici, cure attualmente incluse nella galvanoterapia, già con esiti positivi. Come la derivazione etimologica ancora tramanda, il torpore provocato dalle scariche delle torpedini attenuava il dolore e non di rado ne inibiva le cause, giovando perciò alla guarigione. Queste le due sue ricette al riguardo: • 11. Il dolore di testa sebbene antico e intollerabile lo toglie subito e definitivamente la torpedine nera viva posta su quel luogo che è nel dolore, finché il dolore non cessi e quella parte non diventi intorpidita. E appena avrà avvertito ciò, sia rimosso il rimedio, perché non sia tolta la sensibilità di quella parte. Invero bisogna procurarsi più torpedini di quel genere, poiché talvolta a stento a due o tre risponde la cura, vale a dire il torpore, che è indizio di guarigione. • 162. Per l’una e l’altra podagra una torpedine nera viva, quando si sarà presentato il dolore, occorre mettere sotto i piedi, stando sul litorale non secco, ma che il mare bagna, finché senta intorpidirsi tutto il piede e la tibia, fino alle ginocchia. Questa cura sia sul momento toglie il dolore, sia per il futuro lo guarisce.... 91