RIVISTA MILITARE 2016 N.5

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PUNTI ROSSI E OTTICHE OLOGRAFICHE di Fabio Zampieri*

Fig. 1

Operatore delle Forze Armate svedesi in esercitazione con il fucile d’ordinanza AK5C, dotato di un’ottica cosiddetta “a punto rosso” di produzione nazionale (Aimpoint) (fonte: The firearmblog.com)

Quando le Forze Armate svedesi introdussero l’attuale versione del loro fucile d’assalto, identificato con la sigla AK5C, dotato di un’ottica a riflessione, o “punto rosso”, dovettero elevare gli standard addestrativi, perché il personale aumentò improvvisamente il proprio punteggio nelle esercitazioni a fuoco, qualificandosi in maggioranza al livello più alto (marksman) dei tre previsti (1) (figura 1). L’esperienza svedese è solo una delle tante che, nel mondo degli utilizzatori professionali delle armi, ha evidenziato l’utilità e l’efficienza delle ottiche a riflessione e di quelle olografiche: esse hanno ormai di fatto rimpiazzato le mire meccaniche, relegandole al ruolo di backup (cioè di scorta, da utilizzare in caso di avaria dell’ottica).

Fig. 2 Schema esemplificativo di un’ottica a riflessione: il tiratore può vedere il bersaglio attraverso l’ottica, essendo la lente dell’obiettivo trasparente a tutte le lunghezze d’onda visibili tranne che a quella del rosso; egli vede, contemporaneamente, l’immagine della sorgente luminosa nella forma di un punto rosso, ed essa costituisce il suo riferimento di mira (fonte: http://armsightr.com/reddotsight/)

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