Storia
Intanto gli etiopi avevano iniziato a costruire una zeriba e a scavare delle postazioni prendendo possesso in tal modo delle posizioni. Contestualmente i Dubat si disposero di fronte agli avversari coprendo il lato più lungo del triangolo (oltre un km) nonostante fossero solo sessanta. In alcuni punti i due schieramenti erano a soli due metri di distanza ed Ali Uelie inviò un secondo messo al Tenente Musti a Uarder per informarlo della situazione. Verso le 16.00 un soldato dello schieramento opposto si presentò ad Ali Uelie (10). Questi, già disertore dalle file italiane, nelle quali aveva militato sin dal 1926, intendeva ora rientrarvi e annunciò al somalo l’intenzione di fuggire durante la notte. Il Tenente Musti fece pervenire un biglietto al Fitaurari Sciferra invitandolo a non compiere atti che avrebbero potuto compromettere la situazione e a scrivere direttamente a lui qualora volesse far sapere qualche cosa e questi avrebbe provveduto a organizzare un incontro. Inoltre invitò i Dubat a non raccogliere alcuna provocazione e a mantenere le proprie posizioni. Il Fitaurari, accusando ricevuta del biglietto, confermò che intendeva parlare con un rappresentante dell’autorità italiana. Musti informò pertanto telegraficamente il governo a Mogadiscio, il quale diede ordine di astenersi da qualsiasi atto ostile e di invitare gli etiopi a recarsi a Galadi per parlare con il rappresentante politico italiano. Venne anche assicurato loro che sarebbero stati inviati due aeroplani e due carri armati. 23 novembre Arrivato presso il forte di Uarder in serata, il Capitano Cimmaruta, Comandante delle Bande di confine, venne informato degli eventi dal Sottocapo di Marina Mario Gedda addetto alla radio di Uarder e successivamente dallo stesso Tenente Musti. Venne ricevuta allora una lettera dal Fitaurari Sciferra il quale accusava ricevuta della lettera del 23 novembre ma pregava che gli venisse reIl Capitano Roberto Cimmaruta capitata in amarico, francese o italiano poiché impossibilitato a tradurla dall’arabo. Il Capitano Cimmaruta adunò i graduati Dubat e fece azione morale, ma ancora prima di poter rispondere alla lettera dello Sciferra ricevette un’altra missiva, questa volta da parte della Commissione congiunta anglo-etiope, (che doveva definire i confini e poi regolamentare i diritti di pascolo per le popolazioni nomadi tra Somalia Britannica ed Etiopia). Tale lettera esprimeva la protesta formale contro l’«impedimento a mano armata posto alla loro libera circolazione». Veniva anche espressamente affermato che un Sottufficiale della stessa Commissione era stato rapito dai Dubat. La lettera era firmata dal Fitaurari Tessama Bante e dal Colonnello E.H.M. Clifford, rappresentanti ufficiali della Commissione. Appariva subito difficile da credersi che la scorta della Commissione, composta in precedenza da un plotone di Camel Corps fino a pochi mesi prima (11), fosse divenuta un complesso di diversi reparti, regolari e irregolari, che ammontavano a più di un migliaio di unità. Il Capitano Cimmaruta scrisse allora un biglietto al Colonnello Clifford invitandolo a un incontro. Nel corso della giornata, nella zona dei pozzi Sciferra continuò a intimare la 86
restituzione del disertore e nel frattempo arrivarono altri 12 camion carichi di truppe. In questi frangenti era presente il Colonnello Clifford che, dichiarandosi amico degli italiani, chiese ai Dubat di farsi fotografare. I Dubat rifiutarono asserendo che, non conoscendolo, avrebbero dovuto avere l’autorizzazione dai propri Ufficiali e che, inoltre, se forzati, avrebbero aperto il fuoco. La colonna diretta a Ual Ual si ritirò. 24 novembre All’alba del 24, il Capitano Cimmaruta si recò personalmente (con il camioncino a disposizione insieme al suo attendente, Omar Culmie, e a un Dubat), a Ual Ual poiché si sentivano colpi d’arma da fuoco ed esplosioni. Nel mentre, l’attesa risposta del Colonnello Clifford non era ancora giunta. Al forte di Ual Ual Cimmaruta trovò solo lo Sciumsbasci Mahmud e una decina di Dubat; il resto degli uomini era tutto schierato. Avviatosi verso lo schieramento incontrò Ali Uelie che spiegò che gli spari erano dovuti a una scaramuccia tra una pattuglia Dubat e degli amara sulla strada verso Uarder che non aveva avuto conseguenze. Il Comandante delle Bande di confine effettuò una ricognizione delle linee e verificò che il rapporto era superiore di uno a venti e che le distanze degli schieramenti erano tra i quindici e i due metri. Verso le dieci, Cimmaruta ricevette una risposta dal Colonnello Clifford che lo invitava nell’accampamento anglo-etiope e pertanto vi si recò scortato da un compìto Ufficiale etiope in auto. Venne ricevuto dai membri della Commissione (12) in modo estremamente cordiale e iniziò così una pacata discussione durante la quale gli vennero ribadite le rimostranze contenute nella missiva. In tale sede non vennero però risolte in alcun modo le questioni oggetto di contesa anche perché i presenti non avevano l’autorità per farlo. Secondo quanto dichiara il Cimmaruta, egli propose di rimandare ai rispettivi governi la discussione di carattere territoriale e di fissare sul terreno le posizioni al momento definite dagli schieramenti al fine di evitare una escalation della tensione tra gli armati. Rivista Militare